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L'architettura del padiglione. Linee di ricerca e pratica del progetto
Il padiglione temporaneo, dalla modernità ai giorni nostri, si pone come paradigma di nuove linee di ricerca e nuove forme espressive dell’architettura. Edificio isolato per eccellenza, libero da doveri funzionali primari, assume un valore rappresentativo e un ruolo di avanguardia nella esplorazione architettonica e spaziale, fertile terreno di sperimentazione e proposizione anticipatoria per il progetto contemporaneo.rnPer il carattere sperimentale e atipico, sia dal punto di vista funzionale che tipologico, il padiglione rappresenta un fecondo ambito applicativo per anticipare e verificare teorie e visioni progettuali. La temporaneità di queste strutture sembra costituire quasi un “plus valore” per ricercare e maturare di un’idea di spazio o raggiungere un risultato espressivo. Esse rappresentano uno stimolo al rinnovamento, un avamposto nel processo di sviluppo culturale, una proiezione verso sviluppi futuri.rnLa transitorietà dei manufatti, la rilevanza delle scelte linguistiche e formali come veicolo di significazione, la reversibilità e l’additività dei processi costruttivi, costituiscono tutti fattori che sembrano incoraggiare una pratica progettuale in grado di mediare e superare i conflitti tra duraturo e temporaneo, concluso e aperto, permanente e reversibile, come questioni concettuali ancora aperte nell’attuale dibattito architettonico. -
QU3. iQuaderni di U3. Ediz. italiana e inglese. Vol. 24: Multilevel green governance. Politiche, programmi, progetti per l'attuazione e gestione delle infrastrutture verdi.
Le infrastrutture verdi o Green Infrastructures, si vedono assegnare un ruolo di primo ordine nell’ambito della Strategia per la biodiversità, adottata nel 2011 dalla Commissione Europea per porre fine alla perdita di biodiversità e al degrado dei servizi ecosistemici. La Commissione Europea ne incoraggia l’integrazione nei processi di pianificazione e di sviluppo territoriale, definendole come una rete di aree naturali e semi-naturali pianificata a livello strategico con altri elementi ambientali, progettata e gestita in maniera da fornire un ampio spettro di servizi ecosistemici (CE 2013). Questo numero si è posto l’obiettivo di restituire una panoramica di esperienze capaci di mobilizzare l’attuazione delle infrastrutture verdi: politiche, programmi e progetti innovativi, imperniati sulla sostenibilità ambientale e sui suoi correlati in termini di sviluppo locale, governance e pratiche collaborative. In questo contesto la pianificazione è chiamata a costruire un quadro di riferimento capace di offrire una visione e un orizzonte temporale per il sistema di governance coinvolto. -
QU3. iQuaderni di U3. Ediz. italiana e inglese. Vol. 25: (in)comune. Equivoci, essenziale, pratiche, L'.
Il quaderno, dedicato al corso ""Studi urbani: Spazio e Comunità"""", nasce dalla volontà di festeggiare il decimo anniversario dalla sua ideazione, invitando alla scrittura gli ex studenti e studentesse di architettura (oggi professionisti, ricercatori, docenti) che negli anni hanno colto l'opportunità di questo corso opzionale tenuto dal professor Giovanni Caudo. Un corso che fa della lettura ad alta voce di testi di filosofia, sociologia, antropologia - e di altri campi del pensiero che interrogano sulla condizione urbana - il suo momento centrale e della loro discussione collettiva il suo senso ultimo. I saggi raccolti ragionano sulle forme di relazione che oggi si determinano nello spazio urbano, a partire dalle letture che sostanziano il corso: muovendosi attraverso le discipline, affrontano il tema del vivere insieme nella città contemporanea. Un tema che gli autori declinano in modo diverso, chi ragionando sull'individuo e il suo spazio di prossimità e chi sull'azione collettiva costruttrice di beni comuni. In tutti, si riscontra comunque la medesima postura: la consapevolezza di essere immersi nella relazione con l'altro, con gli altri, con le cose, con il mondo."" -
Tutto, tutto, tutto... o quasi-Absolutely everything... or almost
