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Il vittorioso. Confessioni del direttore che ha inventato il gioco delle copie
Chi è davvero Vittorio Feltri, in assoluto il direttore che negli ultimi anni ha fatto più parlare di sé? In che modo riuscì a raddoppiare le vendite del ""Giornale"""" dopo che Indro Montanelli l'aveva lasciato nel 1994? E perché trascorsi tre anni se ne andò a sua volta sbattendo la porta? Qual è il motivo per cui nel 2009 vi è ritornato? Ha applicato una ricetta segreta per salvare testate in crisi, come """"L'Europeo"""" e """"L'Indipendente"""", o per imporne di nuove in edicola, come """"Libero""""? C'era un unico modo per rispondere a questi e a molti altri interrogativi: costringerlo a raccontarsi nel suo stile scabro e privo di infingimenti. È quanto ha cercato di fare Stefano Lorenzetto, che di Feltri è stato vicedirettore vicario al """"Giornale"""". Ne è uscito un dialogo serrato, ricco di particolari inediti, in cui il giornalista svela i retroscena delle sue campagne di stampa (da Affittopoli ai casi Boffo e Fini-Tulliani), narra splendori e miserie del """"Corriere della Sera"""", distilla giudizi su politici e colleghi, parla dei giornalisti che ha amato di più (da Nino Nutrizio, che lo assunse alla """"Notte"""", a Oriana Fallaci, che una notte si fece viva con lui dall'aldilà). E soprattutto si mette a nudo, svelando i suoi dubbi, i suoi tormenti, le sue idiosincrasie, i suoi affetti privati."" -
Aqua granda
Il 4 novembre 1966 fu il giorno dell'acqua granda, un giorno che rimarrà nella storia di Venezia. Fortissimi venti di scirocco e disastrose mareggiate che sfondarono in più punti i murazzi (opera di difesa che delimita la laguna dal mare) costrinsero la città a sopportare, per più di quaranta ore, l'acqua alta con il picco mai registrato prima di 194 cm alla Punta della Salute. In occasione del cinquantesimo anniversario dell'alluvione, il Teatro La Fenice ha commissionato un'opera che ha visto la collaborazione (prevista fin dall'inizio, come raramente accade) tra compositore e regista, tra Filippo Perocco e Damiano Michieletto, e naturalmente di entrambi con gli autori del libretto, Roberto Bianchin e Luigi Cerantola. L'opera è tratta da ""Acqua Granda. Il romanzo dell'alluvione"""" di Roberto Bianchin, riproposto in questo volume corredato dalle fotografie di Gianfranco Tagliapietra e da immagini d'epoca di vari autori custodite presso l'Archivio della Comunicazione del Comune di Venezia."" -
Le forme della bellezza. Viaggio nell'arte del bendessere
Se oggi domina una bellezza «di superficie», effimera, incapace di appagare i bisogni profondi dell’uomo, la proposta per superare questa impasse è di legare il bello al bendessere, la nuova disciplina di cui Andreoli è ideatore e fautore, che si propone di migliorare l’esistenza dell’uomo, l’«essere-bene».rnrnLa bellezza non è soltanto un concetto astratto. Appartiene a ciascuno di noi e si esprime ogni giorno nel modo in cui adorniamo il nostro corpo ma anche nei comportamenti che mettiamo in atto nella vita di relazione, nei gesti, nelle parole. Vittorino Andreoli ci accompagna in un percorso di definizione della bellezza che va oltre i criteri dominanti, arrivando a comprendere persino il brutto. Una fantastica galleria di pensieri in dialogo con una selezione di opere, attraverso cui il grande psichiatra narra l’esperienza del bello in tutte le sue manifestazioni: il creato, la ragione, il sacro, i sentimenti, i pensieri e gli atteggiamenti come la discrezione, l’eleganza, il mistero. Dallo sguardo al sorriso, dalle mani al «territorio dell’eros», questo viaggio alla scoperta della bellezza che è in noi svela le mille sfumature di una realtà in continuo divenire, dai primi «moti creativi» delle pitture rupestri allo sguardo enigmatico della Gioconda, fino alla vibrante sensualità delle Madonne che allattano. Se oggi domina una bellezza «di superficie», effimera, incapace di appagare i bisogni profondi dell’uomo, la proposta per superare questa impasse è di legare il bello al bendessere, la nuova disciplina di cui Andreoli è ideatore e fautore, che si propone di migliorare l’esistenza dell’uomo, l’«essere-bene». -
