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The sound of Christmas. Il Natale nella popular music in 100 disc...
Il disco natalizio è una scelta obbligata per un artista in crisi creativa che ha bisogno di tenere a bada i fan – e i discografici più pressanti – in una fase delicata della propria carriera (ammesso e non concesso che ne abbia una). Questo almeno è ciò di cui tutti sono convinti. Ma è davvero così? È possibile che, dalla nascita della discografia a oggi, tutti gli holiday album che ciclicamente trovano spazio nelle classifiche di tutto il mondo siano solo fumo negli occhi? “The Sound of Christmas” vuole sfatare questo mito, perché se è vero che molti di questi lavori sono tutt’altro che imprescindibili, è altrettanto vero che sarebbe scorretto ridurre pubblicazioni come we three kings delle Roches o the bells of dublin dei Chieftains a mere operazioni commerciali prive di ambizioni artistiche. Suddivisa in dieci categorie con relativi codici QR per accedere a delle playlist dedicate, l’opera rappresenta una piccola guida all’ascolto per chiunque voglia avvicinarsi a uno dei repertori più divisivi dell’industria musicale. Prefazione di Marco Masoni. -
Dance! Techno & house, 100 dischi fondamentali
Dance! è un tentativo giocoso di applicare alla musica da ballo elettronica moderna l’abitudine, tipica della critica rock, di stilare una “lista dei cento dischi imprescindibili” con lo scopo di creare un percorso d’ascolto guidato verso la scoperta dei due generi che più ne hanno segnato la storia: Techno e House. Entrambi gli stili sono rappresentati da cinquanta dischi, per ognuno dei quali viene approntata una breve scheda composta da analisi critica, inquadramento storico, profilo sociologico e descrizione dei brani più significativi. In appendice altre dieci schede più sintetiche su altrettanti album che per un soffio non ce l’hanno fatta a entrare nell’elenco principale. Dance! si concentra sull’aspetto discografico della materia, con lo scopo di incuriosire e portare dentro di essa appassionati e ascoltatori che vengono da altri contesti musicali. L’opera, da intendersi sia come lettura organica sia come piccolo manuale di consultazione rapida, fornisce il punto di vista divertito e stupito di un autore reduce da un visionario viaggio verso il cuore della musica dance, facendola entrare da protagonista nel suo bagaglio di ascolti e gusti prevalentemente rock e pop. Un atipico “diario” di quell’entusiasmante cammino in cento tappe diretto verso il cuore stesso della cultura da club per scoprirne qualità, confini e perimetro artistico. -
Morning Glory. Il Britpop in 101 canzoni
Negli anni Novanta, Oasis, Blur, Pulp, Suede e Verve hanno segnato in modo indelebile la scena musicale inglese, grazie a canzoni memorabili quali Wonderwall, Parklife, Common People, Don’t Look Back in Anger e Bitter Sweet Symphony. Con i cupi e violenti anni Ottanta del thatcherismo finalmente alle spalle, l’Inghilterra che si affaccia al nuovo decennio è un paese disorientato, ma deciso a cambiare volto: mentre il New Labour di Tony Blair acquista sempre più popolarità, un ritrovato entusiasmo tra le generazioni più giovani genera un’ondata di nuove band che, ispirandosi ai classici del rock inglese e trattando con rabbia o ironia argomenti della vita quotidiana britannica, scalano le classifiche riportando le chitarre al centro della scena. Nasce così il Britpop, noto anche come Cool Britannia: un movimento variegato, che include artisti diversi dal sound diverso, alcuni più sperimentali e altri più ancorati alla tradizione, riunendoli tutti all’ombra di un’unica, enorme e sventolante Union Jack. Attraverso i testi delle canzoni più celebri e le storie che hanno portato alla loro composizione, questo libro prova a ripercorrere parola per parola quell’irripetibile “Morning Glory”, l’esaltante ubriacatura collettiva nota come Britpop, l’ultima stagione musicale in grado di incidere tanto sul costume e sull’immaginario collettivo. -
