Sfoglia il Catalogo feltrinelli010
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 7141-7160 di 10000 Articoli:
-
L' esperienza del nulla. Discorsi sulla realizzazione dell'infinito
Si dice che Nisargadatta, il saggio di umili origini che prima dell'illuminazione conduceva la sua ordinaria esistenza di commerciante di tabacchi a Bombay, fosse con i suoi allievi estremamente brusco e contrariante. È, questa, una tecnica che molti maestri spirituali hanno adottato per generare un distacco critico nell'allievo e costringerlo a basarsi solo sull'esperienza personale. Ma nelle fedeli trascrizioni dei colloqui di Nisargadatta con i suoi allievi è il processo stesso del dialogo che viene messo a nudo. Ciò che interessa a Nisargadatta è la possibilità di rompere l'identificazione con il corpo-mente, su cui si basa l'intera gamma delle esperienze consuete di un essere non illuminato: anche il processo del pensiero, e più che mai la sua articolazione in linguaggio, sono condizionati in partenza. In questa prospettiva l'unico valore che la parola può avere è quello di essere ""uccisa"""": ricordare che si è """"prima"""" delle parole, evitare di interpretarle. """"Quello che faccio - spiega finalmente Nisargadatta in maniera esplicita - è inserire un cuneo tra voi e i pensieri, tra voi e l'accettazione di qualunque pensiero o parola"""". Il cuneo, che in questo caso è l'intervento e la presenza del maestro, ha lo scopo di separare l'""""io sono"""" da ogni pensiero che sorge."" -
La psicoterapia genitore-bambino
Sin dalle origini la psicoanalisi ha riconosciuto che i mondi interni di una generazione si trasmettono a quelle che seguono. Le terapie genitore-bambino a orientamento psicodinamico si fondano sull'assunzione che l'esperienza di sé del bambino prende vita grazie all'interazione con l'Altro significativo, e che, sebbene le prime relazioni siano immerse in una dimensione sottocorticale e presimbolica, la mente e lo sviluppo del bambino sono in gran parte forgiati dalle dinamiche relazionali con le figure di attaccamento primarie. Il ""paziente"""" quindi non è né il genitore né il bambino, ma la loro relazione, e per questo la psicoterapia congiunta si delinea come la modalità elettiva di intervento in presenza di difficoltà interpersonali. Questo libro offre un resoconto chiaro, esauriente e razionale del modello utilizzato nell'ambito del progetto genitore-bambino dell'Anna Freud Centre, fornendo un ricchissimo materiale clinico che permette di ricostruire lo sviluppo del processo terapeutico nell'intervento con le singole famiglie e con i gruppi. Partendo dalle recenti scoperte neuroscientifiche che hanno evidenziato come sin dalla nascita l'essere umano abbia molti strumenti per leggere e comprendere i segnali inviati dal mondo circostante, il modello presentato considera il bambino un soggetto attivo e creativo nel percorso terapeutico e illustra le tecniche che promuovono la sua partecipazione."" -
Star bene in acque torbide. Una guida per trovare la pace nel caos quotidiano
Al centro di questo studio è l'aspirazione zen che induce ad aprirsi a qualsiasi cosa la vita presenti, per quanto possa essere caotica, irritante o complicata. L'educazione, la cultura in cui siamo immersi, lo stesso pensiero razionale che giudica e paragona incessantemente, ci spingono a vivere in un surrogato del mondo reale, proiettati nel passato o nel futuro e protetti dal confronto diretto col presente, con il ""qui e ora"""" che non siamo in grado di gestire senza difese e reazioni condizionate. Tutte le strategie a cui ricorriamo per mantenere un senso di controllo sul mondo, per sentirci sicuri e accettati, ci tengono rinchiusi in una vita artificiale, in un surrogato della vita. Essere disposti ad aprirsi all'esperienza reale ci consente di scoprire la saggezza, la compassione e quella vita autentica che tutti desiderano. Ezra Bayda applica questo semplice insegnamento zen a un ampio ventaglio di tematiche, quali i rapporti affettivi, la fede, il perdono, la sessualità, il denaro, insegnando semplici tecniche per estendere la pratica spirituale a ogni aspetto della vita quotidiana. La pace e la realizzazione sono accessibili a tutti, proprio qui, proprio ora, in qualsiasi circostanza."" -
