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La rinascita del fuoco blu. La Pentola e l'Occhio di Fuoco. Vol. 1
La rinascita del fuoco blu, primo capitolo della saga fantasy «La Pentola e l'Occhio di Fuoco», unisce abilmente mistero e avventura, trasportando i lettori in un mondo dove regnano al tempo stesso magia e scienza, pensiero logico e fantasia.Elena e Francesco Fringuelli, due fratelli di quattordici e sedici anni, sono in procinto di partire per le vacanze estive quando trovano una strana lettera a loro indirizzata. Il messaggio che contiene è bizzarro ed enigmatico, così come l'uomo misterioso che da lontano sembra spiarli. Quelle presenti nella lettera sono istruzioni? Dove portano? Chi è il mittente? Che cosa li aspetta al «Villaggio», il paesino di montagna in cui trascorreranno due settimane che sperano elettrizzanti? È l'inizio di un'avventura, difficile anche soltanto da immaginare, perché i due non sanno di essere i discendenti di Antonio Fringuelli, un falegname che, nell'anno 152 d. C., nell'antica città romana di Patavium, distrusse la Pentola di Fuoco, un oggetto magico che grazie alla sua fiamma blu teneva in vita un regno di pietra abitato da oscure creature. Intelligenti, coraggiosi e curiosi, Elena e Francesco vengono catapultati su Z 152 (un altro pianeta? una dimensione parallela?), dove saranno inseguiti dal malvagio Shango. Per salvarsi la vita, i due ragazzi dovranno fuggire attraverso deserti e distese di ghiaccio, prati dall'erba alta tre metri e pareti bianche che paiono senza fine, risolvendo enigmi che mettono alla prova la loro astuzia e la loro intelligenza, ancora ignari della vera sfida che sono stati chiamati ad affrontare. Perché la Pentola di Fuoco è risorta per compiere la sua vendetta contro gli eredi del falegname. -
Benvenuta piccola in questo mondo. Ediz. a colori
Si alzeranno le maree, le lune tramonteranno, e io sarò sempre al tuo fianco. Da una delle più acclamate illustratrici australiane, un albo pieno d'amore e di speranza. Il regalo perfetto per tutte le piccole che stanno iniziando la loro avventura in questo mondo. Età di lettura: da 3 anni. -
Il clown e la coscienza. Homo stupidens
L'immagine del clown è sempre stata legata al mondo del circo e dunque confinata nella sfera dell'animazione e dell'intrattenimento. Negli ultimi decenni, tuttavia, questa figura è radicalmente cambiata grazie a un grande maestro, Pierre Byland, che l'ha portata in teatro e ne ha fatto l'elemento centrale del proprio lavoro creativo. Gerardo Mele, allievo e collaboratore di Byland, ci parla qui del nuovo clown e del percorso di trasformazione interiore richiesto a tutti coloro che si dedicano a questa forma d'arte. Perché essere clown significa tornare alle origini e recuperare la capacità di stupirsi di fronte alla realtà, ritrovando dentro di sé gli aspetti ridicoli e naïf senza preoccuparsi per la propria reputazione. Significa, in altre parole, riappropriarsi dello sguardo di un bambino che scopre il mondo. Il vero desiderio del nuovo clown è semplicemente essere, ritornare al punto zero, cioè all'Homo stupidens, che non si preoccupa né del passato né del futuro, ma vive esclusivamente nel presente. Soltanto così si apre lo spazio vuoto della creazione, dove la mente è capace di grande amore ed è veramente libera. Questo libro, arricchito da una prefazione di Pierre Byland e Mareike Schnitker e da un'intervista di Grazia Roncaglia a Pierre Byland, è un piccolo viaggio all'interno del mondo del clown teatrale sul filo di una ricerca non solo artistica, ma anche interiore, umana e spirituale. -
Miti e leggende del Giappone. La volpe e altri animali
La volpe è protagonista indiscussa del folclore giapponese. A volte è una creatura maligna che assume le sembianze di un'incantevole fanciulla per stregare gli uomini e distruggerli; altre volte è invece Inari, importante divinità shintoista, spesso generosa e disposta a esaudire le preghiere delle persone. Di fianco alla volpe, però, convive tutta una serie di animali il cui destino si intreccia con quello degli esseri umani: lepri, tassi, gatti, cani e scimmie, a volte dotati di poteri soprannaturali e capaci di influenzare, nel bene o nel male, le sorti di principi e di principesse, di samurai e di contadini. Frederick Hadland Davis trasporta i lettori in un mondo suggestivo e poetico, in cui gli elementi mitologici e fiabeschi si mescolano con la spiritualità shintoista e buddhista. Tra gatti vampiro, magiche teiere che si trasformano in tassi, cani fedeli e coraggiosi, lucciole vendicative e bianche lepri che appaiono sulla superficie della luna, questo nuovo volume della serie Miti e leggende del Giappone è un viaggio affascinante sulle tracce della fauna misteriosa che popola l'immaginario collettivo del Paese del Sol Levante. -