L' austerità fa crescere. Quando il rigore è la soluzione
Veronica De Romanis sgombra il campo dai pregiudizi smontando tutti gli argomenti contro l’austerità, riassumibili nei sei aggettivi che spesso l’accompagnano: eccessiva, recessiva, imposta, ingiusta, inutile e responsabile dell’ascesa di forze populiste.rnrn«L'austerità toglie potere alla politica per ridarlo ai cittadini. Se ben congegnata, è persino rivoluzionaria»rnrnrn«Stop all’austerity» è lo slogan da anni sulla bocca di tutti: politici - al governo e all’opposizione -, giornalisti, economisti. L’intento è sempre lo stesso: far passare il messaggio che le misure d’austerità siano fallaci, e addirittura dannose, per conquistare facili consensi. Risolvere la crisi sarebbe a portata di mano, basterebbe tornare a spendere risorse pubbliche, riappropriarsi della sovranità. Ma è davvero così? E, soprattutto, il rigore è stato realmente applicato in questi anni in paesi come l’Italia o la Francia? Veronica De Romanis sgombra il campo dai pregiudizi smontando tutti gli argomenti contro l’austerità, riassumibili nei sei aggettivi che spesso l’accompagnano: eccessiva, recessiva, imposta, ingiusta, inutile e responsabile dell’ascesa di forze populiste. Con esempi concreti e dati alla mano, l’autrice ne mostra i due volti. L’austerità «buona», nelle parole di Mario Draghi, «prevede meno tasse e una spesa concentrata su investimenti e infrastrutture», fa crescere e infatti non ha impedito ai leader che l’hanno praticata di vincere, come in Lettonia e nel Regno Unito, o di ottenere la maggioranza dei voti, in Portogallo e in Spagna. Quella «cattiva», al contrario, privilegia l’aumento delle tasse a scapito di tagli della spesa improduttiva e può alimentare il populismo. Una lettura utile per capire se l’Europa è stata davvero «rovinata dall’austerità», come ebbe a dire Alexis Tsipras, o se questa non rappresenti invece un’occasione per una politica che voglia combinare al meglio responsabilità verso le nuove generazioni e solidarietà verso i soggetti più deboli. Un passaggio necessario, soprattutto per un’economia quale quella italiana, dove il debito dello Stato è percepito come un numero privo di significato, ma è invece una pesante ipoteca sul futuro dei giovani. -
Questo minuscolo, inutile cuore
"Certe volte i grandi non riescono a dormire nei loro letti, credo. È per quello che dormono nei letti degli altri, anche di giorno. Perché sono molto stanchi.rnrn«Un'intelligente analisi del matrimonio, dell'amore e del desiderio» - Canberra Weeklyrnrn«Una commedia spiritosa che indaga la complessità delle relazioni, condita di sesso, situazioni esagerate e satira sociale. Un romanzo divertentissimo» - Books PublishingrnrnIn una villetta alla periferia residenziale di Melbourne, in pieno suburbio, nella quasi-campagna fondata sulla monocultura della famiglia nucleare, Henry e Caroline stanno per lasciarsi.rnHenry ha intenzione di salire su un aereo per andarsi a godere una breve vacanza al mare insieme a Martha, la nuova, giovanissima compagna, che è poi la maestra elementare della figlia Mercedes. Caroline, dopo essersi sfogata sul guardaroba del marito infedele, parte all’inseguimento di Henry per cercare di riconquistarlo. Intanto, Craig e Lesley – i vicini – sono passati per testimoniare la propria solidarietà alla coppia in crisi. E di lì a poco Craig tornerà a casa di Henry e Caroline da solo, con tutt’altre intenzioni. Mentre gli adulti sono impegnati a fare ordine nella loro vita, sarà zia Janice, la sorella di Caroline, a occuparsi di Mercedes e della piccola Paris, chiusa in un ostinato mutismo. È Janice la persona sensata della famiglia, una microbiologa che ama il suo lavoro e crede con fervore nella bellezza del metodo scientifico e nella capacità della scienza di spiegarle il mondo intero. In fondo, a sentir lei, anche in amore tutto dipende dai batteri. Adorabili, ragionevoli, affidabili. Perché l’amore non ha nulla di razionale, non è una cosa a cui si pensa, in cui si decide di entrare o da cui si decide di uscire. Non è che l’inizio di una brillante commedia degli equivoci, spassoso dramma domestico di tradimenti, verità e bugie, in cui imprevisti e colpi di scena si alternano a considerazioni sulla vita segreta di ognuno di noi, fino a costruire una divertente quanto sottile riflessione sugli alti e bassi della coppia e delle umane relazioni." -
