Sfoglia il Catalogo feltrinelli006
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 9801-9820 di 10000 Articoli:
-
Storia di una maestra del Sud che fu la madre di Aldo Moro
Fida Stinchi è una donna calabrese, una maestra, una pensatrice. La vita le si mostra intensa e complessa fin dall'infanzia e lei con altrettanta intensità la affronta. Nel 1910 conosce Renato Moro, ispettore scolastico elementare: il loro sarà un incontro d'amore e di grande intesa intellettuale che li porterà al matrimonio. Nei tre anni di fidanzamento Fida e Renato si scambiano moltissime lettere e sono quelle di lei che l'autore – il nipote – rilegge per ricostruire la figura di una donna e del suo sforzo di autorealizzazione in una società maschilista, improntata a un'idea di rispettabilità borghese, contro la quale si batterà con coraggio. Dalla sua voce impegnata, vivace, ricca di cultura e spiritualità – Fida fu anche giornalista e conferenziera –, ricaviamo così un racconto che non è solo personale e intimo ma è anche quello dell'Italia del primo Novecento. Le sue parole accurate, i suoi pensieri intelligenti e audaci affrontano infatti temi centrali come il conflitto di genere, la democratizzazione della società, la scuola e i valori a essa connessi. E se Fida, paladina dell'emancipazione femminile, per certi versi perse la sua battaglia – rinuncerà a lavorare assecondando la volontà del fidanzato –, per altri la vinse: fu una figura decisiva nella formazione del figlio Aldo Moro, anche se il suo ruolo è stato spesso dimenticato. -
Malacqua. Quattro giorni di pioggia nella città di Napoli in attesa che si verifichi un accadimento straordinario
Dopo una notte di pioggia torrenziale, all'alba grigia e funerea del 23 ottobre, arriva una telefonata ad Annunziata Osvaldo, centralinista della Questura di Napoli. Una strada è crollata. E poi un palazzo in via Tasso. La città sembra liquefarsi mentre l'acqua scorre, penetra, danneggia. Andreoli Carlo, giornalista che si occupa dei misteriosi accadimenti, si fa testimone degli effetti di una diabolica pioggia che sembra non finire mai. E intanto voci inquietanti risuonano dal Maschio Angioino, l'enigma di tre bambole assilla le autorità, sale l'acqua del mare e le monetine da cinque lire cominciano d'un tratto a suonare canzoni. Un romanzo cupo e raffinato sulla bellezza e l'enigma che da sempre ammantano la città di Napoli, un'opera diventata con il tempo un clamoroso caso letterario del secondo Novecento. La sua scomparsa dalle librerie coincise con quella dell'autore dalla città e dal giornalismo, facendo di Nicola Pugliese un ""Salinger napoletano"""". Trascorse con ostinato riserbo gli ultimi anni nel paesino di Avella in Bassa Irpinia, dove si era trasferito in un isolamento volontario. Mentre la critica si ricordava di Malacqua consacrandolo come un capolavoro, i lettori più fortunati si passavano in fotocopia quel testo ormai introvabile."" -
L'altro mondo. La vita in un pianeta che cambia
Questo libro va a cercare un nuovo sguardo nelle storie reali di persone già oggi costrette a misurarsi con un pianeta più caldo, esplorando allo stesso tempo le zavorre cognitive e culturali che rendono così difficile accettare il cambiamento in atto. Il risultato è un reportage narrativo che ci aiuta a vedere il nuovo mondo in cui stiamo imparando a vivere.«Alcuni libri sono macchine pensanti: non si limitano a intrattenere e procurare piacere, ma è come se facessero lavorare ogni singola frase per aiutare chi legge a ripensare il mondo là fuori. Il nostro rapporto con l'ambiente ha un bisogno famelico di ripensarsi: Fabio Deotto raccoglie questa sfida in maniera generosa, attraverso un racconto personale e collettivo, che ha la malinconia del disorientamento privato ma anche la forza politica di un impegno comune. Non contiene lezioni ma storie, non parla di dottrine ma di sguardi, non cerca la catastrofe o la salvezza, ma prova sempre a stanare, e a restituire, la