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Il malato immaginario. Testo francese a fronte
Argan è un malato immaginario che trascorre il suo tempo a cercare malattie inesistenti. Cercano di approfittare di questa mania, la sua seconda moglie che vorrebbe essere nominata unica erede, i medici e il farmacista. La figlia Angélique ama Cléante, ma il padre vuole darla in moglie a Diafoirus, per avere un medico in casa. Toinette, la cameriera e Béraldo, fratello di Argan, lo convincono a fingersi morto: potrà così scoprire l'ipocrisia di chi lo circonda. Alla fine solo l'affetto sincero della figlia Angélique verrà premiato: potrà sposare il giovane che ama e Argan deciderà di diventare medico lui stesso. -
Vita di un perdigiorno. Testo tedesco a fronte
Celebrazione dell’“eterna domenica in cuore” e paradigma del limite che si erge contro la sua realizzazione, la sognante e ironica novella del Perdigiorno, con l’avventuroso viaggio del Fannullone dall’Austria fino a Roma e poi di nuovo in Austria, è lo spazio disimpegnato che l’autore crea per se stesso come rifugio da un avvilente impiego governativo e specchio incrinato per una nazione incapace di accogliere i nuovi ideali rivoluzionari. In essa agiscono personaggi la cui libertà trasognata assume l’amaro carattere dell’utopia e del desiderio inappagato e che, nella loro impossibilità di aderire alla realtà, nella malinconica opposizione alla società vinta dalla morsa della produttività, fanno vivere pagine tra le più intense del Romanticismo ottocentesco e dal carattere decisamente moderno. -
Il candelaio
Commedia in cinque atti scritta probabilmente a Parigi nel 1582. La commedia, nella sua storia iniziale e nell'apparato di cui si circonda, pare un episodio della guerra condotta dal Bruno contro l'accademismo, il conformismo e la pedanteria. La trama si annoda su tre motivi: ""sono tre materie principali, spiega l'autore, intessute insieme... l'amor di Bonifacio, l'alchimia di Bartolomeo et la pedanteria di Manfurio; però per la cognizion distinta de' soggetti, ragion dell'ordine et evidenza dell'artificiosa stesura, rapportiamo prima da per lui l'insipido amante, secondo il sordido avaro, terzo il goffo pedante""""."" -
La consolazione della filosofia. Testo latino a fronte
Nel Paradiso di Dante, fra le anime sapienti del cielo del Sole, c’è Severino Boezio, il senatore romano giustiziato da Teodorico nel 524. Uno degli ingegni più lucidi del suo tempo. Un singolare pensatore che si colloca al limitare di un’epoca: l’ultimo dei Romani e il primo dei tempi nuovi. La consolazione è il suo scritto più noto, che testimonia in maniera drammatica e profonda l’esperienza estrema di un uomo di fronte alla morte. Boezio è in prigione, attende che sia eseguita la sua condanna, e fa appello alla Filosofia, la sua nutrice, e ultima consolazione. Con lei mediterà sui grandi temi del suo tempo e sulla natura dell’uomo: il bene e il male, la libertà e il caso, la natura di Dio e la felicità terrena. Per colmare l’abisso dell’irrazionale attraverso la profondità del pensiero e l’illuminazione divina. -
L'arte di amare. Testo latino a fronte
Idolo dei circoli mondani della Roma elegante che contava, poeta di enorme successo e autore di fortunate elegie d’amore, Ovidio scrisse agli inizi dell’era volgare un arguto, delizioso codice di tecnica galante: L’arte d’amare. È la Roma raffinata dei salotti, delle feste, del passeggio nel Foro che viene evocata nei versi di Ovidio, ma anche la Roma dei piaceri occulti, della vita privata e dell’intimità piccante, in cui l’amore è vissuto come un gioco, una continua schermaglia maliziosa e galante. Una visione della vita ben poco in linea con la restaurazione moraleggiante intrapresa da Augusto, che infatti costò all’autore l’esilio, ma che diede alla letteratura mondiale uno dei suoi più godibili capolavori. -
Ricordi
