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Il numero è nulla
Si faceva chiamare ""il Vescovo"""", perché suo padre avrebbe voluto che seguisse la carriera ecclesiastica. «I vescovi vengono chiamati eccellenza, è importante avere il rispetto della gente.» Il protagonista di questo romanzo il rispetto l'ha conquistato davvero, ma non come pastore di anime, bensì come assassino al soldo di Bugsy Siegel, uno dei più famigerati gangster degli anni Trenta. Questa volta Antonio Monda ci racconta la """"capitale del mondo"""" da un'angolazione inaspettata e travolgente: gli occhi di un killer che conquista denaro, fama e autorevolezza uccidendo la gente fino a quando l'incontro con una donna insinuerà il dubbio nella sua spietata dimensione criminale. Con un romanzo in cui le atmosfere e i ritmi serrati dell'hard-boiled si fondono con una rigorosa ricostruzione storica e un acuto e dolente ritratto psicologico dei protagonisti, Antonio Monda continua il suo racconto romanzesco di New York, la città dove tutto accade, il cuore pulsante del sogno americano."" -
Sull'isola
Marta sta per salire su un aereo. La meta è una piccola isola greca semidisabitata e battuta da una pioggia incessante, un posto incontaminato in cui è chiamata a realizzare un ambizioso progetto professionale destinato a cambiare le sorti del luogo e della sua carriera. Ma questo viaggio, per Marta, è qualcosa di più di una trasferta di lavoro. Da quando si è spezzato qualcosa nel rapporto con il marito - precipitato in una depressione da cui sembra incapace di uscire - Marta si sente svuotata, priva di risorse. Le farà bene starsene lontana per un po'. A farle compagnia solo un vecchio romanzo ingiallito preso all'ultimo istante in aeroporto. Lei e Diana, la protagonista, hanno molto in comune: sono entrambe in fuga, ed entrambe alla ricerca di qualcosa che le riporti in vita dopo un periodo di stallo. Ma la sovrapposizione non si ferma qui: le corrispondenze, all'inizio curiose, si moltiplicano in modo inquietante... Come inquietante, e affascinante al tempo stesso, è la presenza di un misterioso uomo che dell'isola sembra conoscere ogni segreto. Ben presto, quella che doveva essere una semplice parentesi - di lavoro, di riflessione - diventa per lei l'occasione di un'implacabile resa dei conti: con il marito, con il suo capo, con se stessa. Fino all'estremo delle sue possibilità. -
Fame d'aria
Tra colline di pietra bianca, tornanti, e paesi arroccati, Pietro Borzacchi sta viaggiando con il figlio Jacopo. D'un tratto la frizione della sua vecchia Golf lo abbandona, nel momento peggiore: di venerdì pomeriggio, in mezzo al nulla. Per fortuna padre e figlio incontrano Oliviero, un meccanico alla guida del suo carro attrezzi che accetta di scortarli fino al paese più vicino, Sant'Anna del Sannio. Quando Jacopo scende dall'auto è evidente che qualcosa in lui non va: lo sguardo vuoto, il passo dondolante, la mano sinistra che continua a sfregare la gamba dei pantaloni, avanti e indietro. In attesa che Oliviero ripari l'auto, padre e figlio trovano ospitalità da Agata, proprietaria di un bar che una volta era anche pensione, è proprio in una delle vecchie stanze che si sistemano. Sant'Anna del Sannio, poche centinaia di anime, è un paese bellissimo in cui il tempo sembra essersi fermato, senza futuro apparente, come tanti piccoli centri della provincia italiana. Ad aiutare Agata nel bar c'è Gaia, il cui sorriso è perfetta sintesi del suo nome. Sarà proprio lei, Gaia, a infrangere con la sua spontaneità ogni apparenza. Perché Pietro è un uomo che vive all'inferno. ""I genitori dei figli sani non sanno niente, non sanno che la normalità è una lotteria, e la malattia di un figlio, tanto più se hai un solo reddito, diventa una maledizione."""" Ma la povertà non è la cosa peggiore. Pietro lotta ogni giorno contro un nemico che si porta all'altezza del cuore. Il disamore. Per tutto. Un disamore che sfocia spesso in una rabbia nera, cieca. Il dolore di Pietro, però, si troverà di fronte qualcosa di nuovo e inaspettato. Agata, Gaia e Oliviero sono l'umanità che ancora resiste, fatta il più delle volte di un eroismo semplice quanto inconsapevole."" -
