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Polizia e migranti in città. Negoziare il confine nei contesti locali
Il volume tratta il tema della discrezionalità del potere di polizia attraverso una ricerca sulle pratiche di controllo dei confini interni in uno spazio urbano. Dovendosi confrontare con la presenza di persone migranti irregolarizzate in un contesto di indeportabilità, la polizia è stretta nel paradosso di dover applicare una legge impossibile da far rispettare. Allora, il confine che attraversa lo spazio urbano è anche il risultato di una negoziazione – entro rapporti di potere asimmetrici – tra la pretesa di invisibilità della polizia e la richiesta di visibilità delle persone migranti. Al centro dell'analisi c'è l'interazione tra controllori e controllati per stabilire i termini di una irregolarità accettabile. Partendo dal ruolo della nascente polizia nel controllare oziosi e vagabondi, l'autrice ripercorre il dibattito dei classici della sociologia sulla polizia per poi approdare al ruolo cui questa assolve nel controllo odierno dell'immigrazione: in continuità con il tradizionale controllo della mobilità e della povertà, ma non senza innovazioni nel segno della razzializzazione della nazionalità, la polizia finisce per produrre e riprodurre l'ordine in società interessate da processi di globalizzazione e in continua trasformazione. Il risultato è una descrizione dettagliata di un meccanismo di inclusione silenziosa e subordinata di soggetti la cui presenza ostinata è contemporaneamente visibile e negata. -
Raccontare il covid-19. Narrazioni di malattia tra paure individuali, percezione sociale e politiche sanitarie
Il libro nasce dall'esigenza di ascoltare chi ha vissuto in prima persona e in forma grave il contagio da covid-19 e il ricovero. Nella ricerca sul campo, nucleo di questo lavoro, si è privilegiato un metodo qualitativo, basato sulle voci dei pazienti e sulle testimonianze degli intervistati, in grado di rendere maggiormente comprensibile e condivisibile il fenomeno. Il volume offre alcuni spunti per lo studio della pandemia da un punto di vista sociologico e per indirizzare le politiche sanitarie e sociali. Le questioni fondamentali che devono essere affrontate vanno da un differente approccio alla salute pubblica per definire le cause dell'isolamento sociale fino alla garanzia di modelli adeguati di perequazione per ridurre le disparità, in primis quella relativa all'alfabetizzazione sanitaria e digitale. Sebbene gli interventi attuali mostrino sovente scarse prove di efficacia, molti fattori associati alla solitudine e all'isolamento sono mutevoli e dovrebbero essere al centro delle politiche di uguaglianza e giustizia sociale, che possono influenzare la solidarietà della comunità e la resilienza individuale. -
Esperienze d'impresa 1/2021 (2021). Vol. 1
Fondata nel 1993, la rivista Esperienze d’Impresa nasce con l’obiettivo esplicito di “fornire un contributo allo sviluppo delle discipline manageriali e alla formazione imprenditoriale anche attraverso l’analisi di esperienze aziendali”. Nel corso degli anni, la Rivista ha accolto i risultati delle ricerche di numerosi studiosi italiani e stranieri nonché contributi di rilievo sul management delle imprese. In linea con la mission della rivista, la selezione dei lavori da pubblicare è fondato su un processo di double blind review, valorizzando, in linea con la tradizione degli studi aziendalistici italiani, la rilevanza dello studio, l’innovatività dei risultati e un corretto approccio metodologico. La rivista ha periodicità semestrale con due uscite all’anno, a cui si aggiungono eventuali numeri speciali che ospitano contributi monografici su temi di rilevante attualità. Le aree tematiche della rivista sono: strategia, marketing, distribuzione e retailing, customer satisfaction e loyalty, ricerche di mercato, finanza, general management. -
Nell'ombra della magnolia. La poesia di Montale
Il volume è un attraversamento critico, essenziale ma completo, della poesia di Montale mediante una serie di affondi interpretativi su singoli testi particolarmente rilevanti. Scelto un componimento campione per ogni raccolta (con l'eccezione di La bufera e altro, in cui la selezione si estende in ragione della natura composita del libro), l'indagine si adopera a ricostruirne infatti il contesto storico-culturale e il significato profondo con ogni sua implicazione di rilievo. La successione dei capitoli fa emergere dunque, come in filigrana, il percorso di poetica compiuto dall'autore a partire dagli Ossi di seppia fino alle ultime raccolte pubblicate. Parimenti affiorano, pagina dopo pagina, le ascendenze della poesia montaliana, da Dante e Pascoli ai letterati del caffè Le Giubbe Rosse, e i rapporti personali di cui si sostenta, come quelli con Bobi Bazlen e con Irma Brandeis. -
