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Tre bambole di pezza
In questo romanzo l'autore si è sentito un soldato in guerra, ma senza nessuna trincea. -
Dedicato a Rocca Imperiale il Paese della Poesia
"Salve, vorrei presentarmi, mi chiamo Pasqualina Lombardi e vivo da moltissimi anni a Montespertoli in provincia di Firenze; sono originaria però, della Campania, per l'esattezza di Castelpoto; un piccolo paese in provincia di Benevento. Sono nata nel 1948 e ancora bambina (avevo 5 anni) con la mia famiglia ci siamo trasferiti in Toscana. Rocca Imperiale mi ricorda molto il mio paese natio (che amo molto) e forse per questo motivo me ne sono innamorata. Qualche anno fa, ho scoperto il concorso di poesia """"Il Federiciano"""" e da allora ho sempre partecipato con piacere tutti gli anni; senza però riuscire ad essere presente personalmente, anche se l'ammirazione per Aletti Editore e il """"suo"""" paese della poesia si rafforzavano sempre di più. Ho fatto solo le scuole elementari... e per me è un onore fare parte dei """"poeti"""" Federiciani. Un'altra cosa ancora più importante e meravigliosa che voglio farvi sapere... è, che ho cinque fantastici figli... e cinque cari nipoti... (per ora).""""" -
I colori che sento
"La scrittura è diventata per me, nel corso del tempo, fonte di gioia. Quando scrivo mi ritrovo. Sono un'attenta osservatrice dei moti dell'anima, che cerco di esprimere con nuda e delicata verità. Questa raccolta nasce dal profondo desiderio di condividere le mie emozioni, con la speranza che leggendole, alcuni possano, attraverso le parole, ritrovarsi. Ogni libro, poesia, fotografia, emozione, abbracciano il senso del viaggio dentro noi stessi."""" (L'autrice)" -
Schegge
Le poesie raccolte in questa silloge poetica sono frammenti di emozioni che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha provato: il dolore della perdita, le preoccupazioni per i figli, i ricordi serbati nel cuore, le sfaccettature dell'amore dalla bruciante passione fino alla candida sicurezza dell'amicizia; sono sentimenti e sensazioni messi pudicamente a nudo dall'autrice, per colmare il senso di solitudine che ognuno prova e per condividere le fragilità che a volte porta con sé. -
Le strade sono di chi ama
Nulla è più esplicativo di un titolo; così anche ""Le strade sono di chi ama"""" ruota attorno ai due concetti di strada e di amore, indissolubilmente legati nell'immaginario poetico dell'autrice. L'opera si presenta dunque, nel suo progredire, come un canzoniere: di poesia in poesia, come un passo dietro l'altro, si arriva alla scoperta e alla gioiosa accettazione di questo cammino, che è sempre e comunque un cammino di luce."" -
«Fuori non ci sono che ombre, e cadono»
"'Fuori non ci sono che ombre, e cadono': pertinente, suggestivo il titolo dell'omaggio che Alessandro Quasimodo ha dedicato alla ricongiunta memoria del padre, nel centenario della nascita, e della madre, la danzatrice Maria Cumani. L'inconstanza amorosa del poeta siciliano non è un mistero, e si poteva temere che la serata (per il cui successo, al Teatro Studio, sono stati determinanti, accanto ad Alessandro Quasimodo, Franca Nuti e Luciana Savignano, con Ettore Borri al piano) assumesse i limiti di una 'cronaca famigliare' rivisitata con animo filiale. È stata invece la messa a nudo rigorosa, quasi spietata, di una passione complessa e profonda, sempre mantenutasi nelle alte sfere dell'arte: verità emersa senza infingimenti dal fitto, spesso bruciante scambio di lettere fra il poeta e la danzatrice, dal loro primo incontro nel '36 fino allo spegnersi di un amore forse troppo esigente per durare per sempre. Ma ecco che anche alla fine il poeta, già carico di gloria, sa distinguere fra le 'ombre' delle altre donne e l''angelo infernale' (così la chiamava) che danzando era diventata una cosa sola con la sua poesia."""" (Ugo Ronfani)" -
