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Meditazioni buddhiste. Per vivere in armonia con gli altri
È davvero possibile coltivare una qualità della mente? È possibile trasformare il rapporto che abbiamo con gli esseri umani che ci circondano, e quindi con la nostra storia personale? È possibile muoversi concretamente nella direzione della felicità? Hopkins afferma che sì, è assolutamente possibile; a patto che si riconosca anche in tutti gli altri una profonda aspirazione alla felicità e un desiderio di fuggire la sofferenza. Talvolta il modo o il percorso che gli altri scelgono per raggiungere questo scopo non ci piace, anzi a volte lo riteniamo intollerabile e crudele (come nel caso dei tiranni o dei criminali), ma la natura interiore che sottende a queste azioni è comunque qualcosa che ci accomuna tutti. Comprendere completamente, e non solo con l'intelletto, questa sostanziale uguaglianza porta a sviluppare una mente equanime, perfettamente equilibrata. Da qui parte il cammino che conduce alla compassione, un atteggiamento di calorosa premura, di aiuto attivo, e in definitiva di amore intenso per tutti gli esseri, l'unica condizione che possa arrecare la felicità. Prefazione di Sua Santità il Dalai Lama. -
Mindfulness e salute mentale. Terapia, teoria e scienza
Le qualità di calma e consapevolezza che la pratica della mindfulness ha la capacità di risvegliare nell'essere umano hanno un potenziale curativo enorme. Dopo una storia del termine pali sati (il mindfulness da noi tradotto con ""presenza mentale"""") che fa luce sulle complesse questioni di traduzione che gli sono sorte attorno, l'autore indaga a fondo sulle radici e sul significato della ricerca di consapevolezza, perno dell'antica psicologia buddhista. Nell'incontro fecondo e ormai consolidato con le moderne forme di psicoterapia, la pratica meditativa basata sulla presenza mentale può giocare un ruolo determinante, e in tal senso viene ormai da tempo portata avanti una serie di ricerche e programmi scientifici a livello clinico. L'autore esamina a fondo la mindfulness dal punto di vista storico e scientifico, e poi passa a illustrare le diverse ricerche condotte per valutare l'impatto della pratica (solitaria o nell'ambito di ritiri di gruppo) sulla cura dei disturbi mentali. Per ogni genere di disturbo viene analizzato il ruolo che la mindfulness può giocare nella guarigione: dal disturbo d'ansia, alla depressione, alla difficoltà di regolazione emotiva, fino ai disturbi alimentari e ai traumi. Il libro si completa di un indice analitico ampio e dettagliato che lo rende un utile strumento per il clinico, oltre che, naturalmente, un testo estremamente stimolante per il praticante."" -
Il mondo dell'oggetto evocativo
"Il primo capitolo di questo libro è un saggio sull'associazione libera. Vuol essere sia un'introduzione per il lettore profano, sia un ripasso, per il clinico, dei fondamenti elementari della teoria di Freud, al fine di illustrare come la sua teoria della formazione del sogno sia in realtà una teoria della mente. """"Il secondo capitolo esamina in che modo il paesaggio costruito in cui viviamo rispecchia la natura inconscia della vita collettiva, che si manifesta negli edifici e nelle città. Camminando nel mondo degli oggetti reali, andiamo vagando in un mondo fantasticato. """"Nel terzo capitolo rivedo alcuni a-spetti della mia teoria dell'oggetto evocativo, quale si è sviluppata nel corso di un trentennio, per estendere l'ambito del concetto di associazione libera al mondo degli oggetti reali, dove il modo in cui li usiamo è un'altra forma del processo associativo. Ci sono molti modi diversi di pensare, e uno dei modi in cui pensiamo noi stessi passa attraverso l'uso di oggetti evocativi. """"Nell'ultimo capitolo si considera la natura fantasmatica di quell'oggetto che chiamiamo 'famiglia'. Se in psicoanalisi il numero tre significa il triangolo edipico, non necessariamente annuncia la presenza di una famiglia."""" (C. Bollas)" -
Neuropsicologia dell'esperienza religiosa
