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L' età dell'oro dei cacciatori. L'evoluzione dell'uomo tra le ere glaciali e il ruolo climatico nello sviluppo della specie umana
L'universo, il pianeta Terra, l'uomo. L'avventura della specie umana si dipana lentamente dall'essere unicellulare fino all'uomo dei giorni nostri che, tra mille travagli, ha raggiunto la condizione di assoluta supremazia. La presenza nell'uomo moderno dei geni del DNA dell'uomo di Neanderthal ha chiarito che, questi antichi uomini, facevano parte, a tutti gli effetti, della specie umana. Si ritiene, pertanto, che l'evoluzione umana non sia avvenuta con salti di specie ma in modo graduale. Mentre le cicliche variazioni climatiche nell'emisfero settentrionale, dovute alle fasi glaciali, hanno dato un decisivo contributo allo sviluppo della mente umana e all'intelligenza necessaria per superare le sfide climatiche estreme. Il saggio si cura d'investigare il complesso sistema dell'evoluzione umana valutando le varie ipotesi fatte a riguardo, soffermandosi, in particolare, sull'importanza del ruolo dei territori dell'Europa e della Siberia durante l'ultima era glaciale, vera fucina dell'evoluzione dell'uomo. -
I soldati italiani con Napoleone (1796-1815)
Subito dopo l'entrata di Napoleone in Italia, il 10 aprile 1796, le truppe francesi occuparono i territori sotto il dominio austriaco, ovvero il Ducato di Milano, i territori del Ducato di Modena e Reggio, e parte dello Stato della Chiesa, ossia Ferrara e Bologna. Con l'appoggio dei simpatizzanti italiani della rivoluzione (localmente chiamati ""giacobini"""") sorsero quindi nella penisola, tra il 1796 e il 1799, una serie di Stati repubblicani sul modello francese: Repubblica di Alba, Repubblica Anconitana, Repubblica Bergamasca, Repubblica Bolognese, Repubblica Bresciana, Repubblica Cremasca, Repubblica Astese, Repubblica Piemontese, Repubblica Reggiana, Repubblica Tiberina e Repubblica Ligure.contro l'Austria. Molte di queste repubbliche l'anno successivo si unirono nella Repubblica Cisalpina con capitale Milano. Nacque proprio in questo ambito la bandiera tricolore italiana che prendeva ad esempio il tricolore rivoluzionario francese adottando i colori verde bianco e rosso. La repubblica diverrà poi il Regno Italico sempre gravitante nella sfera napoleonica."" -
I volontari stranieri e le brigate internazionali in Spagna (1936-39)
Edizione riveduta, corretta e arricchita ora con oltre 84 pagine a colori, moltissime le nuove immagini, tavole rivedute e molto migliorate. Brigate Internazionali fu il nome collettivo dato ai gruppi di volontari che si recarono in Spagna, per appoggiare l'esercito repubblicano e combattere le forze fasciste comandate dal generale Francisco Franco, durante la guerra civile spagnola. Le Brigate Internazionali si distinsero nella difesa di Madrid, nella battaglia di Guadalajara e in altre occasioni (vedi seguito). Il 21 settembre 1938 il primo ministro spagnolo Juan Negrin, su pressione delle democrazie occidentali impegnate nella politica di non intervento, decise il ritiro dal fronte delle Brigate internazionali (per la precisione di tutti i combattenti non spagnoli stimati nell'Ottobre '38 in 13.000), tenendo una sentita e commossa parata di addio il 29 ottobre 1938 a Barcellona. Il governo franchista di Burgos rispose con il ritiro di 10.000 italiani (ne restavano circa 38.000 più i tedeschi). -
Dalla torre cade un suono di bronzo. Viaggio nella Siena esoterica dagli etruschi al palio
Questo libro vuole essere un viaggio tra archeologia, mito ed ermetismo alla ricerca delle radici del Palio e della stessa Siena, dai giochi ippici etruschi del Lusus Troiae sino alle giostre medievali, in un labirinto di suggestioni, di simboli e di misteri. Dalla leggenda dei mitici fondatori Senio e Aschio al simbolismo delle tarsie del Duomo, dal culto della Vergine e alle sue radici pagane al leggendario fiume Diana, dalla battaglia di Montaperti alla simbologia degli emblemi delle Contrade, dalle lastre fittili etrusche di Murlo e dalle pitture di Chiusi e di Tarquinia sino alla passeggiata storica, questo agile libro condurrà il lettore alla scoperta degli aspetti meno noti della storia della città della Balzana, luminosa e oscura come il bianco e il nero della sua insegna. Il mistero della città viene dalle sue strade, strette, curve, girate le une sulle altre, a forma di spirale o di chiocciola; o, se vogliamo prendere il paragone più vieto, dei petali d'una rosa che si coprono con i loro strati. -
Soldati d'Italia dall'era antica al XVII secolo