1973. L'anno cruciale della musica. Raccontato in 73 dischi leggendari
Che il 1973 sia un anno “storico” lo dimostra la lunga lista dei capolavori usciti in quei dodici mesi. Basti citare the dark side of the moon dei Pink Floyd. Uno per tutti. Ma gli altri non sono da meno: dai Genesis a Mike Oldfield, dai Led Zeppelin a Bruce Springsteen, dagli Who agli Yes, senza dimenticare gli italiani dell’irripetibile generazione progressive (Osanna, Le Orme, Acqua Fragile). 33 i recensori coinvolti – esperti, scrittori, saggisti – come i giri di un Lp, per raccontare “oggi” questa straordinaria musica di “ieri”, una musica per tutti i gusti, dal blues al jazz, dal folk alla psichedelia, dal rock al prog. La vera sfida dei curatori è stata quella di provare a rileggere lavori molto conosciuti attraverso occhi nuovi, contemporanei; e se molti dei partecipanti al progetto, “diversamente giovani”, hanno avuto la possibilità di vivere in diretta gli eventi di cui scrivono, non mancano i “giovanotti”, quelli che hanno saputo apprezzare l’eredità che qualcuno ha loro lasciato, e ora ne fanno buon uso, condividendo col mondo la loro passione e le loro conoscenze. È passato mezzo secolo, ma questa musica fa ancora parte delle nostre vite e delle nostre coscienze. -
Cento anni di musica country 1922-2022
Il 1° settembre del 1922 un misconosciuto violinista originario dell’Arkansas, Eck Robertson, pubblicò un 78 giri contenente due danze strumentali: Sallie Gooden e Arkansaw Traveler. Lì per lì se ne accorsero in pochi, ma a distanza di un secolo molti studiosi le indicano come le più vecchie incisioni, almeno fra quelle sopravvissute fino a oggi, di un calderone stilistico solitamente indicato come old-time music (musica dei vecchi tempi). Dall’ambiente della old-time music emerse nel giro di pochi anni quella che sarebbe in seguito stata nota come musica country: pertanto, i due brani di Robertson sono anche una prima testimonianza, per quanto ancora embrionale e grezza, delle sonorità tipiche di quell’universo. Se la matematica non un’opinione, ciò rende il 2022 l’anno del centenario della musica country. Questo libro ne approfitta per fare il punto della situazione, analizzandone la storia attraverso le sue infinite mutazioni stilistiche, le alterne fortune, le implicazioni sociali e l’impatto storico, dalla nascita ai nostri giorni. A rendere più facilmente consultabile il testo, una guida di cento schede su altrettanti fra gli artisti essenziali per la comprensione del genere. Qualcuno potrà infine obiettare che il country abbia in realtà ancora 99 anni, essendo emerso nel 1923 con Fiddlin’ John Carson, o addirittura 95, piazzando la data fatidica nel 1927 di Jimmie Rodgers e Carter Family: tutti distinguo che sono a ogni modo ampiamente trattati all’interno del libro. Quel che è certo, è che a circa cent’anni dalla nascita, il country sembra ancora lungi dall’avere esaurito la propria capacità di affascinare l’immaginario collettivo americano. -
Emozioni private. Lucio Battisti. Una biografia psicologica. Nuov...
