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Merckx, il figlio del tuono. Ediz. illustrata
Il 20 marzo 1966 un giovane belga si schiera al via della Milano-Sanremo. Ha vent'anni e non si è mai misurato con un tracciato cosi lungo. Al traguardo vincerà la prima classica del suo palmarès. Quel giorno, come con Coppi all'indomani della guerra, si apre per il ciclismo una nuova era. Fin da quella prima apparizione, Merckx ha mostrato di possedere, oltre al talento, il gusto dell'avventura e della prodezza inattesa. Al pari dei grandi del passato. Ma più di chiunque altro ha saputo interpretare la gara come ""sfida totale"", battaglia all'arma bianca. Ha imposto uno stile, ""la corsa di testa"", riportando il ciclismo alla sua vocazione originaria. Lo chiameranno l'Orco, il Coccodrillo, Attila, il Cannibale: temuto e invidiato, è stato ""il più grande agonista"" di uno sport arduo, a volte crudele. Per questo la sua storia - scritta sul pavé, nel fango, nella tormenta, segnata da cadute rovinose, nobilitata dai duelli con Gimondi, Ocaña, Fuente - merita un posto speciale nella ""sconfinata biblioteca della bicicletta"". Dall'esordio alla corte di Van Looy fino all'eclissi improvvisa, Claudio Gregori ricostruisce le imprese di Merckx come fosse un cavaliere impavido a caccia di tesori favolosi in una nuova chanson de geste. -
Sei chiodi storti. Santiago, 1976, la Davis italiana
""Vincere è una breve felicità"" e questa è la storia di un pugno di uomini che la conquistarono e se la videro svanire tra le mani. Quarant'anni dopo, tocca alla letteratura quel che la cronaca evitò: raccontare la finale di Davis del 1976 nella Santiago del regime di Pinochet, il trionfo oscurato della squadra italiana. Non c'erano telecamere Rai al seguito, pochi gli inviati dei giornali, i filmati cileni sono bruciati, restano appena 26 minuti e 42 secondi di pellicola tremolante. ""Silencio, por favor"" intima il giudice di sedia, poi Adriano Panatta va al servizio indossando una maglietta rosso-sfida e un destino inatteso, senza precedenti né seguiti, si compie: vincono. Dario Cresto-Dina ha ricercato quegli uomini e quell'atmosfera. Ci restituisce un'Italia come sempre divisa e sei personaggi che altrettanto furono e restano. Sei chiodi storti, come quelli che Panatta portava con sé per scaramanzia. Lui, il figlio del custode del circolo che batté tutti i maestri. Paolo Bertolucci, il gregario pigro come un panda. Corrado Barazzutti, cuore di ussaro. Tonino Zugarelli, il talento di riserva. Capitanati da Nicola Pietrangeli, che voleva la coppa per dimenticarla. Più il ""padre paziente"" Mario Belardinelli che profetizzò: ""Tra dieci anni qualcuno si stupirà nel guardare la fotografia di questi quattro strani giocatori stretti a una grossa insalatiera d'argento"". -
Hurricane. Il miracoloso viaggio di Rubin Carter
Il 17 giugno 1966, due uomini di colore irrompono nel Lafayette Grill di Paterson, New Jersey, e cominciano a sparare sui presenti crivellandoli di colpi. Tre bianchi, una donna e due uomini, rimangono uccisi. «Una scena da Far West» dirà uno dei primi testimoni. «Il delitto più spregevole» nella storia della città, tuona invece il sindaco di Paterson. Quella stessa notte, sulla base di indizi e testimonianze contraddittorie, vengono fermati John Artis e Rubin Carter, detto «Hurricane», pugile afroamericano di ventinove anni, cranio rasato, amante della bella vita e degli abiti eleganti, già inviso alla comunità bianca. Con il suo arresto ha inizio una delle battaglie legali più note e controverse degli Stati Uniti. L'opinione pubblica liberal si schiera a favore di Carter, scendono in campo celebrità come Muhammad Ali e Bob Dylan, che a Hurricane dedicherà l'omonima ballata. Ma sarà la sua perseveranza, insieme all'aiuto inatteso di una piccola comune canadese, a decidere le sorti di Carter. Frutto di un capillare lavoro di ricerca, Hurricane abbraccia quarant'anni di storia americana segnati da tensioni razziali e violenze, in cui si dipana la vicenda giudiziaria e infine il «risveglio» spirituale di Carter. Come ha scritto Uspenskij, allievo di Gurdjieff, ogni uomo vive in una prigione - costruita sulla sua ignoranza e le sue illusioni - da cui mai potrà evadere senza l'aiuto degli altri. La libertà, come la conoscenza di sé, sono possibili solo «a un cerchio interno dell'umanità». -