Gianni Pettena, è stato uno dei fondatori dell'architettura radicale fiorentina degli anni Sessanta e Settanta insieme con Archizoom, Remo Buti, 9999, Superstudio, UFO e Zziggurat, verso i quali ha sempre mantenuto una posizione autonoma. Oltre a criticare il funzionalismo modernista, a frequentare le gallerie, gli artisti e i critici legati a quella stagione, si è distinto per una sua deliberata riottosità progettuale. Per questo può essere considerato L'anarchitetto, per citare il titolo del suo primo libro. In quest'ottica va inquadrata la sua esperienza giovanile negli Stati Uniti e l'assidua frequentazione di (an)architetti come Buckminster Fuller o James Wines, attenti all'ecologia, alle periferie e al ""rendere significanti luoghi insignificanti"""". Più in generale l'unicità del suo lungo lavoro, anche sul piano storico, consiste nel rifiuto dei codici e canoni consueti della progettazione, nella realizzazione di interventi temporanei e in una costante ricerca di alleanze con l'arte concettuale, il radical design austriaco, la land art e la musica sperimentale. Il volume documenta tutto, o quasi, il suo lavoro e ospita un'ampia antologia dei suoi testi."" -
Transitional landscapes
This collection of essays reflects on the theme of “transition” in all of its nuances (from ecological to sustainable, describing the potential of fragile territories). This is a current issue on the political agenda and in the international scientific community, which interprets transition as a condition that calls for redesigning / rethinking spaces and flows (human and non-human) for a new relational ecology between bodies and inhabited contexts. -
Hybrid Venice. Designing a self-portrait. Ediz. italiana e inglese
Questo è un libro sul design, su Venezia, sulle pratiche espositive e di autorappresentazione, in un’epoca di fusione fisico/digitale impastata di disorientamento e percezione di condizioni nascenti. Questo libro è anche, simultaneamente, il catalogo della terza edizione della Venice Design Biennial. -
Between Greece and the Orient. Mapping the Russian self
«Imitating Dionysius, a primaryfigure within the Symbolistculture, this book seeks hybridand dynamic processes,co-presences, and ambivalence,tracking down the many worksin which the strict categoriesof “East” and “West,” “Classicism”and “Modernity,” “Russia”and “Europe” are reversedand reformulated into newparadigms.» The Russian Symbolist period reformulated its own cultural identityfrom a spatial point of view, shaping an imaginary place formed bythe hybridisation between Ancient Greece and the Orient: this is themain idea of this essay, that regards geographical space as a tool toread literary and cultural history in a new way. The book maps theRussian Zeitgeist – roughly from 1890 to 1917 – according to the descriptions of the “Russian Self” made by Andrej Belyj, Valerij Brjusov, Valentin Serov, Michail Vrubel’, Lev Bakst, and Dmitrij Mendeleev,just to name a few. Through an extensive use of montage and an intentionally loose application of chronological and typological definitions, the analysis reveals how Russian thought, in the syncreticSymbolist period, lays the foundations for a new Self, interpretednot as a sum of incoherent elements, but as a coherent holistic space. -
In trans
Nella primavera del 2021 Jacques-Alain Miller, custode dell'eredità intellettuale di Jacques Lacan, è intervenuto in Francia con alcuni articoli e interviste nell'acceso dibattito sull'identità di genere. Miller ha espresso una posizione critica e inedita rispetto ai temi del maschile e del femminile, dell'emancipazione e della transessualità; incrociando il pensiero di Freud, Lacan, Foucault e Deleuze con le posizioni di Valerie Solanas o di Judith Butler, l'autore fa deflagrare gli elementi di continuità e di rottura che attraversano il pensiero contemporaneo, mostrando contraddizioni e sollecitando inattesi punti di vista. Le parole di Miller, che hanno avuto una forte eco in Francia, vengono qui raccolte per la prima volta in lingua italiana e rappresentano un punto di interesse focale non solo nell'ambito della clinica psicoanalitica, ma anche nel più ampio dibattito contemporaneo attorno al concetto di genere. -
Vesper. Rivista di architettura, arti e teoria-Journal of architecture, arts & theory. Ediz. bilingue. Vol. 6: Magic.