vita» – Claudia Durastanti«Fra i moltissimi pregi del libro di Fabio Deotto – la chiarezza espositiva, l'originalità dell'impostazione – c'è soprattutto la capacità di incidere sulle nostre categorie cognitive: una dote rara. ""L'altro mondo"""" è un viaggio ricco e appassionante, al termine del quale si è ricompenasati con uno sguardo nuovo sulla crisi climatica» – Giorgio Fontana«Il libro accerchia il lettore, facendo un’operazione pedagogica di contestualizzazione: non si può più, dopo averlo attraversato, ignorare la realtà, la presenza dei cambiamenti climatici.» – Demetrio Marra per MaremossoAlle Maldive le spiagge spariscono, a Miami si ricostruiscono le strade sollevate di un metro, la Louisiana sprofonda a vista d'occhio, in Franciacorta il vino diventa ogni anno più difficile da produrre, e mentre a Venezia l'acqua salata consuma un patrimonio artistico inestimabile, altre città si svuotano di automobili e si riempiono di animali. Negli ultimi dieci anni la crisi climatica è passata da essere un problema delle generazioni future a un'urgenza di quelle presenti. Eppure, nonostante il mondo in cui viviamo sia cambiato in modo inequivocabile e sia ormai lontano da quello in cui siamo cresciuti, noi continuiamo a vederlo inalterato. La colpa è dei tanti angoli ciechi che intralciano la nostra percezione della realtà. Questo libro va a cercare un nuovo sguardo nelle storie reali di persone già oggi costrette a misurarsi con un pianeta più caldo, esplorando allo stesso tempo le zavorre cognitive e culturali che rendono così difficile accettare il cambiamento in atto. Il risultato è un reportage narrativo che ci aiuta a vedere il nuovo mondo in cui stiamo imparando a vivere."" -
Conversazione in Sicilia. Ediz. illustrata
Il romanzo-manifesto dell’impegno etico e civile dell’autore torna in un’edizione speciale a ottant’anni dalla prima pubblicazione con Bompiani. Un libro importante, che non teme di guardare in faccia la realtà e le sorti dell’umanità, oggi più attuale che mai.rn«Perfettamente bello e originale... Un libro che lascerà un'eco per lungo tempo» - Robert Penn Warrenrn«Non vi è, nel mondo d'oggi, spirito più tenero e più caldo di quello dei contadini italiani e, in particolare, siciliani. È in essi la più piena nobiltà del mondo, e il libro di vittorini l'ha colta» - Tennesse WilliamsSilvestro si sente impotente di fronte alle sofferenze del genere umano. Il padre per lettera gli comunica che ha lasciato la madre per vivere con un’altra donna. Silvestro intraprende un lungo viaggio in treno da Bologna per fare visita alla madre e ritrovare il paese natale in Sicilia, abbandonato quindici anni prima. Lì accompagna la donna ad assistere i malati di malaria e di tisi e ha una rivelazione: queste persone sono il “mondo offeso”, la parte di umanità quotidianamente oppressa e rassegnata al proprio destino. Con un linguaggio estremamente letterario, ispirato ai silenzi e alle ombre di una Sicilia insolita, invernale e montuosa, Elio Vittorini, siciliano emigrato al nord, racconta in questo romanzo la propria terra e la trasforma in metafora del mondo intero e dell’esistenza. -
Le città del mondo
Un Vittorini impegnato nella ristrutturazione del concetto stesso di romanzo e letteratura, che individua la città come idea universale del genere umano, dando vita a una delle sue opere migliori.«Per tutta la vita Vittorini ha professato un'idea di letteratura che interferisse al livello più alto in tutte le attività umane» – Italo CalvinoPubblicato postumo e incompiuto nel 1969 con la curatela di Vito Camerano e Italo Calvino, Le città del mondo è il racconto di un cammino, di un viaggio inevitabile verso un orizzonte misterioso e sconosciuto, diverso per ciascuno dei protagonisti. In una Sicilia senza tempo si muovono pastori, pupari, sposini, giovani fuggiasche e prostitute ritratti in una peregrinazione senza fine per le città dell'isola, ""le città del mondo"""", ognuno alla ricerca affannosa di qualcosa. Città solo sognate dai personaggi del romanzo, create sotto la spinta dei loro desideri e delle loro aspirazioni alla felicità, rievocate nei loro discorsi immaginari ma sempre osservate da lontano. Un Vittorini impegnato nella ristrutturazione del concetto stesso di romanzo e letteratura, che individua la città come idea universale del genere umano, dando vita a una delle sue opere migliori. Da questo libro Vittorini trarrà anche una sceneggiatura, che nel 1975 diventerà un film con la regia di Nelo Risi."" -
