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Annunciava loro la Parola. Percorsi nel Nuovo Testamento
Bruno Maggioni rappresenta una delle figure di spicco nel panorama dell'esegesi italiana. La sua ampia produzione contempla contributi di carattere pastorale, ma pure preziosi saggi scientifici. A distanza di qualche anno la loro lettura mostra ancora la robustezza del suo pensiero e l'attualità dei temi trattati. Leggere i suoi saggi è sempre un utile esercizio di come l'esegesi s'interroghi in profondità sui testi, ma giunga a conclusioni teologiche che toccano la vita cristiana. C'è una chiave di lettura del Quarto Vangelo? Che cosa si può dire a proposito dei ministeri nel tempo del Nuovo Testamento? Che cosa significa amare il prossimo? Come si delinea la ricerca di Gesù nel Vangelo di Giovanni? Quale dialettica tra fede e incredulità nel Vangelo di Marco? Il Nuovo Testamento parla del Dio trinitario? A queste e altre domande rispondono i saggi esegetici qui ripubblicati per venire incontro al desiderio di leggere testi altrimenti ormai difficilmente reperibili. -
Romeno-balcanica. Incontri di lingue, cultura, tradizioni nello spazio balcanico e carpato-danubiano. Atti del Convegno (Milano, 4-5 dicembre 2017)
Il volume raccoglie gli atti del convegno ""Romeno-Balcanica. Incontri di lingue, culture, tradizioni nello spazio balcanico e carpato-danubiano"""", organizzato presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il 4 e 5 dicembre 2017 con l'intento di celebrare la memoria di Rosa Del Conte (1907-2011). I contributi contenuti nella prima sezione indagano il tema delle relazioni linguistiche, culturali, religiose intercorse tra i diversi popoli dell'area balcanica e carpato-danubiana dall'età tardo antica alla contemporaneità, esplorando altresì le modalità con cui scrittori e studiosi moderni hanno interpretato i caratteri peculiari di tale spazio. Il filo conduttore è rappresentato dall'idea che quegli sviluppi paralleli e coincidenti che non sono riconducibili a una parentela genetica (ossia a una supposta 'identità iniziale') si possano giustificare come risultati della convivenza e dello scambio tra diversi popoli e tra diverse tradizioni linguistiche e culturali. La seconda parte del volume è dedicata specificamente alla figura e all'opera di Rosa Del Conte, che, nel corso della sua lunga e feconda attività scientifica e accademica, tanto ha contribuito alla diffusione della cultura romena in Italia e nel mondo."" -
Come uno Stato. Hizbullah e la mimesi strategica
Questo libro esplora la competizione per il potere e l’autorità tra Stati e gruppi armati irregolari nel sistema internazionale contemporaneo. Le politiche di sicurezza degli Stati sono generalmente tarate sull’imperativo di combattere e smantellare i gruppi armati irregolari. Tuttavia, mentre alcuni di essi si indeboliscono, o addirittura scompaiono, altri si rafforzano. Quest’ultimo è un fenomeno particolarmente interessante, data l’asimmetria tra le due parti in competizione. Il caso del gruppo armato e partito politico libanese Hizbullah illustra in modo significativo questa dinamica. Il ‘Partito di Dio’, infatti, si è eccezionalmente consolidato dalla sua nascita fino a oggi, nonostante i suoi rivali libanesi e internazionali, a partire da Stati Uniti e Israele, abbiano sistematicamente cercato di smantellare la muqaˉwama (‘resistenza’), la sua ala militare. Che cosa spiega la resilienza di Hizbullah? Marina Calculli cerca di rispondere a questa domanda teorizzando l’azione di Hizbullah in termini di ‘mimesi strategica’, mostrando cioè come il ‘Partito di Dio’ sia stato in grado non solo di evitare l’estinzione, ma addirittura di rafforzarsi, mimetizzandosi con il suo rivale per eccellenza: lo Stato. Agendo come uno Stato, Hizbullah ha intavolato all’occorrenza una competizione con lo Stato del Libano e/o con gli Stati rivali sul terreno delle responsabilità della sovranità, aggirando così il suo limite supremo, ovvero la possibilità di reclamare i diritti della sovranità, nella forma in cui questi sono codificati nel sistema internazionale contemporaneo. Spingendo la competizione nella sfera pubblica, Hizbullah ha costruito una legittimità morale per il suo uso della violenza, impedendo ai suoi rivali interni e internazionali di eliminare la ‘resistenza’. Focalizzandosi su tre congiunture critiche – la fine della guerra civile libanese nel 1990, la ‘guerra al terrore’ dopo l’11 settembre 2001 e l’inizio della guerra in Siria nel 2011 – il libro dimostra come Hizbullah non solo abbia sistematicamente aggirato le misure normative volte a sciogliere la sua ala militare, ma ne abbia addirittura tratto beneficio, rafforzandosi come attore militare e politico, sia all’interno sia all’esterno dello Stato libanese. -
