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Domani ci sarà un bel sole
Il volume si compone di due parti: la prima è un testo autobiografico tradizionale, un racconto spontaneo, da cui emergono l'autenticità e la fedeltà di Barbara a valori che riteneva irrinunciabili: la famiglia, il lavoro, l'amore, l'onestà, l'impegno civile. La seconda parte assume la forma del diario: non il diario frutto di rielaborazioni a tavolino, ma la condivisione, immediata e incisiva, delle proprie emozioni, dei propri pensieri attraverso i ""post"""" su Facebook. La prima parte ci consente di entrare con discrezione nel mondo di Barbara, ma è la seconda che ci folgora con la sua graffiante vitalità, che ci stordisce con la sua umanità. La sofferenza trasforma la vita di Barbara, la libera da ogni egoismo, le permette non di trovare il senso, il perché di ciò che le succede, ma di darglielo lei stessa quel senso: la vita come dono di sé agli altri. Lo sguardo va oltre la malattia e si allarga al timore per le sorti del pianeta, allo sconcerto per la politica nel nostro paese, all'interesse per la cultura, per le trasformazioni della società, alle emozioni suscitate in lei dalle vite di amici, alla serenità che ritrova in un'alba, in un tramonto, nei fiori, nel cielo blu."" -
Cuneo in mostra. 22 racconti (1979-1991)
I testi raccolti in questo volume - in forma di racconti - portano il segno di un percorso, di una proposta. Testimoniano il modo con cui la città è stata letta, indagata, descritta. Complessivamente, ci raccontano qualcosa su Cuneo e molto su quanto Cuneo pensa di sé, e gli altri pensano di noi. L'intenzione è stata di aprire nuove possibilità di comprensione della città e del territorio che vi è riflesso, di suggerire piste di indagini, di tirare fuori dai ripostigli polverosi oggetti, storie e idee. -
Leitmotiv. Un mondo inverosimile ma intanto possibile
L'isolamento ha avuto un effetto dirompente sulla voglia di Claudio Califano di fissare sulla carta emozioni, riflessioni e di farne partecipi gli altri... È scaturito questo volumetto, un qualcosa che sta fra la cronaca e il diario del lockdown... Il titolo che l'autore ha dato al suo lavoro è ""Leitmotiv. Un mondo inverosimile ma intanto possibile"""". Ambivalente il sottotitolo perché da una parte considera inverosimile l'esperienza della quarantena, che a tutti è parsa tale, ma dall'altra indica una volontà di guardare oltre, di andare avanti con un occhio alla saggezza del passato per trarne insegnamenti per il futuro, di voler continuare a sognare un mondo diverso che inverosimile forse nel recente passato può aprirsi oggi, causa la pandemia, a soluzioni politiche, economiche, finanziarie che solamente dieci anni fa sembravano utopie irrealizzabili."" -
Frammenti di ricordi verruesi
Ricordi che si perdono nella notte dei tempi, ascoltati nei ""roo"""", gli antichi crocicchi dei borghi o mentre, d'inverno, si vegliava nelle stalle, oppure ai tavoli delle """"piole"""" e delle bische o, ancora, nelle serate di """"ribota"""", riaffiorano alla memoria, come in un vecchio solaio, ricompaiono vecchi oggetti, coperti di polvere. L'autore, attraverso la presentazione di """"personaggi"""" del suo territorio, ha voluto, con il suo stile di velata ironia, riproporre un lontano mondo contadino, al quale è affettivamente legato, fatto di tanto lavoro, guerre, povertà, valori, e tante burle. Quando si lavorava molto e ci si divertiva con poco..."" -
In limine. Due saggi sulla poesia italiana del Novecento
I due capitoli che compongono il volume seguono una traccia unitaria, all'interno della tradizione poetica italiana del secolo scorso, finalizzata all'ascolto di caratteri essenziali e fondanti della cosiddetta ""specificità novecentesca"""". Si tratta anzitutto dei temi del limite e del Nulla. Il Novecento qui rappresentato ha a che fare con problemi di ordine teoretico e con questioni e forme della vita. Le esperienze del limite e del Nulla valgono per un discorso tanto inquieto quanto aperto a possibilità plurali di esistenza nella configurazione dell'esserci. E la poesia presa in esame offre talune risposte radicali. Fra teoresi del dubbio, della perplessità e aporie conoscitive, sono qui tentate due zoomate ricognitive fedeli a un costante confronto critico e bibliografico."" -
Il ritorno del guerriero. Guarire l'anima dopo la guerra
