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Il duca della vittoria. Armando Diaz e la relazione ufficiale sulla battaglia di Vittorio Veneto. Nuova ediz.
Nel silenzio che circonda il centenario della Grande Guerra- silenzio tutto italiano, come ci si vergognasse di aver vinto! non certo in Francia, in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e perfino in Australia e Nuova Zelanda- c'è un silenzio ancora più profondo che riguarda il generale Armando Diaz e la terza battaglia del Piave, meglio nota come battaglia di Vittorio Veneto. Questo lavoro, dell'autore di Luigi Cadorna. Una biografia militare, cerca di colmare le due lacune integrando un profilo biografico di Ar-mando Diaz, il Duca della Vittoria, con la Relazione Ufficiale sulla battaglia compilata dal comando Supremo, un lavoro assai dettagliato e, cosa degna di nota, assai corretto dal punto di vista storiografico, senza troppe concessioni alla retorica ed allo spirito del tempo, tanto che può essere ancor oggi letta con il massimo interesse, ed i bollettini di guerra dal 24 Ottobre al 4 Novembre... -
I colori dell'amicizia. Issiakhem: mano monca, immaginario in fiamme. Catalogo della mostra (Milano, 29 novembre-14 dicembre 2018). Ediz. italiana, araba e francese
"Mio cugino Emilio e io siamo cresciuti, grazie allo zio Ignazio, con il mito dell'Algeria e quando da giovani adulti abbiamo potuto visitarla, ne siamo stati ampiamente ripagati. Questa terra meravigliosa ci è rimasta nel cuore e con essa la sua cultura. E quando lo zio Ignazio ha dovuto abbandonarla, dopo venticinque anni e con la morte nel cuore, ne abbiamo condiviso i ricordi. Da lì è partita la scoperta, meravigliosa, di un periodo culturale straordinariamente fecondo, quello dell'Algeria indipendente e degli uomini di cultura che hanno fatto rifiorire un mondo che era stato per troppo tempo sepolto dalle oscure ragioni della storia. E ancora, la scoperta dello strettissimo rapporto avuto dallo zio Ignazio con Mohamed Issiakhem e con altri pittori e uomini di cultura algerini, l'incontro con Benamar Médiène, la voglia di far qualcosa per presentare a tutto il mondo le loro opere, per far sì che non venissero dimenticati.""""" -
La guerra di Sardegna e di Sicilia 1717-1720. Gli eserciti contrapposti: Savoia, Spagna, Austria. Vol. 22: esercito spagnolo nel 1717-1720 e la guerra per la conquista e la difesa della Sardegna...
Nella trattazione, in tre parti, delle vicende che ebbero luogo nelle isole di Sardegna e di Sicilia tra il 1717 ed il 1720 si presenterà lo svolgersi delle operazioni militari che videro contrapposti l'esercito e la marina spagnola e quelli austriaci e sabaudi e un'analisi delle forze militari impiegate. Filippo V Borbone, Re di Spagna, non si era rassegnato alla situazione che si creata alla fine della guerra per la successione spagnola, che aveva visto l'occupazione da parte degli austriaci dei possedimenti spagnoli in Italia (Milano, Sardegna, Regno di Napoli e quello di Sicilia ceduto a Vittorio Amedeo II di Savoia) e, alla prima occasione (l'impero austriaco era impegnato in una durissima guerra contro i Turchi) inviò un fortissimo corpo di spedizione, che occupò un dopo l'altra la Sardegna e la Sicilia. Le potenze garanti dei trattati di pace del 1714 e dell'assetto che ne era conseguito (in primis la Gran Bretagna e la Francia) reagirono. La Gran Bretagna inviò una potente flotta nel Mediterraneo, che ribaltò il rapporto di forze e praticamente impedì che l'esercito spagnolo nelle due isole potesse ricevere soccorsi.... -
La congiura dei Pazzi
Firenze, A.D. 1478. La città più ricca d'Europa è governata da famiglie di mercanti e banchieri che ospitano e foraggiano i migliori artisti d'Italia. Sontuosi palazzi ospitano collezioni di capolavori scultorei classici e tele dipinte da geni come Botticelli e il Pollaiolo. Dame che prestano il loro volto alle raffigurazioni della Beata Vergine passeggiano per eleganti giardini, mentre i loro ricchi mariti ammassano fortune tra banchi e scrittoi lavorati dai più abili intarsiatori. Tra le ombre, invece, i congiurati affilano i pugnali. Su quella che nominalmente dovrebbe essere una repubblica regna da un ventennio una sola famiglia, i Medici, sovrani non nel nome ma nel concreto. La giovane età del nuovo capo-famiglia, Lorenzo de' Medici, lascia però sperare ai suoi nemici che si tratterà di un avversario non troppo difficile da abbattere. Il vecchio Jacopo de' Pazzi tesse le sue trame, trovando un inaspettato appoggio in Sua Santità papa Sisto IV, nel di lui nipote Girolamo Riario e nel duca Federico di Montefeltro. Quello che ne consegue è la congiura dei Pazzi, il fatto di sangue più noto nella storia politica del Rinascimento italiano. -