L' enneagramma delle idee sacre. Aspetti molteplici della realtà
Scomparsa e ricomparsa più volte negli ultimi duemila anni della storia dell'umanità, la figura geometrica dell'enneagramma ha viaggiato sotterranea attraverso i sistemi di pensiero e di conoscenza di area mediorientale, fino a emergere in Occidente agli inizi del secolo scorso tramite G. I. Gurdjieff, a sua volta in contatto diretto con l'insegnamento orale sufi. Il significato dell'enneagramma fu divulgato negli scritti del suo allievo P. D. Ouspensky. Da allora, analizzato e assorbito da figure del calibro di Oscar Ichazo e Claudio Naranjo, l'enneagramma si è sviluppato partendo da quel territorio di confine che si situa tra l'indagine psicologica e quella spirituale, facendosi via via strumento scientifico e terapeutico sempre più fecondo per l'analisi del carattere e dei tipi psicologici. Almaas, allievo diretto di Naranjo e fondatore del Diamond Approach, facendo tesoro delle esperienze dei suoi maestri intende risalire al nucleo di conoscenza spirituale racchiuso nell'enneagramma, concentrando l'indagine interamente sulle Idee Sacre che si trovano in corrispondenza dei nove vertici della figura geometrica. Secondo la tradizione tramandata dell'enneagramma, ogni Idea Sacra rappresenta una percezione diretta della realtà, e insieme alle altre fornisce una visione oggettiva della realtà stessa. I nove enneatipi sono strettamente collegati alle nove Idee: è proprio la perdita di contatto con le Idee Sacre che genera gli ""inganni specifici"""" all'origine dei complessi psicologici."" -
Un'emozione insopportabile. Guida alla psicoterapia delle psicosi
L'affetto è l'elemento fondamentale della mente e del cervello. A somiglianza degli elementi fisici della gravità, del vento e del fulmine, l'emozione ha forza e direzione. Cosa succede però quando diventa insopportabile? Quando gli eventi umani si accumulano e diventano incontenibili l'emozione può implodere risultando nel negativismo, nell'autismo e nella paralisi della psicosi. La mappa per uscire dalla psicosi è focalizzata sul trovare l'affetto nella psicosi, collocarla entro il corpo del paziente e, infine, esprimerla a parole nel contesto della storia di vita del paziente, portandolo così alla coscienza. -
Legami danneggiati
Una delle difficoltà maggiori della vita è che i legami che nutrono comportino anche dei danni. Eigen in questo libro ci incoraggia a guardare, e per quanto possibile affrontare, le ferite prodotte dai legami di cui abbiamo bisogno per vivere. E la terapia, dandoci l'occasione di rallentare le cose, di rielaborare momenti di ferita/rigenerazione, di assaporare e digerire in parte ciò che normalmente passa inosservato, può essere un modo in cui la vita cerca non solo di riparare i danni e disintossicarsi, ma anche di arricchirsi e rigenerarsi. -
La medicina suprema
Si conclude con questo ultimo volume la trilogia di discorsi di Nisargadatta curata e redatta con estrema dedizione da Robert Powell. Nella prima e nella seconda parte, ""Il nettare dell'immortalità e Inesperienza del nulla"""", Maharaj ha quasi stordito il lettore in una sorta di addestramento della coscienza: ora la coscienza dell'io sono' è """"il compagno fedele che rimane con noi ventiquattro ore al giorno"""", ora """"un ospite"""" con cui non abbiamo niente a che fare, che """"non c'era prima e non ci sarà in futuro"""". E tuttavia, parallelamente all'uso di paradossi che mirano a scardinare il condizionamento del pensiero, scorre sotto ogni parola di Nisargadatta il filo silenzioso della semplicità dell""""'io sono': il punto in cui 'Quello' si separa dal pensiero e ogni dualità è trascesa. In questo terzo volume dei discorsi, le parole di Maharaj si scarnificano al massimo, lasciando trasparire la limpidezza della quintessenza del suo insegnamento. L'origine dell'io sono' viene riportata al 'soffio vitale', o 'forza vitale', il prana. Non esiste nessun dio al di fuori di noi, e chi crede di pregare Dio prega in realtà l'unico dio che è con noi in ogni momento dell'esistenza: la propria forza vitale. Persino le sacre scritture hanno origine nel prana. La medicina suprema è l""""'io sono', e tutto ciò che può condurre alla conoscenza 'io sono' è antidoto all'ignoranza. Di Nisargadatta sono già apparsi in questa collana """"Io sono Quello"""", """"II nettare dell'immortalità e Inesperienza del nulla""""."" -
