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Il grande albergo degli scienziati. Centocinquanta anni della Stazione Zoologica Anton Dohrn
L'avventura umana e scientifica di un pioniere della biologia marina, seguace e amico di Darwin, apprezzato e difeso da Benedetto Croce, la storia straordinaria della Stazione Zoologica più antica del mondo, meta di elezione di ventitré premi Nobel, dell'Acquario e del più grande Centro europeo per la ricerca delle tartarughe, della Biblioteca e del primo Museo internazionale sulla biodiversità del mare. -
I Borghese e la musica-The Borghese family and music. Ediz. bilingue
Gli archivi di famiglia riferiscono della presenza del giovane Mozart, nella settimana Santa del 1770, nella dimora ""a dimostrare ancor più, che i Principi Borghese si servivano della loro Villa per loro ricreamento, per dar feste e trattenimenti a' loro amici e a illustri forastieri"""". La Galleria, oggi museo, """"prima della sua vendita allo Stato italiano da parte della famiglia Borghese nel 1902 fu la palazzina fuori dalla Porta Pinciana che splendidamente accoglieva la collezione archeologica e di opere d'arte, formata dal cardinale Scipione nel Seicento e conservata quasi intatta dai successori, goduta privatamente o in occasioni diplomatiche, di rappresentanza, ricreative, legate agli altissimi uffici ricoperti dai principi e cardinali della famiglia. La musica era parte integrante e quotidiana di questo godimento, e anche se Mozart non dovesse aver mai messo piede nella Villa Pinciana è comunque indubbio che suonare, concertare, cantare, commissionare musiche, mantenere compositori siano stati impegni e occupazioni propri alla vita e alla funzione di questo luogo, tra Seicento e Settecento soprattutto..."""". I Borghese e la musica è il primo risultato editoriale di """"un progetto di ricerca sulle musiche legate a Casa Borghese, dedicate, commissionate, scritte ed eseguite sotto la sua protezione, è un lavoro sui valori immateriali della ricchezza culturale che la famiglia ha elargito nel tempo e che rimane nella nostra eredità, a patto che sia trovata e rivitalizzata"""". [dal saggio di Geraldine Leardi]"" -
Voi siete qui/Vico Pero/Giacomo Leopardi Progetto di Artista Abitante
Artista abitante del 'vicolo paese' - il piccolo triangolo urbano addossato al grande complesso monastico di Santa Teresa degli Scalzi - Eugenio Giliberti, dirimpettaio diacronico di Giacomo Leopardi, ha immaginato un complesso intervento di arte pubblica articolato in più azioni e finalizzato a lasciare un segno forte e permanente, a generare luce e vita. Terreno di trasformazioni urbanistiche, la zona del vicolo paese, è diventata una sorta di Gestalt di raccordo tra Istituzioni formative e culturali e cittadini. La proiezione del manoscritto I nuovi credenti, nel giugno 2021 sulla facciata dell'edificio di Vico Pero dove ha vissuto il Poeta, rappresenta solo parte del progetto di Artista abitante, inserita in una ricerca storico antropologica tesa all'arricchimento della memoria di un luogo di Comunità in attesa di nuove prospettive di rigenerazione. -
Armando De Stefano. Nulla dies sine linea. Ediz. illustrata
"Autonomia del disegno, si diceva, ma non separatezza dalla pittura. Due momenti distinti, derivanti dalla medesima necessità, scorrono paralleli e incessanti, espressione della stessa urgenza e dello stesso rigore nell'applicazione del metodo, come la mostra oggi al Museo Madre rende ampiamente visibile. L'espressione Nulla dies sine linea, attribuita ad Apelle da Plinio il Vecchio nel Naturalis historia, si riferisce all'esercizio quotidiano e costante del pittore greco del IV secolo a.C., la cui abilità nel disegno resta ancora oggi esemplificativa di un'attività che richiede metodica dedizione e rigoroso impegno. In tal senso, affermare che Armando De Stefano non abbia trascorso nessun giorno senza tirare una linea non è da intendersi come trasposizione forzata di un motto antico riferito alle intenzioni dell'artista napoletano, ma quale riconoscimento oggettivo della sua totale e assoluta dedizione all'arte, come testimonia il variegato e nutrito catalogo di opere arricchito fino a poco prima della sua scomparsa."""" (dal testo di Olga Scotto di Vettimo)" -