Il mio paese
Scritto intorno al 1880, ma pubblicato postumo nel 1972, Il mio paese narra l'infanzia di Alessandro (Sandrino) in un piccolo paese della montagna pistoiese, Castello di Cireglio. Immaginato e composto da Policarpo Petrocchi dopo il suo trasferimento a Milano, è un romanzo generato dalla distanza - geografica, ma soprattutto sociale, politica e umana - tra il mondo nel quale lo scrittore è nato e cresciuto (regno dell'oralità, degli affetti autentici, di una esistenza sana e misera) e il capoluogo lombardo. Dolce e affettuoso omaggio a una terra e a un'età della vita ormai passata, a tratti malinconico ma anche ironico, caratterizzato da dialoghi coinvolgenti e da pagine descrittive di delicata poesia, Il mio paese è al tempo stesso una storia autobiografica, il racconto corale della vita di una comunità di montagna alla metà dell'800 e un romanzo di formazione. Con la descrizione delle piccole strade del borgo, delle botteghe, dei lavori nei campi e nei castagneti, delle serate trascorse nei metati, dei giochi infantili fatti nelle piazzette e nei boschi, è del resto anche la guida ideale per visitare oggi Castello di Cireglio (dove è stato istituito il Parco letterario Policarpo Petrocchi), recuperando la memoria e le tradizioni di un tempo e rintracciando con facilità case, luoghi e panorami rimasti immutati. -
Giovanni della Croce. La festa dello Spirito
Giovanni della Croce (1542-1591) fu un poeta e teologo spagnolo del Siglo de Oro. Definito doctor mysticus dalla Chiesa cattolica, dedicò vita e studi alla preghiera e alla riflessione sul cammino spirituale che l'anima compie verso Dio e in Dio. Le sue poesie, veri e propri inni teologici, fanno del fondatore dell'ordine dei Carmelitani Scalzi una figura celebre anche al di fuori dell'ambito religioso e uno dei maggiori autori in lingua spagnola. Cristiana Dobner, Carmelitana Scalza presso il monastero di Concenedo di Barzio, lo celebra attraverso l'analisi del suo ultimo poema, composto poco prima della morte: Fiamma d'Amor viva. Attraverso un dialogo costante con i più grandi teologi e pensatori cristiani che commentarono questa e altre sue opere, disvela il significato profondo di ogni verso, ripercorrendo al tempo stesso la sua biografia e il suo pensiero. Giovanni non fu soltanto un poeta, un teologo e un mistico, fu soprattutto un Carmelitano che ha vissuto in prima persona quella Fiamma di cui scrive e che celebra con passione. Le sue liriche, ricchissime dal punto di vista linguistico e metaforico, sfociano nella mistica trinitaria, fondendo così linguaggio poetico e pensiero teologico. Chi le legge diventa a sua volta autore, in quanto fa riecheggiare nel proprio oggi parole e versi di una forza e profondità del tutto dimenticate. -
Le parole della cura. Dal linguaggio medico al linguaggio terapeutico
«Solo il tocco, il rimedio e la parola possono guarire» diceva Ippocrate, ma sembra che nel corso del tempo la scienza medica abbia dimenticato questo prezioso insegnamento e abbia messo a tacere la parola, concentrandosi soltanto sul tocco e sul rimedio. Oggi, però, la comunità scientifica, grazie all'approccio sistemico e a una visione olistica del mondo, ha nuovamente preso in considerazione lo studio e l'applicazione della comunicazione verbale e questo porta a integrare la necessità di categorizzare il fenomeno oggettivo con quella di coglierne le caratteristiche uniche, dunque la sua soggettività, come vuole la medicina narrativa. In questo saggio-manuale che spazia dalle basi fisiologiche del linguaggio alle neuroscienze, dalle tecniche di narrazione alle modalità dell'espressione durante la visita medica, ai «programmi positivi» per attivare la resilienza ed elaborare il lutto e la paura, Fulvio Fiori offre gli strumenti teorici e pratici necessari per mettere in atto una comunicazione verbale positiva. Pur essendo esplicitamente diretto ai medici, Le parole della cura è un libro che insegna come utilizzare il linguaggio in maniera efficace anche a operatori sanitari, terapeuti della mente e specialisti del benessere, nell'ottica di una più completa relazione di cura. -
Dostoevskij e il cavallo di Nietzsche