Puro e semplice. Gli insegnamenti di una maestra laica tailandese
Upasika Kee Nanayon è una combattente del Dhamma. Il suo approccio spietato è di grande impatto e sostegno per chi ambisce a calarsi nella meditazione per calmare e stabilizzare la mente. Secondo il suo insegnamento, per annientare gli inquinanti mentali non bastano le buone intenzioni. Un tentativo tiepido non potrà mai scalfire il potere insidioso e subdolo di desiderio, rabbia e illusione. La meta della vita è osservare il corpo, le sensazioni e le costruzioni mentali, contemplandone continuamente la transitorietà e il non sé, al fine di estirpare l'avidità, spodestare il senso dell'io e affrancarsi da stress e sofferenza. In questo strenuo allenamento gioca un ruolo primario la disciplina e la capacità di tollerare il dolore senza assecondarlo: ""regole e norme, se le ignoriamo, non servono a nulla, ma se le rispettiamo coscienziosamente, sono di grande beneficio"""". L'autrice per prima sin dall'adolescenza si era votata alla pratica e allo studio della via del Buddha, con l'irremovibile intenzione di sradicare il dolore e la tensione già presenti nella sua esperienza di vita. Divenne così la più famosa tra gli insegnanti di Dhamma tailandesi a lei contemporanei, nonostante sia sempre rimasta allo stato laicale. I discorsi agguerriti e le istruzioni dettagliate non sono un amorevole invito alla meditazione, ma una sferzata di disillusione diretta a coloro che affrontano l'osservazione interiore con molta indulgenza e scarsa determinazione."" -
Manuale di armonia
Il trattato di armonia di Diether de la Motte ha una caratteristica che lo distingue fortemente dalla maggioranza dei comuni testi di studio creati a questo scopo: la concezione dell'armonia su cui si basa è radicalmente storico-antropologica. Ne consegue che l'armonia non ha più nulla a che fare con una disciplina normativa astratta, basata su una presunta 'natura' dei rapporti tra suoni, ma è vista e studiata come una prassi umana; non è proposta come una scienza, ma è riassorbita in una dimensione stilistico-estetica. Coerentemente con questa concezione, a partire dagli albori della musica colta occidentale, da Ockegem al '500 inoltrato, passando per il periodo barocco, il classicismo viennese, il romanticismo, e via via fino ad arrivare alla musica seriale, ogni capitolo di questo libro sviluppa un'indagine sul linguaggio armonico quale lo si può dedurre partendo direttamente dall'opera concreta dei grandi musicisti del periodo, e corredandola con una doviziosa rassegna di esempi. Ogni trasformazione, ogni evoluzione del linguaggio armonico introdotta nella prassi musicale viene osservata e illustrata in dettaglio, e gli esercizi di cui il libro è disseminato diventano proposte per provarsi a comporre come si faceva in un'epoca determinata e all'interno di quel determinato quadro stilistico. -
Fare amicizia con la morte. Una guida buddhista all'incontro con la condizione mortale
Questo libro, basato sugli insegnamenti della tradizione buddhista tibetana, si fonda sulla possibilità di coltivare una consapevolezza personale e dinamica della morte, esperienza che tutti hanno di fronte, senza via d'uscita o possibilità di fuga. Un viaggio lungo un percorso che inizia con la nascita e si conclude col trapasso, un percorso di cui ciascuno deve scoprire il senso. Entrare in rapporto con la propria vulnerabilità implica la disponibilità ad affrontare il dolore della vita, ma se si cerca di sfuggirgli non si fa altro che inasprirlo a lungo termine. In forme sottili o palesi, tutti vivono continuamente la realtà della morte. Tutto ciò che si sperimenta nasce, si manifesta per un certo periodo e poi si dissolve, che sia impalpabile come il respiro o il pensiero, oppure drammaticamente evidente come un licenziamento, un divorzio o il decesso. Osservare e stare in contatto con tale sorgere e dileguarsi dell'esperienza insegna a essere pienamente vivi, perché presenti a ciò che accade. Questo volume include brevi esercizi e istruzioni meditative e spiega come impiegare tali pratiche contemplative nella vita quotidiana. L'ultima parte si rivolge in particolare a infermieri, professionisti del settore sanitario o volontari che mirino ad affinare la propria capacità di recare aiuto ai malati e ai morenti. -
