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Soltanto mia
Un romanzo intenso e perturbante, che ci consente di affrontare un argomento di stringente attualità come solo la narrativa può fare Gabriele e Federica si frequentano da poco: un incontro in treno, un caffè insieme e un'attrazione fisica reciproca. Entrambi hanno figli piccoli, un matrimonio fallito alle spalle e tanta voglia di rifarsi. A Federica piace quest'uomo apparentemente galante e pieno di attenzioni. A Gabriele piace questa donna apparentemente fragile, che ispira un senso di protezione. Lui la cerca sui social, commenta le sue fotografie con ammiccante dolcezza, e intanto fruga tra i profili degli uomini che compongono la cerchia delle sue amicizie. Lei è lusingata dal corteggiamento, si sente al centro del mondo, di nuovo protagonista della propria vita. Gabriele comincia a pensare a Federica con insistenza, trascura il lavoro. Intanto Milano si svuota, è agosto, Federica raggiunge i figli al mare e lui si sente sempre più solo. Giorno dopo giorno – complici la lusinghiera e mai autentica rappresentazione che ciascuno offre di sé tramite i social e i fraintendimenti della comunicazione virtuale – le aspettative reciproche divergono sempre di più: Federica vuole concentrarsi sui figli, sulla sua nuova attività, non vuole impegnarsi in una relazione ufficiale. Gabriele non capisce e avanza pretese di esclusività. Lorenzo Puglisi, avvocato esperto di diritto di famiglia, ed Elena Giulia Montorsi, psicoterapeuta che spesso assiste donne vittime di stalking, incrociano le loro esperienze professionali creando un intreccio di eventi e riflessioni in cui il lettore si trova sempre più coinvolto. E danno vita a un romanzo intenso e perturbante, che ci consente di affrontare un argomento di stringente attualità come solo la narrativa può fare: mettendoci a parte dei pensieri, delle emozioni e dei tormenti dei protagonisti, facendoci ascoltare direttamente le loro voci in un avvincente gioco di capitoli alternati. Pagina dopo pagina la tensione cresce, e quando Federica giungerà ad avere paura di Gabriele, insieme a lei ci scopriremo a domandarci: ""Ma come siamo arrivati a questo punto?""""."" -
Uno strano pubblico ministero
Uno strano pubblico ministero segna l'esordio nei Gialli Mondadori di un protagonista e di un autore capaci di mescolare tensione e leggerezza e, tratteggiando contraddizioni e malesseri sottopelle di una città di provincia, raccontare di riflesso i grandi mali che affliggono l'Italia.Paolo Santarelli è il sostituto procuratore che non ti aspetti: informale, allergico alle pressioni dall'alto, pronto a ricorrere a sistemi non convenzionali pur di risolvere i casi. Quando nella città di Latina, dove lavora, due tunisini vengono uccisi senza che emerga un collegamento fra gli omicidi, le indagini si rivolgono nei confronti della famiglia Romano, il burattinaio che regge i fili della criminalità organizzata locale. Ma Paolo non si ferma alle apparenze e cerca di comprendere due mondi per lui ugualmente alieni: gli immigrati tunisini e gli adolescenti. Intanto, anche il cuore di Paolo viene strattonato da due parti ma, come sempre, il giovane piemme è tanto deciso sul lavoro, quanto goffo e maldestro nella vita privata. Per fortuna c'è Livio, proprietario del bar che Paolo ha eletto a rifugio, gigante dal cuore tenero, che lo consiglia sulle faccende di cuore e lo mette al corrente sulle voci in città. -
Quaranta giorni
Valerio Massimo Manfredi ci regala un'opera serrata e visionaria, come sempre rigorosa nella ricostruzione del contesto storico, e letteralmente stupefacente nella costruzione narrativa, restituendoci la grande Storia del miracolo della Resurrezione e dei primi giorni del Cristianesimo, i primi ""Quaranta giorni"""", come mai era stato fatto.«Nasce tra mito e storia antica il nuovo, visionario, romanzo dell'archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi che parte dalla morte di Gesù e ne immagina i giorni successivi, dalla Resurrezione all'Ascensione: i primi 40 giorni del cristianesimo» - Jessica Chia, la Letturarn«La prima immagine che lo scrittore e archeologo descrive nel nuovo libro è quella della crocifissione di Gesù sul monte Golgota. Ma ai piedi della croce c'è una figura misteriosa che, nascosta, vede tutto, anche la risurrezione di Gesù. E poi inizierà a seguirlo...» - Tv Sorrisi e CanzoniLa prima scena di questo straordinario romanzo è impressa nella mente di miliardi di persone in tutto il mondo. Ci sono tre croci sul monte Golgota, a Gerusalemme, e su quella centrale è inchiodato Jeshua, l'uomo che con la sua predicazione, e le sue gesta miracolose, aveva sconvolto la Palestina negli anni