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Breve trattato sulla decrescita serena-Come sopravvivere allo sviluppo
L'insostenibilità congiunta di pessime pratiche e mezzi fittizi per contrastarle ha trovato in Serge Latouche un analista affilato e conseguente, determinato a snidare l'impostura economica ovunque si rintani, nelle parole e nelle cose. Latouche addita il nostro vizio capitale nel vivere irresponsabilmente all'insegna dell'eccesso. Troppo di tutto: troppa produzione, troppo consumo, troppa rotazione dei prodotti, troppa obsolescenza, troppo scarto; e, insieme, troppa disuguaglianza, troppa disoccupazione, troppo saccheggio di risorse naturali, troppo inquinamento di ogni genere (biochimico, mentale, visivo, acustico). Ma a essere tossica, senza appello, è la nozione stessa di crescita ovunque si sia incarnata, nell'ultraliberismo del capitale globalizzato o nel produttivismo del socialismo reale. Dopo il fallimento delle politiche sviluppiste, anche nella versione cosiddetta ""sostenibile"""" - ultimo, pericoloso abbaglio, secondo Latouche -, ci resta un'unica alternativa, ossia l'utopia concreta di una società governata da una logica di decrescita, che alleggerisca l'impronta ecologica, metta fine alla predazione, stringa un rapporto di parternariato con il Sud del mondo, rivitalizzi gli aspetti conviviali dell'esistenza. Un vagheggiamento irrealizzabile? Nient'affatto. Fino a che non imboccheremo la strada della decrescita serena, l'eccesso di benessere continuerà a coincidere con l'eccesso di malessere."" -
Qui, dove ci incontriamo
Un libro nomade, che viaggia attraverso l'Europa, dove storie apparentemente disparate si rivelano parti di un tutto, momenti perduti ritrovano il loro posto. Memorie sensuali del passato penetrano nel presente. Città - Madrid, Cracovia, Lisbona, Ginevra, Londra - costituiscono ibridi rievocativi di un vecchio e nuovo mondo. Lisbona è la cornice perfetta per un incontro, una passeggiata e un lungo dialogo con il fantasma della madre: ""Una vecchia con l'ombrello sedeva immobile su una panchina del parco. Con quel tipo di immobilità che richiama l'attenzione. Seduta sulla panchina del parco, voleva farsi notare"""". A Ginevra vive la figlia dell'autore, e c'è la tomba di Jorge Luis Borges: """"Le quattro parole sulla parte frontale della stele erano, abbiamo scoperto, in inglese antico (o arcaico). And Ne Forthtedon. Non avere paura"""". Non c'è autore che riesca, come John Berger, a raccontare l'altra faccia delle città, dei luoghi. Non quello che si può immaginare, ma quello che si riesce a vedere solo con gli occhi dell'immaginazione. Nell'attraversare confini e barriere temporali """"Qui, dove ci incontriamo"""" è un romanzo giocoso e inatteso."" -
Il professore sul ring. Perché gli uomini combattono e a noi piace guardarli
Perché gli uomini combattono? Per scoprirlo, Jonathan Gottschall si immerge in un viaggio nella scienza, nella storia e nella letteratura della violenza, narrandoci di duelli all'alba, di sport al limite del suicidio, di arti marziali, di riti di iniziazione, di pugilato e di molto altro ancora. Quello che scopre è che più una società mette in mostra la propria violenza in contesti regolati, meno la violenza tracima poi davvero nelle strade. Il combattimento, insomma, è una strategia vincente, che ha consentito alla nostra specie di prosperare, stabilire le sue inevitabili gerarchie e minimizzare i rischi di uno scontro reale. Tuttavia, una cosa è scrivere della violenza, ben altra è provarla sulla propria pelle. Ed è proprio questo che ha fatto Gottschall: si è iscritto a un club di ""arti marziali miste"""" ed è finito a fare un vero combattimento """"nella gabbia"""", di quelli con poche regole, se non quella, universale, di abbattere l'avversario. Solo dopo essersi preso la sua dose di botte, quindi, Gottschall si è messo a scrivere questo libro, con ben altra consapevolezza del tema. Il risultato è affine a quello del suo libro precedente, """"L'istinto di narrare"""": una prosa effervescente, ironica, un'erudizione che spazia dalla letteratura al fumetto passando per la biologia evoluzionistica, e un'infinità di storie vere che tengono il lettore incollato alla pagina. Il tutto racchiuso in un quadro concettuale estremamente originale."" -
Usa e getta. Le follie dell'obsolescenza programmata. Nuova ediz.
