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La rigenerazione di beni e spazi urbani. Contributi al diritto delle città
La rigenerazione urbana ha ormai una funzione chiave nell’ambito delle politiche di governo delle città. Il recupero di immobili abbandonati e di aree deindustrializzate, l’utilizzo condiviso di spazi pubblici, il riuso e la valorizzazione di beni pubblici e privati per fini culturali, le nuove destinazioni assegnate ai beni confiscati alla criminalità sono solo alcune delle forme di tale processo. Si tratta di interventi in grado di cambiare non solo le relazioni sociali di intere comunità, ma anche il rapporto tra cittadini e autorità pubbliche. Frutto di ricerche innovative, basato su un approccio metodologico che non trascura l’analisi dei casi e della prassi, questo volume indaga le ricadute giuridiche delle azioni di rigenerazione. Cosa significa rigenerare spazi e beni di un contesto urbano? Quali sono gli strumenti più efficaci per realizzare questi interventi? Com’è possibile promuovere una gestione dei processi di rigenerazione che sia condivisa tra amministrazione e privati? Il fisco può avere un ruolo incentivante? Al centro della riflessione su questi temi c’è la necessità di disegnare una governance democratica della rigenerazione urbana, in cui l’amministrazione locale e i cittadini assumano un ruolo attivo e consapevole di cura della «cosa pubblica». -
Etica e storia in Jellinek. La fondazione religiosa dei diritti umani
In linea con la tradizione della filosofia classica tedesca dei vari Kant, Fichte, Schelling, Humboldt e Hegel, anche il «giurista filosofo» tedesco Georg Jellinek (1851-1911) è profondamente convinto che l’essenza dell’individuo sia un’essenza storica. Se l’intimo carattere del mondo storico consiste nella libertà del singolo, della sua volontà e della sua responsabilità, la storia delle istituzioni sociali e politiche, ovvero la «Dottrina dello Stato», è per lui storia della progressiva affermazione di un principio d’individualità: il mondo classico ancora non conosceva l’istanza di autonomia avanzata dall’individuo nei riguardi dello Stato ed è con il Medioevo e con l’età moderna che si fa strada l’idea di una sfera di libertà dell’individuo di fronte alla quale lo Stato ha il dovere di autolimitarsi. Da qui, il nesso inscindibile che lega etica e storia nel pensiero di Jellinek. Un nesso che questo studio si prefigge di indagare soprattutto in riferimento ai grandi temi dell’origine dei diritti pubblici soggettivi e della fondazione dei diritti umani, che per Jellinek non è di carattere politico, bensì religioso. -
Le Olimpiadi di italiano. Un osservatorio sulle competenze logico-linguistiche degli studenti delle scuole superiori
Nate nel 2011 in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità, le Olimpiadi di italiano hanno già fatto storia e conquistato, grazie all'aiuto di una solida piattaforma online, un numero di partecipanti ragguardevole: oltre 40.000 studenti in Italia e nelle scuole italiane all'estero, a dimostrazione del fatto che la nostra lingua può suscitare nei giovani un'autentica passione. Promosse con la collaborazione dell'Accademia della Crusca, queste gare non si configurano di per sé come strumenti valutativi delle competenze, anche se possono fornire preziosi dati informativi. Fanno leva piuttosto su una scelta volontaria degli studenti, sostenuti dai loro insegnanti, ben consapevoli che il motto oraziano «docere delectando» può essere il miglior incentivo all'apprendimento. Il libro raccoglie un campione significativo di esercizi proposti agli studenti senior e junior nelle diverse fasi (d'istituto, regionali, nazionali), presenta e analizza dati statistici ordinati per aree regionali sulle risposte degli studenti e, soprattutto, offre commenti e suggerimenti didattici di esperti per le diverse sezioni: ortografia, morfologia, sintassi, lessico, punteggiatura e testualità. Un primo bilancio utile a offrire stimoli nuovi per lo studio della lingua, che contribuisce a togliere alla grammatica l'immagine polverosa della norma pedante per promuoverla a campo del ragionamento consapevole. -
Taizé, una parabola di unità. Storia della comunità dalle origini al Concilio dei giovani