Iron towns. Città di ferro
Scandito da una successione di brevi fotogrammi che si alternano e si incastrano, lasciando al lettore il piacere di tenere le redini della storia, Iron Towns conferma definitivamente le doti di Cartwright come maestro di realismo psicologico.rnrn""Uno scrittore con un meraviglioso orecchio e una visione straordinariamente lucida della Gran Bretagna di oggi"" - rnJonathan CoernrnrnSul corpo di Liam Corwen sono tatuati i protagonisti della storia del calcio, Eusébio, Van Basten, Ronaldo. Una storia nella quale ha rischiato di entrare anche lui, che appena maggiorenne esordì nella nazionale inglese, ma in campo non riuscì nemmeno a toccare palla. Così ora si ritrova a fare a sportellate in una squadra locale, l’Iron Towns Football Club, che naviga nei bassifondi della seconda divisione. E tra vecchie acciaierie arrugginite e cantieri navali dismessi, ritrova gli amici di un tempo: l’ex moglie Dee Dee, che lavora nel pub di famiglia e canta in una band di sole donne; Goldie, appena uscito di prigione, che vuole riavvicinarsi alla figlia; Mark, un formidabile attaccante alcolizzato e depresso. Vent’anni prima bramavano soldi, successo e matrimoni felici; ora si ritrovano in un’Inghilterra deindustrializzata e in declino, ridimensionati nelle ambizioni e nei sogni. Dopo Heartland e Il giorno perduto, Anthony Cartwright torna alla metafora calcistica per narrare mondi scomparsi e annichiliti, quelli di una solidarietà operaia ormai polverizzata e di un calcio sempre più estraneo al suo unico, legittimo proprietario: il pubblico. Mondi ricoperti da uno strato di cenere sollevata da incendi che non hanno mai smesso di bruciare.rnScandito da una successione di brevi fotogrammi che si alternano e si incastrano, lasciando al lettore il piacere di tenere le redini della storia, Iron Towns conferma definitivamente le doti di Cartwright come maestro di realismo psicologico, capace di scandagliare grazie alla sua prosa visionaria e precisa l’anima più profonda e oscura dell’Inghilterra contemporanea. -
Calcoli e fandonie
«Queste prose brevissime hanno l'aria di echi da un altro mondo, captati per caso da un radiotelescopio, che ci parlano di antimateria, eventi tra veglie e sonno, meriti delle civiltà delle macchine e segni ineffabili» - Vanni Santoni, la Letturarn«La matematica, la geometria, l'algebra, le macchine eccetera sono state e sono per Sinisgalli una continua, lucida e insieme un po' febbrile metafora (...). In Calcoli e fandonie attraverso diciotto capitoli ripartiti in capoversi brevi e spesso brevissimi, con quel tipico genio sinisgalliano di fondere la precisione tecnica o paratecnica (le applicazioni, le distorsioni segnano i suoi punti più felici) e lo sfumato, lo scrittore costruisce una frammentaria e come distratta poetica, che è in fondo quella ""poetica dei minimi"", del ""millesimo di millimetro"", delle infinitesime percezioni slargate a norma fulminea dell'Essere e del Mondo.» (Giuliano Gramigna) -
Notte
Monterosso è un paese di provincia come tanti: la scuola, l’edicola, il bar che raduna disoccupati e pensionati, un negozio di alimentari che da quando ha aperto il supermercato fa un po’ fatica a resistere, bande di ragazzini e una chiesa dove non entra più nessuno. Inviato dal vescovo a verificare la gestione della parrocchia, don Filippo cercherà di non ascoltare le allusioni su don Paolo che tutti in paese velatamente gli sottopongono: sussurri, chiacchiericcio, lettere anonime. Solo Rosa Borghi, dopo l’incidente che ha quasi ucciso suo figlio – o è stato un tentato suicidio? –, accusa apertamente il giovane parroco di traffici e manipolazioni. Ma la verità è esigente