Il muro dell'anoressia mentale
Questo libro è una lettura del muro impermeabile che l'anoressica, immersa in un godimento pieno e irrelato, e nel rifiuto del legame sociale e della cura, pone tra sé e l'Altro. Alla base dell'anoressia, intesa qui come sintomo e non come disturbo, non c'è infatti soltanto un rifiuto del cibo, del proprio corpo come sessuato, della propria immagine allo specchio, ma un fondamentale rifiuto dell'Altro che si esplica nell'azzeramento della portata evocativa della parola e nell'assenza di domanda e di transfert. L'anoressia sfida quindi radicalmente proprio le pratiche di cura sorte dal ceppo freudiano, le cure di parola, e innanzi tutto la psicoanalisi, che secondo l'autore può operare sul godimento reale alla base del sintomo solo a partire da un uso della parola non semantico, ma piuttosto legato alla sua dimensione di atto. Il clinico non ha il compito di normalizzare il negativismo anoressico, perché questa direzione spesso collude con l'altro versante del sintomo, in cui il soggetto risponde con adesività compiacente alla domanda dell'Altro, sia esso il genitore o il curante. Cercherà piuttosto di illuminare l'enigma del rifiuto anoressico a partire dalle quattro funzioni fondamentali che, a seconda della particolare posizione assunta dalla paziente, esso riveste: domanda inconscia d'amore, difesa dalla pulsione, tentativo di separazione e modalità di godimento. -
Consapevolezza, beatitudine e oltre
Questo libro costituisce un corso di meditazione adatto ai principianti e ai meditanti più avanzati che abbiano già sperimentato gli stati di assorbimento e di concentrazione detti ""jhana"""", nucleo focale della trattazione. L'autore spiega le tecniche da seguire durante la pratica dell'""""anapanasati"""" (la consapevolezza del respiro) e del """"satipatthana"""" (i punti focali della consapevolezza), due insegnamenti classici del Buddha. Illustrando l'anapanasati, guida passo passo il lettore dalle prime fasi della consapevolezza del momento presente fino a quelle in cui si lasciano andare il corpo, il pensiero e i cinque sensi e si giunge a sperimentare il segno mentale, o """"nimitta"""", il puro riflesso della mente. Dal nimitta, che si presenta talvolta sotto forma di luce bianca, tal altra di stella dorata o di perla blu, si entra nel jhana, stato di coscienza estatico che impedisce ai cinque impedimenti di invadere la mente. I jhana durano in genere molte ore perché sono stati di coscienza così quieti e soddisfacenti che è loro natura persistere per molto tempo. Solo dopo essere emersi da un jhana è possibile riflettere sull'esperienza trascorsa e, grazie alla temporanea assenza di impedimenti e alla consapevolezza potenziata e purificata dallo stato meditativo, si può pervenire alla visione profonda."" -
Astrologia. Storia e apocalisse
Le origini dell'astrologia nell'era megalitica, le grotte di Lascaux e i megaliti di Stonehenge, i primi astrologi babilonesi, lo scudo di Achille, l'eclissi di Talete, l'universo numerico di Pitagora, la cosmologia di Platone e la causalità di Aristotele, il culto romano degli astri, gli astrologi dell'imperatore gettati dalla rupe dopo aver tratto l'oroscopo di Tiberio, il mondo medioevale, i rapporti con la Chiesa, il legame con la filosofia rinascimentale, la Società Teosofica e l'interesse di Jung, le oscure connessioni con i totalitarismi del ventesimo secolo, infine il millenarismo e il movimento della New Age: l'astrologia raccontata e spiegata come un filo rosso che percorre tutta la storia dell'umanità. -
La rivoluzione dell'attenzione. Liberare il potere della mente concentrata