“Emozioni private” è un testo prezioso nella sterminata bibliografia battistiana. La vita e le opere del grande artista scomparso venticinque anni fa sono oggetto di un’accuratissima ricerca di informazioni condotta attraverso i giudizi di chi lo ha frequentato più da vicino, a cominciare da Mogol, che in una lunga conversazione con l’autrice svela molti segreti della sua amicizia e della sua fertile collaborazione con Lucio. La ricerca effettuata da Amalia Mancini mette in luce una personalità che nei suoi tratti esteriori e nei suoi discreti comportamenti di uomo di spettacolo non manifestava a tutti la sua intima essenza, così bene trasmessa invece nella sua musica. Già nella prima parte del volume sono posti in rilievo quei temi che verranno poi ripercorsi nella seconda parte, che analizza le singole opere: il tema dell’amore, della malinconia, della libertà, della natura, dell’ecologia, della paura, dell’alienazione, della solitudine, del timore di una catastrofe naturale e umana. «Ascoltare significa qualcosa» dice Lucio, e riascoltare può essere un’operazione stimolante e coinvolgente. Questo libro, perciò, stimola e coinvolge trascinando a sua volta il lettore che viene sospinto a risentire parole e musica dell’opera di Lucio Battisti, immortale nel suono e nel ricordo. La seconda edizione di questo libro è un’occasione imperdibile per riscoprire questa lettura attraverso le voci degli amici e collaboratori di Lucio, preziose fonti di informazioni per la sua conoscenza. -
Frank Zappa. Il padrino del rock
Ottobre 1987, Los Angeles, California. Un giovane fotografo italiano viene ingaggiato per documentare le prove e le prime date di “Broadway The Hard Way”, il nuovo tour di Frank Zappa, uno dei personaggi più eccentrici, inventivi e controversi della storia del rock. Per l’occasione Zappa mette su una band di dodici elementi, scelti fra i migliori in circolazione negli Stati Uniti, e concepisce lo spettacolo prevedendo quattro differenti programmi da presentare nelle diverse serate: ogni musicista dovrà imparare alla perfezione circa 300 brani del suo repertorio. Un’impresa titanica, anche per quella che molti non esitarono a definire la migliore band mai avuta dal compositore e musicista italoamericano. I primi concerti confermarono la pertinenza della definizione, ma ben presto quello che sarebbe stato l’ultimo tour di Zappa prima della sua scomparsa nel 1993, si trasformò inaspettatamente in una storia dal sapore quasi shakespeariano, fra incomprensioni e scontri di personalità. “Il Padrino del Rock” racconta il dietro le quinte di quel tour, offrendo un ritratto molto inconsueto di Zappa, del suo modo di lavorare e di essere, della sua lotta per la libertà di espressione e contro le regole imposte dalle major. Sullo sfondo, quasi in controluce, Los Angeles e la Hollywood di quegli anni, con i sogni e le ambizioni, ma anche le cadute, le contraddizioni e le innumerevoli fragilità e altri incontri di ordinaria follia o straordinaria normalità, anch’essi reali, con altri grandi artisti quali Jaco Pastorius, Joe Zawinul, Miles Davis, Russ Meyer, Mark Mothersbaugh. -
Lo spleen di Lucio. Guida all’ascolto dei dischi bianchi di Lucio...
Quando uscì Hegel (1994), il quinto e ultimo lavoro della coppia Battisti-Panella, un giornalista chiese un parere ai maggiori esponenti della filosofia italiana e la risposta fu un’unanime stroncatura, non era materia da mescolare con la musica leggera (la filosofia-pop era ancora lontana) e nessuno degnò di un ascolto approfondito il disco, altrimenti almeno uno di questi studiosi avrebbe notato, con la competenza che mancava ai critici musicali (non ce ne vogliano), che non parlava tanto di Hegel, quanto di Hölderlin; per di più, gravava il pregiudizio, duro a morire, che il cantante in questione era più adatto ai falò estivi