Sfoglia il Catalogo feltrinelli010
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2321-2340 di 10000 Articoli:
-
Ades a t al degg me. «Da dove viene»: etimologie divulgative. Vocaboli genuini da preferire
"L'etimologia suscita curiosità. Così ho pensato non fosse inutile raccogliere un certo numero di vocaboli della lingua bolognese cittadina, indicando l'origine di ciascuno in modo elementare e non specialistico, con esclusivo intento divulgativo e senza un taglio scientificamente linguistico per il quale sarebbero necessarie competenze specifiche. Ho consultato dunque le opere di alcuni tra i più noti linguisti, ai quali sono quindi da attribuire le ipotesi etimologiche, che ho raccolto al fine di fornire al lettore un rapido strumento di consultazione. Nella seconda parte del libro, considerati questi tempi di cosiddetta 'italianizzazione selvaggia', ho raccolto un repertorio di lemmi dialettali che indicasse come si dice troppo spesso nella parlata odierna influenzata dall'italiano e come si direbbe usando invece un corrispettivo originale non preso a prestito dalla lingua nazionale."""" (Luigi Lepri)" -
Quando il gatto muore...
L'autore ci porta, una volta ancora, nel quotidiano di uno spazio dell'illusione dove si muovono i suoi variegati e improbabili personaggi. Il linguaggio, come pure la costruzione sintattica utilizzata, è, al solito suo, essenziale, con uno schema d'azione che si ripete nel cogliere noi lettori di sorpresa per la fantasia della storia. -
La diplomazia delle donne
Sino a pochi anni fa il termine ""ambasciatrice"""" non indicava una rappresentante all'estero del suo Stato di appartenenza, bensì la moglie dell'ambasciatore. Una questione lessicale apparentemente di poco conto ma che, al contrario, è carica di un forte significato simbolico. Eppure da Shéhérazade, la fanciulla protagonista de """"Le mille e una notte"""" - che grazie alla parola intelligente e alla magia dell'intrattenimento teneva a bada la scure del boia - alla Lisistrata di Aristofane - che guidava l'occupazione della Zecca da parte di donne stanche della guerra portata avanti dai mariti - la storia è ricca di figure femminili accostate alla diplomazia. Perché le donne hanno un modo di risolvere i problemi diverso, legato più al confronto e alla discussione con """"l'avversario"""" che allo scontro cieco e ostinato. È sulla base di questi principi che nel 1992 un gruppo di donne italiane, palestinesi e israeliane, organizzò il progetto """"Molte donne, un pianeta"""" per affrontare la questione israeliano-palestinese da un punto di vista diverso, femminile. Questo libro vuole fare memoria di quell'esperienza, riportandone gli atti e riflettendo su quanto, a quasi trent'anni di distanza, sia ancora applicabile a una situazione che nel tempo pare mutare per rimanere sempre la stessa."" -
In mano alla giustizia: il caso Cpl Concordia. L'odissea del cooperatore Roberto Casari
Quella conclusa con la sentenza passata in giudicato il 3 luglio 2020, a 5 anni dall'arresto del 3 luglio 2015, è una storia che tocca giustizia, economia e politica. Una storia di appalti, ambientata tra la provincia di Modena, culla del mondo cooperativo ""rosso"""", e la provincia di Caserta, considerata la casa madre dalla quale i tentacoli dei clan camorristici si sono espansi nella Penisola. Ma è soprattutto la storia di un uomo, con un nome e un cognome, un uomo-simbolo della cooperazione emiliano-romagnola che, dopo una odissea giudiziaria durata 5 anni, ha ottenuto la piena riabilitazione dall'accusa più infangante: quella di essere sceso a patti con i boss."" -
Dialetti emiliani e dialetti toscani. Dialetti emiliani e dialetti toscani. Le interazioni linguistiche fra Emilia-Romagna e Toscana e con Liguria, Lunigiana e Umbria. Vol. 1: Toscana e il confin...
