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Il secolo greve. Alle origini del nuovo disordine mondiale
Mattia Ferraresi evidenzia il filo rosso che lega la spirale protezionistica, il sovranismo, la chiusura delle frontiere e il trionfo del populismo europeo, per consegnarci uno spietato ritratto del mondo attualernrn""Le recrudescenze dei nazionalismi, il mito dello strongman, la ruggente politica dell'identità sono scomposte conseguenze di un disagio: sottovalutarlo significa voltarsi dall'altra parte nella speranza che gli impresentabili populisti vengano sconfitti e la malattia scompaia da sé""""rnrnIl secolo greve è l'era di Donald Trump, dei nazionalismi europei e dei partiti anti-qualcosa, il secolo social e «populista» che mette in questione l'assodato e afferma l'indicibile. Se una politica grossolana mostra i segni anticipatori di un Occidente meno equo, meno libero e meno giusto, concentrarsi su di essa, come ormai d'abitudine, restituisce soltanto l'immagine di un sistema impazzito e incomprensibile. Rifiutando ogni semplificazione, Mattia Ferraresi individua dagli Stati Uniti all'Europa i segni più profondi del cambiamento, sulle tracce del tarlo che sta erodendo istituzioni e liturgie delle democrazie liberali e con esse le nostre sicurezze. Si scopre così che «non sono le invasioni» dei nuovi barbari a minacciare la cittadella liberale, sono le fondamenta stesse a dare segni di cedimento»: gli scricchiolii si propagano dalle nostre esistenze fino alle poltrone più ambite della Casa Bianca, in un crescendo di bassezze e spaesamento, una vera e propria perdita di senso, che è la cifra del nostro tempo."" -
Il crocifisso di Araceli. Dalle Prealpi a Vicenza. Itinerari di scultura lignea medievale. Ediz. a colori
Il programma ""Restituzioni"""", promosso e curato da Intesa Sanpaolo, nella sua XVII edizione ha portato a un importante lavoro di ricerca e al restauro del Crocifisso di Araceli, scultura devozionale lignea risalente all'epoca medievale. Nonostante il crocifisso sia giunto fino a noi in buone condizioni conservative, l'attento lavoro di recupero e osservazione ha permesso comunque di fare delle interessanti scoperte, offrendo nuovi spunti di riflessione. Dopo essere stata esposta a Milano per la mostra """"La bellezza ritrovata. Caravaggio, Rubens, Perugino, Lotto e altri 140 capolavori restaurati"""", questa preziosa scultura lignea è ora in procinto di tornare a Vicenza, sua città d'origine. Qui, prima di venire riconsegnata alla Chiesa di Araceli in Cristo Re, sede antica del crocifisso, sarà ospitata nelle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari nell'ambito di una mostra più ampia, dislocata in diverse sedi, che approfondisce il periodo storico-artistico del XIII e XIV secolo."" -
Elio, l'ultimo dei Giusti. Una storia dimenticata di resistenza
Frediano Sessi restituisce alla memoria collettiva una storia di resistenza civile rimasta nascosta sotto la polvere del silenzio. La vicenda di un uomo per cui resistere non ha voluto dire schierarsi ma «rischiare la propria vita per proteggere altri che non facevano parte della sua famiglia e dei suoi amici o conoscenti».rnrnProtagonista di questa storia è un contadino toscano di vent’anni che si è sempre dichiarato «fuori dalla contesa» e non ha scelto di unirsi alla resistenza. Nella primavera del 1944 Elio assiste a uno scontro tra fascisti e partigiani. Tra questi, due restano feriti. Quella sera vengono portati alla sua cascina. Nonostante il coprifuoco, Elio è deciso a salvarli. Attacca i buoi a un carro e nella notte percorre molti chilometri per portarli al sicuro. Quando fa ritorno a casa, la trova circondata dai fascisti. Qualcuno ha fatto la spia. Elio sa chi è stato. Viene imprigionato e torturato, ma non parla. Internato a Fossoli, poi a Bolzano-Gries, è deportato a Mauthausen. Dopo alcuni giorni al campo principale, finisce nell’inferno di Gusen. La dura prigionia non lo piega e anche nel lager la sua condotta rimane coerente: aiutare chi può a sopravvivere è un punto fermo. Dopo la liberazione, Elio riprende lentamente la sua vita in campagna. Incontra spesso chi lo ha tradito e fatto deportare, ma sceglie di non denunciarlo. Non protesta nemmeno quando il suo nome sparisce dalle commemorazioni della battaglia di Montorsoli e il suo atto eroico cade nell’oblio. Dimenticato da molti, muore nel gennaio del 2004. Frediano Sessi restituisce alla memoria collettiva una storia di resistenza civile rimasta nascosta sotto la polvere del silenzio. La vicenda di un uomo per cui resistere non ha voluto dire schierarsi ma «rischiare la propria vita per proteggere altri che non facevano parte della sua famiglia e dei suoi amici o conoscenti». -