Nell'ambito del proprio impegno nei confronti del collezionista olandese dott. Viskuezzen, il nostro Quinto Cenni realizzò anche una serie di ""quaderni"""" dedicati ai soldati delle cosiddette epoche buie o tarde. Addirittura una prima tavola è definita dell'era preistorica. Vi sono poi disegni relativi alle antiche popolazioni italiche fino agli etruschi e ai soldati romani. Si passa poi agli armati di tutto il periodo medievale, alto e basso evo fino ad arrivare al Rinascimento e ai soldati di Venezia, Napoli e Piemonte. Per finire con fantaccini e dragoni del tardo Seicento e dei primi anni del Settecento. Raccolta assai curiosa del grande artista emiliano, conosciuto sopratutto per i suoi studi sulle uniformi ottocentesche e risorgimentali. In appendice una raccolta di figurini dedicati all'impero romano della collezione Cenni-Viskuezzen."" -
Soldati dell'esercito messicano (1862-1906)
La raccolta di figurini realizzata da Quinto Cenni per la collezione del dottor Viskuezzen si compone di due cartelle per un totale di una sessantina di soggetti, compresi alcuni disegni non del Cenni. Essi fanno riferimento al periodo dal 1862 durante le guerre causate dall'intervento francese a sostegno del secondo impero messicano di Massimiliano d'Asburgo, fino agli anni della presidenza di Porfirio Diaz. Nel 1861, l'Esercito Repubblicano messicano era costituito da dieci battaglioni di linea regolare, esso contava circa 12.000 uomini. In seguito al ritiro francese e al rovesciamento del regime imperiale di Massimiliano, la Repubblica Messicana venne ripristinata nel 1867. Nel 1872, Porfirio Diaz, un generale leader delle forze anti-massimialianiste, divenne presidente. Nel 1906, l'esercito contava circa 25.000 uomini, in gran parte militari di leva di origine indiana comandati da 4.000 ufficiali bianchi. Generalmente ben equipaggiato, l'esercito federale sotto Diaz non seppe tuttavia offrire un'opposizione efficace alla rivoluzione del 1910. -
Le guerre di Carlo d'Angiò. Dalle battaglie di Benevento e Tagliacozzo alla guerra dei Vespri: l'epopea dimenticata del più grande sovrano del sud. Nuova ediz.
Carlo I d'Angiò, re di Sicilia di qua e di là del faro, d'Albania e di Gerusalemme, principe di Acaia, conte di Provenza, del Maine, di Forcalquier e d'Anjou è un personaggio dimenticato, la cui figura in Italia è oscurata da quella di Federico II, che pure non fu all'altezza dell'Angioino e in Francia del troppo esaltato fratello Luigi IX: ma Carlo I fu un grande sovrano, considerato il re europeo più potente del suo tempo; personaggio contraddittorio, come si vedrà, pragmatico e spietato, amato ed odiato, sconta forse il fatto di esser considerato troppo francese per gli italiani- che preferirono esaltare i Vespri Siciliani come movimento di liberazione dai francesi invasori, anziché ricordare che portarono alla conquista aragonese- e troppo italiano per i francesi. In questo libro non abbiamo la pretesa di trattare esaustivamente le realizzazioni di Carlo I nei suoi molteplici campi di attività come sovrano di Sicilia, dall'amministrazione del regno, all'erezione dei castelli e al mecenatismo ed alla protezioni delle arti, ma solo di tracciare un quadro delle guerre da lui combattute a partire dalla conquista del regno di Sicilia... -
Rex Vaincra. Leon Degrelle e la regione Wallonie. Ediz. illustrata
Léon Joseph Marie Ignace Degrelle (Bouillon, 15 giugno 1906-Málaga, 31 marzo 1994) è stato un politico belga, fondatore del rexismo, movimento nazionalista belga di ispirazione cattolica, per poi indirizzarsi ideologicamente al fascismo. Combatté nella seconda guerra mondiale nel contingente vallone delle Waffen-SS. Alla fine della guerra si rifugia in Spagna e ivi è naturalizzato nel 1954, ha sempre difeso ed esaltato il suo operato erigendosi a paladino del nazismo e delle tesi revisioniste sulla seconda guerra mondiale. È stato una delle principali figure del neonazismo e referente di alcuni movimenti dell'estrema destra europea. -
Luigi Cadorna. Una biografia militare
Uno studio obiettivo della conduzione della guerra da parte di Cadorna porta alla smentita di tanti luoghi comuni spacciati per verità storiche: si scoprirà che l'esercito italiano, unico esercito alleato costantemente all'offensiva dall'inizio della guerra, fu quello che fece le maggiori conquiste territoriali, che le perdite italiane furono inferiori a quelle francesi e inglesi, che le fucilazioni e gli atti d'indisciplina nell'esercito italiano furono molti meno di quelli avvenuti in Francia, che gli italiani nel 1917 avevano superato tecnicamente l'avversario, cui erano inferiori nel 1915, che Cadorna fu l'unico generale alleato a ragionare in termini di guerra di coalizione e non di guerra parallela... -
Storia della guerra dei trent'anni 1618-1648. Vol. 2: fase danese-Olandese (1625-1629), La.