e non conosce compromessi: lo sa bene don Filippo, dopo una vita trascorsa a difendersi dalle maldicenze che hanno investito pure lui sin dal primo incarico. E quando un incendio in paese consente a don Paolo di riabilitarsi agli occhi della comunità, non basterà il coraggio di guardare per porre fine alla violenza che si cela dietro le pareti. “Notte”, già finalista alla XXVII edizione del Premio Italo Calvino, conferma il talento di Elisabetta Pierini per la narrazione della ferocia della provincia e per lo scandaglio dell’animo umano quando si interroga sulla verità e sulla giustizia, quando si pone al cospetto della possibilità di agire contro il male. -
Il vecchio gioco di esistere
“Nel ricordo di Augusto Frassineti, Giorgio Manganelli arriva a definirlo “delibatore di parole”. Questo è stato, soprattutto, Manganelli. E la conferma arriva da questi squisiti “Obituaries”, un genere – giornalistico e letterario – che impone asciuttezza, intelligenza, deferenza, rispetto ma anche una sana consapevolezza di sé. Manganelli, in questi veloci ritratti “in morte di”, non cessa di essere “il Manga”. Ma non se ne compiace: dà, a ciascuno dei suoi protagonisti, quel che spetta. Eccellenze e miserie, debolezze e vertigini. Da Borges a Eliade (“camminatore di labirinti”), da Melotti a Novelli: una rassegna di umani e umanità, all’insegna della verità della letteratura. E delle parole: da delibare, in silenziosa ammirazione.” (Stefano Salis) -
Trattato di psicopatologia
""Quanto ai miei lettori medici, mi rendo conto che questo trattato, per il suo orientamento, esula in parte dal campo delle nostre preoccupazioni quotidiane. Forse essi lo troveranno, e probabilmente a ragione, troppo ""filosofico"". Tuttavia solo essi, e non i filosofi, possono trovare di fronte ai malati, ispirandosi a qualcuna delle idee esposte in questo lavoro, l'occasione di mettere in evidenza dei dati nuovi. Il fatto è che questo trattato, per quanto possa apparire filosofico, è nato a contatto diretto con i pazienti. E se, per certi versi, sembra allontanarsi dall'aspetto puramente medico della psichiatria, lo fa in virtù del principio che, di fronte a una certa categoria di fenomeni, dobbiamo estrarne tutto quello che essi possono darci quanto a dati essenziali; e anche in virtù della convinzione che ogni conoscenza e ogni ricerca non possono fare a meno di produrre prima o poi da se stesse il proprio frutto, senza che si debba fin dall'inizio concentrare gli sforzi su questo punto. Forse dunque medici e filosofi trarranno qualche profitto da questo trattato"". -
I semi di psiche
I sogni semi psichici, gameti dell'anima, portatori di mutazioni e innovazioni del pensiero, sono destinati a unirsi ai pensieri, ai progetti e ai sogni degli altri. È questa l'idea di partenza del libro, in cui si paragona la creazione psichica dei sogni alla produzione biologica dei semi sessuali necessari alla riproduzione. Sul versante biologico la ricombinazione genetica offre alla prole di ogni specie la possibilità di adattarsi, attraverso tempi mediamente lunghi, ai cambiamenti dell'ambiente materiale; sul versante psichico la ricombinazione onirica dei contenuti del sogno permetterebbe agli umani di adattarsi, nel brevissimo tempo di una notte, alle continue trasformazioni dell'ambiente sociale. Tracce del legame tra sogno e riproduzione sessuale si rinvengono nelle sorprendenti analogie psico-somatiche tra la genesi dei semi sessuali e la formazione del sogno nell'inconscio. La creazione del sogno permette l'esaudimento (deformato) del desiderio proibito ma per l'autore questa importante funzione, individuata da Freud, sarebbe solo una tappa intermedia di un processo che ha condotto ad aumentare esponenzialmente la velocità dell'adattamento evolutivo: il sogno è qui considerato la più importante invenzione dell'evoluzione, il principale fattore responsabile della straordinaria accelerazione evolutiva dei mammiferi. -
Riparare il trauma infantile. Manuale teorico-clinico d'integrazi...