Il mondo reale vive e coabita con l'onirico, il surreale, il sogno, il simbolo, il mito, la favola, la magia. Se ciò che è concreto può apparire chiaro, misurabile, dimensionabile, oggettivo e razionale, comunque, a volte, qualcosa sfugge. Una vasta bibliografia e un'immensità di opere da secoli inseguono quel qualcosa in fuga, quella scia, quell'intangibile che può alterare la realtà. Riti di attraversamento dello spazio, misteri che offrono inalienabili profondità temporali alle scene, architetture tatuate di simboli o impostate su figure e forme capaci di costruire connessioni, città il cui senso e significato non si esauriscono nel dato oggettivo: la magia è il nesso impalpabile tra la realtà e altro, è cercare una possibilità nell'esistente. -
Nulla si sa, tutto si immagina. Il cinema di Federico Fellini e la letteratura
Fellini e la letteratura: un binomio che a prima vista potrebbe sembrare paradossale. Lo sviluppo del suo cinema, infatti, appare piuttosto contrassegnato da un progressivo distacco dalla parola, a beneficio di una ""libertà dell'immagine"""" sempre più spericolata. Eppure, in questa crescente fiducia nella propria ispirazione fantastica, Fellini non ha fatto altro che rimanere fedele all'aspirazione più intima della letteratura, ovvero alla sua capacità di approssimarsi al mistero e all'essenza mercuriale dell'esistenza umana, ben riassunta in una frase - apocrifa eppur così vera - dell'amato Leopardi, citata anche ne La voce della luna: «Nulla si sa, tutto si immagina». I saggi presenti nel volume offriranno al lettore uno sguardo nuovo sulle suggestioni letterarie del cinema di Fellini, spaziando dal progetto del Viaggio di G. Mastorna alla Dolce vita, da Amarcord al Casanova, da E la nave va a La voce della luna, e concludendosi con un'intervista a Ermanno Cavazzoni, che di quest'ultimo film fu ispiratore e sceneggiatore."" -
Archivi esposti. Teorie e pratiche dell'arte contemporanea
Segnato da un problematico ossimoro che si annoda nella apparentemente inconciliabile contrapposizione tra archivio ed esposizione, il volume ""Archivi esposti. Teorie e pratiche dell'arte contemporanea"""" vuole riflettere sulle nutrienti convergenze che queste due figure disegnano nella mappa artistica degli ultimi anni. Un legame produttivo tra l'archivio, luogo labirintico e segreto dell'arché - come ha ricordato Derrida - e la dimensione espositiva, spazio cardinale e ambiguo del sistema dell'arte dove verificare le emergenze teoriche e le modifiche dello statuto dell'opera d'arte, ma anche esplicitare le specificità dell'archivio d'arte individuale o istituzionale, dell'archivio come modello, rispetto alla pratica artistica dell'archiviazione. Di quest'articolata costellazione di proposte e declinazioni che orientano il dibattito critico e le strategie artistiche, gli autori del volume - strutturato in quattro porose stazioni d'osservazione Dimenticare l'""""archivio""""? Aspetti di un dibattito critico; Istituzioni e archivi. Politiche culturali espositive; Esporre l'archivio. Casi studio e trame espositive; Proposte di itinerari - seguono le traiettorie teoriche e le curvature metodologiche, interrogando la struttura proteiforme dell'archivio come una delle principali emergenze del sistema dell'arte contemporanea."" -
Francesca Grilli. Sparks. Ediz. italiana e inglese
Con il progetto Sparks 2021 Francesca Grilli è tra i vincitori della IX edizione dell'Italian Council, il più autorevole premio italiano per l'arte contemporanea. Sparks 2021 - workshop, performance e installazione - ruota sull'azione minima ma rivoluzionaria di consegnare nelle mani dell'infanzia la lettura del nostro futuro. Con un pensiero poetico quanto politico, i bambini di Sparks, attori e autori di visioni e riflessioni, attivano un libero processo di svelamento e di interpretazione che dal presente si proietta sul futuro. Il volume, che documenta il lavoro svolto dall'artista, le tappe italiane ed europee del progetto e le sue evoluzioni, offre al contempo riflessioni critiche attorno ai temi e alle questioni che l'opera di Grilli mette in campo, come il ribaltamento del rapporto adulto bambino, la figura dell'oracolo, il contatto e la distanza. -
La Maddalena. Atlante di un'occupazione-Atlas of an occupation. Ediz. bilingue
Otto visioni in forma di atlante raccontano la stratificazione di storie, immaginari e architetture, che celebrano le alleanze inattese tra la terra e i suoi occupanti. L'arcipelago di La Maddalena è un modello complesso di rapporti di interdipendenza e connessione, che, nella sua unicità, è rappresentativo di diversi tipi di sistemi isolati sul territorio italiano. Nella sua storia quest'isola nell'isola ha registrato un continuo flusso di occupazioni e abbandoni, dall'esercito napoleonico al prolifico soggiorno della NATO, dalla fallimentare vicenda del G8 al carico antropico stagionale del turismo di massa. A distanza di tre anni dal laboratorio di ricerca territoriale a La Maddalena, che ha radunato alcuni protagonisti della scena internazionale dell'architettura e del campo dell'arte, della fotografia, della sociologia, dell'archeologia e della biologia, Eterotopia si immerge nella profondità di questi mari pieni di terre per riaffiorare con una visione unitaria, alla base di una pratica progettuale a scala territoriale. -
