Sfoglia il Catalogo feltrinelli008
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2121-2140 di 10000 Articoli:
-
Le meraviglie della natura. Introduzione all'alchimia
Dalla sua prima uscita nel 1975 e a dodici anni dall’ultima ristampa nel 2005, rivede la luce il libro forse più amato dai lettori dell’opera zolliana, intatto nella freschezza che sgorga dall’immersione dell’autore nelle meraviglie del mondo della vita. rnrn«Scienza tradizionale degli imponderabili» definì Elémire Zolla l’alchimia, esplorandola come un dizionario della qualità delle cose impressa nei poteri dei quattro elementi, nella simbologia dei numeri e negli archetipi riconosciuti nella loro natura primigenia di ritmi. Quando nella riedizione di Le meraviglie della natura (1991) Zolla aggiunse il capitolo Pensieri alchemici fra 1975 e 1990, la materia trattata s’incurvò come un arcobaleno a lambire le soglie del terzo millennio. Negli esperimenti sulla fusione fredda di Fleischmann e Pons, che nei primi anni novanta del secolo scorso la comunità scientifica internazionale aveva accolto per lo più con dileggio e alterigia, Zolla scorgeva ‘stranezze’ caratteristiche di certi processi alchemici, ad esempio che la fusione avviene a volte sì a volte no e quasi sempre in primavera. Una ragione in più per tuffarsi nei segreti della natura con la disposizione a «guardarsi d’attorno con esultanza». Infatti solo «a questo patto - si legge nel primo capitolo - sollevando una gleba odorosa, spiccando un frutto, contemplando le iridescenze di gioielli o di cascate, lo splendore d’un incarnato umano o d’una liscia pelliccia o d’una sfolgorante colata di metalli, forse si saprà sentire la presenza animatrice che ha plasmato e va plasmando queste materie». All’introduzione del 2005 Grazia Marchianò premette una postilla che inquadra i temi al cuore di Le meraviglie della natura negli inquietanti scenari cognitivi di un futuro alle porte. -
America. Un romanzo gotico. Cartoline da un impero in crisi
Come sarà l’America di domani? Quanto conterà sullo scenario internazionale? Sarà ancora un laboratorio sperimentale, anticipatrice di mode e culture da esportare? rnrnNegli Stati Uniti Riccardo Ruggeri ha lavorato e vissuto a lungo, costruendo una carriera che lo ha condotto ai vertici di importanti aziende. Oggi, da analista politico indipendente, sceglie di raccontarli seguendo alcuni «sensori» che sono diventati nel tempo la bussola con cui osservarne i cambiamenti: il mondo del business, la politica e gli aspetti culturali legati al territorio e alla società. Nascono così queste «cartoline», scorci raccolti nel corso degli anni, che compongono un ritratto variegato della realtà americana: dagli effetti di ciò che l’autore definisce Ceo capitalism, alla descrizione dell’America profonda e ai cupi scenari di American Gothic, da quello che considera il «luogo mito del paese mito», New York, fino alla crisi delle élite. Il libro è un invito a percorrere le strade d’America e a svelarne i segreti perché, scrive l’autore, «cercare di capire l’America significa tentare di comprendere anche cosa ne sarà dell’Europa e dell’Italia». -
Bellini e i belliniani. Dall'Accademia dei Concordi di Rovigo. Catalogo della mostra (Conigliano, 25 febbraio-18 giugno 2017). Ediz. a colori
Chi sono i collaboratori di un grande protagonista della pittura del primo rinascimento quale fu Giovanni Bellini? Come si formano, quale posto avevano nella produzione della bottega? Che cosa trassero e che cosa a loro volta tramandarono dalla frequentazione con l'artista tanto sublime per pensiero e per invenzione, per tecnica non meno che per precisione formale? Queste sono alcune delle domande a cui risponde il curatore in questa originale pubblicazione. -
Fergola. Lo splendore di un Regno. Ediz. a colori