«Ils sont fort, ah, oui, ils sont forts». Il piroscafo Artiglio e le sue conquiste
"Ho scelto questo titolo, un'affermazione del capitano del vaporetto che portò David Scott, giornalista del Times di Londra, a bordo dell'Artiglio, perché mi sembra che questa frase sia molto efficace, e riassuma benissimo come l'equipaggio dell'Artiglio appariva, non solo al vecchio capitano bretone, ma al mondo intero. Uomini forti, tenaci, capaci, intelligenti e coraggiosi. Uomini che sono riusciti ad arrivare la dove nessun altro era mai arrivato. Uomini che sono diventati eroi, leggende. Ma di cui purtroppo si rischia di perdere la memoria. Era tutto finito. Quel 7 dicembre, i migliori palombari che mai abbiano solcato i mari erano scomparsi, assieme alla loro nave, e alla speranza di portare a termine quell'impresa che li stava facendo conoscere a tutto il mondo. Forse avevano osato troppo, ma d'altronde era tipico loro. L'avevano addirittura scritto lungo il ponte di comando: memento audere semper, ricordati di osare sempre. Mantennero la parola fino alla fine, questi uomini straordinari..."""" (L'autore)" -
L' esercito del regno italico (1805-1814). Vol. 2: cavalleria, La.
In questi tempi celebriamo i centocinquant'anni dell'unità d'Italia, avvenuta come noto il 17 marzo 1861. Processo avvenuto a termine di quel lungo percorso storico noto col nome di Risorgimento. Tuttavia un primo seme di italianità, e non solo nella denominazione, si ebbe con la nascita, nel 1805 del Regno Italico, stato a sua volta figlio delle repubbliche Cisalpina, Cispadana e altre fiorite a seguito della Rivoluzione francese. Quel ventennio napoleonico portò in Italia gioie e dolori, fu un periodo complesso che tuttavia concorse grandemente, grazie all'affermazione degli ideali rivoluzionari e di fatto grazie all'affermazione tramite la legislazione pubblica voluta da Napoleone, dello stato di diritto. -
La battaglia di Anzio. L'Operation «Shingle» (gennaio 1944). Ediz. illustrata
Questo libro, composto da decine di immagini rare e restaurate, è dedicato alla grande operazione anfibia condotta dagli Alleati nel corso dell’operazione denominata Shingle (ciottolo) che ebbe inizio il 22 gennaio del 1944, nell’area di Anzio e Nettuno in prossimità della capitale italiana. Con moltissime immagini ricche di note, il libro mostra l’evolversi dello scontro di quei primi giorni del 1944, quando sbarcarono ben 36,000 uomini e 3,200 mezzi militari. L’opposizione tedesca fu minima quel giorno, e le perdite alleate irrisorie, ma tutto cambiò nei giorni successivi... -
La battaglia di Desio 1277. L'ascesa dei Visconti e la sconfitta dei Torriani. Ediz. illustrata
L'ascesa dei Visconti e la sconfitta dei Torriani Era una fredda notte del 21 gennaio 1277 quando una folta schiera d'armati, sui cui stendardi garriva la biscia viscontea, faceva inaspettatamente irruzione all'interno della cerchia murata del villaggio fortificato di Desio. A guidare gli incursori vi era l'arcivescovo di Milano Ottone Visconti, deciso a chiudere definitivamente la partita con i guelfi Torriani, signori, fino a quel momento, di Milano. Sebbene la battaglia si risolvesse in una serie di violenti scontri lungo le vie e le piazze cittadine, senza avere un preciso andamento tattico, la contesa notturna vedrà, una volta per tutte, il trionfo del partito ghibellino guidato dall'alto prelato milanese. Quest'ultima fazione era, fino alla battaglia di Desio, il partito più debole nella lotta, reduce da diverse sconfitte subite precedentemente e con un seguito limitato a un gruppo di fuoriusciti ghibellini. Lo scontro non era solo tra guelfi e ghibellini fuoriusciti ma, soprattutto, tra due famiglie: i Visconti e i Della Torre, o Torriani. In una circostanza in cui la fazione ghibellina, filo-imperiale, era guidata da un alto prelato, l'arcivescovo di Milano... -
L' esercito romano da Romolo a re Artù. Ediz. italiana e inglese. Vol. 2: Da Augusto a Caracalla (30 a.C.-217 d.C.).