Disinformazia. La comunicazione al tempo dei social media
Siamo noi a controllare l’informazione grazie alla rete? A ben vedere, il «rumore di fondo» ha preso il sopravvento, disorienta i cittadini e ne influenza le decisioni. rnrnUndici anni fa «Time» incoronò persona dell’anno «You»: «You control the Information Age. Welcome to your world» si leggeva in copertina. Ma è davvero così? Siamo noi a controllare l’informazione grazie alla rete? A ben vedere, il «rumore di fondo» ha preso il sopravvento, disorienta i cittadini e ne influenza le decisioni. Vaccinare i propri figli, iniziare una terapia medica, fidarsi della scienza o lasciare che si insinui il dubbio, mettendo in discussione certezze ormai acquisite? E come agire da elettori consapevoli? È possibile operare una scelta ponderata sottoposti come siamo al fuoco di fila di notizie inesatte, falsi allarmismi, parole di odio? Francesco Nicodemo prova a smascherare in questo libro le distorsioni che agiscono sulla nostra percezione della realtà. In ballo vi è la vittoria tra due visioni contrapposte: un mondo ripiegato su se stesso e sulle sue paure, che propone ricette anacronistiche a problemi sempre nuovi, e uno aperto, ottimista, orientato al progresso. Sullo sfondo, una profonda convinzione: la risposta più decisa deve arrivare dalla politica. In che modo? «Coinvolgendo, dialogando, usando in maniera costruttiva le potenzialità offerte dal digitale, facendo sentire ciascuno protagonista di un progetto comune». -
Dialogo e silenzio
L’incessante estendersi delle tecniche di comunicazione è tramite di arricchimenti dei comunicanti: ma fino a quando incrementa la persona secondo le sue costitutive dimensioni di intelligenza e libertà, entro le quali ordina se stessa nei propri atti e le realtà con le quali si relaziona. Quando la decrementa significa che è decaduta in falsificazioni e incomunicabilità sino ai conflitti più gravi. Le più totalizzanti invasioni tecnico-scientifiche non possono infatti desostanziare le energie costitutive della persona, ma, al limite, solo tentare di ometterle, secondo traiettorie orientate a derive di subumano. In questo lavoro dei suoi vent’anni l’autore ha mirato al cuore stesso di tali problemi: la societarietà costitutiva della persona come dialettica di logos ed eros. -
Il viaggio dell'eroe. Da Atene alla Magna Grecia, dal racconto all'immagine. Ediz. a colori
Leggere i vasi dipinti giunti a noi dal mondo classico richiede tempo, è un'attività contemplativa. Le iconografie sono spesso complesse, il loro significato difficile da decodificare. Ma la serie di informazioni che essi danno a chi li osserva con attenzione sono straordinariamente ricche, sorprendenti e affascinanti. Le ceramiche magnogreche esposte nella mostra ""Il viaggio dell'eroe"""", decorate da scene dipinte di eccezionale qualità, consentiranno uno straordinario viaggio nelle vicende mitiche degli eroi greci, da Achille ad Aiace, da Eracle a Teseo. La selezione dei vasi è focalizzata su due temi principali: l'eroe nello spazio del mito e l'eroe nello spazio dell'uomo. """"Il viaggio dell'eroe"""" appartiene al progetto """"Il Tempo dell'Antico"""", ciclo espositivo dedicato alla valorizzazione della raccolta Intesa Sanpaolo di ceramiche attiche e magnogreche. In questa occasione la mostra verrà esposta, in un allestimento rivisitato, nella Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino."" -
Dieci lezioni sul buddhismo