Capitolo significativo della storia del Novecento religioso europeo, come pochi altri l'itinerario della comunità di Taizé ha intersecato su più scenari le alterne vicende della ricerca di unità da parte dei cristiani divisi e la storia di tante chiese del continente fra la Seconda guerra mondiale e la fine della cortina di ferro. Prima costruzione cenobitica maschile nata in terra riformata, presto divenuta il punto di incontro di una sorta di chiesa ecumenica in gestazione, in tempi e quadranti diversi Taizé ha interpellato - con il linguaggio di una «parabola» eloquente con la sua stessa esistenza - cristiani e chiese dalla comune identità battesimale spesso sacrificata o tradita da identità confessionali divenute prioritarie. Osservatorio sui generis delle vicende della sete di unità che ha fatto irruzione tra i cristiani al cuore del Novecento, benché oggetto di una costante e diffusa attenzione la «parabola» di Taizé restava nondimeno bisognosa di un necessario sforzo di storicizzazione. Attraverso l'esame di una ricca documentazione inedita conservata a Taizé e in numerosi altri fondi archivistici europei, istituzionali e privati, è a questa esigenza che cerca di rispondere questo lavoro, approdo di una ricerca pluriennale sui primi decenni di storia della comunità fondata da Roger Schutz: dai primi progetti comunitari condivisi con alcuni compagni all'indomani dello scoppio della guerra, all'annuncio, nella primavera del 1970, di un inedito «stato conciliare» per uscire dall'impasse in cui si trovava l'ecumenismo dopo le promesse d'inizio anni sessanta. Le origini, l'evoluzione, l'accoglienza e le resistenze incontrate da questa originale creazione comunitaria - dalla stagione delle prime messe in questione delle frontiere confessionali, fino a quella in cui si manifesteranno tutte le strettoie di una strategia ecumenica volta preliminarmente al superamento delle differenze dottrinali - costituiscono dunque l'oggetto di questo volume; un volume che si propone di seguire, ricostruire e documentare l'«itineranza» di Taizé fra le diverse realtà ecclesiali e il dinamismo da essa dispiegato lungo le più diverse linee di frattura della storia del Novecento, dalla Francia all'indomani della disfatta del 1940 all'Algeria in guerra, da una Berlino divisa al Rwanda indipendente, dai ghetti neri di Chicago al Brasile della dittatura militare. -
Modelli cooperativi a confronto. Le esperienze del settentrione italiano
In oltre 130 anni di storia della cooperazione si sono affermati in Italia diversi modelli mutualistici, molti dei quali si sono dimostrati non soltanto efficaci in ambito locale, ma capaci di offrire spunti di riflessione anche per realtà che oggi vivono situazioni di potenziale sviluppo. Questo volume, frutto di una ricerca approfondita, rilegge in una prospettiva regionale la storia della cooperazione nel settentrione italiano, mettendone in luce i differenti modelli realizzati sotto il profilo organizzativo, merceologico e di orientamento ideale. Attraverso l'analisi storica, gli studiosi che si sono impegnati in questa iniziativa ripercorrono il lungo tragitto della cooperazione innestatasi nel tessuto economico e sociale dell'Italia del nord, individuando sia gli elementi di peculiarità, sia quelli di universalità che hanno costituito il carattere distintivo delle varie esperienze maturate. I diversi casi di studio sono preceduti da una sintesi interpretativa, dove i curatori del volume presentano una chiave di lettura sia comparativa che diacronica. -
Cultura e petrolio. Marcello Boldrini dall'Università Cattolica ai vertici dell'Eni
Maurizio Romano ricostruisce le tappe salienti della biografia di Marcello Boldrini (1890-1969), illustre rappresentante della scuola statistica italiana e per circa un ventennio figura di vertice dell'Agip/Eni. Docente dell'Università Cattolica sin dagli anni Venti, Boldrini partecipò da posizioni di responsabilità alle vicende scientifico-culturali dell'ateneo milanese lungo i decenni compresi tra l'avvento del fascismo e la metà degli anni Cinquanta. Dopo la Seconda guerra mondiale, l'amicizia con Enrico Mattei e Ezio Vanoni ne determinò la nomina alla presidenza dell'Agip (1948) e quindi alla vicepresidenza dell'Eni (1953), di cui divenne presidente dopo la scomparsa di Mattei (1962). L'abbondante letteratura sull'Eni ha finora riconosciuto a Boldrini un eminente ruolo culturale, concentrandosi però quasi esclusivamente sul suo contributo alla maturazione intellettuale di Mattei. Scopo di questo volume è di restituire un'adeguata collocazione storiografica al ruolo giocato dal professore nelle vicende dell'Agip/Eni, documentandone sia l'apporto alla formazione di una cultura aziendale con pochi eguali nel panorama industriale, sia l'attività di manager pubblico di spessore internazionale. -
