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La prima guerra mondiale
La Grande Guerra, la cesura che dà veramente inizio al secolo ventesimo, è stata studiata sotto svariati aspetti e la storiografia relativa, negli ultimi anni, si è molto arricchita. Nella sua sintesi l'autore raccoglie il frutto di questa rigogliosa stagione di studi. Il volume si apre con una riflessione sulla concezione della guerra, per poi esporre l'andamento degli eventi bellici sui diversi fronti, il comportamento dei militari, dei politici e dei cittadini, lo sviluppo delle tecnologie e delle tattiche, l'esperienza individuale della trincea e del combattimento, gli effetti di lungo periodo del conflitto sulla società, sull'economia e sulla politica europea. -
La guerra civile spagnola 1936-1939
Il volume è diviso in due parti: la prima considera il periodo della seconda repubblica (1931-36) rintracciandovi le ragioni che costituirono il fattore scatenante della guerra civile, dalla riforma agraria all'insurrezione delle Asturie. La seconda parte esamina partitamente la condotta della guerra: il pronunciamento, il coinvolgimento internazionale, il dilemma tra lealismo repubblicano e spinta rivoluzionaria che caratterizzò la parte antifranchista, i tratti distintivi del franchismo, lo svolgimento delle campagne militari, gli aiuti internazionali, l'azione dell'ultimo governo repubblicano presieduto da Negrin. -
Signori e mercenari. La guerra nell'Italia del Rinascimento
Il Quattrocento fu un'epoca di importanti novità nell'arte della guerra. Mallett descrive il concreto funzionamento dell'organizzazione militare, dalla composizione delle compagnie ai rapporti con lo stato o il signore, dai problemi logistici e amministrativi al peso che la presenza quotidiana della guerra aveva sugli individui, le istituzioni, gli stati. Un quadro ricchissimo, che restituisce appieno il mondo della guerra nella turbolenta Italia del XV secolo. -
Uomini, tecniche, economie
Una sintesi della storia del genere umano, dell'evoluzione del suo rapporto con le risorse dai tempi preistorici, in cui l'uomo non era che un predatore, a quando nel corso dell'ottavo millennio a.C. divenendo agricoltore imparò ad aumentare lo stock di piante e animali a proprio uso, a quando con la Rivoluzione industriale del Settecento apprese a utilizzare le fonti di energia inanimate. Nelle due rivoluzioni, agricola e industriale, è scritta la vicenda della civiltà dell'uomo e della sua stessa espansione. -
Il fiorino e il quattrino. La politica monetaria a Firenze nel Trecento
Nel Duecento Firenze non era solo un centro manifatturiero e commerciale di prima grandezza, ma costituiva la principale piazza finanziaria d'Europa. Simbolo e strumento di questa supremazia fu nel 1252 la coniazione del fiorino d'oro, che sia affiancò per le grandi transazioni al denaro d'argento (il grosso e il quattrino). Ma verso la metà del Trecento la prosperità di Firenze venne scossa da una fortissima crisi: prima il dissesto delle finanze comunali a causa delle reiterate guerre contro Milano, Pisa e il papa, poi il fallimento delle maggiori case bancarie (i Bardi e i Peruzzi, a causa dell'insolvenza del re d'Inghilterra) e a cascata la crisi di molte attività a esse collegate, infine la carestia e la peste indussero una prolungata crisi a cui le autorità fiorentine cercarono di porre riparo con complessi interventi di politica monetaria. Storia di una crisi finanziaria ed economica e dei tentativi di uscirne: questa piccolo saggio di Cipolla racconta una storia di sette secoli fa che trova molte risonanze nella storia di oggi. -
Cristofano e la peste
Nel 1630 l'Italia fu colpita da un'epidemia di peste: portato dalle truppe tedesche, il morbo si diffuse da nord a sud. A ottobre raggiunse Prato. La storia della piccola comunità pratese, e la figura del laborioso provveditore alla sanità Cristofano, alle prese con furbizie e ignavie, offrono a Cipolla l'occasione per mostrare dal vivo gli effetti catastrofici dell'epidemia e le difficoltà che in epoca moderna incontravano nel farvi fronte medici, chirurghi, ufficiali sanitari. -
I pidocchi e il Granduca
Partendo dall'assunto che la malattia, come la salute, è prodotto tanto biologico quanto sociale, Cipolla mette al centro della sua disamina un pidocchio, il ""noioso parassita"""" che diffonde nell'uomo il tifo esantematico. Ma nell'affrontare la storia dell'epidemia di tifo che infuriò nella zona di Firenze nel 1621-22 allarga l'osservazione alla situazione igienico-sanitaria della città d'ancien régime, appestata dai miasmi, alle condizioni disperate dei suoi abitanti, al nesso di indigenza, disoccupazione, carestia che stava alla base della diffusione del morbo."" -
Chi ruppe i rastelli a Monte Lupo?