Dieci lezioni dedicate ai temi centrali del buddhismo antico e del buddhismo zen, come dieci brevi riflessioni prive di presunzioni eurocentriche ma anche di intenzioni apologetiche. Per far emergere e mostrare, anche a un pubblico non specializzato, l'ampiezza e la profondità del pensiero buddhista, nonché la sua attitudine per una ricerca della verità dotata di metodi rigorosi ma esente da tentazioni dogmatiche. Questi caratteri moderni del pensiero buddhista si dispiegano, con incredibili ampiezze e profondità, già nei testi del buddhismo antico, ma si ritrovano, distillati con particolare intensità ed eleganza, nelle frasi fulminanti e nei concetti condensati del buddhismo zen che, più di tutte le scuole buddhiste, ha influito sulle arti della tradizione culturale giapponese, dal teatro N? alla cerimonia del tè, dal bonsai all'architettura, dalla pittura alla poesia. -
Damien Hirst. Treasures from the Wreck of the Unbelievable. Ediz. francese
La carriera artistica di Damien Hirst inizia alla fine degli anni ottanta, quando lavora alla curatela della nota collettiva Freeze. Da quel momento in poi produce una vasta serie di opere – dalle installazioni alle sculture e ai dipinti – attraverso le quali esplora le complesse relazioni tra arte, vita, scienza, bellezza, morte. Tra i suoi capolavori, noti anche al grande pubblico, lo squalo in formaldeide (1991) e il calco in platino di un teschio, ricoperto da quasi novemila diamanti (2007). La mostra di Palazzo Grassi e Punta della Dogana rintraccia il percorso dell’arte di Hirst, andandosi ad aggiungere alle grandi istituzioni museali mondiali che gli hanno dedicato importanti esposizioni. -
Damien Hirst. Treasures from the Wreck of the Unbelievable. Ediz. inglese
La carriera artistica di Damien Hirst inizia alla fine degli anni ottanta, quando lavora alla curatela della nota collettiva Freeze. Da quel momento in poi produce una vasta serie di opere – dalle installazioni alle sculture e ai dipinti – attraverso le quali esplora le complesse relazioni tra arte, vita, scienza, bellezza, morte. Tra i suoi capolavori, noti anche al grande pubblico, lo squalo in formaldeide (1991) e il calco in platino di un teschio, ricoperto da quasi novemila diamanti (2007). La mostra di Palazzo Grassi e Punta della Dogana rintraccia il percorso dell’arte di Hirst, andandosi ad aggiungere alle grandi istituzioni museali mondiali che gli hanno dedicato importanti esposizioni. -
Letteratura e giornalismo
Il bisogno di approfondire la conoscenza della letteratura contemporanea in prospettive rinnovate urge per i rapporti fra quest'ultima e il giornalismo. I due generi paiono oggi smarrire la coscienza dei propri caratteri di autonomia ed eteronomia e tralasciare la riflessione su statuti e origini comuni alla base della Modernità. È quindi fondamentale un percorso interdisciplinare che ne risvegli la consapevolezza critica. I contributi di alcuni fra i maggiori scrittori, critici, giornalisti, studiosi italiani e stranieri, direttori di supplementi culturali non solo chiariscono in modo originale aspetti teoretici e scelte capaci di orientare letture e informazione dei lettori, ma illuminano in modo insolito anche le ragioni della produzione letteraria e giornalistica di personalità come Benedetti e Bianciardi, Borsa e Gobetti, Campanile e Collodi, Fogazzaro, Giovannini e Giannini, José Martí e Fernando Pessoa, Pannunzio, Terra stesso e Zavattini. Contributi di: Daniela Marcheschi, Armando Massarenti, Franco Contorbia, Jaime Galgani, Alessandro Zaccuri, Nanni Delbecchi, Guido Conti, Franca Severini, Pina Paone, Fernando Molina Castillo, Sara Calderoni, Flavio Santi, Alessandro Viti, Caterina Arcangelo, Luisa Marinho Antunes, Alberto Marchi, Alberto Sinigaglia. -
Il destino dell'Occidente. Come salvare la migliore idea politica della storia
