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L'impresa, l'anima e le forme. Scritti sull'Eni e per l'Eni
L'Eni, e il suo mondo - perché di un vero e proprio mondo si tratta - sono l'oggetto degli scritti di Giulio Sapelli qui pubblicati. Dall'impegno per la ripartenza dell'Italia profuso nel dopoguerra da Enrico Mattei alla formazione della cultura d'impresa, i temi passati in rassegna ricostruiscono tassello dopo tassello la crescita e l'evoluzione di una grande realtà imprenditoriale italiana. Il volume rappresenta dunque un documento storico scritto da chi ha potuto vivere direttamente e intensamente la cultura aziendale e i valori di Eni, che traggono origine dal fondatore Mattei e che, protrattisi nel tempo, sono ai nostri giorni ancora solidi e radicati. -
Le Venezie di Marco Polo. Storia di un mercante e delle sue città
Marco Polo rispose: «Ogni volta che descrivo una città dico qualcosa di Venezia» Italo Calvino, Le città invisibili Sono trascorsi settecento anni dalla morte di Marco Polo. Su di lui esiste una letteratura ormai sterminata, quasi in ogni lingua, e le sue straordinarie vicende di viaggio, che spalancarono all'Europa cristiana il lontano e favoloso Oriente, sono state raccontate e ripercorse da numerosi autori. E così, in questo libro, Ermanno Orlando ribalta completamente il punto di vista e ci conduce, anche facendo tesoro delle suggestioni derivanti dalle Città invisibili di Calvino, in un viaggio nelle città che Marco ha via via attraversato. Per una volta il nostro mercante resterà sullo sfondo, lasciando che siano i luoghi a prendersi per intero la scena. Vedremo Venezia - immaginata, vissuta, lasciata e ritrovata - e poi salperemo per Trebisonda, Tabriz, Costantinopoli, San Giovanni d'Acri... E infine ritorneremo nella città continuamente cercata nelle altre e cambiata nello spazio di un viaggio che pareva infinito. -
Donne sacre. Sacerdotesse e maghe, mistiche e seduttrici
Un libro inconsueto e potente, un incontro con figure femminili fuori dal comune. Una storia che non può mai finire. Rien que la femme. Donne-dee, sacerdotesse, mistiche; guaritrici, veggenti, donne fatate e donne fatali; figlie del Sole e della Luna, e infine una bambina di Nazareth che diventa la Vergine Madre di Dio. Che cosa si cela dietro queste figure femminili umane e divine, sospese tra mito e storia, passato e futuro, Oriente e Occidente? Hanno provato a spiegarcelo in tanti, da Omero a Ovidio, da Dante a Goethe a Freud. Il mistero, scaturito da una grotta preistorica e da una figurina di pietra dai grossi seni alta pochi centimetri, arriva a madre Teresa di Calcutta e alle «divine» del Novecento, di cui forse Greta Garbo ed Evita Perón rappresentano il fascino che sfiora i limiti dell'umano. È tempo di andare al cuore di questo grande archetipo, che nella cultura moderna continua a conservare i tratti che gli hanno prestato Botticelli e Raffaello. In queste pagine le donne parlano con Dio, con i demoni, con i morti. Il Sacro femminile come pietra di inciampo che segna tutta la nostra storia. -
L'isola che non c'è. Geografie immaginarie fra Mediterraneo e Atl...