Le statue bugiarde. Immaginari razziali e coloniali nell'America contemporanea
Estate del 2020, durante le proteste di Black Lives Matter: due giovanissime ballerine afroamericane danzano a Richmond, Virginia, sulla base del grande monumento del generale confederato Robert E. Lee, completamente ricoperta da graffiti di diversi colori; in un parco del Connecticut ignoti, di notte, decapitano una statua di Colombo e un'altra, nel Minnesota, viene abbattuta, in pieno giorno, da attivisti nativi americani con una cerimonia rituale; un importante museo newyorkese decide di rimuovere la statua equestre del presidente Theodore Roosevelt che troneggia da più di ottant'anni davanti all'entrata su Central Park. Che cosa ci dicono questi gesti iconoclasti della società americana odierna? Il volume ricostruisce la storia di alcuni monumenti pubblici altamente controversi nel contesto statunitense, svelando le narrazioni che li sostengono, mai neutrali e decisamente conflittuali. Chi ha voluto quelle statue? Quali storie bugiarde raccontano? Quali sono i gruppi sociali cancellati dalla rappresentazione monumentale? Si può creare una memoria pubblica più inclusiva? -
Teorie della conoscenza e filosofia nella prima età moderna. Cusano, Fracastoro, Bruno
Le teorie della conoscenza di Niccolò Cusano, Girolamo Fracastoro e Giordano Bruno, sviluppate tra il XV e il XVI secolo, pur nella diversità delle loro prospettive filosofiche, dei momenti e contesti in cui si sviluppano, lasciano intravedere tratti comuni e punti di convergenza intorno allo statuto e al fine della conoscenza umana. Il volume analizza il pensiero dei tre filosofi, mostrando come in essi siano presenti aspetti di un'originale lettura dei rapporti tra il piano gnoseologico, l'esperienza sensibile e la dimensione corporea; si tratta di temi e problemi che anticipano idee e teorie che saranno centrali per la filosofia moderna. -
«Pronto per la Rivoluzione!». I comunisti italiani e francesi e la decolonizzazione in Africa centro-occidentale (1958-1968)
A partire dal 1958, alcuni Stati sorti dalla decolonizzazione in Africa centro-occidentale intrapresero politiche di stampo socialista, attirando l'attenzione dell'URSS e dei suoi alleati. I due partiti comunisti più importanti dell'Occidente, PCI e PCF, si ritagliarono un ruolo chiave nell'avvio di relazioni tra il campo socialista e Stati come Guinea, Mali o Congo-Brazzaville, favorendo modelli di modernizzazione non capitalista e offrendo solidarietà attiva ai movimenti anticoloniali. Grazie a una ricerca su fonti francesi e italiane, il volume ripercorre come, tra dialogo e incomprensioni, i comunisti di entrambi i paesi si inserirono nel dibattito sui nessi tra socialismo reale e socialismi africani, costruendo rapporti politici al di là delle relazioni statali stabilite dal campo socialista. Misurandosi con l'emersione del Terzo mondo, PCI e PCF analizzarono le nuove esperienze africane attraverso lenti ideologiche e culturali differenti, che stimolarono cooperazione ma anche rivalità. -
Rossana Rossanda e il PCI. Dalla battaglia culturale alla sconfitta politica (1956-1966)
Negli anni Sessanta la politica culturale comunista entra in fibrillazione. Urbanizzazione selvaggia, migrazioni interne, nuovi consumi culturali, scolarizzazione di massa: il boom economico trasforma in profondità la società cambiando il volto del paese. Il modello culturale togliattiano, in grado fino a quel momento di collegare le istanze intellettuali agli umori delle classi lavoratrici, mostra i primi segni di crisi. È ancora possibile una politica culturale comunista? La direzione di Rossana Rossanda alla Sezione culturale del PCI proverà a stimolare un difficile aggiornamento nel partito, tentando di metterlo in connessione con nuove domande sociali e inaudite sfide politiche. L'incubazione del “lungo Sessantotto italiano” si situa proprio negli anni della direzione politico-culturale di Rossanda, tra il 1962 e il 1966. La sconfitta a cui andrà incontro (e con lei l'intera area ingraiana), certificata all'XI Congresso comunista del 1966, segnerà un passaggio evolutivo del Partito comunista italiano, dalle conseguenze dirompenti per tutta la sua storia futura. -
John Rawls e le virtù. Una prospettiva liberale sullo sviluppo morale
