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Tantra. La comprensione suprema
Il messaggio di Osho è sperimentare, non essere né spettatori né turisti, ma attori, in quello splendido gioco che è la vita. Attraverso l’energia della meditazione e il clima dell’amore, l’umanità può oggi affrontare la grande sfida del risveglio spirituale. L’insegnamento tantra di Osho, legato alla tradizione orale, si esprime nella lucidità e nella semplicità che sono proprie della verità assoluta. Oltre un milione di discepoli in tutto il mondo ha fatto proprio questo messaggio e deciso di iniziare a migliorare attraverso la meditazione, per dar vita a un nuovo tipo d’uomo che fonda la sua esistenza sulla gioia, l’amore e la risata. -
Una vita all'estremo. L'impresa dell'esploratore Vittorio Bottego
Il ritratto di un uomo disposto a tutto pur di realizzare la propria vita.«Una vita all'estremo racconta come si possa consumare rapidamente la propria vita all'insegna del tutto e subito» - Paolo Mauri, RobinsonrnSe l'esistenza è una luce più o meno lunga nell'eterno buio del tempo, la mia è stata quella di una lampada da tavolo di buona qualità capace di resistere accesa su una scrivania per un non disprezzabile numero di anni.Il narratore di questa storia, ormai stanco e in età avanzata, riavvolge il filo di due vite opposte e parallele che dal 1892 al 1897 sono corse vicine: la sua, da semplice impiegato e segretario alla Società Geografica, e quella di Vittorio Bottego, esploratore in preda alla brama di vivere, sempre pronto alla sfida, adorante ammiratore di Stanley e della sua avventura africana tanto da farsene emulo arruolandosi come volontario al seguito delle truppe italiane in Abissinia dopo il massacro di Dogali. Da studioso di carte e diari ma anche da testimone, il narratore rievoca gli ultimi cinque anni di vita del capitano Bottego: intemerato e vincente esploratore del Giuba, ben deciso a portare a termine una seconda missione ancor più azzardata per svelare il mistero del corso del fiume Omo. Impresa il cui destino si intreccerà con quello della disfatta italiana ad Adua, fino alla tragica morte di Bottego in un'imboscata. -
Ritorno in Lettonia
Prosegue la riscoperta di una delle grandi scrittrici del novecento italiano: Marina Jarre. Con Ritorno in Lettonia Jarre continua, riscrive e chiude un racconto dalla forma autobiografica iniziato ne I padri lontani. Insieme al figlio, Jarre ci guida in un doloroso viaggio laddove tutto ha preso avvio, in quella terra dove è nata ma difficile da chiamare patria. La voce narrante si muove sulle tracce di una figura paterna ripudiata che continua a farsi sentire: quella di un sommerso della storia in quanto ebreo vissuto in un momento in cui quell’identità era una condanna. Marta Barone lo presenta come “un libro potentissimo, che esplora le profondità vertiginose del senso di colpa e della rimozione con l’intransigenza e il disgusto per l’enfasi che sono una costante nella prosa di Jarre”. Una preziosa occasione per rileggere Marina Jarre, per apprezzarne le parole secche e i pensieri penetranti anche nel dolore. -
Guerra e guerra. Ediz. integrale
«Se mancasse un'unica frase alla fine, nel mio caso quella frase non potrebbe essere che: non ha avuto senso, cara signorina, niente ha avuto alcun senso. Però mancano ancora molte frasi alla fine, ed ecco che arriva la neve.»«Amo i romanzi di Krasznahorkai. Quelle frasi lunghe e sinuose m'incantano, e anche se il loro mondo appare cupo, noi lettori sperimentiamo quella trascendenza che Nietzsche ha definito consolazione metafisica» – Imre Kertész«Una raffinata indagine della coscienza, della percezione e della memoria» – Harvard Book Review«La prosa di Krasznahorkai possiede un'energia e una bellezza da togliere il fiato» – Colm TóibínLa vita del solitario archivista György Korin viene sconvolta dalla scoperta di un antico manoscritto dall'inestimabile valore in un paesino ungherese: il testo narra l'epopea di quattro personaggi in diverse epoche storiche accomunate da uno stato di guerra permanente. Reso folle dalla sua ossessione, Korin