Le esperienze che viviamo nei primi anni di vita segnano profondamente gli adulti che un giorno diventeremo. Un libro che racchiude la spiegazione dei meccanismi alla base dell'elaborazione di esperienze disfunzionali in età evolutiva, la psicopatologia dello sviluppo e, infine, l'intervento clinico. Un libro completo e tanto più prezioso perché frutto di esperienze relazionali costruite negli anni e di un percorso compiuto in prima persona dalle due autrici. -
Esche
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The big swim. La grande prova
Finalista Premio Andersen 2017 - Miglior libro 9 - 12 anni.rnrn""I miei obiettivi per il campo estivo erano: primo, sopravvivere; secondo, non farmi odiare; terzo, non essere il peggiore in tutto."" In realtà Ethan a Campo Betulla troverà tutto ciò che serve per un'estate memorabile. Compresa una grande prova di coraggio: The Big Swim. Età di lettura: da 10 anni. -
Luigi Lilio. Il dominio del tempo
Dall'alba della civiltà al 1582 tutti i popoli hanno cercato invano di sincronizzare perfettamente le date del calendario con i cicli delle stagioni. Luigi Lilio, ideatore del calendario gregoriano, vi riuscì. Quello di Lilio era un compito arduo da svolgere poiché ai suoi tempi mancavano le leggi dei modelli planetari, i metodi della fisica e gli strumenti della matematica, che vedranno la luce pochi anni dopo grazie a Keplero, Galileo e Newton. Lilio non aveva a disposizione queste conoscenze, ma riuscì a elaborare un calendario così preciso da sfidare i secoli. -
L' orrore letterario
Ispirandosi ai testi critici di Francesco Orlando e di Nicola Gardini, in questo piccolo saggio Orazio Labbate prova a mettere ordine tra alcuni dei romanzi italiani contemporanei alla ricerca dell'orrore letterario, espressione con la quale definisce una narrativa capace di occuparsi dei vari perturbamenti umani. Ne viene fuori una personalissima Wunderkammer, in cui l'autore della Trilogia del Gotico siciliano dà ampio spazio a comparazioni con letterature e arti straniere, spaziando da Thomas Ligotti a William Peter Blatty, dal cinema dell'orrore al capolavoro videoludico Silent Hill. -
Per fare il ritratto di un pesce
La lunga giornata di un pittore nella vana attesa di un pesce, per concludere un ritratto perfetto. La breve giornata di alcuni bambini che un pesce lo trovano, concludendo così un gioco perfetto. Due racconti in uno, dove sogno e realtà si intrecciano pur correndo lungo fili paralleli. Età di lettura: da 7 anni. -
Mio padre, il grande pirata
Un bambino innamorato del padre. Minatore emigrato in Belgio, rientra a casa solo una volta l'anno e a suo figlio porta regali di mare e racconti di tesori perduti e avventure. Suo figlio lo crede un pirata. Di più: un grande pirata che guida una nave chiamata Speranza. E chi, se non la ciurma, possono essere Tabacco, Turco, Libeccio, Barbuto, e anche il pappagallo Centolire, di cui parla sempre il papà? Sarà solo dopo un incidente in miniera che il bambino capirà la verità. Un lungo viaggio in treno verso il Belgio, e poi l'ospedale in cui ritroverà il padre ferito. E insieme una grande delusione: suo padre gli ha sempre mentito. Per fortuna è salvo, ma il grande pirata non c'è più. Alcuni anni dopo, un altro telegramma: la miniera chiude. Altro treno, altro viaggio, stessa destinazione. E, per il bambino - diventato ragazzo - la scoperta: Tabacco, Turco, Libeccio e Barbuto esistono davvero, sono i vecchi compagni del padre, e Speranza è il nome che campeggia all'ingresso della miniera. Nera come il carbone, allora il ragazzo issa sul traliccio più alto la bandiera della pirateria. Età di lettura: da 8 anni. -
