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Achaika. Ricerche sull'Acaia peloponnesiaca fra epoca micenea ed età arcaica. Ediz. critica
L'Acaia peloponnesiaca è divenuta oggetto, negli ultimi decenni, di un crescente interesse negli studi storici e archeologici. Sono ora sempre più e meglio conosciute la fase micenea «post-palaziale» e quella dell'VIII secolo, in cui si pone il movimento coloniale che collega all'Acaia alcune delle apoikiai in Italia meridionale. Si sono anche intensificati gli studi sull'identità etnica degli Achei; ad attirare l'attenzione un complesso di tradizioni mitistoriche con cui i Greci cercavano di spiegare l'esistenza, in epoca storica, di due popolazioni, nel nord del Peloponneso e nella Tessaglia sud-orientale, che recavano lo stesso etnomimo, Achaioi, designante nell'epopea omerica i «Greci» dell'età degli eroi, in termini di una remotissima syngeneia tra le due popolazioni o talora di migrazioni, avvenute nel corso dell'Età del Bronzo, dalla Grecia settentrionale nel Peloponneso. -
La società del coraggio
Una raccolta di tredici racconti costruiti attorno alla figura della donna in varie età della vita, alle prese con sé e con gli altri in diversi luoghi e atmosfere. Con sottile ironia si narrano l'amore, la solitudine, il rapporto con la memoria, la sessualità, le ferite, l'amicizia. -
Il fratello lontano
Tre fratelli si muovono nella Palestina dell'anno Zero: uno di loro è Joshua, il profeta. Gli altri due, in una danza di approssimazione e distanza, tentano di proteggerlo. La madre Miriam, la sposa Tanit e sua sorella Xantra attraversano la scena con discrezione e intensità, e sembrano cogliere meglio degli uomini quello che accade, e che non può non accadere. -
La scuola senza andare a scuola. Diario di un maestro a distanza
Cos'è accaduto nel mondo della scuola durante l'emergenza sanitaria? Siamo sicuri che la didattica a distanza non diventerà una modalità parallela a quella tradizionale per lungo tempo, o per sempre? E come si potrà gestire quando i genitori dovranno ricominciare a lavorare? Cosa significa insegnare attraverso uno schermo? Quali sono i criteri di valutazione che si possono adottare, come si può interrogare, qual è il rapporto con i genitori, come viene gestita la privacy rispetto ai dati che si consegnano nelle mani delle piattaforme private? E soprattutto: cosa accade agli alunni che non hanno un computer a casa, cosa accade a quelli nei campi rom o nelle case famiglia, cosa accade nelle abitazioni in cui ci sono tre ragazzi in età scolare? Certo è che una scuola così ""di classe"""" non si vedeva da prima della Scuola media unificata nel 1963. E come don Milani ha spiegato quel sistema non democratico in Lettera a una professoressa partendo dalla propria esperienza, così fa Giuseppe Caliceti, maestro elementare e formatore da oltre 30 anni, in questo libro. Partendo dal primo giorno di chiusura delle scuole, fino all'ultimo giorno dell'anno scolastico, il 10 giugno, Caliceti racconta la sua vicenda, e attraverso la quotidianità di insegnante riflette su quello che accade in Italia: le riunioni con i colleghi, le emozioni dei bambini, le decisioni del Ministro, il ruolo di papà e mamme... Un libro che riguarda tutti noi, che si sia genitori, insegnanti, o anche solo interessati al rispetto della Costituzione italiana quando all'articolo 34 recita """"La scuola è aperta a tutti""""."" -
Vacanza in prestito
La vacanza come tempo del distacco, della ricerca di un punto di equilibrio nel rapporto tra l'io e il mondo, vissuto come fosse l'effetto naturale dell'avvicendarsi delle stagioni della vita. La vacanza come tempo su cui aleggia sempre il retropensiero della fine: si avverte, si accosta, talvolta si mette persino a fuoco. E tuttavia non si è mai preparati. Tre sezioni costruiscono una raccolta che riflette sul bilancio di una esistenza e di una generazione le quali si misurano con il passato, vivono l'incertezza del presente, ripensano a possibilità pregresse, a superficialità e smarrimenti, a certezze che non sono più tali. Coniugare il pane e le rose ha un senso differente: quello dei versi di Marina Rezzonico è un cammino amaro, ma necessario. -
Il mio amico
Quattro racconti con un unico protagonista: Mauro, anestesista presso l'antico ospedale sul Tevere, sa tenere a bada il dolore - il proprio e l'altrui. Per scoprire chi è, ha attraversato un'intera vita, e solo per accumulo ha capito che tutto ciò che disperava di poter mai meritare è stato di gran lunga superato dai fatti. Il vero cuore è la sua fortuna. -
L' ultimo turno di guardia
La scena è l'interno di una torre, forse cella di isolamento, forse appendice di un nosocomio, forse rifugio metropolitano: comunque un luogo di segregazione e contemplazione. Chi parla è un malato di tempo, una figura a metà strada fra l'avo vaticinante, il lungodegente, il disabile. Il suo interlocutore è una sorta di liquido testimone, di infermiere-carceriere. Una spia neghittosa. L'allettato parla, immagina, comanda, si commuove, mette in disordine i ricordi, e l'altro ascolta, più distratto che ammaliato, più sordo che sedotto. Entrambi confitti nello spettacolo di una inevitabile continuità. -
Le parole finiranno, non l'amore
La raccolta descrive un reale percorso di vita. I versi, in un linguaggio calibrato, pensato e ripensato, puntiglioso e a volte anarchico, sono fatti di concetti che aderiscono alla realtà o viaggiano nel mito e nelle sue sopravvivenze con l'intento di ritrovare radici e confronti, di mutarsi in aforismi o ricercare una musicalità funzionale. -