Il libro, che indaga sulle basi neuropsicologiche del misticismo, ha il pregio unico di presentare, in modo comprensibile a tutti, dati perfettamente aggiornati alle più recenti ricerche scientifiche. Ma cos'è la neuropsicologia e cosa ha a che fare con la religione? La neuropsicologia studia tutti i fenomeni psichici dell'uomo a livello del sistema nervoso, descrivendo quindi in modo molto approfondito le connessioni tra corpo e psiche. La storia evolutiva del cervello e i meccanismi neurochimici che sottendono le emozioni, i sentimenti e i diversi stati di coscienza (veglia, sonno, sogno e trance) sono tra gli argomenti trattati in questo volume. E da circa dieci anni che l'autore, nell'ambito di tale disciplina, ha concentrato la sua attenzione sulla sfera del sacro e in particolare sui fenomeni di estasi e beatitudine su cui si imperniano le tradizioni spirituali, esaminando con rigore metodologico alcune delle principali ipotesi per spiegare l'esistenza, negli esseri umani, di circuiti cerebrali coinvolti nell'esperienza religiosa. -
Buddhismo e scienza. Storia di un amore
Dal diciannovesimo secolo fino a oggi, mentre fervevano i dibattiti sulla validità della religione nel mondo moderno, i buddhisti e i simpatizzanti del buddhismo, orientali e occidentali, proclamavano che il buddhismo, solo tra le religioni del mondo, era compatibile con le più recenti scoperte scientifiche, e quindi andava considerato il credo spirituale d'elezione per l'uomo colto e razionale. Via via che la scienza diffondeva le scoperte più rivoluzionarie sulla fisica quantistica, la teoria del big bang, la vera natura della materia, quelle stesse teorie venivano rintracciate negli insegnamenti di Gautama Buddha, un asceta indiano vissuto nell'età del ferro che, senza telescopi o microscopi, aveva intuito esattamente le stesse cose anticipando la scienza di ben duemilacinquecento anni. In ""Buddhismo e scienza"""" Lopez non si concentra tanto sul valutare la validità di tali asserzioni, quanto sull'esplorare come e perché queste due chiavi di lettura dell'universo interiore ed esteriore, apparentemente incompatibili tra loro, siano state così persistentemente associate. Il risultato è un viaggio affascinante sull'origine, gli sviluppi e le funzioni storiche dell'idea della 'scientificità' del buddhismo, a partire dai dibattiti tra buddhisti e missionari cristiani sulla cosmologia occidentale e orientale fino alle ricerche contemporanee delle neuroscienze sulla meditazione."" -
Diventare genitori. Il concepimento, la gravidanza, il primo anno: la formazione di un legame profondo e la difficoltà del percorso
Nel primo volume della nuova collana di ispirazione psicoanalitica dedicata ai genitori ""Cento e un bambino"""", diretta dalla psicologa e psicoterapeuta Emanuela Quagliata, vengono analizzati gli aspetti più significativi di quella delicata fase della vita di una donna e di una coppia che porta dall'inizio della gravidanza alla nascita del figlio. Gli autori, professionisti che da anni lavorano con le famiglie, intendono proporre spunti di riflessione sul percorso che si compie per diventare genitori e affrontare le paure di procreare. I primi capitoli introducono i temi della gravidanza e del primo anno di vita del bambino; in quelli successivi vengono approfonditi alcuni nodi problematici di questa fase e proposte delle modalità di intervento."" -
Fratelli e gemelli. L'amore tra fratelli, rivalità e gelosia, i gemelli: affrontare le difficoltà. Ediz. ampliata
Questo volume affronta le relazioni tra fratelli, considerando anche i gemelli, e mostra l'importanza di questi legami nel crescere i figli. È inevitabile che la nascita di un fratello sia vissuta in modo catastrofico, con sentimenti di rivalità e gelosia? Cosa possono fare i genitori per rafforzare le relazioni positive tra i figli? Il libro sottolinea il ruolo dell'amore fraterno, che arricchisce lo sviluppo emotivo del bambino, ma offre anche strategie per affrontare le dinamiche esplosive che talvolta si scatenano in famiglia. Gli autori: Francesca Argirò, Prophecy Coles, Alessandra Gibba Marsoni, Karen Proner, Marguerite Reid, Margaret Rustin. -
Essere genitori. Fare spazio al bambino: autostima, segnali di disagio, il ruolo del padre, le separazioni
In questo secondo volume della nuova collana di ispirazione psicoanalitica dedicata ai genitori ""Cento e un bambino"""", diretta dalla psicologa e psicoterapeuta Emanuela Quagliata, viene inizialmente delineato il complesso percorso con cui si apprende il 'mestiere di genitori'; si cerca poi di capire in che modo il rapporto tra genitori e figli può incidere sulla crescita della fiducia in se stessi dei bambini. Vengono affrontati il tema dell'aggressività infantile e della sua funzionalità allo sviluppo, e quello della separazione dei genitori. Ampio spazio viene dato al padre e alle recenti trasformazioni del suo ruolo nell'equilibrio familiare. Nuova edizione ampliata."" -
