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Le origini della seconda guerra mondiale
Il primo settembre 1939 le truppe tedesche attaccavano la Polonia, due giorni dopo Francia e Gran Bretagna dichiaravano guerra alla Germania. Iniziava un conflitto europeo che nel 1941, con l’ingresso di Urss, Giappone e Stati Uniti, avrebbe raggiunto le dimensioni di una guerra mondiale. Il libro mette in luce come il conflitto non fu soltanto la «guerra di Hitler», ma più in generale l’esito di una fondamentale instabilità del quadro internazionale, su cui pesavano le conseguenze traumatiche della Grande guerra. Un quadro che, accanto al declino dei vecchi imperi coloniali di Gran Bretagna e Francia, vedeva l’emergere di nuove potenze ambiziose e aggressive come la Germania, l’Italia e il Giappone. -
I centri storici come parte del patrimonio culturale
I centri storici fanno parte del patrimonio culturale, come beni paesaggistici per i quali il codice dei beni culturali dispone uno stretto regime di tutela. Sul loro valore assoluto la Corte costituzionale si è da tempo espressa, ma la distanza della prassi dalla coerenza costituzionale è rimasta e sembra anzi essersi acuita. II volume propone la riflessione su questi temi, di un gruppo interdisciplinare di studiosi che hanno posto al centro della loro indagine l'area veneta. Con i suoi notevolissimi centri storici, tre dei quali qualificati siti Unesco e soprattutto con Venezia, la città probabilmente più famosa e più preziosa al mondo, il Veneto si presta particolarmente a essere preso come modello di studio su quanto è stato fatto (di giusto o di sbagliato) e quanto si deve fare per salvaguardare e rigenerare le città d'arte italiane. Saggi di Tomaso Montanari, Anna Simonati, Filippomaria Pontani, Cinzia Colaluca, Giuseppe Massignan, Antonella Perini, Antonio Cassatella, Marco Giampieretti, Sandro De Nardi, Franco Frison, Primo Vitaliano Bressanin. -
Cose che parlano di noi. Un antropologo a casa nostra
Arredi e decorazioni, dischi e ricordini, fotografie e giocattoli raccontano di noi, danno corpo alla nostra memoria, offrono senso e contesto alle nostre relazioni con gli altri. Con gli oggetti, acquistati o ereditati, ricevuti o trovati, allestiamo il teatro intimo della nostra esistenza. Refrattario a banalizzare le merci come puri contenitori di alienazione e omaggi al consumismo, l'autore entra in dodici appartamenti nella stessa strada di una grande città, osserva con sguardo di entomologo, registra parole e gesti, e per questo sentiero risale alla vita più riposta delle persone che vi dimorano. Piccole cosmologie in cui protagonista è la silenziosa ma eloquente collezione di oggetti quotidiani che abitano insieme a noi le nostre case. -
Non tutto fa brodo
Se tutti gli uomini mangiano, ogni cultura mangia a modo suo. E fa della cucina la sua carta d’identità. rnrn«Sono pagine gustosissime quelle scritte da Niola, vero divertissement di antropologia tra il culinario e il letterario» - Il Gambero rossorn«Divertente e intrigante… ricco di spunti per una riflessione sulle consuetudini, il nostro modo di essere, sui cambiamenti epocali che viviamo senza nemmeno esserne consapevoli» - Corriere del TicinornrnPassioni, ossessioni, emozioni, tradizioni, trasformazioni, repulsioni, contraddizioni, contaminazioni. Tutto si dice attraverso il cibo. Dalla scoperta del fuoco all’invenzione della piastra a induzione, gli uomini si distinguono in base alle loro grammatiche alimentari. Cosa mangiare, cosa non mangiare, quanto, quando, come, perché, con chi. Tipi di cottura, successione delle portate, galatei culinari, tabù religiosi, digiuni e astinenze. Il libro esplora le regioni note e meno note di un pianeta gastronomico che cambia alla velocità della luce. E che oggi appare sempre più diviso tra piacere e dovere, estetica e dietetica. -
Il concetto di minoranza religiosa dal diritto internazionale al diritto europeo. Genesi, sviluppo e circolazione