"Questo corposo lavoro aggiunge un nuovo capitolo alla dialettologia italiana, nel mentre recupera gli elementi portanti di lunghi dibattiti, e viceversa sottolinea caratteri storicamente trascurati; costituisce inoltre un contributo tutt'altro che banale alla tipologia della mescolanza di lingue; sempre ricordando che tutte le lingue sono miste, ma che alcune lo sono di più"""" (dalla Prefazione di Luciano Giannelli). La frontiera regionale tra Emilia-Romagna e Toscana, grosso modo articolata lungo lo spartiacque appenninico, è al tempo stesso geografica, storica e linguistica, al punto che secondo vari autori la linea La Spezia-Rimini o La Spezia-Senigallia sarebbe il confine linguistico più netto di tutto il mondo romanzo. Tale idea sembra contraddire un'altra nozione tradizionale, quella di un «italo-romanzo» in cui far rientrare sia i dialetti dell'Italia Settentrionale sia quelli dell'Italia Centrale e Meridionale, comprese lingue minoritarie riconosciute da una legge dello Stato come ladino dolomitico, friulano e sardo. Per indagare e possibilmente risolvere questa contraddizione, Daniele Vitali propone di rivalutare il concetto di continuum che unisce fra loro tutti i dialetti romanzi, finché questi ultimi sono ancora studiabili perché non del tutto cancellati dalle lingue ufficiali. L'autore descrive i dialetti parlati lungo la Linea basandosi su registrazioni proprie o di collaboratori effettuate negli ultimi 20 anni e su una revisione critica della bibliografia disponibile. Le diverse descrizioni seguono una stessa struttura espositiva, così che risulta possibile valutare somiglianze e differenze non solo fra i dialetti parlati lungo il confine, ma anche fra questi e quelli dei rispettivi centri di riferimento, ossia i capoluoghi dell'Emilia e della Toscana settentrionale, nonché Genova e Perugia. L'aver descritto un numero elevato di dialetti consente di affrontare, nell'ultimo volume, alcune questioni evolutive generali e di proporre varie correzioni alla cartografia dialettale, abbozzando anche una classificazione delle lingue romanze che prescinde dai vecchi insiemi di raccolta con prefissi d'ispirazione sostratistica quali «ibero-, gallo-, italo-e daco-romanzo», abbandonati a favore di una visione che tiene conto di vicinanza geografica e interazioni storiche fra i vari sistemi. Appendice e consulenza fonetica Luciano Canepari." -
Dialetti emiliani e dialetti toscani. Dialetti emiliani e dialetti toscani. Le interazioni linguistiche fra Emilia-Romagna e Toscana e con Liguria, Lunigiana e Umbria. Vol. 2: Dialetti emiliani.
"Questo corposo lavoro aggiunge un nuovo capitolo alla dialettologia italiana, nel mentre recupera gli elementi portanti di lunghi dibattiti, e viceversa sottolinea caratteri storicamente trascurati; costituisce inoltre un contributo tutt'altro che banale alla tipologia della mescolanza di lingue; sempre ricordando che tutte le lingue sono miste, ma che alcune lo sono di più"""" (dalla Prefazione di Luciano Giannelli). La frontiera regionale tra Emilia-Romagna e Toscana, grosso modo articolata lungo lo spartiacque appenninico, è al tempo stesso geografica, storica e linguistica, al punto che secondo vari autori la linea La Spezia-Rimini o La Spezia-Senigallia sarebbe il confine linguistico più netto di tutto il mondo romanzo. Tale idea sembra contraddire un'altra nozione tradizionale, quella di un «italo-romanzo» in cui far rientrare sia i dialetti dell'Italia Settentrionale sia quelli dell'Italia Centrale e Meridionale, comprese lingue minoritarie riconosciute da una legge dello Stato come ladino dolomitico, friulano e sardo. Per indagare e possibilmente risolvere questa contraddizione, Daniele Vitali propone di rivalutare il concetto di continuum che unisce fra loro tutti i dialetti romanzi, finché questi ultimi sono ancora studiabili perché non del tutto cancellati dalle lingue ufficiali. L'autore descrive i dialetti parlati lungo la Linea basandosi su registrazioni proprie o di collaboratori effettuate negli ultimi 20 anni e su una revisione critica della bibliografia disponibile. Le diverse descrizioni seguono una stessa struttura espositiva, così che risulta possibile valutare somiglianze e differenze non solo fra i dialetti parlati lungo il confine, ma anche fra questi e quelli dei rispettivi centri di riferimento, ossia i capoluoghi dell'Emilia e della Toscana settentrionale, nonché Genova e Perugia. L'aver descritto un numero elevato di dialetti consente di affrontare, nell'ultimo volume, alcune questioni evolutive generali e di proporre varie correzioni alla cartografia dialettale, abbozzando anche una classificazione delle lingue romanze che prescinde dai vecchi insiemi di raccolta con prefissi d'ispirazione sostratistica quali «ibero-, gallo-, italo-e daco-romanzo», abbandonati a favore di una visione che tiene conto di vicinanza geografica e interazioni storiche fra i vari sistemi. Appendice e consulenza fonetica Luciano Canepari." -
Dialetti emiliani e dialetti toscani. Dialetti emiliani e dialetti toscani. Le interazioni linguistiche fra Emilia-Romagna e Toscana e con Liguria, Lunigiana e Umbria. Vol. 3: Dialetti liguri, Lu...