precedenti. Sulla croce, l'insegna con il motivo della sentenza: GESÙ DI NAZARETH RE DEI GIUDEI. Ai piedi della croce, come narrano i Vangeli, ci sono i soldati romani, alcune donne, Maria, sua madre, i discepoli più fedeli, ma anche una figura misteriosa che, non vista da nessuno, vede tutto. E vedrà anche, tre giorni dopo, Jeshua uscire dal sepolcro dove era stato sepolto, e avviarsi verso Gerusalemme. E comincerà a seguirlo. Nel frattempo, a Capri, l'imperatore romano Tiberio inizia a ricevere strani segnali dalla Palestina. È un uomo intelligente, acuto e sospettoso, e intuisce che quel predicatore, quella """"specie di profeta"""", non era solo l'ennesimo predicatore di una terra dove i predicatori abbondano, ma era qualcosa di più. Era molto di più: un uomo che con la sua sola parola poteva minare le fondamenta dell'impero."" -
Sognai talmente forte
Il vecchio Callimaco, giunto alla fine di una vita vissuta nel canto e nella musica, trascorre il suo ultimo giorno circondato dalle tante persone che lo hanno amato, e con loro ripercorre i momenti cruciali della sua vita, tra ricordi, sogni e visioni. Racconta così di quando, bambino, era il piccolo ""servo pastore"""", amato e temuto dalla comunità, per il suo indomito spirito di eretica libertà; dialoga, in sogno, con la figlia Teresa dagli occhi secchi, che per amore dal mare di Rimini finisce a morire nell'Argentina delle torture e della dittatura; si diverte a ricordare la filastrocca di Volta la carta , e si commuove nel ricordo degli amici nativi americani che gli raccontarono la strage del Fiume Sand Creek ... E poi ancora, Callimaco rievoca Il cielo d'Irlanda , l' Hotel Supramonte e tanti altri luoghi e immagini che – attraverso le canzoni – sono entrati nell'immaginario collettivo degli italiani. Quella di Bubola è una grande operazione letteraria, destinata a lasciare un segno profondo nella storia della cultura contemporanea: le sue canzoni tornano qui in un'altra forma, quella della prosa d'arte, e rivivono, arricchite di nuove suggestioni, nuove sfaccettature, nuova luce."" -
L' isola delle madri
Romanzo visionario e terribilmente realistico al tempo stesso, L'isola delle madri è una riflessione necessaria sui cambiamenti che il surriscaldamento globale e le biotecnologie riproduttive provocheranno negli uomini e nelle società, ma è anche un luminoso inno alla vita, che ripone ogni speranza nella capacità delle donne di parlarsi, unirsi, lottare e costruire insieme.rnrn""L'abbraccio fra l'uomo e la donna è destino""""... Così aveva scritto Eschilo millenni fa, ma nel mondo di oggi, nel mondo in cui lei vive, queste parole non hanno più senso. Da tempo l'abbraccio fra un uomo e una donna non è più necessario per concepire un figlio. Non è più un destino.rnrn In un mondo sconvolto dal mutamento climatico e definitivamente avvelenato dagli uomini, in un futuro non troppo lontano, un morbo si è diffuso fino a diventare una vera pandemia: la chiamano """"malattia del vuoto"""" ed è l'incapacità di riprodursi, la sterilità. Per avere un domani, l'umanità è costretta a ricorrere in forme sempre più pesanti alle biotecnologie. La società si divide in due fazioni contrapposte che si combattono furiosamente: da una parte ci sono gli """"uomini della scienza"""", dall'altra gli """"uomini della vita"""". Ma le donne da che parte stanno? In mezzo al Mediterraneo c'è un'isola conosciuta fin dall'antichità come l'Isola delle madri, e su questo lembo di terra sorge la Casa della maternità, un posto speciale che non è solo una clinica come tante altre, ma anche un centro di ricerca dove si tenta di sconfiggere la malattia del vuoto e in cui prende forma un nuovo modo di spartirsi i tradizionali ruoli familiari. Livia, Mariama e Kateryna hanno storie profondamente diverse e sono cresciute in paesi lontani, ma ognuna di loro – chi per lavoro, chi per mettersi al riparo da una guerra, chi spinta dall'onda lunga dell'emigrazione – è destinata ad approdare sull'isola. Una volta sbarcate, le loro vite si intrecciano inevitabilmente, anche grazie all'intervento di Sara, la direttrice della Casa della maternità. Perché tutte e quattro devono fare i conti con lo stesso problema: la possibilità o l'impossibilità di essere madri. E i tanti modi di esserlo e di diventarlo."" -
I momenti buoni