Il volume esamina il ruolo delle virtù nel pensiero di uno dei principali filosofi liberali, John Rawls, un tema ancora non sufficientemente indagato a più di cinquant'anni dalla pubblicazione del suo A Theory of Justice. Rawls fa affidamento, in particolare, su due tipologie di virtù: cooperative e individuali. Le prime sono quelle forme di eccellenza la cui presenza nel corpo sociale è imprescindibile affinché una democrazia possa funzionare correttamente e conservarsi stabile nel tempo; sulle seconde invece si fonda il processo di avvicinamento del singolo al proprio ideale di vita buona. L'analisi del ruolo di queste due categorie di condotta nella riflessione del filosofo statunitense, delle loro interconnessioni e dei loro effetti sulla collettività costituisce l'obiettivo del libro, il quale invita il lettore a osservare la teoria della giustizia di Rawls anche come una teoria delle virtù cooperative e individuali: relazionali, ordinarie e, allo stesso tempo, imprescindibili. -
Adelphi. Le origini di una casa editrice (1938-1994)
Irrazionale, fantastico, copertine color pastello e grafica ricercata: lo “stile Adelphi” è diventato un brand in cui si sono riconosciute generazioni di lettori. Eppure, complice forse una rivendicata inclinazione all'inattualità e all'apoliticità, Adelphi non è mai stata fatta oggetto di uno studio storiografico ad hoc. Fondata nel 1962, portò in Italia un nuovo gusto per l'oggetto-libro e filoni culturali di spessore internazionale che il pubblico della Penisola per lo più ignorava. Sulla base di una ricca documentazione in gran parte inedita, il volume ne ricostruisce la storia delle origini, individuandone le premesse di lungo periodo sin dal ventennio fascista. Bobi Bazlen, Luciano Foà, Roberto Calasso, Alberto Zevi, Ernst Bernhard, Sergio Solmi, Claudio Rugafiori, Giorgio Colli, Erich Linder, Fleur Jaeggy, Elena Croce e Ingeborg Bachmann sono solo alcune delle figure che si incrociano per rintracciare progetti, autori, mediatori e testi con cui la casa editrice si è progressivamente guadagnata una larga base di lettori fedeli, andando dai bilanci in rosso dei primi vent'anni alla crescita e all'affermazione del marchio negli anni Ottanta e Novanta. -
«Non ho mai potuto tacere». Stefan Heym fra politica e letteratura (1913-2001)
Il volume ripercorre la vita e le opere di Stefan Heym, alias Helmut Flieg, scrittore di origine ebraica nato nel 1913 in Sassonia e poco noto in Italia. Intellettuale socialista libero da ogni appartenenza di partito, egli attraversa la storia del Novecento da testimone e da protagonista. Cresciuto nella Repubblica di Weimar, antinazista della prima ora riparato negli Stati Uniti, Heym ritorna in Europa con la divisa americana. Il suo compito è quello di redigere volantini da lanciare oltre le linee nemiche. I suoi primi testi – articoli, saggi, romanzi – denunciano l'orrore del nazifascismo e narrano le perverse dinamiche della guerra. Rientrato negli USA e finito nel mirino del maccartismo, l'autore giunge nel 1952 a Berlino Est, nella Repubblica democratica tedesca, dove trascorre il resto della vita. Con caparbietà e onestà di pensiero si scontra ripetutamente con la dirigenza di quel “socialismo reale” sempre più lontano dal progetto originario di uno Stato fondato sull'uguaglianza e sulla giustizia sociale. Censurato dagli organi preposti al controllo della cultura e sorvegliato dalla Stasi, Heym non indietreggia. Acuto osservatore delle dinamiche politico-sociali, convinto sostenitore del ruolo critico dell'intellettuale, lo scrittore affronta con sagacia rovelli tuttora attuali: le dinamiche del potere, la fragilità della democrazia, il rapporto fra letteratura e politica. -
Una straordinaria antipatica. Oriana Fallaci giornalista e scrittrice
Oriana Fallaci ha scritto sulle vicende che hanno segnato il secondo Novecento e ce ne ha fatto conoscere i protagonisti; ha colto lo spirito del tempo e lo ha consegnato a una narrazione importante, attraverso un originale linguaggio giornalistico e letterario. Nelle opere la sua biografia si alterna al personaggio-celebrità che lei stessa ha contribuito a creare, fino a fondersi con esso. Amata dai lettori e riconosciuta a livello internazionale, a fronte del successo è stata relegata nell'ambito dell'eccentricità. Fallaci è sempre stata scomoda, per la televisione, i giornali, i partiti, la critica, l'opinione pubblica: è stata un'autrice “antipatica” – si potrebbe dire, parafrasando il titolo di un suo famoso libro. Oggi è