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Il ribelle
Questa è la vita vera di un ebreo nella Libia del secolo scorso: la sua infanzia in una Tripoli dagli esotici costumi, ma dove il fascismo detta legge; la giovinezza, in cui Arthur si arricchisce commerciando nelle materie più diverse; la guerra, durante la quale si trasforma in spia al servizio dei francesi e salva dai nazisti una famiglia di comunisti italiani condannati a morte; l'Aliah Bet, l'operazione grazie alla quale fa partire clandestinamente per la Palestina migliaia di giovani correligionari; la guerra per la nascita dello stato di Israele alla quale partecipa nel 1948; il ritorno a Tripoli e l'abbandono definitivo all'arrivo di Gheddafi... Il libro contiene un'introduzione di Miriam Mafai. -
Bosque
Bosque è una piccola città dell'Argentina, persa nel paesaggio piatto e desolato della pampa. È qui che nel precedente romanzo di Dal Masetto, ""È sempre difficile tornare a casa"""", viene tentata una rapina alla banca locale, ed è qui che, una mattina invernale di un anno dopo arriva Mudo, per ricostruire le ultime ore di Dante, uno dei rapinatori e suo nemico personale, l'uomo che vent'anni prima gli aveva portato via la moglie. L'atmosfera è tranquilla, la gente è cordiale e mite. Ma Muto si accorge presto che si tratta di apparenze. La città è intossicata da veleni, invidie, rivalità, e segreti pesanti come macigni, nascosti appena sotto la superficie."" -
Il sole nero. Dall'esilio cubano sette storie contro Fidel
Sette storie di esuli cubani narrate ""in presa diretta"""". Protagonisti sono un giovane pilota d'aereo abbattuto, un lattaio diventato imprenditore di successo, un sopravvissuto a trent'anni di galera e un cubano eletto deputato al Congresso americano. Ma anche un agente segreto incaricato di missioni impossibili e un guerrigliero con la sua """"principessa"""", figlia di un ufficiale fucilato dopo il processo Ochoa. E poi i giudizi di Alina, la figlia di Castro, e un'intervista a Oscar Eliàs Biscet."" -
Letteratura e manufatti
Un libro non è soltanto un'opera dell'intelletto umano, è anche un oggetto materiale, un manufatto. Lo studio di un'opera non andrebbe disgiunto, quindi, dallo studio del manufatto che la contiene e che le permette di arrivare al lettore. Il bibliografo americano pone al centro di questo lavoro il valore della testimonianza originale: le caratteristiche fisiche di un libro permettono infatti di capire in che modo un'opera si è formata e in che modo fu percepita dai lettori che per primi si imbatterono in quell'oggetto. Di qui l'importanza di conservare e difendere la biblioteca nella sua interezza, in quanto ""museo del libro"""" e chiave di lettura del passato e del presente."" -
Le donne di Brewster place
Vincitore del National Book Award sezione Opera Prima 1983Sono ""dure di modi e tenere di cuore, brutalmente esigenti e facili da compiacere"""" le protagoniste di """"Le donne di Brewster Place"""". In questo romanzo forte e coinvolgente, Gloria Naylor ci presenta con grande comprensione e umanità la ricchezza e la violenza di una comunità e, più in generale, della vita, attraverso sette intensi ritratti di donne afroamericane. Donne la cui individualità si esprime, e spesso si scontra, con i ruoli di amiche, mogli, madri, amanti, con pregiudizi sessuali e marginalità sociale, riportando sempre però in primo piano la loro capacità di amare."" -
Il mio cammino. 1936-1956 giorno dopo giorno, il drammatico racconto in prima persona di una donna internata nei gulag staliniani
Questo non è un libro di memorie, anche se sulla memoria dell'autrice si basa la narrazione. E non è neppure un racconto autobiografico, anche se è tutto costruito su un'esperienza personale. I protagonisti sono gli uomini e le donne che Olga ha avuto in sorte di incontrare dal momento dell'arresto che, nel 1936, la portò da una casa della borghesia intellettuale sovietica ad un lager della Kolymá. Il racconto parte nel 1937, tra le mura della prigione di Kazan', fatta per ""distruggere psichicamente e fisicamente"""". Da quel giorno cominciò ad """"annotare"""" mentalmente, in attesa del momento in cui, finalmente libera, avrebbe potuto trascrivere tutto sulla carta. Questo sarebbe poi avvenuto solo diciannove anni più tardi, nel 1956."" -