Il secondo volume sull'esercito romano, dove si racconta la storia delle legioni imperiali del periodo classico, durante il quale l'Impero raggiunse il massimo della sua estensione territoriale. Attraverso 16 splendide tavole a colori e numerose illustrazioni, vengono raccontate le tattiche, le battaglie e le vite dei generali che fecero grandi le legioni di Roma. -
Le uniformi militari dell'armata sarda 1840-1855. I piemontesi dalla guerra del 1848 alla Crimea. Ediz. illustrata
Le tavole presentate in questo volume provengono da due antichi e rarissimi volumi appartenenti alla nostra collezione e a quelle dei nostri collaboratori. Essi contengono alcune decine di tavole litografiche in grande formato splendidamente illustrate. Il primo è opera di due insigni artisti contemporanei: Lorenzo Pedrone e Francesco Gonin e fanno riferimento all'esercito di Sua Maestà il re di Sardegna negli anni immediatamente precedenti la prima guerra di Indipendenza del 1848. Si tratta di 30 tavole accompagnate da cartigli indicanti alcune note uniformologiche. Nella seconda parte invece presentiamo una raccolta di 20 tavole litografiche a cui sono state aggiunte 2 tavole di dimensione doppia al termine del volume, relative alla guerra di Crimea del 1854-55, alla Battaglia di Cernaja e ai piemontesi sotto le mura di Sebastopoli. Ogni tavola è accompagnata da una nota didascalica descrittiva l'evento rappresentato in seconda pagina. Le tavole sono tutte relative a eventi di guerra avvenuti sul campo di battaglia, vi sono ritratti eroi morenti, militari e scene d'insieme. -
Prima della fine. Il tramonto di un impero
Il romanzo si svolge negli ultimi decenni dell'Impero Romano d'Occidente, partendo dal regno di Valentiniano III, quando il magister militum Flavio Ezio, ancora riusciva a combattere con successo i barbari che premevano alle frontiere dell'impero. La storia è raccontata da diversi punti di vista. Il patrizio romano Anicio combatte per salvare quello che resta della romanità mentre l'ostrogoto Theodomir, astuto e spietato, odia tutto ciò che è romano. Diviso tra due mondi si trova Sidonio, di origini franche e romane, ma che alla fine dovrà fare la sua scelta. Le vicende dei personaggi, dall'Italia alla Gallia, da Costantinopoli all'Africa dei Vandali, fanno conoscere al lettore gli ultimi imperatori, fino a Romolo Augustolo, il ragazzo a cui è stata data la terribile responsabilità di mettere la parola fine all'Impero Romano d'Occidente... -
La battaglia di Anghiari 1440. Archeologia e storia di un campo di battaglia. Ediz. illustrata
Il 29 Giugno 1440, giorno di San Pietro, gli eserciti di Firenze e di Milano, guidati da Michelotto Attendolo e Giampaolo Orsini e da Niccolò Piccinino, si fronteggiarono nella pianura sotto Anghiari (indicata ancora adesso come ""Piana della Battaglia""""). Lo scontro si concluse al termine della giornata con la vittoria dei Fiorentini. La battaglia di Anghiari fu cruciale nella storia non solo della Toscana ma di tutta l'Italia del Rinascimento, e per la civiltà europea: quando il Duca di Milano abbandonò i territori in seguito alla sua sconfitta, Firenze e Cosimo de'Medici poterono approfittare della situazione per stabilizzare il proprio potere ed il proprio dominio sull'area. Questa fu considerata una delle vittorie definitive per Firenze che consolidò il proprio potere sulla Toscana, arrestando per sempre l'espansionismo visconteo verso l'Italia centrale, e ponendo le basi per la diffusione della cultura umanistica che dalla città gigliata sotto la protezione della Signoria Medicea si irradierà in tutta Europa, mentre Milano resterà per sempre confinata nella sua pianura, iniziando la propria decadenza che meno di un secolo dopo vedrà la fine dell'indipendenza ambrosiana..."" -
Morat 1476. La guerra all'ultimo sangue fra Carlo il Temerario e i confederati svizzeri