"Questo corposo lavoro aggiunge un nuovo capitolo alla dialettologia italiana, nel mentre recupera gli elementi portanti di lunghi dibattiti, e viceversa sottolinea caratteri storicamente trascurati; costituisce inoltre un contributo tutt'altro che banale alla tipologia della mescolanza di lingue; sempre ricordando che tutte le lingue sono miste, ma che alcune lo sono di più"""" (dalla Prefazione di Luciano Giannelli). La frontiera regionale tra Emilia-Romagna e Toscana, grosso modo articolata lungo lo spartiacque appenninico, è al tempo stesso geografica, storica e linguistica, al punto che secondo vari autori la linea La Spezia-Rimini o La Spezia-Senigallia sarebbe il confine linguistico più netto di tutto il mondo romanzo. Tale idea sembra contraddire un'altra nozione tradizionale, quella di un «italo-romanzo» in cui far rientrare sia i dialetti dell'Italia Settentrionale sia quelli dell'Italia Centrale e Meridionale, comprese lingue minoritarie riconosciute da una legge dello Stato come ladino dolomitico, friulano e sardo. Per indagare e possibilmente risolvere questa contraddizione, Daniele Vitali propone di rivalutare il concetto di continuum che unisce fra loro tutti i dialetti romanzi, finché questi ultimi sono ancora studiabili perché non del tutto cancellati dalle lingue ufficiali. L'autore descrive i dialetti parlati lungo la Linea basandosi su registrazioni proprie o di collaboratori effettuate negli ultimi 20 anni e su una revisione critica della bibliografia disponibile. Le diverse descrizioni seguono una stessa struttura espositiva, così che risulta possibile valutare somiglianze e differenze non solo fra i dialetti parlati lungo il confine, ma anche fra questi e quelli dei rispettivi centri di riferimento, ossia i capoluoghi dell'Emilia e della Toscana settentrionale, nonché Genova e Perugia. L'aver descritto un numero elevato di dialetti consente di affrontare, nell'ultimo volume, alcune questioni evolutive generali e di proporre varie correzioni alla cartografia dialettale, abbozzando anche una classificazione delle lingue romanze che prescinde dai vecchi insiemi di raccolta con prefissi d'ispirazione sostratistica quali «ibero-, gallo-, italo-e daco-romanzo», abbandonati a favore di una visione che tiene conto di vicinanza geografica e interazioni storiche fra i vari sistemi. Appendice e consulenza fonetica Luciano Canepari." -
Dialetti emiliani e dialetti toscani. Dialetti emiliani e dialetti toscani. Le interazioni linguistiche fra Emilia-Romagna e Toscana e con Liguria, Lunigiana e Umbria. Vol. 4: Terminologia e tras...