La guerra, che fu una tra le più distruttive della storia europea e mondiale, viene tradizionalmente suddivisa in quattro fasi: la boemo-palatina-tedesca (1618-1625); la fase danese-olandese (1625-1629); la fase svedese (16301635) ed infine la fase francese (1635-1648). Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo. -
Storia della guerra dei trent'anni 1618-1648. Vol. 3: fase Svedese (1630-1635), La.
Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo. Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo. Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo). La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero. -
Storia della guerra dei trent'anni 1618-1648. Vol. 4: fase Francese (1636-1648), La.
Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo. Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo. Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo). La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero. -
Storia della guerra dei trent'anni 1618-1648. Vol. 5: ultimi scontri e la pace di Westfalia, Gli.
Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo. Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo. Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo). La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero. -
Panzerknacker. Uomini contro carri. Armi, uomini, decorazioni. Nuova ediz.
Tutto ciò che volevate sapere su: Lotta contro i carri, I fucili anticarro, Il Panzerfaust, Il Panzerschreck, Le tattiche di combattimento individuale, I dieci comandamenti del Panzerknacker, Il distintivo per distruttore di carri, Lista decorati Waffen SS, Uomini contro carri. -
La guerra di Sardegna e di Sicilia 1717-1720. Gli eserciti contrapposti: Savoia, Spagna, Austria. Vol. 21: esercito spagnolo nel 1717-1720 e la guerra per la conquista e la difesa della Sardegna...
Questo secondo libro sulla Guerra di Sardegna e di Sicilia (1717-1720) (a sua volta diviso in due tomi) si incentra sulla partecipazione dell'esercito spagnolo alla vicende della guerra, combattuta per quasi quattro anni sulle due isole mediterranee, sulla sua organizzazione e le sue uniformi. Il primo volume della serie (già pubblicato) ha delineato nell'insieme la situazione complessiva entro la quale si sono svolti gli eventi del conflitto ed ha trattato l'evolversi delle vicende, viste dalla parte sabauda, mentre il terzo volume riguarderà l'esercito austriaco e la flotta britannica. -
Vecchie e nuove storie
In questo volumetto di racconti, pubblicato nel 1895, De Marchi ne dipinge davvero di ogni colore: ci mette un po' di sangue, qualche schizzo di fango, il biancore dei paesaggi innevati e il verde delle campagne attorno alla città. Aggiunge la ruggine di qualche malaffare, ma bilancia con chiari tocchi d'umorismo e un impianto scenico sempre ben definito e accattivante. -
Zitadelle. L'SS Panzer-Korps all'attacco. Luglio 1943. Nuova ediz.