Le democrazie sono davvero al capolinea? Bill Emmott spiega perché hanno avuto successo, dove hanno fallito e come agire per ridare loro nuovo slancio. rnrn«Per evitare di ricadere negli stessi errori e scongiurare l'avvento di nuove crisi è indispensabile ricordare a noi stessi in cosa consiste davvero l'idea di Occidente e quali sono le sue reali implicazioni»rnrnPer lungo tempo l’Occidente ha rappresentato l’idea politica di maggior successo, grazie alla quale è stato possibile conseguire livelli di stabilità, pace e progresso impensabili in epoche precedenti. Oggi quest’idea è oggetto di pesanti minacce, non dall’esterno ma dall’interno.rnL’Occidente paga infatti lo scotto di una grave mancanza: aver smesso di garantire ai suoi cittadini quello che si aspettano dai propri governi – equità, prosperità e sicurezza. Si spiega così l’emergere di personalità e forze politiche che incarnano valori assolutamente antioccidentali. Valori che rischiano di distruggere le conquiste faticosamente raggiunte finora. Di fronte all’instabilità globale e alle tensioni economiche sembra che la reazione immediata sia chiudere i confini e far ricorso al nazionalismo xenofobo. Ma non è ancora troppo tardi per invertire questa tendenza. Bill Emmott esorta a resistere lasciando aperte la mente e le frontiere. Per più di cento anni filosofi e statisti hanno predetto la fine dell’Occidente che ha invece dimostrato flessibilità, capacità di adeguarsi ai cambiamenti e di evolversi. Se l’idea di Occidente prevarrà, dovremo perseguire con maggiore convinzione i suoi valori fondanti e tenere a mente un punto essenziale: senza apertura, l’Occidente non può prosperare; senza uguaglianza, non può durare. -
La rabbia e l'algoritmo. Il grillismo preso sul serio
Come funziona davvero il Movimento 5 stelle? Le idee, la struttura, i punti di forza e le debolezze del fenomeno che scuote le istituzioni. rnrn«La macchina del movimento è la traduzione politica di Netlfix e Google. Intercetta le preferenze degli utenti e dà loro esattamente quello che vogliono»rnrnEcco perché diventa fondamentale ristabilire la differenza tra una «politica dell’algoritmo», che privilegia la quantità e procede aggregando gli umori delle masse, e una politica della qualità, intesa come capacità di formulare una proposta fondata su contenuti e valori condivisi. In questo libro Giuliano da Empoli spiega le ragioni del successo del M5S e indica le tentazioni che le altre parti politiche devono lasciarsi alle spalle se vogliono porsi come alternative: quella giacobina – inseguire i grillini sul loro terreno, quella elitaria – attribuirne il successo all’ignoranza e alla manipolazione, e quella dorotea – asserragliarsi nel bunker del sistema, in un grande revival nostalgico della Prima Repubblica. Una sfida – sostiene l’autore – «ancor più impegnativa di Trump o del lepenismo perché, pur basandosi su umori molto simili, il M5S ha dato loro una forma politica assai più contemporanea». -
Ossessioni americane. Storia del lato oscuro degli Stati Uniti
Massimo Teodori descrive come nel tempo gli americani tradizionalisti con le loro ossessioni abbiano trasformato il patriottismo in nazionalismo e l’amore per la propria comunità in razzismo, senza riuscire mai a portare un loro uomo alla Casa Bianca fino alla vittoria di Trump nel 2016.rnrnLa storia degli Stati Uniti non è solo la brillante vicenda di una democrazia aperta, di una società ricca e all’avanguardia del mondo contemporaneo. Accanto all’America come luogo della libertà che amiamo, c’è un lato oscuro, dove le paure e le ossessioni hanno dato corpo negli ultimi due secoli a movimenti politici e sociali capaci di segnare un risvolto dell’identità nazionale. La storia degli Stati Uniti, allora, è anche quella dei nativisti – ossessionati dalla «supremazia bianca» –, dei populisti – cantori dell’America profonda custode delle virtù tradizionali in declino –, degli isolazionisti – che tra le guerre mondiali si rinchiusero nel nazionalismo dell’«America First» contro la guerra a Hitler –, e degli autoritari – che fiorirono in tutte le stagioni fino al Red Scaredegli anni venti e al maccartismo degli anni cinquanta. Massimo Teodori descrive come nel tempo gli americani tradizionalisti con le loro ossessioni abbiano trasformato il patriottismo in nazionalismo e l’amore per la propria comunità in razzismo, senza riuscire mai a portare un loro uomo alla Casa Bianca fino alla vittoria di Trump nel 2016. Il libro conclude che, quali che siano i tentativi autoritari, l’America resta una società aperta che rispetta la democrazia e i diritti civili perché il suo sistema politico e costituzionale possiede gli antidoti per reagire ad ogni abuso di potere presidenziale. -