La tesi di questo libro è che si può non solo accrescere la durata e la concentrazione dell'attenzione, ma addirittura aumentare radicalmente tali qualità. Mentre è notevole l'assenza di cognizioni scientifiche sulla cura dei disturbi di attenzione, nelle tradizioni contemplative lo sviluppo dell'attenzione stabile, nota nel buddhismo col termine ""samatha"""", rappresenta da millenni un elemento chiave, originando un vasto insieme di pratiche e tecniche dovute essenzialmente al fatto che la mente non addestrata, oscillando fra agitazione e torpore, e fra irrequietezza e noia, è del tutto inadatta a qualsiasi genere di meditazione. Quadro di riferimento del presente volume, una vera e propria guida sul sentiero dello """"samatha"""", è la celebre opera di Kamalasila, maestro buddhista dell'VII secolo, che individua dieci stadi nello sviluppo graduale dell'attenzione. Se solo raggiungesse il secondo dei dieci stadi, la maggior parte degli individui noterebbe un grande miglioramento nella propria vita, e nonostante tale livello di sviluppo richieda un certo sforzo, può essere ottenuto da persone che svolgono una vita piena d'impegni professionali e familiari, purché siano disposte a riservare un po' di tempo alla meditazione."" -
Colloqui con i bambini. La tecnica dello scarabocchio nella pratica clinica. Ediz. illustrata
D. W. Winnicott sviluppò tra il 1964 e il 1968 un tipo di intervento applicabile nel primo colloquio con bambini come strumento diagnostico-terapeutico, e lo chiamò squiggle game, ossia il 'gioco dello scarabocchio'. Egli lo presentava al bambino semplicemente così: ""Io chiudo gli occhi e faccio uno scarabocchio sul foglio; tu ci disegni sopra e lo fai diventare ciò che vuoi. Poi tu fai un tuo scarabocchio su un altro foglio e io lo faccio diventare ciò che voglio"""". È essenziale comprendere che questa non è mai stata considerata da Winnicott una 'tecnica', ma solo un modo per entrare in rapporto col piccolo paziente, per creare un colloquio con lui. Per Winnicott la psicoterapia stessa è qualcosa che ha a che fare con due persone che giocano insieme, e il gioco dello scarabocchio serve, appunto, a creare uno spazio in cui possa esprimersi il potenziale ludico della mente infantile. Quando ciò avviene, il bambino si apre interamente e crea col terapeuta una relazione densa, piena e fiduciosa che è molto raro poter raggiungere con altri mezzi in un primo contatto. Dopo un'ampia rassegna del lavoro di ricerca che a partire da Winnicott è stato elaborato sul gioco dello scarabocchio, l'autore presenta in grande dettaglio quattordici casi di intervento con bambini e adolescenti, quasi tutti riportati integralmente, con i disegni annessi e i punti salienti del colloquio che si è instaurato tra terapeuta e paziente a proposito dei disegni stessi."" -
La regolazione degli affetti e la riparazione del sé
Secondo Peter Fonagy l'opera di Schore ha ""radicalmente trasformato la nostra comprensione psicoanalitica dei disturbi psicologici"""". La questione di come e perché le prime relazioni della vita abbiano un'influenza così straordinaria su tutto ciò che avverrà in seguito va molto oltre ogni previsione della psicoanalisi degli inizi e costituisce un problema fondamentale non solo per la disciplina di Freud ma per tutte le scienze umane. Come fanno le esperienze precoci, specialmente le esperienze affettive vissute con chi si prende cura dell'infante nei primi momenti di vita, a organizzare i modelli di crescita strutturale che hanno come esito l'espansione delle capacità funzionali dell'individuo in via di sviluppo? Per Schore, la possibilità dell'infante di sintonizzarsi con la mente di altre persone si rivela fondamentale per la maturazione dei circuiti cerebrali che mediano le sue capacità di autoregolazione: la relazione madre-bambino produce dunque veri e propri cambiamenti cerebrali. Questo studio, che fa parte di una trilogia sul rapporto tra regolazione affettiva e organizzazione del Sé, affronta i temi cruciali dello sviluppo della mente, analizzando e illustrando con approccio interdistiplinare i possibili apporti delle neuroscienze alla psicoanalisi e alla psicoterapia."" -
Non rifiutare nulla. Il sentiero buddhista al di là di speranza e paura