Un testo elaborato attraverso successive redazioni, lungo l’arco di quasi vent’anni, dal 1512 al 1530, durante i quali Guicciardini figurò tra i protagonisti dell’azione politica come ambasciatore, governatore di Stati, consigliere di papi e di principi. Una raccolta di riflessioni e avvertimenti desunti da un’intensa esperienza di vita e tramandati ai posteri come una sorta di spregiudicato manuale di famiglia. I Ricordi del Guicciardini sono questo, e lo sono senza enfasi moralistica o compiacimenti retorici, con la lucida consapevolezza di ciò che serve a un’avveduta pratica di vita, tanto più indispensabile quanto più debole e infida appare la natura umana e imprevedibile risulta l’avvicendarsi degli eventi. Dei Ricordi, BUR presenta un’edizione fondata sugli esiti più rigorosi cui sono pervenute l’esegesi critica e l’analisi filologica del testo, nelle sue successive versioni. -
Poesie
Negli anni del dominio letterario di D’Annunzio, due piccoli libri portavano ai lettori una nuova idea di poesia. Erano opera di Guido Gozzano, che con i suoi versi raccontava un mondo popolato da personaggi comuni e “buone cose di pessimo gusto”. Ma dietro l’apparente semplicità di quel linguaggio tanto diretto da risultare prosaico si percepiva la raffinatezza di uno stile aggiornato alla luce delle esperienze francesi più innovative. E, su tutto, una sottile e persino affettuosa ironia. Questa edizione, magistralmente annotata e introdotta da uno dei maggiori studiosi italiani, Giorgio Bárberi Squarotti, presenta entrambe le raccolte edite da Gozzano e una scelta amplissima delle poesie rimaste inedite, a partire dall’incompiuto poemetto Le farfalle. -
Tonio Kröger. Testo tedesco a fronte
Tonio Kröger, scrittore in erba, si trasferisce da Lubecca a Monaco dove raggiunge la celebrità letteraria. La fama non placa però la sua irrequietezza e il suo senso d’inferiorità nei confronti di coloro che, come l’amico Hans e la giovane Ingeborg, sono tanto lontani dall’arte quanto semplici, liberi e spontanei nel vivere. Vero e proprio ritratto dell’artista da giovane, Tonio Kröger ruota intorno al contrasto, acutamente sentito da Thomas Mann, tra le esigenze dell’arte, che lo portavano a un’esistenza fredda, artificiosa e lontana dal sentire comune, e l’inconfessata, profonda nostalgia per la pienezza del vivere, la solidità e l’onestà borghese. Un capolavoro della letteratura novecentesca, che la penetrante introduzione di Giuliano Baioni rivela in tutta la sua ricchezza e complessità. -
Anabasi
Nel settembre del 401 a.C. diecimila mercenari greci furono ingaggiati dal principe persiano Ciro col falso pretesto di una spedizione all’interno dell’Asia, destinata in realtà a spodestare il fratello Artaserse. Sconfitti a Cunassa, si trovarono senza capi e in un territorio sconosciuto e ostile. Ad assumere il comando e a guidare la marcia verso la patria fu un pugno di ufficiali, tra i quali l’ateniese Senofonte che rievocò questa grande avventura in un memoriale in cui la precisione dello storico, l’ansia del ritorno, l’interesse per l’esotico e l’orgoglio della propria civiltà si fondono in una scrittura sempre avvincente e percorsa da un sotterraneo e sottile pathos. Italo Calvino offre nell’introduzione una sua personale lettura dell’Anabasi, mentre Franco Ferrari traccia nella premessa al testo un profilo storico-critico di Senofonte. -
Le baruffe chiozzotte
Commedia in tre atti, in prosa, scritta in dialetto veneziano e chioggiotto. La scena è in Chioggia e i protagonisti sono dei pescatori con le loro famiglie. Lucietta, Checca e Orsetta litigano perché Toffolo Marmottina ha fatto un po' di corte a Lucietta, fidanzata di Titta Nane, per far ingelosire la scorbutica Checca. Al ritorno degli uomini dalla pesca, qualche parola lanciata dalle donne è causa della rottura tra Lucietta e Titta Nane e di una baruffa tra Toffolo e Beppo, fidanzato di Orsetta. Finiscono tutti in tribunale, ma Isidoro, coadiutore del cancelliere, riconcilia Lucietta e Titta Nane, Beppo e Orsetta e dà la dote a Checca che sposa Toffolo. -