Tiziano. Dialoghi di Natura e di Amore. La Galleria Borghese incontra la Ninfa e pastore di Vienna. Ediz. illustrata
«In occasione del prestito concesso dal Kunsthistorisches Museum di Vienna della Ninfa e pastore di Tiziano, nell'ambito di un programma di scambio culturale tra le due istituzioni nasce la mostra Tiziano. Dialoghi di Natura e di Amore. L'incontro tra la tela di Vienna e i Tiziano della Galleria Borghese ha dato modo di mettere in dialogo le opere intorno ad alcuni temi sempre presenti nella produzione del pittore, un filo rosso che dagli esordi conduce fino agli estremi momenti della sua attività: la Natura, intesa come paesaggio significante e luogo dell'agire umano; e l'Amore, restituito nelle sue diverse forme, di amore divino, naturale, matrimoniale, personificato da Venere o da una ninfa, da una ragazza in giovanissima età o da una sposa.» (dall'introduzione) -
Napoli in scena. Documenti e immagini dalle raccolte teatrali della Biblioteca nazionale di Napoli
Un percorso articolato nella storia del teatro napoletano attraverso il patrimonio prezioso delle raccolte della sezione Lucchesi Palli nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Dagli archetipi sei e settecenteschi, dalla prima iconografia di Pulcinella, alle interpretazioni dei protagonisti del mondo del palcoscenico dell'Ottocento e del Novecento, un racconto per immagini, tra copioni, bozzetti, scenografie, costumi e foto di scena di interpreti straordinari, nell'universo creativo che ha impresso tracce profonde nella 'civiltà dello spettacolo' italiana e europea. -
Dodici volti nel volto. Christian Leperino. Ediz. italiana e inglese
Nelle nicchie laterali della Cripta che conserva le reliquie di San Gennaro, nel Duomo di Napoli, dodici ritratti in gesso instaurano un dialogo silenzioso, intimo, tra immaginario sacro stratificato e linguaggi contemporanei, un dialogo originale, inedito, nel vivo della Cattedrale della città. Sono i dodici apostoli, che assumono in questa scena i volti di uomini dei nostri tempi condannati a una condizione di marginalità. Christian Leperino li ha 'ritratti' presso la Casa Circondariale di Poggioreale a Napoli, in una esplorazione calligrafica, dilatata, di lineamenti fisici, anime occulte e materie, storie di vita cruda riscattate in una creazione artistica dilatata, solidale, accogliente. Contributi di Adolfo Russo, Vicario alla Cultura della Diocesi di Napoli, Angela Tecce, presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Salvatore Esposito, docente presso la Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, Alessandra Troncone, curatrice della mostra e del volume. -
Rosy Rox. Agile fragile. Ediz. italiana e inglese
Sulle tracce generose della follia, seme che aleggia nello spirito di ognuno di noi, si muovono gli ultimi coerenti passi della ricerca artistica di Rosy Rox che trova in questa pubblicazione un momento di riflessione in particolare sulla tenace pratica performativa portata avanti fin dagli esordi. Da sempre il lavoro di Rosy Rox si concentra su tematiche legate all'identità femminile, a partire dal proprio vissuto racconta il suo mondo interiore, i suoi desideri, attraverso l'utilizzo del corpo che diventa oggetto di contemplazione estetica e di riflessione filosofica: un corpo sinergicamente immerso nello spazio, che emana energie secondo campi empatici, un dispositivo cognitivo, prima di tutto per sé stessa, ma che deflagra in contatto con il pubblico. Proprio dalla negazione del rapporto viscerale tra l'artista e il suo pubblico nei primissimi mesi di lockdown in Italia prende le mosse il lavoro Agile/Fragile, che dà titolo alla pubblicazione e alla mostra personale presso l'Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen. (dall'introduzione di Adriana Rispoli) -
Cosmic Pages. Atlanti stellari negli Osservatori astronomici italiani. Ediz. italiana e inglese