sulla spiaggia. Era un’etichetta che Battisti si trascinava dietro e che aveva provato a cancellare negli otto anni con Pasquale Panella. I cinque dischi contrassegnati dalla copertina bianca non sono solo album di canzoni, andrebbero visti come i capitoli di una riflessione critica. I testi di Pasquale Panella non sono semplici giochi di parole, ma celano intriganti esperimenti poetici: don giovanni è una riscrittura de I fiori del male di Baudelaire cucita sull’icona di Battisti, l’apparenza è una meditazione fenomenologica sulla scrittura, la sposa occidentale una variazione a tema sulla figura femminile nell’opera di Baudelaire, cosa succederà alla ragazza un raffinato spin off di Ulisse di James Joyce, hegel un pastiche che intreccia Finnegans Wake di Joyce, Iperione di Hölderlin e l’etica di Lévinas... Forse non aveva torto quel giornalista a interpellare più che un critico musicale, un docente di filosofia. -
Rain. Come back a-live. Ediz. italiana
Nel 2010 la band italiana Rain – un’istituzione dell’heavy metal bolognese, con dieci album e oltre quarant’anni di concerti all’attivo – vola oltreoceano per suonare di spalla agli americani W.A.S.P., uno dei gruppi più noti del movimento hard rock degli anni Ottanta. “Come Back A-Live” è ispirato ai fatti e agli episodi di quel tour, al quale l’autore ha partecipato in veste di reporter, videomaker, merchandiser e tour manager operativo. Sono passati più di dieci anni da quell’autentica avventura on the road, ed è venuto il momento di tuffarsi nei ricordi per celebrarli: in ciò che è stato, che è successo veramente, e anche in ciò che non è stato (ciò che quindi è pura ispirazione narrativa), ma ha trovato spazio nei sogni (di rock’n’roll) dei sette ragazzi che quel 10 marzo 2010 atterrarono al JFK di New York, del tutto ignari dell’avventura che li aspettava fuori dai terminal dell’aeroporto. Se tutte le strade portano a Roma, una soltanto avrebbe condotto al termine del tour, proprio dall’altra parte dell’immensità degli States, a Los Angeles; un lungo cammino verso la California, intersecato e intessuto da strane coincidenze, e punteggiato da incontri magici, da personaggi bizzarri… come in ogni avventura che si rispetti. E anche da un antefatto incredibile che lasciò tutti col fiato sospeso sino alla fine… -
100 anni di Maria Callas. Nei ricordi di chi l'ha conosciuta
Maria Callas, la Divina. Una grande storia di musica e passione. Maria Anna Cecilia Sofia Kalos, contrazione del cognome originario Kalogheropoulou, è nata a New York il 2 dicembre 1923. Ma sono forse le sue origini greche a trasformarla nella più grande interprete lirica di ogni tempo, grazie a un timbro vocale unico, intriso di quella drammaticità tipica di chi porta la Tragedia nel suo Dna. Dotata di un carisma inconfondibile in cui l’anima mediterranea della Madre Terra rifulgeva nel suo millenario fascino, Maria Callas è stata la Marilyn Monroe dell’opera lirica. L’infanzia di Maria non fu serena. I genitori si divisero e lei, con la madre e la sorella, si trasferì ad Atene, dove si diplomò in canto. Tornò negli Stati Uniti e continuò a studiare. La sua insegnante Elvira de Hidalgo le consigliò di trasferirsi in Italia, dove conobbe Giovanni Battista Meneghini, suo futuro marito, che rimase al suo fianco nel periodo di grande successo. Finché Maria non conobbe Aristotele Onassis, l’amore tormentato della sua vita. Negli ultimi anni si ritirò a Parigi, dove morì il 16 settembre 1977. A ricordarla intimamente in questo libro, che ripercorre anche tutte le tappe artistiche del leggendario soprano: Ferruccio Mezzadri, suo cameriere personale, Giovanna Lomazzi, dirigente del Teatro Sociale di Como e sua grande amica, e Giuseppe Gentile, suo partner in “Medea” di Pasolini. -
Perché non scendi? Baricco, Tornatore, Morricone e «La leggenda d...