Francesco Ruffini. Una biografia intellettuale
Francesco Ruffini (1863-1934) fu uno dei padri del diritto ecclesiastico italiano e importante storico della libertà religiosa e dei rapporti tra Stato e Chiesa. Liberale, senatore del Regno, ministro dell'istruzione pubblica nel governo Boselli (1916-1917), strettamente legato a personalità come Albertini e Croce, Ruffini fu partecipe di molti snodi cruciali delle vicende italiane dell'epoca: la prima guerra mondiale e la politica delle nazionalità; le trasformazioni politiche del dopoguerra; l'opposizione al fascismo culminata in alcuni celebri interventi in Senato, nella pubblicazione con Gobetti di «Diritti di libertà», nella critica ai Patti lateranensi e nel rifiuto del giuramento imposto dal regime ai docenti universitari. Ma soprattutto, dalle ricerche condotte per questa biografia intellettuale dello studioso, Ruffini emerge, attraverso il suo giurisdizionalismo liberale e le sue ricerche sulle origini degli ideali di libertà religiosa, sui riformatori italiani, sul giansenismo, sulla religione di Cavour e su quella di Manzoni, come figura emblematica del complesso rapporto del liberalismo con il «religioso». Un rapporto segnato, da un lato, dall'insopprimibile affermazione dell'autonomia individuale e, dall'altro lato, dalla percezione della necessità, per il pensiero liberale, di presupposti taciti rinvenibili nel concetto di dignità umana e nel valore infinito di ogni singola esistenza. -
La tentazione di andarsene. Fuori dall'Europa c'è un futuro per l'Italia?
L’Italia è a un bivio: essere protagonista in Europa portando avanti un’azione riformatrice oppure temporeggiare, sperando che il vincolo esterno sopperisca alle debolezze interne. Ma chi non ha la forza di prendere in mano il proprio destino dovrà accettare quello che gli viene imposto dagli altri. L'Europa, diversamente dagli Stati Uniti, non si è ancora del tutto ripresa dalle intemperie della crisi soprattutto per l'incompletezza del suo disegno istituzionale; al suo interno l'Italia è l'anello debole (Grecia a parte) che può costituire un rischio sistemico per l'intera area. Il senso di frustrazione per lo status quo alimenta la tentazione di andarsene, nell'illusione di poter scaricare sull'Europa le colpe di un male tutto italiano. In realtà il destino dell'Italia e quello dell'Europa sono strettamente collegati: solo agendo con una coraggiosa azione riformatrice l'Italia può ritrovare un suo ruolo da protagonista e insieme contribuire al completamento del progetto europeo. -
Ricchi per caso. La parabola dello sviluppo economico italiano
Nel secolo e mezzo trascorso dall'unificazione, l'Italia ha raggiunto livelli di ricchezza simili a quelli dei maggiori paesi industrializzati. L'ondata di globalizzazione degli ultimi decenni ha però fatto emergere la debolezza del nostro sistema produttivo. Secondo la lettura originale che ne danno gli autori di questo libro, il capitalismo italiano è stato negativamente influenzato da istituzioni inefficienti, che hanno avuto un forte impatto sulle dimensioni e sulla governance delle imprese, come anche sulla formazione di capitale umano e sulla capacità innovativa. In questa luce l'assetto istituzionale ha quindi rappresentato il principale freno per le potenzialità di sviluppo del paese. -
Diario persiano. Viaggio sentimentale in Iran
... nel fast food «alla persiana», che imita il McDonald’s del «Grande Satana», fa sempre un certo effetto sbocconcellare un panino sotto lo sguardo corrucciato dell’ayatollah Khomeini; la sua immagine è appesa accanto alla lista delle bibite che prevede sempre la versione locale della Coca-Cola - la Zamzam, così chiamata in omaggio al pozzo omonimo che si trova alla Mecca.rnrnIl volo dell’Austrian Airlines si abbassa verso Teheran mentre la voce della hostess ricorda alle passeggere di coprirsi il capo in osservanza alle regole della Repubblica islamica d’Iran. Una ragazza iraniana si sistema il foulard intorno al viso sussurrando: lo odio… . Si apre così il diario di viaggio di un’orientalista da anni innamorata dell’Iran e della sua cultura. Se guardiamo oltre l’immagine stereotipata di un paese che vuole le donne sempre strette nel loro nero chador, l’Iran ci appare tutt’altro che chiuso e reazionario. La società, che nel pubblico finge sottomissione al regime, nel privato conduce una vita assai libera, tra feste, divertimenti notturni e una certa disinvoltura sessuale. Visitiamolo allora, nelle sue contraddizioni quotidiane, entrando nelle case, incontrando persone che ci sveleranno una realtà multiforme e straordinaria, inaspettatamente vicina ma ancora sfuggente allo sguardo occidentale. -