Una famiglia
Una misteriosa rapina al caveau di una banca, una nave che affonda con il suo carico di veleni, un antico santuario consacrato alle cosche. A Paola è bastata un'ora e mezzo di volo per trovarsi in un altro mondo. Quello che ha lasciato tanti anni prima senza rimpianti e in cui torna di rado, e sempre controvoglia. L'addio che deve dare questa volta, in questa terra a cui rifiuta di appartenere, è il più doloroso di tutti. Matteo era il più piccolo e perdere un fratello in quel modo non è accettabile per lei che ha sempre cercato di trarlo in salvo, lontano dal destino che la famiglia aveva scelto per lui. La famiglia di Paola non è come le altre. Suo padre Domenico La Paglia è un boss della 'ndrangheta e rappresenta tutto quello a cui lei si è ribellata. Da Pietranera - un paesino calabrese arrampicato su una montagna a picco sul mare - è scappata a Milano, ha fatto carriera nel mondo della moda e iniziato una nuova vita. Ma ciò da cui ha cercato di prendere le distanze ha tentacoli lunghi. C'è solo la guerra tra clan dietro la morte di suo fratello? Ora che il dubbio si è insinuato nella sua mente, la verità è un premio per cui è disposta a pagare un prezzo molto alto. Un romanzo crudo e disincantato, con il passo narrativo del thriller e la capacità di raccontare gli angoli più bui dell'animo umano e di una terra, la Calabria, violenta e ancestrale. -
Il bene che ti voglio
È la vigilia di Natale e Alessio Gorgosalice si affretta sul vialetto di Villa della Pace, la residenza per anziani in cui vive nonna Armida. Ha bisogno di parlare con lei. Non che si aspetti grandi risposte: la demenza senile le consente a stento di riconoscere chi ha davanti. Ma il suo obiettivo, forse, è un altro. Alessio ha poco più di trent'anni, fa l'assicuratore e ha una vita estremamente regolare. È sposato con Isabella e insieme abitano in una villetta a schiera acquistata grazie all'aiuto del suocero e scrupolosamente arredata coi mobili prodotti in serie da un ""mobilificio incapannonato al centro della campagna, una specie di microcosmo in miniatura, un'epitome di mondo, un museo della creazione"""". Ogni giorno Isabella, ingegnere che si occupa di progettare e collaudare impianti, una mente votata ai calcoli e alle previsioni, gli prepara un pasto sano da portarsi al lavoro, che Alessio accetta con un sorriso. Ma sotto la superficie levigata di una vita come tante – il matrimonio, il desiderio di paternità, la dedizione al lavoro – fremono istinti selvaggi, risvegliati dalla relazione extraconiugale che Alessio intrattiene con Barbara. La recita che è sempre stata la sua vita si è incrinata in modo irreparabile e in lui stanno esondando pulsioni impossibili da arginare. Con una voce brillante, complessa, divertita e fantasiosamente ipertestuale, il narratore segue il magma dei pensieri di Alessio negli abissi dell'introspezione per poi andare a stanare tutti gli altri personaggi fino ad assumerne il punto di vista."" -
Gli eroi si baciano
