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L' oro dei folli
Maro Duka porta sulla scena la storia di un'intera generazione (la sua) che ha attraversato gli anni dell'impegno militante contro la dittatura dei colonnelli, ma ha conosciuto anche il sapore amaro della delusione e del rammarico per quanto non realizzato nei contraddittori anni di una democrazia incerta. -
Tempo, persona e valore. Saggi in omaggio a Pier Giorgio Solinas
"Per tutti noi, Pier Giorgio è stato e rimane un esempio illuminante e una guida esigente, non certo un indottrinatore. Da lui abbiamo cercato di trarre una lezione fondamentale, quella della liberta di spaziare attraverso campi del sapere diversi, e non solo antropologici, la sua formazione di filosofo, rinvenibile nella sua capacità di astrazione teorica e nella sua lucidità di pensiero, ci ha costretto a salutari ginnastiche mentali, senza poterci mai adagiare sull'illusione della certezza di un risultato raggiunto. Un'inquietudine, quella di Pier Giorgio, che traspare nei suoi interessi molteplici, come è dimostrato dallo sviluppo e dalla varietà interna alla sua bibliografia, qui riprodotta. Questo volume presenta una raccolta di saggi ispirati, da vicino o da lontano al magistero di Pier Giorgio Solinas, ma ugualmente frutto degli interessi specifici di ognuno degli autori, che molto devono alla sua capacità di trasmettere saperi e far nascere curiosità intellettuali, cosi come alla libertà di iniziativa che egli ha sempre saputo lasciare ad allievi e colleghi, ad allievi divenuti colleghi.""""" -
I fasti sacri
Il poema ""I fasti sacri"""" risale agli anni della produzione giovanile di Sforza Pallavicino: prova poetica acerba, rimasta incompiuta e inedita, suscita particolare interesse per una più approfondita comprensione del classicismo della Roma barberiniana. L'autore, giovane prelato impegnato nella curia e con incarichi di governo durante il papato di Urbano VIII, compose il testo anche grazie all'impulso dello stesso pontefice, allo scopo di rispondere in chiave cristiana al modello pagano dei """"Fasti"""" di Ovidio. Le ottave del poema ripercorrono il calendario liturgico attraverso il racconto delle vicende dei principali santi e martiri di ogni mese, sulla scorta del Martyrologium Romanum. L'edizione del testo, ricostruita sulla base dei testimoni manoscritti e di rare e mutile bozze di stampa, è accompagnata da un apparato filologico che rende conto delle diverse correzioni apportate dall'autore e da un ampio commento, che intende mettere in evidenza i riferimenti alla tradizione letteraria (classica e volgare) e alle fonti agiografiche presenti nel testo."" -
Carmina
Il nono volume della Biblioteca Barocca presenta, in edizione critica, per la cura di Marco Leone, la raffinata, originale raccolta poetica di Girolamo Cicala, un nobile salentino di origini genovesi. Ai primi del Seicento il barone di Sternatia si cimentò in una produzione poetica che potrebbe apparire ancorata a un umanesimo fuori stagione, ma che è invece il documento di una prorompente vitalità, incanalata entro gli argini di uno sperimentalismo linguistico e metrico in grado di sprigionare una feconda contaminazione tra lingua poetica italiana e lingua poetica latina. -
In terra di letteratura. Poesia e poetica di Giovan Battista Marino
Il decimo volume della Biblioteca Barocca si caratterizza per il tentativo di ""socchiudere la porta dell'officina mariniana e gettarvi uno sguardo"""". La prima parte del libro ha un taglio analitico e tassonomico, e indaga il rapporto che il Marino stabilisce con le proprie fonti (nel caso specifico, i panegirici di Claudiano) e con archetipi letterari come i testi biblici e la Commedia dantesca, alla ricerca di alcune unità minime di cui il poeta si serve nella costruzione dei testi. I capitoli successivi si concentrano su un modello di fondamentale importanza per comprendere in profondità le ragioni della poetica di un autore che non volle esplicitarla in modo sistematico: gli scritti mariniani si rifanno con insistenza alla """"Gerusalemme liberata"""", mettendo in mostra un atteggiamento oscillante tra il rovesciamento parodico e la sfida. Si giunge quindi a focalizzare l'attenzione sull'""""Adone"""" e se ne offre una lettura che ambisce ad essere un'interpretazione generale del poema, nella convinzione che sia possibile individuare in esso un significato di fondo, e che tale significato sia di natura tragica. La sezione conclusiva scandaglia infine i legami che intercorrono fra l'opera di Marino e quella di due contemporanei, Guido Casoni e Agostino Mascardi."" -
Verso una poetica rituale