Oltre la consapevolezza in parole semplici
A vent'anni circa dalla pubblicazione della Pratica della consapevolezza in parole semplici, dedicato alla via della consapevolezza o visione profonda (vipassana), Henepola Gunaratana delinea in questo volume la via parallela della concentrazione o calma mentale (shamatha). I due sentieri, che in realtà sono intrecciati e si sostengono l'uno con l'altro, non sono due sistemi separati, ma un'unica serie di strumenti che mirano a liberare dalla sofferenza. La via della concentrazione permette alla mente di osservare se stessa, di esaminare il suo stesso funzionamento e di fare esperienza della sua natura gioiosa, splendente e luminosa attraverso i jhana. I jhana mondani, suddivisi in materiali e immateriali, e i jhana sovramondani sono stati di esperienza che si trovano al di là del mondo cognitivo e sensoriale ordinario. Già nel primo jhana c'è una rottura totale con il pensiero e la percezione ordinari e la mente, non più impastoiata dalle reazioni abituali, è piena di felicità, estasi, beatitudine, raccoglimento. Questi stati progressivi di concentrazione, via via più sottili, consentono al meditante di superare gli impedimenti, le catene e i veleni che condizionano la mente e soprattutto di penetrare con chiarezza i 'tre segni distintivi' dell'esistenza: anicca (impermanenza), dukkha (sofferenza) e anatta (assenza di un sé), conseguendo infine la liberazione. -
Chopin visto dai suoi allievi
Qual era il modo in cui Chopin eseguiva la sua musica pianistica? Come la insegnava, come voleva che fosse suonata? Per rispondere a questi interrogativi l'autore ha lavorato per lunghi anni a setacciare ogni documento edito e inedito che recasse tracce indubitabili della volontà chopiniana, e a studiare tale documentazione in dettaglio, sotto tutti gli aspetti (contesto storico, culturale, artistico e umano) in cui essi vanno collocati per essere compresi a fondo. Il risultato di questo lungo studio è un libro in cui una scelta di testi originali provenienti da allievi, colleghi pianisti o compositori, amici e ascoltatori di Chopin è collocata entro una fitta rete di note che, per così dire, li fa parlare, li forza a fornirci informazioni nuove, ricche e imprevedibili che si compongono in un ritratto a tutto tondo di Chopin, della sua poetica, della sua tecnica e della sua didattica pianistica, delle tradizioni musicali a cui amava riallacciarsi, della sua etica della musica, della 'prassi esecutiva' che grazie a questo libro può dirsi la sua, e in fine della sua presenza concreta come essere umano. -
Nulla da cercare. Un commento alla raccolta di Linjii
Non c'è nulla da fare e nulla da cercare. La persona che non ha nulla da fare è padrona di sé, e vive integrata nel proprio ambiente senza esserne oppressa. Non è vittima di tristezza, felicità, amore, odio. Vive in consapevolezza come una persona ordinaria, che stia seduta, cammini o stia in piedi. ""Dovunque sei - insegna Linji - usa quel luogo come sede del tuo risveglio"""". Questo è l'insegnamento del maestro ch'art Linji, vissuto nel nono secolo d. C. durante la dinastia Tang, fondatore della scuola Linji (Rinzai) dello zen: lo spirito del suo insegnamento, osserva Thi-ch Nhat Hanh, è in tutto ciò che si impara e si insegna all'interno della tradizione zen. Vissuto nell'epoca della re-pressione politica del buddhismo in Cina, Linji fu allievo di Huangbo e fondò infine il proprio monastero insegnando ai suoi allievi in uno stile incisivo e diretto. Non scrisse mai, ma i suoi studenti raccolsero gli insegnamenti del maestro nella Raccolta di Linji. La traduzione e il commento di Thich Nhat Hanh rendono il testo accessibile al lettore moderno senza alterarne il carattere ironico, diretto e anticonvenzionale. La raccolta è composta da due sezioni: le Battaglie zen, insegnamenti che il maestro impartiva la mattina sotto forma di domande e risposte, e i Discorsi della sera, in cui Linji spiegava e raccontava storie, in una forma meno criptica rispetto alle Battaglie."" -
Melodia. Un libro da leggere e da studiare
