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East. Ediz. inglese. Vol. 39: Frau Europe.
Frau Europa non è un complimento ad Angela Merkel, che porta, anzi, pesanti responsabilità nella situazione di crisi della moneta unica. Frau Europa è la semplice constatazione del fatto che non c'è futuro per il Vecchio continente e per l'euro senza il perno della Germania. Si tratta ovviamente di ragionare su ""come"""" tale primazia debba esercitarsi, ma questo è un altro discorso. Nel dossier di questo numero di """"East"""" analizziamo come si è arrivati al punto di svolta. Lo facciamo con un'ampia intervista a Giuliano Amato, con un'approfondita analisi economica di Erik F.Nielsen e con altri servizi curati da Elena Fenili, Antonio Guarascio da Bruxelles e Alessandro Arduino da Pechino. Il secondo tema forte della rivista è la ricandidatura di Vladimir Putin alla presidenza della Russia. Se ne occupano Lev Gudkov, direttore dell'Istituto Levada, Fernando Orlandi, Astrit Dakli e Cristina Giuliano da Mosca. Come sempre, ampio è lo spazio dedicato ai """"reportage"""": dal Pakistan, con Gabriele Barbati; dall'Ucraina, con Danilo Elia e Massimiliano Di Pasquale; dalla Crimea, con Stefano Vergine; dal Bengala, con Carlo Buldrini; dal Bangladesh, con Zhang Lijia. Infine, una segnalazione d'obbligo al portfolio fotografico sugli zingari della Slovacchia, curato da Monika Bulaj."" -
East. Vol. 39: Frau Europa.
Frau Europa non è un complimento ad Angela Merkel, che porta, anzi, pesanti responsabilità nella situazione di crisi della moneta unica. Frau Europa è la semplice constatazione del fatto che non c'è futuro per il Vecchio continente e per l'euro senza il perno della Germania. Si tratta ovviamente di ragionare su ""come"""" tale primazia debba esercitarsi, ma questo è un altro discorso. Nel dossier di questo numero di """"East"""" analizziamo come si è arrivati al punto di svolta. Lo facciamo con un'ampia intervista a Giuliano Amato, con un'approfondita analisi economica di Erik Nielsen e con altri servizi curati da Elena Fenili, Antonio Guarascio da Bruxelles e Alessandro Arduino da Pechino. Il secondo tema forte della rivista è la ricandidatura di Vladimir Putin alla presidenza della Russia. Se ne occupano Lev Gudkov, direttore dell'Istituto Levada, Fernando Orlandi, Astrit Dakli e Cristina Giuliano da Mosca. Come sempre, ampio è lo spazio dedicato ai """"reportage"""": dal Pakistan, con Gabriele Barbati; dall'Ucraina, con Danilo Elia e Massimiliano Di Pasquale; dalla Crimea, con Stefano Vergine; dal Bengala, con Carlo Buldrini; dal Bangladesh, con Zhang Lijia. Infine, una segnalazione d'obbligo al portfolio fotografico sugli zingari della Slovacchia, curato da Monika Bulaj."" -
Li ho visti così. Incontri e personaggi. Da Brigitte Bardot a Zapatero, da Fidel Castro a Gino Paoli. Memorie di un cronista
La vita di un giornalista è fatta di incontri. Con uomini e donne che il pubblico vuole conoscere ma anche con miti, leggende, fantasie. Appuntamenti professionali, colloqui, interviste, ricerche sono trasmessi quotidianamente al lettore ma parte di essi - è inevitabile - rimangono nella testa e nella memoria di chi scrive, e ne formano la personalità, ne determinano scelte e gusti. Se quegli incontri informano chi legge, formano chi scrive. Aldo Garzia, con questo libro, compie un'azione singolare e inusuale. Regala al lettore quel che di quegli incontri è rimasto nella testa e nel cuore. Rivela quel che era solo suo e che finora, per riservatezza, pudore, o per il limite che il ruolo del giornalista pone, non ha raccontato. Leggendo queste pagine supererete il palcoscenico - il rapporto giornalista/lettore - e andrete dietro le quinte. Fuori di metafora, conoscerete gli umori, i sentimenti, le curiosità anche di chi ha scritto. Nostalgia? Sicuramente, anche nostalgia, ma questa non fa velo sull'analisi, sulla descrizione dei personaggi e delle situazioni, sull'osservazione dei caratteri e persino