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Tramonto nei Balcani
"Tramonto nei Balcani"""" ripercorre l'esistenza di una donna belgradese a cominciare dalla sua professione - organizzatrice di seminari per insegnanti di lingua inglese - alle frequentazioni con gli esponenti della cultura del periodo. In particolare, Gordana Kuic ci racconta la grande storia d'amore della protagonista per il direttore d'orchestra Ivan Domazet, un uomo egocentrico diviso tra il ménage noioso e conflittuale con la moglie Slavka e l'amante «ufficiale», Vera. La storia dei due protagonisti pian piano si intreccia con la storia del loro paese, la Jugoslavia. Ivan sospetta e intravede l'ineluttabile «tramonto» del mondo a cui apparteneva. Vera si illude ancora che la catarsi finale passerà senza mietere vittime e sangue. Lentamente invece cominciano a sentirsi i primi dissidi, gli incontri al vertice jugoslavo creano disaccordi tra le parti provocando conflitti e divisioni, e gli animi si infiammano. La grande festa che si tiene a Sarajevo per la prima del balletto composto da Domazet sul testo del romanzo d'esordio della scrittrice, Il profumo della pioggia nei Balcani si trasforma in una feroce resa dei conti, un grande scontro nella Sarajevo del 1991, alla vigilia della guerra. Anche il lussuoso ristorante dove si festeggia l'avvenimento finisce per assomigliare più a una bettola rissosa. Di lì a poco un intero paese andrà in frantumi e sarà cancellato dalla carta geografica insieme ai suoi protagonisti." -
Una separazione
Finalista Premio Gregor von Rezzori per la narrativa straniera 2018rnrnUna vicenda di infedeltà e di segreti, Una separazione riguarda l’incolmabile distanza che ci separa dalla vita degli altri e le storie che raccontiamo a noi stessi per fingere di colmarla.rnrn«Katie Kitamura possiede un grande talento» The Boston Globernrn«Un libro sorprendente e una scrittura affilata come un rasoio» - rnThe Financial Timesrnrn«Kitamura è una scrittrice dall’immaginazione visionaria» - rnThe New Yorkerrnrn«Una scrittura austera, lirica, inquietante. Per chi vuole rifletterernsulle difficoltà delle relazioni d’amore» - Library Journalrnrn«Una meditazione ipnotica sull’infedeltà e l’impossibilità di conoscererndavvero il proprio marito» Kirkusrnrn«Katie Kitamura unisce l’analisi perfetta di relazioni complicaternalla tensione del thriller» - Ellernrn«Una riflessione profonda sulla complessità delle emozioni suscitaterndalla perdita» - rnHuffington PostrnrnrnLa donna che racconta in prima persona decide, d’accordo con il marito, per la separazione, che però deve restare per il momento segreta. Intanto le arriva la notizia che Christopher è introvabile, in una regione della Grecia dove sta facendo ricerche per un libro di antropologia. Benché riluttante, si convince ad andarlo a cercare, e scopre via via di non conoscere come credeva l’uomo che ha sposato. L’indagine, anche introspettiva, della protagonista diventa da un certo punto in poi la ricerca dell’autore di un delitto inspiegabile. Ma la narrazione è ancora pervasa da una vena di antipathos, fredda, analitica, distaccata quasi quanto quella di una polizia indifferente. Una vicenda di infedeltà e di segreti, Una separazione riguarda l’incolmabile distanza che ci separa dalla vita degli altri e le storie che raccontiamo a noi stessi per fingere di colmarla. La scrittura di Kitamura è eccellente, anche nel rievocare situazioni e aneddoti solo in apparenza poco importanti: sembra divagare, e invece invita il lettore, sempre più perplesso, ma anche sempre più incuriosito, a girare pagina. Vittima del marito, la giovane protagonista riscuote subito le simpatie del lettore, che poi però comincia a farsi parecchie domande. Lo stile è chiaro, algido, a tratti minimalista, ma anche vivido, preciso, e non annoia mai. L’ambientazione è perfetta, priva di esotismi e pregiudizi, proprio come nei tanti romanzi che Patricia Highsmith ambienta all’estero. -
La vita di prima