Sono giovani e sensuali; sbandati, idealisti e spregiudicati. Sono poeti, lavapiatti, giornaliste, infermiere, editori indipendenti, modelle e militanti. Sono, soprattutto, corpi che sbattono contro la vita, contro altri corpi e contro Roma, la città che li inghiotte e li risputa nel suo ruminare secolare. Gli eroi si baciano è la storia di nove vite finite nel vortice di una sera, tra musica, sogni di letteratura, incontri carnali, esplosioni di violenza e bisogno d'amore. Da un vile agguato fascista del 2005 all'attentato del Bataclan del 2015, la vita dei protagonisti si dipana lungo un decennio in quelli che sono stati definiti come ""Anni 0"""". Tra fatti privati e avvenimenti storici, il romanzo si costruisce per fotogrammi, tasselli narrativi, illuminando vite inconsolabili e ardenti che poi si spengono nell'ombra della maturità. Eppure niente è perduto, niente è scarto, perché una sola notte può incidere sul destino più di molti anni, e le persone sfiorate o perse lungo il cammino possono accompagnarci per sempre. Filippo Nicosia costruisce un romanzo a più voci, mettendo sulla pagina personaggi potenti e fragili, sempre costretti a scegliere tra la vita e la sopravvivenza, tra l'avere un prezzo a cui vendersi e pagare un prezzo per la propria libertà. Gli eroi si baciano racconta la fine della giovinezza, senza nostalgia, ma con l'ardore delle vite in gioco. Dieci anni di storie individuali che in questo romanzo corale pieno di slancio restituiscono la fotografia di giovani venti-trentenni incapaci di pensarsi come """"generazione""""."" -
La fredda guerra dei mondi. Romanzi brevi e racconti ritrovati
Pochi autori nella storia della narrativa italiana contemporanea hanno saputo coniugare qualità, quantità e spessore umano come Valerio Evangelisti. ""Scrittore totale e militante"""" – così l'ha definito la rivista """"doppiozero"""" all'indomani della sua scomparsa –, Evangelisti ha sempre difeso con orgoglio la letteratura di genere, troppo spesso colpevolmente relegata al rango di narrativa di serie B, dimostrando che a fare la differenza non sono gli scaffali delle librerie su cui finiscono gli autori, ma la passione, il talento, l'estro creativo e l'anima che vengono profusi in ogni parola. Curata da Franco Forte, direttore di Urania, questa raccolta di racconti e romanzi brevi ormai difficilmente reperibili persino nelle biblioteche abbraccia un arco temporale di quasi vent'anni, e pescando nella ecletticissima opera di Evangelisti rende onore alla sua capacità unica di spaziare tra generi e registri diversi, dalla fantascienza al romanzo storico, passando per il racconto di cronaca e quello speculativo, arrivando alla satira e persino al racconto erotico, senza mai per questo smarrire la propria distintiva voce, lo slancio autentico e meravigliosamente controcorrente: che navighiamo nel Mar dei Caraibi o ci svegliamo in una Terra avvolta da perenni fumi rossastri, la cifra stilistica è sempre quella, limpidissima, di chi scrive letteratura. In chiusura al volume Day Hospital, l'autobiografia delle settimane di chemioterapia seguita dall'autore, in cui emerge in maniera definitiva il suo splendido spirito anticonformista, e La fredda guerra dei mondi, i primi capitoli del romanzo inedito, purtroppo rimasto incompiuto, che Evangelisti stava scrivendo a partire dall'omonimo racconto apparso in una raccolta Millemondi Urania nell'estate del 2020. Perché come ebbe a dire Evangelisti stesso """"se ignoro la fantascienza, il mio mondo sarà più ristretto e smetterà di coincidere con ciò che mi circonda. E sfido chiunque a dimostrare il contrario""""."" -
Ti uccido per gioco