The future is a journey to the past. Ten stories about architecture
«Where does our ability to survive come from? Plants and animals have the same instinct. Nature has created a system, actually, an ecosystem with marvelous shapes and colors and incredible biodiversity. We have, in part, lost all of this, generating an irreversible change in our planet. The question is whether we can continue to live this way, or whether we should just take what’s good and throw the rest away, so that we can enter a new era.” Coming-of-age journeys leave an indelible mark on one’s personality. Not only do they literally shape it, but they remain the subject of constant thought, even after many years have gone by. According to Joseph Conrad, who spent his entire life sublimating his youthful sea voyages in his novels, “when we begin to meditate on the meaning of our own past it seems to fill all the world in its profundity and its magnitude.” In this spirit, after decades spent sensitizing his own field of work to themes concerning people’s respect for nature, Mario Cucinella has collected his memories of ten journeys to cities and other places. Each one of them provided him with food for thought that was neither exotic nor “stylistic,” but rather pragmatically environmental, and helped him to reflect on the rational exploitation of available energy resources – a common practice in the vernacular traditions of every culture, from Iran to China, and from Maghreb to Ireland. These ten stories about architecture project us forward. They are a taking of the helm of a cultural line that begins with Le Corbusier – who discovered modernity in the white cities of the Mediterranean – and crosses the twentieth century, from Giuseppe Pagano to Bernard Rudofsky to Giancarlo De Carlo to Reyner Banham, their legacy summed up in the invitation to learn from spontaneous architecture. Thus Cucinella looks at prehistorical houses excavated in the desert, ancient Syrian hospitals, underground Indian palaces, the archaic cities of wind in Cappadocia and Pakistan: “Not nostalgic tales, but the discovery of a past in which to seek lots of information that can help us in our journey to the future.» -
Parole cattive. La libertà di espressione tra linguaggio, diritto e filosofia
Questo libro parla del lato oscuro – offensivo, violento, ingannevole – delle parole. Lo fa mettendo in dialogo studiosi di competenza diversa, tutti mossi dalla profonda consapevolezza dei dirompenti effetti delle parole sulla vita delle persone. Si tratta, dunque, di un dialogo sul potere delle parole; o meglio, di un insieme di quattro dialoghi tematici su differenti questioni che sorgono quando si ragioni su quel potere. Il paradosso del cospirazionista come parresiasta, che afferma cose contrarie all’evidenza, pretendendo di svelare così verità nascoste. Il rapporto fra verità e libertà di parola: qual è il modo più ragionevole di tenere insieme libertà di parola, verità scientifica e democrazia? L’uso della parola per suscitare il riso, dunque per sdrammatizzare, ma anche per deridere: è lecito ridere di qualsiasi cosa? Non è, la parola usata per suscitare il riso, la massima forma di violenza, quando, offendendolo, priva l’altro persino dell’austera dignità del tragico? La parola d’odio: come porsi rispetto a questa forma di violenza, così estrema e pervasiva, eppure così evanescente (verba volant)? Reprimere? Tollerare? O provare a risignificarla cosicché essa perda la sua scorza offensiva? -
Costituzione e istituzione
Tra le pochissime opere non disponibili in italiano, ai due saggi per la prima volta tradotti in questo volume - Diritti di libertà e garanzie istituzionali della Costituzione del Reich (1931) e Diritti fondamentali e doveri fondamentali (1932) - Carl Schmitt riserva un posto di primissimo piano: uno snodo cruciale nell'elaborazione di una più solida e convincente teoria della Costituzione e della sua funzione di fondamento della vita sociale. È in questi due scritti, infatti, che Schmitt elabora una nozione troppo a lungo trascurata nella letteratura critica, quella di garanzia istituzionale. Facendo leva su tale concetto giuridico, nei primi anni Trenta Schmitt rigettò la famigerata teoria secondo cui la politica è innanzitutto decisione sullo stato di eccezione. Le garanzie istituzionali sono norme di rango costituzionale, impermeabili all'intervento politico, poste a protezione della vita interna di quelle istituzioni maggioritarie che innervano e supportano la vita della comunità politica, preservandone al meglio tradizione storica e stabilità sociale. Di qui la tesi secondo cui la Costituzione altro non è - né deve essere - che l'insieme delle articolazioni e degli assetti istituzionali distintivi di una determinata forma di vita. Sulla base di questa prospettiva, tutta incline alla conservazione, Schmitt sviluppa da par suo l'argomento, ancor oggi dibattutissimo, secondo cui il potere pubblico deve essere anzitutto funzionale alla protezione delle norme, dei principi e dei valori prodotti e praticati in quelle comunità interne allo Stato che a questo conferiscono identità e ordine. Presentazione di Matteo Bozzon. -