Le Isole Fortunate, l'Ultima Thule, l'isola di San Brendano, Antilia, Hy-Brasil, e con esse molte altre, non sono unicamente elementi geografici: sono luoghi simbolici e fantastici che per secoli hanno attratto gli uomini del Mediterraneo animati dal desiderio di dare forma alla propria immaginazione Semplici scogli, atolli, ampi agglomerati, veri e propri continenti: la vicenda delle isole e del loro ritrovamento ha animato i viaggiatori e affascinato i letterati. Cristoforo Colombo afferma d'averne incontrate 1.400, secondo una lettera di papa Alessandro VI; 1.700, stando, invece, a un messaggio inviato ai reali iberici. Numeri, questi, assai inferiori rispetto a quelli contemplati per l'Oceano indiano da Marco Polo - ben 12.700 - o dal domenicano Guglielmo Adam - 20.000. Questo libro ricostruisce la storia avventurosa e fantastica della ricerca delle isole in età medievale, in un Oceano che era il luogo del possibile e dell'impossibile. Ne emerge un grande racconto sospeso tra immaginario e conoscenze che si ampliano, tra «scoperte», «conquiste» - spesso devastanti - e reiterate delusioni, legate al desiderio, utopico e mai sopito, di vedere mutata in realtà la sostanza dei propri sogni. -
Relazioni tra Stato e Chiesa
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Una lunga solitudine. Autobiografia
Dorothy Day era una radicale americana, una donna destinata a essere citata nelle cronache degli Stati Uniti tra le voci in opposizione a una società che, nonostante tante chances, macina l'umanità della gente e riduce troppi uomini alla miseria materiale e civile. Oggi Dorothy fa parte della storia americana come una delle figure più capaci di costruzione che il suo Paese abbia avuto. Con la conversione al cattolicesimo, ha trasformato il suo sdegno per l'ingiustizia in una lunga e ininterrotta missione di sostegno ai diseredati. Con Peter Maurin ha fondato le «case di ospitalità», una ospitalità che consisteva nel permettere la ripresa di una vita più umana per chi era ai margini della società civi-le. Maurin e Dorothy diedero vita a un vero e proprio movimento e a un settimanale, divenuto celebre, che esce ancora oggi: il «Catholic Worker». L'annuncio cristiano di Dorothy si è svolto in situazioni dif-ficili, ma non per questo ritenute impossibili per riproporre l'invito di Cristo. Il movimento del Catholic Worker è costantemente intervenuto a sostenere i bisogni e i diritti della gente meno difesa: un'azione non violenta, ma decisa a ottenere tutto il possibile. Dorothy Day, pur immersa in una missione così coinvolgente, si è sempre mostrata capace di solidarietà con la sofferenza di altri popoli e Paesi. Introduzione di Robert Coles. -
Storia della Chiesa. Vol. 2: Epoca dei Concili (IV-V secolo), L'.
""L'epoca dei concili"" è un'opera di riferimento all'interno della grande «storia della chiesa» organizzata. Hubert Jedin, direttore della collana, fu padre conciliare nel Vaticano II. A partire dalla libertà religiosa, divenuta presto posizione maggioritaria del cristianesimo nell'impero romano, i concili divennero il modo per costruire una cultura religiosa condivisa da parte dei cristiani. In questa costruzione non mancarono forti scontri che furono non solo religiosi ma anche politici (con ariani, donatisti, nestoriani, monofisiti, pelagiani, ecc.). Se furono occasioni di importanti chiarimenti sulle figure di Cristo, di Maria, della Trinità e della Chiesa stessa, a volte le separazioni si dimostrarono pretenziose e solo nel tempo si ritrovò la comunione. È questo noto anche come il periodo dei grandi «Padri della Chiesa», sia nel mondo di tradizione greca che latina. Si tratta infine del periodo che vede il sorgere del monachesimo, prima in Oriente, poi in Occidente. In un periodo in cui il tessuto civile dell'ex impero romano era condannato a sfaldarsi, il monachesimo era invece vocato a divenire non solo un nerbo religioso, ma anche uno strumento di aggregazione e di civiltà. Dopo il primo sulle origini, questo secondo volume approfondisce i temi della formazione del dogma, del monachesimo, della diffusione missionaria e della cristianizzazione dell'impero romano. -