Secondo le aziende costruttrici, quella della vita a termine degli oggetti di consumo, soprattutto elettrici ed elettronici, sarebbe soltanto una «triste leggenda», un sospetto infondato perché privo di riscontri fattuali. Sfidano a dimostrare l'esistenza di una difettosità deliberata, l'introduzione di qualcosa di simile a geni di mortalità in grado di far inceppare, a tempo debito, stampanti e lavatrici, televisori e computer, accorciandone la durata e costringendo gli acquirenti a sostituirli in modo sempre più compulsivo. Arrivano a negare ogni plausibilità all'idea stessa di «obsolescenza programmata», fenomeno - consustanziale alla nostra società della crescita illimitata - che invece è accertato e quantificato da ricerche indipendenti, testimoniato da progettisti che iniziano a parlare, combattuto da associazioni di consumatori, e sulla cui realtà tutt'altro che leggendaria Serge Latouche ci ha aperto gli occhi. Anche grazie al suo saggio, nei pochissimi anni trascorsi dalla prima edizione si sono smosse le acque in un ambito che coinvolge interessi colossali, e hanno preso consistenza iniziative a diversi livelli: rapporti conoscitivi, commissioni comunitarie, progetti di legge europei per proibire o scoraggiare la commercializzazione di prodotti tecnologici a scadenza occulta, e insieme azioni dal basso, siti dedicati e forme di resistenza conviviale per imparare a riparare ciò che altrimenti finirebbe nelle discariche. Latouche ce ne informa ampiamente in questa nuova edizione, senza appiattirsi sulla logica del complotto e del sabotaggio industriali, ma senza cadere neppure nel tranello delle pseudosoluzioni di ecoefficienza, che riversano sul mercato apparecchi meno energivori il cui risparmio tuttavia non compenserà mai i costi ambientali della rottamazione del vecchio. Simbolica, ossia effetto del declassamento indotto dalle mode, pianificata, diretta o indiretta, come nel caso dei software ormai incompatibili con i nuovi sistemi operativi, l'obsolescenza ha molti aspetti e una sola finalità: perpetuare l'economia di iperconsumo e spreco. Una sciagurata follia, per Latouche, che le contrappone la via virtuosa della decrescita, dove agli oggetti, e a noi tutti, sia data ancora una possibilità. -
Sto bene. È solo la fine mondo
Anni Ottanta, nel sud dell'Italia. La vita di una numerosa, modesta famiglia, dominata da un padre depresso e violento, viene sconvolta dall'ingresso della madre in una setta religiosa chiamata Società, che promette la sopravvivenza a un'imminente fine del mondo. Giuliano Flavio, il più piccolo dei figli, che nutre per la donna, mite e generosa, un amore incondizionato, non può far altro che unirsi agli altri nel percorso che porterà tutti alla vita eterna. Ma quello che da principio è un sogno diventa presto un incubo di obblighi e divieti, di isolamento dalla famiglia allargata, di visioni e terrori apocalittici. Man mano che il mondo della famiglia ""così come lo conosce"""" si sfalda, Giuliano deve lottare duramente per conquistare l'indipendenza, a cominciare dalla possibilità di vivere liberamente un amore che gli è stato vietato, per l'""""incredula"""" Sara."" -
Il cervello goloso
Che cos'è il gusto? Ecco la fondamentale domanda a cui cerca di rispondere questo vivace saggio in cui André Holley illustra il percorso grazie al quale l'uomo ha trasformato il cibo da semplice strumento di sopravvivenza a raffinata fonte di piaceri. Una domanda che ci riguarda tutti e ci investe nel quotidiano, perché proprio attorno al gusto e ai suoi complessi meccanismi ruota l'enorme giro d'affari dell'industria alimentare a livello globale. Holley ci spiega in modo semplice ma documentato, sulla base di ricerche sperimentali e studi di neuroimaging, come nascono le preferenze e le abitudini alimentari, come si stabilisce il delicato equilibrio tra fabbisogno e consumo, tra sazietà e appetito e, infine, come sorge il piacere della buona tavola. Un libro illuminante, che consente anche al lettore digiuno di conoscenze scientifiche di intravedere tutta la complessità, determinata dall'evoluzione e dai circuiti neurali, nascosta dietro alle abitudini alimentari più semplici e quotidiane. -
