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La sacca e il bastone. Sulle orme di Francesco
Prefazione di S.E. Angelo Card.Comastri, ricerca iconografica di Ezio Genovesi. Questo libro racconta un viaggio nei luoghi che hanno visto la presenza di san Francesco, un viaggio percorso rigorosamente a piedi e in solitudine, per non lasciarsi distrarre da alcunché, alla ricerca di qualcosa di impalpabile.? L'Autore si sforza con questo viaggio sico di trovare, attraverso una ricerca interiore, le condizioni per poter raggiungere uno stato di armonia con gli altri e con il resto della natura. Una destinazione non facile per tutti noi occidentali che soffriamo, chi più e chi meno, della stessa bramosia di possesso materiale delle cose, bramosia che ci costringe a dedicare gran parte del tempo a nostra disposizione e delle nostre energie all'inseguimento della sicurezza e della felicità con strumenti che si dimostrano sempre inefficaci. Già Lucio Anneo Seneca descrisse, duemila anni fa, i sentimenti di privazione e di insicurezza provati dai ricchi che ambiscono a possedere ciò che non hanno. La ragione di tutto ciò è forse quella di scorggere la morte grazie alla illusione di possedere le cose e i nostri simili? O forse si tratta di un retaggio della nostra storia primitiva... -
Oltre le parole
"Nostalgia che veste di malinconia, sguardi e parole che nutrono silenzioso pensiero; sogni, onde, tracce che paiono soggiacere privi di rassegnazione a un giogo comunque imposto; oblio, seppur presente, non più è dimenticanza, al contrario taciturna meditazione.In tre sezioni: Oltre le parole, i versi attraggono e avvolgono in una concretezza dal senso terreno, in cui l'animo pur trascende e stupore, memoria, """"crepuscolando"""", """"rincorsa"""" dell'anima si mutano in """"schegge"""" di una realtà sfuggevole che esiste al di là di ognuno.""""" -
L' animale a sei zampe
Una famiglia patriarcale della Lucania sud-occidentale nel corso del primo trentennio del secolo scorso. Personaggi - rozzi e schietti uomini della terra, benestanti e benpensanti del paese, militari per obbedienza più che per vocazione, fantasmi immaginari eppur reali, animali asserviti all'economia e compagni dell'umano destino - aneddoti grotteschi o esilaranti, rivelazione di un'epoca ormai trascorsa - l'istruzione come emancipazione, la sottomissione al Regime, la vita comunitaria e spesso non amicale - usi e costumi di gente poi non così ""semplice"""" - le feste e le fiere, le traversie dell'amore, la superstizione convivente con una religiosità devota."" -
La via del rosmarino
Borgo di San Teodoro. La vita di Sergio, titolare del ristorante Abici, sta per cambiare. La scomparsa di Carlo, amico fraterno con il quale condivide la passione per spezie ed erbe e per l'arte culinaria, lo colpisce come un fulmine a ciel sereno. L'improvviso viaggio in diversi paesi europei, la presenza inaspettata di Gunther - Caronte burbero e silenzioso che lo introdurrà alla sofferenza umana, la più violenta, perché strappata al fisico di chi non può ribellarsi - accanto a circostanze e luoghi inimmaginati, personaggi criptici, tradizioni gastronomiche e sostanze aromatiche delineano una realtà, o ancor meglio, una quotidianità dai toni chiaroscuri. L'attenzione al tema del valore dell'esistenza diversamente interpretato e vissuto da chi, con potere e danaro, sancisce arbitrariamente una supremazia razziale e materiale crea un affresco in cui dal racconto e dal senso privato dell'amicizia si giunge all'universalità. -
Lo scettro del re. In quattro pièces teatrali
Il femminicidio a teatro. Violenza psicologica e fisica; sopraffazione subdola e colpa insensata; parole non pronunciate e mani ingombranti. Sofia, Marsela, Ester, Gisele, volti deturpati, abbrutiti, sfiniti raccontano in scena il dramma troppo spesso silenzioso dei maltrattamenti sulle donne. L'autrice, col sapiente uso del non detto, della non punteggiatura, in quattro pièces teatrali celebra il riscatto di ognuna di esse. Perché il divenire, risucchiato sulla pelle, non mostri solo aridi solchi, ma fecondi segni di un tempo non completamente avaro. -