Per una ragazza nata a Borgo Nuovo – quartiere periferico e difficile di Palermo – è quasi scandaloso, ritrovarsi ""sbirra"""". In realtà Angela Mazzola, trent'anni, non è un'inflessibile paladina della giustizia: lei vuole semplicemente una vita piena, e vuole viverla a modo suo. Trasferendosi alla Omicidi, Angela sperava di spostarsi nel cuore dell'azione, ma non è stato così… Fino a quando, durante una gara di soft air – realistica simulazione di una battaglia con armi giocattolo –, un uomo viene ucciso con veri colpi di pistola in un casolare abbandonato. Il cadavere non ha nome, e l'omicidio sembra non avere movente. Angela si ritrova a lavorare con il collega Francesco Agnello, e presto tra i due si crea una speciale sintonia, non solo professionale: è un guaio, perché Francesco è (quasi) felicemente sposato, mentre la vita privata di Angela è un caos che di recente si è persino complicato. Per sfuggire ai rispettivi crucci famigliari, Angela e Francesco si buttano sul caso, ma più passano i giorni, più la matassa invece di sciogliersi si ingarbuglia, perché i misteriosi interessi della vittima sembrano affondare le radici in un passato dimenticato..."" -
La luce naturale
In una stanza d'albergo sul litorale veneto, Elvira ha un malore e i medici le danno poche ore di vita. I figli Tiziana, Gabriele e Flavio, chiamati al capezzale, sembrano pendere più dai destini incerti delle loro vite che dal lutto che si approssima: Flavio, un attore che non ha sfondato, è assetato di rivincita, e Gabriele non fa che collezionare fallimenti amorosi e finanziari. E Tiziana? Tiziana, insoddisfatta, coltiva fantasie di sesso e di fughe, tornando puntualmente davanti allo specchio indifferente del marito e della figlia. Elvira giace immobile nel limbo della sua stanza d'hotel e i tre fratelli si focalizzano sull'eredità, che ognuno ha intenzione di reclamare per sé nel tentativo di sfuggire alla propria miseria esistenziale. Così la morte – quella morte – comincia a sembrare una farsa. I fratelli fingono, fingono di fingere, si accusano a vicenda di aver alleggerito il conto in banca della madre e fanno della famiglia il più triste degli spettacoli. E più si sbranano e si spogliano del costume di menzogne che portano addosso, più affiorano fatuità e umane debolezze. Come sbrogliare i nodi di vite dove il futuro somiglia al presente e il presente ha rinunciato al passato? Marco Archetti gioca come un gatto con il topo, spingendo ciascun carattere all'angolo dove confessarsi è d'obbligo e aprire gli occhi è cruciale. E fa, di un teatro di ipocrisie, malignità e rapporti di potere, una storia di caotiche convergenze affettive, ma anche di amore che ha bisogno di un'altra luce, una luce più grande. -
Favola per rinnegati
È una fredda sera di inizio novembre quando due ragazzi aprono il fuoco davanti a un locale alla moda di Milano, trucidando otto persone a colpi di Kalashnikov. Ad arrivare per primo sul posto è Rudi Carrera, un vicecommissario ruvido e sull'orlo dell'autodistruzione. Solo il lavoro lo tiene a galla – il lavoro e la sua squadra affiatata. È con loro che Carrera inizia a indagare sulla terribile carneficina. Tra false piste e pressanti richieste di soluzioni di comodo, Rudi intuisce che il cuore dell'indagine non è il movente della strage, ma l'arma utilizzata. Com'è possibile infatti che due ragazzi neanche ventenni, timidi e incensurati, abbiano messo le mani su un fucile d'assalto? Con l'intuito che anche i detrattori gli riconoscono e l'accanimento di chi non ha più niente da perdere, Rudi si trova a scavare nei gangli di una società avida e senza scrupoli, finendo per scoperchiare ramificazioni insospettabili. -
Se non dovessi tornare. La vita bruciata di Gary Hemming, alpinista fragile
