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Nanà
Nana Coupeau è fuggita dalla sua famiglia e dalla miseria. Diventata attrice, si diverte a umiliare i suoi spasimanti, primo fra tutti il conte Muffat che la mantiene principescamente. Incapace di amare altri che il suo bambino, avida di lusso e di piaceri, Nana finisce coll'essere abbandonata da Muffat e col rovinarsi economicamente. Morirà di vaiolo, mentre nelle strade echeggia l'annuncio della dichiarazione di guerra alla Prussia. -
Poesie mistiche
Dov’è il mazzo di fiori, se avete visto quel Giardino? Dov’è la perla dell’anima, se uscite dal mare di Dio?” L’acqua e l’aria, la terra e il fuoco, la mente e il cuore, l’umano e il divino: massimo poeta mistico della letteratura persiana, Gialâl ad-Dîn Rûmî esprime in versi potenti e seducenti l’anelito dell’anima verso l’assoluto e, grazie alla sua capacità di trasfigurare vicende quotidiane in visioni sublimi, si innalza a cogliere l’ebbrezza spirituale che pervade l’universo. In questa antologia Alessandro Bausani ha raccolto i più affascinanti tra gli oltre cinquantamila distici del Dîvân, il canzoniere in cui Rûmî ha intessuto musicalità e misticismo in un’opera di straordinaria bellezza. -
Il soldato fanfarone. Testo latino a fronte
A Efeso, Pleusicle riesce a liberare Filocomasio, una ragazza da lui amata, che era stata rapita da Pirgopolinice, un soldato spaccone e vanitoso. Con l'aiuto dell'amico Periplecomeno e del servo Palestrione fa a credere al soldato fanfarone che Acroteleuza, una cortigiane che si finge moglie di Periplecomeno, si sia invaghita di lui. Lusingato dalla conquista, il soldato lascia libera Filocomasio. Periplecomeno, fingendosi geloso, fa bastonare Pirgopolinice dai servi. -
Il ventaglio
Commedia in prosa in tre atti, rielaborazione di una sua commedia precedente in francese ""L'éventail"""". Durante un colloquio tra gli innamorati Evaristo e Candida a quest'ultima cade un ventaglio che si rompe. Evaristo ne compra uno nuovo che dà alla contadina Giannina perché lo porti in regalo a Candida. La cosa suscita la gelosia di Crespino e Coronato, innamorati di Giannina, che pensano che il dono sia per lei. Anche Candida lo crede e per dispetto accetta la proposta di matrimonio del barone del Cedro. Evaristo, deluso, lascia il ventaglio in dono a Giannina. Infine l'equivoco si chiarisce e Evaristo si riconcilia con Candida."" -
Saul-Filippo
Filippo II di Spagna e Saul re di Israele, lontani nel tempo, identici nelle passioni. Filippo e Saul rappresentano le principali tappe dell’Alfieri tragico. Nella prima il poeta affrontava la storia moderna, nell’altra si gettava nella fascinosa riscrittura delle vicende bibliche. In entrambe campeggiano, grandiosi nella crudeltà e segnati da un destino di solitudine, i rispettivi protagonisti: Filippo, tormentato dai sospetti nei confronti della moglie e del figlio, e Saul, offuscato dalla follia e dalle responsabilità di fronte a Dio e al suo popolo. Due capolavori che Vittore Branca ha qui corredato con due saggi introduttivi e apparati bibliografici che sono stati ulteriormente aggiornati. -
Macbeth. Testo inglese a fronte
Macbeth e Banquo, generali di Duncan, re di Scozia, incontrano tre streghe che salutano Macbeth come futuro signore di Cawdor e poi re, Banquo come progenitore di re. Lady Macbeth spinge il marito ad uccidere Duncan giunto nel loro castello, mentre i figli del re riescono a fuggire. Nominato re, Macbeth elimina Banquo, dalla cui ombra sarà però perseguitato. Interroga poi le streghe che gli profetizzano che non sarà mai vinto da ""nato da donna"""" e che regnerà finché la foresta di Birnam non si muoverà. Malcolm e Macduff muovono contro Macbeth che fa ucccidere la moglie e i figli di Macduff. Lady Macbeth impazzisce e si uccide, il marito è ucciso da Macduff (tolto anzitempo dal ventre materno), mentre l'esercito avanza, coperto da rami e fronde."" -