Vasari als Paradigma-The Paradigm of Vasari. The Paradigm of Vasari. Reception, Criticism, Perspectives. Ediz. multilingue
"Le vite de' più eccellenti artisti"""", pubblicate da Giorgio Vasari per la prima volta nel 1550, costituiscono il modello paradigmatico di tutta la successiva storiografia artistica e di ogni futura raccolta di biografie di artisti prodotta in Europa. Persino i dichiarati rifiuti della periodizzazione, della sistematizzazione o della terminologia vasariana evidenziano il ruolo fondamentale svolto da tale opera per lo sviluppo di nuove narrative e metodologie nella storia dell'arte. Gli atti della convegno tenutosi a Firenze nel 2014 raccolgono 23 saggi in lingua italiana, inglese e tedesca, che investigano l'impatto del paradigma vasariano sulla storia dell'arte in Italia, come in altri paesi europei, dai letterati del ?500 all'avanguardia del ventesimo secolo, e nei differenti approcci della filologia, della connoisseurship, ma anche della teoria dei sistemi sociali o dei visual studies." -
Luigi Barzini. Una storia italiana
Una vicenda umana e professionale emblematica dello spirito di avventura e delle debolezze di un popolornrn«Energico, immediato. Stava tra il telegramma e la storia: lo stile del giornalista perfetto» - Giuseppe PrezzolinirnrnProfessionista straordinario, da corrispondente per il «Corriere della Sera» Luigi Barzini ha raccontato i principali eventi del suo tempo: il volo dei fratelli Wright, il raid Pechino-Parigi del 1907, la rivolta dei Boxer in Cina, il fronte libico, la guerra civile in Messico. rnAntieroe per cultura, egli rappresenta anche, nei suoi pregi e difetti, la media borghesia italiana che al crollo dello Stato liberale si consegna al fascismo e fiancheggia la dittatura. La sua storia attraversa l’esperienza di Salò e l’immediato dopoguerra, restituendoci uno spaccato dell’Italia, prima liberale e poi fascista. In queste pagine a metà tra il saggio e il romanzo, Simona Colarizi ricostruisce gli ultimi tre giorni di vita di Barzini prima della tragica fine, tutt’oggi avvolta dal mistero. Non semplicemente le vicende del cronista, ma anche dell’uomo nei suoi affetti privati: l’amore per la moglie e i figli, il senso di colpa per la fine del terzogenito, morto a Mauthausen. Al grande innovatore del giornalismo italiano fa da contraltare un uomo paradossalmente fragile, insicuro, tanto da incarnare secondo l’autrice «il prototipo del conformista moraviano». Il controverso rapporto con le élite, la fascinazione per il potere, la cocente delusione nei confronti della politica sono tratti che possono dirci molto sulla nostra identità di oggi. «La storia si ripete – scrive Colarizi – anche se non è mai identica a se stessa; in ogni tempo rotture più o meno traumatiche nei sistemi politici nascono dal malessere di una parte della popolazione che si sente esclusa dalla cittadinanza o percepisce quanto siano inadeguate le classi dirigenti a rappresentare le rivendicazioni e a soddisfare le aspettative dei cittadini». -
La Francia in nero. Storia dell'estrema destra dalla Rivoluzione a Marine Le Pen
Le vicende della destra più longeva d'Europa, alle radici di un exploit che ha ragioni profonde e dei suoi riflessi sul panorama italiano.