Santini
Un assolato weekend elettorale in un manicomio attraversato da ombre e malaffare. Al centro dell'eterogenea galleria di personaggi che affollano la scena, un fallito di belle speranze: Marcello Galtieri, vittima condiscendente, carnefice mancato, redentore per caso. Nel mondo oscuro e maleodorante del diritto negato e del sopruso impunito, infestato da nugoli di politicanti ambigui, artefatti come i santini che li raffigurano, Galtieri, sempre in bilico sull'invisibile confine che separa la malattia mentale dalla normalità, sacrificherà un avvenire probabile per un'umanità non più barattabile. Una commedia amara, antica come il dolore. -
Mare di argilla
A Tursi, paese lucano fra calanchi di argilla e mare, le figlie del farmacista, tra miseria, guerra, soprusi, speranze trascorrono la giovinezza durante i primi anni del Novecento. Vittoria, Clara, Marianna, Isabella, Titina e Clelia le sorelle, Eleonora la madre, Giacinta e Viola le nipoti, un caleidoscopio di esperienze che, attraverso atmosfere al crepuscolo, tempi lenti e giammai pigri, luoghi assolati e accoglienti e pur aspri, rivela una saga familiare, in cui poter riconoscere le origini nel passato fra le generazioni. Un romanzo a più voci sole. Una litania antica al riparo di un'egida quasi completamente al femminile. -
Il segreto della vedova Fox. I racconti del Giamperduto
In un'immaginaria cittadina della Basilicata, Collevigna, nei giorni delle contrapposte feste patronali, quella della Madonna del Carmelo e quella di San Sebastiano, espressione di una querelle le cui radici si perdono nella notte dei tempi, giungono al Giardino Giamperduto un turista giapponese e il suo segreto. Dall'alone di curiosità e mistero, che lo straniero porta con sé, a intrecci che coinvolgeranno la struttura ricettiva, il cimitero del paese, personaggi accomunati dalla propensione alla non riservatezza (per singolare esigenza di complicità, spesso per vanagloria, a volte per superficialità e altre per cattiveria) una suspense lieve conduce il lettore attraverso un intrigo tanto familiare quanto internazionale che, combinando lingue e tradizioni, racconti e rivisitazioni mitologiche della Magna Grecia, darà voce a quell'indole tutta umana, e poco importa se a latitudini differenti, sedotta da obiettivi non sempre propriamente spirituali. -
Dove non arrivano gli occhi
Quando la comunità di Castelfedele, un piccolo centro del Sud Italia, viene sconvolta dall'omicidio di un ragazzo e dal rapimento del suo migliore amico, tutti tornano con la mente a quanto accaduto dodici anni prima. Il commissario Marco Negri e l'ispettore David Palermo conducono un'indagine che sembra non escludere alcuna ipotesi, una ricerca a testa bassa nei segreti della gente del paese alla scoperta di odi personali, passioni mai rivelate, drammi familiari e follia spesso nascosta. Uno sguardo lucido segue le fila delle ""vite degli altri"""". Fosche verità, inimmaginabili scenari ne fanno da cornice."" -
Feste lucane. Genealogia di una identità
Le 1308 feste religiose lucane formano un patrimonio di dignità e grandezza della Basilicata. Appartengono alle tante storie di paese che insieme fanno storia. Storia particolare, se si vuole, ma pur sempre tale se con essa intendiamo ciò che continuamente accade nel tempo e che forma quello spessore stratificato su cui cammina la nostra memoria. Tutte insieme lasciano emergere la ""religione vissuta"""" del lucano. Questo significa che per secoli egli l'ha intesa come partecipazione più dell'anima che di dottrine ecclesiastiche prescritte, determinando così un rapporto diretto con la divinità. L'autore focalizza i principali """"agenti"""" culturali che hanno determinato il modo di pensare e di fare proprio degli abitanti del territorio: i monaci italo-greci, i francescani e i padri redentoristi di sant'Alfonso dei Liguori. La loro incidenza ha regolato le malinconie del lucano, figlie della povertà e della soggezione. Ha fornito tecniche con cui intrecciare in uno stretto connubio corpo e anima, obbedienza e rassegnazione, sottomissione e laboriosità. E la festa, momento di catarsi collettiva, ci svela uno degli aspetti fondanti della genealogia dell'identità lucana."" -