decide di portare il misterioso volume con sé a New York, ""il centro del mondo"""", per trascriverlo, consegnarlo alla Rete e renderlo immortale. Guerra e guerra è la storia di questa missione, punteggiata dai molti incontri del protagonista lungo il suo cammino, in un mondo diviso tra brutalità e bellezza. Un romanzo che non è solo un romanzo, ma che già durante la stesura ha sconfinato nella realtà – in forma di messaggi dell'autore ai suoi lettori – e che la invade quando, nel 1999, viene inaugurata una targa commemorativa, come Korin stesso desiderava, affissa sulla parete di un museo in Svizzera, accanto a una scultura di Mario Merz. Per l'edizione italiana, la prima integrale, l'autore ha raccolto tutti questi elementi perché i lettori possano ripercorrere l'intera esistenza del progetto Guerra e guerra in una sorta di caccia al tesoro."" -
La cura dello sguardo. Nuova farmacia poetica
Le pagine di questo nuovo libro di Arminio sono fitte come gli scaffali di un antico speziale, allineano racconti visionari accanto a vere e proprie orazioni civili, che pongono domande e chiedono risposte con vibrante ostinazione.In un tempo in cui si parla di distanziamento dagli altri, bisogna procurarsi un distanziamento da se stessi, incarnarsi veramente nell'aria del mondo, essere soci della luce, mettersi al servizio delle cose. La nostra vocazione non è la cattura. Siamo animali di premura.Percorrendo l'Italia palmo a palmo, nella sua paziente auscultazione del mondo, già da tempo Franco Arminio registrava una epidemia in corso: quella dell'«autismo corale», che ci vede rinchiusi dietro i nostri piccoli schermi, impegnati in una comunicazione che ha perso ardore e vitalità. In queste pagine il poeta torna a offrirci le sue parole come fiaccole per illuminare il presente, offrendo il suo stesso corpo come testimonianza, come repertorio di tentativi e rimedi: «Ho vanamente cercato la guarigione scrivendo. La ferita è ancora qui. Con il tempo mi sono cresciuti dentro consigli che posso dare, piccoli precetti fatti in casa.» Le pagine di questo nuovo libro di Arminio sono fitte come gli scaffali di un antico speziale, allineano racconti visionari accanto a vere e proprie orazioni civili, che pongono domande e chiedono risposte con vibrante ostinazione. La cura invocata passa sempre attraverso una lingua che si fa strumento di conoscenza, alla ricerca di una comunicazione, di un senso condiviso, di quella intima vicinanza della quale abbiamo tutti più che mai bisogno. E se non ci sono certezze, se tutti siamo un po' più fragili, a curarci sopraggiunge la fiducia nella capacità delle parole di unire i nostri sguardi «per fare comunità, per dare coraggio al bene». -
Il terzo tempo
«Insegno malinconia positiva. Soffire da vecchi è la regola. Soltanto i vecchi speciali ce la fanno. E i vecchi speciali sono quelli che stanno bene.»«È davvero contagiosa l'energia della protagonista, un'avventura primaverile nell'autunno della vita» – Corriere della SeraCostanza non è vecchia però presto lo sarà. Convinta che il terzo tempo sia da vivere pienamente, senza mai smettere di cercare la felicità, ne scrive con spirito battagliero in una rubrica. «Insegno malinconia positiva. Soffrire da vecchi è la regola. Soltanto i vecchi speciali ce la fanno. E i vecchi speciali sono quelli che stanno bene.» Quando eredita dal padre un austero ex convento a Civita di Bagnoregio si lascia prendere da un progetto vagamente sconsiderato: radunare in quella casa bella e nuda, incastonata in un luogo simbolico che si sfalda lentamente, i compagni con cui giovanissima ha condiviso a Milano la vita e l'impegno politico, per ricreare una comune, una famiglia larga in cui spartire gli affanni e discutere del futuro perché un futuro c'è sempre, fino alla fine dei giochi. È un tentativo di tornare all'età delle illusioni, ""la leggenda d'aver ragione che ha nutrito la nostra seconda infanzia""""? Energica, accentratrice, un po' egoista, Costanza è il magnete da cui tutti finiscono per essere catturati: gli amici di un tempo, con i loro dolori, le rivalse, i fallimenti; il compagno di una vita, Dom, che lei ha scelto di allontanare ma che la sorveglia con la tenacia di un'affettuosa sentinella; il figlio Matteo, che cova da grande distanza un suo carico di pena. Mentre tutti convergono su di lei, Costanza si sente soffocata dall'enormità del suo disegno. Riuscirà a portarlo a compimento? È proprio sicura di volerlo? E che cosa succederà?"" -