È cosa nota che sulla melodia in quanto tale, sul suo trattamento, la sua conduzione, le sue tecniche compositive, c'è pochissimo da dire. La penuria e, tutto sommato, l'insignificanza della letteratura specifica sulla melodia, soprattutto se confrontata con l'imponente corpo di scritti dedicati all'armonia, o anche al ritmo o all'orchestrazione o alla forma, si possono constatare rapidamente e senza alcuno sforzo. Qui, ancor più che nel suo ""Manuale di armonia"""", si misura la fecondità del metodo storicizzante di de la Motte: l'idea portante della sua pluridecennale impresa storico-teorico-didattica è che esprimersi in musica sia un processo molto meno tecnico, più in continuità con le esperienze e le capacità comuni di quanto non ci faccia credere il farraginoso, intricato e talora feticistico sistema di educazione musicale oggi in uso. Paradossalmente, il principale strumento per dimostrare questa tesi sta in una radicale storicizzazione dei procedimenti compositivi. Dunque, de la Motte non analizza la melodia, bensì come si manifesta, come si struttura, come viene inventata la conduzione melodica nelle epoche più lontane e nei contesti più svariati: dalla musica reservata alla musica leggera del novecento, dalle canzoni per bambini al melos wagneriano, dai canti popolari a Hildegard von Bingen, dal gregoriano alle melodie di Chopin, da Schubert a Ligeti, da Haydn a Puccini."" -
I disturbi del sé. La disregolazione degli affetti
Il sé non è una struttura isolata, ma un sistema dinamico che fonda le proprie basi nelle relazioni interpersonali formate nella primissima infanzia tra il bambino e la sua principale figura di accudimento. Insieme al suo volume gemello, ""La regolazione degli affetti e la riparazione del sé"""", questo libro rappresenta la summa dell'ambizioso lavoro interdisciplinare del neuropsichiatra americano sulla neurobiologia dello sviluppo emotivo. Partendo dalla teoria dell'attaccamento di Bowlby, Schore ha formulato una propria 'teoria della regolazione', che da Bowlby prende le mosse ma acquista un nuovo spessore scientifico grazie all'incessante confronto empirico con discipline confinanti: neuroscienze, psichiatria, psicologia, biologia comportamentale, studi sociali, studi sul trauma, psicologia clinica. Nella prima parte, dedicata alle neuroscienze dello sviluppo affettivo, Schore illustra con dovizia di dati l'impatto positivo che hanno le prime comunicazioni affettive sull'organizzazione di un sistema di controllo nell'emisfero destro del cervello in formazione del bambino. Nella seconda parte del volume, incentrata sulla neuropsichiatria dello sviluppo, l'autore esamina l'incidenza negativa che i traumi relazionali della prima infanzia possono avere sul percorso di sviluppo del cervello destro, generando predisposizioni a psicopatologie e disturbi di personalità."" -
Relazione genitorale e funzione riflessiva. Teoria, clinica e intervento sociale
Questa raccolta di saggi e articoli è il primo libro unitario di Arietta Slade, la cui vasta mole di scritti è stata selezionata e ordinata con grande coerenza tematica, lasciando ampio spazio alla ricerca empirica, all'applicazione clinica e agli interventi sociali svolti dall'autrice. Slade definisce il costrutto teorico di 'funzione riflessiva genitoriale' come la capacità di capire i comportamenti del bambino in termini di stati mentali e intenzioni; essa è la premessa indispensabile perché il bambino possa regolare i propri affetti e raggiungere un senso del Sé coeso, coerente e flessibile. Negli ultimi anni Slade ha creato una scala che misura tale facoltà genitoriale, dimostrandone il ruolo predittivo nella trasmissione intergenerazionale dei modelli di attaccamento. L'autrice si esprime inoltre in modo diretto ed efficace sul lavoro che il clinico svolge con i genitori nell'ambito della psicoterapia dei bambini, muovendo da una troppo esigua letteratura psicoanalitica in materia; ed esamina in particolare il dramma vissuto dai genitori dei bambini classificati nello 'spettro autistico' che troppo spesso sono completamente trascurati dai servizi sociali. Il volume vede la luce per la prima volta direttamente in italiano offrendo sensibilità clinica e spessore umano a tutti coloro che vogliono avere, in presa diretta, una visione documentata delle dinamiche di relazione tra genitori e figli, nel periodo dell'infanzia. -