La guerra è un'esperienza di distruzione e violenza che infligge ferite invisibili che causano sofferenza e menomazioni come quelle fisiche. I veterani che portano questa ferita sono più di quanti immaginiamo, ma per molti motivi la loro condizione rimane nascosta agli occhi dei più. Per la loro cura Tick propone una strategia olistica che cerca di integrare i trattamenti clinici con interventi umanistici, dedicati al conforto e alla restaurazione dello spirito ferito. La narrazione è una chiave centrale di questa strategia, perché ""le storie restituiscono la verità agli individui e alla società."""" Da millenni, infatti, il raccontare è un passo necessario del ritorno del guerriero praticato nelle culture di tutto il mondo. Perché le storie dei reduci non cadano nel vuoto, la società civile deve ascoltare e condividere il bagaglio di esperienza dolorosa, accettando la responsabilità dei conflitti che si preferisce ignorare, magari chiamandoli """"missioni di pace"""". Il libro indica una via e un metodo per costruire attorno al racconto dell'esperienza un processo olistico di condivisione, espiazione e riconciliazione che può essere una potente medicina per l'anima ferita dalla guerra."" -
La mia cara libertà e altri racconti
Quattro racconti uniti da un'atmosfera e un linguaggio comuni. Mutano di volta in volta le situazioni, i personaggi, gli eventi narrati, che condividono il senso di una crisi diffusa - dai rapporti amorosi e interpersonali ai meccanismi della vita sociale e lavorativa. Si cerca di trovare una soluzione nella distanza e nel distacco: miraggi di una vita libera altrove, a New York, o di un'ultima estate fra amici su un'isola greca. -
Condominio Belvedere
Un affresco ad acquerello, uno spaccato di vita quotidiana che si intorbida di segreti inconfessabili. -
Il buio che illumina
Nelle poesie di Annamaria Fenoglio ritroviamo il potere catartico della scrittura che ispira la collana ""Le zattere"""": il filo rosso che unisce storie molto diverse, ma – a ben vedere – unite dalla volontà di reagire alla sofferenza, di resistere alle onde, di costruire con la scrittura la zattera che condurrà fuori dalla tempesta. In apparenza fragile, Annamaria nelle poesie si trasforma e diventa fiamma che brucia, vento che sconvolge. Una metamorfosi straordinaria, frutto misterioso della scrittura: l'alchimia, la capacità di trasformare i punti deboli in punti di forza, la paura in volontà di combattere."" -
Esplosione di emozioni
Scrivere per conoscersi, per accettarsi, per affrontare le difficoltà, per volersi bene: con questo obiettivo è stato attivato nel 2020 un laboratorio di scrittura autobiografica presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell'Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo. I risultati ottenuti sono molto soddisfacenti, sia in termini quantitativi, per la buona adesione da parte dei pazienti (un centinaio), sia e soprattutto in termini qualitativi. In questo volume sono raccolti alcuni dei testi realizzati dai partecipanti, scelti tra quelli ritenuti più efficaci e più rappresentativi dell'intensità dell'introspezione. Sono stati suddivisi in sezioni tematiche: la scrittura, la bellezza e l'arte, la ricerca del sé, la solitudine e la relazione con gli altri, la natura, la casa e la famiglia. -
In cattiva luce
Il protagonista racconta più di mezzo secolo, vissuto prevalentemente a Milano: dalla “Milano di Rocco e i suoi fratelli” e del “Ponte della Ghisolfa” a quella degli chef stellati, attraverso la Milano degli anni di piombo e gli anni della Milano da bere. Il percorso è compreso tra il 1957 e il 2020, tra due pandemie: l’Asiatica ne segna l’inizio, con la morte di un compagno di scuola, il Covid ne segna la fine con la morte della madre. La narrazione procede tra le due perdite, entrambe vissute come ingiustizie destinate a rimanere impunite: l’adolescenza in periferia, gli studi tecnici, quelli universitari, l’attività politica, l’amore. Altri due momenti, questa volta ravvicinati, sono decisivi: quello in cui il protagonista rifiuta la responsabilità di essere padre e quello in cui sceglie la lotta armata e la clandestinità, restandone disilluso e deluso ben presto, ma comunque troppo tardi per tornare ad una vita “normale”. Dopo decenni, il dolore e l’indignazione per la morte della madre in una Rsa sembrano condurlo nuovamente a scelte estreme. -
Ancora qualcosina su fotoromanzo e dintorni. Atti di un sesto di giornata di studi. Ediz. italiana e francese