È il 1966, e l'estate pare essersi dimenticata delle Alpi, lasciando al suo posto piogge e temporali che inchiodano escursionisti e amanti delle cime negli alberghi e nei campeggi. L'arrampicatore californiano Gary Hemming – idealista, sfrontato e carismatico – guarda il Monte Bianco e freme: è venuto in Europa sull'onda dell'insaziabile fame di vita che da sempre lo incendia, e invece si ritrova un tetto di nuvole sopra la testa. La routine si spezza all'improvviso a metà agosto, quando i giornali danno notizia che due scalatori sono rimasti bloccati sul Petit Dru, la parete più dura del Monte Bianco. Hemming intuisce che i soccorsi rischiano di non raggiungere in tempo i dispersi, e con altri cinque pirati delle rocce decide di salvarli seguendo una via diretta. Sembra una follia, un fallimento annunciato che servirà soltanto a mettere in pericolo altre persone, ma Hemming è cresciuto con un imperativo categorico: aiutare sempre, anche a costo della propria vita, perché la prossima volta ""potresti esserci tu lassù, ad aver bisogno che qualcuno venga a soccorrerti"""". Quei giorni si riveleranno davvero fatali per Gary, ma in un modo che né lui né i suoi amici o i suoi amori possono immaginare. Enrico Camanni, alpinista e profondo conoscitore della montagna e dello spirito che la anima, racconta con stile elettrico, appassionato e struggente gli ultimi anni dell'iconico scalatore, maudit ispirato e irrequieto, figura imprescindibile nella storia dell'arrampicata moderna ma anche e soprattutto zeitgeist dell'incendio del '68, amico fragile capace di incarnare una filosofia ecologica della scalata, rivoluzionaria e ancora attualissima."" -
Cuori in piena
Corsi è venuto a passare l'estate dalla nonna a Pieve Lanterna, un borgo dell'Appennino umbro-marchigiano. Prima di tornare a Roma, il padre, che lo ha accompagnato, gli chiede di giurare che non si tufferà alle Caldare, dove l'anno prima è morto Andrea, il figlio di Arcangelo Gori. Peccato che lungo il corso del Burano si muova tutta l'estate degli adolescenti di Pieve Lanterna. E peccato che Corsi e i suoi amici siano messi di fronte a una nuova tragedia: il cane Asha è stato avvelenato con la metaldeide. Si dice che il colpevole sia Arcangelo Gori, diventato solitario e imprevedibile dopo la morte del figlio. La metaldeide non è il solo veleno di Pieve Lanterna. Ci sono residui che riemergono, attriti, umiliazioni che dai padri passano ai figli e intossicano le relazioni. E tuttavia l'estate è pur sempre estate: si va in bicicletta, si va per torrenti, si va sull'autoscontro e sul calcinculo, ci si tuffa nelle acque gelide delle cascate di Teria. E tutto si fa con un occhio alle ragazze, e specialmente a Federica e Céline, nipoti di minatori in Belgio tornate in visita ai parenti. Corsi si innamora di Céline – in competizione con Brat, il giostraio – e gli amici gli fanno da spalla. La notte di Ferragosto, mentre si accendono i fuochi d'artificio, si sente Arcangelo urlare il suo scomposto dolore. Come in un fossile, il passato si legge crudele e ostinato, e da quell'urlo in poi la violenza accelera, i misteri si infittiscono, prende velocità anche la furia dell'eros adolescente. -
Chimere
È la notte di San Silvestro, l'ultima dell'Ottocento, e Roma saluta l'arrivo del secolo nuovo. Dopo il distaccamento in Sardegna, non privo di giorni dolorosi, il vicebrigadiere Ghibaudo ha accettato la proposta di Amelia di trasferirsi a Roma, dove un matrimonio di facciata può garantire a lei la possibilità di iscriversi alla tanto desiderata facoltà di Medicina, e a lui di continuare a nascondere il suo segreto. Ma ciò che in teoria è la soluzione perfetta non sempre regge la prova della vita, e anche a causa di una società in cui la parità di genere è un orizzonte remotissimo, bugie e non detti si sono infilati negli interstizi della loro quotidianità, minandone le basi. Il destino torna a bussare alla porta di entrambi quando una giovane sposa viene ritrovata morta nella vasca da bagno, all'apparenza affogata. Si tratta di una tragica fatalità o di un indecifrabile omicidio? Ghibaudo inizia a indagare insieme al collega Moretti, sempre più appassionato alle nuove tecniche investigative, senza sapere che tutto sta per cambiare, dalle sue convinzioni professionali alla relazione con Amelia, complice l'entrata in scena di un giornalista che sembra conoscerlo come mai nessuno prima. -
Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni
Arturo Baldi, novantacinque anni, viene portato d'urgenza in ospedale, dove scivola in un coma profondo. A dispetto dei neurologi, che lo escludono categoricamente, la coscienza di Arturo è ancora vigile. In questo misterioso tempo sospeso Arturo riesce a sentire, uno per uno, tutti i componenti della famiglia che vengono a fargli visita in una incessante sequenza di confessioni, sfoghi, preghiere. In quei meandri della coscienza, domina il faccia a faccia con Dado, il fratello inquieto, il pittore talentuoso, il ribelle che manca da anni dentro il teatro famigliare. In questa sorta di popolata immobilità, Arturo risale dall'infanzia fino alla costruzione della grande famiglia che ora, intorno al suo letto, stilla parole e memoria. Così seguiamo l'amore che lo lega a Carolina da tutta una vita, le figlie Dori e Fiore, le nipoti Margherita e Nina, prossima alle nozze, e la pronipote Anna, che ha ereditato dal prozio mai conosciuto l'occhio e la mano da pittrice. Dado è lo specchio per tornare indietro nel tempo, nel formicolio di segreti che alligna là dove la famiglia sembra più salda. Arianna Mortelliti, alla sua prima prova narrativa ma cresciuta alla scuola del nonno Andrea Camilleri, scrive un romanzo decisamente intrigante, calibrando suspense e informazioni all'interno di una struttura a dialoghi che, progressivamente, scioglie nodi e ambiguità. -
Vi avverto che vivo per l'ultima volta
«E noi, che cosa stiamo diventando? E io, cosa sono diventato?» si chiede Paolo Nori. E la risposta viene da una lontananza che in verità brucia distanze e porta con sé, come fosse turbine di visioni, di fatti, di sentimenti, e naturalmente di poesia, la vita di Anna Achmatova. «Vogliamo raccontare» dice Nori «la storia di Anna Achmatova, una poetessa russa nata nei pressi di Odessa nel 1889 e morta a Mosca nel 1966. Anche se Anna Achmatova voleva essere chiamata poeta, non poetessa, e non si chiamava, in realtà, Achmatova, si chiamava Gorenko; quando suo padre, un ufficiale della Marina russa, seppe che la figlia scriveva delle poesie, le disse ""Non mischiare il nostro cognome con queste faccende disonorevoli"""". Allora lei, invece di smettere di scrivere versi, pensò bene di cambiar cognome. E prese il cognome di una sua antenata da parte di madre, una principessa tartara: Achmatova.» Anna era una donna forte, una donna che, «con la sola inclinazione del capo – come ebbe a dire Iosif Brodskij, suo amico e futuro premio Nobel – ti trasformava in homo sapiens». """"Suora e prostituta"""" per i critici sovietici, esclusa dall'Unione degli scrittori, privata degli affetti più cari, diventata, durante la Seconda guerra mondiale, la voce più popolare della Russia sotto l'assedio nazista, indi rimessa al bando, sorvegliata, senza mezzi. Ha profuso ostinazione e fermezza. Ha patito come patiscono le anime che, anche quando cedono, non cedono. Non ha smesso di scrivere, anche quando la sua poesia si poteva soltanto passare di bocca in bocca. Ha saputo, alla fine della sua vita, essere quel che voleva diventare: la più grande poetessa, anzi, il più grande poeta russo dei suoi tempi. Dopo essere entrato in quella di Dostoevskij, Nori entra in un'altra vita incredibile , ma questa volta ci rendiamo conto che, nell'avvicinare Anna a noi come siamo diventati, e noi alla Russia come è diventata, ci troviamo di fronte a un'urgenza crudele, a una figura che ci guarda, ci riguarda, e ci tocca più forte dove siamo ancora umane creature."" -