Genitori adottivi. L'esperienza del bambino, gli aspetti giuridici, il padre adottivo: costruire i nuovi legami familiari
La collana è rivolta a tutti i genitori ed è composta di volumi monotematici dedicati alle tappe che segnano la vita del bambino e dei genitori: dalla gravidanza fino all'adolescenza. Da una prospettiva psicoanalitica, gli autori, tra i maggiori esperti italiani e stranieri degli argomenti trattati e del lavoro con le famiglie, intendono offrire al genitore un nuovo punto di vista per osservare e comprendere il proprio rapporto con i figli, sostenerli nella crescita e affrontare le aree critiche del loro sviluppo. Il quarto volume intende approfondire alcune questioni sulle emozioni positive e negative che emergono con l'adozione. Cosa significa adottare un figlio? Fare posto a un bambino nato da altri genitori, che ha vissuto esperienze dolorose e spesso anche traumatiche? Cosa vuol dire, per un bambino, essere separato dalla famiglia di origine e, a volte, interrompere i rapporti con il paese natale? Quali difficoltà può incontrare a scuola? I capitoli tracciano inoltre un percorso che porta a creare nuovi legami e affetti familiari. -
Il focusing in psicoterapia. Introduzione al metodo esperienziale
Il focusing, meglio noto come metodo esperienziale, non è esattamente una terapia, quanto piuttosto una modalità di attenzione introspettiva corporea che può essere applicata a varie forme di psicoterapia. È difficile descrivere adeguatamente tale processo: ciò che distingue il focusing dall'ordinaria consapevolezza dei sentimenti è che parte dal corpo e avviene al margine fra conscio e inconscio: in quella zona si può lasciar emergere un'impressione somatica di un qualunque argomento ed esplorarla. In questo senso, il focusing è utile al cliente, che impara a esperire somaticamente pensieri ed emozioni che spesso rimangono a un livello più superficiale di coscienza, a sentire quindi il corpo 'dall'interno', ed è utile al terapeuta, cui permette di calibrare l'intervento sulla singola persona e di riequilibrarlo in ogni momento della seduta a seconda delle esigenze del momento. In effetti il metodo esperienziale consente di accedere regolarmente e deliberatamente proprio al luogo in cui avviene il movimento terapeutico, e poiché parte dall'esperienza invece che dalla teoria, è virtualmente applicabile a tutte le teorie: le teorie possono anche contraddirsi a vicenda, ma un'esperienza non contraddice le altre. La prima parte del libro ruota attorno al focusing e ne illustra il procedimento. La seconda parte del volume si concentra poi sul modo in cui altri approcci terapeutici possano e debbano essere adattati e modificati per lavorare sulla zona fra conscio e inconscio. -
Attrazione, ossessione e stalking
Nella letteratura emergente sul fenomeno sempre più diffuso dello stalking, questo testo offre una visione particolarmente innovativa e gravida di spunti: non è infatti centrato sui soli aspetti comportamentali ma anche, e soprattutto, sulle caratteristiche psicologiche e di personalità dello stalker e della sua vittima, e sulla peculiare natura psicopatologica della relazione persecutore/vittima nei casi di stalking. I comportamenti ripetuti e morbosi di intrusione relazionale (IRO) nella vita della vittima attraverso pedinamenti, appostamenti, telefonate indesiderate, invio di lettere, e-mail, SMS, MMS o minacce scritte, verbali e fisiche, sono finalizzati a soddisfare una specifica motivazione, più o meno latente: ovvero quella di esercitare il potere e il controllo sulla vittima. Le osservazioni cliniche e i dati di ricerca suggeriscono che tali dinamiche relazionali non sono altro che la riattualizzazione di pattern relazionali appresi nel proprio ambiente familiare, contrassegnati da esperienze di disconoscimento, trascuratezza emotiva, violenza e in alcuni casi di abuso sessuale. Ciò che emerge dalla ricerca degli autori è che il tratto comune ai comportamenti di stalking non risiede tanto nella natura dello strumento di controllo utilizzato, quanto nella tipologia del comportamento impulsivo, che dà luogo a un bisogno ossessivo d'intrusione relazionale, di pedinamento e di molestia analogo a quello della caccia {to stalk) e del fare la posta. -
La pratica dei Jhana. La tradizionale meditazione di concentrazione insegnata dal venerabile Pa Auk Sayadaw