«Per capire il ritorno dei nazionalismi bisogna raccontarne la storia dalle origini, la reazione alla Rivoluzione francese. Si scoprirà che l'estrema destra ha lo stesso nemico della sinistra: la modernità capitalistica.»Dopo la crisi del 2008, e più di recente con la Brexit e con l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, spira nel mondo un vento favorevole a movimenti sbrigativamente catalogati come «populisti». Tra questi, il Front national è senza dubbio il più robusto e vicino al potere in un paese chiave del mondo. Non a caso. Di tutte le destre storiche, quella francese può infatti vantare una continuità senza eguali. Tanto che – sostiene Marco Gervasoni – «non è Marine Le Pen ad aver imitato i populisti europei, semmai è il contrario». Per capire la cultura politica di cui il lepenismo è l’erede occorre risalire al 1789, l’anno cruciale da cui tutto prende avvio. Dalla Rivoluzione francese, la «matrice della politica contemporanea» che definisce il senso degli schieramenti, si dipana il filo rosso che porta da Napoleone III alla «destra rivoluzionaria» del 1914, con l’ondata di antisemitismo e nazionalismo, dal fascismo francese al collaborazionismo, dalle epurazioni alla guerra d’Algeria, dalla Nouvelle Droite alla nascita del lepenismo, fino alla sua crisi apparente e alla rinascita. Una storia indispensabile per cogliere gli elementi che hanno reso il volto della destra francese il più noto sulla scena internazionale e rispondere a molti interrogativi. Uno su tutti: può un simile modello nazional-populista manifestarsi in una versione italiana? -
Nudi come siamo stati
Nudi come siamo stati è tre romanzi in uno: la storia di un giovane sordo a se stesso che impara ad ascoltarsi; la storia di un bambino che perde la felicità e la scambia con uno strano cinismo; la storia di un uomo per il quale tutto è compiuto, e morire è come centrare il bersaglio di un’esistenza. rnrn""Disegna il tuo nemico."""" Feci il mio ritratto. """"Troppo facile. Un altro nemico."""" Disegnai mio padre.rnrnAll’inizio ci sono due bambini, in Provenza, che corrono, metà per gioco e metà no: Bastien, il fratello maggiore, e Arsène, il minore. Bastien da questa corsa rimarrà segnato per la vita, e Arsène non riuscirà mai a perdonarselo.rnMolti anni dopo, a Viadana, un paesino in provincia di Mantova, un giovane pittore, Severo, chiede a un affermatissimo pittore francese, Arsène, di accettarlo come suo allievo. Perché Arsène ora vive lì, tra argini e nebbie? Che cos’ha “visto” in Severo, al punto di decidere di prendere su di sé, letteralmente, il suo male? Sono due misteri che solo una morte svelerà parzialmente.rnNudi come siamo stati è tre romanzi in uno: la storia di un giovane sordo a se stesso che impara ad ascoltarsi; la storia di un bambino che perde la felicità e la scambia con uno strano cinismo; la storia di un uomo per il quale tutto è compiuto, e morire è come centrare il bersaglio di un’esistenza. Tre storie narrate con una scrittura mirabile nel rappresentare corpi, gesti e paesaggi, sempre esatta ed evocativa."" -
Intoccabili. Un medico italiano nella più grande epidemia di Ebola nella storia
Il 26 dicembre 2013 un bambino di due anni si ammala a Meliandou, un remoto villaggio della Guinea. Inizia così la più grave epidemia di Ebola mai affrontata dall’umanità.«I loro occhi hanno sfidato la più grave epidemia di Ebola della storia. Le loro parole raccontano quello che nessun altro sa.»Roberto, un medico italiano, decide di partire per una missione con Medici Senza Frontiere che lo metterà di fronte a orrori che non avrebbe mai immaginato, a scontrarsi con difficoltà e scelte di cui porterà il peso per tutta la vita. Intoccabili è l’emozionante testimonianza di un operatore umanitario che, insieme a tanti colleghi, ha deciso di mettersi tra l’Ebola e le sue vittime. Una storia vera, inaspettata e unica, un viaggio in un inferno dal quale nessuno è uscito indenne. Nemmeno quelli che ce l’hanno fatta. -
Una infanzia siberiana
Una storia fantastica di vita vissuta, una Russia fiabesca nella realtà staliniana, una ragazza in un mondo tra Asia ed EuropaLa Russia che vive in questo libro singolare e inatteso è quella dell’estremo oriente siberiano, una Russia sconosciuta, mai entrata nella letteratura. Se questo è lo spazio sconfinato del libro, il tempo della sua narrazione non è meno ricco di interesse: gli anni cupi e clamorosi del trionfo del potere staliniano. In questo spazio-tempo, tra popolazioni autoctone di varie etnie (tungusi, ghiliaki, nanai), contadini deportati dopo la collettivizzazione delle campagne (i kulaki) e un variopinto campionario di