Bucoliche
Opera prima di Virgilio, le Bucoliche mostrano già un’incredibile maturità e una perfezione formale che le hanno rese uno dei modelli imprescindibili della poesia occidentale. Nate durante i sanguinosi anni delle guerre civili che seguirono l’assassinio di Cesare, sono lo specchio di un Virgilio alla ricerca di un difficile equilibrio interiore. Un equilibrio che riuscì a trovare in una poesia che celebra il dolce abbandono allo spettacolo della natura e alla soavità del canto come rifugio contro i drammi dell’esistenza. Le Bucoliche sono qui presentate nella bellissima traduzione di Luca Canali. L’introduzione di Antonio La Penna chiarisce le novità stilistiche e lessicali virgiliane e la complessa architettura sottesa alla raccolta. -
Rime
Tutto il canzoniere di Guido Cavalcanti, il più grande e drammatico poeta dello Stilnovo, uno dei culmini della poesia medioevale europea. Protagonisti sono gli “spiriti” e gli “spiritelli”, cioè le varie facoltà dell’anima personificate, che agiscono nell’ambito di un mondo irreale e astratto, senza spazio e senza tempo. Accanto al motivo dell’amore tragico, che annienta le potenze vitali, si colloca l’altro motivo principe della poesia stilnovista, la bellezza sovrumana della donna, contemplata con estatico stupore. I contemporanei giudicarono questo malinconico e ironico capo di parte guelfa “sottilissimo dialettico e filosofo”, “cortese e ardito ma sdegnoso e solitario e intento allo studio” e “troppo tenero e stizzoso”. Il lettore di oggi troverà i suoi versi singolarmente moderni: versi atroci, “parole adornate di pianto, dolorose e sbigottite” che rappresentano la terribile realtà d’Amore, che vince le resistenze naturali e le capacità razionali dell’uomo. -
La cugina Betta
La dolce Adeline Hulot è moglie del barone Hector Hulot, un incorreggibile libertino. Adeline aveva fatto venire in gioventù a Parigi la cugina Lisbeth, una donna che negli anni aveva accumulato rancore nei confronti della più agiata cugina. Bette da tempo nutriva per il conte Steinbock un cupo affetto e quando questo sposa la figlia di Adeline, riesce a gettare sia lui che il conte Hulot tra le braccia della signora Marneffe, donna avida e senza scrupoli, che distrugge pace e patrimonio delle due famiglie. Uscita di scena la signore Marneffe con una morte infamante, la stessa Bette soccomberà alla tisi, mentre la famiglia Hulot riuscirà a superare la crisi finanziaria. Adeline, vera martire, morirà e il marito sposerà la volgare e rozza cuoca Agathe. -
La scuola delle mogli. Testo francese a fronte
Il primo capolavoro assoluto del teatro di Molière. Pur conservando alcuni elementi tradizionali si tratta di una vera e propria commedia di costume, e dunque di uno dei primi esempi di teatro realistico, moderno e “borghese”. Nella storia di Arnolfo – che mantiene nella più totale ignoranza la donna che dovrà diventare sua moglie – si sente l’eco delle vicende private di Molière, che proprio in quegli anni aveva sposato la giovanissima Armande Béjart. Il saggio introduttivo di Luigi Lunari esamina l’opera sotto un triplice profilo: come esempio di quella “commedia” di costume che Molière andava costruendo, come testimonianza velatamente autobiografica e come oggetto della feroce polemica ideologica e morale che seguì la prima rappresentazione. -
La dodicesima notte. Testo inglese a fronte