Il futuro non invecchia
Ci avviamo in Italia e in Europa verso un mondo con sempre meno giovani e sempre più anziani: lo dicono con cruda evidenza i numeri delle statistiche demografiche. È l'esito di un processo che ha conosciuto una straordinaria accelerazione negli ultimi decenni, grazie alla scienza e alla tecnologia che hanno consentito una forte diminuzione della mortalità infantile e un aumento considerevole della longevità, soprattutto in Occidente. E a questi fattori va poi sommata anche una drastica caduta della natalità, ben al di sotto del tasso che garantirebbe il rinnovo generazionale. Il nostro futuro dovrà necessariamente fare i conti con le sfide di questo inedito paesaggio antropologico, economico e sociale. Il saggio di Alessandro Rosina invita ad affrontarle a viso aperto, senza cedere a suggestioni apocalittiche, ma valorizzando il potenziale dei soggetti coinvolti. Il corso della vita va attivamente coltivato in tutti i suoi stadi - dall'infanzia all'età anziana - con lucidità e lungimiranza, tenendo viva la tensione verso un futuro da costruire con fiducia. Snodo decisivo di questo processo è la valorizzazione del potenziale delle giovani generazioni. Ad esse andrebbe passato il testimone, riconoscendo davvero, attraverso adeguati percorsi formativi ed efficaci politiche del lavoro, il protagonismo che spetta loro di diritto. Un futuro che non invecchia ha la sua condizione fondamentale proprio in questa alleanza tra le generazioni. Per darcene un'idea, Rosina rivisita in tale prospettiva dieci parole-chiave che iniziano con la ""f"""" di futuro: forza/fragilità, formazione, fare, fallimento, fiducia, famiglia, facebook, femminile, fede, felicità. Abbiamo bisogno di riscoprirne il senso per appoggiarvi la nostra speranza."" -
Scusi prof, cos'è il populismo?
Uno studente universitario e una professoressa discutono, in un 'dialogo socratico', del populismo. I chiostri dell'Università Cattolica di Milano fanno da sfondo al loro intenso scambio di idee, in cui si avvicendano argomenti storici, economici, sociologici, politici nel tentativo di circoscrivere un fenomeno che si rivela sfuggente. Ideologia 'sottile', capace di combinarsi con altre ideologie 'piene' come il socialismo, il liberalismo o il nazionalismo, il populismo ha un'ampia dimensione storica (se ne trovano tracce in molte epoche, da Giulio Cesare in poi) e geografica (dal Sud America all'Europa). Spesso ha rasentato il totalitarismo e mantiene sempre un rapporto conflittuale con le democrazie rappresentative. Diversi sono i 'fattori di domanda' che spingono la gente a richiedere politiche di protezione (globalizzazione, diseguaglianze, crisi del welfare, flussi migratori), così come i 'fattori di offerta' che stimolano la nascita di leader carismatici, movimenti e partiti populisti. Il libro li affronta affidando al personaggio dello Studente le domande che tutti vorremmo porre sull'argomento e alla Prof il compito di spiegare con rigore scientifico ma insieme con disponibilità e passione civile questo fenomeno sempre più rilevante nella politica di oggi. -
La cura delle norme. Oltre la corruzione delle regole e dei saperi