Torino, 3 gennaio 1889. Friedrich Nietzsche, con un sorprendente gesto di compassione (sentimento molto bistrattato nei suoi scritti), getta le braccia al collo di un cavallo per difenderlo dalle frustate del vetturino. Subito dopo cade a terra privo di conoscenza e da allora la sua mente sprofonda nel buio della follia. Questa immagine, così celebre e così teatrale, ricorda alcune scene presenti nei romanzi di Dostoevskij, in cui fanno capolino cavalli innocenti, ingiustamente percossi (si pensi a quello che Raskolnikov, il protagonista di Delitto e castigo, sogna prima di compiere l'omicidio che ha premeditato). Nietzsche e Dostoevskij non si incontrarono mai, sebbene il primo fosse un vorace lettore e ammiratore del secondo, al punto da riconoscere in lui un fratello ideale. Tante, fra loro, le sintonie, e anche le discordanze inconciliabili, che emergono dalle pagine dei loro scritti così come dalle parole e dalle azioni degli intramontabili personaggi a cui diedero vita. In questo piccolo volume Bianca Gaviglio tratteggia un ritratto parallelo di questi due giganti del pensiero, mettendone in luce le intuizioni profonde e in un certo senso profetiche. -
Il Dante di Florenskij. Tra poesia e scienza
L'attrazione di Pavel A. Florenskij per l'opera di Dante Alighieri nasce anzitutto dall'incontro con la Weltanschauung medievale incarnata dal poeta fiorentino, una visione integrale del mondo nella quale convergono e trovano mirabile sintesi letteratura e teologia, poesia e filosofia, mistica e scienza, astronomia e cosmologia, ma anche la storia, tra memoria e profezia, unitamente ad altre forme della creatività umana. Nell'opera Gli immaginari in geometria, portata a termine da Florenskij in occasione del VI centenario della morte di Dante, l'Autore propone per la prima volta una riconsiderazione dello spazio geometrico presente nella Divina Commedia, passando dalle argomentazioni matematico-filosofiche a quelle cosmologiche e teologiche, tentando persino una «riabilitazione del sistema tolemaico-dantesco del mondo». Dall'inedita e sconvolgente lectura Dantis messa in atto dal geniale uomo di scienza e presbitero ortodosso, già definito dai suoi contemporanei il «Leonardo da Vinci della Russia», apprendiamo che Dante per la sua Divina Commedia non si avvalse della concezione dello spazio geometrico euclideo, bensì di uno spazio curvo, quadridimensionale, che di fatto anticipa la geometria dello spazio-tempo di Einstein e la sua teoria della relatività generale. Infatti, «squarciando il tempo, la Divina Commedia finisce inaspettatamente per trovarsi non indietro, ma avanti rispetto alla scienza nostra contemporanea». Ciò consente a Florenskij di affrontare uno degli snodi decisivi presenti nella Divina Commedia, vale a dire la tensione polare fra lo spazio reale e quello cosmico, trascendente e immaginario, questione che nessuno aveva mai osato affrontare in prospettiva transdisciplinare e radicalmente innovativa. Proprio a causa di queste sue tesi interpretative Florenskij subisce la prima censura e condanna da parte del regime sovietico. Con il presente scritto in onore di Dante ha inizio infatti una progressiva persecuzione nei suoi confronti, che culminerà con la carcerazione e la fucilazione, avvenuta nel dicembre del 1937. -
Guai a chi tocca le mie fragole. Ediz. a colori
Dalla Finlandia, una storia che ci mostra come tutto sia più bello quando si condivide. La topolina Irma è orgogliosa delle sue fragole, che coltiva con tanto amore e dedizione. Ma c'è qualcuno che nottetempo gliele mordicchia tutte. Chi osa rubare nel giardino di Irma? ""Guai a chi tocca le mie fragole!"""" parla di condivisione, di superamento dei pregiudizi, di compassione. È una storia piena di speranza e di tenerezza. Le splendide illustrazioni ad acquerello dell'artista finlandese Aino-Maija Metsola, vincitrice del Finlandia Junior Prize nel 2009, evocano la meravigliosa varietà dei colori della natura. Età di lettura: da 3 anni."" -
L' Apocalisse di Adamo. La Genesi degli Gnostici