Un grande lavoro di ricerca su opere e documenti ha consentito di realizzare la prima mostra dedicata a Salvatore Fergola (Napoli, 1796-1874), un grande protagonista dimenticato della pittura a Napoli negli anni della Restaurazione borbonica, dopo la dominazione francese. Fergola, ultimo pittore di corte, fu l'interprete principale dello slancio progressista e dello splendore di questo periodo; testimoni della sua grande versatilità sono i dipinti che raffigurano le cronache della vita di corte e degli eventi pubblici, ma anche le vedute, le marine, le scene di naufragio, i temi biblici, fino alle litografie e alla sua attività di editore di popolari giornali illustrati. -
Giorgio Lombardi. L'uomo e l'architettura. Ediz. a colori
Quando Giorgio Lombardi è scomparso, il 15 dicembre 2006, era nel pieno della sua attività professionale. Quella mattina stava recandosi a presiedere un convegno, da lui organizzato, sulla progettazione dell'area metropolitana di Venezia. Pochi mesi dopo un progetto del suo studio avrebbe vinto il concorso di idee per il riassetto dell'area dell'ex Ospedale Umberto I di Mestre. Dei quarant'anni della sua attività professionale, che ha spaziato in mezzo mondo, dall'Italia all'Iraq, dalla Francia all'America Latina, non c'è un'organica testimonianza scritta. Forse perché per Giorgio l'architettura non era esibizione muscolare, né affermazione del proprio ego professionale. Ma un paziente lavoro di tessitura e cucitura tra esigenze della società e interessi costituiti, di equilibrio tra conservazione e modernità, insito nella sua specializzazione di urbanista con una profonda conoscenza dei centri storici. Il volume rimette insieme, con le voci dei protagonisti e la raccolta dei suoi testi e dei suoi lavori, le sue opere di architetto e urbanista, le sue passioni di storico dell'arte, con l'ambizione che riempia un vuoto di conoscenza della sua figura di ""architetto umanista"""", insolita nel panorama italiano, il cui ricordo è ancora, per coloro che lo hanno conosciuto e amato, fonte di insegnamento e scuola di vita."" -
L' orologio di Monaco. Con DVD video
La voce dell’autore – tanto nel libro, quanto nel film diretto da Mauro Caputo – guida lettori e spettatori tra pagine importanti della storia del Novecento, ma anche tra ricordi e riflessioni sulla sua travagliata esistenza e su quella della sua famiglia.rnrnCinque parenti ricevono ciascuno lo stesso tipo di orologio da tavolo, regalo di una vecchia zia. L’orologio è di poco prezzo, ma non senza pretese: quattro piccoli globi dorati girano in continuazione, segnando il passaggio del tempo. Nel corso degli anni i parenti, da veri ebrei piccolo-borghesi dell’Europa centrale, si sparpagliano in giro per il mondo, finché un giorno uno di loro, l’autore di questo libro, si mette alla ricerca dei congiunti, alcuni dei quali sono per lui dei perfetti sconosciuti. A poco a poco, scopre il mosaico della propria vita e di quella dei suoi familiari: storie di persecuzioni, amarezze e dolcezze, fedi incrollabili, inganni, aspirazioni. Ognuno dei racconti che compongono questa raccolta getta la propria luce sulla storia di un diverso antenato. -
Lutero l'eretico. La Riforma protestante vista da Roma
1517: Lutero, con le sue 95 tesi, dà l'avvio alla Riforma protestante. Questo libro racconta gli eventi che hanno segnato la scissione della Chiesa e presenta gli eventi dal punto di vista di entrambe le parti coinvolte. Un affresco nuovo e sorprendente della lotta tra mentalità e interessi che ha cambiato il mondo.rnrn«Un panorama opprimente di atteggiamenti sbagliati da entrambi i lati... Presentato in modo convincente.» - Heinz SchillingrnrnrnLutero nutriva un odio feroce per il «papa, questo porco del diavolo». I teologi romani, dal canto loro, non capivano cos’altro volesse quel monaco rozzo e immensamente vanitoso se non distruggere il Papato. E i devoti principi tedeschi avevano le loro buone ragionirnper sostenere il facondo predicatore d’odio. Così, fin da subito, indipendentemente dalle dispute teologiche che già allora pochi comprendevano, si tracciò la strada verso lo scisma nella Chiesa. Volker Reinhardt, utilizzando documenti vaticani finora trascurati, mostra come le radicirndello scisma non affondino nelle questioni religiose. L’autore ricostruisce per la prima volta i grandi incontri tra Lutero e il Papato, idealizzati e mitizzati dai protestanti, dal punto di vista romano, e rivela il motivo per cui spesso i papi non presero sul serio le grida che arrivavano dalla lontana Germania. -