possibile raccontare Fallaci riconoscendo indipendenza ai suoi testi, superando lo stereotipo della scrittrice straordinaria tenuta fuori dal canone e quello della personalità eroica, ma anche lo strumentale utilizzo ideologico della sua figura. Grazie a una lettura libera dal pregiudizio, la sua scrittura e il suo stile acquisiscono nuova luce. L'elaborazione della propria soggettività autoriale, maturata nel confronto con grandi scrittori, lo sviluppo della sua individualità di intellettuale militante, la trasformazione del suo personaggio in un mito e la mediatizzazione di quest'ultimo attraverso tanti generi espressivi sono le tre prospettive offerte in questo volume per avviare una riscoperta dell'opera di Fallaci. -
«Cesare taccio». Saggi di critica letteraria
Che cos’è oggi la critica letteraria? Solo accertamento storico-filologico, ricostruzione delle fonti e navigazione intertestuale? Solo spunto per analisi linguistiche o filosofiche? E a quali lettori reali si rivolge chi prova a praticarla anche al di là di questi limiti? Ha senso questo tentativo? È possibile non accettare il disciplinamento che ha ristretto le forme e i generi della critica allo spazio dell’accademia e alle griglie concorsuali e di valutazione? I saggi raccolti nel volume praticano una forma di critica letteraria che risponda a queste domande, spaziando da Dante ai moderni (Čechov, Saba, Montale, Fortini, Cunningham, McCarthy, la letteratura catalana, Auerbach, il canone della lirica). In modi diversi, tentano dunque di superare il confine che separa la letteratura dalla vita reale, anche in cerca di destinatari interessati a forme di critica non specialistica. Ulisse, il piccolo Berto e il bambino di The Road non dovrebbero forse condurci verso la vita interiore e aiutarci a capire il mondo grande e terribile? Ma ne sappiamo davvero ancora parlare, del mondo grande e terribile? Lo sappiamo fare al cospetto dei testi letterari? Il titolo del libro allude a questa rinuncia, ma lascia anche affiorare la fiducia, nonostante tutto, nella capacità di coinvolgerci nelle figure della realtà che la letteratura mette in scena; anche passando per una preterizione. -
Illusioni di potenza. La diplomazia sabauda e la Francia nel cuore del Seicento (1630-1648)
Nel corso del Seicento le relazioni tra il ducato di Savoia e il regno di Francia furono particolarmente difficili. Lo Stato sabaudo, infatti, a causa della strategica posizione geografica, si trovò, suo malgrado, a essere conteso tra le monarchie francese e spagnola. Il volume prende in esame gli anni fra il 1630 e il 1648, che furono cruciali per il ducato sabaudo, governato, dopo il breve regno di Vittorio Amedeo I, dalla reggente Cristina di Francia. La duchessa riuscì a tenere testa alla politica aggressiva del cardinale Richelieu, a proteggere lo Stato piemontese e a consegnarlo quasi integro al figlio Carlo Emanuele II. Per muoversi in questo contesto internazionale così complesso e per misurarsi con avversari tanto pericolosi, Cristina si avvalse di un servizio diplomatico di prim’ordine, che non aveva nulla da invidiare a quello veneziano o romano. Gli ambasciatori piemontesi erano presenti in tutte le sedi europee, pronti a difendere gli interessi ducali e spesso si trattava di diplomatici molto abili, come Claude Chabod, marchese di San Maurizio, inviato in missione in Francia e ai trattati di pace in Vestfalia, o Ludovico San Martino, marchese d’Aglié, che si mise in mostra nel corso della sua lunga ambasciata a Roma. Il libro offre un sintetico profilo della diplomazia sabauda del Seicento e la inserisce nel quadro più ampio degli studi europei sulla diplomazia in età moderna. -
Il tuffatore di Paestum. Cultura del corpo, eros e mare nella Grecia antica
Il tuffatore di Paestum è una delle opere d'arte più belle ed enigmatiche dell'antichità. È un soggetto inconsueto, la cui unicità rappresenta una sfida per gli studiosi di arte e archeologia classica. Si tratta di un'immagine simbolica o di una scena di vita reale? E qual è il suo significato nel contesto di una tomba? La lettura che ne dà Hölscher – illustre studioso fra i massimi esperti al mondo di archeologia classica – è un viaggio avvincente negli spazi e nei tempi che caratterizzavano la vita dei giovani nella Grecia antica, nella delicata fase di passaggio alla condizione adulta. -
Nella mente di un'ape