La comunità. Luogo del perdono e della festa
«Trovandomi vicino a molte persone attirate dalla comunità, da nuovi modi di vita, mi rendo conto della grande ignoranza esistente a riguardo della vita comunitaria. Molti sembrano credere che si tratti di mettere sotto lo stesso tetto delle persone che s'intendano ""più o meno"" o che siano impegnate nei confronti di uno stesso ideale, perché ci sia comunità. Il risultato, a volte, è disastroso! La vita comunitaria non è fatta semplicemente di spontaneità né di leggi. Ci sono delle condizioni precise, necessarie, perché possa farsi profonda e crescere attraverso le crisi, le tensioni e i ""momenti buoni"". Se non ci sono queste condizioni, sono possibili tutte le deviazioni che porteranno progressivamente alla morte della comunità o alla sua morte spirituale, alla ""schiavitù"" dei suoi membri. Queste pagine vorrebbero mettere in chiaro le condizioni necessarie a una vita comunitaria. Sono state scritte non come una tesi, o un trattato di vita comunitaria, ma sotto forma di flashes. Sono piste di riflessione, che ho scoperto non nei libri ma nel quotidiano, attraverso i miei errori, i miei insuccessi, anche le mie colpe, attraverso le ispirazioni di Dio e quelle dei miei fratelli e sorelle [...]. Mi auguro che molte persone possano vivere questa avventura, che è poi quella della liberazione interiore: la libertà di amare e di essere amati.» -
Guardare al crocifisso
Che significato ha il tutto? Noi guardiamo stupiti ai segni della morte a cui in precedenza non avevamo mai prestato attenzione e sorge il sospetto che l'intera vita propriamente sia solo una variazione della morte; che noi siamo ingannati e che la vita propriamente non è un dono, ma una pretesa. E allora si presenta questa oscura risposta: Dio provvederà. Una risposta che suona più come una scusa che come una spiegazione. Dove questa opinione s'impone e il riferimento a «Dio» non è credibile, lo humor muore; l'uomo non ha più nulla da ridere, e resta solo un crudele sarcasmo o quella irritazione contro Dio e il mondo che noi tutti conosciamo. Ma chi ha visto l'agnello - Cristo in croce - sa: Dio ha provveduto. Il cielo non viene squarciato, nessuno di noi ha scorto «gli invisibili santuari della creazione e i cori degli angeli». Tutto ciò che possiamo vedere è - come per Isacco - l'agnello, del quale l'apostolo dice che «fu predestinato già prima della fondazione del mondo» (1 Pt 1,20). Ma lo sguardo sull'agnello - sul Cristo crocifisso - ora coincide proprio con il nostro sguardo sul cielo, con il nostro sguardo sull'eterna provvidenza di Dio. In questo agnello tuttavia intravvediamo lontana, nei cieli, un'apertura; vediamo la mitezza di Dio, che non è né indifferenza né debolezza, ma suprema forza. In questo modo e unicamente in questo vediamo i santuari della creazione e percepiamo in essi qualcosa di simile al canto degli angeli, possiamo addirittura cantare un po' insieme nell'alleluja del giorno di Pasqua. Dal momento che vediamo l'agnello, possiamo ridere e possiamo ringraziare; grazie a lui anche noi conosciamo che cosa significa adorazione. -
Teodrammatica. Vol. 5: ultimo atto, L'.