Sottomissione
A Parigi in un futuro prossimo vive François, studioso di Joris-Karl Huysmans, che ha scelto di dedicarsi alla carriera accademica. Perso ormai l'entusiasmo verso l'insegnamento, la sua vita procede su binari tranquilli, impermeabile ai grandi drammi della storia, scandita da avventure con le sue studentesse. Ma qualcosa intorno a lui sta cambiando. La Francia è in piena campagna elettorale. I tradizionali equilibri politici scricchiolano sotto il peso di nuove forze in gioco che minano il sistema consolidato. È un'implosione improvvisa e lenta che accelera fino a travolgere anche François. Il romanzo più visionario e insieme realista di Michel Houellebecq, capace di trascinare su un terreno ambiguo e sfuggente il lettore che, come il protagonista, vedrà il mondo intorno a sé improvvisamente e inesorabilmente dissolversi. -
Sapiens. La nascita dell'umanità
Il primo volume della versione illustrata del bestseller internazionale sulla storia dell'uomo.In un mondo alluvionato da informazioni irrilevanti la lucidità è potere. Ma come si fa a cogliere il quadro generale senza perdersi in un'infinità di rivoli e dettagli? Facciamo un passo indietro e guardiamo davvero al quadro generale: la storia della specie umana. Sapiens. La nascita dell'umanità è la storia di come una scimmia insignificante divenne la signora della Terra, capace di scindere il nucleo di un atomo, volare sulla Luna e manipolare il codice genetico della vita. Una squadra di ricercatori – Prehistorik Bill, Dr. Fiction, la detective Lopez – capitanati da Yuval Noah Harari in persona guida il lettore a esplorare il lato selvaggio della storia. L'evoluzione umana viene reinventata come un reality show televisivo; il primo incontro tra Sapiens e Neanderthal è raffigurato attraverso i capolavori dell'arte moderna; l'estinzione dei mammut e delle tigri dai denti a sciabola è raccontata come un giallo. L'adattamento di Sapiens. Da animali a dèi in forma di graphic novel è una rivisitazione radicale e profondamente divertente della storia dell'umanità a partire dal longseller internazionale che ha venduto 16 milioni di copie in 60 lingue. Il tono umoristico è pensato per catturare l'interesse di chi finora ha preferito tenersi alla larga da scienza e storia. Ecco l'occasione giusta per cambiare idea. -
Paradais
A Progreso non è rimasto quasi nessuno, solo le donne e i ragazzini che lavorano per quelli, i narcos. Polo vorrebbe andarsene come ha fatto suo cugino Milton, ma non può: la madre lo ha costretto a contribuire alle spese domestiche e ora è giardiniere tuttofare a Páradais, un complesso residenziale di lusso. Páradais è un mondo a sé: superate le sbarre all'ingresso la povertà resta alle spalle e si possono vedere solo auto potenti, preziosi gioielli e case da rivista. Polo si consuma di lavoro e frustrazione mentre pulisce la piscina in cui non può entrare o è costretto a lavare la macchina del suo capo, e le cose non migliorano quando conosce Franco Andrade, adolescente consumato da fantasie ossessive sulla moglie di un vicino, una donna bellissima che non potrà mai avere. In un crescendo incontrollabile di violenza i due elaborano un macabro piano per avere ciò che desiderano e sono certi di meritare dalla vita. -
Quaderni neri 1948/49-1951. Note VI-IX
Le annotazioni composte tra il 1948-49 e il 1951 si riferiscono ancora, a tratti, ai processi politici e sociali del dopoguerra; tuttavia, quello che emerge in primo piano è un ""pensiero dell'Essere"""" che Heidegger vorrebbe sviluppare al di là della filosofia. Chiavi di volta cruciali del suo pensiero più tardo - come la questione dell'""""impianto"""" - hanno qui la loro prima esposizione. Nelle Note VIII si possono trovare, tra l'altro, le tracce del rinnovato incontro con Hannah Arendt. A colpire sono la ricchezza di formulazioni sempre nuove e l'esplorazione di vie ignote del pensiero, che offrono una visione esemplare della potenza creativa del filosofo."" -