“Novecento” è il pianista, “Novecento” è l’uomo, “Novecento” è il personaggio. Il film di Giuseppe Tornatore è un progetto di portata e ambizione non comuni per gli standard italiani, una produzione internazionale fisicamente imponente: 20 milioni di dollari investiti. La storia, basata sul monologo drammatico del romanziere Alessandro Baricco, racconta le vicende della vita di un bambino che, nato e abbandonato su un piroscafo transatlantico, viene cresciuto dall’equipaggio della nave. Senza mai mettere piede sulla terra ferma, in breve tempo diventa un musicista virtuoso la cui fama precede la sua storia. Gli scopi di questo lavoro sono due e non viaggiano paralleli. Il primo è quello di esporre e analizzare la struttura da un punto di vista tematico, come la solitudine e lo straniamento del musicista possano rappresentare l’isolamento di tutti gli uomini, i suoi aspetti epici: il mito di un pianista che vive la propria esistenza interamente sul transatlantico e quindi non ha nazionalità, documenti o identità. Il secondo è il rapporto tra il regista e il musicista: Tornatore e Morricone, la scelta dei brani e la genesi compositiva attorno alla colonna sonora del film. -
Il jazz e l'Italia. Cento musicisti si raccontano 1923-2023
Questo libro compone il trittico ideale del sound afroamericano: dopo “Il jazz e i mondi” e “Il jazz e l’Europa”, ecco raccontare il jazz dell’Italia e l’Italia del jazz, attraverso 100 conversazioni con altrettanti protagonisti del ritmo sincopato tricolore, ovvero il “giezz” nazionale o ancora, in altre parole, l’Italian Jazzy o “the jazz made in Italy”. Per fornire un quadro sintetico ma esauriente su quanto viene creato, improvvisato, cantato, suonato, ballato, ascoltato nel nostro Paese, l’autore si confronta con i maggiori esponenti – solisti, accompagnatori, cantanti, strumentisti, arrangiatori, capigruppo, direttori d’orchestra – degli stili revival, swing, bebop, cool, free, postbop, fusion, world; e attraverso incontri, telefonate, email, appuntamenti, scambi di opinioni, serate nel backstage o al ristorante, i musicisti parlano di sé, della loro musica, dei grandi maestri, talvolta di politica e società rivelandosi via via colti, preparati, intenditori dall’orecchio fine e dal fiuto infallibile: persone sempre gentili, disponibili, incuriosite. Le testimonianze dei 100 – Stefano Bollani, Franco Cerri, Paolo Conte, Franco D’Andrea, Dino Piana, Paolo Fresu, Giorgio Gaslini, Lelio Luttazzi, Lino Patruno, Enrico Rava, giusto per nominare un’ipotetica top ten dei “famosi”, senza nulla togliere agli altri 90 – restano altresì tracce durature per riassumere i nostri trascorsi di nazione musicale, facendo quasi presagire la situazione odierna e dimostrare in fondo i tanti (o pochi?) cambiamenti nel nostro Paese, in base ad esempio ai gusti del pubblico o agli aiuti dello Stato a favore della cultura, di cui il jazz ormai è parte integrante, recepita quale arte classica e al contempo nazional-popolare. E il libro diventa quindi una storia sui generis, un viaggio nella memoria, una riflessione generazionale su un credo artistico, un costante dialogo fra uno e gli altri, con tantissimi aneddoti. Completa il volume la più importante bibliografia finora mai realizzata sul jazz italiano sotto ogni angolazione. -
John Bonham. Il motore dei Led Zeppelin
Nel 1980 John Bonham “Bonzo”, considerato il più grande batterista della storia del rock, morì in circostanze tragiche a soli trentadue anni. Due mesi più tardi, con una semplice lettera firmata dai compagni di gruppo Robert Plant, Jimmy Page e John Paul Jones, si annunciava che John non sarebbe stato sostituito. Dopo nove milioni di dischi venduti e molte tournée da record, i Led Zeppelin giunsero a una brusca e prematura fine. Questo resoconto personale e intimo della vita di John Bonham è stato scritto dalla persona che lo conosceva meglio di chiunque altro: suo fratello Mick. Partendo dall’adolescenza di entrambi, il libro ripercorre – avvalendosi dei contributi di Robert Plant e John Paul Jones e con il contrappunto di molte fotografie – la vita e la carriera di Bonham, dagli esordi alla fama planetaria, come membro della più potente macchina rock’n’roll degli anni Settanta, di cui “Bonzo” è stato lo straordinario, inarrestabile motore. -