Come si è sviluppato il concetto di minoranza religiosa nel diritto internazionale dal primo dopoguerra fino ai nostri giorni? Il volume risponde alla domanda attraverso un percorso che ricostruisce la genealogia della nozione di minoranza religiosa nel prisma della sua definizione giuridica, della sua genesi nel diritto della Società delle Nazioni, del suo sviluppo da parte delle Nazioni Unite e della circolazione nel Consiglio d’Europa, nell’Unione Europea e nell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Le tre fasi – genesi, sviluppo, circolazione – scandiscono la trasformazione di un concetto che, sprovvisto di una definizione giuridica ufficiale, diviene, a partire dal secondo dopoguerra, una categoria sempre più esposta alle trasformazioni che investono le minoranze religiose. In questa luce, la qualificazione giuridica dello status delle minoranze religiose rappresenta anche uno strumento innovativo per indagare fenomeni più ampi come le sovrapposizioni tra religioni e migrazioni, l’intersezione tra identità religiosa, identità di genere e orientamento sessuale, e le sinergie tra istituzioni internazionali nella tutela dei diritti umani. -
Mercato, struttura, conflitto. Scritti su economia italiana e Mezzogiorno
Il volume propone una selezione di scritti di Augusto Graziani sul Mezzogiorno che ripercorrono oltre mezzo secolo della storia economica italiana. Arricchendo la tradizione della SVIMEZ e - a fianco di Rossi-Doria - dal Centro di Specializzazione di Portici, Graziani vive e interpreta la generosa stagione dello sviluppo e della ricostruzione e «costruzione» dei mercati: qualifica dinamicamente e analiticamente il senso strutturale del dualismo, per assistere infine all'approdo all'emergenza sociale. Il rigore della sua lucida e acuta analisi, la passione civile che la ispira, individuano e illustrano fin dall'inizio i germi della crisi verticale del Paese che, abbandonata la sfida dell'unificazione economica, esorcizza il Mezzogiorno relegandolo a un disgregante e pretestuoso localismo. Per Graziani la fine delle illusioni non significa cedere alla rassegnazione, ma concentrarsi sull'impegno a un costante e lungimirante richiamo alla ragione. -
Spazio aereo Piaggio. Un secolo di cultura industriale nella città del volo
Finale Ligure è stata dal 1917 al 2014 città del volo: la sua storia si intreccia alle vicende dei cantieri Piaggio, nello spazio aereo della memoria rappresentato dal grande hangar per idrovolanti costruito in riva al mare nel 1918 e da altri edifici industriali ormai abbandonati, destinati in gran parte alla demolizione. Questo studio consente di immergersi in un secolo di cultura del lavoro e di recuperare l'eredità sociale lasciata nel territorio da una delle principali industrie aeronautiche nazionali. -
L' Europa adulta. Attori, ragioni e sfide dall'Atto Unico alla Brexit
Dalla metà degli anni Ottanta, quando l'Atto Unico Europeo consolidò gli sviluppi seguiti ai Trattati di Roma e disegnò il Mercato Unico, fino ai primi anni del nuovo millennio, l'integrazione europea ha sperimentato un'evoluzione di straordinaria intensità: l'adozione dell'euro, ampi allargamenti, politiche comuni o concertate in settori come la concorrenza, le comunicazioni, la ricerca, l'ambiente, gli interventi di pacificazione in aree di crisi, la gestione dei confini esterni hanno fatto sembrare irreversibili l'attore politico e una società europea unitari. A partire dal 2005, anno del fallimento del Trattato costituzionale, con la crisi dei debiti sovrani europei (2009) e la successiva crisi sull'immigrazione (2014), il percorso di integrazione ha subito un'involuzione: la difficoltà decisionale si è accompagnata alla erosione della credibilità delle istituzioni quali garanti dell'interesse comune. Il rovesciamento di prospettiva è stato particolarmente vistoso in Italia, scesa all'ultimo posto nel sostegno all'integrazione. Nel volume storici e studiosi della politica, dell'economia e delle idee mettono a fuoco attori, momenti e processi di questa recente storia europea e italiana, per porre in una necessaria prospettiva di medio periodo le drammatiche vicende di oggi. -
I partiti digitali. L'organizzazione politica nell'era delle piattaforme