Il fotoromanzo è stato spesso denigrato, a volte per la sua forma artigianale e la povertà dell'iconografia e degli intrighi, a volte per i suoi contenuti, spesso stereotipati, popolari, teneri, sentimentali e sensazionalistici. Comunque sia, il fotoromanzo costituisce uno dei rari e nuovi generi artistici apparsi dopo la seconda guerra mondiale, un po' come, si potrebbe dire, la poesia concreta, i graffiti o anche l'art-video. Lo stato genericamente inedito del fotoromanzo basterebbe di per sé a farne un interessante oggetto di studio, dotato di un suo potenziale estetico che gli conferisce uno statuto autonomo di genere (para)letterario. -
Il giorno in cui Gesù uccise Babbo Natale e altri racconti
Un genitore che svolge un compito al posto del figlio e fa di tutto per non venire scoperto dalla maestra del bambino; un uomo che per ottant’anni riceve la visita della Madonna che gli chiede di rivelare al mondo i suoi messaggi ma si rifiuta costantemente; un padre che ha tragicamente perso la figlioletta per il quale, quando rivela di averne visto l’immagine, comincia un incubo surreale; un anziano e severo professore in pensione che, come forma di volontariato, decide di difendere la lingua italiana con metodi piuttosto radicali; un sacerdote che, per tenere desta l’attenzione dei bambini durante le messe, farcisce le prediche di personaggi fantastici, ma sotto Natale si fa prendere la mano; un rigidissimo dipendente comunale che deve vagliare la bontà degli interventi di un gruppo di famosi intellettuali a un rinomato evento e forse è troppo zelante... Sono questi, e altri, i personaggi e i luoghi di una serie di racconti spiazzanti, divertenti e inquietanti che invitano a osservare la realtà con occhi diversi e suggeriscono che l’irrazionale è in mezzo a noi. Basta guardare con attenzione. -
Leo e la voce dal mare
Leo è un ragazzo svogliato che tende a saltare la scuola per preferire le camminate lungo il mare. Durante una di queste gli capita di soccorrere un naufrago, Mehdi, che dopo avergli raccontato la leggenda dell'anello di re Salomone, prima di morire gli affida una parte di quel gioiello, da lui ritrovata, e una missione da compiere: cercare Alì, un mercante di tappeti di Goldenburg, vendergli l'anello e con metà del ricavato aiutare i suoi familiari a fuggire dalla guerra siriana. Per Leo inizia così un avvincente viaggio verso il nord Europa alla ricerca di un uomo, di un anello d'oro, di un tesoro, ma soprattutto alla scoperta di se stesso. -
Ricettario familiare sulle colline di Langa. Attraverso i piatti e le ricette di famiglia tornano i ricordi, le immagini e le consuetudini di una cucina che dà valore al tempo
"Ho vissuto la vita di casa e di famiglia fino a quando i tempi del lavoro e della crescita personale mi hanno portato altrove, ma sono rimasto profondamente legato a quelle piccole e grandi consuetudini che avevano la cucina e la tavola come spazi e dimensioni privilegiate. Man mano che gli anni passavano, il ricordo di quei piatti tornava prepotentemente alla ribalta ed è per questo che ho provato a tornare indietro nel tempo, a scavare nella memoria più profonda e a individuare i profumi, i sapori e le emozioni di allora. Non è stato un esercizio di pura nostalgia, ma la risposta tangibile e preziosa a un bisogno di concretezza e stabilità che si fa strada in un'epoca in cui tutto sembra virtuale e nulla appare così reale da dare segnali di certezza e di rassicurazione. Nel ripercorrere un rapporto con il cibo semplice e immediato emergono con chiarezza i tre caratteri essenziali di quella cucina: il legame stretto con la stagionalità, l'origine territoriale degli ingredienti e un modo di cucinare che attribuiva valore al tempo. Forse anche per questo appaiono così rassicuranti. Chissà se per andare avanti non dovremo tornare un po' indietro?""""" -
Mi vesto del tuo sogno
In un mondo dominato dalla tecnologia che è andata oltre la sua funzione di supporto, rischiando di trasformare i rapporti umani e banalizzando l'essenza stessa del sapere umanistico, queste pagine di vita, reale e idilliaca, rappresentano un cammino. La meta che l'autrice si prefigge di raggiungere è il superamento della frattura generazionale attraverso un confronto vivace, scorrevole e non senza ironia, tra i temi eterni della vita: dall'amore alla solitudine, dalla ricerca di sé alla fede, rivisitati alla luce dell'insegnamento di quelle radici culturali indispensabili per evitare la ""glaciazione tecnologica"""" (E. Gioanola). Cercare l'uomo nell'uomo secondo Dostoevskij è più che mai necessario oggi nella """"marea dell'oggettività"""", nel trionfo di un'apparenza che cela il vuoto, il malessere esistenziale, la disperazione. Così come lo è scoprire la grande Poesia e - accecati dalla ricerca freneticadi oggetti sempre più attuali e subito desueti - accorgersi, con lieta meraviglia, che ci si può sentire appagati dalla sua luminosa bellezza, eternamente validae giovane. Età di lettura: da 12 anni."" -