"Guardare e interpretare il cielo è sempre stato uno degli istinti fondamentali dell'uomo, ma è solo a partire dal Cinquecento che gli atlanti celesti sono diventati per gli astronomi uno strumento di indagine scientifica. A partire dal 1609 furono effettuate osservazioni astronomiche non più condotte ad occhio nudo ma utilizzando il telescopio. Il mondo celeste così ha rivelato molti dettagli, illustrati con cura scrupolosa in opere di rara bellezza in cui si fondono scienza, arte e mito. L'Istituto Nazionale di Astrofisica conserva all'interno delle proprie biblioteche una collezione di atlanti celesti storici (stellari, cometografie, selenografie) di straordinaria rilevanza scientifica e iconografica. In questa raccolta alcuni degli atlanti stellari di maggiore importanza con l'auspicio che la conoscenza del passato possa essere di stimolo per tutti coloro che guardano il cielo ad approfondire l'affascinante mondo dell'astronomia"""". (dalla presentazione di Marco Tavani, Presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica)" -
Art and sensuality in the houses of Pompeii
La sensualità di molte immagini che decoravano gli spazi domestici e pubblici dell'antica Pompei ha incuriosito, stupito, a volte imbarazzato gli osservatori moderni sin dall'inizio degli scavi scientifici nel sito vesuviano. L'onnipresenza di immagini erotiche e sensuali in tutti gli spazi e le sfere della vita viene a volte spiegata con l'approccio radicalmente diverso che il mondo pagano avrebbe avuto nei confronti dei piaceri dei sensi. Erotismo e sensualità non erano temi dell'arte romana ai tempi della prima Repubblica. Con l'espansione del potere romano, però, i Romani vennero in contatto con culture artistiche che riservavano a tali aspetti un posto infinitamente più centrale, in particolare quella greca. Ciò che vediamo a Pompei, dove gli spazi di una città romana si possono analizzare nel loro complesso, è dunque l'esito di un lungo processo di appropriazione e selezione, nel quale non mancarono mai momenti di resistenza e tensioni. Sarebbe sbagliato voler vedere nell'immaginario erotico e sensuale di Pompei un semplice riflesso della vita quotidiana ""sensuale"""" nella città antica. La mostra porta in uno stesso luogo opere provenienti dai depositi del Parco archeologico a Pompei, a Oplontis e a Stabia, che mostrano sia diversi soggetti a contenuto sensuale ed erotico presenti a Pompei (da immagini mitologiche a scene di vita quotidiana), sia la varietà dei supporti e delle tecniche in cui tali soggetti trovarono concretamente espressione, dal grande affresco parietale fino alla lucerna, dalla scultura fino all'oggetto di arredo. [Maria Luisa Catoni, Gabriel Zuchtriegel] Catalogo ufficiale della mostra presso il Parco Archeologico di Pompei dal 21 aprile 2022 al 15 gennaio 2023."" -
Zeusi. Linguaggi contemporanei di sempre. Vol. 15: Nel tempo.
Sotto il segno di Marcel Proust, il nuovo appuntamento del semestrale Zeusi ""Nel tempo ... equivale a un varco, a un'apertura, a una ricerca ... di ciò che, fluendo incessantemente, senza il nostro impegno editoriale e intellettuale sarebbe vano tentare di fermare, e si perderebbe. Da quando, nel 2014, ideammo e fondammo la nostra rivista, sono stati parecchi i numeri che abbiamo dedicato a quanto era interpretabile come spazio: natura, musei, abitare, architettura. Dire tempo, ora, ci getta forse in una zona indefinibile ? Non credo. Anche ciò che con una certa timorosa reverenza chiamiamo """"tempo"""", soprattutto quando accompagnato dalla preposizione """"nel"""", possiede infatti una sua forma, le coordinate di uno spazio, di un perimetro con tanto di bordi, di confini. E dunque, di sconfinamenti. Lo si vive, lo si abita, questo è certo, con impazienza..."""". (dall'editoriale di Marco di Capua)"" -
Mmericina sanammore ovvero Remedia amoris tradotto in napoletano
Traduzione in lingua napoletana del Remedia Amoris del praeceptor Publio Ovidio Nasone. -
La pianta dal fiore giallo. Beuys a Napoli