Slot. Diario di un inferno
Mariano Casella è un pavido giocatore di slot machine. In trentatré capitoli e un epilogo, che ritmano l'irrespirabilità narrativa conducendo come tra i gironi della prima cantica dantesca, compie l'intima e lacerante discesa nell'abisso del proprio inferno. I luoghi, i personaggi, le situazioni realizzano un tempo sospeso, fatto di fuliggine e nebbia, tale da esserne attratti e respinti. Perdizione, catarsi, redenzione: patologicamente attraente, questa è la storia di un'asfissia. -
Basiliskos. Rivista di studi storico-umanistici. Vol. 2
Basiliskos, rivista di studi storico-umanistici, accoglie lavori di indagine sulla cultura lucana, attraverso la ricostruzione biografica di personaggi di pubblico rilievo e la conoscenza di fenomeni, avvenimenti e luoghi nei diversi aspetti sociali, storici, artistici, letterari, archivistici, urbanistici, ambientali, antropologici. -
Trionfo e salvezza. Il coro ligneo di Orsoleo
"Lo studio di Antonio Appella costituisce una felice documentazione storica della vita spirituale e culturale di un monastero francescano fondato nel Quattrocento nella valle del fiume Agri, in Basilicata: il monumentale coro ligneo del convento di Santa Maria di Orsoleo. È la prima volta che l'opera d'arte è argomento di uno studio approfondito da un punto di vista sia iconografi co, sia storico, sia teologico.[...] Una guida preziosa anche per il taglio spirituale della lettura delle immagini e per l'attenta contestualizzazione storica. Essa racconta la fede di cui è permeata la piccola comunità rurale, nutrita e sostenuta dalla presenza francescana. I numerosi riferimenti alla Bibbia, soprattutto ai Salmi, al Breviario, in particolare agli Inni, ne sono la testimonianza. Il lavoro costituisce un contributo per la storia religiosa della Basilicata."""" (Giancarlo Pani SJ)" -
L' ultimo della lista
Il 31 gennaio 1923 le squadre d'azione fasciste lucane invadono la cittadina di Bernalda. I vertici regionali del PNF inaugurano ""il gagliardetto"""". Ma il vero senso che assume la spedizione è quello di una dimostrazione di forza all'antifascista comunità bernaldese. Il triste bilancio della giornata è di tre morti e una decina di feriti. Per uno degli omicidi, quello del bracciante agricolo Berardino Russo, sono accusati i fascisti Arcangelo e Ferdinando Fortuna, che si dichiarano innocenti. Quella che si racconta è una lunghissima vicenda giudiziaria, tentativi di insabbiamento, colpi di scena, aneliti di giustizia ma anche di vendetta, manipolazioni interpretative da ogni parte. Il risoluto ingegner TerenzioTimpano, il machiavellico Don Tonino Spadaluce, lo zelante giudice istruttore Beniamino Navone, il prudente commissario di P.S. Luigi Pinto, il prolisso maresciallo dei carabinieri Giuseppe Corvino, questi alcuni dei personaggi di un variegato contesto in cui si inseriscono cortocircuiti di comunicazione familiare tra Ferdinando Fortuna e il figlio Italo. Toccherà al nipote Andrea ricostruire la complessa vicenda, mettendo al proprio posto solo alcuni frammenti di verità."" -
Basiliskos. Rivista di studi storico-umanistici. Vol. 3
Basiliskos, rivista di studi storico-umanistici, accoglie lavori di indagine sulla cultura lucana, attraverso la ricostruzione biografica di personaggi di pubblico rilievo e la conoscenza di fenomeni, avvenimenti e luoghi nei diversi aspetti sociali, storici, artistici, letterari, archivistici, urbanistici, ambientali, antropologici. -
Sei mai morta, tu?