24 pezzi facili
"I ventiquattro componimenti scelti per la presente raccolta sono il frutto di un esperimento letterario portato avanti dal sottoscritto parallelamente alle canzoni negli ultimi tre anni, consistente nella sistematica destrutturazione del verso in vocaboli assonanti o rimati tra loro in modo incalzante, quasi ossessivo, e nell'utilizzo rigoroso dell'accapo in presenza di ogni singola rima o assonanza. Il risultato di tale stramba operazione è stato in sostanza quello di veder spesso giacere sul foglio figure oltremodo strette e allungate, per lo più a forma di fumo di sigaretta, e d'imbattermi in riletture ad alta voce piuttosto scorrevoli e come innervate costantemente da refrain musicali sottostanti. E allora, ciò che all'inizio si palesava in tutta evidenza come un mero esercizio di stile o un semplice divertissement, si è trasformato con l'andar del tempo nell'esatto contrario: uno stile in esercizio."""" (dalla prefazione)" -
Enciclopedia dei poeti italiani contemporanei. Vol. 2
"Dietro la realizzazione di un'opera come l''Enciclopedia dei poeti italiani contemporanei', si nasconde sempre una sfida: tracciare un ritratto del panorama poetico contemporaneo, attraverso la conoscenza compendiata di nuove voci. Alla presenza delle poesie, si unisce infatti una nota biografica per ogni autore ivi presente e, per coloro che lo desiderano, anche una fotografia. Il dato biografico, benché le opere viaggino bene anche da sole, è un elemento importante, che agevola la comprensione dei versi e ne chiarisce il contesto di riferimento, fornendo uno strumento prezioso anche per una maggiore consapevolezza degli aspetti antropologici degli anni che stiamo attraversando e che potranno rivelarsi utili in futuro per gli studiosi che vorranno approfondire le caratteristiche della nostra epoca. Nell'Enciclopedia, sebbene rispetto a una silloge personale si dia solo un assaggio della creatività poetica, è molto forte l'elemento storico, anche nel richiamare uno specifico anno di consultazione di ciò che accade nel mondo poetico. Come se quel lasso di tempo fosse cristallizzato, e contrastasse la fugacità della vita, restituendo i segni lasciati dagli autori prescelti per questa nuova edizione."""" (dalla prefazione di Giuseppe Aletti)" -
... e alzando lo sguardo
Sotto cieli diversi, in direzioni diverse navighiamo tutti lo stesso mare mutevole dell'esistenza, ma troppo spesso, ripiegati su noi stessi, perdiamo tempo a chiederci: «Se avessi... Se non avessi... Se fossi stato...» Cerchiamo risposte ormai inutili, mentre ci sfugge qualcosa che si chiama ""stupore"""". Dovremmo imparare ad alzare lo sguardo: miliardi di stelle, percorse da fremiti vitali, accendono falò nei nostri cieli; innumerevoli pianeti, avvinghiati """"d'amore di gravitazione"""", danzano come funamboli senza rete. Ogni giorno e a ognuno di noi, senza biglietto o scontrino, è concesso di assistere allo spettacolo."" -
Uno scrigno che entra nel cuore
Un viaggio in una terra di bellezze arcaiche e di origini millenarie. Una terra bagnata da mari, increspata da correnti, rinfrescata da venti, movimentata da rilievi. Animata da musicalità, disegnata da armoniosità, pennellata da tonalità, cullata da soavità. Una terra dove tutto sembra essere al suo posto, al posto giusto. Un viaggio nella vita di tutti i giorni, nella normalità delle cose e degli affetti. Un viaggio tra presente e passato, tra illusioni e disillusioni, tra affezioni e disaffezioni. Tra spaccati di vita familiare sperimentati o sperati. Nel ricordare impressioni, confermare convinzioni, capire emozioni, esternare attenzioni. Un viaggio con un unico “punto fermo”: la fede. La fede entra dappertutto, come uno scrigno entra nel cuore. Come disserrare uno scrigno, e rimanere stupiti per quello che si trova, restare sbalorditi per quello che si rinviene. Come aprire il cuore e rimanere stupiti per quello che si riuscirebbe a realizzare, restare sbalorditi per quello che si potrebbe compiere. -