Urlo grafico. Commenti grafici alle notizie dal mondo (2021). Vol. 10
Da quando Urlo Grafico è apparso sulle scene, Fabrizio Piumatto ha dato alle stampe centinaia di vignette, che messe in fila tratteggiano una decade di attualità politica, sociale, economica, raccontata con la rarefatta ironia del suo autore. Questi dieci anni di Urlo Grafico hanno un valore che va ben al di là dal numero di copie vendute. È un valore che un tempo si sarebbe definito ""politico"""": un atto di presenza e, perché no, di resistenza. In questi anni Fabrizio Piumatto si è concesso la libertà di mettere nero su bianco la sua presa di posizione creativa mosso dall'urgenza di esprimersi, senza farsi condizionare da nessuna logica di mercato, preoccupandosi solo di lasciare tracce solide, reali, concrete. In una parola: perseveranza. Questo volume è il decimo della serie e raccoglie tutte le tavole grafiche realizzate nell'anno 2021."" -
Il Dente del Gigante
«Si sedettero tutti e tre a gambe incrociate. Intorno a loro, il verde degli alpeggi: l’erba buona, che fa buono il latte, che fa buona la fontina. Natura. Tanta natura. E un bellissimo silenzio, interrotto solo dai fischi delle marmotte». Caterina ha sei anni, Martino otto. Accompagnati da una guida alpina d’eccezione – la loro mamma – si divertono a scoprire le meraviglie e i segreti della montagna, in generale, e di Courmayeur, in particolare. Una storia da leggere, ma anche da ascoltare, grazie al QRcode all’interno del libro. Età di lettura: da 5 anni. -
Una camera a Paradiso
Luca ha appena dieci anni quando muore per la prima volta. Mentre percorre come ogni giorno i viali del camposanto, dove lo aspetta il sorriso di Rita, un oscuro dettaglio attira la sua attenzione: l’immagine su una lapide raffigura un ragazzo che non solo gli somiglia ma porta anche il suo stesso nome. Da quel momento inizia per il protagonista un rapporto di confidenza con il lutto, in cui la visione della morte marca talmente la sua realtà da spingerlo a dialogare con i defunti che trasporta durante il suo lavoro. A chi gli domanda di cosa si occupasse prima di avere a che fare con gli scomparsi, Luca risponde con disarmante semplicità: «Non ricordo di aver mai fatto altro». La scoperta d’essere gravemente malato lo costringe però a riconsiderare il rapporto con la vita: il legame con i genitori, le stagioni dell’amore, il peso della memoria, il senso sfuggente dell’esistenza e la coscienza inquieta di dover prima o poi osservare oltre il baratro. Ma l’inaspettato incontro con Laura, al padiglione numero 5 dell’ospedale cittadino in cui vengono assistiti i malati terminali, trasforma il suo viaggio interiore in un vero viaggio con destinazione Paradiso, in Svizzera... -
Dall'alba al tramonto. Viaggio in venti quadri
Può succedere, del tutto casualmente, che un'intenzione si trasformi fino a diventare altro rispetto all'incipit e scoprire che in questa metamorfosi essa ha conservato un ritmo narrativo che somiglia da vicino a un percorso autobiografico. Allora i vari pezzi del mosaico trovano, pur nella loro autonomia, un ordine che li tiene assieme come graffiti pescati in un arco di tempo che è passato e presente. In questo controluce è possibile avvistare la mutazione sociale, economica e culturale di un paese, non emendata da vizi e virtù seppure letta con l'occhio della memoria che sovente concede spazi di benevolenza che non alterano la sostanza. Alla fine sopravvive il progetto di un com'eravamo e come siamo che non fa sconti e allo stesso tempo non pretende di impartire lezioni lasciando che siano i fatti a fornire un quadro complessivo di un'epoca che alcuni rammentano perché c'erano, altri per averne sentito parlare o per averne trovato tracce sparse. Al centro campeggia la seconda metà del '900 con sconfinamenti in questo secolo. Un cammino accidentato con tutte le euforie e le delusioni, i ripensamenti e i rimpianti, le gioie e le amarezze, le intuizioni e gli errori.