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Un futuro più giusto. Rabbia, conflitto e giustizia sociale
Un'agenda radicale: intervenire subito perché nessuno resti indietro nella crisi da Covid-19.È urgente imboccare la strada di un futuro più giusto, prendendo di petto il problema dei problemi: le gravi disuguaglianze e il senso di ingiustizia e impotenza che mortificano il paese. La crisi Covid-19 ha reso ancora più evidente questo stato di cose e ha aperto molteplici scenari. Come evitare che gli squilibri di potere e di ricchezza crescano ancora? O che prevalga una dinamica autoritaria? Quali sono le cause delle disuguaglianze e le responsabilità della politica e delle politiche? È possibile indirizzare l'accelerazione della trasformazione digitale alla diffusione di conoscenza e alla creazione di buoni lavori? E come? Come far funzionare la «macchina pubblica» e assicurare il confronto democratico sulle decisioni? Come assicurare dignità e partecipazione strategica al lavoro? Come affrontare la crisi generazionale? Sviluppando le «15 proposte per la giustizia sociale» elaborate dal Forum Disuguaglianze Diversità, alleanza originale di cittadinanza attiva e ricerca, il volume offre una risposta a queste domande, fornendo uno schema concettuale per affrontare l'incertezza e soluzioni operative per cambiare rotta. -
Sofocle. L'abisso di Edipo
L'Edipo re di Sofocle: il capolavoro tragico che nel corso del tempo è stato decisivo punto di riferimento per pensatori come Aristotele e Freud. La storia è nota: Edipo, re di Tebe, deve trovare e punire l'assassino di Laio, il vecchio sovrano, perché solo così la città sarà liberata dalla pestilenza. La verità da conoscere è lì, evidente, eppure nessuno la vede. È questo silenzio, questa rimozione collettiva, che affascina il lettore. E anche l'angosciosa ricerca del protagonista, che ha il coraggio di guardare dentro sé stesso e i propri segreti. Alla fine il giallo si scioglie: è lui il colpevole, ha ucciso Laio senza saperlo suo padre, per poi sposarne la vedova Giocasta, sua madre. La vicenda di Edipo si eleva così a parabola della fragilità umana, dell'azione cieca del destino, del dolore e della tragicità del conoscere. Voi che abitate Tebe, la mia patria, guardate Edipo che risolse l'enigma famoso e fu l'uomo più potente, invidiato da tutti i cittadini: guardate in quale abisso di sventura è precipitato. Perciò non chiamate felice nessuno che attende il suo ultimo giorno, prima di aver visto se attraversa il confine della vita senza aver provato dolori. -
I semi del futuro. Dieci lezioni di genetica delle piante
OGM e manipolazione genetica dividono l'opinione pubblica, eppure i grandi progressi in agricoltura si devono alla modificazione del patrimonio genetico delle piante. Un processo cominciato molti millenni fa, con la nascita dell'agricoltura stessa e la trasformazione di specie selvatiche in piante addomesticate. Perché allora il progresso tecnologico in questo campo è sotto accusa in nome della tradizione e del passato? Queste dieci lezioni ci aiutano a guardare oltre, spiegandoci come nuove tecnologie, quali l'editing genetico, possano consentire di produrre piante capaci di utilizzare al meglio i fattori ambientali - in particolare acqua e fertilizzanti - e ottenere un'agricoltura più «biologica». È forse questa la strada per affrontare cambiamenti climatici, sovrappopolazione, sfruttamento del territorio e aumento del fabbisogno alimentare. -
Gastronomia consapevole. Istruzioni per l'uso