"Questo corposo lavoro aggiunge un nuovo capitolo alla dialettologia italiana, nel mentre recupera gli elementi portanti di lunghi dibattiti, e viceversa sottolinea caratteri storicamente trascurati; costituisce inoltre un contributo tutt'altro che banale alla tipologia della mescolanza di lingue; sempre ricordando che tutte le lingue sono miste, ma che alcune lo sono di più"""" (dalla Prefazione di Luciano Giannelli). La frontiera regionale tra Emilia-Romagna e Toscana, grosso modo articolata lungo lo spartiacque appenninico, è al tempo stesso geografica, storica e linguistica, al punto che secondo vari autori la linea La Spezia-Rimini o La Spezia-Senigallia sarebbe il confine linguistico più netto di tutto il mondo romanzo. Tale idea sembra contraddire un'altra nozione tradizionale, quella di un «italo-romanzo» in cui far rientrare sia i dialetti dell'Italia Settentrionale sia quelli dell'Italia Centrale e Meridionale, comprese lingue minoritarie riconosciute da una legge dello Stato come ladino dolomitico, friulano e sardo. Per indagare e possibilmente risolvere questa contraddizione, Daniele Vitali propone di rivalutare il concetto di continuum che unisce fra loro tutti i dialetti romanzi, finché questi ultimi sono ancora studiabili perché non del tutto cancellati dalle lingue ufficiali. L'autore descrive i dialetti parlati lungo la Linea basandosi su registrazioni proprie o di collaboratori effettuate negli ultimi 20 anni e su una revisione critica della bibliografia disponibile. Le diverse descrizioni seguono una stessa struttura espositiva, così che risulta possibile valutare somiglianze e differenze non solo fra i dialetti parlati lungo il confine, ma anche fra questi e quelli dei rispettivi centri di riferimento, ossia i capoluoghi dell'Emilia e della Toscana settentrionale, nonché Genova e Perugia. L'aver descritto un numero elevato di dialetti consente di affrontare, nell'ultimo volume, alcune questioni evolutive generali e di proporre varie correzioni alla cartografia dialettale, abbozzando anche una classificazione delle lingue romanze che prescinde dai vecchi insiemi di raccolta con prefissi d'ispirazione sostratistica quali «ibero-, gallo-, italo-e daco-romanzo», abbandonati a favore di una visione che tiene conto di vicinanza geografica e interazioni storiche fra i vari sistemi. Appendice e consulenza fonetica Luciano Canepari." -
L' avventura del Calderaro. I fantasmi di quota 568
Il territorio comunale di Castel San Pietro Terme fu investito con particolare violenza dagli scontri finali della Seconda guerra mondiale, fra l'ottobre del 1944 e l'aprile del 1945. Da est e da sud gli eserciti contrapposti si contesero palmo a palmo il terreno lungo la cosiddetta Linea Gotica. Lutti e devastazioni colpirono la popolazione civile fino all'agognata Liberazione. Fra le ferite mai rimarginate di quel periodo si annovera il rudere della chiesa di San Martino di Monte Calderaro. Le rovine di quella che un tempo fu una bella chiesa del circondario castellano sono oggi la testimonianza concreta dalla durezza dei combattimenti fra truppe alleate all'attacco e truppe tedesche al contrattacco: una drammatica realtà quotidiana, fatta di assalti all'arma bianca, di bombardamenti aerei e di artiglieria. Il libro narra le avventure di alcuni appassionati di storia militare che negli ultimi anni hanno studiato questa vicenda locale e hanno dato il via allo sgombero dei detriti della chiesa, con l'obiettivo di metterne in luce quanto più possibile la struttura originaria e predisporla alla migliore fruizione pubblica. -
Imperfetto ma autentico
Quanti giovani si sono rovinati commettendo un errore poi rimasto irreparabilmente legato a loro? È una delle domande che si pone Angela Lodi (fondatrice e anima della Casa Famiglia il Piccolo Principe) riflettendo sulla sua esperienza ultraventennale nel mondo del volontariato e delle comunità. L'autrice, in questo libro, attraverso le storie dei ""suoi"""" ragazzi cerca di spiegarci quanto il tendere una mano e l'interrogarsi sui problemi, abbandonando ogni forma di pregiudizio, possa essere il metodo di aiuto più efficace per chi si trova in forte difficoltà. Una raccolta intensa, capace di stupire ed emozionare grazie a storie """"imperfette ma autentiche""""."" -
Supplenti