L' ossessione dei numeri primi. Bernhard Riemann e il principale problema irrisolto della matematica
Nell'agosto 1859 Bernhard Riemann, matematico giovane e ancora poco noto, presentò all'Accademia di Berlino un articolo intitolato ""Sul numero di primi minori di una grandezza data"""". In quella circostanza discusse per la prima volta l'ipotesi che prende il suo nome e che è ancora oggi, a centocinquant'anni di distanza, uno dei più famosi problemi irrisolti della matematica. Dimostrare questa ipotesi permetterebbe di trovare una formula per generare l'elenco dei numeri primi, cosa che avrebbe conseguenze fondamentali non solo per la scienza matematica, ma anche per la fisica quantistica e per la sicurezza informatica. In questo libro viene ricostruita la figura di Riemann, matematico e uomo, attraverso un'alternanza di capitoli, alcuni dedicati alla descrizione dei tratti storici e biografici della sua vita, altri alla puntuale esposizione matematica della sua ipotesi."" -
Alan Turing. Storia di un enigma
Uno dei più grandi geni del Ventesimo secolo, questo è statò Alan Turing. Nato a Londra nel 1912, considerato tra i padri della moderna informatica - spiegò la natura e i limiti teorici delle macchine logiche prima che fosse costruito un solo computer - fu un matematico fuori dal comune. Durante la Seconda guerra mondiale mise le sue straordinarie capacità al servizio dell'Inghilterra, entrando a far parte di Bletchley Park, la località top secret della principale unità di crittoanalisi del Regno Unito, e contribuì in modo decisivo alla decifrazione di Enigma, la complessa macchina messa a punto dai tedeschi per criptare le proprie comunicazioni, ribaltando così le sorti del conflitto. Ma la sua fu anche una vita tormentata. Perseguitato per la sua omosessualità, fu condannato alla castrazione chimica. Umiliato, a soli 41 anni, si suicidò in circostanze misteriose morsicando una mela avvelenata con cianuro. Nel 2013, dopo oltre sessant'anni dalla sua morte, la Regina Elisabetta gli ha ""concesso"""" l'assoluzione reale. Con la verve di una spy story, la biografia di Andrew Hodges ci restituisce l'ambiente e il clima culturale del periodo storico in cui Turing è nato e si è formato, le sue brillanti idee in campo matematico e scientifico, e ci fa conoscere il lato umano e personale di un genio inquieto."" -
A tua insaputa. La mente inconscia che guida le nostre azioni
C'è un intero mondo sotto la superficie della nostra consapevolezza. Le scoperte più recenti indicano che proprio lì si trova la chiave per conoscere se stessi e per inventare nuovi modi di pensare, sentire e comportarsi.rnrn«""A tua insaputa"""" di John Bargh segna un enorme passo in avanti nella comprensione dei misteri del comportamento umano. Un libro brillante e convincente» – Malcolm Gladwellrnrn«Notevole... un affascinante compendio della ricerca sociopsicologica più avanzata, condotta dall'autore stesso e dai suoi colleghi. Lo stile di Bargh, chiaro e accessibile, conquisterà in egual misura i lettori comuni e gli specialisti» – Publishers Weeklyrnrn«Questo libro è un must, non solo perché tratta di un argomento affascinante – la natura della mente inconscia – ma soprattutto perché è un libro divertente e accessibile, scritto dallo scienziato che ha fatto le ricerche decisive su questo tema. Dovrebbero leggerlo tutti» – Timothy D. WilsonrnrnJohn Bargh è probabilmente il principale esperto mondiale della mente inconscia. In questo libro mette per la prima volta in pagina il risultato delle sue ricerche più che trentennali, regalandoci una nuova e rivoluzionaria comprensione dei meccanismi mentali nascosti che governano segretamente ogni aspetto del nostro comportamento. Ricco di aneddoti e di racconti esilaranti, A tua insaputa trasmette un entusiasmo contagioso. Vi sono descritte le grandi scoperte compiute nei laboratori