Libro candidato da Paolo Mauri al Premio Strega 2021Il mondo, visto dagli occhi del Tranquillo e del Pratico, due bambini cresciuti, quasi due ragazzini. Un inferno di paura e insensatezza tra la scuola, i Persecutori, la vita di quartiere, la droga, i fratelli più grandi, la criminalità. Per poi precipitare, a casa, nel caos di famiglie disfunzionali e violente. I due ragazzini non dovrebbero nemmeno parlarsi, secondo le regole selvagge delle loro tribù, nemiche per motivi che si perdono nel passato. Eppure accade qualcosa che potrebbe cambiare tutto. I due protagonisti sfuggono alla regola del clan, entrano in contatto, incrociano le proprie solitudini. Si raccontano e si ascoltano. Un passo verso una possibile consolazione. Basterà? Deve esserci una via di fuga dall'orrore della Casa Diroccata, o di ciò che accade nella Reggia. Il pericolo sono le botte del Principe e del PrimoCavaliere, le minacce del Sorcio, ma soprattutto il destino a cui li votano le famiglie. E mentre tentano di trovare riparo, bisognerà pensare anche a mettere in salvo TeneraSilvia, l'amata compagna di classe, e il Ronin, il genietto che non esce di casa da un anno. Il Vecchio, la Prugna, il Padre, il Marinaio, la Signora, bizzarri maestri di strada, riusciranno ad aiutarli?Proposto da Paolo Mauri al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:rn«I momenti buoni di Simone Perotti (Mondadori) è un romanzo dedicato alla generazione post-millennials, quella che non sa molto bene se il mondo esiste fuori dal web. In una città di mare innominata che ricorda Genova, ma anche Napoli, si muovono alcuni adolescenti (il Tranquillo, il Pratico, il Sorcio, Ronin) mentre si prepara una grande rissa tra due famiglie rivali di affaristi ignoranti e senza scrupoli. Videogioco o realtà? I ragazzi non hanno le stesse mete degli adulti: hanno però loro gerarchie, i loro conflitti e inseguono nuove esperienze. Domina la scoperta del sesso che spesso ha la crudezza dei siti porno, circola un po’ di droga. Il protagonista Tranquillo è ossessionato da un mostro semiumano, il Duende, che però vede solo lui. Via di fuga, o di salvezza, il calcio, dove l’allenatore, che non per nulla si chiama Padre, ricorda al Tranquillo che senza regole non c’è partita e che un campo senza linee è solo un prato qualunque. Dunque? Perotti insinua che (forse) per salvarsi dal Nulla indistinto che ci sovrasta occorre prendere strade diverse e magari andare per mare. Intanto il tecnologico Ronin, che ha passato un anno chiuso in casa a guardare il mondo dal pc, ora è uscito allo scoperto e sembra (finalmente) solo un bambino. I momenti buoni è un romanzo ambizioso, che cita Jack London e tace molte cose, lasciando al lettore il gusto di scoprirle.» -
Io ero
Un’avventura arrembante intorno al mondo, che con una lingua effervescente e luminosissima mescola intrecci picareschi di incredibile lievità a episodi di una brutalità agghiacciante, in un inedito saliscendi emozionale con un solo leit motiv: non concedere nemmeno una virgola al moralismo. Una vita assolutamente sui generis, che – non senza un certo disagio – alla fine ci si ritrova a invidiare.rnEmilia Romagna, metà anni Ottanta. Le strade di Bologna nascondono ingressi a locali dove tutto è lecito, la Riviera sobbolle come la California dei Doors. Nick ha vent’anni e l’adrenalinica convinzione che il suo destino sia di vivere a cento all’ora. Quando un po’ per curiosità, in parte per sfida, sicuramente per noia incontra l’estasi artificiale, è una folgorazione: la droga non è solo una catapulta tascabile per l’onnipotenza, ma anche un efficacissimo ascensore sociale, la chiave che gli spalanca le case dei ricchi e della loro bella vita. Combinando un’intraprendenza che sfiora l’incoscienza a un’inarrestabile energia vitale, Nick sposa entusiasta questa travolgente compagna di viaggio, e presto si ritrova a importare dall’Olanda enormi quantitativi di droga, con cui rifornisce amici, sconosciuti, tossici navigati e dolenti sognatori sprovveduti, ma pian piano anche nuove e vecchie celebrità dello starsystem, famosi sportivi, e altri clienti insospettabili. Improvvisatosi narcotrafficante, escogita una serie di affari che gli fruttano fiumi di denaro, prontamente dissolti in viaggi, donne, alberghi di lusso, begli abiti e feste sfavillanti, eccessi e tante, tante polveri da sniffare. Convinto che la sua stella non tramonterà mai, Nick continua a sfrecciare nei giorni a fari spenti – senza mai, mai pentirsi della sua dipendenza, nemmeno quando il suo castello inizia a riempirsi di spifferi e crepe, e poi a crollare, trascinandosi dietro tutto: i soldi, gli amici, persino l’Amore. Perché se Nick si volta indietro, l’unico pensiero rimane: “È stato uno sballo pazzesco”. Io ero è un romanzo totalmente fuori dal coro, capace di raccontare come mai prima gli aspetti più attrattivi della droga, e l’estasi come scelta consapevole di vita e di business. Un’avventura arrembante intorno al mondo, che con una lingua effervescente e luminosissima mescola intrecci picareschi di incredibile lievità a episodi di una brutalità agghiacciante, in un inedito saliscendi emozionale con un solo leit motiv: non concedere nemmeno una virgola al moralismo. Una vita assolutamente sui generis, che – non senza un certo disagio – alla fine ci si ritrova a invidiare. -