Cavalieri e corsari
Uno dei più grandi eventi che hanno caratterizzato il XVI secolo è stata la battaglia di Lepanto. Un epico confronto militare che comunemente viene identificato come lo scontro tra l’islam e il cattolicesimo, intesi come fedi religiose antagoniste. Volendo, si possono individuare anche altre ragioni. A quell’epoca il Mediterraneo era ancora, nonostante le scoperte di Colombo, un centro di potere che garantiva, a chi riusciva a possederlo, il controllo dei traffici commerciali. Il mare rappresentava, quindi, un teatro nel quale chi voleva esercitare un ruolo di leader, doveva interpretare il ruolo di attore protagonista. La conquista di Costantinopoli, caduta in mano ai turchi ottomani nel secolo precedente, comportò l’ingresso sulle scene di uno scomodo nuovo attore che intendeva fare anche il regista. Con una politica molto aggressiva essi cercarono, progressivamente, di assicurarsi il controllo dei traffici internazionali a spese delle potenze occidentali che, da secoli, li gestivano a proprio tornaconto: Spagna, Genova e Venezia. Le mire espansionistiche dei turchi erano finalizzate anche alla conquista di nuovi territori e quindi attraverso campagne militari terrestri si riversarono in Europa partendo da est. Con questi presupposti era inevitabile che, prima o poi, si arrivasse a una resa dei conti. -
Triade dell'anima
Una crescita personale dell’autrice attraverso la consapevolezza, la capacità di affrontare ogni cosa con serenità sublimata nella centralità del momento presente. I tre pilastri su cui si basa la vita e la sua essenza, alimentano armoniosamente l’uomo: corpo, mente e spirito. La costruzione di queste tre forze equiparate, rappresentano la guida verso il vertice quindi la crescita personale e lo sviluppo interiore. -
Naufraghi di pensieri
Chloy Vlamidis è nata a Bologna il 26 dicembre 1977 da padre greco e madre italiana. Scrivere è sempre stata una delle sue passioni che riprende a coltivare nel 2016, quando entra a far parte di un blog di cittadini attivi sul territorio, che danno voce al luogo in cui è vissuta e cresciuta. Nel contempo comincia a frequentare anche un laboratorio di poesia, dove sviluppa una nuova consapevolezza di sé stessa. Con una sensibilità mai scalfita dal tempo, sperimenta insieme ai versi, anche un linguaggio visivo fatto di immagini, colori e punti di osservazione sempre diversi, cominciando a coltivare l'interesse per la fotografia, che talvolta integra e completa le sue composizioni. Col tempo avverte l'esigenza di condividere la sua poesia con il mondo circostante e decide di partecipare ad alcuni concorsi letterari. Nella sua poetica emerge molto forte il suo legame con la Grecia e con i luoghi in cui è vissuta o che ha visitato. I suoi scritti nascono da momenti di abbandono, sogni, particolari di luoghi, paesaggi o persone. Il mare, simbolo dell'inconscio e del continuo fluire dei pensieri, è una presenza ricorrente e costante, nella duplice natura di elemento fisico e metaforico. Prefazione di Alfredo Rapetti Mogol. -
Portami con te