Giulio Cesare. Testo inglese a fronte
Scritta alla svolta del XVI secolo, la tragedia di Giulio Cesare rispecchia la crisi dell’ideale rinascimentale di un universo preordinato e perciò immutato e immutabile: una crisi che prelude al ribaltamento dei valori costituiti, e che è qui rappresentata nel momento stesso in cui scardina l’istituzione sacrale dell’impero e la società che a esso si appoggiava. Le tre grandi figure che campeggiano sulla scena, Cesare, Bruto e Antonio, non sono però solo personaggi storici e politici, ma accorati protagonisti di una tormentata vita interiore. Giulio Cesare è la tragedia del rapporto fallimentare tra virtù pubblica e privata, fra ingenuo, stoico eroismo e senso politico dell’azione; è la descrizione del fallimento dell’uomo di Stato e la terribile caduta dell’intellettuale, distrutto dalle sue stesse virtù. -
Agamennone-Mirra
Agamennone e Mirra, due affascinanti e pur così lontani personaggi del mito, segnano la grande stagione creativa dell'Alfieri intimista, più attento alla rappresentazione dei conflitti esistenziali e degli oscuri recessi della mente. Protagoniste di queste tragedie due donne: nell'«Agamennone» Clitennestra, donna fragile e lacerata nell'intimo da sentimenti smisurati e contrastanti: l'ira per il marito, l'amore per i figli e l'attrazione violenta per l'amante. Nella «Mirra» l'antico tema dell'amore incestuoso torna con intonazioni strazianti e singolarmente moderne. Sconfitta da una passione devastante, Mirra lotta eroicamente per soffocare l'impulso dell'attrazione verso il padre, fino alla scelta liberatrice della morte. L'introduzione di Vittore Branca guida il lettore alla poesia e alla lingua dell'Alfieri, e alla genesi di queste due tragedie. -
I demoni
Petr Verchovenskij, guidato ideologicamente dal demoniaco Stavrogin, è a capo di un'organizzazione nichilista e lega i suoi seguaci con una serie di delitti. L'ultima vittima è Satov, un ex-seguace convertitosi alla fede ortodossa. Per coprire il delitto Petr obbliga Kirillov a scrivere una lettera di autodenuncia, prima di suicidarsi. Altri delitti, apparentemente immotivati, seguono e solo il suicidio di Stavrogin che si impicca nella soffitta del suo appartamento, sembra pore fine all'azione di questi ""demoni."" -
Lettere. Testo latino a fronte
Scritte tra il 65 e il 43 a. C., nell'arco del cruciale ventennio che vide la rovinosa e inarrestabile crisi della Repubblica, le ""Lettere"""" di Cicerone costituiscono una testimonianza preziosa, anche se inevitabilmente parziale, della vita pubblica di quegli anni. Esponente di spicco del partito conservatore, Cicerone scrive ai familiari, agli amici e ai compagni di partito, rivelandoci le raffinatezze di un'élite ormai in declino ma anche gli oscuri retroscena della lotta politica, le trame segrete delle rivalità e delle alleanze e gli inevitabili maneggi su cui si fondava il potere. Luca Canali esplora nell'introduzione l'interiorità dell'uomo Cicerone; nella premessa al testo Giorgio Brugnoli analizza la carriera politica del grande oratore e il ruolo delle """"Lettere"""" nell'insieme della sua opera."" -
L'avaro. Testo francese a fronte
Harpagon è un vecchio avaro che non pare avere altri sentimenti. I figli Cléante e Elise lo odiano. Harpagon decide di sposare la bella Marianne, amata da Cléante e di dare in moglie Elise a un vecchio, Anselme, che la accetta senza dote. Il valletto di Cléante, La Fleche, ruba la cassetta del denaro e la consegna al suo padrone che pensa di darla al padre in cambio di Marianne. Harpagon accusa però del furto il suo intendente Valère che crede che il suo amore per Elise sia stato scoperto e che questa sia la vera causa dell'ira di Harpagon. Giunge infine Anselme che riconosce in Marianne e Valère i figli da lui creduti morti in un naufragio. Gli innamorati si sposano e Harpagon ritrova il suo denaro. -