I bambini della luna
I bambini della Luna è un reportage che ricostruisce la biografia di Angelo Di Carlo ed è insieme un romanzo generazionale che racconta il Grande Inganno: l’idea dell’inarrestabilità del progresso e il disastro prodotto dal silenzio dei vecchi che non trasferirono ai figli e ai nipoti – la generazione che oggi governa il mondo – la memoria della Resistenza e della guerra.Siamo la prima generazione che ha sognato di morire eroicamente senza avere alcuna idea della morteÈ l’11 agosto del 2012. Angelo Di Carlo, noto come Sgargy, cinquantatré anni, militante ambientalista da tutta la vita, si dà fuoco davanti a Montecitorio. La notizia dopo pochi giorni è già scomparsa dai media mainstream, ma ha raggiunto un reporter specializzato in suicidi della crisi nella casa della sua infanzia, dove si è rifugiato dopo la chiusura del giornale per cui lavorava. Sgargy è un suo coetaneo. Appartiene alla generazione di quelli che sono stati bambini al tempo dello sbarco sulla Luna. Il giornalista decide di ricostruirne la storia. E inevitabilmente, indagando sulla vita di Sgargy, si trova a ripercorrere la propria. Fino a elaborare, con quarant’anni di ritardo, il lutto che l’ha segnata. -
Il vivo mare dei sogni a occhi aperti
È un mercoledì pomeriggio quando Anna entra nel parcheggio di Argyle Street, di fronte al Royal Hobart Hospital, e si accorge che le manca un dito. È sparito, il suo anulare sinistro è sparito come il sole nascosto dal fumo degli incendi, come intere specie animali condannate dal riscaldamento globale, come arbusti, eucalipti e piccole orchidee di montagna ridotte in cenere dal fuoco. Anna è come il mondo che la circonda e anche sua madre lo è: Francie, la matriarca della famiglia, ha ottantasei anni e la sua salute sta peggiorando al punto che deve essere ricoverata per non svanire. È per lei che Anna ha lasciato in fretta e furia la sua vita a Sydney, e lo stesso ha fatto suo fratello Terzo che vive a Brisbane, per riunirsi a Tommy, il secondogenito, artista fallito che non è mai andato via dalla Tasmania. Ritrovarsi insieme, a casa, porta i tre fratelli a confrontarsi con un passato che non ha mai smesso di tormentarli e con un futuro sempre più incerto, per loro per i loro figli per tutti noi. Ma c'è speranza: è nella forza creativa della Natura, nel suo essere matrice di vita nonostante, e Richard Flanagan ce lo ricorda con la sua prosa ricca, lirica e struggente. -
Nessuna parola dice di noi
Libro candidato da Maria Ida Gaeta al Premio Strega 2022Gaia Manzini racconta due grandi amori difficili – tra una madre e una figlia, tra due amici sulla soglia del desiderio – e il cammino avventuroso di chi deve nascere due volte per conoscere sé stesso.«Un romanzo intenso e profondo» – Marzia Fontana, la Lettura«""Nessuna parola dice di noi"""" è un romanzo di formazione contemporaneo, nel quale si mescolano amore, maternità, omosessualità, perdono, coraggio, che ci pone un interrogativo spesso celato al centro delle nostre vite.» – Aurora Tosi per MaremossoDio, il lavoro, l'amore, la fedeltà, la famiglia, i figli o la possibilità di averne. Tutto andava in pezzi sul bordo tagliente delle parole.Per Ada, giovane copywriter, le parole sono un gioco: le armi con cui l'intelligenza sfida le leggi della responsabilità. Le parole che la raccontano, però, Ada sa avvolgerle nel silenzio. Per sua madre le parole servono a levigare le anomalie