Mangiare e bere sono due necessità naturali, che provvediamo a soddisfare d'istinto, senza soffermarci a pensare ai significati simbolici di ciò che ruota attorno al cibo e al gusto. Sono attività che ci accomunano a tutti gli altri esseri viventi, e che tuttavia solo all'animale umano procurano un piacere rielaborato attraverso processi culturali e sociali utili a prolungarlo e a ritualizzarlo. Soltanto noi produciamo il cibo, lo cuciniamo, spesso lo condividiamo con il prossimo e, pur potendo mangiare di tutto, abbiamo stili alimentari differenziati su base culturale. Muovendo da una riflessione sulla cultura del cibo e sull'educazione alimentare e del gusto, temi di costante attualità, l'autrice offre un compendio dei saperi di base, una sorta di cassetta degli attrezzi per i lettori-degustatori, che potranno così affinare, approfondire o anche solo rinfrescare la conoscenza di ciò che si cela dietro al gesto quotidiano del mangiare. -
Pitagora, il padre di tutti i teoremi
Gesso, lavagna, il disegno di un triangolo rettangolo… ed eccoci di nuovo sui banchi di scuola, dove abbiamo incontrato il teorema di Pitagora. Ma chi era davvero Pitagora? E perché mai quel teorema è tanto importante se non il più importante della matematica? Cos'ha di speciale quella formula, che compare in tavolette babilonesi, in papiri egizi, in testi astronomici cinesi e nelle regole dei costruttori di altari indiani? Quali nascoste proprietà racchiude? Giunto a noi dall'antichità più remota, attraverso i numerosi suoi travestimenti quel teorema caratterizza gli spazi astratti della matematica moderna. -
Il principio di indeterminazione
Per dar conto del significato del principio di indeterminazione si usa dire che «l'osservazione perturba il fenomeno». Nella sua icasticità la frase ci dice che di una particella elementare non possiamo sapere tante cose contemporaneamente e con grande precisione, ma dobbiamo scegliere: o la sua posizione nello spazio o la velocità, o la sua energia o il momento esatto in cui si trova. Queste grandezze si possono sì conoscere, ma non contemporaneamente. Proviamo allora a comprenderla meglio, aiutati da una guida d'eccezione, la formula elaborata da Heisenberg nel 1927: un insieme di pochi simboli, una grande rivoluzione della fisica quantistica, i cui risultati - dai transistor al laser - ci circondano quotidianamente. -
Vite vissute e no. I luoghi della mia memoria
Tra confessione privata e memoria pubblica, Isnenghi consegna al lettore una testimonianza di rilievo sulla vicenda culturale e politica dell'ultimo mezzo secolo.«Immerso nei flutti, per la prima volta in vita mia ai fanghi di Abano, sono in piena anarchia della memoria. Sembra che lei ci si trovi bene, tra fumi e vapori: con quel caldo spossante, vien su di tutto, dal fondo». Storico fra i più illustri e conosciuti, intellettuale impegnato fin dagli anni universitari, Mario Isnenghi ripercorre in questo saggio autobiografico le tappe che hanno segnato la sua formazione umana, scientifica e politica: dalle origini familiari alle esperienze di scuola e università, all'apprendistato politico che attraversa il mondo cattolico e socialista nelle associazioni studentesche, nel sindacato, nell'insegnamento. E poi la lunga attività di ricerca che lo ha portato a riflettere, partendo dalla Grande Guerra, sulla storia della cultura italiana, la funzione degli intellettuali, le fragilità e le contraddizioni della costruzione statale. Tra confessione privata e memoria pubblica, Isnenghi consegna al lettore una testimonianza di rilievo sulla vicenda culturale e politica dell'ultimo mezzo secolo. -
Italiani in guerra. Sentimenti e immagini dal 1940 al 1943