Roger, in vacanza invernale in Florida con la moglie Stacy, una figlia di cinque anni e un piccolo di tre, entra in un poligono di tiro che vende anche armi e munizioni e compera una Glock che poi infila nel cruscotto della macchina a noleggio. Roger, un costruttore e impresario edile, e Stacy, un'operatrice sociale, si sono conosciuti nove anni prima, in un caffè di Harvard Square. Flirtano, e qui Stacy fa il primo errore: nota al polso di Roger un Rolex d'oro dall'aria costosissima e commenta tra sé e sé, ""oggetti come questo mi lasciano indifferente"""". Dovrebbe invece capire che per l'uomo, più vecchio di lei di una decina d'anni, e senz'altro baciato dal successo, quel Rolex non è solo uno status symbol, ma una ragione di vita, letteralmente. Dovrà rendersene conto una decina d'anni più tardi, durante quella vacanza in Florida, quando si troverà la Glock nuova di zecca puntata alla tempia. Cos'è successo tra il Rolex e la Glock? Anni di matrimonio, felici, che Stacy vive dedicandosi ai figli e al marito, nel lusso: un appartamento di otto stanze su Park Avenue, scuole private per i bambini, tate, viaggi in Europa. Cose che però non la conquistano, non le fanno perdere l'amore per la semplicità, la solidarietà, gli altri. Quindi, quando l'impresa del marito va a rotoli, ed è costretta a traslocare in un dignitoso bilocale, a iscrivere i figli a una scuola pubblica, e a lavare la biancheria nel seminterrato, la donna non si scompone. Anche perché ha un'ottima migliore amica e una cognata deliziosa, nonché due suoceri gentili e attenti, e una serie di interessi, compreso un corso serale di scrittura. Mentre Roger appare disperato, cupo, silenzioso, inappetente, insonne, come se nulla per lui avesse più senso. Thurm possiede la capacità di tenerci in sospeso per tutta la lunghezza della storia e di raccontarla con un linguaggio molto chiaro, che rivela gradualmente ma senza tregua il punto di vista critico dell'autrice sui miti e i riti della società USA degli ultimi decenni."" -
Storia profonda. Il cervello umano e l'origine della storia
Il libro-manifesto per un nuovo modo di intendere gli studi storici e un ponte solido gettato tra le ""due culture""""rnrn«Questo è sicuramente un nuovo paradigma dello studio della storia, molto ben argomentato, che verrà considerato rivoluzionario. Che io sappia, nessun altro libro integra lo studio della storia umana con i principi dell'evoluzione biologica e culturale in maniera tanto ambiziosa» - David Sloan Wilsonrnrn«Rilassatevi e godetevelo. È una buona lettura e vi farò pensare» - New Scientistrnrn«Una tesi provocatoria che rivede radicalmente le relazioni tra biologia e cultura» - Steven MithenrnrnLa logica dell'«inizio della storia» basata sull'invenzione della scrittura e sulla nascita delle civiltà risente ancora oggi della temporalizzazione del mondo proveniente dal quadro concettuale religioso di matrice ebraico-cristiana. Nei manuali di scuola la storia inizia tipicamente quando l'uomo diventa «cultura», se non apertamente quando riconosce un dio. L'immenso lasso di tempo che precede quel momento viene semplicemente ignorato, o al più ridotto a un breve paragrafo iniziale. Generazioni di studenti si sono formati con questo schema narrativo e lo hanno naturalmente introiettato. In questo modo però si tralascia un'enorme quantità di dati che sono fondamentali per capire come l'uomo abbia operato nel mondo e perché lo abbia fatto così e non altrimenti. Decenni di studi sul cervello e lavori pionieristici come quello di Jared Diamond ci permettono ora, finalmente, di studiare la storia umana in una prospettiva diversa, più «profonda», tenendo conto di tutti quei fattori che hanno modellato il nostro comportamento, e permettendoci in tal modo di comprendere in un contesto molto più ampio le ragioni di molti percorsi storici. Leggendo queste pagine si troveranno molti esempi affascinanti di questo modo di procedere, come ad esempio quelli relativi alla «neurostoria», una disciplina che analizza sotto una luce completamente differente, incentrata sulle caratteristiche del cervello umano, certe vicende del nostro passato e del nostro presente. L'integrazione tra storia e biologia diventa, allora, un nuovo paradigma investigativo. La continua coevoluzione di natura e cultura nell'ultimo milione di anni è ciò che ci ha resi quel che siamo. D'altra parte la biologia è una scienza storica da tempo, sostiene Smail: è ora che anche la storia si apra all'apporto concettuale dell'evoluzionismo e delle scienze biologiche."" -
Crisi e fine dell'Europa?