Second hand. Una storia d'amore
Richard scova e rivende cose 'già vissute', che qualcuno non vuole più. Nella sua vita, per il resto, non accade molto. Poi, di colpo, accade tutto. Muore la madre: gli lascia una montagna di oggetti e un pacchetto di foto scattate dal padre che gli fanno cambiare idea sui genitori. E nel suo negozio di Detroit compare una ragazza meravigliosa, vera e propria 'dea del riuso': Theresa. Per lavoro e per missione, lei recupera animali abbandonati. Richard è il romanticismo in persona, ma rischia di imbozzolarsi nel suo mondo di oggetti. Theresa è umorale, eterna indecisa: potrebbe essere amore stellare, ma la timidezza di lui, la tendenza di lei a preferire i gatti agli uomini trasformano il loro incontro in una miscela dirompente di miele e tempesta. -
La provvida sventura ovvero raccontarsi da frate
La vita e il cammino spirituale di Padre Vittore, al secolo Davide Ghilardi, attraverso il racconto autobiografico che all'età di 73 anni è riuscito a completare e a dare alle stampe, quale esempio per tutti suoi confratelli. Spirito entusiasta della vita, dalla fervente passione religiosa che lo ha sostenuto in tutti i momenti difficili e gli ha dato la forza per portare la parola di Dio nelle zone più sfortunate del Mondo, Padre Vittore si è distinto per l'instancabile attività missionaria. -
Pietro Coletta. La virtù del virtuale. Ediz. italiana e inglese
Come per i surrealisti storici, il lavoro di Pietro Coletta è governato da un insieme di imperativi che forma l'indivisibile nucleo filosofico ed esistenziale del suo modo eversivo di pensare l'arte, contraddistinto da una sequenza di legittimazioni e di aspirazioni. «Direi che la mia operazione artistica è quella di costruire una ""scultura virtuale"""", nel senso che la mia ricerca plastica si muove sul tema unico e centrale dello spazio. Lo spazio è il mio materiale di lavoro. Le mie opere non """"occupano"""" lo spazio, ma """"generano""""' e """"dilatano"""" lo spazio, determinandone appunto questo carattere virtuale. In questa creazione di uno spazio virtuale assume poi un'importanza fondamentale il ruolo dell'ambiguità che io provoco in chi guarda l'opera""""."" -
Nel tuo vuoto
"Nel tuo vuoto"""" è la storia di Carlo, giovane venditore di automobili, che, insieme a due amici, Max ed Elisa, decide di intraprendere un viaggio in Perù per acquistare una partita di cocaina da rivendere in Italia. I tre non sono veri criminali, ma un gruppo di amici animati dal bisogno di venire a capo di un """"inspiegabile"""" amore per la coca. Un'attrazione che li conduce a fare esperienze radicali ed estreme. A guidare le scelte del gruppo c'è infatti qualcosa di oscuro, che si manifesta in particolare a Carlo, mentre in Perù è vittima di una tremenda disavventura. Si tratta di alcune misteriose, enigmatiche frasi, che egli pronuncia mentre è detenuto in una caserma della selva peruviana." -
Nel mezzo della vita
Murray Stein è psicoanalista, membro dell'Associazione Internazionale di Psicologia Analitica, di cui è stato presidente. Ha studiato nella Yale University e nello Yung Institut di Zurigo. In questo volume l'autore analizza essenzialmente la mezza età e ciò che oggi chiamiamo ""la transizione della metà della vita"""" o, con espressione più drammatica, """"la crisi della mezza età""""."" -
Il mito e il nuovo millenio
Parlare del mito, anzi dei miti, in questo luogo (Villa Piccolo) ispiratore è avvenuto in maniera naturale e complessa, quasi che le menti umane potessero spaziare secondo linee immaginarie come in un dipinto di Kandinskij per poi librarsi con leggerezza simile alle surreali e autentiche figure di Chagall... nel mito c'è posto per tutti. In questo convegno l'Anima Mercuriale si è nutrita delle complessità del pensiero convergente e divergente e l'imaginatio, quella vera, così come ricordano gli alchimisti, ha fatto da fulcro politeistico raccogliendo intorno a sé la variegata compresenza di contributi religiosi, artistici, psicoanalitici, antropologici, letterari, storici, filosofici. -
Rileggere Argan. L'uomo. Lo storico dell'arte. Il didatta. Il politico. Atti del convegno (Bergamo, 19-20 aprile 2002)