Teodrammatica è la seconda parte della grande esposizione balthasariana della fede cattolica. Prendendo le mosse dagli attributi dell'essere (bello, buono, vero), egli ha trattato nella prima parte (Gloria) della «bellezza» del mondo e della «gloria» di Dio; nella seconda (Teodrammatica) della libertà finita e infinita e nella terza (Teologica) l'insieme delle questioni concernenti la verità creata, la verità divina, nonché il loro reciproco rapporto. Dopo il volume primo della Teodrammatica, la Introduzione al dramma, il secondo è antropologico, il terzo cristologico, il quarto soteriologico; questo quinto è trinitario. «Ciò che si può dire alla fine circa l'ultimo atto del dramma fra cielo e terra non sono che termini stupefatti e balbettanti, che girano intorno a questo mistero, termini che si appoggiano ad alcune lampeggianti parole ed allusioni della Scrittura. Si è tentato di andare fino al limite consentito dalla Scrittura - per alcuni forse un passo più avanti - ma di fermarsi rigorosamente là dove speculazioni apparentemente logiche hanno condotto soltanto in un vuoto astratto o davanti a superflue segnalazioni di divieto. Non è ""scientifico"", neppure in campo teologico, parlare ""con esattezza"" di cose che non si possono sapere (per esempio dello ""stato intermedio""). Conforme all'avvertimento dell'Aquinate si è cercato di costruire della teologia sugli articoli di fede (e non inversamente) - sulla Trinità, sull'Incarnazione del Figlio, sulla sua vicarietà per noi in croce e nella resurrezione, sulla sua missione dello Spirito a noi nella Chiesa apostolica e nella Communio Sanctorum - la quale teologia è la sola chance per il fatto che anche oggi e in futuro si possa attuare una testimonianza di vita (e di morte) per ""il supremo dono di Dio"", che solo così diviene ""irreversibile e insuperabile""». -
Dalla mia vita. Autobiografia dell'età giovanile
Interrotto quando aveva 24 anni, il racconto autobiografico di Adrienne von Speyr contiene già tutto l'essenziale. Come scrive Hans Urs von Balthasar, ""nella sua autobiografia, si vedono quasi a ogni pagina crescere uniti organicamente i due grandi interessi della sua vita: il suo ethos medico e il suo ethos cristiano"". Nata nella Svizzera francese all'inizio del XX secolo, la sua vita fu specialmente illuminata dalla carità efficace e silenziosa della nonna materna e dall'austera ma benevola personalità del padre, medico interamente dedito alla professione. La morte prematura di costui rischiò però di far saltare il progetto di Adrienne di seguirne le orme. La mamma e lo zio non erano favorevoli a una professione che richiede una lunga preparazione e si addiceva, a loro avviso, esclusivamente agli uomini; inoltre la malattia ai polmoni che la colpì sembrò porre termine alle sue aspirazioni. Ogni ostacolo venne tuttavia superato e l'ingresso in ospedale costituì per lei l'approdo e insieme il punto di avvio di una vita di servizio. Un'opera incompleta, dicevamo, che lascia al lettore il compito di approfondire, di andare oltre, per cogliere l'essenziale della parola che ci viene trasmessa. Adrienne von Speyr non chiede di meglio in queste pagine che ci introducono nei vertici della spiritualità e della letteratura. -
San Giovanni. Esposizione contemplativa del suo vangelo. Vol. 1: ...