«Così questo fatto atteso e temuto era entrato nella nostra vita e probabilmente ne avvertimmo subito le conseguenze. Ignaro di tanto il pubblico che era seduto nei caffè e nelle birrerie passava serenamente quel tardo pomeriggio festivo» (Giaime Pintor, Doppio diario). «State tranquilli, non sarà poi una cosa lunga. E anzi prevedo che sarà più una scaramuccia che una guerra totale» (Lettera di un militare da Bolzano, 12 giugno 1940). Parole rubate dall'informatore, lettere intercettate, relazioni degli organi di polizia che registrano lo «stato d'animo della popolazione». Rimettendo ordine in questo enorme brusio di voci, l'autore è riuscito a ricostruire, quasi giorno per giorno, come la pensavano gli italiani sulla guerra: come vedevano i nemici, come giudicarono la campagna di Grecia, poi l'intervento russo e americano, come reagirono alle avvisaglie della sconfitta e ai bombardamenti delle città. E insieme, come ne sentivano parlare dalla propaganda, o dal cinema, come ne ridevano o cantavano. È, naturalmente, una parabola discendente, che disegna la progressiva perdita di credibilità del fascismo e lo scollamento della comunità nazionale fino alla crisi del 25 luglio e dell'8 settembre. -
Storia degli armeni
Oggi l'Armenia è una piccola repubblica ex-sovietica, ma gli armeni nel mondo si trovano un po' ovunque. Quasi quattro milioni di persone parlano una delle due varianti della lingua armena (orientale e occidentale); moltissimi altri armeni della diaspora non la parlano, ma hanno piena coscienza della propria identità. Se andiamo indietro nel tempo, ripercorrendo i principali luoghi della memoria degli armeni, possiamo seguire nel corso dei secoli le vicende di un popolo vivace e combattivo, dalla cultura sorprendente sul piano artistico e letterario, capace di adattarsi a territori difficili e prosperare sia sotto governanti armeni, sia sotto il dominio di altri regni e imperi, senza perdere la propria identità culturale e religiosa. Questa breve introduzione racconta la loro storia dal regno di Urartu nel nono secolo a.C. alla giovane repubblica post-sovietica. -
L' illuminismo
Il libro - qui presentato in una nuova edizione aggiornata - illustra i cambiamenti che nel contesto sociale e nel clima intellettuale dell'Europa del XVIII secolo presiedono alla nascita dell'Illuminismo. Oltre al ruolo decisivo svolto dallo sviluppo della stampa, e dalle nuove forme della produzione e del consumo culturale, sono esaminati fattori chiave come quello economico e quello scientifico. È inoltre valutato il diverso impatto che i Lumi ebbero per ricchi e poveri, uomini e donne, europei e non europei. -
Stalin e lo stalinismo
La fine dell'Unione Sovietica ha prodotto una ricca messe di ricerche favorite dalla disponibilità di sempre nuove fonti documentarie. Mettendo a frutto tale impetuoso rinnovamento storiografico, questa sintesi sul fenomeno Stalin si presenta oggi arricchita di materiali che contribuiscono ad ampliare le conoscenze sulla personalità, le convinzioni e l'azione del «piccolo padre»: una figura che, secondo un sondaggio recente, il 38% dei russi considera tuttora la personalità più rilevante della storia umana. -
Diritto pubblico e diritto privato. Una genealogia storica
Nella prospettiva di una rinnovata unità del giuridico questo volume indaga il rapporto tra i «due diritti» nella loro stratificata storicità, invitando ad una riflessione ormai imprescindibile sulla necessità di un equilibrio ragionevole tra bisogni personali e collettivi, diritti e doveri, garanzie e poteri.Nella percezione del giurista pubblico e privato sono termini antichi, ma il lungo itinerario che scandisce l'approdo alla grande dicotomia si avvia solo con lo Stato moderno che plasma il diritto pubblico, mentre il diritto privato è catturato nell'orbita dell'individualismo giuridico. Con il tramonto dell'antico regime, la dicotomia si porrà a fondamento dell'intero ordine giuridico, incarnando l'equilibrio tipicamente ottocentesco tra Stato e società, sovranità e diritti; il Novecento invece ne scompaginerà i confini, introducendo compromissioni e mescolanze tra statuale ed economico, sociale e individuale, interesse generale e interessi particolari. Negli anni più recenti l'intensità della globalizzazione economica e l'impoverimento dei programmi costituzionali fanno pensare a un nuovo primato del diritto privato. Nella prospettiva di una rinnovata unità del giuridico questo volume indaga il rapporto tra i «due diritti» nella loro stratificata storicità, invitando ad una riflessione ormai imprescindibile sulla necessità di un equilibrio ragionevole tra bisogni personali e collettivi, diritti e doveri, garanzie e poteri. -