Una storia comune
Una storia comune è il primo romanzo che Gončarov scrive, nel 1847, dove già si delineano i temi dell’indolenza rinunciataria e della fatalità che torneranno nel suo più famoso Oblomov. È la storia del giovane aristocratico Aleksandr Aduev che dalle sue terre (ricordate poi come idilliaco paradiso rurale) si trasferisce a San Pietroburgo, dove sogna l’amore pieno e romantico, che viene amaramente smentito, anche nel confronto con il pragmatismo disilluso dello zio Pjotr che lo ospita.rnIl racconto, tutto impalpabilmente comico, si capovolge a sorpresa nella parte finale. Di questo romanzo il grande Lev Tolstoj dice: «Una delizia, leggetelo tutti... con esso si impara a vivere». -
In attesa del Regno. Il cristianesimo alla svolta dei tempi
L'autore raccoglie in questo volume brevi studi e riflessioni intorno a ciò che ne è del cristianesimo alla svolta del millennio, nel convincimento che esso esca in frantumi dal lungo e duro confronto con la modernità, impossibilitato a proporsi ancora nelle forme istituzionalizzate che ne hanno lungamente garantito ruolo storico e potere. Di fatto già da tempo si vive «dopo Cristo», in senso opposto a quello che aveva segnato la «svolta dei tempi» annunciata da Paolo. La vita sociale che si è affermata ovunque prescinde oramai dal modo di essere cristiano, e al cristianesimo tocca perciò misurarsi con una nuova imprevista svolta, che gli impone di sperimentare altre vie e plurali per attestare credibilmente la fede evangelica. Di questa contraddittoria situazione, misurata sul tempo che dal dopo Concilio giunge ai giorni nostri, Gaeta coglie alcuni tratti salienti, puntando l'attenzione ora su figure che nel Novecento hanno avvertito per tempo la crisi, ora sulla politica ecclesiastica degli ultimi Pontefici, ora sul venir meno dell'istanza religiosa nella società e, in conclusione, su qualche attestazione di una spiritualità cristiana laicamente vissuta. -
Nikolaj Gogol'. Nei ricordi di chi l'ha conosciuto
Uno dei più grandi scrittori russi dell'Ottocento, Nikolaj Gogol', raccontato nella vita privata, sempre curiosa, inaspettata e a tal punto originale che è rimasta sempre difficile da spiegare con i comuni parametri. La raccontano a brani le persone più diverse, medici, contesse, attori, letterati o semplici ammiratori entrati in contatto con lui. Molto spesso in viaggio all'estero, non di rado spiantato, Gogol' ha vissuto per lunghi periodi anche a Roma, dove ha scritto Le anime morte, capolavoro tra i capolavori, e che non ha saputo più continuare, con momenti di disperazione e vero delirio, anche religioso, tormentato alla fine pure dal diavolo. Una biografia di prima mano, come fossero foto a sorpresa, quando uno non sa di essere visto; molte testimonianze sono inedite in italiano; il tutto curato da Giovanni Maccari che ha scelto, tradotto e spiegato chi sono gli autori che narrano, in un'introduzione generale al libro e ai singoli brani. -
Il culto dell'autore. Le arti al tempo della civiltà estetica
Dal culto dell'autore in un'epoca di «creatività democratica» al kitsch e alla parodia come linguaggi obbligati delle arti, dalle «due modernità» divise tra metafore e formule sino alle dispute intorno al valore civile dell'immagine: cinque saggi sulla funzione egemonica dell'estetico nel mondo moderno. Il culto dell'autore e l'autorialità come compensazione della perduta autorità delle culture artistiche, il ruolo del complessivo sistema delle arti in un mondo di «creatività democratica» ed estetizzazione diffusa, la figura del bricoleur come inatteso depositario del pensiero artistico nell'epoca delle «due culture» divise tra metafore e formule, le dispute intorno all'immagine e alle finzioni della «credulità estetica», sino alla parodia come linguaggio obbligato delle arti in una modernità continuamente attratta dal «principio illusione» del kitsch: questi snodi, concetti e problemi vengono connessi nel libro quali segni della funzione sempre più dominante acquisita dall'estetico nel mondo contemporaneo. Evitando le scorciatoie e rigidità manichee che gravano sulle lamentazioni contro il potere dell'immagine, i saggi qui riuniti si configurano come una «rapsodia» critica, tematica e allo stesso tempo narrativa, volta a ritrarre quella che viene definita la moderna civiltà estetica.