Mi pongo un interrogativo kantiano: come è possibile Roma?"" sembra abbia detto una volta Franco Fortini arrivando nel caos di Termini. La stessa battuta si potrebbe ripetere per la nostra scuola. Questo romanzo racconta l'anno scolastico di tre trentenni che passano per tutte le stazioni della fantozziana via crucis cui vengono sottoposti i """"laureati in precariato"""": convocazioni affollate dove il prossimo ti appare """"sostanzialmente mostruoso"""", contratti collettivi temibili """"come la Sibilla"""" (cioè per ciò che non dicono), scrutinii più grotteschi di quelli usciti dalla fantasia di Mastronardi, Piani Educativi Individualizzati che hanno più livelli di lettura della Divina Commedia. Siamo in un liceo che ereditando lo spirito della morettiana Marilyn Monroe è intitolato a DiCaprio, ma nei cui corridoi rimangono ancora le insegne crepuscolari di mezzo secolo fa: fotocopiatrici che si avviano con un colpo di tacco alla Fonzie, armadietti pieni di garze scadute nei primi anni novanta, lampadine fulminate. Tra i reperti si contano anche gli ultimi insegnanti sadici vecchio stampo, come il fascista che vuol propinare ai ragazzi con problemi di apprendimento un progetto sui bersaglieri, e tipi intramontabili come l'Orlando Borioso, il professore che si finge un poeta bohémien """"ad baccaglium ficae"""". Gianna, Carla e Nicola oscillano tra il tentativo donchisciottesco di comunicare con gli alunni oltre le barriere di burocrazia e smartphone e la tentazione di imboscarsi mostrandosi occupatissimi, secondo l'esempio del collega che sfreccia di continuo per i corridoi con in mano """"una piccola risma di fogli"""" su cui non c'è scritto niente. La sua descrizione ricorda quella dei """"quartari"""" di Luciano Bianciardi, e forse non è un caso: l'ambientazione è toscana, e gli autori hanno un ottimo orecchio per i gerghi e i tic del lavoro culturale. Qui però la satira si scioglie in una comicità esuberante alla Tom Sharpe. Si può pensare che il suo oggetto sia stato irreversibilmente travolto dalla pandemia. Ma in realtà il dibattito pedagogico di quest'ultimo anno non ha fatto che estremizzare i caratteri metafisici del MIUR: dubitiamo che un romanzo sulla scuola italiana, soprattutto se parla così realisticamente di supplenti, possa diventare un romanzo storico."" -
Ernesto faceva le case
A squarciare l'incanto quasi soporifero delle terre piatte dalle grandi nebbie c'è il nitrito del signor Ernesto che faceva le case. È lui che, sbattendo il pugno sul tavolo, tiene le fila dei suoi racconti sentenziosi, che vanno a dipanare la matassa intricata degli Stringos, la sua famiglia. Libero ed Edera, rispettivamente classe 1880 e 1881, sono i capostipiti della dinastia, che si dirama nelle campagne romagnole, tra mezzadri e braccianti, tra lotte sindacali e chi ha scelto da che parte stare, senza tentennamenti. Storie di preti e di anarchici che si ritrovano in una cantina a bere vino rosso, di partigiani e di nomi di battaglia, di fuitine tra fienili e raccolti, di preti e di suore che pedalano per le strade o si nascondono negli anfratti della memoria. E soprattutto di galantuomini, ché una stretta di mano suggella più di un contratto. -
Nessuna coincidenza
A Boston un gruppo di giovani ricercatori si trova a cenare insieme dopo un'intensa giornata di lavoro. La serata pare trascorrere tranquilla, ma un evento arriverà a sconvolgere le loro vite. Una rapina finita male. Un proiettile vagante. Uno di loro è a terra e non si rialzerà mai più. Quella che è inizialmente catalogata da tutti, polizia compresa, come una fatalità, lascia invece perplessi gli amici della vittima, che decidono di indagare per conto proprio. Contemporaneamente, dall'altra parte del mondo, una scienziata del CERN di Ginevra viene aggredita e barbaramente uccisa sulla strada di casa. Il tutto parrebbe una semplice coincidenza, ma un dettaglio non lascia spazio al dubbio: le vittime erano segretamente in contatto da mesi. Trascinati in un turbinio di quesiti irrisolti e inaspettati colpi di scena, i giovani scienziati, capeggiati dalla determinata Samantha Horvath, cercheranno la soluzione a un mistero che si rivelerà molto più grande di loro. Ambientato nel mondo della ricerca scientifica, ""Nessuna coincidenza"""" è un thriller che porta il lettore a porsi diversi dilemmi etici, uno su tutti: è legittimo commettere atrocità in nome del progresso?"" -