della New York University e di Yale, dove Bargh e i suoi colleghi hanno cercato di comprendere in che modo l'inconscio – a nostra insaputa – guida i nostri fini e i nostri comportamenti nei contesti più diversi, dalle relazioni sociali alla genitorialità, dagli affari economici ai gusti personali. Noi ci illudiamo di essere pienamente al comando delle nostre vite, ma scopriamo che il più delle volte non è così e questo libro ve lo dimostrerà in modo chiaro e ineludibile. Dai moltissimi e ingegnosi esperimenti che gli psicologi sociali hanno compiuto negli ultimi anni risulta evidente che l'inconscio ci guida di nascosto nei campi più disparati: ci indica chi amare, come votare, cosa comprare e persino in quale città vivere, oltre a molto altro. Dal momento che siamo inconsapevoli dei meccanismi che lo governano, l'inconscio fornisce anche spunti narrativi irresistibili e sorprendenti, che Bargh sfrutta in queste pagine con grande gusto. Ma non si tratta di arrendersi alle manovre di un oscuro «burattinaio» della mente. Essere consapevoli dei meccanismi del pensiero inconscio ci consente infatti anche di operare dei trucchi e di attuare delle strategie efficaci, in grado di migliorarci la vita, per cui la lettura di questo libro potrebbe letteralmente cambiare la vostra esistenza."" -
Il libro dei secoli. Mille anni di storia e innovazioni
La storia dell'umanità è costellata di avvenimenti in continuo mutamento e di punti di svolta epocali: i viaggi di Colombo, le novantacinque tesi di Lutero, l'invenzione della stampa, la Rivoluzione francese o lo scoppio della bomba atomica non sono che pochi esempi degli eventi che hanno marcato una discontinuità evidente rispetto al passato. Ma se dovessimo dire quale fra questi, - o quale secolo negli ultimi mille anni di storia -, sia stato più significativo degli altri, non avremmo modo di dare una risposta univoca e chiara. Come si misura, e cosa significa in definitiva il cambiamento nella storia? lan Mortimer si è dedicato alla risoluzione di queste domande, intrecciando mille storie con arguzia, competenza e grande smalto narrativo. Davvero Internet ci ha cambiato la vita più della penicillina? Il Rinascimento è stato più importante dell'invenzione dei bottoni? La peste nera ha causato più o meno vittime delle armi da fuoco? La capacità di rendere viva e palpabile la storia è la caratteristica di quest'opera, sia nel quadro immenso della ""grande storia"""" - quella dei grandi imperi e dei grandi re - sia nel microcosmo della tranquilla """"storia locale"""", dove le novità arrivano, magari in ritardo, ma arrivano e modificano la quotidianità di ogni singolo individuo."" -
Breve storia della morte
"La pietra fu usata prima per i sepolcri che per le abitazioni"""". Con arguzia epigrafica le parole di Miguel de Unamuno riaffermano una verità incisa su millenni di storia umana: la paradossale antecedenza della morte sulla vita. Dalla consapevolezza della fine biologica, stigma della nostra specie, muovono infatti le civiltà per allestire il loro apparato materiale e immateriale, i monumenti che sfidano la caducità, le grandiose visioni religiose che prefigurano l'inconoscibile, i sistemi di pensiero che elaborano il senso della finitezza, i codici morali che regolano la condotta personale e il vivere associato. Senza l'onnipervasività della morte non esisterebbe nulla di tutto ciò. William M. Spellman rende omaggio a questa signoria insieme drammatica e feconda, ripercorrendone i tempi e i modi dal Paleolitico a oggi. Convoca concezioni dell'aldilà e idee di immortalità, incarnata, disincarnata, sociale, ossia affidata al solo ricordo, e reincarnazione, teorie mortaliste, pratiche di congedo dei morenti, culti degli antenati, riti funerari, espressioni del lutto. Ma il grandangolo di Spellman inquadra anche un'assenza. Adesso, nel pieno di una """"rivoluzione della mortalità"""" che ha invertito la spaventosa percentuale di morti premature o violente tipica dell'intera vicenda dell'uomo, è proprio il morire a venire occultato culturalmente. Negare la morte non ci aiuterà a vivere meglio." -