"Da sempre interessato a sperimentare modalità di equilibrata relazione con la natura, attento a svelarne le energie invisibili, a salvaguardare e a proteggere la diversità delle sue forme al di fuori di ogni specismo (esemplare, in questo senso, il tempo dell'attesa e dell'incontro con il coyote di I like America and America likes me, 1975), Joseph Beuys è stato costantemente impegnato a fare dell'arte una vera e propria pratica di difesa della natura, trasformando in vivente materia anche la scultura. grazie innanzitutto alla figura numinosa di Lucio Amelio, amico prima ancora che gallerista, attorno a Joseph Beuys si è sviluppata a Napoli un'avventura artistica e antropologica plurale, le sue laiche liturgie, pedagogiche e salvifiche, sono state il punto d'incontro e di confronto di generazioni diverse di intellettuali e protagonisti della cultura. a distanza di oltre trent'anni dalla mostra vent'anni con Beuys, tenutasi nel 1991 alla galleria Lucio Amelio, questo libro di Massimo Maiorino arriva come un convinto, anche appassionato, 'cenno d'intesa'. un'analisi e un racconto del passato, dell'arte e della critica di fine novecento, che trova le sue ragioni nel presente, in questi anni così bui in cui è ancora più urgente ripensare ai gesti e alle parole di cura, di intransigente riconciliazione di Joseph Beuys. senza nostalgie e senza indulgenze, perché, non possiamo più nascondercelo, anche sotto il vulcano la rivoluzione siamo noi"""". [dall'introduzione di Stefania Zuliani]" -
Interno con marmi. Flavio Favelli
Interno con marmi, senza marmo: un discorso sull'installazione di Flavio Favelli [nono incontro del ciclo di focus 'incontri sensibili'] programmati dal Museo e Real Bosco di Capodimonte. ""Scegliendo di esporre nella grande galleria al secondo piano della Reggia di Capodimonte, una sala che i curatori chiamano 'la chiesa', sia per lo spazio ampio, sia per i dipinti religiosi della controriforma che in essa sono esposti, Favelli si è prestato a questa storia. Il suo oggetto interno con marmi, tanto architettonico quanto pittorico, non provoca una conversazione ma dà quasi una lezione a tutte quelle opere della controriforma, quadri potenti, seri, spesso immensi, ricchi, destinati a ricordare le virtù del dolore e la potenza di dio attraverso la chiesa"""". (Sylvain Bellenger)"" -
Scultura estesa. Progetto ideato da Rosaria Iazzetta
Categorie classiche e immaginari contemporanei, arte e natura, corpo e materia: tre appuntamenti [dal Palazzo della Cultura di Potenza, al Carcere borbonico di Avellino, fino a Villa Pignatelli a Napoli] hanno guidato gli allievi del corso di scultura dell'Accademia di Belle Arti di Napoli in un dialogo serrato tra temi antichissimi e nuovi orizzonti da indagare. Scultura estesa è arte che si fa veicolo di responsabilità, scenari, particolarmente avvertiti dalla sensibilità delle nuove generazioni: ambiente, sostenibilità, diritti, libertà negate, storia/prospettiva. -
Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano
"L'eruzione che nel 79 d.C. colpì Herculaneum ha interrotto il flusso del tempo, consegnando alla storia un'affascinante città quasi congelata nell'istante della catastrofe. Quella stessa coltre vulcanica che la distrusse ne ha per converso consentito la straordinaria conservazione, Goethe nel suo Viaggio in Italia, scriveva """"Molte sciagure sono accadute nel mondo, ma poche hanno procurato altrettanta gioia alla posterità. Credo sia difficile vedere qualcosa di più interessante"""". Se i visitatori, a partire dal Grand Tour, hanno ammirato quest'incredibile spaccato della quotidianità romana, storici ed archeologi hanno potuto studiare nel loro contesto reperti che altrimenti non si sarebbero conservati, come stoffe, alimenti e, soprattutto, legno, materiale che rende Ercolano unica tra le testimonianze del mondo romano. Laddove ci si sarebbe atteso di trovare cenere o l'impronta degli elementi in legno, come testimoniato a Pompei, qui il legno non è bruciato ma ha conservato forma ed aspetto originari, pagando all'eruzione un tributo accettabile: la carbonizzazione"""".[dall'introduzione di Francesco Sirano, Direttore del Parco archeologico di Ercolano]In mostra, per la prima volta in modo organico, il patrimonio straordinario di manufatti in legno, mobili, elementi architettonici, oggetti di uso quotidiano, tavolette cerate, sculture, insieme agli scheletri di imbarcazioni e attrezzature nautiche: una autentica miniera di conoscenze rare e inedite per la riscoperta dell'antica arte della falegnameria e dell'ebanisteria." -