dei dettagli. Aldo racconta ma non giudica e, quando lo fa, la sua è una critica misurata, affettuosa. Chi ha scritto le pagine che seguono è rimasto da una parte. ""Di"""" una parte. (dalla prefazione di Ritanna Armeni). Aldo Garzia (Roma, 1954), giornalista e scrittore. Ha lavorato nelle redazioni di Pace e guerra, il manifesto, Ascanews. Ha diretto le riviste Palomar e Aprile. Tra i suoi libri: Da Natta a Natta. Storia del Manifesto e del Pdup (1985), C come Cuba (2001), Zapatero, il socialismo dei cittadini (2006), Olof Palme. Vita e assassinio di un socialista europeo (2007), Ingmar Bergman, the Genius (2010). L'autore è prematuramente scomparso il 9 aprile 2022, poco prima che il volume andasse in stampa. Il libro esce per volontà e desiderio dei familiari, degli amici, dell'editore."" -
Camera 1057. Quella notte, d'improvviso
Un uomo, tre donne, una sciamana. Un racconto che si snoda tra due mondi: da una parte la politica, con le ipocrisie e gli artifici della tecnocrazia giuridica; dall'altra le filosofie orientali, i miti e i riti celtici. Orlando vive da 15 anni con Prisca, ma al tempo stesso ama Sara, una psicologa che pratica approcci legati all'intuizione e alla spiritualità dell'Est. Sara non è solo una relazione clandestina per Orlando, è una chance di redenzione, la leva per sconvolgere e ribaltare le logiche del mondo in cui lui è immerso da sempre. Una trasferta di lavoro da Roma a Bari e una notte imprevista, la seconda, nella camera di un hotel, la 1057, cambieranno tutto. Accadono strani eventi che accomunano inspiegabilmente Prisca, Sara e persino Lisa, una vecchia fiamma che Orlando rivede a sorpresa dopo quasi 20 anni. La situazione è destinata a precipitare. Prisca o Sara? Orlando dovrà scegliere tra due donne che ama e che rimandano alle due metà della sua stessa natura. Una storia d'amore, di dolore e di rinascita dedicata alla potenza divina del femminino. -
Cento pagine. Cinque discorsi sulla sinistra. Verso un nuovo orizzonte dei Democratici
"Cento Pagine"""" è una raccolta di cinque saggi politici. Cinque saggi su cinque argomenti, dai quali emerge la continua e inquieta ricerca di nuovo paradigmi ed una quasi eretica insofferenza dell'autore per certe pigrizie della Sinistra. L'attenzione è rivolta sia ad alcune """"narrazioni"""", sia ad alcune """"proposte"""" parimenti condizionate da un certo conformismo che impedisce pienamente alla Sinistra italiana di interpretare il mondo presente con chiavi inedite. Il primo dei saggi tratta del rapporto tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa ed è un breve viaggio nella storia della filosofia; tema attualissimo che scuote uno dei capisaldi identitari della sinistra. Il secondo saggio tratta del centenario del PCI: la ricostruzione del ruolo, dell'importanza e delle eredità che l'esperienza comunista in Italia hanno lasciato alla sinistra di oggi, cerca di liberarsi di alcuni stereotipi ma non scade nell'ideologia restando agganciata il più possibile ad un rigoroso esame di carattere storicistico. Il terzo saggio tratta della figura di Giacomo Matteotti, mettendola in relazione a quella di Enrico Berlinguer. Due leader diversi e lontani ma accomunati da uno slancio ideale e da una tensione morale che li rende ancora amati, moderni, popolari. E, per certi aspetti, simili. Il quarto saggio espone organicamente la proposta, da tempo avanzata dall'autore, di superare il PD attraverso un processo costituente che porti alla nascita di un nuovo soggetto politico che metta al centro il valore della """"Democrazia"""" e abbandoni l'idea organizzativa del """"Partito"""" di matrice novecentesca. I """"Democratici"""" lungi dall'essere un vago e indistinto movimento dovranno essere una rete più larga e più forte per includere energie ed esperienze che la presente forma organizzativa e associativa della sinistra non è più in grado di raccogliere e collocare alla base di un forte progetto di cambiamento. L'ultimo saggio tratta di Roma. L'autore presenta degli """"appunti"""" per un programma ed espone la sua proposta costituzionale di riforma dell'ordinamento della Capitale, collocandola in una prospettiva storica che risale al dibattito risorgimentale sulle vie per realizzare l'Unità d'Italia, all'interno del quale ritrova attualità l'ipotesi neoguelfa sostenuta da Vincenzo Gioberti di un federalismo guidato da Roma." -