"La crisi consiste nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati"""". Secondo Etienne Balibar, l'immagine drammatica dell'interregno evocata da Antonio Gramsci nel celebre passo si presta bene a raffigurare il presente di un'Europa che sta sopravvivendo alla propria agonia, invischiata in una logica di disfacimento dagli esiti impredicibili. Perché, nel contesto attuale irreversibilmente globalizzato, la fine parrebbe già avvenuta. La costruzione politica europea si è inceppata sulle sue contraddizioni irrisolte: sul dogma neoliberista della cosiddetta concorrenza non falsata, che ha esaltato l'antagonismo permanente degli interessi e ha rinsaldato le posizioni dominanti, con enormi costi sociali; sulla divisione dei poteri tra istituti comunitari e Stati membri, che ha consentito a ciascuna parte di invocare la propria irresponsabilità e ha scatenato al tempo stesso reazioni nazionalistiche; sulla questione delle frontiere esterne, già rese fluide dalla compresenza di organismi e aree che includono alcuni Stati e non altri dallo spazio Schengen all'eurozona -, e adesso diventate il luogo dell'impossibile demarcazione tra Nord e Sud, dove si decidono le sorti di masse crescenti di migranti, """"esseri umani senza Stato"""" che reclamano il loro """"diritto ad avere dei diritti""""." -
Filosofia dei mondi globali. Conversazioni con Giacomo Marramao
Peter Baker, Stefano Franchi, Martin Jay, Andy Lantz, Manuela Marchesini, Giacomo Marramao, Alberto Moreiras, Pedro Àngel Palou, Carlos Rodriguez, Teresa M. Vilarós e Hayden White conversano con stringenza sulla trama del nostro tempo, lacerata dal ""drastico spiazzamento dell'egemonia occidentale"""" e dall'incapacità dell'economia di mercato di produrre una società.«Con il suo appello: """"Alle navi, filosofi!"""", Nietzsche ha formulato la parola d'ordine della filosofia contemporanea. Tra i pensatori europei di oggi non c'è nesusno che abbia tradotto le sfide della """"ragione navigante"""" in modo così radicale nel linguaggio del presente come Giacomo Marramao. Grazie al suo libro """"Passaggio a Occidente"""" sappiamo che cosa significhi parlare filosoficamente della globalizzazione.» - Peter Sloterdijk«Il lavoro di Giacomo Marramao è tra i maggiori contributi al dibattito filosofico di oggi.» - Étienne Balibar«Lo stile intellettuale straordinariamente innovativo di Giacomo Marramao ha allargato gli orizzonti di pensiero della vasta schiera dei suoi ammiratori.» - Homi BhabhaUn pensiero all'altezza della globalizzazione, ossia in grado di rimodulare le categorie necessarie a comprendere il mutamento di scala che ha sovvertito il nostro spazio-tempo: così, riconoscendole la rara qualità di novum filosofico, è stata subito accolta la riflessione che Giacomo Marramao ha dispiegato nel 2003 in Passaggio a Occidente. La sua risonanza ha valicato ambiti disciplinari e altri confini, mentre il titolo stesso assurgeva a espressione emblematica del transito - costitutivo di un'epoca - verso approdi glocalizzati e mondi plurali affacciati tra le pieghe di sfasature temporali. Negli anni, il saggio ha via via aggiornato il proprio osservatorio teoretico-politico, e nel 2012 con la traduzione inglese, condotta sulla nuova edizione del 2009, ha raggiunto un pubblico planetario. Lo testimoniano le «voci» qui raccolte, che entrano nel vivo delle tesi di Marramao e sanno farsi ascoltare come in un simposio greco. L'oggetto del dibattito è però attualissimo. Riguarda la trama lacerata dell'egemonia occidentale, drammaticamente incapace di produrre una società a partire dall'economia di mercato, e le forme in cui un orizzonte è ricostruibile, o almeno perlustrabile. In dialogo stringente con i suoi interlocutori, Marramao ha l'occasione di ridefinire ancora una volta i contorni dell'universalismo della differenza, che destituisce l'identità dal rango privilegiato che si era riservata, assegna una funzione strategica alla politica della traduzione, considera il conflitto una «dimensione cruciale e generativa», integra la razionalità comunicativa con la narrazione. Nella convinzione che il destino della totalità sia l'incompiutezza, e la sintesi solo una «formula insatura»."" -
Crociata e jihad. Origini, storia, conseguenze
«Uno sguardo innovativo sui conflitti tra arabi e cristiani in Palestina tra VII e XII secolo e un’indagine sulle origini medievali di crociate e jihad e il loro attuale significato» - The BooksellerrnrnI termini «crociata» e «jihad» sono spesso usati per indicare due facce della stessa medaglia: la strenua opposizione religiosa, e anche politica e militare, tra cristianesimo e islam. Non sempre però è stato così, e questa semplificazione nasconde differenze cruciali. Se da un lato oggi possono essere sinonimi di ambizione per il potere e per il saccheggio e di lotta per l’imposizione del proprio credo religioso, dall’altro entrambi – nel corso della storia – hanno ispirato atti di cavalleria ed eroismo. Malcolm Lambert, tra i più preparati medievalisti europei, indaga in modo equilibrato