Il modello teorico di una poetica rituale proposto da D. Yatromanolakis e P. Roilos fonda una nuova problematica che si basa sulla inscrizione di forme rituali in più vasti sistemi d'espressione culturali e sociopolitici all'interno di varie tradizioni del mondo greco. Il ""caso greco"""", col suo materiale sterminato, contrassegnato da svariate continuità e discontinuità, spesso pieno di rimaneggiamenti ideologicamente ispirati nell'arco di tre millenni, offre un terreno certamente impegnativo ma fecondo per indagini comparative. L'ipotesi è verificata in tre precisi ambiti di ricerca: Saffo e la lirica greca arcaica, il romanzo bizantino del XII secolo e l'opera poetica di Odysseas Elytis."" -
Una foglia verde oro. Poesia cipriota contemporanea
Crescenzio Sangiglio ha selezionato il materiale poetico partendo dall'idea di fondo che Cipro è la patria di una produzione poetica assolutamente originale e autonoma, non la sede di una delle tante periferie della letteratura di lingua greca. Questo taglio ha consentito di recuperare in tutto il loro spessore spiccate personalità poetiche, dal ""vate"""" Vassilis Michailidis fino agli esponenti delle ultime, vivacissime generazioni. La fedele traduzione cattura il lettore in una dimensione familiare e remota."" -
Prigionieri di noi stessi. Il totalitarismo nella vita di ogni giorno
Prigionieri di noi stessi è forse l'opera più significativa dell'intrigante produzione di Gündüz Vassaf che, a parere del premio Nobel Orhan Pamuk, è ""lo spirito più libero della prosa turca"""". Equidistante fra saggistica e narrativa, il testo di Vassaf demolisce, con un rigoroso procedimento dialettico che evoca sia Socrate che Nietzsche, gli innumerevoli luoghi comuni su cui si fonda la nostra convivenza, smontando i miti della nostra presunta libertà. È un libro duro, ma non pessimista: lo spietato percorso di Vassaf non conduce all'inferno, cerca solo una libertà vera."" -
La poesia e la morale. Appunti inediti (1902-1911)
"La poesia e la morale"""" è il titolo con il quale nel 1983 G.P. Sawidis rese pubblico un pacchetto di riflessioni che Kavafis aveva steso nel corso di una decina d'anni (1902-1911) e che affrontano i temi più cari al poeta d'Alessandria: verità e menzogna nella poesia, il rapporto tra il 'mestiere' di poeta e una vita 'normale', il ruolo dell'eros - di un eros 'particolare' nella creazione poetica, il concreto 'fare' poetico nel 'laboratorio' dell'artista. La raccolta risulta poi particolarmente preziosa ove si pensi che Kavafis, oltre alle sue straordinarie poesie che lo hanno consacrato come il più grande poeta della letteratura neogreca, scriveva molto poco e pubblicava ancor meno. Gli appunti che vengono qui presentati divengono pertanto un'incursione davvero unica nell'universo del grande poeta. Prefazione di Gianni Schilardi." -
L' Italia in 100 parole
"L'Italia in 100 parole"""" offre a noi italiani la ghiotta opportunità di guardarci in uno specchio non sempre compiacente. Un'occasione da non perdere, perché nel suo libretto Michel Feuillet esplora le numerose facce dell'identità italiana proponendo 100 voci per (ri) scoprire il Bel Paese da punti di vista solo in apparenza convenzionali: Bacio, Caffè, Carnevale, Design, Gelato, Mafia, Pizza, Rinascimento, Vespa..." -
Alì Pascià visir di Giannina
Alì Pascià di Tepelena fu, per i suoi contemporanei, una figura contraddittoria, per certi versi inafferrabile: capace di giocare da protagonista una partita politica di assoluto rilievo, affascinò e respinse i suoi interlocutori. Tra coloro che lo conobbero da vicino, François Pouqueville, il grande viaggiatore, che per alcuni anni fu console di Napoleone alla corte di Giannina, osservatore certo non disinteressato delle gesta del despota epirota. -
Sarakostì
Un viaggio nella memoria: quella di Angelo, all'epoca del racconto — gli anni che precedono la Seconda Guerra Mondiale — appena quattordicenne. Affidato dal padre al capomacchia Nino per essere avviato al mestiere di carbonaio, parte con una squadra di una ventina di uomini a fare la ""quaresima"""" (sarakosti, nell'antica lingua grika del Salento), a trascorrere cioè più di un mese nella macchia, per disboscare e costruire carbonaie. L'esperienza che il ragazzo fa si traduce in una vera e propria iniziazione alla vita adulta. Egli impara non solo le tecniche e i segreti di un mestiere faticoso e ormai scomparso, ma anche a sopravvivere immerso in una natura ostile, a sopportare i disagi della lontananza, e a capire gli uomini. I suoi compagni di lavoro hanno ognuno un carattere diverso, una storia, delle debolezze. Angelo impara a conoscerli e ad interagire con loro. Una sorprendente scoperta sconvolge tuttavia la faticosa e monotona quotidianità di quella vita, una scoperta che introdurrà il ragazzo in un mondo e in una storia più grandi di lui..."" -