A settanta anni esatti dalla battaglia di Kursk, forse il più grande scontro di mezzi corazzati di tutta la storia, abbiamo voluto ricordare l'evento, con una nuova pubblicazione, prima della nuova serie dei nostri numeri speciali, dando ampio spazio soprattutto alle foto dell'epoca, per poter rivivere quasi da vicino quei tragici e terribili eventi, quasi 'toccare' con mano il campo di battaglia, attraverso gli scatti dei corrispondenti di guerra tedeschi, al seguito dei reparti SS: Max Büschel, Cantzler, Grönert, King, Friedrich Zschäckel e tanti altri. Foto di uomini, armi e mezzi, ripresi sul campo di battaglia, prima, durante e dopo gli scontri, durante i rari momenti di pausa, 'bloccati' per sempre sulla pellicola fotografica, vere e proprie testimonianze di storia militare. Una eccezionale documentazione fotografica, che speriamo potrà essere utile agli storici, agli studiosi di militaria e agli stessi appassionati di modellismo, che potranno attingere nuove idee per i loro figurini, modelli e diorami. Alcune foto sono già conosciute, ma noi ci siamo sforzati di inserire laddove è stato possibile anche del nuovo materiale, sicuramente inedito... -
La battaglia di Montaperti. Storia e cronaca di una battaglia del Duecento. Vol. 1
Opera unica su due volumi, realizzata da tre grandi esperti della storiografia e della iconografia del medioevo italiano. Con decine di immagini a colori e moltissime tavole a tutta pagina. La battaglia combattuta a Montaperti tra i guelfi di Firenze e i ghibellini di Siena, con cui combatterono molti cavalieri tedeschi, mandati da re Manfredi di Hohenstaufen, e gli esuli fiorentini di parte ghibellina capeggiati da Farinata degli Uberti nel settembre del 1260 fu una delle più grandi del medioevo europeo. L'esercito senese inquadrava 18.000 fanti e 400 cavalieri senesi, oltre a 800 cavalieri tedeschi e ghibellini, più 200 mercenari. I fiorentini, erano 3.000 cavalieri e 30.000 fanti. I caduti fiorentini - escludendo gli alleati guelfi - furono oltre 10.000, una cifra spaventosa su una città di 75.000 abitanti, il 13% della popolazione maschile valida, buona parte dei quali massacrati a battaglia conclusa. La battaglia fu ben più che un episodio come tanti altri delle contese municipali tra le due città toscane: dal trionfo dei fuorusciti derivò la rovina del Popolo Vecchio, il governo nato con la costituzione fiorentina del 1250, e il conseguente ritorno ghibellino. -
La battaglia di Montaperti. Storia e cronaca di una battaglia del Duecento. Vol. 2
Opera unica su due volumi, realizzata da tre grandi esperti della storiografia e della iconografia del medioevo italiano. Con decine di immagini a colori e moltissime tavole a tutta pagina. La battaglia combattuta a Montaperti tra i guelfi di Firenze e i ghibellini di Siena, con cui combatterono molti cavalieri tedeschi, mandati da re Manfredi di Hohenstaufen, e gli esuli fiorentini di parte ghibellina capeggiati da Farinata degli Uberti nel settembre del 1260 fu una delle più grandi del medioevo europeo. L'esercito senese inquadrava 18.000 fanti e 400 cavalieri senesi, oltre a 800 cavalieri tedeschi e ghibellini, più 200 mercenari. I fiorentini, erano 3.000 cavalieri e 30.000 fanti. I caduti fiorentini - escludendo gli alleati guelfi - furono oltre 10.000, una cifra spaventosa su una città di 75.000 abitanti, il 13% della popolazione maschile valida, buona parte dei quali massacrati a battaglia conclusa. -
I goumiers in Italia. Lazio 1944: realtà e leggenda dei più famigerati combattenti della campagna d'Italia
"Zidouh 'l guddem! En avant!"""" era il grido di battaglia dei Tabors marocchini del Corps Expéditionnaire Français d'Italie, in grado di gelare il sangue tanto ai tedeschi quanto alle popolazioni civili del Basso Lazio e della Toscana meridionale. Tra le truppe che combatterono in Italia, i goumiers marocchini sono quelli che hanno lasciato un solco indelebile nella memoria della gente della Ciociaria, del Lazio e della bassa Toscana. Immortalati dal romanzo """"La Ciociara"""" di Moravia e dal film di De Sica con Sophia Loren, gli stupri e le violenze commessi dai coloniali francesi del Corps Expéditionnaire Français d'Italie hanno offuscato il ricordo dei combattimenti sul fronte della linea Gustav e fatto nascere il termine marocchinate. Intorno a questi soldati berberi vestiti con la djellaba e il bournus sono nate innumerevoli leggende, e anche i numeri delle violenze loro attribuite hanno raggiunto cifre altissime: si è scritto sino a sessantamila violenze sessuali."