della vita: come il fatto che da sempre, nella casa sul lago, è lei a prendersi cura di Claudia, la bambina che Ada ha avuto quando era troppo giovane. Per Alessio invece più delle parole contano i gesti e le immagini. Lui e Ada sono una coppia creativa d'eccezione; l'uno completa l'altra in un'intesa felice destinata a portarli lontano, fino in America. Mettere molti chilometri tra sé e Claudia è, pensa Ada, il modo migliore per riconquistare il diritto alla giovinezza, quello che quando nasce un figlio perdiamo per sempre. E poi insieme ad Alessio lei andrebbe in capo al mondo, perché il suo sguardo la fa sentire nuova; la riconsegna a sé stessa, nonostante non ci sia una parola per descrivere l'emozione che li unisce. Nonostante Ada non gli abbia parlato di Claudia. Nonostante lui sia omosessuale. La limpida scrittura di queste pagine mette a fuoco i perimetri dentro ai quali finiamo per costringere le nostre vite. E sfida le parole, il loro bordo tagliente ma anche la loro illuminante semplicità. Gaia Manzini racconta due grandi amori difficili – tra una madre e una figlia, tra due amici sulla soglia del desiderio – e il cammino avventuroso di chi deve nascere due volte per conoscere sé stesso.Proposto da Maria Ida Gaeta al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:«Invio con piacere e grande convinzione la proposta di candidatura per il Premio Strega 2022 del romanzo Nessuna parola dice di noi di Gaia Manzini. È un romanzo che ho letto diversi mesi fa ma mi è rimasto nel cuore e che, tra le mie letture dell'anno, si è ritagliato uno spazio importante. Ho amato la qualità della scrittura, la costruzione della trama e dei personaggi e, soprattutto, la coraggiosa determinazione dell'autrice nel voler scavare in profondità temi grandi, come io mi aspetto che faccia la letteratura. È un romanzo che svela e analizza la condizione femminile contemporanea attraverso il racconto della vita di una giovane donna e delle sue unioni imperfette con la figlia, con la madre, con il lavoro, con l'uomo di cui si innamora. Ed è... -
La caffettiera di carta. Inventare, trasfigurare, narrare: un manuale di lettura e scrittura creativa
«Scrivere è aprire una porta e affacciarsi. Poi lasciare la porta aperta.»«Antonella Cilento squaderna certezze e fotografa impietosamente le ovvietà. Dei sensi umani, delle sensazioni personali, delle esperienze esistenziali fa tesoro, ma guardando tutto sotto una diversa prospettiva: azzerare le indicazioni che stancamente ci portiamo appresso da anni, retaggi di insegnamenti scolastici, di convinzioni stereotipate, di regole inesistenti, lanciare tutto in aria e lasciar cadere a terra casualmente, scompaginando le carte per poi raccoglierle con un ordine inedito.» – Giulia Mozzato per Maremosso«Chi siamo veramente? Il nostro destino è deciso da una frase che abbiamo udito nell'infanzia? Chi c'è dietro la maschera che ognuno di noi indossa a volte inconsapevolmente per tutta la vita?» Ciascuno di noi è una storia, anzi il frutto dell'intrecciarsi di moltissime storie. Imparare a pensarle, capirle, raccontarle ci rende migliori e allunga la vita, gli scienziati ne sono certi. Ma per raccontare bene una storia, qualunque essa sia, bisogna dominare strumenti delicatissimi e sfuggenti, forse magici: la memoria e l'invenzione, il tempo, lo spazio, la voce, la punteggiatura, lo stile... Da trent'anni Antonella Cilento dedica la sua vita alla scrittura. Queste pagine – frutto della sua esperienza di autrice, insegnante e maieuta – sono un caleidoscopico manuale di lettura e di scrittura e un canto d'amore per la letteratura, nella convinzione che essa abbia a che fare «con tutto quel che di ingovernabile e inaccettabile è in noi, e l'unica cosa che dobbiamo imparare a governare è la tecnica con cui la parola si esalta». -
Le gesta di re Artù e dei suoi nobili cavalieri