Il tempo di vivere con te
Giuseppe Culicchia tiene in serbo queste pagine da più di quarant'anni. Perché la morte di Walter Alasia, al cui nome è legata la colonna milanese delle Brigate Rosse, è una storia dolorosa che lo tocca molto da vicino: per il Paese è un fatto pubblico, uno dei tanti episodi che negli anni di Piombo finivano tra i titoli dei quotidiani e dei notiziari televisivi; per lui e la sua famiglia è una ferita che non guarirà mai. rn«A quarant'anni di distanza, Culicchia ha scritto un libro, Il tempo di vivere con te, che è insieme memoria, ricostruzione storica, elaborazione del lutto, lontano da ogni forma di giustificazione o indulgenza verso i crimini delle Brigate Rosse» - Cristina Taglietti, la LetturarnrnWalter Alasia, di anni venti, era figlio di due operai di Sesto San Giovanni. Giovanissimo aveva cominciato la sua militanza in Lotta Continua, ma poi era entrato nelle fila delle Brigate Rosse. Nella notte tra il 14 e il 15 dicembre 1976 la polizia fece un blitz a casa dei suoi genitori per arrestarlo. Lui aprì il fuoco, e nel giro di pochi istanti persero la vita il maresciallo dell'antiterrorismo Sergio Bazzega e il vicequestore di Sesto San Giovanni Vittorio Padovani. Subito dopo tentò di scappare, ma venne raggiunto dai proiettili della polizia. Giuseppe all'epoca ha undici anni e Walter è suo cugino. Ma in realtà è molto di più: è il fratello maggiore con cui non vede l'ora di passare le vacanze estive, che gli insegna a giocare a basket, che lo carica sul manubrio della bicicletta e disegna per lui i personaggi dei fumetti che ama. È un ragazzo affettuoso, generoso, paziente, e agli occhi di Giuseppe incarna un esempio. In questo memoir asciutto e allo stesso tempo accorato Culicchia ricostruisce ciò che da bambino sapeva di Walter, scavando nei propri ricordi alla ricerca dei germi di ciò che sarebbe stato, e lo confronta con quello che crescendo ha appreso di lui dalla sua famiglia, ma anche dai giornali e dai libri di storia. E così facendo racconta gli anni della lotta armata e del terrorismo da una prospettiva assolutamente unica. Non c'è vittimismo, non c'è retorica, c'è il dolore di un bambino che a undici anni perde in una sola notte un affetto immenso e tutte le certezze che credeva di avere, unito alla lucidità di un grande scrittore che ha cercato per oltre quarant'anni la giusta distanza per raccontare questa storia. -
Baci da Polignano
Dopo Io che amo solo te e La cena di Natale, Luca Bianchini torna a raccontare la ""storia infinita"""" tanto amata dai suoi lettori. Tra panzerotti e lacrime, viaggi a Mykonos e tuffi all'alba, i suoi protagonisti pugliesi continuano a sbagliare senza imparare mai niente – ma questo è il bello dell'amore – sotto il cielo di una Polignano che ha sempre una luce unica e inimitabile.rn Ninella e don Mimì si sono sempre amati, anche se le loro vite hanno preso da molto tempo strade diverse. Da giovani le loro famiglie si erano opposte al matrimonio, a sposarsi invece sono stati i rispettivi figli Chiara e Damiano. Gli anni passano e davanti a don Mimì Ninella resta sempre una ragazzina. L'arrivo di una nipotina, anziché avvicinarli, sembra averli allontanati ancora di più, anche perché Matilde, l'acida moglie di don Mimì, fa di tutto per essere la nonna preferita, viziando a dismisura quella che tutti chiamano semplicemente """"la bambina"""". La situazione cambia all'improvviso quando Matilde perde la testa per Pasqualino, il tuttofare di famiglia. Mimì decide così di andare a vivere da solo nel centro storico di Polignano: è la sua grande occasione per ritrovare Ninella, che però da qualche tempo ha accettato la corte di un architetto milanese. Con più di cento anni in due, Ninella e Mimì riprendono una schermaglia amorosa dall'esito incerto, tra dubbi, zucchine alla poverella e fughe al supermercato. Intorno a loro, irresistibili personaggi in cerca di guai: Chiara e Damiano e la loro figlia che li comanda a bacchetta; Orlando e la sua """"finta"""" fidanzata Daniela; Nancy e il sogno di diventare la prima influencer polignanese; la zia Dora, che corre dal """"suo"""" Veneto per riscattare l'eredità contesa di un trullo."" -
Gusci. Una storia d'amore e guarigione