Una famigliare viola. Viaggio in Sicilia e d'interni
Su una Famigliare Viola, che viaggio! Stracarica di ricordi, macinando i chilometri della mitica e bellissima SS113, direzione Capo D'Orlando, questa donna guarda l'orizzonte concedendosi una guida lenta, in faccia alle Eolie. Francesca percorre l'Isola, e sé stessa, nel periodo del suo “momento quantico”, il punto di svolta che ogni femmina, inevitabilmente prima o poi, dovrà affrontare. Ma è solo un pretesto, zero lagne, ché davvero tutte siamo state bastonate ed accarezzate dalla Vita e con questa cosa dobbiamo farci i conti. Una siciliana, animata da un irragionevole ottimismo, come tara congenita ereditata da entrambi i genitori, che racconta gli sterrati battuti nella pancia del Sud più profondo. Dice soprattutto di Sicilia e siciliani, - “OH! i siciliani!” - ché lo dicono proprio tutti, quando si torna a casa, è ve'? Su questo serpentone d'asfalto, ma anche scansando buche in altre strade polverose, snocciola ricordi di bambina rincontrando quei tipi incredibili e magici che solo in quest'isola puoi trovare; ogni tanto una sosta, in piccoli paesi o in anni passati, posando uno sguardo benevolo e ironico sulla propria terra. Qualche volta è spietata, ché l'amore questo lo fa. Lo fa! Un omaggio agli accenti, all'assurda famiglia, ai palpiti durante le vacanze quando eri piccolo, all'energia compressa sotto questo triangolo di roccia galleggiante che, prima o poi vedrete, farà il “botto grosso”; un'ode al fatalismo stile Messico (una palese violazione del Copyright dell'accettazione e rassegnazione come stile di vita), al Sole, all'acqua di mare, alle melanzane fritte spedite ai cari come emblema d'immenso attaccamento, letterine un po' unte ma cariche di calor(i)e. È l'umile inchino, in segno di resa, alla follia di una Terra abitata da personaggi, no, Persone, tanto improbabili da esser per forza veri. Ed infatti esistiamo! -
Come sopravvivere ai francesi. Il racconto di un italiano che ce l'ha fatta
Gli italiani hanno il mito dei francesi. I francesi hanno il mito degli italiani, ma hanno anche il mito di se stessi. Nonostante il continuo ripetere che i due popoli sono 'cugini', e che entrambi hanno le donne più belle, la cucina più raffinata, i vini più buoni, in realtà vivere in Francia per un italiano può essere un'esperienza faticosissima. -
L' inventore dell'amore. Testo rumeno a fronte. Ediz. bilingue
"L'inventore dell'amore"""", apparso a Bucarest nel 1945 e qui proposto con il contrappunto dell'originale romeno, mette in scena le coordinate teoretiche essenziali dell'attività artistica e politica di Gherasim Luca (1913-1994). Poeta, filosofo, artista, prosattore alla maniera di Urmuz e di Tristan Tzara, capofila del surrealismo romeno, noto e ammirato nella Francia del secondo dopoguerra da personalità del calibro di Lacan, Deleuze e Guattari, Luca in quest'opera allegorica e libertaria crea, incarnandola nella figura di Non-Edipo, la chance di un inconscio capace di futuro e di una rivoluzione emancipatrice da tutte le forme oppressive di dominio. La ricca introduzione e la versione a cura di Giovanni Rotiroti restituiscono la temperie in cui il testo ha conosciuto la propria gestazione e guidano nella lettura di queste pagine affascinanti e scandalose, in cui la teoresi di Luca, colorandosi della sua «terribile passione per il sacrilegio» e attraverso un lavoro plastico sulla lingua, attraverso il taglio delle parole, come una cubomania, inventa surrealisticamente un nuovo mondo in cui amare e vivere liberamente." -