Un' ambigua leggenda. Cinema italiano e Grande Guerra
A oltre cent'anni di distanza, la Prima guerra mondiale continua a essere fonte d'ispirazione per la cinematografia internazionale. Nel cinema italiano il conflitto del 1915-18 ha avuto però fortune alterne. Durante il ventennio mussoliniano, la nostra industria cinematografica si avvicina di rado al tema, sebbene il fascismo fosse sorto proprio dall'esperienza bellica. E anche dopo il 1945 il nostro cinema ha avuto un interesse solo rapsodico per quegli eventi, con alcune importanti eccezioni come «La grande guerra» di Mario Monicelli (1959) e «Uomini contro» di Francesco Rosi (1970). Il libro ripercorre il filo di una relazione difficile, dagli anni in cui il conflitto è ancora in corso sino ai nostri giorni: una lettura inedita di una delle stagioni più tragiche del Novecento e, insieme, una riflessione originale sulle potenzialità e i limiti della più popolare forma di intrattenimento del «secolo breve». -
L'elefante di Carlo Magno. Il desiderio di un imperatore
Nell'anno 802 giungeva ad Aquisgrana per l'imperatore Carlo Magno un dono davvero fuori dal comune: un elefante, di nome Abul Abbas, che il califfo di Baghdad Harun al-Rashid aveva inviato a seguito della richiesta che lo stesso Carlo Magno gli aveva espressamente fatto qualche anno prima. Ma perché quell'inconsueto desiderio di Carlo? E che significato dare allo scambio di doni fra l'imperatore e il califfo? Quella dell'elefante di Carlo Magno può apparire la storia di una stramberia, l'avventura un po' triste di un povero animale finito a morire nel freddo clima germanico, ma in realtà tutta la vicenda, se attentamente interrogata, svela molto dei rapporti diplomatici del tempo, della politica del dono, del significato politico che il possesso di un elefante, come attributo di regalità, poteva avere, e anche dell'immagine che allora l'Europa cristiana si faceva del mondo. -
Albe di un nuovo sentire. La condizione neocontemplativa
Leggere, contemplare, curare la natura sono attività che aiutano a uscire dall'atrofia mentale del mondo consegnato alla Rete, in cerca di una visione armonica contro la banalità dei media. Il libro mostra come i fili del moderno e del postmoderno si siano intrecciati con la realtà virtuale in un garbuglio inestricabile, creando un caos linguistico e antropologico in cui l'arte sembra aver perso senso. Ma anche nell'era attuale può risorgere la lezione dell'antico: attraverso una rivisitazione dell'aura contemplativa potremo fare nostro un nuovo sentire, che rifugge dallo shock, dall'improvvisazione e dal kitsch, per mettere al centro la sensibilità e la fantasia creatrice. -
Tocqueville, il carcere, la democrazia
Fra il 1831 e il 1832 il giovane Alexis de Tocqueville compie un lungo viaggio tra gli Stati Uniti e il Canada da cui scaturirà più tardi La democrazia in America. Quel viaggio, però, originava da un incarico d'altro tipo: una ricerca ministeriale sui nuovi penitenziari statunitensi. Da tempo, infatti, gli Stati Uniti testavano metodi di detenzione radicalmente innovativi, che coniugavano isolamento, silenzio e lavoro forzato con un obiettivo ambizioso: azzerare per sempre i tassi di recidiva. Tocqueville visita le prigioni, intervista direttori, detenuti, medici e secondini, si immerge nei registri e nei regolamenti. Approda infine a una vera e propria teoria carceraria che interroga, in controluce, le dinamiche sociali capaci di annichilire il desiderio di libertà. -