la storia del cristianesimo e dell’islam e rintraccia le origini e lo sviluppo dei concetti di crociata e jihad in un grande affresco che abbraccia mezzo millennio e racconta le gesta eroiche e tragiche dei grandi personaggi del passato. Riccardo Cuor di Leone, Nur al-Din, Saladino, Baybars e Gengis Khan sono solo alcuni dei protagonisti degli scontri, anche ideologici, ferocemente combattuti per il controllo dei luoghi sacri del Medio Oriente tra il VII e il XIII secolo. Con rigore scientifico e uno stile limpido, Lambert dipana questa epica e terribile avventura fatta di battaglie cruente e sacrifici esemplari e giunge fino alle più attuali ed estreme conseguenze di quello che oggi ha assunto le sembianze di uno «scontro di civiltà».rnLeggendo Crociata e jihad avremo finalmente fatto chiarezza sulle radici del conflitto che stiamo vivendo in questi giorni. Conoscere questa storia è fondamentale per comprendere il tempo incerto in cui viviamo. -
Tortura
La condanna non è più unanime. Dopo l'11 settembre i nuovi apologeti della tortura hanno trovato nella ""guerra al terrore"""" il motivo per giustificare una pratica mai dismessa che, negli ultimi anni, sembra dilagare ovunque, nelle democrazie non meno che nei regimi dittatoriali. Ma il """"no"""" opposto dall'indignazione non basta più a difendere la dignità umana offesa. In pagine intense, scritte con il suo stile chiaro e incisivo, Di Cesare offre un quadro critico complessivo della tortura. Ne indica il nesso stretto con il potere, ne mostra la presenza anche nella democrazia. Come lottare contro la tortura, se a delinquere è lo Stato? Filosofi, scrittori, drammaturghi, registi, poeti vengono interpellati per delineare un'inedita """"fenomenologia della tortura"""" che mira a cogliere la peculiarità di una violenza estrema, sistematica e metodica, dove il carnefice calcola e misura il dolore per scongiurare che la vittima muoia e per esercitare ancora il suo potere sovrano. La tortura è, per la vittima, la propria morte esperita in vita. Da Guantánamo ad Abu Ghraib, dal G8 di Genova agli anni di piombo, da Giulio Regeni a tutti quei casi che hanno recentemente allarmato l'opinione pubblica, la tortura viene esercitata in modo sempre più sofisticato per poter essere negata; incombe ovunque un inerme si trovi nelle mani del più forte: nelle carceri, nei reparti psichiatrici, nei campi per gli stranieri, negli ospizi, nei centri per disabili, negli istituti per minori. E l'assenza di un reato la favorisce."" -
Liquidi. Le sostanze che scorrono nella nostra vita
Come in La sostanza delle cose, Miodownik sceglie la via della quotidianità per raccontarci la composizione chimica e le peculiarità fisiche delle sostanze che via via incontra lungo il suo viaggio. rn«Emozionante, anarchico e sorprendente» – The Guardianrn«Solo Mark Miodownik poteva rendere così figo il racconto della materia allo stato liquido. Inchiostro, saliva, caffè, sapone: un resoconto divertente che vi aprirà gli occhi» – Philip Ballrn«Con il suo stile ironico divulgativo, Miodownik svela curiosità e paradossi di un mondo che sotto sotto ispira diffidenza: i liquidi.» – Il VenerdìrnAvevamo lasciato Mark Miodownik seduto al tavolino sul terrazzo della sua casa londinese, da dove ci ha stupito con i racconti incredibili dei materiali meravigliosi di cui è fatto il mondo. In Liquidi, lo ritroviamo ai controlli di sicurezza di un aeroporto pronto a partire, amareggiato per aver dovuto abbandonare parte del suo bagaglio: un tubetto di dentifricio, un vasetto di pesto, del miele e soprattutto una bottiglia di ottimo whisky. È lo spunto scanzonato per iniziare una nuova avventura, questa volta nel mondo della materia allo stato liquido. Come in La sostanza delle cose, Miodownik sceglie la via della quotidianità per raccontarci la composizione chimica e le peculiarità fisiche delle sostanze che via via incontra lungo il suo viaggio. E quindi tocca ovviamente all’acqua, al caffè, alla colla, all’inchiostro delle biro e al cherosene a passare sotto la sua lente, e di volta in volta a stupirci e a divertirci. Perché l’olio appiccica? Come fanno le onde a viaggiare così lontano sulla superficie marina? (e a formare gli tsunami) Come funzionano i liquidi che alimentano le nostre automobili e scorrono nei circuiti degli apparecchi elettronici che usiamo tutti i giorni? Quale strano collante ci permette di attaccare e staccare mille volte i Post-it? Esiste una procedura scientificamente studiata per ottenere la tazza di tè perfetta? Liquidi è divulgazione scientifica allo stato puro, e Mark Miodownik scrive con competenza e contagioso entusiasmo trasmettendo tutto il suo amore per questi temi. Si impara molto e ci si diverte. -
Sotto stelle silenziose