Elegie all'offensiva. Testo rumeno a fronte
Erede di una tradizione poetica che ha il suo fulcro concettuale nel neomodernismo, non alieno da influssi della grande avanguardia storica romena, di cui è tra i più profondi conoscitori e tra i più raffinati esegeti, con questa raccolta Ion Pop si afferma come una delle voci più autentiche e autorevoli del panorama poetico contemporaneo. In queste ""Elegie all'offensiva"""" si ravvisa un'azione critica volta all'incessante ricerca di una soluzione alla difficile equazione tra la grammatica e il sangue, tra il reale e lo scritturale. Intimo, disilluso, impegnato, ironico, Pop mira al recupero delle radici sane della modernità in nome dei valori umanistici della tradizione europea minacciata dal caos. Un grido di verità che fa sanguinare la bocca, in cui a ogni verso tuonano gli usignoli."" -
Le sirene di pietra
Aniela Pratesi accarezza parole, dipinge silenzi, assaggia la terra e ce ne restituisce il sapore antico, immemore e sempre nuovo, in un quotidiano in cui tutti possiamo riconoscerci - anche nei mostri di cui si popola, nei rostri a prua con cui navigare nell'incerto mare dell'esistere, pronti a frangere i flutti del dolore e a serbare come schizzi di onde redentrici, sul petto, in viso, negli occhi, un amore. Assedio, disperazione, fuoco e tormento, tempesta e quasi esilio; e a un tempo una luce, insistente, ostinata, in ogni pagina: brama di incanto, di quiete, di casa, memoria e speranza di eterno. In queste liriche corpo e mondo e universo e sogno fanno uno: carne dell'assenza, barbagli di presenza - come un fiore spezzato, come l'uomo. Se la poesia richiede solo «un po' d'erba e di acqua pura», qui c'è vera poesia. A suggello, e quale coda di cometa, una scelta di poemi da raccolte precedenti, ma con il respiro nuovo, urgente, di oggi, testimonia l'intero percorso poetico dell'autrice. -
L' inglese senza professore. Testo rumeno a fronte
In piena guerra mondiale Eugen Ionescu, annotando su un quaderno alcune frasi franco-inglesi tratte dal manuale di conversazione Assimil e traducendole in romeno in forma di dialogo, compone ""L'inglese senza professore"""" (1943), la prima versione di una delle sue opere più celebri e più rappresentate, ossia """"La cantatrice calva"""". Una pièce d'avanguardia dada-futurista a sfondo poliziesco scritta sotto il segno del segreto, del malinteso, del mistero e dell'assurdo, che, molto più della sua versione francese, mostra il «sintomo» dei Balcani e allude alla responsabilità degli intellettuali che hanno contribuito a diffondere in Romania il «panico politico» nella forma della pandemia rinocerontica. Espressione originaria e germinale del teatro ioneschiano, questa antipièce rappresenta non solo un vero e proprio atto di rivolta letteraria e di denuncia universale contro ogni mistificazione politica ed ideologica, ma è allo stesso tempo un'esperienza simbolica e una sperimentazione soggettiva della parola che rivendica un bisogno insopprimibile di imprevedibilità, di pietà - di libertà."" -
Sulle malattie dei filosofi: Cioran
Pensatore organico ed esistenziale, Cioran non hai mai fatto mistero del connubio inscindibile tra il suo corpo e il suo pensiero. Un pensiero in cui ogni idea è vissuta, sentita, sofferta nella carne. Segno eminente della sua autenticità, la carne sofferente di Cioran, il suo corpo malato si fa volano di queste pagine di Marta Petreu, tra le più ispirate della sua produzione. Attraverso un'analisi filosofica - ma mai fredda, sempre partecipe, sebbene mai condiscendente - delle malattie di Cioran, la Petreu accompagna il lettore in un viaggio nei meandri della vita del filosofo, regalando un ritratto inedito e intimo dell'uomo Cioran e dialogando, all'altezza della poesia, con la sua opera, di cui disegna tutto il valore terapeutico, contro la malattia di esistere. -
Altre poesie scelte (1968-1976)