Le guerre borgognone furono un grande conflitto che vide da una parte Carlo il Temerario, duca di Borgogna e la dinastia dei Valois, sovrani francesi con l'astuto Luigi XI, in queste guerre la Confederazione svizzera fu pesantemente coinvolta e giocò un ruolo decisivo. La guerra vera e propria scoppiò nel 1474 e negli anni successivi il duca di Borgogna, Carlo, fu sconfitto ben tre volte sul campo di battaglia. Prima a Grandson, poi a Morat e alla fine trovando anche la morte nell'ultima di queste battaglie, quella combattuta a Nancy. Per Il ducato di Borgogna queste guerre rappresenteranno la fine dello stato, tutti i suoi territori e quelli ad esso appartenenti divennero parte della Francia, mentre i possedimenti borgognoni nei Paesi Bassi e nella Franca Contea furono ereditati dalla figlia di Carlo I, Maria di Borgogna ed alla fine, visto il matrimonio di questa con Massimiliano trasmessi alla casata degli Asburgo. ""Carlo di Borgogna perse a Grandson le ricchezze, a Morat perse l'onore, a Nancy perse la testa"""""" -
La Malabestia. Storia della bestia feroce che terrorizzò Milano
"La Bestia se la ride di tutti noi, delle taglie nostre, de' nostri tridui e delle paralitiche nostre risoluzioni; sin'ora ella ha mostrato più spirito e condotta di quello che abbiano fatto da noi gli uomini; e poco vi manca ch'io non mi dichiari del suo partito, poiché sono sensibile al merito, e infine poi se noi man-giamo e uccidiamo non è maraviglia ch'ella faccia altrettanto, persuasa com'ella sarà che anche per lei è fatto il mondo."""" (Pietro Verri al fratello Alessandro, 1 settembre 1792)." -
Capitani di ventura. Sigismondo Pandolfo dei Malatesti e Federigo da Montefeltro. Vita parallela di due condottieri. Nuova ediz.
Federigo II da Montefeltro, conte - poi duca - di Urbino, e Sigismondo Pandolfo dei Malatesti furono due veri figli del Rinascimento: Sigismondo eccessivo in tutto, nei vizi come nelle virtù, Federigo, detto dagli umanisti Lume della Italia, prudente ed allo stesso tempo capace di ferocia (probabilmente assassinò il fratellastro e abbandonò al sacco ed alla strage Fossombrone, colpevole di aver aperto le porte al Malatesti, Montorio e Volterra, e fu tra i mandanti occulti della congiura dei Pazzi); furono entrambi tra i più grandi capitani del Rinascimento, divisi tra loro da un odio feroce, che trascese le tradizionali rivalità delle due dinastie per diventare qualcosa di personale e di cieco; entrambi uomini di straordinaria cultura, veri figli del Rinascimento, che popolarono le proprie corti di umanisti ed artisti come Brunelleschi, Piero della Francesca, Leon Battista Alberti, Pedro Berruguete, Luciano Laurana, e che utilizzarono i loro guadagni di mercenari per l'edificazione di due dei più grandi capolavori dell'arte universale, il Tempio malatestiano di Rimini e lo splendido Palazzo Ducale di Urbino. È stato scritto che la lotta tra Malatesta e Montefeltro si svolse... -
Reparti bersaglieri nella R.S.I.
Lo sbando generale causato dall'armistizio dell'8 settembre ebbe ripercussioni immediate anche sui reparti di Bersaglieri, sia presenti nella penisola, sia all'estero. I Bersaglieri però furono tra i primi a riorganizzarsi ed a riprendere le armi, sia al sud, dove a fine settembre 1943 il Battaglione Bersaglieri d'istruzione Allievi Ufficiali di Complemento fu inserito nel Primo Raggruppamento Motorizzato, sia al nord, dove in breve tempo si costituirono il Battaglione Bersaglieri ""Mussolini"""", il Reggimento Bersaglieri """"Luciano Manara"""" ed il 3° Reggimento Volontari."" -
Fantasmi a Roma
Pochi sanno che Roma è la città del mondo più ricca di fantasmi, non potrebbe essere diversamente. Nel corso dei quasi tremila anni della sua esistenza, l'Urbe è stata al centro di avvenimenti, spesso sanguinosi, che hanno segnato la storia del mondo, e che continuano a vivere nella memoria dei luoghi, dove si dice compaiano ancora le ombre di imperatori e di papi, di re etruschi e di barboni, di personaggi famosi - da Giordano Bruno a Beatrice Cenci, da Borromini a Alessandro VI Borgia - e di sconosciuti, che in un modo o nell'altro hanno lasciato traccia di sé anche dopo la morte, continuando a manifestarsi lì dove vissero e morirono. Questa guida da campo, la prima totalmente dedicata ai fantasmi ed ai luoghi infestati della Capitale - dai più noti monumenti e dai vicoli tortuosi del centro sino alle periferie suburbane, dai palazzi patrizi a scuole abbandonate, nella stragrande maggioranza inediti - raccoglie oltre duecento luoghi legati alle apparizioni di spiriti, a località in cui si sono manifestati - e si manifestano - eventi misteriosi ed inspiegabili, alle case abitate dai fantasmi, ai fenomeni di poltergeist, alle tradizioni antiche e moderne... -
La guerra di Sardegna e di Sicilia 1717-1720. Gli eserciti contrapposti: Savoia, Spagna, Austria. Vol. 31: esercito austriaco nel 1717-1720, L'.