nazionalità (coreani, cinesi, tatari, polacchi), nella comunità russa cresce una bambina dotata di una sensibilità che le permette di cogliere non solo i dettagli, ma l’anima stessa della realtà che la circonda, e di una capacità di trarre dall’aspra esperienza quotidiana l’energia di sviluppo della sua personalità. La sua infanzia e adolescenza si svolgono tra natura e storia: la natura è quella selvatica della taiga siberiana, nel cui mondo severo eppure fascinoso essa è immersa come una sua parte, e la storia è quella che si va facendo lontano, a Mosca, e i suoi echi arrivano drammaticamente fino a quello sperduto villaggio in terra asiatica. Oltre alla visione analitica, quasi da naturalista, del regno vegetale e animale, e alla sottigliezza con cui sono percepiti i segni del regime politico del paese, affascina nel libro la sequela di destini umani che di volta in volta entrano nella narrazione. La miniera d’oro, in cui suo padre lavora e vive con la famiglia, diventa un punto eccentrico rivelatore di una immensa realtà. In una appendice di Una infanzia siberiana lo scenario muta radicalmente, diventa italiano e l’autrice racconta gli straordinari incontri con personaggi come Palmiro Togliatti e Karol Wojtyla e letterati come Sergio Solmi e Franco Fortini, oltre che con uno scrittore sovietico “stalinista”, autore di un romanzo che fece scandalo e del quale anch’essa è protagonista. -
In bilico (noi gli ebrei e anche gli altri)
Una prova di virtuosismo narrativo, ma anche un modo vitale per liberarsi del peso di un'esperienza tragica e, perché no?, di trasmettere la memoriaNei testi di Aldo Zargani la forma narrativa breve rivela tutta la sua potenza attraverso il susseguirsi di sciarade temporali, dubbi e imprevisti.rnPrende forma, di conseguenza, una quotidianità che, sebbene segnata dalla tragedia, e quale tragedia!,rnha sempre a che fare con la rigenerazione umana e l’ironia. Attraverso l’abile montaggio di voci sempre in bilico tra la commedia e la tragedia, i testi raccolti seguono il ritmo di percorsi narrativi che si alternano e si sovrappongono alla memoria nella personalissima ricerca estetica sulle contraddizioni umane di chi è stato a contatto con il male assoluto e lo sa raccontare. Sfiorandolo. -
La volpe. Testo inglese a fronte
Un’Inghilterra rurale, impoverita e demoralizzata dalla guerra; due donne - due amiche, Banford e March - che con fatica, coraggio e non poche frustrazioni cercano di ricostruire un loro spazio autosufficiente, di affetti e di relativa sicurezza, rilevando una vecchia masseria a cui dedicano cure costanti e appassionate; una volpe che più volte di notte, astuta e maligna, irrompe dal folto del bosco facendo razzia nel pollaio; e una imperscrutabile, magnetica attrazione di March verso questo animale bello, infido e vitale che sembra guardarla nel profondo, conoscerla e sfidarla. Finché una sera, astuto e sensuale come la volpe, un giovane soldato irrompe, anche lui dal folto del bosco, a turbare quel delicato equilibrio e sconvolgere quel progetto di vita, dando vita a un ambiguo triangolo in cui si scontrano, sordi e dolenti, sentimenti di potere e desiderio, ansie di sopraffazione e moti di tenerezza, solitudini e fragilità, inquietudini e gelosie; una tensione che raggiunge punte tragiche e poi si stempera malinconicamente in un finale aperto e amaro, tipicamente lawrenciano, che sa di sconfitta e di paura: del futuro, dei propri desideri, di nuovi progetti di vita. A raccontarci tutto questo è un linguaggio del corpo denso e pulsante, in cui sguardi e voci e odori attraversano le parole e la storia, intricandosi nel vento e nella notte, e nel canto ammaliante di una volpe dal pelo lucente. -
Lazarillo de Tormes