Sin dall'apparizione della prima raccolta di Mircea Iv?nescu, uscita nel 1968, la poesia romena non è stata più la stessa. Poeta dei gesti non eclatanti, riservato e ""trasparente"""" nella sua ricerca di invisibilità sia nella vita reale che nella sua arte, Iv?nescu ha proposto una """"rivoluzione silenziosa"""", introducendo nuovi modelli letterari che hanno anticipato la stagione postmoderna. Poeta dal linguaggio inconfondibile legato al quotidiano, ma anche all'artificio letterario, Iv?nescu crea un vero e proprio """"mondo di carta"""", una continua e sorprendente variazione sul tema, che nasconde una riflessione sulla letteratura e sull'autenticità del vissuto, a tratti ironica, a tratti disperata. In questo mondo doppio, a volte indecifrabile, ma così vicino a noi, emerge la figura immaginaria di mopete, un alter-ego poetico di Iv?nescu stesso, protagonista di una rossiniana comédie humaine, che alterna speranze, paure, rimorsi, depressione, donne angelicate, alcool e gatti."" -
Eugène Ionesco tra storia e memoria. Le radici storiche e ideologiche del suo teatro
Eugen Ionescu - Eugène Ionesco: un uomo, due nomi. Più ancora, due patrie, due lingue, due culture che incarnano le polarità simboliche in cui si gioca la parabola di un destino unico, spettacolare. Di un'identità ""in questione"""" che questo volume affronta a partire dai fatti - dai dati biografici e da quelli storici, politici, ideologici e filosofici del contesto romeno interbellico - che hanno segnato la traiettoria da Ionescu a Ionesco, fino alla composizione de """"La Cantatrice chauve"""". Un'analisi accurata e rigorosa che, avvalendosi in maniera inedita della produzione romena del futuro drammaturgo, ripercorre nel dettaglio le circostanze che hanno portato Ionescu ad adottare un'opzione politica dichiaratamente democratica, antitotalitaria e coraggiosamente in controtendenza rispetto al pensiero dominante degli intellettuali del suo tempo e del suo paese."" -
Cioran ingenuo e sentimentale
Mediante il filtro dei concetti schilleriani di ""ingenuo"""" e """"sentimentale"""", Ion Vartic, con la maestria del """"critico-scrittore"""", in questo libro narra l'epopea cioraniana, in perenne tensione organica tra il complesso del creatore intrappolato in un paese troppo piccolo come la Romania e la scelta consapevole del """"fallimento"""" come declassato metafisico in Francia. In queste pagine dense e vibranti, ricche di aneddoti biografici inediti, Cioran si trasforma in prisma di rifrazione della letteratura europea e mondiale - da Kafka a Goethe e Shakespeare, passando per Dostoevskij, Baudelaire, Kundera, Borges, Leopardi e Gombrowicz, solo per citarne alcuni - che scorre qui potente, nell'ordito di connessioni sorprendenti e illuminanti. Testo imprescindibile e punto di riferimento per l'esegesi cioraniana, il volume è stato insignito, nel 2000, del premio più prestigioso della letteratura romena: il Premio dell'Unione degli Scrittori di Romania come miglior saggio."" -
Oltre i confini. Il dialogo transnazionale nelle discipline storiche e filologiche. Ediz. multilingue
Il volume raccoglie i lavori del nono di una serie di incontri tra storici e filologi italiani e romeni, tenutosi all'Università di Padova nel giugno del 2018 e dedicato specificamente al tema del confine e del dialogo transnazionale. La dialettica tra nazionale e sovranazionale, la sincronizzazione tra centro e periferia, la dislocazione e la polverizzazione delle frontiere o il loro attraversamento periglioso, tra i molti temi qui affrontati, si stagliano sul proposito di fondo di far dialogare metodi e letture a partire dalle due diverse specole disciplinari della storiografia e della filologia, esercitando la diversità e la discordanza degli sguardi su testi e fenomeni che hanno percorso, accomunato o disgiunto lo spazio europeo fra Est e Ovest. Per provare non solo a immaginare un comune spazio di discussione e circolazione delle idee, ma anche per ricostruire una nuova, plausibile mappa intellettuale europea, una delle tante possibili idee d'Europa. -