Gusci è un oggetto intimo, eccentrico, imprevedibile, che esplora la complessa posizione di una giovane donna non convenzionale nella nostra società, sollevando al contempo domande enormi sull'amore, la perdita e l'identità.Ruth ha trent'anni, lavora come infermiera in una casa di riposo ed è appena stata lasciata dal suo compagno. L'unica cosa che le rimane dei loro dieci anni insieme è la lista della spesa che aveva compilato con lui per la settimana a venire. Ed è a partire da quella lista che Ruth racconta la sua storia e ripercorre la relazione con Neil fin dal loro primo incontro. Ogni ingrediente è un salto nel tempo, ma anche un cambio di prospettiva e di registro narrativo. Lo zucchero, quindi, ci trasporta al momento in cui Neil ha visto Ruth per la prima volta attraverso la vetrina di un'agenzia di viaggi, la pizza è il diario scritto da un'amica di Ruth durante una vacanza che hanno trascorso insieme a Roma, il deodorante ci porta ancora più indietro, ai tempi del liceo, a sbirciare le chat tra le sue compagne di scuola, mentre gli spaghetti sono un'eloquente incursione nella casella di posta elettronica di Neil. Tra uova, mele, olive e balsamo, Ruth scopre che sono molti anni che modella la propria identità in base alle aspettative e ai desideri delle persone che la circondano: il suo fidanzato, ma anche i pazienti della casa di riposo, le colleghe, la sua famiglia. Ora ha bisogno di capire chi è senza Neil, deve imparare a camminare da sola. Attraverso una voce fresca, tagliente, e un impianto narrativo originale e ipercontemporaneo, Livia Franchini ci spiazza continuamente decostruendo un genere dall'interno, disattendendo uno per uno tutti i cliché e i canoni del romanzo d'amore. -
Ricatti
Nina Forte ha trentacinque anni, un olfatto portentoso e un lavoro da autista privata. Il quadro si fa tondo se ci si mettono qualche frustrazione professionale, un figlio adolescente che non le dà tregua, un ex compagno intrusivo e un padre affetto da demenza senile. Proprio quando questa scacchiera governata con fatica sembra ricomporsi, si fa avanti Tony Colombo, cliente occasionale, colto e affascinante private banker che le propone di essere la sua driver a tempo pieno. Nina accetta. Viaggia in Italia e all'estero, entra in un mondo dorato e opulento, partecipa a feste e cene eleganti, e il suo sguardo si posa sgomento su uomini d'affari, imprenditori, giornalisti, donne bellissime e misteriose. Tanta prossimità con il capo accende un gioco sottile di seduzione e scoperta in cui Nina fatica a mettersi a fuoco. Anche perché i giri di Colombo si rivelano progressivamente sempre più torbidi e rischiano di travolgere anche lei. Claudia de Lillo accompagna la sua Nina negli ambienti della prostituzione, dentro una ragnatela di ricatti che le toglie lucidità e trasparenza e sembra allungare un'ombra anche nell'intimo del suo teatro famigliare. Come la sensibilità di Nina per gli odori, così la scrittura di de Lillo registra la complessità del mondo e dei sentimenti e accende, come fosse un neon, il monito per cui si devono fare i conti con il buio, quale che sia il prezzo da pagare. -
Come un animale
Romanzo di assenza e solitudine, ma anche di rinascita, Come un animale racconta un percorso interiore del tutto laico, benché denso di interrogativi e suggestioni.rnrnRegola numero uno: bastano cinque minuti per conoscere qualcosa. Regola numero due: non bastano cinquant'anni per conoscere qualcosa.rnrnUn uomo si trasferisce a vivere da solo in una villa fatiscente nella campagna laziale. Cerca la solitudine. Con sé ha pochi ricordi, uno zaino, qualche foto, romanzi da leggere e rileggere, nessun telefono. Trascorre il tempo bevendo e nutrendosi di cibi precotti. Nel suo passato c'è qualcosa, una colpa, una perdita: non lo sappiamo, perché all'inizio Andrea non ne parla neanche con se stesso. Un giorno, di ritorno dalla spesa settimanale, gli si rompe la macchina e la vicina, Silvy, lo trova ubriaco e addormentato dentro la vettura impantanata. Si interessa a lui e lo invita a cena, ma il marito di lei non gradisce queste attenzioni. Andrea compie attività minime, che assumono densità assoluta nelle sue giornate spoglie. Osserva i movimenti elastici di Silvy nel giardino e i cambiamenti della luce con lo stesso intorpidito rapimento. Cattura insetti – un ragno, uno scarafaggio, una falena – che sistema sotto un bicchiere capovolto in attesa che muoiano. Finché arriva a cercarlo un ragazzo appartenente a una famiglia malfamata, Yuri. Ha saputo che Andrea è un insegnante di Lettere e gli chiede di dargli ripetizioni in cambio della riparazione dell'auto. Superando poco a poco le reciproche ritrosie, i due iniziano a incontrarsi, Andrea fa leggere a voce alta al ragazzo le pagine di McCarthy, Silone, Pavese, gli fa scoprire il piacere dell'identificazione, il calore e la vita che la letteratura sa trasmettere. Mette così in discussione il destino di Yuri, che la famiglia vorrebbe allontanare dagli studi, e al tempo stesso si rende conto di avere ancora qualcosa da offrire agli altri. Giorno dopo giorno, a colpi di bellezza, empatia, sensualità, desiderio, il paesaggio ricomincia a germogliare nella terra desolata del protagonista, imponendogli la necessità di fare i conti con ciò che si è lasciato alle spalle. Romanzo di assenza e solitudine, ma anche di rinascita, Come un animale racconta un percorso interiore del tutto laico, benché denso di interrogativi e suggestioni. Lo fa con uno stile maturo, teso nella sua limpidezza, simile a una nube che trattiene il temporale in arrivo. -