Cominciato nel 1956 e rimasto incompiuto alla morte dell'autore, questo libro è il tentativo di John Steinbeck di riscrivere, modernizzandolo nella lingua e nella forma, il classico della letteratura inglese del XV secolo Le Morte d'Arthur di Thomas Malory, che lo aveva affascinato fin da ragazzo. Queste sette storie del ciclo arturiano sono trasposte con nuova enfasi e passione e con tutta la forza cui ci ha abituati la narrativa dello scrittore americano, e riescono a conquistare i lettori che già amano Steinbeck come gli appassionati di mitologia cavalleresca. -
La compagnia dell'anello. Il Signore degli anelli. Vol. 1
«Tre anelli ai re degli elfi sotto il cielo, sette ai principi dei nani nell'aule di pietra, nove agli uomini mortali dal fato crudele, Uno al nero sire sul suo trono tetro nella terra di Mordor dove le ombre si celano. Un anello per trovarli, uno per vincerli, uno per radunarli e al buio avvincerli nella terra di Mordor dove le ombre si celano.»Composto da tre romanzi pubblicati in Gran Bretagna fra il 1954 e il 1955, Il Signore degli Anelli è uno dei più grandi cicli narrativi del XX secolo. J.R.R. Tolkien ha creato un mondo e un epos che da sempre affascinano e influenzano lettori e scrittori di tutto il mondo. La Compagnia dell'Anello si apre nella Contea, un idilliaco paese agricolo dove vivono gli Hobbit, piccoli esseri lieti, saggi e longevi. La quiete è turbata dall'arrivo dello stregone Gandalf, che convince Frodo a partire per il paese delle tenebre, Mordor, dove dovrà gettare nelle fiamme del Monte Fato il terribile Anello del Potere, giunto nelle sue mani per una serie di incredibili circostanze. Un gruppo di hobbit lo accompagna e strada facendo si aggiungono alla banda l'elfo, il nano e alcuni uomini, tutti uniti nella lotta contro il Male. La Compagnia affronta un cammino lungo e pericoloso, finché i suoi membri si disperdono, minacciati da forze oscure, mentre la meta sembra allontanarsi sempre di più. -
Le due torri. Il Signore degli anelli. Vol. 2
«Ma mentre la porta crollava e tutt'intorno gli orchi urlavano preparandosi alla carica, dietro di loro s'alzò un mormorio, come un vento lontano, e ben presto divenne il clamore di molte voci che all'alba gridavano strane notizie. Gli orchi sulla rocca, avvertito quel clima di sgomento, esitarono e si volsero a guardare. Ed ecco, improvviso e terribile, dalla torre soprastante squillare il grande corno di Helm.»Nelle Due Torri la Compagnia si sgretola. Merry e Pippin sono fatti prigionieri dalle forze del Male, ma riescono a fuggire e trovano soccorso tra gli Ent, esseri giganteschi, mezzi alberi e mezzi umani, con i quali si lanceranno all'attacco della torre di Saruman. Aragorn, Legolas e Gimli stringono un'alleanza con i guerrieri di Rohan, un popolo fiero e luminoso come l'argento di cui si veste, che per secoli ha resistito all'assalto delle tenebre. Nel frattempo Frodo e il devoto Sam continuano il loro faticoso viaggio verso il Monte Fato guidati da Gollum, l'antico possessore dell'Anello Unico. Ma spaventose creature li attendono e il loro cammino si interrompe tragicamente ancora una volta. -
Il ritorno del re. Il Signore degli anelli. Vol. 3
«Altri mali potrebbero venire; perché Sauron è a sua volta solo un servo o un emissario. Però non ci compete governare tutte le maree del mondo, bensì mettercela tutta a sostegno degli anni a noi assegnati, estirpando il male dai campi che conosciamo, in modo che ci vivrà dopo abbia terra sana da coltivare. Del tempo che farà non siamo noi a disporre.»