Entrambi gli autori di questo libro, che si sono dedicati alla pratica buddhista fin da giovanissimi, hanno avuto la fortuna di partecipare a un ritiro tenuto in California dal venerabile Pa Auk Sayadaw, un maestro birmano considerato uno dei rappresentanti contemporanei più autorevoli della meditazione di concentrazione fondata sui jhàna. Quest'esperienza memorabile li ha portati a penetrare direttamente gli stati di concentrazione più elevati, indispensabili per progredire rapidamente nelle due sezioni samatha e vipassana del sentiero buddhista. La pratica dei jhàna è appunto il frutto della loro esperienza e vuole tracciare una mappa precisa di un percorso meditativo fondamentale ma ancora poco seguito in occidente, forse a causa della maggior diffusione della meditazione di consapevolezza, o vipassana. Nel corso del volume gli autori, basandosi sull'esperienza diretta di quel che vanno descrivendo, guidano i praticanti con dovizia di particolari in tutte le fasi degli assorbimenti meditativi dei jhàna: la consapevolezza del respiro, la meditazione di accesso, il sorgere progressivo dei quattro jhàna materiali e dei quattro jhàna immateriali. Un libro prezioso per chiunque voglia accostarsi a queste pratiche meditative di tradizione theravada insegnate dal Buddha ed esposte nel Visuddhimagga. -
Momenti di risveglio. La consapevolezza nel sentiero del vajrayana
Realizzare la 'natura della mente' e dimorare in quell'esperienza diretta è il frutto della trasmissione di un vero guru, che introduce lo studente alla realtà ultima: l'io, così come tutte le cose, non ha una realtà intrinseca; non è separato dal resto, non costituisce un'entità a sé stante. La natura di tutti i fenomeni, quindi, non è altro che vacuità. Per attingere a questa profonda comprensione non è sufficiente seguire un maestro realizzato; il praticante deve sviluppare le qualità della mente che gli consentano di comprendere gli insegnamenti, e soprattutto di metterli in atto. L'autore pone in risalto due qualità fondamentali della mente, senza le quali nessuna pratica, nessuno studio può portare all'illuminazione: la consapevolezza e il discernimento, due aspetti di una stessa presenza mentale. Consapevolezza e discernimento danno realismo al cammino e chiarezza di obiettivi, senza di essi lo studente non potrà neanche trarre beneficio dalla pratica della meditazione. Anyen tratteggia l'utilità dei diversi insegnamenti buddhisti, dai sutra ai tantra, fino agli insegnamenti più alti del suo lignaggio spirituale: lo dzogchen e la mahamudra; la narrazione di alcuni importanti episodi della sua vita e del suo addestramento comunica lo stile particolarmente diretto, intuitivo e talvolta energico e incalzante con cui i suoi maestri lo hanno introdotto alla via del Buddha. -
La nascita della coscienza
Fin dalle origini della teoria psicoanalitica, la concezione dell'inconscio si intreccia con quella della coscienza, ma privilegiando essenzialmente l'elaborazione dei processi inconsci. Freud stesso dedicò alla coscienza uno degli scritti della metapsicologia, che però decise di non lasciarci. L'autore inquadra nelle attuali conoscenze neuropsicologiche le teorie della coscienza, e ne propone un modello psicoanalitico a partire dalle conclusioni teoriche presentate in ""Struttura dell'oggetto e della rappresentazione"""" e in """"Psicoanalisi e neuroscienze"""". La coscienza emerge progressivamente da quattro linee maturative. L'interazione madre-bambino studiata dalla Infant Research chiarisce come la madre inauguri subito la regolazione necessaria al formarsi equilibrato dei primi stati di coscienza. Questo sviluppo si raccorda con quello primario psicoanalitico identificatorio, e dall'intreccio di queste due linee maturative emergono quelle dell'attaccamento e della mentalizzazione. Questo intero sviluppo confluisce nel linguaggio, rimanendo poi a fondamento della capacità del terapeuta di riorganizzare in modo innovativo la coscienza del paziente. Il modello presenta fondamentali analogie con le ipotesi freudiane sulla coscienza, e propone anche alcune spiegazioni delle difficoltà che possono aver spinto Freud a rinunciare al suo scritto metapsicologico, ma che presumibilmente hanno anche fatto da guida alla sua successiva teorizzazione della seconda topica.""