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Quelli del ferro. Ferrovie e ferrovieri
Un mondo di sentimenti, di dolorose tragedie, di gioiosi viaggi, con sullo sfondo meccanismi, attrezzi, segnali, carri, carrozze, treni, stazioni. Vi operavano ""quelli del ferro"""", in un insieme complesso quello delle """"ferrovie"""" e i suoi protagonisti umani che diventano i personaggi della raccolta di versi del dialetto romano, svelto e solenne."" -
Stornellata de Pinocchio. Poema in ottave d'un burattino de noantri
"A differenza di quello collodiano, questo è un Pinocchio romano di nascita e di lingua: non chiama il buon Geppetto """"babbo"""", ma """"tata"""" e parlando tira qualche """"serciata"""". È una stornellata burlesca e leggerona per """"cantare"""" le epiche avventure del nostro burattino nazionale, in ambientazioni romane e con riferimenti all'attualità. Un ripercorrere in versi le tappe, ma meglio sarebbe dire le stanze, attraverso le quali Pinocchio si è fatto uomo""""." -
Poesia in ligure tra Novecento e Duemila
Come avverte l'Autore, la scelta delle poesie e dei 30 autori antologizzati in questo volume ""è ovviamente del tutto personale e opinabile; essa si informa all'unica esigenza di soddisfare il senso estetico del compilatore, oltre che a quello di documentare a sufficienza lo sviluppo della letteratura ligure nei diversi momenti storici""""."" -
Gí e ní
"Gí e ní"""", in dialetto perugino e presente in tutte le poesie, è una locuzione formata da una coppia di infiniti sostantivati usata come complemento diretto o indiretto. La traduzione letterale, 'andare e venire', non dà ragione del valore che l'espressione può assumere nel parlato: fò 'n gí e ní significa, ad esempio, 'faccio in un attimo'. Ma gí e ní, che in lingua corrisponde a 'viavai' o 'andirivieni', può divenire allegoria dell'esistere nonché del fare e disfare e dell'affanno che accompagna la vita, o riferirsi al succedersi delle stagioni, al movimento degli astri, al moto delle onde." -
Il giorno che non sai
"La Parusia è vicina: lo attestano le Sacre Scritture, i profeti, i veggenti e la scienza sacra ed esoterica, non quella deviata, ma quella plurisecolare ispirata ai principi evangelici e cristici puri, ermetica e giovannea nello specifico. 'Il giorno che non sai', seguendo ritmi e strategie che sembrano (e non sono!) abbandonati al caos, vaglia e ricuce, esamina e dissemina nel testo in versi epiloghi di un transito terreno, intriso di dottrina e di lirismo, in un tessuto metrico continuo.""""" -
Na giungla de cartó. (Una giungla di cartone)
Raccolta vincitrice del Premio nazionale Città di Ischitella - Pietro Giannone 2020. Tre i fili conduttori delle tre sezioni in cui la silloge è suddivisa. Nella prima, ""Dó"""", l'andamento binario: due punti di vista, due colori, due visioni; i """"tableaux"""" nella seconda, dal titolo eponimo; infine, la rievocazione per interrogarsi sul perché delle cose in """"Drent'a n oblò"""" culminante con """"La poesia onesta"""", perché solo in virtù di essa si può 'dire' l'esperienza del mondo. Poesie nel dialetto di Ancona."" -
Vanzature/avanzi
La silloge, composta di due parti (una in lingua e una in dialetto garganico di Ischitella) è la sintesi di un percorso cominciato da tempo, incentrato sul concreto, su ciò che non abbandonerà più la mente, su ciò che rimane e che è pura sostanza, senza additivi di sorta. -
Vincenzo Luciani, poeta editore
Il libro traccia, attraverso le raccolte poetiche (Il paese e Torino; Frutte cirve; Frutte cirve e immature; Tor Tre Teste e altre poesie; La cruedda; Straloche/Traslochi; Vanzature/Avanzi), il profilo di Vincenzo Luciani, poeta e direttore di Edizioni Cofine. Vi confluiscono testi critici, scritti in occasioni e anni diversi, di Loretta Peticca, Maurizio Rossi, Ombretta Ciurnelli, Rosangela Zoppi e Anna Maria Curci, corredati da una scelta di poesie. -
Dies in tundu-Girogiorni
Poesie in sardo nuorese (con traduzione in italiano) e poesie in lingua italiana. Scrive l'autrice: ""questo piccolo libro dei giorni (e delle notti) ha avuto la sua genesi in un'esclusiva 'fedeltà all'ascolto'. Ho accolto il balbettio delle parole il loro venire alla luce nella lingua che via via manifestavano e lasciando ai versi scaturiti in lingua italiana la libertà della loro 'origine'""""."" -
Oasi nel deserto
"Oasi nel deserto"""" è un viaggio nella vita, nel mondo, nella storia e all'interno di se stessi. Viaggio che svela la vita in ogni granello di sabbia: """"Sono sabbia anch'io, volo nelle oasi perdute dell'anima / incanta l'armonia della vita / nel suo scorrere, nel suo divenire"""". Viaggio che si conclude con una certezza: """"Afferra il Vero e fallo diventare sogno""""." -
Il piacere dei testi
Nel volume sono pubblicati articoli e brevi saggi scritti in periodi diversi. Si tratta di recensioni di libri che - scrive l'autore - «hanno suscitato, oltre al mio vivo interesse, anche quel ""piacere del testo"""" che, apparso molto presto nella mia carriera di vorace e instancabile lettore, non mi ha mai abbandonato». Il libro, prefatto da Roberto Gramiccia, riporta anche articoli dedicati a concerti, a rappresentazioni teatrali, a viaggi."" -
Quegli anni dall'alto