"Portami con te"""" è una raccolta di poesie a due o a più voci, tenute insieme da un filo logico sottile, la trama di un velo, tessuto con la consapevolezza che il nostro mondo, il nostro universo sta mutando e ci costringe al """"grande salto"""", a varcare gli antichi sistemi e buttarci a capofitto in una nuova era. C'è il canto di lui, una sorta di diario di bordo, che narra il timore del viaggio, la curiosità e la necessità di compiere nuove avventure, la nostalgia per le cose, gli amori e gli affetti lontani. Il canto di lei parte da un'invocazione, nasce dall'attesa, da una solitudine coatta, dal desiderio di sfuggire al destino o di essere la compagna di un viaggio che non ha mai fine. C'è, infine, in questa raccolta una terza voce che compare e scompare, è la voce della poesia che cerca di dare un senso a questo percorso manifestando i propri fondamenti, facendone trapelare l'essenza. Perché è proprio la poesia che oggi chiede di non essere dimenticata di essere portata anche oltre i confini, che chiede di continuare ad essere la guida di questa umanità e lo specchio dei nostri pensieri." -
5º premio internazionale Salvatore Quasimodo
«Premio Internazionale che porta il nome di mio padre. L'iniziativa organizzata dalla casa editrice Aletti vuole ricordare, a sessant'anni dal conferimento del Nobel, l'opera di un uomo che si definisce ""operaio di sogni"""" e che ha dedicato tutta la vita alla scrittura, in una ricerca costante di adesione ai temi trattati. Non è mai stato un fautore dell'arte per l'arte, ma si è impegnato civilmente.» (dalla prefazione di Alessandro Quasimodo)"" -
Il Tiburtino. Ercole
La poesia è l'acqua che sgorga all'improvviso dal nostro cuore in mezzo al deserto della nostra vita, per darci la forza di esistere, di combattere le avversità, di volare nell'immensità dell'infinito e, infine, sognare. Là dove non esistono barriere, odio, paure. (tratto dalla Prefazione di Hafez Haidar) La raccolta poetica Il Tiburtino, che accoglie i testi dei poeti partecipi a questa pubblicazione, elegge la convivenza civile a ganghero esistenziale; gli autori accettano con entusiasmo l'idea di incontrare uomini e donne diversi e complementari, ognuno con la propria necessità espressiva, ma tutti dediti a testimoniare il proprio arco vitale. «Il poeta offre parole che cercano la forma negli occhi del lettore» (tratto dalla Prefazione di Giuseppe Aletti). -
Ciempions!
Javier ha felicemente attuato la sua “decrescita felice” da alcuni anni, trasferendosi dalla nativa, caotica Madrid alla tranquilla costa valenciana. La sintonia con tali luoghi è tale che è persino divenuto, moderatamente, supporter della squadra di calcio del Valencia, tradendo così anche il proprio passato madrilista con il Real. La passione calcistica e una collaudata simpatia per l'Italia gli hanno fatto programmare un viaggio a Bergamo per assistere all'incontro degli ottavi di finale di Champions League, in programma tra la sua squadra e la bergamasca Atalanta. Un'occasione intrigante anche per rivedere il suo amico italiano Michele, un toscano tifoso dell'Atalanta, trapiantatosi per lavoro in Lombardia con un percorso opposto al suo, di “crescita felice”. Michele nella corrispondenza con l'amico spagnolo si diverte dissacratoriamente a storpiare il nome della competizione internazionale, italianizzandolo in “Ciempions!”. Alla vigilia della partenza per l'Italia, i placidi e rilassati ritmi di Javier sono turbati da non previsti elementi destabilizzanti. La sua salute di ferro inizia improvvisamente a vacillare, con una sintomatologia debilitante sia fisicamente che mentalmente. Una circostanza che gli desta preoccupazione anche alla luce delle notizie che giungono in Spagna su di un misterioso virus proveniente dalla Cina, che presenta parecchie analogie con i suoi sintomi. Contemporaneamente, il suo riposo comincia a essere sistematicamente turbato da un'interminabile serie di sogni inquietanti, che sembrano usciti dalla fantasia di qualche sceneggiatore dalla creatività tanto fervida quanto angosciante. Il suo equilibrio psicofisico sembra destinato a essere messo a dura prova da qualcosa che ha per lui dei contorni che rimangono a lungo misteriosi. Ma spesso non tutto è nella realtà così come appare nella propria mente ingannatrice. -
Le fantastiche avventure di tre piccole cinciallegre