Amori e altri soprusi
Sadismo e masochismo segnano i rapporti tra Gloria Laguidara e Sebastiano Bellopede, detto Jano: una relazione tormentata, nella quale la sottomissione di lui si prolungherà sino alla fine. rnrnLa menzogna è la professione più praticata, ma è difficile, impossibile da onorare sempre e ovunquernrnUna vicenda che si apre con l’incontro tra la fascinosa diciottenne Gloria e il ventiduenne Jano per le vie e le spiagge del loro paesino, Letojanni, in provincia di Messina. Da lì, i due si trasferiscono a Roma, lui avvocato e lei studentessa di legge. Il loro destino, che contempla il matrimonio, non prevede però una comune attività professionale: sotto la protezione del compaesano Michelangelo Curtà, alto magistrato, Gloria abbraccia la carriera di impiegata per poi diventare dirigente statale, mentre Sebastiano continua a crescere professionalmente, sino al giorno in cui la compagna lo abbandona per trasferirsi a Milano. Ritiratosi al paesello, Jano osserva, da lontano, l’evolversi della vita della moglie, in attesa di qualcosa che, fatalmente, avverrà: un evento tragico che toglierà il velo alle menzogne e ci consegnerà un’ultima sorpresa, caricando sulle spalle di Sebastiano il peso degli amori, dei tradimenti e dei soprusi di un’intera esistenza. -
Le mie ragioni te le ho dette
Una storia popolata da tante vite che si incrociano, un romanzo corale che si snoda in due giorni a partire da un imprevisto. Qualcosa di non governabile che obbliga ciascun personaggio a fare i conti con gli altri e con se stessornrn«Com'è cominciato tutto?, era la domanda che Ambra aveva in testa. Ma tutto cosa? La vita non può essere una cifra tonda, semmai è un numero decimale, tanti frammenti confusi di cui alcuni meravigliosi.»rnrnrnLa prima volta che Flavia incontra il figlio di Mazzarella è nell’ascensore del Policlinico. Certo non immagina quali saranno le conseguenze, ma ecco fatto. È stata Ambra, sua madre, a procurarle il lavoro in ospedale. Ha chiamato Filippo Mazzarella per chiedergli aiuto e il passato che voleva nasconderle, all’improvviso, torna a ripercuotersi su tutta la famiglia. rnTanto tempo prima, Ambra si sentiva una combattente. Poi qualcosa si era messo in moto – oppure il contrario, qualcosa dentro di lei si era spezzato. Alla fine era riuscita a prendere una decisione e, chiusa quella storia clandestina, aveva portato avanti la gravidanza. Ventitré anni per tener fede al suo segreto, una pazzia, fino a quando non si sente in dovere di rivendicare i diritti di madre, seconda pazzia. Basta una telefonata per ribaltare ogni cosa. Un piccolo gesto che allunga la propria ombra su tutto il presente. Se Ambra non avesse chiamato Filippo, sua figlia non avrebbe conosciuto Alessandro, nulla fra loro sarebbe accaduto, lei avrebbe continuato a essere la donna che è, non si sarebbe messa a controllare il cellulare di suo marito e via via fino a tornare a quel pomeriggio in cui, trovato il numero di Mazzarella su internet, ha deciso di chiamarlo. Una storia popolata da tante vite che si incrociano, un romanzo corale che si snoda in due giorni a partire da un imprevisto. Qualcosa di non governabile che obbliga ciascun personaggio a fare i conti con gli altri e con se stesso. Mariti inquieti, giovani amanti, figli ribelli, madri bugiarde e mogli distratte. Ognuno a rincorrere le sue ragioni. -
La guerra dei Murazzi