Vito Domenico Palumbo. Letterato della Grecia salentina
Il volume accoglie una ricostruzione agile e accattivante della figura e dell'opera di Vito Domenico Palumbo, letterato e folklorista di Calimera, che dedicò gran parte della sua vita e della sua attività alla registrazione e allo studio del ricco patrimonio linguistico e culturale della Grecìa Salentina. Della poliedrica personalità dello studioso, il curatore mette qui in luce le diverse sfaccettature, soffermandosi in particolare sugli aspetti meno noti, ricostruiti attraverso l'esame di manoscritti e documenti raccolti a suo tempo da Giannino Aprile e ancora inediti. -
Per desiderio di vedere... Viaggi e narrazioni di viaggio tra Cinque e Seicento
In una variegata raccolta di saggi viene affrontato il tema della relazione di viaggio nei due secoli successivi a quello delle grandi scoperte geografiche. I testi esaminati, scritti con varie finalità, che emergono anche quando non sono diretti a un destinatario preciso, sono frutto del lavoro di autori che appartengono alle tre grandi categorie di viaggiatori del tempo: diplomatici, commercianti e missionari. Nella loro scrittura, tuttavia, e nella narrazione della loro attività odeporica, sugli obiettivi specialistici prevale sempre il piacere della conoscenza del nuovo, la scoperta dell'ignoto e il paragone con ciò che è conosciuto. -
La cura e lo sgombero. Salute e cittadinanza nei campi rom di Roma
Il rapporto con chi vive ai margini della società, come i gruppi rom, costituisce un banco di prova tanto per le istituzioni democratiche quanto per il concetto di cittadinanza, e una delle principali porte attraverso cui lo Stato entra in relazione con la marginalità e l'esclusione è rappresentata dalle istituzioni sanitarie. Basato su una ricerca etnografica condotta in una fase d'inasprimento politico e sociale nei confronti dei gruppi rom d'Italia, La cura e lo sgombero esplora le politiche e le esperienze della cura nei campi rom di Roma, indagando come la sfera politica e quella sanitaria si intreccino e si influenzino reciprocamente. Attraverso l'osservazione della quotidianità di un'unità medica mobile - un ""camper sanitario"""" - e di altri interventi di assistenza in quegli spazi urbani, questo libro propone una cartografia dei punti d'incontro fra processi medici e processi politici, fra educazione sanitaria ed educazione securitaria, fra politiche della vita e ragione umanitaria: fra la cura e lo sgombero."" -
L' ordine e il pericolo. Conflitti, idee, dissacrazioni nella cultura letteraria tra Cinque e Settecento
Gli studi che compongono il volume attraversano la letteratura tra la fine del Cinquecento e l'ultima metà del Settecento, mantenendo quale privilegiato campo d'osservazione la cultura secentesca, con le conflittuali asperità che la confermano terreno di incubazione e crescita delle idee verso il relativismo dell'età moderna. Dedicati al topos della città assediata e alla figura del predicatore in armi, i primi due capitoli sono di impronta «battaglista». La coppia intermedia si occupa di geografie ""irregolari"""" in relazione alle tensioni ideologico-politiche e alle corrispondenti scelte letterarie, come quelle ricostruibili all'interno della storia culturale delle repubbliche di Venezia e Genova. I testi conclusivi sono incentrati sulla riscrittura dei passi della Genesi riguardanti l'Eden primigenio e sullo schermo solo in apparenza innocuo della tradizione pastorale. In questo quadro prendono rilievo varie congiunzioni. Alla base di una fìtta ramificazione si pone la lezione di Tasso, con i frequenti riusi del modello-Liberata, del naturalismo aminteo e delle cosmologie del Mondo creato, a loro volta suscettibili di nuove manipolazioni. I dettami di una historia belli sacri verissima sono anche assunti dagli esprits ribelli e contaminati con gli apporti liberamente assunti dalla storiografìa tacitista, con la resistenza, in sottotraccia laica e antagonista, delle analisi di Machiavelli. La spregiudicata elaborazione delle fonti testamentarie diventa un tema di rilievo: non si sottraggono al rischioso compito gli stessi libertini, che nel corso della loro ricerca sugli spazi autonomi e trasgressivi dell'eros accostano all'utilizzo in chiave arguta e paradossale dei repertori mitologici e mitografici le tecniche di prelievo dal tessuto narrativo e simbolico della Sacra Scrittura. Del tutto conseguente appare dunque lo spicco assunto nei dibattiti e nelle fantasie sei-settecentesche dal racconto-archetipo della cacciata dei progenitori dal Paradiso terrestre. All'indagine sulle epistemi della Natura-di cui è portatore il """"lucrezianesimo"""" di molti esiti pastorali - si affianca quella sulla storia del genere umano, e con essa l'estrema, favolistica rappresentazione dei modi, tempi e ragioni dell'origine."" -