SprigionArti
Il senso eccezionale di questa mostra è far convergere l'attenzione della contemporaneità sul complesso monumentale di Palazzo d'Avalos. Abbiamo chiesto ad artisti straordinari, di provenienza nazionale ed internazionale, di risuonare emotivamente, di situarsi nella vicenda di reclusione e abbandono del luogo, nonché nella sua rinnovata vocazione all'inclusione. Gli artisti hanno risposto contribuendo a costruire un immaginario potente, che ci consente oggi di provocare questo luogo alla vita, attraverso l'utopia: la forza dell'utopia è quella di spingerci al cammino. La mostra inaugura, infatti, un cammino di trasformazione verso uno scenario di produzione culturale, di riconquista di valori, di bellezza e di potenza. In questo cammino, l'arte è lo strumento, il contenuto e il linguaggio di esperienze e conoscenze. Una mostra d'arte contemporanea nelle celle dell'ex carcere di Procida in occasione dell'anno da Capitale Italiana della Cultura. -
The tending of the otherwise
"The tending of the otherwise"""" raccoglie giovani artisti e artiste dell'area euromediterranea che esplorano nuovi immaginari. Oggetto comunicativo e sotteso politico delle opere sono le sfide dell'ecologia e dell'inclusione sociale, i processi di soggettivazione in relazione alle strutture sociali preesistenti, il ruolo dell'innovazione urbana e ambientale in contesti geopolitici fragili, la necessità di un downshifting nelle scelte economiche e culturali. I grandi temi della contemporaneità sono guardati attraverso la lente dei territori mediterranei. Articolato attraverso una mostra, interventi relazionali, un programma performativo ed uno cinematografico, un programma pubblico ed uno di residenze di produzione artistica direttamente in connessione con l'isola, The tending of the otherwise ha ciclicamente riacceso l'attenzione sulle opere, sui giovani artisti ed artiste, accomunati da quelle rotte ideali che tengono in costante, viva connessione il Mediterraneo." -
Fili d'ombra fili di luce
"Fili d'ombra, fili di luce"""" ci lascia entrare nei luoghi di lavoro dei detenuti che in passato hanno scontato la pena nel carcere di Palazzo d'Avalos. Ci permette progressivamente di fare esperienza di interdizioni e accessi, ci accompagna e vede maturare la sensibilità per intuire, per via di un rimando flebile e delicato, il tempo segreto dei carcerati lavoratori: il loro rifugio dalla prigione era un luogo mentale, interiore, che le ore di lavoro gli donavano, un luogo di riparo, di evasione, all'interno di un luogo di isolamento e pena: un tempo di autenticità nel tempo spersonalizzato del penitenziario... Nel carcere, luogo d'ombre e di dolore, risuonava il rumore dei telai che producevano tessuti di lino; le mani dei carcerati tessevano trama e ordito di meravigliose tele, vendute in tutta Italia. Le mani delle donne di Procida trasformavano poi quei tessuti in capi di corredo sapientemente ricamati e oggetti per la quotidianità, illuminando con il loro candore la vita domestica. Una mostra sulla storia del lino prodotto nella colonia penale in occasione dell'anno da Capitale Italiana della Cultura." -
Una sola moltitudine
Lo sguardo di Biasiucci ha il garbo e la volontà di scoperta della mano che cerca, raccoglie, accumula e ricompone. La penombra degli ambienti del carcere, da lui immortalato, si lascia pervadere dalla luce del paesaggio. Il limite, il muro, le grate rivelano la mobilità delle forme. I frammenti che compongono la sua maestosa opera sono episodi, dettagli, squarci nella memoria che si ordinano in un racconto. Oggetti, strumenti, abbandonati o feriti dalla luce tagliata dalle sbarre, la moltitudine di spezzate solitudini si aggrappano a un tutto, cornice dopo cornice. Il quadro, nella sua interezza, si configura e appare tra il visto e l'immaginato, tra luce e buio, ora chiusi, ora dilatati.