Quichotte
Sam DuChamp, un mediocre scrittore di spy stories, ispirandosi al classico di Cervantes crea un personaggio di nome Quichotte: un gentile commesso viaggiatore ossessionato dalla televisione che si innamora in modo impossibile di una star della TV. Insieme al figlio (immaginario), Sancho, Quichotte si lancia in un picaresco viaggio attraverso tutta l'America per mostrarsi degno della mano della amata, e fronteggia coraggiosamente i tragicomici pericoli di un'epoca in cui ""tutto può succedere"""". Nel frattempo il suo creatore, in preda a una inesorabile crisi di mezza età, si trova alle prese con sfide altrettanto pressanti per conto suo."" -
Vero e mio e segreto e doloroso
Come possiamo perdere qualcuno che il mondo non ha mai saputo fosse nostro? Come ci addoloriamo per qualcosa che nessun altro potrà mai scoprire?«Un'opera coraggiosa, profonda e sovversiva» – The GuardianArrivati a un certo punto della vita, ogni amore è un amour fou. E questa è la storia di un amour fou e dello sconvolgimento da esso portato nella testa e nell'esistenza di Ana, che finisce per mettere in secondo piano marito, figli, lavoro, tutto, davanti al fascino terribile e lancinante di un sentimento straordinario che ha quel sapore pazzesco che la vita quotidiana, gli amori quotidiani non hanno o non hanno più. La relazione tra Ana e Connor dura da tre anni. Nelle stanze d'albergo e nei caffè, nei testi cancellati rapidamente dai cellulari e nei fine settimana clandestini e sempre troppo brevi, hanno costruito un mondo in cui non ci sono altro che loro due. Ma poi accade l'inimmaginabile: Ana riceve una telefonata che le comunica che Connor è morto in un incidente in bicicletta e di colpo si ritrova completamente persa, sola, intrappolata nel suo segreto. Come possiamo perdere qualcuno che il mondo non ha mai saputo fosse nostro? Come ci addoloriamo per qualcosa che nessun altro potrà mai scoprire? -
Nella balena
Un romanzo potente, poetico e impastato di archetipi, lieve ma capace di scavare in profondità. Dalla voce unica di Alessandro Barbaglia, una grande storia di abissi ed equilibri sospesi tra le nuvole, di solitudine e incontri prodigiosi, di semi assopiti nella terra che germogliano, miracolosi.rnrnQuesta è la storia di Herman, figlio della Donna Sirena e dell'Uomo Pesce; è la storia di un bimbo che si fa uomo imparando a lottare dall'Uomo Elefante e allenando all'equilibrio la grande Bird Millman, la poetessa dell'aria: la più straordinaria funambola di tutti i tempi, la prima donna a danzare su una corda sospesa nel vuoto tra due grattacieli.rnrnHerman è figlio del circo, il circo classico, quello fatto da ""uomini che camminano con la loro bruttezza, fieri di generare meraviglia"""". Ma è anche la storia di Cerro, che invece abita a Novara in una casa troppo grande e troppo vuota perché è rimasto presto senza madre. E anche un po' senza padre, che insieme alla moglie ha smarrito nei ricordi la sua capacità di amare. Da bambino Cerro contava il tempo in mirtilli: era capace di mangiarne uno al secondo, e portava al guinzaglio CuccioloAlfredo, un cane che sapeva essere dolce solo con lui. Teneva a bada così la solitudine, nutrendosi di piccole gioie. Ma da adulto? Un mirtillo lo farà ancora felice? Herman e Cerro non s'incontreranno mai, ma avranno per sempre in comune qualcosa di immenso, la più grande attrazione del circo: una balena, Goliath, l'altra protagonista di questa storia. I genitori di Cerro si sono conosciuti proprio davanti a lei, il giorno in cui il circo era di passaggio sulle sponde del lago Maggiore ed Herman guidava il camion su cui viaggiava Goliath. L'amore tra loro è nato nel segno della balena. Ma che cos'è Goliath: un mostro o una meraviglia? E in fondo che cos'è l'amore stesso: un sogno sublime o un incubo spaventoso? Perché l'irrequieta Marilisa attrae così tanto Cerro? E cosa sono la dedizione e la fede con cui Herman si prende cura per quasi trent'anni della balena? Esiste un amore più giusto di un altro? O forse l'amore è sempre e comunque un esercizio di sottomissione ed elevazione insieme, un'ossessione che ti spacca e ti completa?"" -