Il commovente romanzo d’esordio di Laura McVeigh fotografa una terra martoriata, l’Afghanistan dopo l’invasione sovietica, attraverso gli occhi di una giovane donna e l’esperienza della sua famiglia. rnrn«Il romanzo di Laura McVeigh è molto più di un bell’esordio, è un libro capace di catturare il vastissimo pubblico dei giovani lettori e della narrativa letteraria per adulti, perché parla di un tema trasversale, è una meditazione sulla guerra, la perdita, la speranza e la vita dei rifugiati. Un libro indispensabile perché senza tempo, nel tempo di oggi» - Irish Independentrnrn«Vivido, memorabile, una storia molto umana che non indulge mai alla pietà. Il potere dell’immaginazione sostiene la tragedia raccontata nel romanzo» - Irish TimesrnrnrnAfsana, ragazzina afghana di undici anni, è in viaggio a bordo di un treno della Transiberiana, in territorio russo: legge Anna Karenina e ascolta le storie e i consigli del capotreno Napoleone. Sono i primi anni Novanta, e Afsana è diretta a Mosca, dalla zia Amira, una sorella di sua madre fuggita dall’Afghanistan all’arrivo dei mujaheddin. Anche Afsana è in fuga, dalla storia sua e della sua famiglia, che il buon Napoleone la convince a scrivere. Una storia tragica, una famiglia annientata dalla lunga guerra civile: Dil e Azita, e i loro sei figli. All’inizio del libro, e per lunga parte del racconto, il lettore è convinto che sul treno viaggi tutta la famiglia, e Laura McVeigh molto abilmente introduce episodi realistici per farglielo credere. Ma man mano che Afsana rievoca il passato, capiamo che madre e padre, fratelli e sorelle, sono morti, finché ogni segreto riguardo a quanto realmente avvenuto verrà svelato. La prima cosa che viene in mente leggendo questo romanzo è un paragone con Il cacciatore di aquiloni, dato che la piccola Afsana rievoca spesso anche la bellezza di quel cielo limpido dell’Afghanistan solcato dalle code colorate degli aquiloni: magia annientata dai talebani insieme alla popolazione, alla storia, alla cultura. Ma il racconto di McVeigh ha una marcia in più, una voce narrante particolarissima, ingenua ed elegante, fresca e delicata, mai eccessiva, capace di narrare in uno stile sospeso tra realtà e visione, senza che queste si confondano o appaiano poco plausibili. rnSotto stelle silenziose è un bellissimo esordio, fresco e delicato. L’autrice, Laura McVeigh, che è stata Executive Director del Pen International, è impegnata nella cooperazione e conosce bene i territori che racconta, senza lunghe descrizioni ma per immagini chiare e efficaci. -
Storia naturale della domesticazione dei mammiferi
Lo studio pionieristico che ha rivelato le relazioni storiche tra uomini e animali.Che cosa spinse i nostri progenitori, migliaia di anni fa, a passare da un'economia di caccia e raccolta a un sistema basato sull'agricoltura e l'allevamento degli animali? Perché, nonostante abbia interagito con numerose specie animali, l'uomo è riuscito a domesticarne così poche? Quali sono le caratteristiche comportamentali che consentono la domesticazione di una specie e impediscono quella di un'altra? A questi e a molti altri interrogativi Juliet Clutton-Brock cerca di dare una risposta, ripercorrendo in tutte le sue tappe la storia della relazione fra uomo e animali domestici da una prospettiva multidisciplinare: storica, archeologica, geografica, biologica, genetica, paleontologica, etologica. -
Mondi antichi. Una storia epica d'Oriente e d'Occidente
Mondi antichi è un importante lavoro di storia globale, un viaggio coinvolgente che sfida il nostro modo di pensare il passato e ridisegna la mappa dell'età classica per rivelare le sue connessioni nascoste, e ci mostra come la storia antica possa ancora riservarci utili insegnamenti per interpretare il nostro tempornrn«Questo libro vivido e coinvolgente porta in vita alcuni dei momenti più importanti della storia antica, momenti che hanno dato forma non solo alla politica e alla cultura di epoche passate, ma anche alle istituzioni, alle idee e alle fantasie del nostro tempo.» - Yuval Noah Harari, autore di Sapiens. Da animali a dèi. Breve storia dell'umanità e Homo deus. Breve storia del futurornrn«Un contributo pionieristico per la capacità di leggere il mondo antico nel suo complesso, in uno sguardo che abbraccia la Cina e l'India quanto la Grecia e la Roma antica. E per di più, è una gioia da leggere!» - Ian Morris, Stanford Universityrnrn«Un libro che si legge tutto d'un fiato, audace e fantasioso e che sfida le idee sul mondo dell'antichità.» - Peter Frankopan, autore di Le vie della seta. Una nuova storia del mondornrnrnrnrnViviamo in un mondo globalizzato e interconnesso. Eppure, paradossalmente, sembra che preferiamo scrivere e leggere la nostra storia come se si fosse svolta in blocchi isolati e impermeabili. E se invece provassimo a raccontare una storia più ampia, che non sia quella di un monolitico «mondo antico», ma di tanti, diversi mondi antichi in stretta relazione uno con l'altro? Sono queste le premesse di metodo e stile con cui Michael Scott cerca di abbattere gli steccati disciplinari che hanno finora costretto lo studio della storia, dando finalmente al lettore una prospettiva interconnessa degli inizi del mondo che conosciamo oggi attraverso il racconto di tre momenti chiave del passato: la politica, la religione e la guerra, tutti