La vita di chi resta
"Quando torni io non ci sarò già più."""" Sono le ultime parole di S. a Matteo, pronunciate al telefono in un giorno d'autunno del 1998. Sembra una comunicazione di servizio, invece è un addio. S. sta finendo di portare via le sue cose dall'appartamento di Matteo dopo la fine della loro storia d'amore. Quel giorno Matteo torna a casa, la casa in cui hanno vissuto insieme per sette anni, e scopre che S. si è tolto la vita. Mentre chiama inutilmente aiuto, capisce che sta vivendo gli istanti più dolorosi della sua intera esistenza. Da quegli istanti sono passati quasi venticinque anni, durante i quali Matteo B. Bianchi non ha mai smesso di plasmare nella sua testa queste pagine di lancinante bellezza. Nei mesi che seguono la morte di S., Matteo scopre che quelli come lui, parenti o compagni di suicidi, vengono definiti sopravvissuti. Ed è così che si sente: protagonista di un evento raro, di un dolore perversamente speciale. Rabbia, rimpianto, senso di colpa, smarrimento: il suo dolore è un labirinto, una ricerca continua di risposte – perché l'ha fatto? –, di un ordine, o anche solo di un'ora di tregua. Per placarsi tenta di tutto: incontra psichiatri, pranoterapeuti, persino una sensitiva. E intanto, come fa da quando è bambino, cerca conforto nei libri e nella musica. Ma non c'è niente che parli di lui, nessuno che possa comprenderlo. Lentamente, inizia a ripercorrere la sua storia con S. – un amore nato quasi per sfida, tra due uomini diversi in tutto –, a fermare sulla pagina ricordi e sentimenti, senza pudore. Ecco perché oggi pubblica questo libro, perché allora avrebbe avuto bisogno di leggere un libro così, sulla vita di chi resta. Ma c'è anche un altro motivo: """"In me convivono due anime"""" scrive, """"la persona e lo scrittore"""". La persona vuole salvarsi, lo scrittore vuole guardare dentro l'abisso. Per vent'anni lo scrittore che c'è in Matteo ha cercato la giusta distanza per raccontare quell'abisso. E quando si è trovato nel punto di equilibrio, da lì, da quella posizione miracolosa, ha scritto queste parole, che, seppur lucidissime, sgorgano con la forza e la naturalezza dell'urgenza. Ciò che stiamo consegnando nelle mani di chi legge è un dono, sì, ma un dono di straordinaria gravità. Eppure, ognuna di queste pagine contiene un germe di futuro, la testimonianza di come, persino nelle pieghe di un dolore indicibile, la scrittura possa ancora salvare.Proposto da Paolo Cognetti al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:rn«Si tratta di un memoir sulla perdita – per suicidio – di una persona amata, sul dolore, il senso di colpa e la solitudine che ne derivano, tra i più intensi e nitidi che io abbia letto. È anche un testo sul potere salvifico della scrittura, e uno di quei libri che danno un senso e un compimento all’intero percorso di un autore, come se fossero lì ad aspettarlo fin dall’inizio. È come se Matteo avesse scritto per venticinque anni per prepararsi a questo libro, per essere... -
Senza quartiere
Vedova con tre figli, carica dei debiti che il marito le ha lasciato, una donna si trasferisce dalla campagna nell'immensa pulsante Berlino, dove spera di dare un'esistenza migliore a sé e ai figli. La durezza della vita nella Germania tra le due guerre, scossa dalla profonda crisi economica, la condurrà in un primo momento alla disperazione, per poi risvegliare in lei un furibondo desiderio di riscatto. Tutte le sue ambizioni si riversano così sul primogenito: il ragazzo riuscirà in effetti a diventare un imprenditore di grande successo. Ma a quale prezzo? Döblin