Movimento 5 Stelle, Podemos, France Insoumise e i partiti pirata propongono un nuovo modello di organizzazione politica e meccanismi democratici finalizzati a realizzare una partecipazione politica più autentica. Ma fino a che punto i partiti digitali hanno effettivamente mantenuto tali promesse? Di che natura è la democrazia che essi praticano? Ed è davvero migliore di quella dei partiti tradizionali?La crescita esponenziale di persone e oggetti iperconnessi ha portato a una trasformazione profonda nell'organizzazione politica. È cambiato tutto: la nuova politica è segnata dall'emergere di partiti digitali – dal Movimento 5 Stelle, a Podemos, ai Pirati – che si sono rapidamente affermati rivoluzionando il modo in cui reclutano membri, prendono decisioni e mobilitano la propria base. Attraverso interviste con leader e attivisti, Gerbaudo dimostra che, oltre a guadagnare rapidamente consenso fino ad arrivare in certi casi al governo, queste formazioni hanno avuto il merito di innovare le pratiche organizzative dei partiti, coinvolgendo centinaia di migliaia di persone nelle loro attività in rete. Partecipativi ma plebiscitari, aperti e democratici ma dominati da iperleader carismatici, i partiti digitali portano con sé sia grandi potenzialità che seri rischi per la democrazia nell'era digitale. -
Hai sbagliato foresta. Il furore dell'identità
«Non sei della tribù. Hai sbagliato foresta»: due icastici versi di Giorgio Caproni, l'epigrafe ideale per i nostri anni ossessionati dall'identità. Identità culturale, nazionale, regionale, gastronomica, padana, veneta, catalana... ormai sembriamo preoccupati solo di stabilire chi appartiene alla tribù e chi no, chi deve stare nella nostra foresta e chi andarsene, chi è «noi» e chi è «loro», angosciati dalla nostra identità da affermare, da difendere in quanto paurosamente minacciata dal proprio declino. Le nuove parole d'ordine sono delimitare, escludere e soprattutto «rimettere a posto» i diversi, per vincere la ripugnanza suscitata dal «disordine» che essi sembrano introdurre. Questo libro passa in rassegna i misfatti del furore identitario nella nostra conversazione culturale, dall'atteggiamento verso i migranti e i rom all'ossessione per la purezza, persino alla moda dei tatuaggi. Una guida alla nostra foresta, un filo per uscirne. -
La disinformazione felice. Cosa ci insegnano le bufale
Elefanti nani, inesistenti regni medievali, parodie politiche scambiate per vere, panzane virali e dibattiti privi di senso sui social media. Le bufale un tempo erano oggetto di curiosità, bizzarri orpelli della credulità umana di cui discutere fra il serio e il faceto. Oggi causano allarme sociale, come ci dimostra la cronaca recente: la baraonda digitale prodotta dal diffondersi di un'epidemia può minare alla radice i tentativi di combatterla, o al contrario facilitare una risposta collettiva sensata ed efficace. Perché la disinformazione online è soprattutto il sintomo di cambiamenti radicali nelle nuove tecnologie di comunicazione. Convivere felicemente con tutto questo è possibile, e persino necessario. Per farlo, bisogna considerare le bufale non spazzatura di cui sbarazzarsi, ma piuttosto fantastici laboratori su cui affinare le nostre competenze. Una proposta originale per orientarsi meglio nella nuova ecologia dell'informazione. -
Il mondo di Woody
«Woody Allen nel bene o nel male, l'uomo che ha saputo inventare un immaginario del nostro tempo e Il mondo di Woody è dedicato proprio a questo immaginario». - il VenerdìrnNato a Brooklyn il primo dicembre del 1935, non troppo lontano da Coney Island e dalle montagne russe del luna park, Allan Stewart Königsberg a 17 anni cambia all'anagrafe il nome in Heywood Allen, che presto diventa Woody Allen. A tutto il 2019 ha scritto e girato, e spesso interpretato, quarantotto film per il grande schermo, da ""Che fai, rubi?"""" a """"Un giorno di pioggia a New York"""", e uno per la televisione. Un nuovo film, """"Rifkin's Festival"""", è in postproduzione. Pare che ogni lunedì suoni il clarinetto con la sua New Orleans Jazz Band al Café Carlyle di Manhattan. Molto amato, soprattutto in Europa, e molto odiato, soprattutto negli Usa, è stato ed è un grande comico, e al pari di ogni grande comico è stato ed è un grande tragico. Come direbbe lui, non senza ironia, Allan Stewart Königsberg alias Woody Allen è un autore e un uomo con a huge worldview, con un'ampia visione del mondo. Scritte non sul suo cinema, ma nei suoi film e con i suoi personaggi, queste pagine cercano di raccontarla."" -