Le capacità comunicative delle api, intese come collettività, sono note ai più; pochi invece sanno quanto siano intelligenti come individui. In un racconto appassionante, Lars Chittka ci illustra le incredibili risorse cognitive e la sofisticata mente di queste piccole creature, che riconoscono i fiori e i volti umani, mostrano emozioni di base, sono in grado di contare e utilizzare strumenti semplici, risolvono problemi e imparano dall'osservazione degli altri. Esplorando la complessità di un insetto le cui esperienze sensoriali possono essere paragonate a quelle degli esseri umani, Nella mente di un'ape ce ne rivela il mondo, straordinario e davvero sorprendente. -
Cartesio non l'ha mai detto
Cartesio è uno dei più noti filosofi del mondo occidentale, ma, paradossalmente, non è abbastanza conosciuto: tutti credono di sapere ciò che ha detto e molti si dispensano dal leggerlo. Perciò al filosofo della chiarezza e della distinzione è toccato in sorte di essere oggetto di semplificazioni, fraintendimenti, schematismi e riduzioni sommarie che – malgrado gli studi seri e rigorosi che certamente ci sono stati e continuano a esserci – nascono spesso dalla confusione tra ciò che egli ha detto e ciò che altri hanno detto su di lui, compresi i suoi seguaci, i suoi successori, i suoi amici. Kambouchner svolge quindi un lavoro prezioso di costante riferimento ai testi del filosofo al fine di confrontarsi in maniera minuziosa con alcune critiche o alcuni stereotipi che hanno generato una vera e propria vulgata cartesiana, dove pullulano i “veri” Cartesio, disegnati ora da sostenitori dogmatici ora da detrattori superficiali. In ventuno capitoli chiari e pungenti, che affrontano diversi temi della sua filosofia, il volume offre un quadro dei pregiudizi duri a morire, elencati con vivacità e confutati con metodo. -
Inventario medievale. Percorsi, storie e protagonisti dell'età di mezzo
Il Medioevo è un tempo ancora poco definito e uno spazio dai confini labili, una dimensione storica scarsamente conosciuta che continua a essere lo specchio deformante del nostro presente: “cose da Medioevo” si dice, come se non appartenessero ai giorni nostri. Per orientarsi in un Medioevo spesso invisibile a occhio nudo, ma che sottende tutta la nostra storia, bisogna quindi immergersi nel passato con un inventario d'autore e seguirne i percorsi, fatti di storie, personaggi, luoghi e intersezioni, cercando di dipanare una fitta trama di false credenze. Il risultato è il viaggio inusuale e sorprendente che ci propone questo libro. -
L'altrove della tragedia greca. Scene, parole e immagini
Antigone, Medea, Agamennone, Oreste, Edipo… lunga è la schiera degli eroi e delle eroine che sfilano e si muovono sulla scena del teatro di Atene. Qui e ora, nel tempo dello spettacolo, i personaggi del mito vivono le loro storie, come se fosse sempre la prima volta: agiscono, parlano e soffrono, andando incontro al loro destino. Seduto in silenzio nella cavea, il pubblico vede e ascolta. Ma che tipo di esperienza suscita la tragedia? Quali nodi della condizione umana, della conoscenza e della politica sono toccati dall’agire tragico? A quali visioni e a quali emozioni Dioniso, signore della maschera e della follia, conduce gli spettatori insieme ai personaggi stessi? Forse in un altrove dove le identità si lacerano, i discorsi si spezzano, la mente manca la presa della realtà, l’esistenza si disgiunge dall’essenza. Perché è solo perdendosi nella ferita spaesante di un altrove che la parola e lo sguardo possono rigenerarsi, trovando una diversa consapevolezza del vivere. Quell’altrove che noi stessi, ancora, intimamente siamo, anche quando non lo sappiamo e non vogliamo intenderlo. -
L'uomo in azione. Letteratura e mimesis da Aristotele a Zola
Secondo Aristotele, la cosa più importante nella poesia è l’azione. La mimesis della realtà è possibile solo perché la narrazione, che sia epica o drammatica, dà un ordine logico al divenire, stabilendo rapporti causali tra i fatti. Il racconto produce così verosimiglianza e universalità. Questa dottrina è strettamente legata al tentativo aristotelico di reintrodurre il tempo nell’essere, di riconciliare il divenire e la conoscenza. Ma, come mostra il volume, la lunga tradizione poetica occidentale ha fatto un uso spesso diverso del concetto di mimesis o imitazione. All’antica preoccupazione metafisica e conoscitiva, la retorica antica, il Rinascimento italiano e il classicismo francese hanno anteposto la necessità della persuasione e il rapporto con l’opinione pubblica. Questa dualità della mimesis è ancora visibile nell’Ottocento naturalista, che rilancia la sfida della conoscenza, e nel Novecento formalista, che ritrova le esigenze della retorica.