Il volume presenta gli atti del convegno tenutosi a Bergamo nell'aprile del 2002. Molteplici sono state le ragioni che hanno spinto l'università di Bergamo a promuovere questo convegno nel decennale della morte di Giulio Carlo Argan. La prima consiste nel rileggere la figura di un uomo e di uno storico dell'arte particolarmente ""anomalo"""" nella storiografia artistica italiana del Novecento. La seconda, più vicina e in qualche misura più diretta e coinvolgente, riguarda la storia del Novecento, in cui Bergamo ha svolto un ruolo rilevante nell'ambito della storiografia artistica mediante il Premio Bergamo cui il giovane Argan partecipò quale giurato delle due prime edizioni (del 1939 e del 1940)."" -
I nomi propri dell'ombra. Convergenze. Vol. 1
Pilastro fondamentale, posto a reggere l'intero edificio teorico della psicologia analitica, è il concetto di Ombra. L'Ombra è di tutti, però c'è un anonimato che giganteggia e non se ne cura. Abbiamo pertanto affidato, nella realizzazione di questo volume, a studiosi provenienti dai vari campi del sapere (dalla mistica alla matematica, dall'arte alla scienza, dalla psicoanalisi alla critica letteraria e di costume...) il compito di dare vita a questa raccolta di brevi saggi, tutti fondati sul concetto di Ombra, allo scopo di ottenere un dizionario minimo di ""immagini"""" - dell'arte, della musica, della fisica, della mitologia, della letteratura, della matematica... - che siano in qualche modo rappresentative di una zona d'Ombra."" -
Anima. Muse malinconiche
Ogni lutto è una crisi e ogni crisi comporta un lutto: è così per i cambiamenti, i momenti di difficoltà, le fasi di stagnazione in cui ogni precedente entusiasmo sembra spegnersi, per le piccole e le grandi disillusioni. Tuttavia, sono davvero pericolose e maligne, come scriveva Rilke, soltanto quelle tristezze ""che si portano tra la gente per soverchiarle col rumore"""". Diversamente accade, invece, quando la malinconia diviene un'ospite ben accolta, e con essa il sentimento, alla fine rasserenante, che l'impermanenza è sì all'origine del dolore, ma è anche compagna inseparabile della bellezza e del piacere d'esistere."" -
Alchimia della storia. E la morte dell'anima nella civiltà della tecnica
In questo libro psicologia, storia e filosofia si intrecciano e tessono un arazzo di quello che Jung ha chiamato realtà psichica, con tutte le sue sfumature. Nella prima parte l'autore mostra come la storiografia abbia sostituito il racconto mitico. Gli avvenimenti dei tempi antichi avevano sull'uomo un potere coercitivo con il quale lo guardavano e gli parlavano; ora tutto si è ribaltato: è l'uomo che guarda il passato e col suo sguardo fa impietrire gli eventi confinandoli a una dimensione inanimata. Tuttavia quello che è diventato passato, cioè storia, ha bisogno di essere guardato e nuovamente raccontato, o come si dice ""riletto"""", in ogni epoca. Qual è dunque il senso della storia? Sembra che l'uomo l'abbia inventata per dare agli eventi un senso che si riferisce a lui, per autoriferirla a sé stesso: un senso che lo pone al centro degli eventi. La realtà psichica invece rimane qualcosa che non può essere guardato dall'uomo. Giegerich ci induce a rimettere in discussione alcune delle nostre certezze, anche quella più consolidata dall'illuminismo in poi: la libertà dell'individuo. Oggi, solo i neuroscienziati sono rappresentanti ufficiali della certezza e possono permettersi di dire che l'individuo non è così libero come l'illuminismo aveva pensato; e usano a sostegno delle loro tesi non pensieri ma """"sezioni del cervello, tagliato virtualmente a fette"""". Così in questo saggio viene dato corpo al mito in cui viviamo: la scienza può... ma che cosa produce?"" -
Il deposito del desiderio. L'Islam e il cuore del dialogo