Rock'n'soul. Storie di musica e spiritualità
Le storie di vita di dieci star della musica si mescolano ai loro percorsi interiori e spirituali. Attraverso le esperienze di George Harrison, Patti Smith, Leonard Cohen, Joni Mitchell, Bob Dylan, Tori Amos, Yusuf / Cat Stevens, Sinéad O’Connor, Nick Cave e PJ Harvey, Rock’n’Soul racconta quanto e come l’arte sia mezzo di ascolto della dimensione meditativa e spirituale più profonda. L’ordine degli artisti e delle artiste all’interno del libro non è cronologico, ma pensato come un’alternanza di voci. Le biografie sono elaborate in funzione delle dinamiche e dei processi che portano dalla musica alla spiritualità e viceversa. Le inquietudini, i desideri, le insoddisfazioni, i traumi che spingono ognuno di questi artisti verso una ricerca interiore sempre più consapevole, sono strettamente connessi con le loro esperienze di vita. La musica crea un ponte tra dentro e fuori, e sembra essere l’unica forma d’arte in grado di racchiudere tutto, in modo spesso trascendente. -
Franco Battiato per sempre. Tutti i dischi e tutte le canzoni
Franco Battiato è stato uno dei più grandi compositori d’Italia. La sua figura merita di svettare insieme a immortali del passato come Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Antonio Vivaldi. Non solo, Battiato è stato anche uno dei più grandi divulgatori di cultura che il nostro paese ricordi, e ciò grazie al semplice uso di canzoni, che spesso non arrivano a cinque minuti di durata, e all’enorme capacità di condensare alto e basso, di mischiare profumi provenienti da terre vicine e lontane, di citare il più infimo programma televisivo insieme alle più alte opere filosofiche, mistiche e religiose, di divagare sull’esoterismo, di mescolare pop, rock, cantautorato, elettronica, dance, opera, musica classica e psichedelia. Dopo essersi soffermato sulla prima parte della sua carriera in “Battiato: La voce del padrone”, Fabio Zuffanti sviscera l’opera discografica di Franco Battiato in un volume che analizza, con maniacale dovizia di particolari, ogni album e canzone registrata dal nostro tra il 1965 e il 2019, al fine di aprire un forziere fatto di tesori preziosi e mostrare al lettore di quanta ricchezza musicale e culturale siano pregne le sue invenzioni. A chiusura del volume è presente un’appendice sul cinema di Franco Battiato a cura del cantautore (già premio Tenco) Fabio Cinti, che per l’occasione veste i panni del critico cinematografico. -
Tonight, tonight. La malinconia infinita degli Smashing Pumpkins
Aprile 1996. Gli Smashing Pumpkins pubblicano “Tonight, Tonight”, canzone che deflagra in radio e in TV, sancendo la definitiva consacrazione della band nell’olimpo del rock. L’album che la contiene, ""Mellon Collie and the infinite sadness"", vende milioni di copie e diventa il ""The Wall"" degli anni Novanta. In questo volume ripercorriamo la storia del gruppo dalla formazione alla pubblicazione di CYR (2020) con “Tonight, Tonight” come cuore pulsante, narrando l’immaginario, la musica, il testo e il videoclip di quel brano fino ai suoi lasciti nell’identità artistica attuale della band. Un viaggio per raccontare nel dettaglio il caleidoscopio dei sogni della canzone più celebre degli Smashing Pumpkins. -
Paul Motian. L'arte zen di suonare la batteria