In viaggio con Leopardi
Non fu un grande viaggiatore Giacomo Leopardi; uscì da Recanati per la prima volta a venti e rotti anni, e non soggiornò che nelle principali città: Roma, Bologna, Milano, Firenze, Pisa, Napoli. Ma la giovanile esperienza del «natio borgo selvaggio» colorò di aspettative i suoi viaggi: di desideri d’evasione e di inevitabili frustrazioni. Nel libro si descrive con maestria il quadro materiale del viaggiare (le carrozze, le soste alle locande, gli incidenti), e si rileggono le notazioni leopardiane, nelle quali l’acutezza dello sguardo riesce a cogliere in pochi tratti la fisionomia dei luoghi più diversi e l’indole degli abitanti, in quel sovrapporsi di immaginazione e realtà che caratterizza la sensibilità del poeta. -
Quando viaggiare era un'arte. Il romanzo del Grand tour
Nel Grand Tour, intrapreso per oltre due secoli da intellettuali e rampolli dell'aristocrazia europea, l'esperienza del viaggio diventa strumento di formazione. Si partiva per confrontarsi con l'ignoto, per «strofinare il proprio cervello contro quello degli altri», come diceva Montaigne, per conoscere le vestigia delle civiltà antiche. È della dimensione storica e letteraria del viaggio che trattano queste pagine, compresi gli aspetti materiali, tanto romanzeschi quanto misconosciuti, interrogandosi anche sul ruolo e il destino del viaggiatore nel mondo contemporaneo, quasi a verificarvi la perdila di un'affascinante occasione d'avventura intellettuale e di una nobilissima arte. -
Dove finiscono le mappe. Storie di esplorazione e di conquista
Ardimentose imprese di ulissidi della modernità spinti dalla sete di conoscenza? Atti di eroica follia? Non solo. Il libro racconta i viaggi che gli europei intrapresero, prevalentemente per mare, oltre i confini delle mappe del mondo conosciuto verso la scoperta di nuove terre: viaggi di esplorazione e di studio, ma soprattutto di conquista e sfruttamento, quando non di rapina. America, Australia, Africa, India: nei diari, nelle memorie e nelle relazioni di conquistadores e mercanti, letterati e negrieri, oltreché nel controcanto ironico dell’invenzione letteraria (con Robinson Crusoe e Gulliver), è scritta la secolare avventura, insieme affascinante e ignobile, del predominio europeo sul globo. -
Rebus immigrazione
Il dibattito sull'immigrazione è il paradiso dei retori e dei velleitari: c'è chi invoca principi impraticabili e chi soluzioni odiose e irrealistiche. Questo libro invece parla del mondo reale. Da almeno cinque secoli le migrazioni sono una costante della storia europea: dalla pace di Augusta ai trattati di Schengen e Dublino è sempre stato necessario gestire la tensione fra il diritto di emigrare e il diritto degli stati riceventi di decidere chi ammettere e a quali condizioni. Non è mai stato facile, non lo è oggi. Un dato strutturale da affrontare non con buoni (o cattivi) sentimenti, ma con competenza e buona amministrazione. -
Il sacramento del potere. Il giuramento politico nella storia costituzionale dell'Occidente
«Un libro di straordinario interesse... grande libro – grande per la mole, per la vastità della documentazione, per la robustezza dell’impianto teorico, per la capacità di analisi storica e per l’acume con cui getta una luce originale anche sulle questioni dell’oggi» - Carlo Gallirn«Si tratta probabilmente di uno dei più grandi libri di storia politica del nostro tempo» - Alain BoureaurnNell'indagare i caratteri costitutivi della civiltà europea, Paolo Prodi vede nel giuramento la base del patto politico, in quanto richiamo del potere a . una giustificazione metapolitica e sacrale. Col cristianesimo l'invocazione alla divinità, già in uso in età antica a sostegno di testimonianze, promesse o patti, acquista il carattere di sacramento, per poi assumere un valore contrattuale che ne fa il fondamento di tutti i meccanismi della vita pubblica e privata. Nell'evoluzione del giuramento si riflette la storia stessa del sistema politico occidentale, così come nella sua odierna perdita di valore è rispecchiata la crisi dei meccanismi istituzionali e costituzionali elaborati negli ultimi secoli... -
L' arte del paesaggio