Riattraversando i confini tra culture e discipline, tra miti fondanti e Scritture, tra narrazioni profane e sacre, Dubosc ricerca il dialogo in un confronto con le radici mistiche delle tradizioni religiose e con il loro aspetto istituzionale. Ne emergono una serie di interrogativi attualissimi: la religiosità è sempre e comunque regressiva come pensava Freud? E cosa intendeva Marx quando ne parlava come dell'""oppio dei popoli""""? Di fronte alla violenza degli eventi contemporanei, come si confrontano con la distruttività le narrazioni religiose e quelle psicoanalitiche? E come occidentali quali riflessi scorgiamo nel prisma della cultura islamica? Oggi, se l'idea di un dialogo con altre tradizioni è all'ordine del giorno, appare molto più difficile il confronto con l'Islam, con cui abbiamo in comune la struttura monoteista, le narrazioni sacre, il pensiero delle filosofie, oltre a una storia che ci ha costretti per secoli a riconoscere che l'Altro diceva la sua. Facendo tesoro dell'insegnamento di Raimon Pannikar e della sua esperienza di terapeuta, l'autore esplora alcuni aspetti fondanti di un possibile dialogo: il rapporto con il principio femminile che anima in modo sotterraneo anche la tradizione islamica; la conquista di una coscienza religiosa libera da identitarismi; la rivalutazione del mondo immaginale, patrimonio poetico e spirituale dell'umanità, """"deposito"""" evolutivo dell'esperienza, grazie al quale impariamo ad articolare un rapporto tra pulsione, desiderio e aspirazione."" -
Non me lo ricordo. Istantanee di follia nei matti
"Non me lo ricordo"""" è un racconto sulla notte, su ciò che rappresenta la notte per gli esseri umani, dopo essersi spinti oltre l'ultima luce. E riguarda tutti, nudi e non salvi, colpiti dal caso, dalla natura, dal dolore. Il racconto ci parla di tredici matti in una casa e di una psichiatra che tenta di dare a ognuno di loro finalmente la """"propria"""" voce: un po' stonata, forse, e un po' no. Di concertarle, invece, pare proprio che non le importi. Così come di riordinare i frammenti dei loro gesti. È venuto alla luce qualcosa che è esprimibile con difficoltà: il nostro vero essere, quello che sta all'""""altro lato"""" della coscienza, quello """"smarrito"""". Istantanee che trascendono il tempo, tanto da impedirgli di portarsi via chi da quel flusso pare essere avulso. Solo dal tempo? Davvero avulso? Solo loro? Loro chi? È un universo caotico quello che porta alla luce questo libro, ma non impedisce che una forza oscura e segreta, dotata di complicità indicibili e indivisibili, si venga a creare tra follia e normalità. Fino a imporre un nuovo diritto, l'amore. Ecco il senso di questo continuo dare e ricevere tra terapeuta e paziente nelle pagine di questo volume. Il vero banco di prova per quel lungo """"colloquio che noi siamo""""." -
Intelletto d'amore
"Intelletto d'amore"""" è il frutto di anni di lavoro psicoanalitico e di esperienza musicale, espresso in forma epistolare. L'autore immagina di scrivere a un amico lontano e di confidargli le sue riflessioni su Eros e Psiche e su come ci si può prendere cura della grande sofferenza mentale. Tenta così di stendere un ponte tra l'arte - come espressione di umana pienezza, di bellezza e amore, di eccedenza di senso - e il particolare umano concreto e dolente: la soggettività dilaniata dal dolore psichico che di umana pienezza, di senso, di bellezza e di amore ha disperato bisogno. Ne risulta una riflessione sulla musica come metafora degli stati dell'anima e sulla condizione umana, di cui è paradigma la grave sofferenza mentale. Vengono così ripensati i temi fondamentali dell'individuo in rapporto a se stesso e al mondo. Il pensiero si mantiene a dovuta distanza dalle teorie per lasciare spazio alla narrazione all'affabulazione, al mito, alla poesia, all'analogia. È questo testo vivo, che in forma colloquiale, e quasi intima, lega il tempo a spirito, crea rapporti, svela il senso segreto e profondo delle nostre sofferenze." -
Anima. L'arte di comprendere
È divenuta ormai classica la distinzione fra ""comprendere"""" e """"spiegare"""" introdotta da Dilthey a fondare la differenza fra scienze dello spirito e scienze della natura, e che troviamo anche alle origini della differenziazione fra metodo junghiano e metodo freudiano. L'arte di comprendere comincia dallo sguardo e dall'ascolto, e si rivolge ai moti dell'anima e agli aneliti dello spirito, alle parole e ai pensieri non meno che ai sogni e alle fantasie, alle immagini interiori e ai gesti così come agli eventi e alle cose del mondo, all'arte, alla musica.""