Andare per i rifugi
Autentiche sentinelle del territorio, i rifugi alpini sono anche scrigni di storia e di memoria: raccontano vicende, a volte epiche, sempre appassionanti, legate ad avventurose ascensioni, alle contese territoriali (sullo sfondo delle guerre mondiali e della Resistenza), alle culture del costruire. L'itinerario tocca, tra i quasi 2000 siti italiani, i rifugi più emblematici per la storia del rapporto tra uomo e montagna: tra gli altri, il Ca' d'Asti, il più antico, l'Alpetto, il primo del Cai, il Nuvolau, il primo delle Dolomiti, i rifugi Sella e Tuckett, testimoni dell'irredentismo in Trentino; ci porterà sul fronte della grande guerra il Caduti dell'Adamello, mentre il Brioschi e il De Gasperi ci parleranno della montagna partigiana e la capanna Margherita di quella di massa; infine, il Sasso Nero introdurrà i temi dell'architettura contemporanea e dell'ecocompatibilità. -
Andare per università
L'università: un'invenzione medievale che ha offerto all'Europa un modello di formazione rimasto pressoché immutato fino a oggi.Gran parte delle sedi universitarie italiane dimora in palazzi antichi impreziositi da opere d'arte poco conosciute, come altrettanto poco note sono le vicende legate alla trasmissione del sapere nel nostro paese: dall'età comunale alle signorie, dal ruolo delle istituzioni religiose alla controriforma e ai vari regni, alle contese con autorità civili e religiose, la vita degli atenei può essere letta come un lungo cammino di affrancamento e di affermazione della libertà di pensiero. Partendo dall'Archiginnasio di Bologna, sede dell'Alma Mater, al palazzo del Bo di Padova, dove passarono Galileo, Cusano e Copernico, da Napoli, fondazione laica di un imperatore, alle sedi papali di Macerata, Perugia, Camerino e Roma, dalle trecentesche Pisa e Pavia alle rinascimentali Torino e Genova e infine alle seicentesche Sassari e Cagliari, l'itinerario ripercorre la memoria storica dell'Italia studiosa e colta. -
Progresso
Una parola che sembra quasi da evitare, un ricordo di tempi lontani e di perdute ingenuità intellettuali. Eppure, l'idea di progresso esprime qualcosa di profondo e di essenziale: una rappresentazione della storia senza la quale la nostra identità e la nostra capacità di progettare il futuro sono a rischio. Scritte appena prima che iniziasse la crisi del Coronavirus, queste pagine, cui tocca oggi la più implacabile delle verifiche, si interrogano sulla funzione progressiva della tecnica e della scienza, che non sono una potenza estranea: sono nostre figlie, siamo noi. -
Buio
Alla luce associamo il bene, la conoscenza, la verità, la giustizia. E al buio? Solo falsità, ignoranza, oscurantismo? Eppure, se le cose fossero sempre immerse nella luce, finiremmo per ubriacarci di un'illuminazione insopportabile per occhi e mente, condannati a non cogliere più nemmeno la bellezza di un cielo stellato. Momento di attesa e decantazione del pensiero, il buio abita nelle regioni dell'immaginazione e può essere fonte di idee irraggiungibili alla chiara luce del giorno: con Omero e Leopardi, Lucrezio e Diderot, Rousseau e Novalis, e più vicino a noi Camilleri, un invito a riscoprire il buio come esperienza che ci riconsegna a noi stessi. -
Occidente
Seduti per secoli sulle spalle dei giganti, siamo ancora in grado di guardare lontano o ormai destinati a soccombere?All'indomani della prima guerra mondiale, Oswald Spengler tratteggiava con il «Tramonto dell'Occidente» una società alla sua fase di declino. A distanza di un secolo, questo quadro si ripropone drammaticamente. Eppure, nonostante le tragedie che lo hanno attraversato fino a portarlo quasi alla soglia dell'autodistruzione, l'Occidente ha spinto il mondo verso un progresso culturale, sociale, economico e scientifico-tecnologico, che ha migliorato le vite di miliardi di persone, ed è stato un luogo dove fin dal mito di Ulisse ogni meta raggiunta ha rappresentato uno slancio in avanti e ogni caduta una spinta di rinnovamento. Un dinamismo oggi del tutto svanito? -