L' epica latina e profana tra XVI e XVIII secolo. Un'introduzione
Tra i secoli XVI e XVIII la poesia latina, di stile epico in particolare, fu innanzitutto un mezzo di comunicazione e di scambio culturale. Non solo un esercizio letterario basato sui classici antichi, ma un veicolo internazionale utile per la diffusione delle più svariate discipline: tra le altre, storia, scienza, teologia, in un'epoca in cui non esisteva ancora una vera e propria settorialità dei singoli saperi, ai quali era comunque sottesa un'humanitas di tipo classico. Un percorso storico affascinante, corredato da una ricca antologia di testi tradotti e commentati. -
Come cambiano gli italiani. Valori e atteggiamenti dagli anni Ottanta a oggi
Come siamo cambiati noi italiani dagli anni Ottanta a oggi? Come si sono modificati i nostri atteggiamenti nei confronti della società, della politica, del lavoro, della famiglia, della religione, dell'Unione Europea, della scienza, dell'ambiente? Organizzato in quindici brevi capitoli dedicati a singoli temi di grande attualità culturale, sociale e politica, il libro presenta i risultati inediti di una grande indagine sui valori degli europei e degli italiani. Grazie al confronto con dati analoghi emersi in ricerche precedenti, gli autori possono condurre un'analisi approfondita delle opinioni e degli atteggiamenti degli italiani nel corso degli ultimi quarant'anni e misurare attraverso il tempo le tendenze di fondo dell'opinione pubblica e della nostra società. -
Etica naturalistica e fenomenologia
Esistono fatti morali in un senso analogo a quello in cui riteniamo che esistano fatti naturali? In che rapporto stanno queste due classi di fatti e in che modo possiamo conoscere i fatti morali? Il bene e il male sono proprietà di azioni, situazioni e oggetti che possono essere in qualche modo percepite come le proprietà naturali? Il volume esplora queste ed altre domande metaetiche che caratterizzano la riflessione contemporanea, in particolare quella di matrice naturalistica, dal punto di vista della fenomenologia husserliana. L'approccio fenomenologico fornisce spunti nuovi per ripensare alla radice le tematiche dell'etica naturalistica contemporanea che queste domande hanno fatto emergere: la percezione e l'intuizione morale, la «sopravvenienza» delle proprietà morali e l'argomento della domanda aperta di G.E. Moore. Considerando la contrapposizione tra filosofia analitica e continentale ormai in larga misura anacronistica, l'autore mostra in atto la fecondità della fenomenologia in uno dei dibattiti filosofici più ricchi e accesi del nostro tempo. -
Storie di Adriatico
«Cronache minori, quotidiane, granelli di crudeltà e di miseria, di mistero e di eventuale dolcezza che nei secoli hanno nutrito la clessidra della storia» La Stampa - Tuttolibri Dalmati, ebrei, slavi, italiani, austriaci, ungheresi; chierici e artigiani, commercianti e schiave, signori e «poareti» che il destino trascina da una parte all'altra dell'Adriatico, in un andirivieni secolare che avvicina le due sponde e le collega in un unico spazio culturale e umano: sono questi i protagonisti delle «Storie di Adriatico», dal povero costruttore di balestre che muore di tortura a Ragusa al chierico slavo ucciso dalla tisi in un sottoscala a Fermo, dalla bella schiava d'oltremare finita in un convento italiano alla giovanissima dalmata serva ad Ancona, amata da un buon vecchio e poi scomparsa chissà dove. Storie tutte che raccontano quel che la storiografia non riesce a esprimere: il senso della vita e del destino individuale, della «creaturalità» degli uomini, del loro non memorabile trascorrere sulla terra.