Di paure e di speranza. Diario tra salute e malattie
Un racconto autobiografico di vittorie e di sconfitte, che affronta e spiega la malattia nel suo nascere e progredire. E c'è chi riesce a superarla e chi soccombe. Intanto la vita scorre, tra medici e ospedali, ricordi, rimpianti e progetti. Ma sempre bisogna riceverla in ogni suo aspetto, e tentare il cambiamento, sapendosi ascoltare e rovesciando le difficoltà in occasioni. Intervalli metaforici di Rosalba Grimod. -
L' ultima Pizia
L'ultimo giorno del Santuario di Delfi, nel 393 d.C., raccontato dalla sua Pizia, che dopo la chiusura torna ad essere semplicemente Filomela, donna del popolo. Nel racconto della profetessa, che per anni ha dato voce ad Apollo interpretandone gli oracoli, emerge la tristezza per la grandezza di un passato classico ormai distrutto dall'affermarsi del cristianesimo. Ma l'idea del riscatto umano, del pensiero libero sempre favorito dal paganesimo, non può essere disperso, e sarà un seme da far germogliare. -
Il mondo di qua
Protagonista della raccolta poetica è una madre con una malattia che procede incalzante. Nell'analisi di stati d'animo, piccoli gesti, rimpianti, emozioni, c'è la riflessione di un figlio che osserva una vita non più vita, e il dialogo costante con chi non può dare risposte. I ricordi si mescolano alla quotidianità, e ogni poesia diventa un tassello di vita percepita su un duplice binario. -
L'immaginazione (2020). Vol. 319
Bimestrale di letteratura, con testi e critica, diretto da Anna Grazia D'Oria. -
Le direzioni dell'attesa
Walter è uno scrittore che, dopo aver rinunciato alla letteratura per senso di inadeguatezza, si abbandona a un'esistenza girovaga; Alina è un'attrice caparbia che interpreta la vita in unico modo, sulla scena di un teatro come nella quotidianità. La vicenda ha inizio in una Parigi inconsueta, dove il ventenne Walter assiste al repentino naufragio delle proprie ambizioni e anche alla prima dirompente apparizione di Alina. -
Ma non ora
In questa raccolta poetica protagonista assoluto è il tempo, con accelerazioni e ritardi. Il tempo segna le coordinate in cui l'autore colloca piccoli o grandi spezzoni di realtà per interrogarsi sul senso della vita. -
Fughe
La scrittura di Velio Abati nasce dall'allarme del presente, dando vita a racconti, figure, meditazioni. Ogni fuga rinnova la sua energia contro le ottusità, le violenze, gli smarrimenti dell'oggi, in vista di un orizzonte di senso del sé e del mondo da riconquistare, sempre muovendo dalla concretezza dura dell'esistenza. In primo piano sono le amicizie, l'impegno civile e intellettuale, l'insegnamento, l'amata letteratura, la comunicazione, il paesaggio, il lavoro manuale. -
Spazio/tempo piatto
L'attesa dell'alba vive nelle ombre della notte, che Zara Finzi attraversa con la consapevolezza che siamo di passaggio nel soggiorno terreno, che la strada è accidentata, che la direzione del passo è incerta e la sua meta non può essere definita al di là di un abitare poetico dove tutto vive, resiste, termina spesso lentamente, progressivamente. -
Il fiume. Voci diverse nell'onda
Quella di Teresa Poggi Salani è una poesia esistenziale che non occulta la figura biografica o empirica dietro schermature tratte dal repertorio delle maschere poetiche novecentesche. Parla, con movenze spesso quotidiane e accenti dell'italiano parlato e della toscanità più cara all'autrice, molto semplicemente della vita, messa a nudo senza particolari intellettualismi o schemi letterari. -
Là, dove si dissolvono le nebbie
Argomenti che attraversano le poesie di questa raccolta sono l'assenza di persone amate e la conseguente solitudine nel continuo rapportarsi ad una natura che, inconsapevole, intorno esplode nella bellezza delle piante con i fiori e i frutti, nel muoversi senza sosta di animali non domestici, indifferenti alle azioni umane. Ma le assenze sono presenze nella mente e continuano a gestire la vita e riempiono i versi, generando tasselli per comporre un lungo inno meditato e consapevole nel contatto con gli animali abitanti della terra come gli uomini e con la vegetazione amica, per un'armonia complessiva. -
A macchia e u jardinu-La macchia e il giardino
Il libro, in dialetto siciliano con traduzione a fronte, mette in scena una visione del mondo focalizzata su un territorio rurale all'interno della Riserva dello Zingaro, in Sicilia, e sulle sue trasformazioni negli ultimi cinquant'anni. La prima voce narrante, dell'autore, mostra lo spettacolo della natura attraverso una serie di contrappunti tra eventi grandiosi e fatti minuti, animali e piante, macchia e giardino; la seconda, di una vecchia contadina, lo rievoca secondo una commovente visione nativa. Giuseppe Cinà predilige i momenti di riflessione, le effusioni sobrie dei sentimenti e, come scrive nella Prefazione Giuseppe Traina, ""trova soluzioni poetiche felicissime (...)""""."" -
Il filo dello stupore
Angelica ripercorre la propria storia senza infingimenti, con ricordi lontani e vicini, situazioni vissute e in divenire. Tasselli dell'infanzia, della giovinezza, della maturità sono affiancati da letture amate che indicano la strada e da incontri che sono sempre ricerca di sé e dell'altro. Le relazioni sbagliate, le sfide professionali, l'urgenza di comprendere per mezzo della psicoanalisi la causa dei propri insuccessi portano la protagonista ad una maggiore consapevolezza.