Dal 1347 alla fine del Settecento la peste fu il grande spauracchio della società europea. La medicina, non riconoscendone le cause, non poteva porre argini efficaci al contagio che non fossero l'isolamento dei malati e la quarantena. Questo libro racconta di un minuscolo borgo fiorentino ai tempi della grande epidemia del 1630, e insieme alle restrizioni e al collasso della vita cittadina descrive i primi faticosi passi di una politica sanitaria, con il graduale affermarsi di una scienza medica che veniva emancipandosi dalla fede. -
L' Italia delle migrazioni
Per circa un secolo tra i maggiori paesi d'emigrazione, l'Italia è diventata negli anni recenti una delle principali mete delle migrazioni internazionali. Non meno rilevanti sono stati i flussi interni, che hanno ridisegnato la geografia umana del paese, spostando masse ingenti dalle campagne alle città, dalle aree economicamente svantaggiate a quelle più dinamiche. Il volume ricostruisce le tappe principali e i caratteri più significativi delle migrazioni italiane dall'Unità ad oggi, considerando cinque grandi periodi: l'Ottocento preunitario; la prima globalizzazione e l'emigrazione di massa (1861-1914); la fase tra le due guerre; gli anni della ricostruzione e del miracolo economico (1946-1975); la seconda globalizzazione e l'immigrazione straniera. -
L' utilitarismo
Fondamento dell'utilitarismo è l'idea che lo scopo ultimo dell'azione sociale stia nella produzione della massima felicità. Una linea di pensiero che risale all'antichità, ma che trova una compiuta formulazione in Jeremy Bentham (1748-1832), il filosofo e giurista inglese fautore della libertà personale ed economica, nonché della separazione di Stato e chiesa. Il volume ricostruisce lo sviluppo dell'utilitarismo come teoria morale, individuandone i tratti costitutivi e passando in rassegna le varie declinazioni che ne sono state proposte dall'Ottocento a oggi. -
I giacobiti a Urbino (1717-1718). La corte in esilio di Giacomo III red'Inghilterra
Giacomo III Stuart - pretendente al trono di Gran Bretagna e Irlanda per i suoi nemici e legittimo sovrano per i suoi sostenitori - si trattenne a Urbino da luglio 1717 a ottobre 1718. Durante quel periodo, il Palazzo Ducale fatto edificare dal principe rinascimentale Federico da Montefeltro divenne la residenza della sua corte in esilio: ancora oggi al primo piano del celebre edificio si trova una piccola camera chiamata ""stanza del re d'Inghilterra"""". Nel presente volume, che è l'edizione completamente riveduta e corretta della precedente versione inglese, Edward Corp affronta analiticamente le vicende di questa piccola società di britannici esuli in Italia, ricostruendone l'organizzazione e il funzionamento. L'autore va ben oltre le semplici informazioni aneddotiche, poiché scompone e ricompone la corte come gruppo sociale analizzandone le dinamiche interne, i rapporti intrattenuti con l'esterno, i cerimoniali, le azioni politiche, le speranze e le delusioni. Il risultato è un saggio di microstoria condotto su un'ampia documentazione archivistica."" -
Il mestiere di giudice. Pensieri di un accademico americano. Alberico Gentili Lectures (Macerata, 19-21 marzo 2012)
Con questo volume, il Mulino inaugura la serie delle ""Alberico Gentili Lectures"""", lezioni di eccellenza tenute ogni anno all'Università di Macerata da giuristi, giudici, uomini e donne delle istituzioni di prestigio internazionale, su temi di diritto costituzionale nel senso più ampio, con l'intento di esplorare il valore incentivante della """"diversità"""" declinata attraverso i temi proposti e l'esperienza umana e professionale degli ospiti. Alle tre lezioni raccolte in questo volume, ricche di memorie e insegnamenti personali, Guido Calabresi ha affidato il racconto di un'esperienza quasi ventennale tra gli scranni di una corte federale americana: le tecniche che aiutano il giudice a fare il diritto; il valore della diversità di orientamenti, estrazioni e culture fra i giudici; il potere del dialogo con le altre istituzioni. Tutto teso a un'unica, drammatica domanda: che cosa possa fare un giudice davanti alla più ingiusta delle leggi, la pena di morte."" -