Né centauro né chimera. Modesta proposta per un'Europa plurale
L'Europa è chiamata ad affrontare le sfide di una crisi economica che non accenna a finire e di una globalizzazione contrastata, mentre la vittoria di Donald Trump segna il ritorno della primazia assoluta delle sovranità nazionali e dà fiato agli argomenti di quanti contestano in radice gli assetti politico-istituzionali che aveva saputo sin qui costruire. Di allargamento in allargamento ""l'unione sempre più stretta"""" ha assunto connotazioni diverse e spesso contraddittorie, tra quanti guardano a ipotesi federali e quanti invece a una integrazione limitata alla libera circolazione di beni e servizi. Non si tratta di modalità distinte di uno stesso processo, da governare in maniera flessibile grazie a velocità differenziate, bensì di ambiti e percorsi separati, indipendenti e paralleli tra loro. Per recuperare una capacità di iniziativa, l'Europa deve riconoscersi plurale, formalizzando l'esistenza di due Europe: una più politica, tendenzialmente sovranazionale, e una intergovernativa circoscritta al mercato. Entrambe libere di muoversi, evitando interferenze e sovrapposizioni. Questo richiederà un grande sforzo negoziale, ma non c'è alternativa se si vuole davvero contribuire a ridurre l'attuale disordine mondiale, restituendo a una Unione rinnovata la voglia e l'ambizione di contare."" -
L' invenzione dell'autore. Privilegi di stampa nella Venezia del Rinascimento
La Venezia del Rinascimento contribuì originalmente a dare linfa allo statuto dell’autore grazie al suo sistema di privilegi di stampa concessi regolarmente agli scrittori che li richiedevano. Si tratta di un fatto non sempre noto, abituati come siamo a ricordare solo l’atto formale fondante il diritto d’autore, il Copyright Act emanato a Londra nel 1710.rnPotrà quindi sorprendere la variegata moltitudine di autori che si presentava a supplicare con orgoglio qualche forma di protezione alle opere che aveva concepito: accanto a pochi (e prevedibili) letterati o artisti sfilano agrimensori, maestri di calligrafia, medici-erborizzatori, empirici errabondi, «rasonati» (ragionieri), matematici, musici e altri ancora.rnTutte figure che avevano qualcosa di nuovo e peculiare da insegnare al lettore con opere d’invenzione che erano un distillato di saperi tecnici accumulati nell’eserciziorndi un mestiere o l’esito della passione di una vita.rnOpere in cui talvolta la parola stampata sconfinava nella materialità di invenzioni privilegiate insieme alla pubblicazione o di invenzioni che il testo intendeva illustrare. -
Silenzio elettorale
L'esordio nel poliziesco di uno dei più apprezzati giornalisti investigativi dei Balcanirnrn«Scrivo di tutto quello che conosco meglio, per cui tutti i miei libri, sia quelli già scritti sia quelli che intendo scrivere, sono ambientati a Osijek e in Slavonia. Ma la mia Osijek, in un certo senso, si è rimpicciolita. Si sta degradando, insieme all'intera Slavonia.» - Drago Hedlrnrn«Silenzio elettorale è un libro molto croato, nel quale si riconoscono perfettamente la mentalità locale e i meccanismi sociali e culturali, che sono descritti attraverso un'indagine convincente, con dettagli credibili e personaggi molto vicini alla realtà.» - Jutarnji ListrnrnLe elezioni sono un terreno scivoloso; come nel calcio, si gioca fino all'ultimo minuto. E quando si tratta di politica, tutto è possibile.rnrnrnAll’alba di un bel giorno di primavera, Igor Kožul percorre la riva della Drava in bicicletta, contemplando l’acqua color dell’argento che scorre lenta e pigra ai piedi della città di Osijek, ancora addormentata. Il silenzio e la natura che lo circondano smorzano l’angoscia dei ricordi di guerra che sembrano non volerlo lasciare, ma quando il suo sguardo cade sul corpo senza vita di una ragazzina, abbandonato