Racconti
Un principe bello e ingenuo, un usignolo pronto a sacrificarsi per una rosa, un gigante egoista, e castelli infestati da fantasmi scorbutici: personaggi e mondi fantastici, creati da Wilde con il primo intento di educare e divertire i figli Cyril e Vyvyan, ma anche fedelissimi ritratti delle contraddizioni morali che riempivano la vita della borghesia vittoriana. Lo stesso scrittore definiva i suoi racconti come “studi in prosa volti in forma fantastica e intesi in parte per i bambini e in parte per coloro che hanno mantenuto la capacità di gioire e stupirsi”. In questa raccolta viene proposta la serie completa dei racconti di Wilde, narrazioni sempre limpide e avvincenti, in cui fiaba e mito si incontrano e affascinano il lettore con il talento brioso e parodistico di uno dei più grandi autori dell’Ottocento inglese. -
Antigone-Edipo re-Edipo a Colono. Testo greco a fronte
Composte nella seconda metà del V secolo a.C., le tragedie del ciclo di Edipo mettono in scena, in forme di straordinaria suggestione, una delle più alte e dolenti rappresentazioni del destino umano. Edipo, assurto con Sofocle a simbolo universale, è il paradigma più famoso dell’eterno dissidio tra libertà e necessità, tra colpa e fato. Giunto al potere grazie alla propria intelligenza, Edipo è costretto, attraverso una forzata e convulsa indagine retrospettiva, a scoprire che il suo passato è una lunga sequenza di orrori e delitti, e a riconoscere la drammatica verità delle ultime, desolate parole del Coro: “Non dire felice uomo mortale, prima che abbia varcato il termine della vita senza aver patito dolore”. Franco Ferrari analizza nell’introduzione la strategia drammatica di Sofocle e il ruolo che ha in essa il rovesciamento della sorte umana, tema conduttore dei tre drammi. -
Storia di Roma dalla sua fondazione. Testo latino a fronte. Vol. 1: Libri 1-2
Inizia con questo volume la pubblicazione in BUR della Storia di Roma di Livio, la più vasta opera storica che l’antichità ci abbia lasciato. Nei primi dieci libri, la “prima deca” che ispirò a Machiavelli le celebri Considerazioni, Livio racconta le origini avvolte dal mito della Città eterna e le sue prime, turbolente vicende: i sette re, la caduta della monarchia, le prime lotte con gli Etruschi e gli Italici. Sono vicende di cui è spesso difficile accertare la verità storica e che nel racconto di Livio diventano un godibilissimo e affascinante romanzo ricco di figure esemplari e gesta grandiose. Un saggio di Ronald Syme e un’ampia introduzione di Claudio Moreschini discutono la complessa problematica dei rapporti tra la concezione storiografica ed etica di Livio e la politica di Augusto. -
Antonio e Cleopatra. Testo inglese a fronte
Antonio vive ad Alessandria schiavo della bellezza di Cleopatra. Costretto a ritornare a Roma per ragioni politiche, pone fine alla discordia con Cesare Ottaviano sposandone la sorella, ma la pace dura poco, perché la gelosia di Cleopatra, ed il ricordo della sua sensualità, lo richiamano in Egitto. -
Trilogia della villeggiatura
Col pretesto di porre in ridicolo la smania della villeggiatura dispendiosa, l’ambizione del ceto medio che vuol gareggiare con la ricca nobiltà, il grande affresco della Villeggiatura offre l’impietosa immagine di un mondo borghese dilaniato da egoismi e particolarismi, che nello sviluppo delle proprie contraddizioni ha smarrito la carica vitale e progressista di un tempo. Goldoni se ne distacca con lo stesso sicuro intuito storico e sociale con cui l’aveva difeso ed esaltato nel momento della sua affermazione rivoluzionaria. La prefazione di Luigi Lunari sviluppa i complessi temi posti dal testo, e li verifica nella disamina del celebre allestimento teatrale diretto da Giorgio Strehler a Milano, a Vienna e a Parigi. -