Teatro. Testo inglese a fronte
Questo volume rende giustizia al grande drammaturgo George Bernard Shaw, premio Nobel per la letteratura nel 1925. Per la prima volta vengono offerte tredici commedie, quelle più significative di un corpus composto da una cinquantina di opere: tra queste, per citarne alcune, figurano La professione della signora Warren, Il seduttore, Le armi e l’uomo, L’altra isola di John Bull, Uomo e superuomo, Pigmalione e Santa Giovanna, ormai considerate classici della storia mondiale del teatro. Il testo originale, curato dallo specialista Dan H. Laurence per la prestigiosa collana «Penguin Classics», è accompagnato da nuove traduzioni ampiamente commentate e da ricche prefazioni con note introduttive e apparati critici: un contributo fondamentale agli studi sul teatro shaviano che permette di collocare i singoli plays nel loro contesto storico-culturale. Ma c’è di più: l’edizione prevede anche la pubblicazione delle «prefaces», spina dorsale ideologica in cui l’autore stesso spiega la concezione del suo teatro di idee. Shaw, nella sua lunga e prolifica carriera, visse intensamente le speranze e le illusioni che alimentarono la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, senza mai rinunciare allo spirito iconoclasta e al gusto per il paradosso. I testi qui raccolti – oltre a delineare un quadro evolutivo del suo pensiero, da Carlyle al socialismo fabiano, dal culto di Ibsen al concetto di superuomo – illustrano ampiamente il suo percorso verso la definizione di un «Nuovo Teatro», impegnato a smascherare ogni forma di ipocrisia e teso a denunciare i molti mali della società capitalista. -
La pietra oscura
Una moria di pesci, antiche maledizioni, storie ancora più antiche, universi lontani e comunicanti, statue sacre, adulti ostili e adulti complici per un'avventura che ha la concretezza dell'amicizia vera e il brillio di un'equazione che lega i mondi.«Se uno dei due mondi si ammala, l'altro deve andarsene per potersi salvare.»«E andare dove?»«Forse verso altri mondi dove ricominciare a tessere legami.»Sono cinque e sono inseparabili: c'è Ulisse che viene dal Senegal, Inco grande, grosso e trasognato, Ago il minuscolo, Gemma, magra magra e con una memoria invidiabile, e Giorgio, detto Stampa per via delle stampelle: insieme in terza media, in questa fine di primavera che è l'ultima da passare come una banda. Poi le loro strade si divideranno, è inevitabile, e fa un po' male. Intanto condividono tempo e passioni: i giochi di ruolo nel negozio di fumetti di Sebastiano, e anche i fumetti, certo, i silenzi e le chiacchiere. E poi un gioco che li prende tantissimo, un gioco inventato da loro, in cui invece di trasformarsi in eroi potranno restare quello che sono. Un lago che custodisce oscure leggende, una cavità nella roccia, dentro il bosco: una grotta, un rifugio, forse il varco per un altro mondo. E lì, nella grotta, una pietra che si stacca dalle altre, scotta, lampeggia. In città salta la luce, gli allarmi delle auto partono. Poi buio e silenzio. E un manipolo di militari decisi a scoprire da dove irradia la straordinaria energia di cui è intrisa la grotta e a setacciare le scuole alla ricerca dei ragazzini che hanno lasciato tracce ovunque. Comincia così questa storia di fughe e inseguimenti, misteri e ipotesi, in cui è chiaro che «le cose impossibili sono collegate fra di loro» e che l'anima del mondo, la forza che tiene vivi i vivi, è in pericolo. Una moria di pesci, antiche maledizioni, storie ancora più antiche, universi lontani e comunicanti, statue sacre, adulti ostili e adulti complici per un'avventura che ha la concretezza dell'amicizia vera e il brillio di un'equazione che lega i mondi. -
I ragazzi della via Pascoli