L'esperienza estetica del paesaggio costituisce uno dei tratti costitutivi della sensibilità contemporanea. Partendo dai concetti di natura, ambiente, territorio, il libro mette in relazione il paesaggio con gli ambienti foggiati dall'uomo, come i giardini e le città; ripercorre poi l'emergere del sentimento del paesaggio nei vedutisti e nella letteratura di viaggio. Affronta quindi la peculiarità dell'esperienza estetica del paesaggio, in cui entrano in gioco le categorie estetiche della meraviglia, del pittoresco, del sublime, della grazia e della bellezza. Da ultimo è tracciata un'originale morfologia delle bellezze naturali, con una particolare attenzione per quegli aspetti del paesaggio che più sono stati associati all'emozione estetica: il colore dell'acqua e del cielo, la terra e la roccia, il fuoco e le eruzioni dei vulcani, le rovine, le montagne. -
Parole di giorni lontani
Nella Napoli degli anni 1930-1940 un bambino fa il suo ingresso nel mondo della lingua e delle parole. Di buona famiglia, colta e borghese, attorniato da fratelli e sorelle più grandi, impara pian piano la diffìcile arte della lettura compilando i caratteri stampati sul dorso dei libri della biblioteca di casa. E l'apprendistato alfabetico lo conduce a scoprire la realtà e la storia: una scoperta continua, fatta di parole nuove, a volte bizzarre o fraintese, di modi di dire, di filastrocche, di versi celebri. Nel ricordare la propria iniziazione linguistica, Tullio De Mauro fa tralucere alcuni temi portanti delle riflessioni dello studioso adulto: dalla centralità della scuola nella promozione dell'eguaglianza culturale al rapporto tra condizione economica, istruzione e cultura linguistica. -
Civiltà della moda
Aspetto ormai ineliminabile della vita contemporanea, la moda non c'è sempre stata. Così come la conosciamo noi, regolatrice tirannica delle fogge, motore della produzione e arbitra dei consumi di abiti, esiste forse dal Trecento, in accezione più stretta dall'inizio dell'età moderna. Il libro ricostruisce l'intera parabola della moda da quando, nel Medioevo, le vesti connotavano rigidamente l'appartenenza sociale a quando hanno preso a esibire il «gusto» di chi li indossava: le eleganze della corte di Parigi, il severo stile inglese, fino alla «democrazia vestimentaria» di oggi, al fenomeno dell'alta moda e del prêt-à-porter. Particolarmente originale lo sguardo che l'autore allarga alla realtà dell'India, della Cina e del Giappone, smentendo la nozione che solo quella europea sia stata una civiltà della moda. -
Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani 1940-1945
«Una ricerca mirabile, fredda e precisa nei suoi referti fattuali, ma da cui traluce a ogni pagina un’emozione e una commozione a stento tenute a freno» - Ernesto Galli della Loggiarnrn«Si sono dovuti aspettare quasi settant’anni per arrivare a un libro come questo, che ricostruisce finalmente in dettaglio quella vicenda fin nei particolari più allucinanti» - Il fogliornrnNel 1939 l'Italia fascista invadeva l'Albania e di lì, nel 1940, tentava la conquista della Grecia, portata a termine con il soccorso decisivo della Germania. Poi fu la volta della Jugoslavia. Fra 1940 e 1943, l'Italia aveva occupato in tutto o in parte Slovenia, Croazia, Dalmazia, Erzegovina, Montenegro, le isole Ionie, la Grecia. Quando sopravvenne l'armistizio dell'8 settembre 1943, circa il 40 per cento dell'esercito italiano, quasi mezzo milione di uomini, era nei Balcani. Basato su una approfondita ricerca originale, questo volume racconta per la prima volta nel dettaglio, regione per regione, l'intera parabola degli italiani nei Balcani: l'occupazione, la lotta ai partigiani, la crisi dell'otto settembre fra rimpatri caotici, cattura da parte dei tedeschi, collaborazionismo o resistenza (come nel caso di Cefalonia), adesione alla lotta partigiana jugoslava, come fece la divisione Garibaldi, per terminare con le complesse questioni del rientro dei prigionieri in mano jugoslava e della rimozione dei crimini di guerra italiani. -
Letteratura greca
Lo sviluppo storico della letteratura greca antica passa attraverso una lunga fase - prima orale, poi scritta - in cui si succedono figure di poeti, prosatori, drammaturghi, filosofi che con le loro opere hanno segnato la storia della civiltà occidentale. Il libro ripercorre le tappe fondamentali di questa straordinaria produzione, dall'VIII secolo a.C. ai primi secoli dell'età imperiale e oltre, fino al VI secolo della nostra era. Un patrimonio che continua a esercitare una influenza rilevante anche sulla cultura contemporanea, del quale si offre qui una chiave di lettura ragionata, chiara e a tratti avvincente.