lungo la riva, l’incanto si spezza brutalmente, facendolo riprecipitare nei suoi incubi. Le indagini sulla morte sospetta della ragazza dall’identità sconosciuta sono affidate all’ispettore Vladimir Kovač che, al contrario dei suoi colleghi, non è affatto convinto che si tratti di un suicidio. Con una vita privata piuttosto ingarbugliata e un divorzio imminente, Kovač, non è dell’umore migliore per dedicarsi con lucidità a un caso che tutti danno per risolto e già archiviato, ma l’incontro con Stribor Kralj, giovane giornalista dall’innata passione per la giustizia, gli apre nuove prospettive, convincendolo a fidarsi del suo istinto. Nonostante le pressioni dall’alto vadano per entrambi in tutt’altra direzione, nei giorni incandescenti che precedono le elezioni, Kovač e Kralj individuano una pista che porta direttamente agli ambienti più in vista della società cittadina, in particolare alla cerchia del candidato che tutti i sondaggi danno per favorito. In una caccia al colpevole che alla ricerca della verità mescola la critica sociale, puntando il dito su un sistema politico irrimediabilmente corrotto, il giornalista e il poliziotto, insieme, potrebbero riaprire una campagna elettorale il cui finale sembrava già scritto. -
Baby Blues
Con una prosa viscerale, a tratti rabbiosa, e con scandaloso humour, Elisa Albert consegna un ritratto di donna contemporanea scissa tra gli obblighi da cui si sente circondata: maternità, matrimonio, emancipazione femminile, complicità (e odio) tra coetanee. «»Nemmeno l'uomo migliore della terra può curare la solitudinernrn«Charles Bukowski scrisse che preferiva la gente che urla mentre sta bruciando. E nessuno brucia, o urla, come Elisa Albert - donna brillante e dark, che non ha paura della propria rabbia» - Shalom Auslanderrnrn«Elisa Albert scrive con magnifica precisione e furiosa arguzia a proposito di matrimonio, maternità e amicizia, illuminando questi territori familiari con lampi di rivelazione» - Jenny Offillrnrn«Osceno, spericolato, brutale, ma soprattutto vero» - Merritt TiercernrnÈ passato un anno da quando Ari ha messo al mondo un bimbo e ancora, in questa nuova fase della sua esistenza, non riesce a trovare un posto per se stessa (e per le sue inquietudini di eterna ragazza). Una tesi di dottorato che non finisce mai, il trasloco da New York al tranquillo tedio della provincia, un marito troppo immerso nella propria carriera e con il quale raramente si sente in sintonia, Ari è come un albero senza radici, in lotta per non fare appassire i suoi rami.rnNel suo animo non sembra esserci spazio per la gentilezza, il suo linguaggio è crudo, il suo sguardo sul mondo, e soprattutto sulle donne della stessa età, è disincantato, a volte perfino feroce. Finché accanto a lei, nelle case vittoriane dal fascino délabré, viene a stabilirsi Mina, ex star di un’oscura rock band, incinta di nove mesi, che diventa per Ari un modello di femminilità riuscita: è spregiudicata, indipendente, interiormente libera dall’imperativo di diventare una mamma perfetta. Tra le due, ruvide al punto giusto per detestarsi prima e attrarsi poi, sembra poter nascere un’amicizia che risarcisca Ari delle incomprensioni che hanno appesantito la sua vita. Con una prosa viscerale, a tratti rabbiosa, e con scandaloso humour, Elisa Albert consegna un ritratto di donna contemporanea scissa tra gli obblighi da cui si sente circondata: maternità, matrimonio, emancipazione femminile, complicità (e odio) tra coetanee. Ne nasce un grido liberatorio che sprigiona tutta l’energia necessaria per riuscire a tirare avanti, ritrovarsi, ricostruire -
La vita senza Sara Amat