Adele era così: riusciva a entrare, suo malgrado, nelle esistenze degli altri, ne interpretava i sentimenti, a volte le azioni, e spesso la sua fantasia la scavalcava, imponendosi con le proprie storie e invenzioni. Tulle, sete, cristalli colorati, per Adele non sono tutto. La sua fantasia si muove laddove altri non potrebbero comprendere e dà vita a chi non ne ha più. Epitaffi e volti delle lapidi di un cimitero di paese danno voce a vicende umane che rendono vivace l'esistenza di una sarta in un atelier di abiti da sposa. -
Il lucano che inventò le 500 lire. Memorie di viaggio e altri ricordi
Un lucano inventò le 500 lire. Porta il nome di Nicola Ielpo, lucano di Rotondella, il brevetto per la produzione della moneta bimetallica, registrato nel 1982 dalla Zecca italiana. Quell'uomo segnò anche la storia dell'Unione Europea: fu sua l'idea di animare, nel 1991, un gruppo di lavoro che avrebbe deciso forma, peso, materiali e dimensione dell'Euro. Negli anni di attività viaggiò continuamente per tutto il mondo. Nel 2010, quando aveva già lasciato la Zecca, nacque in lui il desiderio di raccontare quei viaggi. L'opera non fu conclusa per la sua morte. Sono i racconti di un uomo che incontra dittatori, principesse, faccendieri, atleti olimpici. Sono gli occhi di un dirigente di successo, con fiuto imprenditoriale, che esporta con intelligenza il brand Italia. Ma il suo è anche lo sguardo di un uomo che si lascia ferire dalla povertà che incontra nel mondo e dal suo contrasto con il lusso degli hotel che lo ospitano. È il mondo dalla prospettiva di un uomo geniale e vincente che è però rimasto umile. -
La cantina di via Occidentale
Nella tarda mattinata del 2 dicembre 1877, la cittadina lucana di Collevigna fu scossa dalla notizia dell'avvelenamento di Donna Laura Pinto, moglie del notaio Don Carlo Della Corte. Le indagini, grottescamente svolte dai Reali Carabinieri, guidati dal Vice Pretore Riccardo Mastrogiacomo e dal Pretore di Pisticci Francesco Marazzita, sbrogliarono solo apparentemente l'ingarbugliata matassa. L'epilogo della vicenda, snodandosi tra i conflittuali rapporti dei condomini della cantina di via Occidentale e quelli complicati dei soci del Circolo dei Galantuomini, le maldicenze, i complotti, le esagerazioni popolari, gli amori impossibili, i tentativi di inquinamento delle prove e le strategie difensive elaborate dal bizzarro e inquieto avvocato Nicola Marinelli, si rivelerà del tutto inaspettato. -
Io che a Rotondella.... Il libro a cinquecento mani
Quanti hanno vissuto o vivono ancora Rotondella? Incontri, amicizie, ricordi, profumi, impressioni, speranze, partenze, arrivi... Rotondellesi d'origine e d'adozione raccontano cosa ha significato conoscere, amare, abitare questo splendido borgo. Un libro a più voci che riannoda all'origine, laddove si è ancora comunità oggi, dopo 500 anni, se l'appartenenza sopravvive ai percorsi della vita di ognuno. -
Nostra Signora della Santa Morte
È la storia di una rapina a mano armata a opera di Carlito Esquelito, che la mattina del 17 agosto irrompe nel banco di Santa Fedra del Pesos per poi fuggire a bordo di un maggiolino rubato. Il tutto avviene a Toro Bravo, piccolo villaggio messicano. La notizia si diffonde nella sala da barba di Mister Razor, passando di bocca in bocca. Intanto Carlito smarrisce il bottino e corre come un folle per le strade di Toro Bravo alla guida della Volswagen Vocho color giallo banana nel tentativo di ritrovarlo. L'idea della rapina gli era venuta perché cercava in tal modo di conquistare la sua amata Amanda per poi fuggire con lei su un'isola deserta. La ricerca della refurtiva diventa una vera e propria avventura, una sorta di bibbia del pulp, tra sniffate di coca e musica ska punk sovietica sparata a tutto volume. L'evento entra in qualche modo nelle vite dei trentuno protagonisti, cui Lacanfora dedica un capitolo ciascuno. E che può esser letto anche come racconto a sé stante, dove l'assurdo fa da contraltare a un crudo iperrealismo, raccontato con grande ironia... Il villaggio, in cui tuttosi svolge, è un posto dove non esiste innocenza possibile, e dove è sempre in agguato il male.