La paura del desiderio
È un'estate torrida, a Londra. Chi racconta in prima persona sta facendo una ricerca sulla morte nella letteratura tra il Settecento e l'Ottocento. Deve anche elaborare il lutto per una relazione finita male. E vuole stare per conto suo, tra la biblioteca e il piccolo, confortevole appartamento che ha affittato in un quartiere non proprio elegante. La donna brutta, sgraziata e invadente che suona alla porta presentandosi come la vicina del piano di sotto non è quindi gradita. Lo è ancora meno quando racconta della madre inferma, bisognosa di cure assidue, e dei tanti conigli che la vecchia signora alleva con amore. Per fortuna la donna è una badante professionista, abituata agli anziani e ai loro capricci. Dal pavimento, però, cominciano a salire strani rumori, grida, pianti accorati, conversazioni agitate, frasi incomprensibili. E, naturalmente, il tanfo delle bestiole, prigioniere come la figlia devota. Quando questa comincia a raccontare dei suoi assistiti, che muoiono poco dopo averla assunta come badante, per motivi incomprensibili, e a manifestare il timore di essere lei stessa, desiderando la loro morte, a provocarla, la situazione si fa insostenibile. E paura, paranoia e depressione dilagano al piano di sopra. Fino al finale, inaspettatamente realistico. -
Design
Se ci mostrassero una serie di immagini di prodotti industriali – automobili, elettrodomestici, computer, cellulari – e ci chiedessero di metterle in sequenza cronologica, è probabile che non sbaglieremmo, anche se ignorassimo i requisiti tecnici e prestazionali di quegli oggetti. A guidarci basterebbe la loro forma, segnale inequivocabile di maggiore o minore attualità. L'alleanza tra la forma e il tempo di cui diventa espressione è insieme ragion d'essere e principio regolatore del design. Discendente dalla nobile schiatta dell'architettura e dalla meno titolata arte manifatturiera, il design ha dato corso alla sua natura di figlio ribelle, febbrilmente votato all'innovazione, tra guizzi autoriali e consapevolezza dei vincoli tecno-economici posti alla sua peripezia intellettuale, e sempre in fuga dall'etichettatura metodologica e disciplinare. Francesco Trabucco, che lo pratica e lo insegna, ed è in materia un'autorità internazionale, proprio dal carattere sfuggente del design riesce a ricavare il suo identikit. Per tracciarlo occorre sfogliare l'intero vocabolario del nuovo fiammante. Il lavoro di design infatti attribuisce nuove qualità estetiche ad artefatti materiali o digitali già esistenti, ne inventa di nuovi, allestisce nuovi scenari d'uso per le merci, compila nuovi prontuari di senso per comportamenti inediti, si avventura a progettare addirittura l'esperienza nei nuovissimi territori virtuali. Un po' artigiano, un po' artista, ma soprattutto soggetto collettivo che risponde alle logiche e alle strategie di impresa, il designer oggi si riconoscerebbe a stento nel creativo puro celebrato dalla mitologia della modernità. Assomiglia molto di più all'ultimo approdo della progettazione, la «piattaforma di prodotto»: un palinsesto aperto, in continuo aggiornamento, che anticipa e integra le sollecitazioni del mercato. -
L'altruismo. La cultura, la genetica e il benessere degli altri
Se tra mille altruisti nascesse un egoista, alla lunga sarebbe lui a vincere: tutti si prodigherebbero anche per il suo bene mentre lui non sprecherebbe le proprie energie per gli altri. Col tempo diventerebbe il più forte del suo gruppo e nella competizione per la vita trionferebbe, facendo più figli, che a loro volta erediterebbero il suo egoismo, propagandolo ulteriormente. L'altruismo si estinguerebbe in fretta dalla faccia della terra. Invece l'altruismo c'è, nell'uomo come negli animali. Come spiegare questo dilemma? David Sloan Wilson è il biologo che ha dato una risposta a questo antico rompicapo evoluzionistico (ma anche sociale e politico). Inutile e fuorviante concentrarsi sulla