A Sara Amat – tredici anni e una promessa d’amore racchiusa nel nome – Ullastrell, il paesino nell’entroterra catalano dove è cresciuta, sta stretto. Sara vuole andarsene, conoscere il mondo e, in attesa di mettere a punto il suo piano di fuga, una sera d’inizio settembre finisce per nascondersi nella casa di Pep, uno degli amici del gruppo delle vacanze. Quando la trova nella sua stanza, Pep – un anno di meno – non crede ai suoi occhi. Sara è seduta ai piedi del letto, e respira, profuma,rnnon riempie più solo i suoi sogni (gli è sempre piaciuta), ma uno spazio concreto. La decisione è presto presa: Pep, orgoglioso e confuso, e sempre più pazzo di Sara, si prenderà cura di quella ragazzina ribelle che lo stordisce con la sua dolce malizia, e custodirà il loro segreto. Passeranno insieme dodici indimenticabili giorni, perdendo il senso del tempo nella stanza che era statarndei nonni, assorti tra le pagine di Tolstoj, uniti dalla magia della lettura. Mentre la fine dell’estate si avvicina, e con essa la fine dell’infanzia, Sara – che per Pep è la guerra e insieme la pace di cui leggono nel grosso libro trovato su uno scaffale della libreria – lo guiderà per mano tra i misteri della grande letteratura, e della vita. -
Il controsgobbo
Si respira, in questo romanzo di Alessandro Canale dalla trama virtuosisticamente ingegnosa, l’aria allegra e morale, cinica e pietosa, della migliore commedia all’italiana. E ci si innamora di una folla di personaggi.rnrn«Ma se i trasteverini fossero andati dal suo amico con tenaglie e sparachiodi, quanto avrebbe resistito quel poveretto prima di dire che l'autore di tutto era stato Duilio Sciobbica, con annessi indirizzo, numero di telefono e codice fiscale?»rnrnDuilio Sciobbica detto Mortaretto («perché se pijo fòco faccio i bòtti» spiega lui), attrezzista saltuario a Cinecittà, gestore con la moglie ex prostituta della trattoria Ventre de Vacca, ladro dalle mani d’oro a cui nessuna serratura resiste, è un uomo assennato e prudente. Eppure, dodici anni fa ha realizzato un leggendario controsgobbo, anticipando – peraltro senza saperlo – una grossa rapina già programmata da altri; e se si è salvato dalle vendette è solo perché è finito cinque anni in galera per tutt’altri motivi. Mai più vorrebbe riprovarci, ma di fronte al rischio che la sua nuova rispettabile vita di oste, marito e padre vada in fumo, ci riprova. Finendo per imbattersi in un Male molto più orribile di qualsiasi furto, e ritrovandosi imprevedibilmente – ma con gusto – nei panni del giustiziere. Si respira, in questo romanzo di Alessandro Canale dalla trama virtuosisticamente ingegnosa, l’aria allegra e morale, cinica e pietosa, della migliore commedia all’italiana. E ci si innamora di una folla di personaggi. -
Mi chiamo Sara, vuol dire principessa
Con un ritmo trascinante e una voce potentissima, Violetta Bellocchio ci regala una protagonista senza precedenti nella narrativa italiana, per un romanzo che accompagna il lettore in un lungo viaggio alla scoperta della verità su se stesso.rnrn«Violetta Bellocchio racconta la vita degli altri e ti aiuta a capire cosa vuoi fare con la tua.» - Tiziano Ferrornrn«Avevo sedici anni, ero più profonda dell'acqua del mare, più forte di qualsiasi dubbio: io ero le mie gambe magre, la mia pelle bianca, la mia bocca dipinta di rosa, il sangue rosso nelle mie vene, l'abito d'oro che stava facendo di me una star, una donna, un'immagine. Io ero fatta di luce.»rnrnSara arriva a Milano nell’autunno del 1983. È sola. È bella. Ha quindici anni. Vuole essere presa sotto la protezione di Antonio, un deejay bravo a lanciare attori e musicisti di nessun talento. Viene scelta, proprio lei, per dare corpo all’ultima idea di lui: “la rosa di vetro”, una principessa bianca che canta musica elettronica. Così Sara diventa Roxana, una stella del videoclip, con la voce di un’altra al posto della sua. E poi diventa la donna di Antonio, il segreto più prezioso di un uomo adulto. Lui la chiama bimba, animale, anima gemella. Lei impara a muoversi in un mondo fatto di residence, discoteche, studi televisivi e massacranti tournée estive, dove il denaro viene accumulato e bruciato con la stessa facilità, e il trucco è sempre “guardare più lontano”. Ma nel frattempo sta crescendo un’altra Sara, una ragazzina curiosa e selvatica, che non vuole dipendere da nessuno. Un’artista. E quando le due metà di Sara entrano in conflitto, solo la più forte è destinata a sopravvivere. -