Non toccateli i bambini, non togliete loro il sorriso, l'abbraccio, l'attenzione, il bene, e domani sicuramente avremo alberi dritti e adulti migliori.«Una storia dedicata al milione di ragazze e di ragazzi immigrati di seconda generazione, nati e cresciuti in questo Paese, che aspettano di diventare cittadini italiani» - Annarita Briganti, RobinsonÈ strana, la distribuzione delle creature nel mondo. Casuale, forse. È il caso che porta il bambino narratore, con un gemello aggrappato alle natiche, a Trieste, vicino al Camposanto, nella casa di mamma Evelina e papà Sisto. Un figlio sarebbe bastato alla coppia, ma l'amore prevale e raddoppia. L'amore che nella casa del silenzio si muove furtivo: i genitori dei gemelli sono sordomuti da sempre. Pino e Rino, noti a tutti nel rione come i figli dei muti, crescono in quel silenzio in cui pure imparano a parlare, che è per loro la normalità. L'infanzia è serena fino ai sei anni, quando una zia benintenzionata sottrae i gemelli ai genitori per affidarli a un ente di assistenza. Via da casa, in un istituto, in una camerata di lettini bianchi, la divisa al posto dei cari buoni vestiti che sanno di famiglia, regole e divieti, le rare visite dei genitori che finiscono nel dolore di tutti; e poi punizioni, angherie, ingiustizie. L'ansia di crescere per liberarsi da quella prigione. E qualche consolazione: l'amore per una maestra bella e gentile, l'amicizia con i vecchi dell'ospizio vicino. -
La notte si avvicina
Libro candidato da Romana Petri al Premio Strega 2021rnÈ sempre dal passato che arrivano i mostri.«Con una lingua carismatica che possiede l'energia selvaggia di una cronaca del soprannaturale, Loredana Lipperini ci consegna un'opera che ha affinità letterarie con due romanzi virtuosi ed eleganti come Lolly Willowes di Sylvia Townsend Warner e Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson» - Orazio Labbate, la LetturaItalia, 2008. L'anno della grande crisi economica e del più spietato disinteresse verso il mondo. Un paese ai piedi delle montagne, già segnato dal terremoto, circondato da militari, popolato da persone incerte, impaurite, rabbiose. E prigioniere. Un'epidemia, una nuova peste che dilaga e non perdona. Le streghe, come le epidemie, attraversano la storia, e in questa, di storia, ce ne sono tante: le mamme feroci che strappano a Maria i suoi figli, condannandola a una vita di solitudine; Chiara, smarrita nel suo mondo disseminato di presagi, sogni, visioni di fruste e angeli punitivi; Saretta, settant'anni, forte e vasta come una Grande Madre, con le sue complicità d'ombra e il dominio assoluto su Vallescura, il paese “noioso e grasso e poco ospitale” che sembra respingere i nuovi arrivati come un magnete e come un magnete attira a sé il male. Stella stellina / la notte si avvicina: parole consolatorie, parole micidiali. Un gotico italiano che ci parla dell'oggi evocando forze e misteri che arrivano dal passato, una filastrocca nera in cui l'ignoranza diventa ferocia, il peccato s'incarna nella malattia, e nessuno in fondo è innocente, nessuno può dormire in pace.Proposto da Romana Petri al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione: «Propongo con grande piacere per il Premio Strega 2021 il libro di Loredana Lipperini, La notte si avvicina, edito da Bompiani.rnQuesto bel romanzo ha, a mio parere, la qualità indispensabile alla letteratura di pregio: quella di sorprendere.rnContro ogni visione classica, la storia è concentrica, fatta dunque di tante storie che si intersecano, ma senza mai abbandonare il lettore che le segue con forte interesse e senza mai confondersi. Maestria dell’autrice.rnIl microcosmo preso in esame è un campione del mondo, la possibilità che avrebbe anche di espandersi, ma che per il momento resta lì, a memento del male che solo all’uomo è dato diffondere.rnIn un periodo ancora senza sospetti (2016) Lipperini comincia a scrivere di un luogo infettato dove la gente, colta improvvisamente da brividi, brucia di febbre e muore. Sopravvive solo chi non contrae la peste. Eppure nulla sarebbe casuale se l’occhio umano non fosse così negligente, perché non esiste pandemia che non sia annunciata, magari proprio da una crescente indifferenza dell’uomo verso i suoi simili. È allora che uno sguardo potente e malevolo (quasi streghesco) cade su un luogo qualsiasi per renderlo Inferno.rnColpisce la rara attenzione verso una lingua sempre accurata che mai cede alla tentazione del facile. Anche nello stesso parlato è sempre letteraria, impregnata della lezione morantiana che si fa portatrice di ogni strato sociale. Una lingua che avvolge, una fantasia debordante e un occhio attento ai cambiamenti epocali, fanno di questo romanzo... -