Questa edizione consegna al lettore italiano una nuova traduzione dell’opera vicina allo stile colloquiale e altamente ironico che caratterizza il capolavoro cinquecentescornrn«Il romanzo moderno non nasce con il Chisciotte bensì con un libricino delizioso, intelligentissimo e divertentissimo, pubblicato cinquant'anni prima: il Lazarillo de Tormes» - Javier CercasrnrnA metà Cinquecento, Lazzaro del Tormes, un banditore di vini dell’illustre città di Toledo, sollecitato da «Vossignoria» che vuole essere ragguagliato dettagliatamente sul «caso» (il ménage à trois di cui in città si sparla, e che coinvolge il protagonista, sua moglie e l’arciprete di San Salvador), scrive una lettera, nella quale il racconto della sua vita, oltre a dar conto del «caso», serve a «mostrare quanta virtù ci sia nel sapersi gli uomini elevare, essendo di bassa condizione, e nel lasciarsi cadere, essendo nati in alto, quanto vizio». Romanzo autobiografico e di formazione, l’epistola faceta di Lazzaro è un capolavoro di stile ironico, di cui il protagonista, adulto e narratore, si serve per suggerire una feroce denuncia della società spagnola dell’epoca, fondata su un sistema di valori (etici, religiosi, sociali e ideologici) che, nel corso della narrazione, subisce uno spietato smascheramento e un radicale sovvertimento. Il lettore comprende presto che, dietro al nome di Lazzaro, non può che esserci un autore di grande cultura e di formazione umanistica, forse proprio dell’ambiente clericale, e che l’anonimato è d’obbligo per una scrittura così irriverente e moderna contro i cardini della cultura della sua epoca.rnrnQuesta edizione consegna al lettore italiano una nuova traduzione dell’opera vicina allo stile colloquiale e altamente ironico che caratterizza il capolavoro cinquecentesco. Il libro è accompagnato da un ampio commento che chiarisce, per la prima volta in Italia, tutti i rimandi culturali e il complesso sistema simbolico che si dispiega nell’apparente semplicità della lettera anonima. L’esemplare introduzione di uno dei massimi studiosi del tema offre un percorso di lettura completo, erudito, ma di facile accesso, per comprendere da una prospettiva contemporanea la potenza espressiva e la bellezza estetica dell’opera su cui è fondato il modello picaresco europeo. L’edizione spagnola è stata realizzata direttamente a partire dalle stampe antiche conservate, e propone un nuovo testo critico basato su rigorosi criteri filologici. -
Daisy Miller. Testo inglese a fronte
Racconto tra i più letti di Henry James, Daisy Miller fu, quando uscì nel 1878, un immediato successo di scandalo. rnrnDi volta in volta letto dai suoi detrattori e difensori come un oltraggio alle fanciulle americane o un’esaltazione della loro innocenza, come una rappresentazione diffamatoriarndei connazionali all’estero o una parabola volta ad ammonirli sulle insidie del Grand Tour europeo. Nonostante la sua apparente leggerezza di commedia sentimentale, il racconto mostrava così la sua capacità di toccare alcuni nervi scoperti della cultura degli Stati Uniti a quel tempo, in bilico fra perdurante provincialismo da ex colonia e incipienti ambizioni di potenza globale. In più, con il suo comportamento e le conseguenze che ne derivano nel racconto, il personaggio di Daisy Miller metteva in questione la posizione sociale della donna, i modelli che ne definivano i ruoli, i rapporti di potere fra i generi in una società attraversata dai primi fermenti femministi. Il tutto in un miracoloso equilibrio fra la prosa scintillante e leggibile del primo James e la sottigliezza e l’ambivalenza che segneranno la sua fase più matura. -
Suono e arte. La musica tra letteratura e arti visive
Il libro raccoglie una serie di saggi su varie tematiche inerenti il linguaggio musicale e le sue molteplici relazioni con le arti visive e plastiche.rnrnLa narrativa, l’architettura, il teatro, affrontando anche alcune questioni fondamentali della riflessione estetica viste nella prospettiva specificamente musicale tra cui le categorie del Brutto e del Bello, del silenzio e del vuoto, del tempo e dello spazio. Tematiche eterogenee, dunque, che trovano tuttavia qui un’affascinante coesione in una reciproca permeabilità finalizzata ad aprire nuove prospettive di studio, a suggerire inediti percorsi di indagine, soprattutto a stimolare un approccio totalmente nuovo e originale all’ascolto, alla materia sonora, al linguaggio musicale. -
«Il falso originale». Un originale falso o l'ultima commedia di Goldoni?