E se il peccato originale fosse stato in realtà un tentativo di scoprire una verità nascosta? E se al Diluvio Universale non fossero scampati solo Noè e la sua famiglia? E se il Messia non fosse stato il figlio del Dio dell'Antico Testamento, ma di un'altra divinità? L'agile e appassionante ricostruzione di Paolo Riberi getta luce sui molti significati (e gli altrettanti misteri) dell'Apocalisse di Adamo, uno dei testi più criptici e densi di tutta la letteratura apocrifa cristiana. Venuto alla luce nel 1945, in un antico manoscritto ritrovato a Nag Hammadi, in Egitto, il testo rilegge e stravolge radicalmente la storia della Salvezza, dalla Creazione al Giudizio Universale, gettando una luce nuova sulla figura del Redentore. L'opera si presenta come una rivelazione ricevuta in sogno da Adamo e tramandata in segreto nel corso dei millenni. Trattato religioso e preziosa fonte storica, L'Apocalisse di Adamo è soprattutto uno scritto esoterico denso e straordinariamente suggestivo, che tramanda l'antico rito dell'Acqua della Vita e del Nome Sacro. Dopo un'introduzione dedicata agli gnostici e al loro pensiero durante i primi secoli cristiani, lo studio curato da Riberi inquadra storicamente e culturalmente l'opera, di cui fornisce la traduzione italiana e una guida critica alla lettura, corredata da un glossario che sarà molto utile soprattutto ai non addetti ai lavori. Prefazione di Claudio Gianotto. -
Sangue rubato
Come per tanti loro coetanei, anche per i due cugini Esteban e Bernardo le strade di un paesino dell'Andalusia, ancora immuni dall'asfalto e dalle automobili, sono un mondo magico, terreno di giochi e storie fantastiche, talvolta inquietanti. Per quelle stesse strade si aggirano infatti anche strani fantasmi, i cosiddetti «tisici», i malati di tubercolosi di un sanatorio di montagna dove i pazienti vengono curati, a quanto si dice, con trasfusioni di «sangue giovane». Ma fino a che punto si tratta solo di una vecchia leggenda? Quali insospettabili pericoli nasconde, in realtà? Se nei bambini i brividi di paura si accompagnano spesso al gusto del divertimento e dell'avventura, la bestialità di certi adulti, sottile e mortale come una ragnatela, rischia di rubare loro non il sangue, ma un elemento altrettanto organico ed essenziale: l'innocenza. Con questo teso e toccante racconto, uno dei più apprezzati scrittori contemporanei ridà voce agli incubi dell'infanzia, nei quali paure immaginarie nascondono talvolta minacce fin troppo reali. -
Una donna chiamata Coco
Il marchio Chanel, che si tratti di vestiti, borse o accessori, è da sempre considerato in tutto il mondo un sinonimo di eleganza. Se si pensa che la Maison ha aperto il suo atelier oltre un secolo fa, viene da chiedersi quale sia il segreto di uno stile che pare intramontabile, nonostante il veloce succedersi delle mode. Probabilmente è l'impronta della sua creatrice, della sua personalità forte e carismatica, della sua capacità di prevedere il futuro e il ruolo che la donna avrebbe assunto nella società. Ma chi è stata davvero Coco Chanel? Quale donna si nasconde dietro al mito? Come ha fatto a creare dal nulla un impero, a segnare un'epoca, a trasformarsi in un'icona immortale? La biografia di Paola Giovetti indaga le molte anime di questa stilista di genio, i pregi e i difetti di un'intelligenza fuori dal comune, il carattere brillante ma intrattabile, il gusto raffinatissimo, lo straordinario fiuto per gli affari. E anche i suoi sentimenti più nascosti, nel corso di una vita in cui non mancarono prove severe. Accanto a lei vediamo affacciarsi e poi scomparire grandi aristocratici, uomini ricchi, belli e affascinanti, scrittori, poeti, artisti di ogni sorta, mentre sullo sfondo trascorrono le tante luci e le profonde ombre di quello che è stato definito il «secolo breve». L'umile figlia di un venditore ambulante è stata però più forte di tutti e di tutto, anche della solitudine e dell'infelicità. -
Peter Waring
Peter Waring è un adolescente romantico e un po' cupo, che ama la natura e la poesia e crede in fantasmi che non ha mai visto. Vive con suo padre in un villaggio costiero dell'Irlanda del Nord e ama passare i pomeriggi nella villa della signora Carroll. Quando però gli eleganti nipoti londinesi della signora trascorrono qualche settimana con la zia, Peter sperimenta i terrori e le gioie del primo amore. L'estate finisce, Katherine e Gerald ripartono e anche Peter deve trasferirsi a Belfast, presso una famiglia di odiatissimi parenti, per frequentare l'ultimo anno di scuola. Non è abbastanza per togliersi dalla mente Katherine: e fra nuove amicizie, feste e incontri di boxe, spuntano delle foto pornografiche a complicare ulteriormente la situazione. Forrest Reid viene oggi ricordato come uno dei più grandi romanzieri prebellici dell'Ulster. Con Peter Waring, considerato «un capolavoro» da E. M. Forster, ci regala una cronografia sentimentale, un romanzo di formazione interrotta, «uno splendido ritratto della confusione, delle goffaggini e dei tormenti dell'adolescenza». -
«Tu». Quasi preghiere. Nuova ediz.