Il giardinaggio insegnato ai bambini
Tutte le cose viventi sono collegate tra di loro, e così i fenomeni naturali. Partendo da questa convinzione, già ai primi del Novecento Lucy Latter sostiene che stare a contatto con le piante, la terra e gli animali che la abitano è un'esperienza insostituibile per l'educazione dei bambini, non solo fisica ma anche intellettuale ed emotiva. E che il metodo più efficace per imparare dalla natura, osservando e interiorizzando i suoi cicli vitali, è praticare il giardinaggio fin da piccoli, meglio ancora se a scuola, guidati dai propri maestri. In queste pagine che hanno precorso i tempi, coinvolgenti, dirette e ricche di tante indicazioni pratiche, prende forma il ""metodo Latter"""", in cui il giardinaggio diventa una vera e propria disciplina totale in cui convergono tutte le altre materie scolastiche, e gli alunni che vi si dedicano crescono con gioia e consapevolezza. Età di lettura: da 8 anni."" -
La musa
Raimondo Spallanzani, scrittore quarantenne, solitario e in crisi creativa, mette un annuncio: cerca una musa ispiratrice. Dopo varie candidate inadatte, si presenta al ""provino"""" una bellissima ragazza coi capelli rossi, appena maggiorenne, che risponde a tutti i requisiti. La giovane prende a frequentare casa di Raimondo. La sua presenza procura allo scrittore l'ispirazione di cui ha bisogno. Ma dinamiche perverse viziano la relazione, e gli eventi precipitano..."" -
Pagine ad alta voce. Teatro da leggere
Sia detto sottovoce, ma il libro che avete tra le mani è una specie di scandalo. Culturale, letterario; soprattutto teatrale. È lecito riunire in un solo volume una pièce alla Pinter e un'epopea emiliana scritta per Marescotti o Vito? È possibile esordire da sofisticati premi Riccione e maturare convintamente nazionalpopolari? In questo scandalo sta la singolarità di Maurizio Garuti, il cui talento per la narrazione e per la scena si può paragonare a quello di certi vecchi artigiani ormai introvabili. Garuti possiede tutte le doti che i teatranti cosiddetti sperimentali disprezzano senza averle: precisione, estro, senso istintivo dei tempi, amore per la verità concreta. E la sua vittoria giovanile sul loro terreno, riesaminata oggi, sembra quasi una sfida beffarda. È come se il drammaturgo, facendo il primo passo in pubblico, avesse voluto dire: ""Visto che ho le carte in regola? Adesso però basta, mi son già stufato"""". Eppure in questo Teatro da leggere c'è una coerenza. Prima di tutto, circola ovunque la stessa passione per la storia monumentale e materiale: quando si leggono o si ascoltano le battute novecentesche di Fox, il monologo sul Giro d'Italia del 1914 o le pagine sul mito di Garibaldi, si può star sicuri che ogni particolare illuminato dall'autore è veritiero, e acquista il significato tra personale e leggendario che gli dà chi di quella vicenda si considera un ultimo erede. Ma al tempo stesso, la raccolta è permeata dalla consapevolezza amara che gli eventi si perdono nella diceria quanto più ci si avvicina alle classi che la storia l'hanno subìta senza scriverla, faticando come bestie e rialzando il capo solo in rari attimi di comica, struggente testardaggine. Già nel dramma degli esordi, ciò che resta alle povere figure spaesate non è forse appena un po' di astuzia bertoldesca, che balugina a tratti nella routine della demenza? Ognuna di loro, come il maiale condotto a morte in un'altra pièce di straordinaria esattezza antropologica, """"ignora i dettagli, ma intuisce il senso"""". Che è il senso di uno smarrimento originario, indistinguibile dall'identità. """"Mi ricordo d'essere sempre stata in clinica"""" riflette Ester nella Casa dei ferrovieri. E chi mai, in quella Bassa che è forse l'unica vera musa di Garuti, può dire di esserne uscito?"" -
La genetica dell'anima. Fenomenologia, Taoismo e psicoterapia