Storia di Roma dalla sua fondazione. Testo latino a fronte. Vol. 2: Libri 3-4
Guerre senza quartiere per la sopravvivenza e la supremazia sui popoli dell’Italia centrale, l’inizio delle discordie tra patrizi e plebei, il passaggio da piccolo stato locale a potenza militare e politica: questi sono gli argomenti dei libri III e IV della Storia di Roma. Ma soprattutto Livio narra un periodo denso di cambiamenti e tensioni sociali che mettono in pericolo l’esistenza stessa dell’Urbe, e che si ritrovano drammaticamente esemplificati nell’indimenticabile storia della tentata violenza del patrizio Appio Claudio sulla plebea Virginia, uccisa dal padre per preservarne l’onore, e che fu rielaborata successivamente anche da Alfieri e da Lessing, e nella lotta dei plebei per ottenere il diritto di connubio con i patrizi. Il testo, abilmente tradotto da Mario Scàndola, è illustrato dalle ricche note di Claudio Moreschini. -
I canti
Catullo è una sorta di quintessenza dello specifico poetico. Guido PaduanoCatullo è il primo poeta d'amore della latinità. Il primo che esprime la forza contraddittoria e lacerante delle proprie passioni. Concentrando la sua poesia sul suo mondo interiore, Catullo compone un'opera di straordinaria novità che canta la gioia dell'amore felice, le facezie dei conviti, le appassionate dichiarazioni di amore e fedeltà; ma anche i tormenti del disinganno, le feroci invettive, l'angosciato colloquio con se stesso, in una poesia sempre raffinatissima che tocca tutte le sfumature dello stile, dal preziosismo estremo dei carmina docta a un realismo che ingloba le più violente trivialità.Alfonso Traina illustra nell'introduzione il mondo poetico e stilistico di Catullo, fedelmente reso dall'elegante traduzione di Enzo Mandruzzato. -
Canti di Castelvecchio
Icanti degli uccelli nel bosco, un volo di passero, una foglia che cade, la musica degli astri lontani, le misteriose voci notturne, voci di fiumi, dei morti, dell’invisibile: suoni e silenzi della natura quelli che Pascoli raccoglie nei Canti di Castelvecchio, il suo libro più complesso. Come scriveva Pascoli stesso in una lettera del 1902: “C’è, vedrai, nei Canti, un ordine latente, che non devi rivelare: prima emozioni, sensazioni, affetti d’inverno, poi di primavera, poi d’estate, poi d’autunno, poi ancora un po’ di inverno mistico, poi un po’ di primavera triste, e finis”. L’ordine di successione dell’anno agricolo rientra nella concezione pascoliana, classica e decadente insieme, dell’eterno rinnovarsi della natura. La cornice, il piano della raccolta, costituisce dunque una chiave di lettura e segna una frattura, un salto di qualità rispetto alle giovanili “tamerici” di Myricae. -
La festa delle donne. Ediz. bilingue
Una commedia per difendere le donne? O per ribadirne la condanna, tradizionale nella misogina Grecia? In realtà, qui il problema della condizione femminile, molto sentito nel dibattito intellettuale del tempo, non sembra più che un pretesto. E il farsesco processo che l’assemblea delle donne intenta a Euripide, colpevole secondo loro di averle ingiustamente denigrate nelle sue tragedie, è l’occasione per una polemica letteraria, più che sociale. Vero bersaglio di Aristofane è infatti proprio Euripide, dalle cui opere sono tratti gli episodi che, brillantemente parodiati, costituiscono la trama stessa della commedia. Estrapolati dal loro contesto e calati nella realtà fittizia dell’Atene del V sec., personaggi e situazioni del teatro euripideo sono fatti emergere sotto una luce paradossale in un susseguirsi di equivoci e beffarde allusioni. Guido Paduano illustra nell’acuta introduzione i molteplici livelli di lettura della commedia, e nelle note chiarisce le allusioni all’attualità ateniese e i vari riferimenti alle opere euripidee.