Nel corso della sua lunga e intensa esistenza Adriana Zarri ha scritto saggi, resoconti di vita monastica, romanzi, moltissimi articoli e un'unica opera di poesia, «Tu». Quasi preghiere, che forse proprio per questo ha riscosso un vastissimo consenso di pubblico e critica. In essa l'autrice esprime - con versi sensuali e dolci, violenti e teneri al contempo - i temi salienti della sua irregolare e sorprendente spiritualità: il carattere gratuito e creativo della preghiera, il rapporto personale con un Dio cercato nella quotidianità del vivere, il riscatto dei sensi e della dimensione mondana in ambito contemplativo, l'esaltazione del regno creaturale inteso come ponte tra terra e cielo. Un canto di innamoramento cosmico, in cui l'intimità raggiunta nell'incontro con Dio si inserisce a pieno titolo in quella tradizione biblica e letteraria ricca di immagini erotiche e sponsali che ha nel Cantico dei Cantici il suo più nobile capostipite e arriva fino ai nostri giorni attraverso le pagine dei mistici, da santa Teresa d'Ávila fino a Etty Hillesum. «Dacci preghiere mute, / irragionevoli, / indicibili: / bianche macerie rotolanti, / assi schiodate, / assurdità: / preghiere / di parole sconnesse e di silenzio / ceste vuote / e ricolme di te», scrive Adriana, invitando il lettore ad abbandonare la concezione comune della preghiera, priva di trasporto fisico ed emotivo, per tornare a rivolgersi a un Dio incarnato, a cui si possa dare del «tu» come a un amico o a un amante. Ancora una volta una prova di originalità letteraria e teologica, che non teme di contaminare il pathos lirico del canto mistico con ballate di dissenso e invettiva contro gli scandali del Vaticano, in un intreccio di parola e mistero, di preghiera e silenzio tanto impregnato dei colori e dei profumi della terra e delle stagioni da riscuotere interesse anche in contesti non religiosi, come un inno universale alla continua sorpresa della vita. -
Quello sei tu. La trasformazione delle metafore religiose
Joseph Campbell è stato uno degli studiosi che hanno rivoluzionato l'approccio alla mitologia. Nelle sue opere ha infatti dimostrato come i racconti mitologici - indipendentemente dall'ambito culturale in cui hanno origine - attingano temi, personaggi e storie dallo stesso ancestrale retroterra. Questo significa che nella letteratura, nei riti e nei simboli, elaborati dalle varie tradizioni per rispondere alla necessità di comprendere il mistero dell'esistenza, finiamo per scoprire sempre noi stessi. Tat tvam asi, «quello sei tu», è appunto l'intuizione spirituale fondamentale di tutta la vita e l'opera di Campbell. Nei saggi raccolti in questo volume, l'attenzione dello studioso si concentra sulla tradizione spirituale giudaico-cristiana, sulla simbologia che ricorre nei suoi miti e rituali, sulla metafora quale strumento di narrazione e trasfigurazione, spesso fraintesa e considerata un mero riferimento a un presunto evento storico. Si vedrà per esempio come attraverso il mito dell'Immacolata Concezione (che non è solo cattolico) non si tramandi un fatto, ma piuttosto si alluda a una condizione spirituale. Anche la Terra Promessa non è un luogo geografico, bensì dell'anima. L'ambito mitologico è stato oggetto di incomprensioni e pregiudizi, al punto che, per alcuni, il mito si riduce a una bugia. Campbell ci mostra invece come le sue declinazioni nelle diverse culture rispondano in modo univoco al profondo ed essenziale bisogno umano di comprendere i grandi misteri della nostra presenza nell'universo. -
64 enigmi. Cavalcare i mutamenti