«La scacchiera è pronta e le pedine si sono messe in moto.» Gandalf sa bene che ormai Sauron è pronto a sferrare il suo attacco: una nube nera incombe sulle Terre degli Uomini, oscurando il sole e le speranze. Il mago è a Minas Tirith, ultimo baluardo di coloro che si oppongono all'Oscuro Signore: qui accorreranno Théoden e i suoi Rohirrim; qui si ricongiungeranno Pippin e Merry, i due mezzomini che hanno saputo dimostrare tutto il proprio valore; qui si attende il ritorno dell'erede di Isildur, che arriverà per la via più inaspettata. E mentre una grande battaglia infuria a Gondor, Frodo e Sam affrontano a Mordor gli ultimi terribili passi del loro cammino: devono vincere la stanchezza e la paura per gettare l'Anello Unico nel fuoco del Monte Fato. Nel terzo e conclusivo volume de Il Signore degli Anelli il Bene trionfa, ma non senza grandi perdite, e il mondo a cui i valorosi combattenti fanno ritorno non sarà mai più lo stesso, come è stato per Tolkien dopo la Grande Guerra e come accade a tutti coloro che hanno attraversato grandi e piccoli cambiamenti: epiche o intime che siano, le battaglie forgiano chiunque, uomini, elfi, nani o hobbit allo stesso modo. -
Una sola visione. Filosofia di Johann Wolfgang Goethe
Secondo Nietzsche il tempo di Goethe deve ancora venire. Deve ancora realizzarsi, cioè, quella capacità – tipica di Goethe – di ridisegnare l’antico e consegnarlo alla subitanea incondizionatezza del perfettamente “nuovo”. Ed è proprio in questa prospettiva che l’autore del Faust si impegna a riflettere sul concetto di “metamorfosi” – che ben poco ha a che fare, comunque, con la pur straordinaria articolazione del ritmo dialettico hegeliano. Goethe fu nello stesso tempo scienziato, narratore, poeta e disegnatore – come per una sorta di leonardesca vocazione a un fare disperatamente totalizzante. Insomma, una delle punte più alte dell’intero pensiero occidentale. -
Il filo del cuore
Dopo aver assistito a uno spettacolo al teatro delle marionette di Augusta, in Baviera, una ragazzina scopre una porta nascosta e come Alice entra in un mondo meraviglioso, la soffitta di quel teatro, dove la aspettano “la signora Wutz e il pinguino Ping, il varano Schusch con il suo berretto, l’elefante marino e il gatto con gli stivali, e tra tutti quegli animali, il professore Habakuk Tibatong e Aladino, Naso nasaccio, Fata Piumetta e il brigante Ozziplozzi, la piccola strega, Zoppo Trump, il piccolo principe con la volpe, Seppel e la nonna, il maresciallo Diplomesso e Jim Bottone”. Ma soprattutto lì c’è la donna che ha creato queste marionette, Hatü, pronta a raccontare la propria storia. Tutto ha avuto inizio durante la Seconda guerra mondiale, quando Walter e Rose Oehmichen decidono di allestire uno spettacolo di marionette per le loro figlie. Il teatrino viene distrutto durante un bombardamento nel 1944, ma come tutte le storie belle, anche questa non finisce lì. -
Il telescopio della letteratura. Gli scrittori italiani e la conquista dello spazio
Un viaggio in compagnia di Tommaso Landolfi, Dino Buzzati, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Primo Levi, Italo Calvino, Sergio Solmi, Andrea Zanzotto, Vincenzo Consolo, Gianni Rodari, Paolo Volponi, Guido Morselli, Oriana Fallaci, Dacia Maraini, Anna Maria Ortese, Alfonso Gatto, Guido Piovene, Goffredo Parise, Carlo Fruttero, Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Lucio Piccolo.«È lì che siamo veramente nati, nella sfera del cosmo. Nel mare siamo forse nati una seconda volta. E dunque l'attrazione del mare è profonda, ma quella dello spazio celeste lo è infinitamente di più» - Pier Paolo PasoliniDa sempre gli scrittori rivolgono il loro sguardo al cielo, dove per secoli si sono inoltrati seguendo le traiettorie della fantasia. Hanno continuato a farlo nel secondo Novecento, durante e dopo l’esplorazione e la conquista dello spazio, attratti e impauriti dalla tecnica che per la prima volta offriva prospettive inedite, ricche di fascino, impensabili e disorientanti. Proprio ora che il cosmo è di nuovo al centro degli interessi globali, riaccesi dalle recenti scoperte scientifiche rivolte alla conoscenza e dai progetti capitalistici e commerciali, questo libro propone un percorso originale nella letteratura italiana contemporanea: indaga e narra come gli scrittori e i poeti hanno rappresentato a proprio modo l’avventura umana al di fuori della Terra, con forme e parole che aiutano a comprendere il mutamento in corso. Insieme a Landolfi e Buzzati, Moravia e Pasolini, Primo Levi e Calvino, Solmi e Zanzotto, Consolo e Rodari, Volponi e Morselli, e ad altri ancora, ci si spinge in immaginari cieli stellati e soprattutto dentro gli immensi territori del cosmo solcati da razzi, sonde e spedizioni, incontro all’ignoto. I telescopi di romanzieri e poeti, puntati sui viaggi nello spazio e sull’allunaggio, si rivelano efficaci strumenti con i quali osservare le innovazioni tecnologiche e la società italiana dal dopoguerra a oggi, ma anche prove di “mirabili spettacoli” nel firmamento letterario. -