Noé in città. Testo greco a fronte
Nella prosa poetica di Efrossìni Mandà-Lasàm, una delle più interessanti autrici greco-cipriote contemporanee, Noè non sta allestendo nessuna arca: pallida comparsa, si limita a benedire il provvidenziale lavacro che potrebbe salvare la città. È infatti una straziante e tenera realtà urbana a occupare pienamente la scena: in un clima allucinato che solo la minuta quotidianità è in grado di esprimere, la città pare vivere le sue ultime ore o, forse, le premesse di una sua rigenerazione. Estraneo agli orizzonti poetici convenzionali, il libretto della scrittrice cipriota impegna il lettore in un'ardita avventura letteraria da vivere come un teso dormiveglia popolato di fantasmi bifronti, al tempo stesso incubi e speranze. -
Carosello dietro le quinte. Memorie di un regista
«Come sintetizzare una vita piena, energica, ricca di avventure, spirito di iniziativa, sete costante di imparare, sogni realizzati e progetti ancora nel cassetto? Dimitris Makrìs sfrutta il suo particolare sguardo di regista, abituato a osservare una scena studiando l'angolatura più adatta per far ""entrare"""" lo spettatore dentro una storia. Mentre scrive infatti, Makrìs sta """"girando"""" i fotogrammi della sua vita, che ricompone come un mosaico: ellissi, digressioni, ritorni all'indietro, squarci poetici e una buona dose di auto-ironia, data dal privilegio della distanza.» (dalla prefazione di Gilda Tentorio)"" -
Il viaggio d'Enea all'Inferno
Unico dramma per musica rimasto inedito di Giovan Francesco Busenello, autore della più celebre Incoronazione di Poppea, Il viaggio d'Enea all'Inferno attinge a un episodio virgiliano poco sfruttato sulle scene operistiche. Mai musicato ma ricco di versi canori, il dramma, un seguito in parte irriguardoso della precedente Didone, assume così maggiormente una sua autonomia letteraria. Illustrando perfettamente il genere teatrale «misto» tipico dell'estetica veneziana, tramite un variegato impasto linguistico e una non meno variegata sequela di personaggi, la pièce, già pubblicata nel 2010 presso Palomar e ora rivestita di una nuova edizione corretta e aggiornata, si presenta come il più straordinario laboratorio teatrale del drammaturgo, che dopo aver tentato le vie della poesia e del romanzo, ha scelto con il dramma per musica il genere della modernità. -
Vocabolario del dialetto romanzo di Calimera
«Bato Rugge, nonno per parte di madre di uno dei due autori di questo vocabolario (era di Acaia, o dell'Acaia, come si dice in salentino), era un uomo di incredibile sapienza, conoscenza, curiosità, saggezza. Quando è morto, troppo presto, è come se fosse bruciata una biblioteca: Silvano Palamà se lo ricorda bene ancora oggi. Eppure, quando parlava dei calimeriti, diceva a suo nipote vui siti gente cu ddoi lingue, siete gente con due lingue, e aggiungeva gente cu ddoi facce. L'unica cosa che suo nipote non capiva bene era se ci fosse in quest'affermazione più disprezzo, curiosità, diffidenza o piuttosto ammirazione. Due lingue in una sola, piccola comunità, per la prima volta nella storia della dialettologia italiana, meritano due vocabolari. Uno lo avete sotto gli occhi. L'altro è Griko. Dizionario di Salvatore Tommasi. L'idea di accomunare in un unico strumento lessicografico (sia pure diviso in due parti distinte completamente indipendenti, quante sono le lingue) i dialetti parlati a Calimera è il primo esperimento del genere nella descrizione dei dialetti d'Italia. Le diversità fra i due strumenti sono evidenti; il primo volume contiene il vocabolario del dialetto greco (Salvatore Tommasi), il secondo quello del dialetto romanzo (Marcello Aprile, Vito Bergamo). La necessità di scrivere un vocabolario aggiornato e rigoroso del griko (come preferisce scrivere Salvatore per motivi funzionali) o del grico (come preferisce Marcello per motivi etimologici) sono più che evidenti. È ormai finita da tempo l'epoca dei grandi, eroici vocabolari di Rohlfs (EWUG, LGII e infine VDS) e di Karanastasis, ed è trascorso il secolo dei furibondi dibattiti linguistici (per citare solo i capisaldi: Rohlfs 1924, 1974 e 1976, Parlangeli 1953, Fanciullo 1996), che hanno reso quest'angolo d'Italia quello meglio descritto al mondo, ma che consideravano il grico nel loro insieme, espanso su tutte le comunità greche...» (Dall'Introduzione)