Finalista al Premio Chiara 2018rnCon eleganza, delicatezza e una trepidazione che non diventa mai sentimentalismo, Remmert racconta esistenze, minime e trascurabili come la nostra, mostrando il punto in cui, magari per una volta nella vita, diventano incandescenti.rn«Mia nonna diceva che per vivere bastano tre regole, e sono tutti divieti da applicare a se stessi: non oziare, non incolpare, non lamentarti»rnrnEnrico Remmert è il cantastorie delle vite qualsiasi che si incrociano e si intrecciano in quel luogo dell’anima – pieno di pericoli e possibilità, di scelte e rischi – che è la Notte. A ciascuno dei suoi personaggi è offerta una scelta. Si può essere eroi o vili, si può fuggire o restare, si può combattere o nascondersi. Tutto nella Notte si decide: soprattutto l’amore. E così l’autore raduna, in una Torino più magica che vera o in una Cuba più sognata che reale, una folla di personaggi, ciascuno legato a un destino al quale vuole aderire o dal quale vuole liberarsi. Un buttafuori albanese, una ragazza cubana, un parrucchiere giapponese, un gruppo di hooligan inglesi, due serbi allevatori di cani, e tanti altri: su di loro incombe la Storia con tutto il suo peso inerte e la sua pressione senza volto. Con eleganza, delicatezza e una trepidazione che non diventa mai sentimentalismo, Remmert racconta queste esistenze, minime e trascurabili come la nostra, mostrando il punto in cui, magari per una volta nella vita, diventano incandescenti: e si trasformano, o bruciano. -
Il silenzio dell'altopiano
Tra le più sofisticate espressioni del genere nordico degli ultimi anni, il romanzo di Steinar Bragi mescola in modo brillante elementi ispirati alle saghe nordiche a ingredienti tipici del thriller psicologico scandinavo che, strizzando l’occhio all’horror e al fantastico, riflette sulle ombre del nostro tempornrn«La versione islandese di Twin Peaks.» - Correnrnrn«Un autore che padroneggia tutte le sfumature e le ombre del genere.» - Gomorron Sverigernrn«Un brillante thriller psicologico, che fonde abilmente i miti dell'Islanda e la sua natura mozzafiato con un'acuta riflessione sul nostro presente.» - PolitikenrnrnUna natura che dà le vertigini, gente e luoghi che appaiono per poi scomparire, sassi, acqua, poche piante, muschi, licheni, uccelli e insetti, niente di complesso. La sola cosa complessa in quel deserto era il contenuto delle loro menti.rnrnrnA bordo di una jeep carica di alcol e provviste, due coppie di Reykjavík si sono lasciate alle spalle la città con le sue tensioni per avventurarsi nel silenzio delle lande desertiche dell’entroterra islandese. Lontani da tutto, dispersi tra distese di pietre battute dal vento e circondati dall’inospitale paesaggio vulcanico, i quattro amici perdono l’orientamento e, dentro una nebbia densa e scura, finiscono per schiantarsi contro una grande casa che, dal nulla, si materializza all’improvviso davanti a loro. I due vecchi abitanti li accolgono per la notte, ma lì fuori si percepisce la presenza quasi fisica di una minaccia. Sono solo le volpi artiche o è qualcosa di più inquietante? E il pericolo è solo all’esterno o anche tra le mura di quell’apparente rifugio, nelle pieghe di un’amicizia che nasconde tensioni irrisolte? Col passare delle ore, l’altopiano si fa cassa di risonanza di ogni loro pensiero, mentre la natura con cui desideravano riconciliarsi all’inizio del viaggio perde rapidamente qualsiasi seduzione e romanticismo, rivelandosi ostile e violenta, uno spazio selvaggio e crudele dove le regole della civiltà non hanno più alcun valore. Avvolti da una foschia che cancella i confini fra terra e cielo, i quattro finiscono in una sorta di limbo fra la vita e la morte, incapaci di contrastare il pericolo che si fa sempre più palpabile intorno a loro spingendoli a tornare continuamente a quella casa misteriosa con i suoi bizzarri inquilini. -
Storia di alberi e della loro terra
Che legame può mai esservi tra la vita degli uomini e quella degli alberi? Come e quando i secondi influenzano i primi?rnrnOdiavo il radicamento e odiavo lo sradicamento. Vivevo come sospeso, con fatica quotidiana.rnrnNel 2004 Matteo Melchiorre pubblicò un piccolo libro: Requiem per un albero. Era la storia – una storia meneghelliana, fatta di dati, sì, ma anche di voci, parole, incantesimi, coincidenze, echi – dell’antico olmo che sorgeva maestoso sul limitare del paese di Tomo, presso Feltre, e che venne sradicato da un violento temporale. Melchiorre aveva appena ventitré anni, all’epoca, ed era un giovane storico in formazione. Quel piccolo libro fu notato, passò di mano in mano, fu letto da amanti della