Nella trattazione, in tre parti, delle vicende che ebbero luogo nelle isole di Sardegna e di Sicilia tra il 1717 e il 1720 si presenterà lo svolgersi delle operazioni militari che videro contrapposti l'esercito e la marina spagnola e quelli austriaci e sabaudi e un'analisi delle forze militari impiegate. Filippo V Borbone, re di Spagna, non si era rassegnato alla situazione che si creata alla fine della guerra per la successione spagnola, che aveva visto l'occupazione da parte degli austriaci dei possedimenti spagnoli in Italia (Milano, Sardegna, Regno di Napoli e quello di Sicilia ceduto a Vittorio Amedeo II di Savoia) e, alla prima occasione (l'impero austriaco era impegnato in una durissima guerra contro i Turchi) inviò un fortissimo corpo di spedizione, che occupò un dopo l'altra la Sardegna e la Sicilia. Le potenze garanti dei trattati di pace del 1714 e dell'assetto che ne era conseguito (in primis la Gran Bretagna e la Francia) reagirono. La Gran Bretagna inviò una potente flotta nel Mediterraneo, che ribaltò il rapporto di forze e praticamente impedì che l'esercito spagnolo nelle due isole potesse ricevere soccorsi... -
La guerra di Sardegna e di Sicilia 1717-1720. Gli eserciti contrapposti: Savoia, Spagna, Austria. Vol. 32: esercito austriaco nel 1717-1720, L'.
Nella trattazione, in tre parti, delle vicende che ebbero luogo nelle isole di Sardegna e di Sicilia tra il 1717 ed il 1720 si presenterà lo svolgersi delle operazioni militari che videro contrapposti l'esercito e la marina spagnola e quelli austriaci e sabaudi e un'analisi delle forze militari impiegate. Filippo V Borbone, re di Spagna, non si era rassegnato alla situazione che si creata alla fine della guerra per la successione spagnola, che aveva visto l'occupazione da parte degli austriaci dei possedimenti spagnoli in Italia (Milano, Sardegna, Regno di Napoli e quello di Sicilia ceduto a Vittorio Amedeo II di Savoia) e, alla prima occasione (l'impero austriaco era impegnato in una durissima guerra contro i Turchi) inviò un fortissimo corpo di spedizione, che occupò un dopo l'altra la Sardegna e la Sicilia. Le potenze garanti dei trattati di pace del 1714 e dell'assetto che ne era conseguito (in primis la Gran Bretagna e la Francia) reagirono. La Gran Bretagna inviò una potente flotta nel Mediterraneo, che ribaltò il rapporto di forze e praticamente impedì che l'esercito spagnolo nelle due isole potesse ricevere soccorsi... -
Le maschere più famose d'Italia. Ediz. illustrata
Maschera: ""finto volto, di cartapesta, plastica, legno o altro materiale, riproducente lineamenti umani, animali o del tutto immaginari [...] indossato a scopo magico-rituale, bellico, di spettacolo, di divertimento o semplicemente per non farsi riconoscere"""". In questo libro, arricchito e decorato da 50 tavole a colori dell'artista Nadir Durand, analizziamo le maschere più famose d'Italia, da nord a sud passando per il centro. Maschere che siamo abituati a vedere da bambini (e non solo) per le strade o sui carri durante il Carnevale, ma delle quali realmente molte volte disconosciamo la storia. E la storia è importante per conoscere le origini dei personaggi, i valori che ognuno di loro veicola e che cosa possono insegnare. Ma il vero modo di conoscere un personaggio... è quello di togliergli la maschera!""