Sulla terra l'ordine e l'amore sono rappresentati da Pietro e Giovanni, dall'istituzione e dal carisma; essi devono perciò essere uniti in analogia all'unità che hanno in Dio, perché la Chiesa sia veramente cattolica, aperta a tutti. È il pensiero dominante di questo libro ricco di spunti sempre nuovi che tengono avvinta l'attenzione del lettore. Convertitasi nel 1940, la dottoressa svizzera Adrienne von Speyr ha lasciato una mole impressionante di opere teologiche. Accolte inizialmente più per curiosità che per convinzione, esse si sono in seguito imposte all'attenzione dei teologi e della Chiesa tutta. Il Commento al Vangelo di Giovanni è senza dubbio la sua opera maggiore. Senza pretese specialistiche, ma con la sapienza di chi è abituato a lasciarsi prendere dalla Parola, la von Speyr espone il Vangelo passo per passo al fine di sottomettervisi, non per dominarlo. «Quando Dio Padre, Figlio, Spirito Santo abita un cielo che Lui Solo conosce, allora l'amore e l'ordine sono una cosa sola, non c'è possibilità di distinguerli perché l'amore è ordine e l'ordine amore. Ognuna delle tre persone della Trinità ama gli altri a partire da un ordinato amore divino». -
Religioni del Mediterraneo e del Vicino Oriente antico
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Sé come un altro
La serie di questi studi è attraversata da tre prospettive filosofiche. Nella prima, viene ricercato per il sé uno statuto che sfugga alle alternanze della esaltazione e della decadenza, che affettano le filosofie del soggetto alla prima persona: dire sé non è dire io. Ritenuto il riflessivo di tutte le persone grammaticali — come nell'espressione ""la cura di sé"" —, il sé postula la deviazione attraverso analisi che portino ad articolare in modo diverso la questione chi? Chi è il parlante del discorso? Chi è l'agente o il paziente dell'azione? Chi è il personaggio del racconto? A chi viene imputata l'azione posta sotto l'egida dei predicati ""buono"" od ""obbligatorio""? Indagini essenzialmente improntate alla cosiddetta filosofia analitica, con la quale l'ermeneutica del sé entra in un dibattito molto serrato. Seconda prospettiva: l'identità suggerita dal termine ""méme"" va scomposta in due principali significazioni: l'identità-idem di cose che permangono immutate nel tempo, e l'identità-ipse di colui che mantiene sé stesso soltanto sul modo di una promessa mantenuta. Infine l'antica dialettica del Medesimo e dell'Altro deve essere rinnovata se l'altro da sé si dice in molti modi: il ""come"" dell'espressione ""sé come un altro"" può significare, allora, un legame più stretto rispetto a qualsiasi comparazione: sé in quanto altro. -
Musei e museologia
In questo snello libro l'autore è riuscito a condensare con rigore e lucidità di narrazione tutto ciò che un appassionato di musei o uno studente che si affaccia alla museologia devono conoscere di questa antica, ma sempre attuale e moderna istituzione culturale. Vi si spazia su tutti gli aspetti della museologia: narra la storia dei musei dal Rinascimento italiano sino alle realizzazioni più recenti; illustra le trasformazioni del significato e del senso delle istituzioni museali, i ruoli e le funzioni che hanno assunto storicamente, la loro capacità di adeguarsi all'evolversi delle società, che le ha portate a essere protagoniste indispensabili della crescita culturale e dell'identità delle comunità umane attraverso un costante e spesso controverso confronto con la politica, l'architettura e l'economia di mercato. ""Musei e museologia"" non si limita tuttavia alla storia e alle esigenze cui il museo è chiamato a far fronte, ma si proietta nel dibattito attuale sulla scienza che si pone al crocevia tra antropologia della cultura, sociologia del lavoro e storia degli oggetti, e che sovrintende alle grandi azioni del museo - conservare, studiare, esporre, comunicare - dando anche vita a nuove professionalità. -
Filosofia della medicina tradizionale cinese
I cinesi non hanno bisogno di aprire un testo di filosofia per comprendere la strutturazione del sapere medico, in quanto medicina e filosofia non sono separabili per loro. Ma cosa va inteso con filosofia, forse una concezione generale del mondo e della vita, quindi dell'uomo? Questo è uno dei grandi insegnamenti della Medicina Tradizionale Cinese, che, proprio a partire da un pensiero globale sull'uomo, riesce a studiare e a trattare globalmente le questioni riguardanti la salute. -
Economia ecologica. La transizione ambientale verso uno sviluppo ...