Paul Motian è stato un batterista unico e atipico. Ha attraversato da protagonista tutte le stagioni del jazz al fianco di musicisti quali Bill Evans, Keith Jarrett, Paul Bley, Gary Peacock, Charlie Haden, Lee Konitz, Joe Lovano, Bill Frisell, Tim Berne. Negli ultimi anni di carriera ha vestito i panni del talent scout portando alla ribalta musicisti come Chris Potter, Joshua Redman, Steve Cardenas, Jakob Bro, Kurt Rosenwinkel. L'obiettivo di questo libro è analizzare e descrivere lo stile di Motian, tanto dietro i tamburi quanto in sede compositiva, ma anche il pensiero musicale, le influenze e le particolarità della sua musica che continua a esercitare su di noi un fascino mistico, ineffabile. Il primo capitolo contiene una breve biografia del batterista americano di origini armene, dall'apprendistato musicale nell'esercito americano al successo trovato come sideman del pianista Bill Evans; il secondo è incentrato sull'analisi estetico-musicale di alcune fatiche discografiche motianiane; il terzo cerca di descriverne la musica da una prospettiva più filosofica, rintracciando, nella sua essenza e nel suo spirito, molte analogie con la millenaria tradizione zen; nell'ultimo capitolo viene invece lasciata la parola ad alcuni musicisti italiani che hanno diviso col batterista il palcoscenico e preziosi momenti di vita vissuta al fianco di questo guru del jazz. -
Necrodeath. The shining book. Ediz. italiana
Necrodeath. Una band che fin dagli anni Ottanta, con il primo demo tape “The shining pentagram” e poi con l’epocale “Into the macabre”, è stata una vera e propria precorritrice di un certo tipo di metal che ha fatto scuola in tutta Europa e oltre. Più di trentacinque anni di storia costellata di album violentissimi, sperimentazioni trash, appassionati concerti e rocambolesche esperienze pre-Necrodeath, per poi addentrarsi nelle registrazioni dei vari dischi e di alcuni progetti paralleli, soffermarsi sull’aspetto tecnico dei brani e sul significato dei testi, nonché sulle date live, il tutto costellato da centinaia di aneddoti e arricchito da foto del periodo. Con un’ampia discografia in appendice e i commenti sul gruppo da parte di alcuni addetti ai lavori (musicisti, discografici, giornalisti) e di parte selezionata di fan fedelissimi. -
Solo. Le carriere soliste di dieci grandi front(wo)men
Insieme alle loro band hanno venduto milioni di dischi, scalato le più importanti classifiche del mondo, suonato in arene e stadi sold out, eppure, a un certo punto della loro carriera, grandi front(wo)men quali Dave Gahan, Freddie Mercury, Phil Collins, Sting, Bruce Dickinson, Eddie Vedder, Skin e altre rockstar planetarie, hanno scelto di provare a camminare con le proprie gambe, a volte per potersi esprimere liberamente in nuovi stili e sonorità, altre per alimentare ulteriormente il proprio ego. “Solo” è un’ironica incursione nelle vite e nelle carriere soliste di dieci grandi artisti con aneddoti, curiosità e approfondimenti ad alto contenuto rock. -
Parole & musica. I luoghi della canzone d'autore italiana
Spesso sentiamo parlare di “scuole di cantautori”, una definizione popolare, ma a ben vedere non proprio corretta. Meglio allora “scene cantautoriali”, che si differenziano l’una dall’altra per una serie di fattori. E ogni “scena” è inevitabilmente collegata anche ai “luoghi” della canzone d’autore. Nel suddividere l’Italia in aree geografiche e nel tracciare il profilo artistico di singoli personaggi di successo, “Parole & Musica” intende definire quali ispirazioni, quali fonti di riferimento, tradizioni popolari passate ma profondamente radicate, quali temi e suggestioni personali di vita o artistiche, e ancora quali ambienti e sollecitazioni culturali ci siano o ci siano state in passato alla base di una canzone d’autore proveniente da una città o un territorio. A cosa pensano gli autori quando scrivono il loro primo o seguente successo? Quali luoghi li ispirano? Ogni ambientazione geografica significa genti diverse e quelle genti sono state a loro volta influenzate da chi c’era prima e ha lasciato in loro un segno indelebile. Così, scopriamo che a Genova ci sono riferimenti diversi da quelli esistenti a Milano, che Bologna ha radici differenti da quelle di Napoli, e che la canzone che nasce sotto il Vesuvio non è come quella nata sotto l’Etna o intorno all’Isola delle Femmine a Palermo. Una geografia della canzone dove non esistono confini né linee di demarcazione e dove spesso per “locale” si finisce per intendere un’intera regione.