Battaglie medievali
"Uscimmo contro di loro nel luogo detto Sant'Ansano a Dòfana, con la nostra potentissima cavalleria, nella cui probità per esperienza confidiamo. Qui, esaminato diligentemente il rischio del momento con il consiglio degli esperti, ordinammo a battaglia con somma cura le schiere dei nostri. Mentre i nemici si avvicinavano spiegammo le bandiere di combattimento del re, e quando essi le scorsero, forse credendo di sconfiggerci con la sola voce, subito sollevarono un immenso clamore: «Pija! Pija!» gridavano tutti insieme"""". - Da una relazione sulla battaglia di Montaperti inviata da fuorusciti fiorentini al re di Sicilia Manfredi (1260) Come si combatteva nel Medioevo? Il libro ci offre un panorama vivido delle battaglie medievali nelle loro diverse fasi: prima la mobilitazione delle forze, i preparativi logistici e le speculazioni astrologiche, la marcia verso il nemico, le liturgie sacre e profane, l'organizzazione delle schiere di combattimento, l'allocuzione del comandante, persino il ricorso a eccitanti. Poi, arrivati al nemico, il comportamento dei combattenti: la paura e il coraggio, la vergogna della fuga, i condizionamenti dell'ambiente tra fiumi, foreste e paludi. Quindi il cuore della battaglia: le tecniche di combattimento di cavalieri e fanti, la stanchezza fisica e il peso della corazza, l'ecatombe dei cavalli, l'influenza degli elementi naturali e il paesaggio sonoro, il ruolo delle insegne, i carri sul campo. Dopo lo scontro, la spartizione della preda, la sorte dei prigionieri e dei caduti, le battaglie nel ricordo delle persone e nei monumenti celebrativi." -
Le alternative non esistono. La vita e le opere di Tommaso Labranca
Tommaso Labranca è morto nell'estate del 2016. Aveva 54 anni. Infarto? Suicidio? I suoi amici hanno opinioni diverse. In ogni caso, non molti si sono accorti della sua morte, perché non molti sapevano chi fosse, al di fuori di una cerchia abbastanza ristretta di addetti ai lavori: scrittori, critici letterari, autori televisivi. Ma i pochi che lo conoscevano pensavano che fosse uno dei più importanti intellettuali della sua generazione, forse il più importante: e se si leggono o rileggono i suoi libri si capisce che avevano ragione. Dall'inizio degli anni Novanta alla metà degli anni Dieci, dagli esordi con Einaudi e dall'invenzione di Anima mia con Fazio e Baglioni alle collaborazioni pagate a pezzo per «Cronaca vera», in questa repentina parabola di caduta Labranca non ha mai smesso di riflettere e di scrivere, in maniera spesso geniale, sulle cose che hanno riempito la nostra vita e il nostro immaginario nell'ultimo mezzo secolo: le canzoni, i film, l'arte contemporanea, la pubblicità, la televisione, e insomma tutto quello sterminato, ubiquo prodotto che va sotto il nome di cultura pop. Questo libro racconta la vita di Tommaso Labranca, spiega che cosa ha pensato e che cosa ha detto nei suoi venticinque anni di lavoro, e attraverso di lui ridescrive da una prospettiva inedita l'interessante, divertente, straziante magma culturale nel quale tutti noi siamo immersi. -
Perché combattere la disuguaglianza
Perché ricercare maggiore uguaglianza tra ciò che hanno alcuni e ciò che hanno altri, invece di impegnarsi semplicemente per raggiungere condizioni migliori per chi ha meno? Fra le ragioni che dovrebbero farci combattere la disuguaglianza: genera umilianti differenze di status; assicura ai ricchi forme inaccettabili di controllo sulla vita dei meno abbienti; compromette l'uguaglianza delle opportunità economiche; mina l'equità delle istituzioni politiche; viola il principio di uguale considerazione (quando un beneficio che deve essere garantito a tutti tocca solo a pochi); la disuguaglianza nella ricchezza e nel reddito è ingiusta e sorge da istituzioni economiche inique. Ragioni eterogenee, non riconducibili a un solo principio distributivo ugualitario. Ad accomunarle è il loro ruolo all'interno del processo attraverso il quale un'istituzione sociale deve essere giustificata a coloro cui è richiesto di accettarla.