Le avventure di Pinocchio
Originale creatore di mondi, sul suo Pinocchio Luca Caimmi scrive: “È un Pinocchio contemporaneo, immerso nella Natura, espressione della esuberanza vitale, in quanto pesce. Il fuoco, la notte, la vegetazione, gli scenari delle colline marchigiane, il mondo sommerso dato dai colori e dal segno ‘liquido’: tutto racconta una natura prepotente e rigogliosa.”Pinocchio nasce da un pezzo di legno e dal desiderio di Geppetto di avere un burattino per compagnia. La loro storia di monellerie, bugie, paure, imbrogli e fughe ma anche di generosità, affetto e coraggio si impreziosisce in questa meravigliosa e ricca edizione, grazie alle illustrazioni di Luca Caimmi. Metafora dell’infanzia, Caimmi inventa un Pinocchio acquatico e notturno dove tutti i personaggi umani sono creature marine. Il ‘maestro’ Faeti, con la consueta autorevolezza, fa luce sull’interpretazione di Caimmi di molti temi collodiani; così il suo Mangiafuoco, nonostante le pinne, continua a incarnare l’orrore del mondo dei grandi e la fata Turchina è qui una maga-sirena con la sfera di cristallo. Un libro magico che ci ricorda che tutte le storie nascono dal buio e che ogni infanzia è fatta di finzione visionaria. LIBRO CON COFANETTO. -
Paris-Londres
Sulla nave Paris-Londres viene ordito un diabolico complotto: rapire il mostro di Loch Ness e deportarlo in Baviera come attrazione turistica. Per sventare il sequestro, il manipolo di avventurieri guidati dal Comandante Crow dovrà affrontare un esercito di cloni e un popoloso harem di concubine filosofe. Con gusto surrealista, ritmo implacabile e un disegno mai così espressivo, Joann Sfar trascina il lettore in un mondo dove tutto è possibile e l'avventura è l'unica legge. -
Scialpinismo, freeride e ciaspole nelle Pale di San Martino. 110 ...
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Tecnica di sci fuoripista. Come sciare correttamente. Scialpinism...
Un manuale per scoprire tutti i trucchi per imparare a sciare fuoripista, sia in neve fresca, come in qualsiasi altro tipo di manto nevoso. Nel manuale viene presentato un metodo innovativo di apprendimento dello sci alpino, che non si basa sulla ripetizione di esercizi stereotipati ma sulla scoperta dei movimenti fondamentali e naturali della tecnica sciistica. Per una più facile comprensione del testo, la descrizione di ogni singolo movimento della tecnica è stata corredata da una ricca serie di immagini realizzate in grafica 3D. Un manuale insomma rivolto a tutti, non soltanto alla ristretta schiera degli sci-alpinisti, ma a tutti gli appassionati che desiderano provare il fuoripista, per apprezzare veramente e in maniera totale l'arte meravigliosa dello sci, nella sua espressione e nel suo ambiente più naturale.