E' la storia di due gemelli fra loro somigliantissimi, Viola e Sebastiano, che vengono separati da un naufragio presso le coste dell'Illiria. Viola si vestirà con abiti maschili e si farà chiamare Cesario, andando a lavorare come paggio presso il duca Orsino. Finirà con l'innamorarsi del suo padrone il quale ama, non riamato, la contessa Olivia, che si innamora del suo bel paggio Viola/Cesario. L'arrivo di Sebastiano complica ulteriormente la situazione ponendo però le basi di un suo felice scioglimento. Olivia infatti si innamora di Sebastiano, mentre Orsino, scoperta la vera identità del suo paggio, decide di sposare Viola. -
Le catilinarie. Testo latino a fronte
Nell’anno 63 a.C. Roma fu sconvolta dall’improvvisa minaccia di un colpo di Stato. Lucio Sergio Catilina, patrizio ambizioso dall’ambigua fama, appoggiandosi al malcontento popolare stava tramando una congiura intesa a spazzare l’oligarchia senatoria per poi attuare un ardito programma di riforme sociali. A denunciare e ad opporsi al tentativo di golpe fu il console in carica: Marco Tullio Cicerone. Contro Catilina Cicerone scagliò le quattro violentissime Catilinarie, che restano tra i capolavori della sua eloquenza e documentano l’arroventato clima politico in cui si consumò il tramonto della Repubblica. -
L'educazione sentimentale
Nel 1840 Frédéric Moreau, giovane baccelliere, sogna intense passioni e grandi successi artistici. Turbato dal fascino di Mme Arnoux, stabilitosi a Parigi, cerca di rivederla. Nel frattempo frequenta giovani ambiziosi tra i quali Deslauriers che aspira al potere politico. Frédéric non riesce però a imporsi in nessun settore e la sua vita oscilla tra facili amori, il gran mondo e l'amore che prova, nonostante tutto per Mme Arnoux. Col passare degli anni tutti i sogni si infrangono e resta solo la sensazione del fallimento. -
Le opere e i giorni-Lo scudo di Eracle
Accanto a Omero i Greci collocavano, come loro secondo grande poeta, il beota Esiodo. Con lui si schiude una sfera sociale ben diversa dal mondo dell’aristocrazia e dalla sua cultura: se Omero mette anzitutto in piena luce il fatto fondamentale che ogni cultura muove dalla formazione di un tipo d’umanità aristocratica, in Esiodo si rivela la seconda grande sorgente della cultura: il valore del lavoro. Il titolo “Le opere e i giorni”, che i posteri diedero al poema gnomico di Esiodo, lo dice perfettamente. L’eroismo non sta soltanto nella lotta dell’eroe cavalleresco con l’avversario che l’osteggia in campo, ma anche nella lotta silenziosa e tenace del lavoratore con la dura terra e con gli elementi. Completano questa edizione il poemetto pseudoesiodeo “Lo scudo di Eracle” e il cosiddetto “Certame”, opera anonima che narra la leggendaria gara poetica tra Esiodo e Omero. -
Re Lear. Testo inglese a fronte
Lear, re di Britannia ha tre figlie tra cui vorrebbe dividere il regno, ma Cordelia, la minore, viene diseredata e va sposa al re di Francia. Il regno è diviso tra Gonerilla, moglie del duca d'Albany, e Regana, moglie del duca di Cornovaglia. Le due scacciano il padre dal regno e in sua difesa giunge con l'esercito francese Cordelia che però viene catturata e uccisa per ordine di Edmondo, usurpatore della contea di Gloucester. Lear muore di dolore, Gonerilla, innamorata di Edmondo, uccide la sorella e trama l'assassinio del marito. Scoperta, si uccide e il regno della Britannia sarà del duca d'Albany. -
Arlecchino servitore di due padroni
Scritta nel 1745, quando Goldoni sembrava aver ormai rinunciato alla commedia, Arlecchino servitore di due padroni è tra le sue opere più fortunate. Riprende infatti una nuova vita, nell’intreccio delle coppie di innamorati (Silvio e Clarice, Beatrice e Florindo), il mondo della commedia dell’arte, con le sue maschere e i suoi travestimenti, vicina al gusto popolare ma senza le volgarità che ne avevano caratterizzato il declino. Un mondo di personaggi tutti positivi, al quale Goldoni si affaccia con simpatia e adesione totale. In appendice sono pubblicati, tra l’altro, il diario di Antonio Battistella, memorabile nel ruolo di Pantalone, e alcune pagine di Giorgio Strehler su Marcello Moretti, uno dei grandi interpreti di Arlecchino.