Vite normali. Storia, realtà e immaginario dell'emofilia
Questo libro si interroga sulla malattia e sulla salute, sulla normalità e sui molti modi di essere normali lungo un percorso di vita. Viene qui studiata, per la prima volta in chiave fortemente interdisciplinare, una malattia cronica rara ma di notevole impatto sull'immaginario popolare, l'emofilia, mettendo in discussione la medicalizzazione imperante di ogni malattia, che tende a ridurre la soggettività del paziente alla sofferenza da eliminare e il corpo a puro oggetto d'interesse medico. L'emofilia è un caso esemplare di storia clinico-sociale: storia di una malattia, del suo riconoscimento e trattamento, storia che è nello stesso tempo cornice ideale per le storie individuali di coloro che ne sono affetti o coinvolti, per le loro patografie e per le autonarrazioni tacite o implicite. La sua emersione, pur lenta e accidentata, da paesaggio simbolico oscuro e infausto a universo di consapevolezza e inserimento sociale, permette di problematizzare i meccanismi della normalizzazione nelle dinamiche collettive e individuali e nella costruzione dell'immagine pubblica della salute, criticando la retorica che la vuole custode unica della normalità. -
Storia della Confederazione Italiana Agricoltori. Rappresentanza, politiche e unità contadina dal secondo dopoguerra ad oggi
La storia dell'associazionismo agricolo in età contemporanea affonda le sue radici nella complicata situazione politica e sociale successiva alla seconda guerra mondiale. Nel 1955, quando viene fondata l'Alleanza nazionale dei contadini, ad oggi, si sviluppa il complesso tentativo di costruire una forte organizzazione contadina unitaria, in grado di coordinare e raccogliere le forze sindacali vicine ai partiti di sinistra come di dialogare in termini competitivi con la Coldiretti e la Confagricoltura. Questo studio ripercorre sulla base di fonti italiane e straniere, la storia dell'incontro di varie sigle sindacali e della loro fusione nella Confcoltivatori (1977), oggi Confederazione italiana agricoltori. Propone poi un'attenta analisi delle relazioni tra tale organizzazione e il sistema partitico, nel più ampio quadro europeo della Pac, nelle diverse fasi della storia italiana, fino ai giorni nostri. È la storia, in ultima analisi, di una confederazione presente sul territorio ma sempre immersa nelle relazioni internazionali e continuamente tesa ad adeguare la propria forma organizzativa alle sfide dei tempi che cambiano, dall'agro-alimentare ai problemi ambientali, dagli OGM alla difesa del made in Italy. -
Tra scuola e lavoro. Studi su transfer e attraversamento dei confini
Il libro nasce da una rassegna di differenti approcci teorici sul transfer e di diversi tentativi di ridefinire l'apprendimento come attraversamento dei confini tra organizzazioni. Ciò comporta non un semplice trasferimento di conoscenza e abilità tra un compito e l'altro, ma un cambiamento delle conoscenze e dei contesti durante l'intero processo di transfer. Il volume ricostruisce il quadro teorico che pone l'attraversamento dei confini come base per la ricerca sul transfer tra scuola e lavoro, e presenta alcune ricerche che si soffermano sull'apprendimento in specifici contesti di lavoro evidenziandone analiticamente le caratteristiche e sottolineando la stretta dipendenza della nozione di transfer da quella di apprendimento, richiamando il problema più generale del connettere le diverse pratiche alle diverse situazioni. -
L' industria della carta in Italia tra globalizzazione e politiche industriali
Nell'ultimo decennio l'industria cartaria nazionale ha subito pressioni significative, alimentate da regolazioni nazionali e comunitarie sempre più stringenti e da un'intensificata competizione globale che offre opportunità difficili da cogliere poiché sui mercati esteri prevalgono condizioni di base spesso radicalmente diverse rispetto a quelle rinvenibili in Italia. Così, la concorrenza internazionale diventa competizione tra Sistemi Paese, cioè rivalità tra sistemi sociali e culturali, e rivendica politiche industriali che incorporino una visione strategica di insieme, in grado di coniugare la sopravvivenza del settore cartario e la sua capacità di generare valore per la collettività nel rispetto del modello sociale e culturale che la caratterizza. -