Scovata in un mercatino dell'usato, malconcia, una stampa del 1796 fa riemergere una commedia singolare: si intravede il titolo, non il nome dell'autore, e la trama risulta ispirata a una vicenda scabrosa dell'Europa dei lumi. Si tratta del celebre affaire Spallanzani, in cui invidie brucianti e livorose ripicche tra scienziati di chiara fama diedero luogo a uno ""spettacolo"""", comico e inquietante al tempo stesso, che metteva a nudo le inconfessabili miserie della Repubblica delle Lettere. Non una commedia qualsiasi, forse non un autore qualsiasi: il carattere dei personaggi, alcune situazioni, l'abilità con cui è svolta la vicenda, la fisionomia stessa dell'edizione fanno pensare a Goldoni..."" -
Quando nacque l'Italia dei trasporti
Trent'anni fa, nel 1986, l'Italia approvò il suo primo Piano generale dei trasporti. Per la prima volta nella storia del Paese il sistema della mobilità veniva progettato come un complesso unitario, integrato, funzionale, collegato all'Europa, anziché come la sommatoria di una serie di modalità e di soggetti separati, in concorrenza tra di loro. Il Piano - il Piggittì, come si arrivò familiarmente a chiamarlo - forniva al tempo stesso gli indirizzi progettuali e gli strumenti normativi per metterli in atto. Non tutto quel che prevedeva fu realizzato. Le resistenze - settoriali, locali, corporative - furono molteplici e agguerrite, ma nel tempo gran parte-di quel disegno fu attuato. Soprattutto, il segno di quanto incise è in quella visione integrata dell'intero sistema dei trasporti che fu alla base dell'intuizione iniziale e dalla quale discendono ormai tutte le azioni successive nel settore. Questo libro - attraverso la documentazione di testimonianze dei protagonisti, resoconti parlamentari, articoli di quotidiani, testi successivi - ricostruisce il clima di quei giorni, dagli entusiasmi iniziali alle prime resistenze, dal fervore degli studiosi alle polemiche tra accademici, dal consenso parlamentare alla disgregazione del quadro politico, in un disegno complessivo nel quale spesso la cronaca incrocia la storia, raccontando però entrambe la nascita e l'affermazione di una cultura. -
Quando cultura e politica salvarono Venezia. Giacomo Boni e il destino di Venezia tra Otto e Novecento
La fama di Giacomo Boni (1859-1925) è legata soprattutto alle sue indagini archeologiche sul Palatino e al Foro Romano. Prima però di trasferirsi a Roma, Boni acquisì profonde competenze tecniche sull'edilizia veneziana, specie quella più antica, che gli consentirono di esprimere giudizi precisi e documentati sui lavori di restauro condotti a Venezia nella seconda metà dell'Ottocento su monumenti quali la Basilica di San Marco e il Fondaco dei Turchi. Legato alla sensibilità e alla cultura della conservazione di cui John Ruskin fu uno dei massimi esponenti, Boni intervenne attivamente nel vivace dibattito che tra Otto e Novecento oppose quanti volevano operare rivoluzionarie trasformazioni al tessuto urbanistico veneziano - compresa la costruzione di ponti per congiungere la città storica alla terraferma per renderla il più possibile «una città come le altre» - a quanti, come Pompeo Molmenti e Camillo Boito, volevano invece conservarne la specificità urbanistica e il carattere di insularità. -
Bombe d'acqua. Alluvioni d'Italia dall'Unità al terzo millennio
Il libro delinea la storia idraulica, civile e politica della ""questione idrogeologica"""" italiana, dall'unità ai nostri giorni. Il problema, sempre più pressante e talvolta drammatico, è stato quasi sempre affrontato anteponendo l'urgente all'importante, senza cognizione del passato e visione del futuro. Liberato dalle catene cronologiche, il racconto del libro riunisce tempi e luoghi diversi nell'ambito di paradigmi tematici, disegnando una narrazione avvincente dove le genti, la politica, gli scienziati e i tecnici sono assieme protagonisti e vittime, salvatori e salvati, illusionisti e dannati. Le diverse sfaccettature del problema sono filtrate attraverso una lente scientifica razionale e unitaria, esponendo anche la prospettiva con cui si potrebbe affrontare la questione.""