"Se aveste chiesto a Trungpa Rinpoche qual è l'essenza dell'insegnamento del Buddha, avrebbe risposto: 'È semplicissimo. È l'insegnamento dell'apertura, della completa apertura'"""". Così Rigdzin Shikpo, discepolo di Chògyam Trungpa Rinpoche, introduce il suo approccio al Dharma, riprendendo l'esortazione di Trungpa ad 'accogliere sempre e non rifiutare mai'. L'apertura e il desiderio di scoprire la verità su se stessi e il mondo, anche se innati nell'uomo, vengono spesso sommersi dalle risposte consolidate e rassicuranti che offrono la società e la cultura. Essere totalmente aperti significa sperimentare ogni cosa in modo diretto, spogliandola dei rivestimenti e degli abbellimenti delle nostre proiezioni. Non è un percorso facile, e infatti l'autore lo chiama 'il sentiero dell'imbarazzo', perché è senza dubbio imbarazzante andare incontro alle situazioni più problematiche senza l'aiuto di tutti gli stratagemmi con cui siamo abituati a manipolare il nostro mondo. Eppure è il sentiero della saggezza, il sentiero del Buddha, l'unica via della sofferenza dell'essere: vedere la vera natura delle cose, velata dalle false proiezioni dalle distorsioni che intesse la mente." -
Lo zen è qui. Incontri con Shunryu Suzuki-roshi
Shunryu Suzuki-roshi (1904-1971), conosciuto dal pubblico mondiale per il suo Alente zen, mente di principiante, è considerato uno dei più influenti maestri spirituali del XX secolo e un padre fondatore dello zen in America. Dal suo insegnamento nacquero moltissimi centri di meditazione e furono toccate migliaia di praticanti, i personaggi degli episodi brevi e illuminanti che riempiono questo libro. Come nelle raccolte di detti dei monasteri antichi, dalle sue pagine emerge l'immagine viva di un maestro straordinario che fulminava i suoi studenti con umorismo paradossale e profondamente umano. -
Gesti di consapevolezza. L'esperienza radicale di essere nel proprio corpo
La pratica chiamata 'gesti di consapevolezza' è nata una ventina di anni fa dall'incontro fortunato di Charles Genoud con lo psicoterapeuta olandese Michael Topphof. Genoud, che si dedicava da anni alla meditazione tibetana e vipassana, comprese immediatamente quanto la pratica della consapevolezza sensoriale potesse aiutare i meditanti rendendoli più presenti, radicati e bilanciati. ""Gesti di consapevolezza"""" non prevede uno specifico background culturale. Non è una pratica 'buddhista', poiché Charles Genoud ha sempre ritenuto che la verità non sia appannaggio di un'unica tradizione spirituale. I brevi discorsi che introducono gli esercizi traggono spunto dai campi più diversi: il teatro, la letteratura, la pittura, e ancora la filosofia occidentale, il buddhismo, la spiritualità degli indiani d'America o delle popolazioni afro-brasiliane. Lo scopo dell'autore è quello di riportare il lettore a una percezione globale del proprio essere qui e ora nel mondo e di invitarlo ad abbandonare gli schemi mentali consueti."" -
Il Vedanta e l'incoscio. Alla ricerca del sé
Sì. Sì a tutto quello che sorge, sì a tutto quello che arriva. Dire sì all'apparizione dei fenomeni, a ciò che è: non rifiutare il cambiamento permanente creando tensioni e rimozioni inutili. È il cuore dell'insegnamento del maestro di Arnaud Desjardins, Swami Prajnanpad (1891-1974), figura emblematica e difficilmente classificabile al crocevia tra tradizione dell'Advaita Vedanta e apertura alla cultura scientifica dell'Occidente, studioso degli antichi testi sacri della tradizione indiana e uno tra i primi lettori di Freud in India. Salvo qualche lettera agli allievi, nulla ci rimane di questo saggio che non ha scritto, non ha fatto miracoli e non ha fondato scuole, ma solo incarnato nella sua persona la realizzazione dell'essere umano, con una coincidenza perfetta tra parole e vita. Desjardins è l'allievo di Swamiji che più è riuscito a elaborare e far suo l'insegnamento del maestro. In questo libro, in cui risponde in un insieme organico alle questioni più frequenti sollevate dai suoi allievi, tratta i punti centrali della tradizione vedantica in un'ottica che tiene ampiamente conto della ricerca psicoanalitica dell'Occidente sugli stessi temi: la realizzazione del Sé, il funzionamento del mentale, la dinamica del desiderio, il raggiungimento della felicità, la definizione del concetto di realtà, il rapporto tra maestro e discepolo.