In un mondo che non lascia neppure il tempo per leggere una fiaba ai nostri bambini, questa vuole essere una storiella “spot, un po' in rima, un po' no, che gioca con le parole, con i profumi, con le emozioni ma, soprattutto, con le immagini. Il breve scritto ha la presunzione di incoraggiare il piccolo lettore a ragionare con la propria testolina e a non aver paura di provare emozioni, né di aver timore di esprimerle e questo anche quando i suoi sentimenti o le sue idee sembrano andare controcorrente. Allo stesso modo, queste poche righe, vorrebbero aiutare il bambino a rendersi conto dei propri limiti e a non vergognarsene o a sentirsi in colpa quando proprio non riesce a superarli. Questo messaggio è contenuto soprattutto nelle ultime pagine dove si può leggere la “morale” della storiella nei “semini”. La storiella parla di tre piccole cinciallegre che sognano di vedere il mare e per raggiungerlo sono pronte a sfidare ogni pericolo. Non è un viaggio qualsiasi, ha uno scopo preciso e comune alle tre creature: è una grande prova di coraggio. Solo una riuscirà ad arrivare sino in fondo, tanto da diventare famosa tra le sue compagne. Nella pagine finali ci si interroga sul coraggio e sul suo significato: coraggio è sicuramente quello di affrontare le prove, qualsiasi esse siano, senza arrendersi al primo fallimento ma coraggio è anche saper accettare i propri limiti e le proprie paure senza vergognarsene. Età di lettura: da 5 anni. -
Dedicato a... Poesie per ricordare. Vol. 17
Scrivere poesie è un sintomo che qualcosa è già accaduto, un distacco o una perdita, un ritrovato slancio nell'incontrare il giorno, una cicatrice che ci fa ricordare la ferita subita, la rievocazione per le persone o i luoghi dove siamo stati in pace in un tempo sospeso. Sono stato sempre colto di sorpresa dalla nostalgia, arriva senza preavviso, la percepisco dalle contrazioni dello stomaco, dal corpo che diventa un discolo vivace che non risponde solo a se stesso. (Dalla Prefazione di Giuseppe Aletti) Scrivere e leggere poesie è un modo di curarsi. Il mondo è un po' sfiatato e scrivere e leggere è il tentativo di portare la nostra vita sulla via dell'intensità. Io credo che i mali dell'anima non vadano spenti con cure chimiche. In realtà noi siamo fatti per fiammeggiare. Il nostro corpo vuole una vita erotica, eroica, non ci vuole convalescenti ancora prima di ammalarci. Quando facciamo cose leggendarie, almeno per noi, l'angoscia ci evita, la depressione si prosciuga. Siamo un luogo asciutto e ventilato, siamo lucidi e lucenti. Scrivere e leggere aiuta a non far cadere polvere sull'anima. (Dalla Prefazione di Franco Arminio) -
Dedicato a... Poesie per ricordare. Vol. 17: Virgo.
Scrivere poesie è un sintomo che qualcosa è già accaduto, un distacco o una perdita, un ritrovato slancio nell'incontrare il giorno, una cicatrice che ci fa ricordare la ferita subita, la rievocazione per le persone o i luoghi dove siamo stati in pace in un tempo sospeso. Sono stato sempre colto di sorpresa dalla nostalgia, arriva senza preavviso, la percepisco dalle contrazioni dello stomaco, dal corpo che diventa un discolo vivace che non risponde solo a se stesso. (Dalla Prefazione di Giuseppe Aletti) Scrivere e leggere poesie è un modo di curarsi. Il mondo è un po' sfiatato e scrivere e leggere è il tentativo di portare la nostra vita sulla via dell'intensità. Io credo che i mali dell'anima non vadano spenti con cure chimiche. In realtà noi siamo fatti per fiammeggiare. Il nostro corpo vuole una vita erotica, eroica, non ci vuole convalescenti ancora prima di ammalarci. Quando facciamo cose leggendarie, almeno per noi, l'angoscia ci evita, la depressione si prosciuga. Siamo un luogo asciutto e ventilato, siamo lucidi e lucenti. Scrivere e leggere aiuta a non far cadere polvere sull'anima. (Dalla Prefazione di Franco Arminio)