fattori che hanno contribuito a creare il mondo antico dal Mediterraneo alla Cina. Così, la nascita della democrazia ateniese e della Repubblica di Roma è anche l'età degli insegnamenti di Confucio in Cina; mentre Annibale sfida la potenza di Roma e attraversa le Alpi, la Cina viene unificata nel suo primo impero; quando Costantino impone il cristianesimo al mondo romano, il buddhismo pervade la Cina attraverso le vaste rotte commerciali che oggi conosciamo come «Via della Seta». Mondi antichi è un importante lavoro di storia globale, un viaggio coinvolgente che sfida il nostro modo di pensare il passato e ridisegna la mappa dell'età classica per rivelare le sue connessioni nascoste, e ci mostra come la storia antica possa ancora riservarci utili insegnamenti per interpretare il nostro tempo. -
Da Lenin a Stalin. 1917-1937. Cronaca di una rivoluzione tradita
A cento anni dalla Rivoluzione d’Ottobre cosa sappiamo di quegli eventi?rnrn Quanto è rimasto nelle generazioni più giovani di quella storia complessa, violenta, alla lunga perdente – e tuttavia animata da un profondo afflato ideale, guidato da ideali di uguaglianza, giustizia e libertà –, che i libri di storia chiamano Rivoluzione comunista?rnI trentenni di oggi sono nati in un mondo che non è più diviso in due da una cortina di ferro. Dopo la caduta del muro di Berlino l’universo comunista si è rapidamente dissolto, e la storia di quel mondo, che una generazione fa era ben nota e aspramente dibattuta nel bene e nel male, è oggi quasi eclissata.rnrnPer questo è tanto più importante rileggere lo sviluppo di quegli eventi, il racconto dei primi vent’anni della Rivoluzione, descritti in questo libro forse dal più lucido, appassionato e lungimirante intellettuale e rivoluzionario dell’epoca. Attraverso la narrazione e il prisma interpretativo di Victor Serge – pensatore troppo presto dimenticato, come scrive David Bidussa nella prefazione di questo volume – percepiamo quel mutamento di fini, quello stravolgimento politico e ideologico che fu il passaggio dalla Rivoluzione comunista guidata da Lenin all’istituzione del regime dittatoriale di Stalin. Pochi, come Victor Serge, percepirono per tempo questo stravolgimento come il tradimento di un ideale, denunciandone pubblicamente la barbarie. Ben pochi, come lui, in Russia e in Europa occidentale, furono disposti a subire le conseguenze delle proprie idee, lottando fino all’ultimo per farsi sentire. -
La riscoperta della mente. Nuova ediz.
«Spero che la riscoperta della coscienza...segni la strada della riscoperta della mente.»Riscoprire la mente: per John R. Searle, un imperativo tanto più indifferibile quanto più ostacolato da indagini che giudica svianti. Vede intere tradizioni filosofiche annaspare alla ricerca dell'essenza del mentale, e scienze recenti abusare insensatamente di modelli computazionali o informatici. Ma l'oggetto continua a sfuggire alle loro formule prive di potenza esplicativa: «""Lì dentro ci sono degli enunciati invisibili!"""" (il linguaggio del pensiero); """"Lì dentro c'è un programma per calcolatore!"""" (cognitivismo); «""""Lì dentro ci sono solo relazioni causali"""" (funzionalismo); """"Lì dentro, non c'è nulla! (eliminativismo)». Perché, nonostante la «brama di significato» spesso spinga a ipotizzare regole profonde inconsce, non si riuscirà a studiare davvero la mente se non si partirà dalla coscienza come fenomeno naturale soggettivo e qualitativo, dotato di intenzionalità. Eseguendo fino in fondo il compito di «dare alla coscienza il posto che le spetta nella nostra generale concezione del mondo e nel complesso della nostra vita mentale», Searle approda a una compiuta e originale filosofia della mente, antimaterialistica, antidualistica, anticomportamentistica e anticognitivistica. Di rado un'opera filosofica raggiunge il triplice obiettivo di elaborare una nuova teoria, disarticolare con rigore implacabile gli argomenti degli avversari e toccare l'apice espositivo del saggismo. Tre esiti che conferiscono a """"La riscoperta della mente"""" la statura di un classico."" -
Una primavera tardiva. Tutti i racconti
«Quanto si impara da libri come questo che sono un mondo! Personaggi indimenticabili...pagine splendide.» - Antonia Arslan, Famiglia CristianaCiascuno di questi racconti si svolge in uno shtetl polacco, prima della seconda guerra mondiale, abitato da una serie di personaggi descritti con tanta precisione che si possono subito individuare quando riappaiono in un altro racconto, magari in veste di protagonisti. C'è, per esempio, Hirsch Leib che, dopo aver condotto a destinazione il bestiame a lui affidato dai commercianti locali, non vede l'ora di tornare da moglie e figli con un sacco pieno di regali per festeggiare la Pasqua ebraica, e si trova davanti la Vistola, ghiacciata sì, e quindi attraversabile, ma battuta da una inaspettata, furiosa pioggia primaverile che rischia di assottigliare e rompere la superficie solida del fiume. Ci riuscirà? Ogni racconto un romanzo, ogni villaggio un mondo, ogni protagonista un personaggio, e una pletora di vivacissimi ritratti di contorno, cosi caratterizzati, in poche righe, da diventare indimenticabili. Questo l'incredibile potere della scrittura di I.J. Singer, che i lettori conoscono già dai grandi romanzi epici. E qui le brevi storie dense e originali hanno lo stesso tono definitivo delle altre opere di questo grande scrittore. -