Gli amici di Emilio
Gli amici di Emilio è un romanzo avvincente e appassionato, che si svolge nel giro di pochi giorni, tra scontri e ricordi, amicizie e passioni e tradimenti, e nel quale vediamo la nascita di quello spirito generoso e libero che porterà alla Resistenza e alla fine della dittatura. Filippo, il figlio del podestà Giovanni Lai, cresce a Corilè, un paesino immaginario della Sardegna, negli anni della dittatura fascista: è un ragazzo brillante, capo carismatico del suo piccolo gruppo di amici, tutti sempre più oppressi dal peso della tirannia, delle guerre del regime, delle leggi razziali; tutti sempre più insofferenti alle ingiustizie e ai soprusi, e sempre più ispirati dalla figura del grande esule antifascista, Emilio Lussu, al quale cominciano a scrivere lettere sempre più appassionate, e nel quale trovano il cemento della loro amicizia, e il simbolo di un futuro di libertà. Ma si sa com'è la vita nei piccoli paesi, fatta di chiacchiere, sospetti, maldicenze, che sotto la dittatura proliferavano ancor più del solito, e con l'arrivo in paese di un funzionario dell'Ovra, il servizio segreto fascista, tutto si complica e precipita, a partire dal rapporto, già tempestoso, tra Filippo e il padre. -
I love shopping a New York
Per Becky Bloomwood si prospetta l'opportunità di realizzare il desiderio di sempre: trasferirsi New York col fidanzato Luke. È l'inizio di una nuova vita: il Museo d'Arte Moderna, il Guggenheim... e poi, soprattutto, le mille vetrine luccicanti: Bloomingdale's, Tiffany, la Quinta Avenue... ovunque ci sono offerte sensazionali! Così, tra corse attraverso negozi e alberghi alla moda, colloqui di lavoro e pranzi eleganti, circondata da uno sfavillio di luci invitanti, Becky non si accorge che la realtà è meno rosea di come lei la immaginava e grosse nubi si addensano all'orizzonte... -
1960. L'Italia sull'orlo della guerra civile
A sessant'anni di distanza, Franzinelli e Giacone provano a comprendere con gli strumenti della Storia una pagina cruciale quanto oscura della Repubblica, ripercorrendo la biografia di uno dei suoi protagonisti e portandoci nelle viscere di un'Italia sotto tanti aspetti ancora premoderna e arretrata, ma nella quale già s'intravedevano i germi di una stagione di rinnovamento democratico e rinascita civile.rnrnIl 1960 è una data cruciale nella storia politica italiana del secondo dopoguerra: mentre il cinema vive il suo periodo d'oro (escono «Rocco e i suoi fratelli» di Visconti e «La dolce vita» di Fellini), il «miracolo economico» è al suo culmine e Roma ospita le Olimpiadi, il Paese attraversa la peggiore crisi istituzionale dalla nascita della Repubblica. Ma che cosa accadde di così tragico in quell'anno? Ce lo raccontano Mimmo Franzinelli e Alessandro Giacone in questo libro denso e appassionante che ricostruisce, sulla base di importanti fonti inedite, i drammatici giorni dell'insurrezione di Genova contro la celebrazione del congresso del Movimento sociale italiano (MSI), dell'eccidio di Reggio Emilia, dei sanguinosi scontri di piazza, delle cariche dei carabinieri a cavallo contro un corteo antifascista a Roma, delle manifestazioni funestate da morti in Sicilia. Siamo in pieno clima di guerra fredda e il sistema politico italiano riflette lo spirito del tempo: al Quirinale siede Giovanni Gronchi, il Partito comunista di Togliatti è diviso tra spinte rivoluzionarie e visioni riformiste, i socialisti di Nenni sono alla ricerca di una loro «autonomia», la DC di Moro, Fanfani, Segni, Scelba e Andreotti gestisce il potere e intrattiene legami molto stretti con le gerarchie ecclesiastiche della Chiesa di Roma. È in questo contesto che si inserisce la figura di Fernando Tambroni. Il politico marchigiano eletto alla Costituente nel 1946 nelle file della Democrazia cristiana e più volte ministro della Repubblica, viene però ricordato nei manuali di storia soltanto per i pochi mesi del 1960, durante i quali il governo monocolore democristiano da lui presieduto, e nato con il sostegno determinante del MSI, rischiò di gettare l'Italia sull'orlo della guerra civile. Nella memoria del Paese, la sua figura risulta ancora oggi «divisiva» e i fatti di quel 1960 oggetto di memorie contrapposte. A sessant'anni di distanza, Franzinelli e Giacone, che all'analisi storiografica affiancano numerosi aneddoti e dettagli di cronaca, provano a comprendere con gli strumenti della Storia quella pagina cruciale quanto oscura della Repubblica, ripercorrendo la biografia di uno dei suoi protagonisti e portandoci nelle viscere di un'Italia sotto tanti aspetti ancora premoderna e arretrata, ma nella quale già s'intravedevano i germi di una stagione di rinnovamento democratico e rinascita civile. -