Il paradiso riconquistato. Trame d'oro e colore nella pittura di Michele Giambono. Ediz. a colori
Il ritorno alle Gallerie dell'Accademia del cosiddetto Paradiso di Michele Giambono, dopo il recente impegnativo restauro, viene festeggiato con la temporanea riunione di dodici dipinti e una scultura. La mostra e il catalogo, come recita il titolo, dedicano particolare attenzione agli aspetti materici che caratterizzano l'operatività delle botteghe artistiche del tempo e dove Michele, ancora una volta, offre un contributo originale. -
La zaratina. La tragedia dell'esodo dalmata
Dopo l’8 settembre 1943 su Zara italiana, in Dalmazia, fino ad allora quasi risparmiata dalla guerra, si scatena l’inferno. Erano ventimila a Zara. Quattromila sono moprtio sotto le bombe. Gli altri sono sparsi per il mondornDecine di pesanti bombardamenti angloamericani radono praticamente al suolo la perla veneziana, occupata dai tedeschi, mentre la popolazione civile, prevalentemente di lingua e cultura italiana, fugge dove può: chi nella madrepatria, chi nelle campagne, vivendo di stenti ai margini di una città fantasma. Quando i partigiani di Tito entrano a Zara nell’autunno del 1944, contro la superstite popolazione italiana divampa la pulizia etnica con fucilazioni, uccisioni orrende, violenze, soprusi. Una famiglia italiana cerca di resistere come può, e ci riesce, aggrappata alla vita, ma alla fine è costretta a dividersi per sempre e ad abbandonare tutto: la terra natale, i beni, soprattutto le speranze giovanili infrante dalla guerra. Tutto è cambiato, compresi i sentimenti: il futuro non sarà come era stato sognato. Di là dal mare Zara è ormai diventata Zadar. -
L' ombra della madre. Tre donne sole
Una storia intensa e dolorosa, quella raccontata da Marina Corradi, che anticipa le vicende di molte altre famiglie di oggi, travagliate o spezzate. Ma che testimonia come, dentro a una dura battaglia con la malattia e la solitudine, si possa ritornare a sperare.rnrnUna famiglia borghese nella Milano anni Sessanta, una bella coppia, due bambine, attorno l’Italia lieta del boom economico. Sembra che non manchi niente, e che tutto debba andare bene, ma lentamente le ombre si addensano in casa Brot, si approfondiscono, come crepe che si allargano in vecchi muri. L’amore silenziosamente si svuota, si alzano le voci nei primi litigi, si allargano i silenzi. Le due figlie però crescono in apparenza perfette, come la loro madre, di cui tutti ammirano l’eleganza e la bellezza, e che entrambe adorano.rnLa tempesta inizia in un giorno come gli altri, da un particolare da niente: il leggero zoppicare della sorella maggiore, colto dalla madre, affacciata alla finestra. La tempesta sulla famiglia Brot è feroce, e si consuma in pochi mesi. Poi si allontana, lasciandosi dietro le sue rovine di solitudine e alienazione. La casa nel cuore di Milano è come un’isola nell’oceano: nessuno attorno pare accorgersi di nulla. Una storia intensa e dolorosa, quella raccontata da Marina Corradi, che anticipa le vicende di molte altre famiglie di oggi, travagliate o spezzate. Ma che testimonia come, dentro a una dura battaglia con la malattia e la solitudine, si possa ritornare a sperare. -
Lo scultore della seta. Roberto Capucci, il sublime della moda. Ediz. illustrata
A Roberto Capucci, tra i grandi padri della moda italiana, alla sua arte e al suo genio artigiano è dedicato il nuovo titolo della collana «Mestieri d'arte». La sua storia è ben nota agli studiosi, esperti e appassionati di moda e costume. Nato a Roma nel 1930, il maestro debutta ufficialmente a Firenze in occasione delle prime sfilate di moda organizzate da Giovanni Battista Giorgini e inaugurate da un evento ospitato il 12 febbraio 1951 nella villa di famiglia nel cuore della città. Inizia così l'ascesa del mito Capucci: le sue non sono solo creazioni di alta moda, abiti in tessuti preziosi per le star di Hollywood e le rappresentanti dell'aristocrazia romana e del jet set internazionale, ma vere sculture, straordinarie architetture in tessuto. Già negli anni Ottanta è antesignano