"Quegli anni dall'alto"""" è un viaggio negli ultimi 50 anni di storia socio-politica italiana, non un saggio quanto, invece, una rilettura della progressiva liberazione dell'Autore da semplice e """"appagata"""" forza lavoro, a protagonista sempre propositivo e mai soddisfatto dell'obbiettivo raggiunto. L'Autore """"viaggia"""" dagli anni della sua formazione umana e lavorativa - comprensiva della """"educazione sentimentale"""" - nel rigido sistema produttivo industriale e poi nelle schermaglie, non sempre diplomatiche, del Consiglio Municipale. Parallelamente fa scoprire al lettore, la nascita e l'evoluzione dell'industria alimentare italiana, la maturazione del movimento sindacale, la politica locale negli anni della Seconda Repubblica. Sullo sfondo gli anni delle stragi, del piombo, della scomparsa di figure politiche carismatiche e spesso rimpiante." -
Il silenzioso nostro andar a piedi
L'autore affronta in sonetti, versi e prosimetri in lingua italiana alcuni contenuti e ammonimenti di una scienza spirituale cristiana millenaria, urgentemente attuali in questi ultimi tempi che ci interrogano sulla nostra identità cosmica. «Noi dovevamo da tempo [...] creare dei nuovi orizzonti, fondare una nuova più autentica Umanità, ripartendo dall'intimo delle coscienze.» -
Luce che i cieli svela
Dopo ""Il giorno che non sai"""" e """"Il silenzioso nostro andar a piedi"""", questo terzo momento poetico - che ne chiude la trilogia - attraverso sonetti veementi tra lingua e dialetto, riveste il ruolo del monito e della denuncia, volti a stimolare in ognuno un esame, un'accusa, un risveglio, un ravvedimento, un urgente cambio di rotta."" -
Lo spettro del visibile
La raccolta si apre con una straordinaria triangolazione tra luce, senso, voce, ricostruzione e rievocazione al tempo passato remoto. Fin dalla prima poesia si palesa una prospettiva fondamentale: i nuclei tematici che si sviluppano intorno alla natura della luce, alla capacità e alla possibilità di percezione, alla formazione dell'immagine, all'emissione, concetti che giungono dalla fisica, sono qui presenti, vivi, perfino incalzanti. -
Neve sul pruno in fiore
Motivo conduttore dei sonetti di Claudio Porena - ispirati (d)agli insegnamenti cristici e cosmici - sono le continue difficoltà che rendono arduo il cammino nel divenire Uomini Nuovi. Ma possiamo comunque - con l'azione veritiera e rispettosa delle leggi universali - realizzare la stabilità di un bene e il coraggio di un altruismo pratico. Ci vuole disciplina del corpo, dell'anima, dello spirito e soprattutto dell'azione che consegue alla realizzazione delle varie dimensioni dell'Essere. A quel punto è possibile fiorire tanto di spalle al muro, quanto sul baratro. -
""Memento"" dalle Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana
"Ricorda!"""" è l'esortazione che si fa incontro a chi legge i componimenti in versi di M. G. Canfarelli che sono nati e si sono sviluppati dalla frequentazione - meditazione, discesa in profondità, testimonianza - con le 'Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana'. Ricordare, ricondurre al cuore vicende, destini, scelte e sorti di donne e uomini attraverso una poesia, """"parola che fa accadere"""", che riprende, condensa, illumina il dettato di quelle ultime missive, congedo e lascito, commiato e impegno." -
Sìmina ri mmernu. Semina d'inverno
Le tre sezioni di cui è formata questa raccolta in dialetto siciliano (""Moarda. In agosto, una notte""""; """"Lungo inverno""""; """"d'altre invernate"""") propongono, nello scorrere delle stagioni, di perdita in perdita, di veglia in veglia, di semina in semina, gli ossimori permanenti della presenza umana in una natura che da quella presenza è minacciata, deturpata, arsa, violata. La lingua, """"litica"""" e tuttavia incandescente, porge il crepitare del fuoco che divampa, il gelo che immobilizza, il pensiero che resiste alla paralisi della parola e va incontro al fare insieme."" -
Ce fu nu monne. Poesie in abruzzese
Già dal titolo la consumazione di una tragedia: ""Ce fu nu monne""""! In un altro tempo la parola era tenace come la pietra su cui la si scolpiva. Ma a poco a poco, e poi all'improvviso, uno stordire di sensi e di colori: lo scombussolamento di un tempo che frana... E che vogliono dire quei segni di radici estirpate, e poi l'apparenza, il falso, la boria che dilagano? Lontano, nello spazio buio di un naufragio, un grido strozzato invoca la salvezza primigenia... la madre! Non era mai successo prima d'ora che la poesia dialettale abruzzese dovesse confrontarsi con lo stravolgimento di una realtà che ha spodestato un lungo ordine di secoli; la realtà di un mondo dove tutto è fluido, simulato, un mondo senza passato e senza futuro, dove persino il presente si disfa incomprensibile sotto i nostri occhi. Ma non si creda che in """"Ce fu nu monne"""" sia esclusivo il tono dell'amarezza per il tempo stravolto in cui ci tocca vivere perché, invece, ricchissima è la tastiera su cui Mario D'Arcangelo modula emozioni e sentimenti: lo stupore, la pietà (per la terra e le umili creature), la fratellanza, l'amore, la speranza."" -
Eh, l'amore, l'amore. Sonetti romaneschi
Questa quarta raccolta di sonetti in romanesco di Anna Ubaldi, a distanza di dieci anni da ""Dovesse capità"""", conferma, e non finisce di stupire, l'abilità della poetessa di scrivere versi spesso anticonvenzionali e inusitati e di rappresentare con ironia, tutta romana, le scene di odierna vita quotidiana con uno sguardo al mondo femminile e alla sua evoluzione.""