Diavoli di Nuraiò
Un romanzo corale, un susseguirsi di storie e personaggi narrati in una lingua che si contamina col sardo, che non ha paura di ricorrere al parlato e a metafore da realismo magico in chiave mediterranea. Un libro d'esordio che ha conquistato la giuria del Premio Calvino e che ha segnato un punto importante nell'affermarsi di quella che è stata definita la ""nouvelle vague sarda"""", un gruppo di scrittrici e scrittori che a cavallo degli anni Duemila si sono affermati fuori dai confini dell'isola, in Italia e in Europa. Influenzato dalla lezione poetica di Sergio Atzeni e dalla narrativa antropologica di Giulio Angioni, Flavio Soriga mostra già in questo primo lavoro tutto il repertorio linguistico e narrativo che lo porterà poi ai suoi libri più fortunati, da """"Neropioggia"""" a """"Sardinia Blues""""."" -
Storia aperta
Libro incluso tra i dodici candidati al Premio Strega 2022Davide Orecchio insegue il mistero di un padre sconosciuto, ne indaga le traiettorie possibili, si impone un ferreo rigore documentario ma al tempo stesso permette alla fantasia di colmare lacune, sognare destini.«Chi siamo noi?», ci chiediamo all'inizio di questo romanzo. «Noi siamo ignoranti. Noi siamo, in miliardi di pixel, gli eredi», coloro che vivono ormai fuori della linearità storica, dove il solo modo per capire i nostri padri è studiare. Così, in principio c'è un padre bambino, appena nato e già pronto ad affrontare il Novecento perché è un «bambino diacronico», «creatura della durata». Grazie alle parole che ha scritto – perché i bambini diacronici hanno lasciato montagne di parole, con le loro grafie sghembe, i loro dattiloscritti, telegrammi, articoli, faldoni – possiamo seguirne i passi attraverso il secolo breve, che non lo è stato affatto per chi come lui lo ha vissuto in ogni suo palpito. L'educazione fascista, l'amore con Michela, l'Etiopia, il fronte greco-albanese; la consapevolezza, l'adesione al comunismo, la Resistenza; la militanza politica che assorbe ogni altra vocazione, anche quella di padre, di scrittore; il terrorismo, poi il destino del partito, le verità, la perdita di identità; la vecchiaia come un «brodo sugli occhi» attraverso cui cercare di credere ancora. Questa la sorte di Pietro Migliorisi, protagonista di Storia aperta ed eteronimo di tanti uomini e donne della sua generazione: Davide Orecchio li riporta in vita attraverso una vertiginosa tessitura delle proprie parole e di quelle (in larghissima parte inedite) lasciate dal padre Alfredo Orecchio, insieme ai testi di molti comprimari, di cui nella Nota finale è offerto un toccante catalogo. In queste pagine avviene una moderna nékyia, la rievocazione di coloro che vissero in un tempo altro, nel quale splendeva il sole dell'avvenire, e si compie l'impresa di un romanzo in cui la polvere di tante voci ne compone una sola. Davide Orecchio insegue il mistero di un padre sconosciuto, ne indaga le traiettorie possibili, si impone un ferreo rigore documentario ma al tempo stesso permette alla fantasia di colmare lacune, sognare destini. Nel silenzio del passato, nel buio dell'inchiostro, cerca la luce.