Carta e stracci. Protoindustria e mercati nello Stato Pontificio tra Sette e Ottocento
Il volume ricostruisce la rete protoindustriale della produzione della carta presente nello Stato della Chiesa tra Sette e Ottocento, con particolare attenzione alle modalità di organizzazione interna delle manifatture e ai tentativi messi in atto dal governo pontificio per regolamentare il mercato degli stracci da carta, condizionato da numerose privative di antica origine e dall'azione di incettatori e mercanti pronti ad aggirare le norme e a operare nell'ambito del contrabbando pur di salvaguardare i profitti. Tra fasi di liberalizzazione e di sostanziale chiusura, le autorità pontificie modellarono un mercato funzionale sia agli interessi dei proprietari delle cartiere, sia alle esigenze dei ceti popolari, ai quali appartengono i raccoglitori di cenci. Se l'economia degli stracci muoveva una complessa serie di figure che a Roma ruotava intorno all'università dei ferrivecchi e degli straccivendoli, sul fronte opposto alle norme varate dallo Stato, nel tentativo di salvaguardare una rete economica in difficoltà, si muovevano trafficanti e accaparratori privi di scrupoli, i cui comportamenti rimandano ai temi dell'etica e delle pratiche mercantili. -
Una patria per le donne. La mobilitazione femminile nella Grande Guerra
Nella produzione storiografica sulla mobilitazione civile negli anni della Grande Guerra è stato dato poco spazio alla partecipazione delle donne. Facendo propria la convinzione di un'estraneità delle donne al conflitto, la storiografia ha analizzato prevalentemente gli episodi di ostilità alla guerra da parte di donne operaie e contadine o qualche iniziativa isolata di donne dei ceti abbienti e di élite femminili intellettuali. Questo volume fornisce, invece, un quadro complessivo delle attività di assistenza e di propaganda svolte dalle donne mobilitate a sostegno del primo conflitto mondiale. Aspetto della storia della Grande Guerra ancora poco conosciuto, la mobilitazione femminile fu invece un fenomeno di vaste proporzioni e rappresentò la prima esperienza di partecipazione delle donne alle vicende politiche del paese, momento fondamentale del loro processo di nazionalizzazione. La ricerca si basa su documentazione reperita in fondi archivistici nazionali e locali, in quelli di organismi e istituzioni della mobilitazione civile, sullo spoglio della pubblicistica delle associazioni femminili di assistenza e propaganda, sulla stampa femminile dell'epoca. -
Le categorie del «politico». Saggi di teoria politica
Curati da Gianfranco Miglio e Pierangelo Schiera, gli scritti di Cari Schmitt qui presentati coprono l'intera parabola di pensiero del filosofo tedesco: certamente uno dei più rappresentativi e controversi della cultura europea del Novecento. Il volume riunisce infatti i saggi più importanti della sua produzione politologica dal 1922 al 1953; si tratta di: ""Teologia politica"""", """"Il concetto del 'politico'"""", """"Legalità e legittimità"""", """"I tre tipi di pensiero giuridico"""", """"Il problema della legalità"""" e """"Appropriazione divisione - produzione""""."" -
La libertà di essere diversi. Natura e cultura alla prova delle neuroscienze
Quanto del nostro comportamento e delle nostre scelte è determinato dal nostro patrimonio genetico e quanto invece dall'ambiente in cui viviamo, dalla cultura in cui siamo immersi? Certamente i geni ci fanno essere come siamo: statura eretta, occhi in posizione frontale e, non ultimo, un grande sviluppo della corteccia cerebrale; ma forse pensieri, emozioni, comportamenti, atteggiamenti non dipendono solo da caratteristiche geneticamente determinate. La questione rimane a tutt'oggi aperta e incerta; affrontandola, questo libro propone una riflessione profonda sugli scenari aperti dalle scoperte delle nuove ""discipline del cervello"""".""