Non è per snob. Lezioni di bon ton per un mondo più gentile
Leopoldina Pallotta della Torre ci introduce nel magico e sofisticato mondo del bon ton, soffermandosi su aneddoti e fatti storici, dall'antichità fino ai nostri giorni, e regalandoci trucchi preziosi per saperci comportare in ogni occasione. rnrnPer quanto oggi possa apparire anacronistico, essere beneducati è sempre molto bello e sempre molto utile. Serve a noi e agli altri. A noi, perché insegna come comportarci bene in qualsiasi situazione. Agli altri, perché si sentano compresi e a loro agio. E al mondo , perché diventi un posto migliore.rnrnMolte persone, leggendo in copertina la parola «bon ton», si domanderanno che senso abbia nel nostro mondo moderno, tecnologico e globalizzato parlare ancora di etichetta. Ne ha eccome, non solo perché la buona educazione non passa mai di moda, ma anche perché le maniere, lungi dall'essere un vuoto insieme di regole fine a se stesse, sono uno strumento potente per «insegnare alle persone come comportarsi bene con il prossimo, istruendole nella gentilezza e nell'altruismo, con l'idea di poter così edificare un mondo migliore». Basta indagare un po' nella storia per capire che le buone maniere non sono mai state un rituale superficiale per aristocratici d'antan o, come dicono alcuni, «roba da snob». Al contrario, il vero snob non ha buone maniere, perché esse impongono prima di tutto di accogliere il prossimo e metterlo a suo agio. Ogni società in ogni epoca ha dovuto insegnare ai suoi cittadini il modo in cui comportarsi correttamente; da che mondo è mondo, il bon ton è sempre stato uno strumento prezioso per rapportarsi agli altri e vincere la nostra ansia sociale. Inoltre, come dice la guru dell'etichetta Emily Post, le maniere fanno parte della nostra personalità e dunque contribuiscono a definirla. Essere beneducati ci rende più eleganti, più altruisti e, di conseguenza, più graditi agli altri. Con queste premesse Leopoldina Pallotta della Torre ci introduce nel magico e sofisticato mondo del bon ton, soffermandosi su aneddoti e fatti storici, dall'antichità fino ai nostri giorni, e regalandoci trucchi preziosi per saperci comportare in ogni occasione. Dai saluti alla tavola, dal dress code all'ospitalità, seguendo i precetti di paladine delle maniere come Irene Brin e l'attualissima Sara Jane Ho, ci insegna l'arte dell'eleganza e della gentilezza. Non solo, in una società sempre più globale e aperta allo scambio tra culture diverse, è importante conoscere anche gli usi e costumi di paesi lontani, che a volte possono essere persino opposti ai nostri. Immancabile poi, per nativi e immigrati digitali, la parte conclusiva sulla netiquette , per essere cortesi anche mentre si naviga sul web. -
Che cosa c'è da ridere
La storia del giovane comico ebreo che sfidò il nazismo.«Un romanzo ispirato alla tragica vicenda di artisti e comici ebrei obbligati a esibirsi in serate di cabaret» - Jessica Chia, la LetturaImmagina una stanza spoglia, molto ampia e illuminata. In questa stanza, la mattina presto, centinaia di persone sono state radunate per essere spedite lontano, in un altro paese, dove saranno ammazzate. Ora, però, la stanza ha cambiato aspetto. Il terrore ha lasciato il posto a un'atmosfera dolce di attesa, sulle panche uomini e donne chiacchierano tra loro.rnIn questa stessa stanza, c'è anche un giovane prigioniero. È in piedi, al centro del palco, illuminato dai fari. Sa che deve concentrarsi soltanto sull'unica possibilità di salvezza che gli rimane. Fare ridere il comandante. Fare ridere il lupo seduto proprio lì, di fronte a lui, fare ridere il suo nemico.Quel giovane uomo si chiama Erich Adelman. E questa è la sua storia, quella di un ragazzino ebreo nella Berlino degli anni Trenta che cresce in una casa dove non si ride mai. Erich desidera solo due cose: l'amore di Anita, la ballerina ritratta sulla cartolina donatagli da un uomo senza gambe incontrato per strada, e diventare un grande comico, calcando il palco dei migliori cabaret della Germania. Sogni, i suoi, che proprio nel momento in cui sembrano potersi realizzare, si scontrano con la più abominevole delle realtà, la tragedia della Shoah.In questo magistrale romanzo Federico Baccomo riesce a tenere assieme comicità e tragedia, che si riflettono l'una nell'altra e a vicenda si illuminano e si potenziano. Grazie anche a un grande lavoro di documentazione, ci regala una toccante storia di formazione ispirata a quella dei tanti ossuti e stremati Erich che sfidarono il nazismo opponendo l'arte e l'intelligenza alla grettezza, all'ottusità e alla violenza, per continuare a sentirsi, nonostante tutto, esseri umani.