Questo manuale nasce dall'arte taoista di cavalcare i Mutamenti. Attualizza i millenari insegnamenti dell'originale cinese, il Libro dei Mutamenti, e consegna nelle mani dell'uomo occidentale del XXI secolo la sua versione 2.0. Oracolo, prisma di sapienza, manuale di comando militare e governo civile, vademecum di psicologia, guida alla piena realizzazione di sé, i suoi responsi furono impiegati nell'arte segreta della strategia per dar corpo al misterioso testo di arte della guerra 36 stratagemmi, che Gianluca Magi ha curato dal cinese classico. I due testi fratelli sono qui messi in connessione a beneficio dei lettori, affinché trovino il loro sentiero nel labirinto del mondo. C'è chi navigherà i 64 enigmi pagina dopo pagina, in ordine lineare. Chi un enigma al giorno, lasciandolo decantare. Chi, con una domanda specifica su una situazione da risolvere, aprirà una pagina a caso per trovare la risposta; oppure chi lo interrogherà lanciando per sei volte una moneta per costruire l'esagramma e ricevere il responso «facendolo rotolare nel proprio cuore», come recita l'antico adagio taoista. L'esagramma, figura composta di sei linee, è una sorta di password millenaria, nel libro ce ne sono 64. Un numero finito, ma infinito di possibilità e contenente ogni concepibile situazione passata, presente e futura. Il mondo in un libro. Il mondo che si fa libro. Con una gamma cromatica di letture pari alle sfumature di colore sulla coda di un pavone. -
C'è solo un amico come te. Ediz. a colori
C'è solo un amico come te, che sa sempre cosa dire, che sa ascoltarmi e che coglie ogni occasione per dimostrami che c'è, che è lì per me. Vicini o distanti, amici per sempre o per un giorno, gli amici non devono per forza essere uguali o assomigliarsi. Anzi, è proprio la diversità che rende l'amicizia preziosa e permette agli amici di crescere assieme e di vivere assieme esperienze fantastiche. Perché ogni amicizia è unica e possiede la sua speciale magia. C'è soltanto un amico come te è una splendida e coloratissima celebrazione dell'amicizia in tutte le sue forme. Età di lettura: da 3 anni. -
Il profeta
Tradotto in decine di lingue, ""Il Profeta"""" è un capolavoro di prosa poetica e di riflessione spirituale. In questo libro d'arte, le immagini di Ernesto Morales dialogano con le parole di Gibran, evocandone l'atmosfera sospesa e i profondi insegnamenti."" -
Fiabe di letto
Nelle sue storie, spesso brevi ma di grande tensione narrativa, Mori Yōko esalta la forza liberatrice dell’eros e indaga con uno sguardo acuto e ironico i rapporti di coppia dentro e fuori dal matrimonio, portandone alla luce le contraddizioni ma anche quegli squarci di libertà in cui ogni donna può ricercare sé stessa.«""Fiabe di letto"""" è letteratura erotica e sociale insieme, e qualche volta è poesia.» – Andrea Marcolongo, Tuttolibri - La Stampa«Qualcuno ha accusato Yôko, moglie e madre, di essere stata una casalinga improvvisatasi scrittrice. Basta leggere """"Fame d'amore"""", che apre la raccolta, per capire che è vero esattamente il contrario.» – Giulia Villoresi, il Venerdì - la RepubblicaAll’inizio degli anni ’80, mentre il Giappone è in grande ascesa grazie alla bolla economica che sembra permettere a tutti di realizzare i propri sogni, Mori Yōko assurge a icona del filone letterario che ha al centro le furin, le relazioni «fuori dal cerchio». Nei suoi racconti, i ricchi e vivaci quartieri di Tokyo fanno da cornice a tradimenti consumati o solo immaginari, a vite segrete, a desideri frustrati o appagati clandestinamente. Ma soprattutto emerge con forza, spesso drammatica, il bisogno di autodeterminazione che anima le protagoniste, in un paese dove le donne erano ancora sottoposte a rigide convenzioni e spesso intrappolate in matrimoni infelici. Fiabe di letto ripercorre la parabola letteraria e stilistica della scrittrice, contraddistinta da quella «fame d’amore» che dà il titolo al lungo racconto che apre la raccolta.""