Academy street
«Academy Street è un romanzo bellissimo, paradossalmente avvincente, con toni perfetti, capace di disarmare il lettore come fa uno specchio.» - Elena Stancanelli, D - la RepubblicaEasterfield, Irlanda, 1944. Tess ha sette anni quando sua madre muore, lasciandola con un padre difficile, tre sorelle maggiori e due fratelli. Per lo choc, la bambina smette di parlare, e recupera molto lentamente, con l'aiuto di un ragazzo che lavora nella fattoria. Man mano che Tess cresce, va a scuola e diventa infermiera, le sorelle si sposano. Una di loro, Claire, con un americano, e Tess la raggiunge a New York. Il fulcro della sua vita diventa il lavoro, ed è grazie a una collega che conosce David, un ragazzo affascinante: Tess si innamora, e resta incinta. Sono gli anni Sessanta, nella comunità irlandese, e una gravidanza fuori dal matrimonio è un'impensabile tragedia, equivale a ostracismo e isolamento. Così Tess si ritrova sola, unico punto di riferimento, Willa, una generosa e saggia vicina di casa in Academy street. E comincia un difficile processo di maturazione tra gli impegni di lavoro e la convivenza con il figlio Theo che crescendo si staccherà da lei, e riuscirà a instaurare un rapporto civile solo dopo essersi sposato e allontanato da casa. Il tentativo di riprendere una vita sentimentale la fa sentire a disagio, la spinge alla rinuncia definitiva. Quando va in pensione e si appassiona alla lettura, trova finalmente un equilibrio e riesce a riconciliarsi con il figlio, anche se una nuova tragedia, più grande di tutte le altre, è in agguato. -
Il pensiero matematico contemporaneo
Gli ultimi decenni d secolo scorso sono stati segnati, tra le altre cose, dallo straordinario impoverimento del dibattito filosofico sulla matematica. Le cause sono molteplici: le ripercussioni dei teoremi di incompleti di Godei, il declino dei grandi sistemi filosofici e il disinteresse per il problema della teoria della conoscenza. In questo libro Frédéric Patras, ripercorrendo brevemente e con efficacia la storia della matematica a cavallo tra il xix e il xx secolo denuncia lo svilimento del dibattito filosofico della disciplina, parcellizzata in una serie di contributi - alla biologia, all'economia e alla fisica - che ne hanno limitato l'ambizione universale. Per tornare a essere centrale come attività creatrice e, allo stesso tempo, come garante e organizzatore dei saperi accumulati, il pensiero matematico deve abbandonare i campi specialistici e riguadagnare il suo posto nel storia della conoscenza. -
Robot fra noi. Le creature intelligenti che stiamo per costruire
«Appassiona, interessa, fa riflettere: noi umani siamo, per la prima volta nella nostra esistenza, ""Creatori"""" di una specie """"a nostra immagine e somiglianza"""".» - Gianni Riotta, La StampaL'uomo sta creando una """"specie"""" completamente nuova, in parte materiale e in parte digitale. La robotica moderna non si occupa più di androidi identici agli esseri umani, come avviene nei film: la tecnologia è lanciata a creare macchine indiscutibilmente superiori agli uomini e in grado di fare cose che noi non potremo mai fare. Sarà senza dubbio una rivoluzione dalle conseguenze difficilmente prevedibili. Illah Nourbakhsh - uno dei leader mondiali della ricerca robotica - ci racconta in questo libro dei """"bot"""" del futuro prossimo e di quelli che verranno appena un po' più in là: robot multimodali che ci consentiranno di essere in più luoghi nello stesso momento e persino nanorobot in grado di assumere forme fisiche diverse. Nourbakhsh apre ogni capitolo con una storia vera - la descrizione di un momento qualunque di una giornata piena di robot, che potrebbe essere normale tra qualche anno -, per poi tornare a vestire i panni dello scienziato e raccontarci in che modo giungeremo tecnicamente in questo futuro."" -
Tiranni. Una storia di potere, ingiustizia e terrore
La tirannia rimane il fenomeno politico più antico e duraturo. E sembra che il suo spirito sopravviva rinvigorito fino ai nostri giorni: che si tratti del terrorismo jihadista, dell’imperialismo di Putin, o delle ambizioni espansionistiche cinesi.rnrn«Tiranni offre una splendida confutazione di coloro che credono ancora che il processo storico o la logica del mercato porteranno a un mondo democratico e più pacifico. Una lettura obbligata per ogni serio studente di Scienze politiche» - rnSteven B. Smith, Yale Universityrnrn«In una rassegna coinvolgente di circa 2500 anni – e sulla base di una notevole conoscenza della storia e della letteratura occidentale – Waller Newell ordina magistralmente tirannie, antiche e moderne, per ricordarci come nascono e perché crollano» - rnVictor