«Il tuo partito. Sull'inchiostro. Nella luce tv. Nei tuoi pensieri. Nel tuo riposo, supino nel letto, sotto la coperta rossa di lana col timone azzurro. Negli articoli mandati a memoria. Nelle epistole che nessuno leggeva. Il tuo partito. Nei manoscritti. Nelle poesie. Nella storia. Nella biografia. Nella tua salvezza. Nel transito dalla morte alla vita, dal fascismo alla vita, dall'errore al riscatto. Il partito del tuo eroismo. Il partito delle tue parole. Nella luce tv. Voi cambiavate. Nella luce tv vedevi il crollo del muro. La gente d'autunno scalava quel muro. A Berlino. Attraversava il confine. Sotto lo sguardo ozonosferico di Gorbačëv. Davanti ai tuoi occhi estreflessi. Avevi entusiasmo. Avevi paura. Era una scena magnifica come i lapilli di Stromboli. Era incandescente. Ma era la morte. In fondo era la tua parte a morire. I popoli dell'autunno uccidevano il nome. Il nome era nudo, era... -
Come polvere nel vento
Clara e Darío, Irving e Joel, Walter, Fabio, Ljuba, Bernardo, Horacio ed Elisa. Sono figlie e figli del regime cubano, hanno fatto studi universitari e creduto profondamente nell'ideale di una società più giusta e uguale per tutti. Condividono i loro giorni come una grande famiglia e il centro di questa famiglia è la casa di Clara e Darío a Fontanar, dove si ritrovano tutti anche il 21 gennaio 1990 per il trentesimo compleanno di Clara. Ma sarà l'ultima volta, perché la crisi economica e l'infrangersi dei sogni di gioventù spinge molti a partire: c'è chi va in Spagna, chi in Argentina e chi negli Stati Uniti. E proprio negli Stati Uniti, dopo circa trent'anni, il caso fa incontrare Marcos, figlio di Clara partito dall'isola in cerca di fortuna, e Adela, figlia di Elisa, che ora si fa chiamare Loreta e si è lasciata il passato alle spalle. Il loro incontro disinnesca un viaggio nel passato e nel presente alla ricerca di casa, delle proprie radici e di una verità tenuta nascosta troppo a lungo. Dalla sua isola Leonardo Padura riesce a mostrarci il mondo intero con occhi pieni di malinconia in un romanzo dal respiro universale, che parla di perdita ed esilio, ma anche della forza adamantina della vera amicizia, che non viene mai scalfita né dal tempo né dalla lontananza. -
Sangue giusto
Romanzo di ampio respiro storico e felice ambizione narrativa, Sangue giusto scandaglia in profondità la coscienza di uomini e donne costretti a confrontarsi con una realtà più complessa di quello che sembra, che sfugge alle definizioni a cui siamo abituati. E si chiede: che cosa sappiamo – e che cosa vogliamo e possiamo veramente sapere – delle persone che amiamo? Fino a che punto siamo in grado di comprenderle e di perdonarle? E che cosa c’entra tutto ciò con chi siamo noi?rnrn«Quest'ultima opera di Melandri è molto più di un romanzo. È un sogno, un percorso psichico» - Repubblicarn«Melandri dà fuoco alla polveri e fa esplodere la menzogne d'Europa» - Die Zeitrn«Monumentale» - LibérationrnrnImmagina questo: stai facendo un sogno meraviglioso mentre sei appollaiato sui rami di un albero. Devi svegliarti ogni minuti, però. Perché non devi cadere e anche perché vuoi tenere vivo il tuo sogno. Questo vuol dire emigrare.rnrnNell’afa dell’estate romana, il giorno prima della visita di stato del colonnello Gheddafi, Ilaria trova ad attenderla davanti alla porta del suo appartamento all’Esquilino un ragazzo africano. È arrivato dall’Etiopia attraversando la Libia e dice di essere nipote di Attilio Profeti, il padre di Ilaria, e della donna con cui questi ha vissuto durante l’occupazione italiana in Abissinia. All’inizio Ilaria pensa a uno scherzo, eppure nel profondo sa che l’anziano padre è un uomo dai tanti segreti. Dal tentativo di dare un senso a questo inaspettato legame, Ilaria cercherà di comporre le tessere di un mosaico familiare lungo tre generazioni e intrecciato alla storia d’Italia: dal passato coloniale alle bugie del dopoguerra passando dagli anni di Berlusconi fino al presente delle grandi migrazioni. E si renderà conto di non essere la sola a ignorare il portato dei cinque anni di occupazione fascista dell’Etiopia, dal 1936 al 1941: è uno dei grandi rimossi di un’intera nazione, occultato per decenni dalla narrazione collettiva.