Nel volume si affronta innanzitutto il rapporto economia/ambiente, quindi la microeconomia dell'ambiente e la macroeconomia, per concludere con il passaggio dall'economia dell'ambiente all'economia ecologica, di cui ne definisce i caratteri. -
La singolarità del vivente
Dal mondo del digitale e della biologia molecolare ci viene annunciato che tutti i meccanismi biologici potranno essere finalmente svelati, modellizzati, superati. Sarebbe cioè giunto il tempo di passare dal mondo reale e dal vivente stesso, ormai riducibile alle proprie componenti, a uno meccanico. Dietro queste promesse di vita aumentata si cela in realtà un vecchio progetto reazionario: quello di sbarazzarsi dei corpi per giungere finalmente alla «vera vita», che sarebbe quella dei dati e degli algoritmi. Ma affermando che «tutto è informazione», il mondo digitale non soltanto ignora, ma annienta le singolarità proprie del mondo del vivente e della cultura, mettendo a repentaglio la nostra stessa possibilità di agire, pensare, desiderare e amare... Contro questa minaccia, Miguel Benasayag ci invita a elaborare una modalità di ibridazione tra la tecnica e gli organismi che non si riduca a una brutale assimilazione. Ciò implica la creazione di un nuovo immaginario, di un nuovo paradigma in grado di aiutarci a studiare ciò che nell'ambito della complessità propria del vivente e della cultura non può essere ricondotto al modello informatico dominante. Prefazione di Jean-Michel Besnier. Postfazione di Giuseppe Longo. -
Dizionario arte. Critica. Iconografia. Museologia. Restauro
Questo volume ha il duplice intento di fornire gli strumenti concettuali per affrontare criticamente sia lo sviluppo dei metodi di indagine storico-artistica che il campo, di sempre più attuale urgenza, della conservazione e fruizione delle opere d’arte. Al primo intento si riferiscono le prolusioni dedicate alla Storia della critica d’arte e all’Iconografia e iconologia, che ripercorrono le linee fondamentali dello sviluppo di questi ambiti disciplinari e propongono all’attenzione del lettore i principali nodi problematici presenti nel dibattito contemporaneo. Nella seconda parte del volume, il Dizionario, i lemmi relativi alla storia della critica d’arte sono dedicati essenzialmente, anche se non esclusivamente, ai concetti, colti sempre nel loro divenire storico, adoperati per definire, classificare, comprendere e apprezzare le opere d’arte. Al secondo intento si rifanno le prolusioni di Museologia e di Restauro, nonché i relativi lemmi del Dizionario. Le voci di museologia/museografia descrivono le diverse tipologie museali e le relative problematiche. Le voci sul restauro, scritte in stretta interconnessione con la relativa prolusione, affrontano con acume critico, ma anche operativo, le metodologie di intervento, i materiali che costituiscono l’opera d’arte e i problemi – che potremmo quasi definire «epistemologici» – che hanno condizionato e condizionano le valutazioni sulle scelte da operare quando si interviene su un’opera d’arte. -
Antonin Artaud: il corpo esploso
«... vedrete il mio corpo attuale / esplodere / e rapprendersi / in diecimila forme / manifeste / un corpo nuovo / dove non potrete / mai più / dimenticarmi». Così Antonin Artaud (1896-1948) congedava la sua sterminata opera teatrale, poetica, intellettuale, affidando il proprio corpo a un destino di disseminazione in germinazioni imprevedibili. Scrivere di Artaud è testimoniare in quali forme quel corpo viva muoia e rinasca moltiplicato, come un reiterato sussulto nel cuore della civiltà occidentale. ""Moltiplicazioni"" raccoglie gli itinerari svolti dall'autrice attraverso la materia grafica di Antonin Artaud, spaziando dai testi surrealisti ai manifesti del Teatro della Crudeltà, dai «messaggi rivoluzionari» messicani alla scrittura sinestetica degli ultimi anni di vita. Le due sezioni che compongono il volume (Lectio e Ruminatio) scandiscono così un esercizio di meditazione ventennale, nel quale il corpus artaudiano si frantuma e si rapprende in plurivoche figure di senso: traiettorie d'azione conoscitiva sulla scena limite di un corpo esploso, la scena cangiante e metamorfica di Antonin Artaud, «uomo-teatro». In Appendice, le traduzioni inedite di alcuni suoi scritti giovanili.