letteratura e da storici di professione. E corse voce: Melchiorre è uno speciale. Speciale per come unisce il rigore della ricerca e il talento nello «spostare» metaforicamente il racconto storico.rnOggi, dopo i riconoscimenti ricevuti dal magnifico La via di Schenèr, Melchiorre ha ripreso in mano quel piccolo libro, l’ha più che raddoppiato di mole, ha affiancato all’antico olmo altri alberi – pioppi, ippocastani, tigli – e altre, tante, storie; si è affidato al proprio talento di rabdomante della memoria, e di quel giovanile gioiello ha fatto un elegante, maturo monile: un libro vorticosamente affascinante. Giulio Mozzi -
Il liberty e la rivoluzione europea delle arti. Dal Museo delle Arti Decorative di Praga. Catalogo della mostra, (Trieste, 23 giugno 2017-7 gennaio 2018). Ediz. a colori
Il catalogo della mostra si articola in due sezioni. Nella prima, costituita da cinque saggi specialistici, si raccolgono i contributi dei curatori della mostra ospitata al Castello di Miramare e di diversi storici dell'arte del panorama internazionale. Aprono i curatori Lucie Vlckova e Radim Vondracek che propongono una prima, ampia trattazione su quel grande fenomeno culturale, artistico e sociale che fu lo Stile Liberty o Art Nouveau. Viene sottolineata l'innovazione del nuovo stile, che si pone in una condizione di rottura con il passato affrancandosi dai modelli artistici ottocenteschi e dalle scuole di pensiero storiche. Non solo un'emancipazione dai canoni estetici tradizionali, bensì una riforma molto più ampia che arriva a coinvolgere la definizione stessa dell'arte e della figura dell'artista, a cui viene affidato un ruolo creativo che ambisce ad avere una ricaduta sulle condizioni sociali moderne. Seguono altri contributi. Il volume prosegue con il catalogo delle opere presenti in mostra: si tratta di manufatti e oggetti molto eterogenei, che afferiscono non solo al campo dell'arte ma anche alla sfera della vita quotidiana, della moda e del costume. Le parole dei curatori e di specialisti accompagnano questo ricco repertorio fotografico con approfondimenti tematici che consentono di collocare i singoli oggetti in una più ampia prospettiva, che prende in analisi non solo il mondo delle arti figurative ma anche quel contesto sociale in cui il nuovo stile internazionale riesce con naturalezza a integrarsi. Gli oggetti esposti sono divisi per categorie, a cui sono dedicate tredici sezioni: Associazioni artistiche, riviste e stile visivo; Pittura, scultura e arti grafiche simboliste; Motivi ornamentali e texture decorative; Gioielli in metalli preziosi; Vetro; Ceramica e porcellana; Metalli comuni; Giocattoli; Arredo d' interni e design del mobile; Arte tessile; Oggetti per la tavola in metalli preziosi; Abbigliamento; L'Arte del manifesto. -
L' impresario delle Smirne
Le numerose edizioni settecentesche che s'intersecano l'una con l'altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell'impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino a ora che si affrontasse la questione dell'edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all'ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall'autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l'evoluzione della singola opera fino al momento in cui l'autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell'interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna. Dalle pagine de ""L'impresario delle Smirne"""" emerge un volto del teatro, scrutato con abile leggerezza dalla penna di Goldoni: tra scherzi e ironie si esplora con """"puntualità"""" la vita materiale dell'universo del belcanto. Canterine e musici, """"virtuosissimi"""", affilano le proprie armi per acquisire un ruolo privilegiato in un'esperienza unica, che li porterà in un Oriente immaginifico. Contenziosi e schermaglie frastornano il ricco impresario, che abbandona sul nascere la bella ma pericolosissima avventura della scena e lascia in balia della sorte un manipolo di artisti, ai quali non resterà che rassegnarsi a fare """"compagnia"""" sotto la guida dell'attento conte Lasca, «amico di virtuosi, e di virtuose».""