racconta il destino di una manciata di individui, ma sa allargare lo sguardo ad abbracciare l'ascesa e la caduta di una famiglia della borghesia industriale tedesca negli ultimi anni della Repubblica di Weimar, fino a dipingere uno spaccato delle contraddizioni di una città, e di un intero Paese. Tra raffinata cultura e becere ideologie, sfarzo e miseria, in questo testo fortemente autobiografico lo scrittore ci lascia, per usare le parole di Heinrich Mann, «una testimonianza imperitura del perché intere generazioni sono state derubate di quel poco di felicità che avevano». -
Il segreto di Miranda. Bevelstoke. Vol. 1
All'età di dieci anni Miranda Cheever non mostra segni di particolare avvenenza. Per sua sfortuna, è nata in un ambiente che attribuisce grande importanza all'aspetto fisico femminile e, consapevole di essere considerata inferiore a tutte le altre giovani dei dintorni, ha ormai accettato il destino opaco che la società le ha già assegnato. Fino al giorno in cui conosce Nigel Bevelstoke, visconte Turner, il fratello maggiore della sua amica Olivia. Lui ha diciannove anni, è bello come un dio greco, gentile e arguto. Quando le bacia la mano predicendole che un giorno sarà tanto bella quanto ora è intelligente, Miranda se ne innamora all'istante e, nonostante sia solo una ragazzina, capisce che lo amerà sempre. Nove anni più tardi la bimba si è fatta una splendida donna, proprio come Turner aveva immaginato. Ma il tempo non è stato altrettanto generoso con lui, che è diventato un uomo pieno di amarezza e risentimento, spezzato da una perdita devastante. Miranda però non ha mai dimenticato ciò che ha avuto il coraggio di confidare solo al proprio diario, e non permetterà che l'amore della sua vita le sfugga di nuovo. -
Quella volta a Londra. Bevelstoke. Vol. 2
Lady Olivia Bevelstoke ha sentito dire che il suo nuovo, affascinante vicino potrebbe aver ucciso la fidanzata. Non ci crede affatto, però… giusto per essere sicura… forse è meglio tenerlo d'occhio. E così inizia a controllarlo: ben nascosta (o almeno così si illude), passa le ore appostata dietro la finestra della sua camera: osserva, e aspetta. Piano piano scopre un uomo davvero intrigante, che sta chiaramente dissimulando qualcosa. Ma cosa? Sir Harry Valentine lavora per il ministero della Guerra traducendo documenti di importanza vitale per la nazione. Non è un vero agente, però è ben addestrato, e così quando si accorge della splendida bionda che lo spia, dapprima si allarma, poi si tranquillizza comprendendo che non è altri se non un'annoiata debuttante. Ma a quel punto viene a sapere che potrebbe trattarsi della fidanzata di un principe straniero, il quale a sua volta potrebbe tramare contro l'Inghilterra. Riceve quindi l'ordine di indagare su entrambi: un incarico che presto si tramuta in piacere, poiché Olivia gli sta conquistando il cuore. -
Quello che amo di te. Bevelstoke. Vol. 3
Annabel Winslow è a Londra per la Stagione, alla ricerca di un marito ricco per salvare la famiglia dai guai finanziari. La sua avvenenza attira l'attempato conte di Newbury, il quale desidera un erede per estromettere dalla successione l'odiato nipote Sebastian Grey, un giovane tanto bello quanto scapestrato che nasconde un segreto. Annabel in realtà non ha alcuna voglia di diventare la moglie del vecchio Newbury, che un tempo aveva corteggiato persino sua nonna! E tutto si complica tremendamente quando per caso conosce proprio Sebastian, e i due si ritrovano subito presi in un bacio appassionato. Lei è ormai rassegnata a sposare Newbury, pur detestandolo, perché rappresenta la sicurezza economica. Ma ovviamente si sente molto più attratta dal fascinoso Sebastian. Cosa potrà aiutarla ad arrivare a una decisione?