Epistolario altrui
Di solito l'autore di una lettera non si maschera, si rivolge a un solo interlocutore e non all'umanità in generale. Quindi è, in certo modo, ""sincero"""". È, o cerca di essere, chiaro, e interessante; spesso vuole intrattenere il corrispondente. Per essere ascoltati bisogna essere piacevoli. E poi, quando parla di sé, l'epistolografo lo fa liberamente, non per nulla scrive a qualcuno che conosce e dal quale sa di essere conosciuto. Infine la lettera è un dialogo, in cui un personaggio parla e l'altro ascolta, ma non passivamente. Le lettere migliori sono, appunto, conversazione. Masolino d'Amico raccoglie qui con garbo e divertimento una personalissima antologia di lettere scelte secondo le sue frequentazioni e passioni: grandi scrittori inglesi e americani, e uomini di spettacolo, da Swift a Lady Mary Montague, da Byron e Keats a Dickens e Lewis Carroll, e poi Wilde, Shaw, Scott Fitzgerald, Waugh, Mailer, Zeffirelli e Capote."" -
Quelli che ami non muoiono
Italo Calvino, Alberto Arbasino, Antonio Tabucchi, Daniele Del Giudice, Alice Munro e un imprevedibile scherzo ai danni del più noto e chiacchierato premio letterario italiano: sono i nuovi capitoli che arricchiscono questa edizione di un libro uscito la prima volta nel 2008 e fatto di incontri, viaggi, confronti, molta amicizia e qualche litigio con tanti dei più grandi scrittori del Novecento: da Moravia a Natalia Ginzburg, da Doris Lessing a Jorge Luis Borges, da Iosif Brodskij ad Amos Oz e, tra gli altri, Paul Auster, David Grossman, Salman Rushdie, Ian McEwan, senza dimenticare giganti come Giulio Einaudi, Federico Fellini o Lou Reed. Con questa brillante incursione nel nostro passato prossimo, negli anni in cui il mondo cambiava e la società letteraria volgeva al tramonto, Mario Fortunato ci mette di fronte a una verità semplice e assoluta: solo grazie alla scrittura la memoria può diventare racconto e dare immortalità alle persone e ai libri che abbiamo veramente amato. -
Nobelle
Parole tra le dita, ecco qualcosa che non tutti avevano... Il 10 dicembre 2019 Annette Comte riceve il Premio Nobel per la letteratura e durante il discorso davanti ai membri dell'Accademia ricorda di quando a dieci anni capì che strada avrebbe preso nella vita. Racconta quel che ha rappresentato per lei l'estate del 1972, trascorsa nel sud della Francia insieme alla famiglia, ospiti di un editore amico del padre con un figlio della sua età: Magnus. Annette si innamora di lui all'istante. E sarà proprio questo sentimento forte e incondizionato (oltre alla sua nuova stilografica blu) a farle scoprire la grande passione per la scrittura. L'estate passa come un incanto, finché non arriva Magalie, graziosa e impertinente, che farà precipitare Annette nel tormento del primo cuore infranto. Nel pronunciare il suo discorso a Stoccolma l'Annette adulta rivive quella stagione prodigiosa con immutato slancio, scendendo a patti con quel che l'amore dà e soprattutto con quello che toglie. -
Shobogenzo Zuimonki. Discorsi informali. Testo giapponese a fronte