Davis Hanson, Stanford Universityrnrn«Basato su una sorprendentemente vasta conoscenza della storia, dai tempi antichi fino ad oggi, dalla cultura alta alla cultura pop, questo libro penetra nello spirito del tiranno... È il racconto sulla tirannia che stavamo aspettando» - rnNorman Doidge, Columbia UniversityrnrnWaller R. Newell – dispiegando tutta la sua vasta conoscenza della filosofia e della storia antiche e moderne – mette a nudo la figura del tiranno, raccontando in modo articolato e coinvolgente la lunga scia di potere, ingiustizie e terrore che in oltre duemila anni despoti di ogni ordine e grado si sono lasciati alle spalle. rnScopriamo così che Nerone, Francisco Franco e Mubarak sono i prototipi del tiranno «giardiniere», che dispone dello Stato e della società come di una personale proprietà, per il proprio piacere e beneficio e a favore esclusivo del proprio clan e dei propri sodali, e il cui potere sfocia spesso e volentieri nell’eccesso edonistico e nella crudeltà gratuita. Alessandro Magno, Napoleone e Atatürk sono invece tiranni «riformatori», animati – è vero – da un sincero desiderio di migliorare la società, ma altresì accecati dal perseguimento di fortuna e gloria a scapito di ogni legge e democrazia. Sono infine tirannie «millenariste» quelle di Robespierre, Stalin, Mao e degli odierni jihadismi, guidate dall’impulso di imporre un regime utopico a cui l’individuo deve sottostare per il bene collettivo e in cui ogni privilegio è sradicato fino a raggiungere l’eccesso in uno Stato di polizia attraverso l’omicidio di massa e il genocidio.rnTiranni è una lezione di storia illuminante per chiunque sia interessato al pericolo rappresentato dalla tirannia e dal terrore nel mondo di oggi. Finché rimarremo vigili la democrazia è destinata a sconfiggere la tirannia, per il semplice fatto che è un’idea migliore. -
La vita è semplice. Come il rasoio di Occam ha liberato la scienza e modellato l'universo
La vita è semplice descrive la passione, la curiosità, gli errori e le lotte dei pensatori che si sono ispirati al rasoio di Occam, e fornisce una nuova, originale visione della scienza.«""La vita è semplice"""" descrive brillantemente il contesto in cui visse e lavorò Guglielmo di Occam e l'effetto dirompente che la sua semplice dottrina ha avuto sullo sviluppo della nostra comprensione della natura e dell'universo» – Philip Pullman«""""La vita è semplice"""" racconta in modo divertente e coinvolgente la straordinaria storia di un'idea, che inizia il suo epico viaggio ottocento anni fa con un frate francescano e ancora oggi influenza alcune delle intuizioni più profonde della scienza» – Jim Al-Khalili«Ho letto """"La vita è semplice"""" e sono rimasto catturato dalla sua tesi centrale: che la scienza, anche se viene percepita come complicata, è in realtà il perseguimento della semplicità. Johnjoe ha creato un libro affascinante che intreccia storia, scienza e lettere per mostrare quello che la scienza è veramente» – Michael Brooks«Non bisogna moltiplicare gli enti oltre il necessario», entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem. Questa formula, apparentemente semplice e intuitiva, viene attribuita a Guglielmo di Occam, un frate francescano inglese vissuto a cavallo tra Due e Trecento, e a dispetto del suo aspetto innocente nasconde in sé un dirompente potere rivoluzionario. Il suo autore non la scrisse mai in questi termini, ma fu probabilmente lui a dire che «è inutile fare con più mezzi ciò che si può fare con meno», e in ogni caso è sicuramente a Guglielmo che questo concetto viene ascritto sotto il titolo di «rasoio di Occam»: in pratica, tra due ipotesi che descrivono entrambe bene un fenomeno, conviene preferire quella che fa meno assunzioni e scartare la più farraginosa. Gli ottocento anni che ci separano dalla prima enunciazione del «rasoio» sono costellati da continue conferme della sua validità: a ogni svolta concettuale, a ogni vittoria dell'intelletto umano è corrisposta la caduta di qualche orpello, si è eliminato qualche «ente non necessario», con la conseguente semplificazione delle nostre spiegazioni sul funzionamento del mondo. Si può dire che il rasoio di Occam sia il principio che ha favorito l'ascesa della scienza moderna e che ne guida a tutt'oggi il cammino. Non è un caso che Umberto Eco si fosse ispirato proprio a Guglielmo di Occam per tratteggiare la figura di Guglielmo da Baskerville nel Nome della rosa. Johnjoe McFadden racconta questa storia affascinante partendo dalla vita di Guglielmo di Occam e risalendo i secoli, di innovazione in innovazione, mettendo in risalto il valore rivoluzionario della sua idea, dall'universo mitologico a Copernico e Galileo, dallo spirito vitale a Mendel, Wallace e Darwin, dalle prime teorie sul calore alla termodinamica, dall'aristotelismo all'universo di Newton, Einstein e Higgs. Descrivendo la passione, la curiosità, gli errori e le lotte dei pensatori che si sono ispirati al rasoio di Occam, La vita è semplice fornisce una nuova, originale visione della scienza.""