L' uomo-donna
Autore e drammaturgo ""engagé"""", Dumas fils scrive """"L'Homme-Femme"""" nel 1872 in risposta a un articolo di Henri d'Ideville, diplomatico e scrittore alverniate, nonché intimo amico del padre. Dumas fils si cimenta nella stesura di questo saggio con l'intento di commentare le idee e le posizioni di d'Ideville a proposito di un caso di cronaca nera che sconvolse l'opinione pubblica francese del tempo. Lasciando intendere di poter accettare l'ipotesi provocatoria di d'Ideville, Dumas fils confuta la tesi di quest'ultimo attraverso un'analisi particolareggiata seguendo una triplice prospettiva: sociale, istituzionale e religiosa. Saggio controverso, complicato, dai toni accesi e tuttavia ancora attuale per alcune tematiche importanti quali il divorzio, """"L'Homme-Femme"""" va letto in un'ottica precisa e collocato nel tempo in cui fu scritto, non ignorando il vissuto personale di Dumas fils, sempre oscillante fra la sua posizione di """"fils naturel"""" e figlio del celeberrimo autore omonimo."" -
Io sono ombra. Testo a fronte
Le poesie di Gilda V?lcan (poetessa romena contemporanea e profonda conoscitrice della filosofia classica e moderna) interpellano il lettore, imponendogli l'esperienza di un universo nuovo che intende scuotere i principi di tutto ciò che è considerato fermo, sicuro, ordinario e triviale. L'apertura di questo universo, in se stesso originario, cioè fondato su qualcosa che non ha nulla a che fare con il noto, il definito e il rappresentabile, costituisce l'essenza stessa di questi versi, i quali testimoniano di un dialogo sempre in atto con un interlocutore, di un conflitto sempre in-opera, del suo darsi nell'essere. La poetessa, nominando il mondo circostante, entra in dialogo con esso; il suo è un appello che si apre nella parola poetica per donare uno spazio e una voce all'essere. -
Querido Cioran. Cronaca di un'amicizia
Alina Diaconú e Cioran si conoscono a Parigi, quasi per caso, nell'inverno del 1985. Dalla prima visita alla famosa mansarda di rue de l'Odéon sboccia un legame profondo, carico di affetto e stima reciproca. La scrittrice ha voluto qui raccontare, attraverso la corrispondenza e le interviste col filosofo romeno, e raccogliendo alcuni scritti personali, il suo viaggio intimo nel mondo di Cioran. Questo libro è un album di immagini, parole e ricordi che ricompone, a poco a poco, la storia di una grande amicizia. È anche l'incontro di due anime sole, ma potenti. In tale esilio dell'anima si stabiliscono intrecci nascosti, volontariamente affrancati da un centro affollato, organizzato. Emerge invece la bellezza del disordine, dell'autenticità di chi parla dai margini. A volte sussurra, altre urla, altre ancora si affida al potere di un incorrotto e lapidario silenzio. -
Il camion bulgaro. Cantiere a cielo aperto
"Il Camion bulgaro"""", l'ultimo romanzo scritto da Dumitru ?epeneag, è un libro di lettura e insieme un esercizio di scrittura - una scrittura in perpetua fuga che si accompagna a un'esperienza di specchialità fatta di paradossi sia formali che concettuali - e rappresenta un'esemplare dimostrazione della sua arte. Un testo che è molto più di un semplice «romanzo»: si tratta di uno scavo fino alle profondità più estreme, fino a toccare l'«abisso» delle parole dove Eros e Thanatos si fronteggiano tenebrosamente. È l'espressione del mistero stesso, tra il silenzio e la scoperta di qualche forma di verità, della giustificazione di una vita in un continuo transito tra l'enigma conoscitivo delle origini e la terra promessa dell'avvenire. In questa perdita di luogo, inconscia e interrogante, c'è tutta la posta in gioco del """"Camion bulgaro"""", vale a dire l'esistenza stessa della letteratura, da leggersi e da scriversi, nella sua costruzione interminabile tra la vita e la morte, tra il passato e l'avvenire, tra la deriva dell'abbandono e il desiderio di dimora, tra la soglia dell'indicibile e quella dell'irraffigurabile."