Lo Zuimonki, per la prima volta tradotto in italiano dall’originale giapponese e corredato con il commento di un maestro Zen italiano, presenta l'insegnamento del più importante maestro Zen giapponese, Eihei Dōgen (1200-1253). Il testo raccoglie i sermoni - trascritti dal suo principale discepolo Ejō - che Dōgen ha impartito a un pubblico eterogeneo che comprendeva sia monaci che laici nel tempio Kōshōji a Fukakusa, località di Kyo - to tra il 1235 e il 1237. La versione utilizzata è quella che si trova nel tempio Chōenjibon nella provincia di Aichi nel Giappone centrale, una trascrizione manoscritta del 1644 di un testo risalente al 1380 e che oggi è considerata la più antica e affidabile. Nella vasta produzione di Dōgen lo Zuimonki occupa un posto importante perché, diversamente dagli altri scritti che hanno un carattere più marcatamente dottrinale, è più discorsivo e presenta l’insegnamento in modo diretto e facilmente comprensibile, quindi adatto anche a un pubblico non specialista. In particolare, la caratteristica saliente del testo è il tentativo di far comprendere che le fondamenta della Via buddhista si trovano nella purezza della condotta e nella dedizione completa alla pratica. L’insistenza e l’importanza che viene attribuita ai temi morali, alla rettitudine spirituale e al distacco dai coinvolgimenti mondani ci fanno comprendere che sono i prerequisiti indispensabili per intraprendere la Via buddhista, e al tempo stesso che sono tutti la diretta conseguenza dell’abbandono all’attaccamento al proprio io egocentrico. Il comportamento virtuoso è il punto di partenza imprescindibile senza il quale la realizzazione di una nuova spiritualità resta priva di fondamenta. Se nei gradi più elevati del percorso può essere dato per scontato, non può invece esserlo agli stadi iniziali quando si pongono le basi. Leggere lo Zuimonki non è solo un modo per approfondire la dottrina dello Zen, ma anche per attingere a una sorgente di grande spiritualità valida in ogni tempo. -
La Shoah oggi. Nel conflitto delle immagini
Nella cultura contemporanea la memoria della Shoah mantiene uno statuto speciale, che altri eventi storici non hanno. Lo si vede dalle molteplici rielaborazioni: alcune necessarie altre profondamente futili. Il saggio di Arturo Mazzarella, seguendo un originale e ramificato percorso teorico, ci mostra come la centralità della Shoah, in particolare nella cultura letteraria e visuale (da Levi, Améry, Celan, Sebald a Lanzmann, Godard e Boltanski, per fare solo alcuni nomi), ruoti fin dal principio intorno al ""conflitto delle immagini"""" che ne fu insieme lo strumento e la posta in gioco. Alla lettera, una questione di vita o di morte."" -
La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire
La prima e unica raccolta degli scritti della più grande scrittrice non scrivente d'Americarn«La donna più divertente d'America» - Edmund White, The Washington Postrn«Esilarante. A una dose di Huck Finn aggiungete un po' di Lenny Bruce, Oscar Wilde e Alexis de Tocqueville, un pizzico di tassista, giochi di parole vari, gergo tritato e completate il tutto con una spruzzata di prima della classe» - John Leonard, The New York Timesrn«Un libro pieno di manuali per il disvelamento della fesseria, istigazione all'autarchia, requisitorie contro ignoti e pure contro inanimati, teoremi, calcoli, deduzioni» - dalla prefazione di Simonetta SciandivasciFran Lebowitz è senza dubbio la voce umoristica più sferzante d'America. Ha un'opinione su qualsiasi argomento e non si fa pregare per esternarla. La sua grande amica Toni Morrison diceva: ""Ha sempre ragione perché non è mai imparziale."""" È arguta, crudele, pungente, se colpisce è per affondare. Newyorchese impenitente, amante della moda, dei mobili di lusso e dell'arte, è diventata suo malgrado un'icona di stile: dagli anni Settanta porta occhiali tondi tartarugati, camicia con gemelli, jeans, giacca di taglio maschile e camperos. Ha ufficialmente smesso di scrivere nel 1981 e da allora non ha mai smesso di parlare: si è ritagliata una carriera come public speaker e ha tenuto conferenze e interviste pubbliche praticamente su tutto: dalla politica alla moda, all'arte, al cinema, al teatro. Nessuno ha mai osato contraddirla. Qui sono raccolti quasi tutti i suoi scritti, tratti dagli unici due libri per adulti che abbia mai pubblicato (Metropolitan Life e Social Studies), corredati da un'intervista realizzata da George Plimpton all'indomani dell'inizio del blocco dello scrittore più famoso del mondo, e da un'intervista inedita realizzata dal curatore, che restituisce la viva voce di Lebowitz sui tempi (incerti) che corrono.""