Viviamo alla periferia di noi stessi. Fra una tradizione che ha perduto i presupposti per trasmettersi e una modernità sempre più scopertamente convenzionale, il bisogno di riconnettersi con la propria umanità diventa necessario e remoto, sommerso com'è dal frastuono di obblighi sociali contingenti. Le costellazioni familiari si inseriscono nel filone delle ricerche che rispondono all'antica necessità dell'umano di guardare a se stesso nelle attuali circostanze. Come in tutte le spiritualità sincere, come nel taoismo antico, il metodo di Hellinger ci apre non a credenze, ma a un terreno di pratica personale e collettiva. Il precetto ""riconoscere ciò che è"""" ci suggerisce di esporci alla vivida dimensione della realtà interiore, presa fenomenologicamente per quello che è e per ciò che comporta. L'assioma per cui oggettivo corrisponde a vero e soggettivo a relativo vacilla paurosamente. Appare sempre più chiaro che lo sguardo sul mondo di un soggetto alieno fornisce solo verità utili ma ingannevoli: l'oggettività, che si spaccia come il farmaco per l'ansia collettiva di vivere, ci trascina invece in direzioni laceranti, ingombre di conflitti etici. Persa la sua radice (il lumen naturale), l'utilità sociale opprime la realtà esistenziale di ciascuno. A partire dalla fenomenologia, abbiamo la possibilità di collegare le tradizioni laiche occidentali e orientali, di confrontare le costellazioni familiari con il taoismo. Otteniamo così un paradigma diverso: invece che definizioni """"chiare e distinte"""" e credenze, disponiamo di griglie interpretative elastiche, che ci mostrano non oggetti separati, bensì le relazioni che naturalmente intercorrono tra essi all'interno di un quadro globale, in cui anche l'interiorità umana trova la propria dimensione originaria, la propria cura."" -
Miserere
Negli anni Ottanta la Catturandi di Milano aveva smascherato gli organizzatori di un secondo attentato che Papa Wojtyla stava per subire, dopo quello del 1981 compiuto da Ali Agca. Da qui lo spunto narrativo di questa storia che racconta le vicende di un agente del KGB (nome in codice Miserere) che doveva attuare l'attentato addossando la responsabilità del fatto al gruppo criminale dei Lupi Grigi. Nella realtà Papa Wojtyla è morto nel suo letto: la trama di questo libro spiega il perché l'attentato fu sventato. La trama della storia si snoda da Mosca (in quegli anni ancora sotto il regime sovietico) all'Afghanistan (nel periodo della guerra tra sovietici e mujaheddin), da Città del Vaticano alla Turchia e alla Svizzera, per terminare nello stadio Mohamed V di Casablanca, in Marocco. -
Rubens giocava a pallone
Nato da genitori contadini nella grande bonifica ferrarese, fin da bambino Rubens Fadini ha un sogno: diventare calciatore. Le numerose difficoltà della famiglia e l'opposizione del padre sembrano però renderlo impossibile, almeno fino a quando - complice il trasferimento a Milano e l'ingresso nella Dopolavoro Ceretti & Tanfani - la sua determinazione del ragazzo vince ogni ostilità e cambia un destino che gli sembrava avverso: a soli ventun anni, nel 1948, Rubens viene acquistato dalla squadra di calcio più forte del mondo, il Grande Torino. Subito soprannominato dai tifosi e dai giornalisti ""il nuovo Mazzola"""", gioca dieci partite e segna un gol memorabile contro il Milan. Ma il 4 maggio del 1949 il fato ha teso la sua trappola e l'aereo della squadra granata, di ritorno da Lisbona, precipita sulla collina di Superga. Rubens è la più giovane vittima della più grande tragedia sportiva italiana. Partendo da un'attenta ricerca storica, Stefano Muroni riporta alla luce la vita di un campione dimenticato che ha il respiro dell'epopea e la magia di una leggenda."" -
La cosa giusta
Flavia Colforti è una ragazza in gamba, proveniente da una famiglia unita, onesta e benestante che è stata sempre la sua forza e il suo esempio. Purtroppo, una serie di eventi minano fortemente la sua serenità e quello ""scrigno dorato"""", che la proteggeva dal mondo esterno, pian piano si sgretola totalmente. Rimasta sola, dopo l'inaspettato suicidio di Livia, la sua sorella gemella, e la scomparsa della madre malata di cancro, si aggrappa al suo fidanzato, Carlo, accettando un amore insipido e passivo, e un mondo di pura formalità e illusoria perfezione. Lo sposa per paura della solitudine, pensando sia la cosa giusta da fare. Dopo vent'anni di matrimonio, però, si trova a fare i conti con dure verità nascoste che riguardano il passato: tradimenti, ipocrisie e soprattutto violenze taciute che svelano le vere ragioni della morte di Livia. E tutta la sua vita viene messa irrimediabilmente in discussione...""