della contemporaneità: i suoi abiti destano ammirazione e fanno scalpore, sfilano sulle passerelle di tutto il mondo e sono presenti nei musei e nelle istituzioni d'arte più importanti, dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma alla Schauspielhaus di Berlino, da Palazzo Strozzi a Firenze al Kunsthistorisches Museum di Vienna, fino alla Biennale d'Arte di Venezia. Un percorso unico: dall'arte all'altissima artigianalità, in oltre settant'anni di attività ininterrotta l'intera carriera del maestro è emblema di un savoir-faire di assoluta eccezione. Ancor oggi la sua creatività si esprime vivissima e densa di suggestioni visionarie soprattutto nei disegni, di cui il volume presenta una selezione di grande fascino e bellezza. Grazie alla ricostruzione esaustiva e appassionata di Gian Luca Bauzano, firma del «Corriere della Sera», giornalista, studioso e curatore di moda, costume e musica, da sempre molto vicino a Roberto Capucci, grande amico e conoscitore della sua vita e della sua opera, il volume ci restituisce il ritratto di un grandissimo artista-artigiano: un vero ""tesoro vivente"""", secondo la poetica definizione che in Giappone si usa dare ai più grandi maestri. L'autore ci offre un racconto intessuto di ricordi personali, che si dipana anche attraverso le immagini dei più celebri abiti di Capucci e dei suoi disegni, tratti dall'incredibile corpus di opere autografe. Un libro che vuol essere in primis un tributo a un'eccellenza che è vanto per il nostro Paese, ma anche «una sorta di poetico manuale per giovani creativi», come osserva Franco Cologni: perché Roberto Capucci, raffinato interprete dell'alta maestria italiana, «ha saputo scrivere parole che oggi i giovani dovrebbero imparare a memoria: arte, mestiere, talento, competenza, lavoro, visione, coraggio, bellezza»."" -
Fino a prova contraria. Tra gogna e impunità, l'Italia della giustizia sommaria
In una repubblica giudiziaria gogna e impunità marciano unite. Quale prezzo paga il nostro paese per l'anomalo ruolo dei giudici nella vita delle persone e delle aziende?rnrn«Nei dibattimenti senza fine i processi si celebrano sulle pagine dei giornali, le vittime apprendono l'arte del vivere con lentezza, i colpevoli restano a piede libero nell'attesa di una sentenza che li assicurerà - forse, un giorno - alla giustizia che non c'è.»rnrnrnDa qualche decennio è in corso un processo all'apparenza irreversibile: la trasformazione del nostro paese in una repubblica giudiziaria, dove giustizia e politica si intrecciano, si confondono, si equivalgono. Il giusto processo somiglia sempre più a una santa inquisizione in un sistema dai tempi pachidermici che lascia la vittima senza risposte e il colpevole impunito. Annalisa Chirico descrive le origini di tali storture mettendone a fuoco i pericoli e le ricadute sulla libertà dei cittadini e sulla competitività del paese. Al grido di «resistenza costituzionale», certe frange giudiziarie hanno condotto mille crociate in barba al principio della separazione dei poteri. Oggi impazza il «populismo penale», cavallo di battaglia di quanti, nell'agone politico, alimentano la falsa credenza del giudiziario come lavacro per la società intera. Il magistrato assume di volta in volta il ruolo dell'imprenditore, del sindacalista, dello scienziato, addirittura del legislatore, in una «giudicatura» che infligge il colpo di grazia al primato della politica. -
Per il verso giusto. Piccola anatomia della canzone
Con la prefazione di Francesco Bianconi.rnPerché tutte le canzoni sono in realtà canzoni d'amore? Come può l'ascolto di un brano di pochi minuti trasformarsi in un'esperienza estetica il cui piacere spesso non siamo in grado di definire? Come si esercita la creatività nel dar vita a melodie sempre nuove, pur avendo a disposizione solo 7 note? Da dove parte e come lavora un songwriter? Quali sono i ferri del mestiere e come cambiano a seconda dei generi? Simone Lenzi ci guida alla scoperta dei segreti della canzone, che non è fatta semplicemente di belle parole per una bella musica.