definizione di ""altruismo"""": qui si parla in maniera non equivoca di azioni altruistiche e non di pensieri o sentimenti altruisti, ben difficili da definire. Un'azione è altruistica se non avvantaggia chi la compie (o addirittura lo danneggia) mentre avvantaggia chi la riceve. Per anni si è tentato di dare una spiegazione a questo comportamento apparentemente autolesionista negandone di fatto l'esistenza: un atto a prima vista altruista veniva analizzato dal punto di vista del gene (un gene """"egoista"""", appunto), per mostrare che in realtà non è tale; vista con gli occhi del gene, la morte di un individuo può essere vantaggiosa se altre copie identiche dello stesso gene sopravviveranno , in altri individui..."" -
La porta stretta. Come diventare maggiorenni
"La porta stretta"""". Di lì dovrà passare, secondo il Vangelo di Luca, chi voglia accedere al regno dei cieli. Un varco intransitabile, se non si è disposti a impegnare ogni forza in una lotta pericolosa e dall'esito mai scontato: """"molti cercheranno di entrare, ma non vi riusciranno"""". L'immagine evangelica è perfetta anche per raffigurare un passaggio universale della condizione umana, la fuoriuscita dalla minorità. Dolore, coraggio, decisione, necessità e conflitto contrassegnano nel pensiero occidentale l'impresa di diventare maggiorenni. Tuttavia, una volta intrapreso, il processo di emancipazione non si esaurirà nella compiutezza di uno stato finalmente raggiunto. Adulti si ridiventa sempre di nuovo. Di questo carattere processuale, agonistico e decisorio Umberto Curi rintraccia le massime espressioni filosofiche, religiose e letterarie - da Platone a Dostoevskij, dalla Bibbia a Shakespeare - e le lascia libere di testimoniare ciò che rimaneva inascoltato nelle loro esegesi abituali. Così il congedo dalla sudditanza, oltre che nell'appello di Kant all'indocilità ragionata poi irrisa da Hegel, si vedrà declinato in posture """"filiali"""" antitetiche, combattenti o inermi: nel parricidio consumato dell'Edipo re sofocleo, in quello metaforico del Sofista platonico o in quello depotenziato di Amleto, ma anche, sorprendentemente, nell'obbedienza di Abramo, che sta eretto di fronte al Signore, o del Cristo, che si lascia abitare dalla volontà del Padre..." -
La sopravvivenza degli antichi dei. Saggio sul ruolo della tradizione mitologica nella cultura e nell'arte rinascimentali
Oggi sappiamo che le divinità pagane non sono mai morte. Che l'idea di una rinascita quattro-cinquecentesca dell'antico pantheon dopo secoli di eclisse è tanto trionfale quanto priva di fondamento. Se la storiografia artistica ha riannodato i legami tra Medioevo e Rinascimento è merito soprattutto di un giovane studioso che nel 1940, in piena guerra, ha dato alle stampe questo saggio ai tempi assolutamente pionieristico, in cui lo schema oppositivo morte-resurrezione lascia il passo al principio continuista della sopravvivenza. Nel suo «libro di giovinezza», dal ricchissimo corredo illustrativo, Jean Seznec ha profuso infinite ricognizioni di miniature, scritti astrologici, enciclopedie, trattati e monumentali cicli figurativi, documentando come durante il lungo transito medievale gli dei dell'antichità avessero conservato attributi riconoscibili, nonostante l'iconografia barbarizzata e cristianizzata. Fossero sopravvissuti, insomma, alla stregua di «incarnazioni di idee». Con l'arte rinascimentale quelle divinità ripresero il loro lontano aspetto. Sulle pareti e nelle volte dei palazzi, o nelle cupole delle cappelle, i contenuti ancora vivi si ricongiunsero alle forme precedenti: irriducibile alla pura funzione decorativa, un intero «universo di dei planetari, di eroi e di allegorie» reclamò la propria ascendenza. E fino a Seznec serbò il segreto del proprio debito nei confronti del Medioevo. Presentazione di Salvatore Settis. -
La donna che collezionava farfalle
Irlanda del Nord, 1892. Charlotte Ormond, quattro anni, viene trovata morta nella stanza del guardaroba della dimora di famiglia. Ha le mani legate con una calza annodata a un anello infisso nel muro. La piccola si è strangolata nel tentativo di liberarsi. A chiuderla lì dentro è stata la madre Harriet, mettendo in atto i rigidissimi principi educativi in cui crede: la situazione le è sfuggita di mano, la sua colpevolezza è evidente, ma le cose sono davvero andate nel modo che appare più ovvio? Sessanta anni dopo, Maddie, la vecchia tata di Charlotte, nel ricevere una lettera di Anna, l'ultima discendente degli Ormond, capisce che è giunto il momento di confessare un segreto che serba ormai da troppo tempo: solo lei sa cosa accadde veramente nell'ultimo giorno di vita di Charlotte. Al racconto di Maddie si alternano le pagine del diario che Harriet Ormond ha scritto in carcere dopo la condanna con cui si è concluso il processo a suo carico. Due voci potenti e straordinarie, quella arcaica, intrisa di spunti gotici, della popolana Maddie, e quella secca, tagliente, aristocratica di Harriet, una donna fiera e indipendente, algida e volitiva, incapace di scendere a compromessi. La piccola comunità del luogo è stata pronta a giudicarla, ma il suo diario rivela una realtà ben più complessa. -
Mutamenti nelle basi della scienza
Le idee quantistiche, per quanto insolite possano sembrare, non sono invenzioni delle menti dei fisici. Sono l'ineluttabile risultato raggiunto dopo anni di tentativi di inquadrare i nuovi fatti nei vecchi schemi. In Mutamenti nelle basi della scienza sono raccolte nove conferenze, pensate proprio per descrivere al grande pubblico le novità della fisica; qui Werner Heisenberg dispiega con chiarezza espositiva cristallina la nascita e lo sviluppo della meccanica quantistica e spiega come la fisica moderna conduce a un centro in cui il mondo, ossia la materia e l'energia, trova la sua armonia. -
Bugiardi nati. Perché non possiamo vivere senza mentire
"Bugiardi nati"""" è un viaggio nel mondo della menzogna. La menzogna dei bambini, quella degli adulti, quella dei politici o quella particolare categoria di menzogna che è rivolta a noi stessi e che chiamiamo autoinganno. Scritto con umorismo, ricco di aneddoti e di dettagli fulminanti, questo libro è allo stesso tempo un saggio informato, che usa le conoscenze più recenti nel campo della psicologia, delle neuroscienze e della filosofia per fare il punto su ciò che sappiamo in merito a menzogne, bugie, mezze verità, inganni e autoinganni. Siamo stati abituati a pensare alle bugie come a qualcosa di malvagio; la menzogna è per molti la principale responsabile dell'abiezione umana, l'opposto della verità, nella cui luce bisognerebbe camminare. Eppure tutti mentiamo, senza eccezione, continuamente, e più spesso che mai mentiamo a noi stessi, rendendo le nostre bugie più difficili da scoprire, poiché nascoste ai nostri stessi occhi, Ian Leslie rovescia dunque la prospettiva, appoggiandosi sulle spalle di Darwin, di Freud e dei molti psicologi che si sono occupati di questo tema negli ultimi anni: lungi dall'essere un """"baco"""" della nostra psiche, la menzogna è necessaria, vitale, formativa e inevitabile per definire ciò che davvero siamo. Di fatto, non possiamo conoscere noi stessi se prima non conosciamo la sottile dinamica della bugia e dell'autoinganno." -
La conoscenza del mondo fisico
Tra i più grandi spiriti della nostra epoca, Planck compì la costruzione della termodinamica e pose le basi di quella rivoluzionaria teoria dei quanti che insieme alle scoperte di Einstein sta alla base di tutta la fisica contemporanea. Nella seconda parte della sua vita Planck intrattenne un'ampia corrispondenza scientifica e scrisse numerosi saggi su questioni fisiche connesse con i problemi più generali; questi saggi sono raccolti nel presente volume, e nel loro genere costituiscono un insuperato esempio di alta divulgazione («tutti straordinariamente semplici – scrive Planck –, i testi riguardano il compito della fisica come indagine del mondo esteriore reale») e insieme di riflessione scientifica e umana, tanto che sono diventati giustamente celeberrimi.