Lo stato della giustizia penale è lo specchio della salute morale di una società. Quando i suoi modi e campi d'intervento superano certi livelli di guardia, ci si trova di fronte a quella patologia culturale, prima ancora che giuridica, che è l''eccedenza' di sanzioni vistosamente esibite, ma spesso prive di efficacia (specie dove invece dovrebbero averne di più): sintomo della regressione a una condizione primitiva, 'sacrificale', ansiosa di trovare capri espiatori prima di capire e di saper vedere i problemi. Ciò costituisce anche una forma di corruzione delle regole di convivenza, la quale è al contempo causa ed effetto della corruzione propriamente detta, pubblica e privata, a cui con leggi recenti si è cercato di porre rimedio, ma che continua a pesare come un macigno sul futuro del Paese e specialmente dei suoi giovani. Non è però dall'ennesima riforma legislativa che ci si può attendere la 'guarigione' da un tale groviglio di corruzioni. Occorre soprattutto prendersi cura delle norme, giuridiche e non: un compito per tutti, perché ognuno - individuo o istituzione - dovrebbe dotarsi almeno un po' di quella 'nobiltà di spirito' necessaria per volgere nuovamente lo sguardo verso la luce del sapere e dei saperi, giusti in quanto capaci di ascoltare veramente le storie delle persone e delle comunità e di allontanare la diabolica tentazione divisiva della violenza e dell'inganno. Luce cui sa ispirarsi non l'impaziente Faust, ma Ifigenia, testimone meravi-gliosa di umanesimo etico e protagonista del dramma omonimo di J. Wolfgang Goethe. Attorno a questo grande scrittore (e giurista) tedesco innamorato dell'Italia, che ""non conosceva risentimento"""", il libro annoda i fili di un dialogo appassionato e rigenerante tra letteratura e diritto, tesse una trama di percorsi tra i quali il lettore è invitato a trovare da sé la via per rispondere alla grande domanda di giustizia che non smette di interpellare ogni essere umano degno di questo nome."" -
La porta dell'autorità
Un mondo senza autorità non è possibile, se non a costo di perdere la libertàrnrnCirca la questione se davvero possa esistere una ""società piatta"""", i due studiosi sostengono che, come la fenice, l'autorità finisce sempre col risorgere dalle sue ceneri, presentandosi oggi con modalità più sottili, pervasive e forse più """"prepotenti"""" che in passato: s nota, in diversi Paesi, una spinta verso un ritorno impetuoso """"del padre"""" nella forma dura e stringente dell'uomo forte o del fondamentalismo religioso che cerca di ripristinare il modello del monoteismo inteso come unica legge» - Giulio Brotti, l'Eco di BergamornLa contestazione, fino al rifiuto, dell'autorità quale freno alla libera espressione del sé è una delle eredità del secondo Novecento, soprattutto delle lotte del '68, con la messa sotto accusa dei pilastri su cui l'autorità poggiava - la tradizione, il padre, l'insegnante, la Chiesa - in nome dell'affermazione dello spirito individualistico. Eppure, come l'araba fenice, l'autorità risorge in continuazione dalle sue ceneri, ricostituendosi in forme inedite, più fuggevoli e indeterminate, ma non per questo meno efficaci. Assistiamo al moltiplicarsi di spinte per un ritorno all'ordine di un padre autoritario, tirannico e fondamentalista, oppure, in modi più sottili ma insidiosi, al presentarsi di un dominio tecnocratico che di fatto punta al superamento della condizione umana come la conosciamo. A chi dunque dobbiamo guardare? Non si tratta di tornare indietro, come qualcuno immagina. Si tratta, piuttosto, di andare avanti, riflettendo in forme nuove su un termine che rimane essenziale e insieme difficile. Perché, scrivono Mauro Magatti e Monica Martinelli nel saggio La porta dell'autorità, un mondo senza autorità non è possibile, se non a costo di perdere la libertà. Quella libertà in cui proprio il limite diventa risorsa per l'azione, dando una prospettiva al nostro punto di vista sul mondo. Occorre insomma ricostruire il legame tra le generazioni, riconoscendo all'autorità la capacità di essere lo snodo tra chi viene prima e chi viene dopo (e non solo in senso temporale). In tal modo l'autorità può essere vista come una porta che, mentre inquadra - definendo così una direzione -, al tempo stesso apre a un futuro che ancora non c'è ma che pure non procede dal nulla."" -
Donne dei Vangeli
È una vera rivoluzione quella che Gesù opera nella società ebraica del suo tempo nei riguardi delle donne. Il suo atteggiamento e il modo in cui tesse la rete relazionale con loro sono così nuovi da provocare scandalo e incomprensione tra i suoi contemporanei. All’epoca le donne giudee erano tenute in grande considerazione in quanto madri di famiglia, ma il loro spazio vitale era ridotto al focolare. Non avevano accesso all’ambito pubblico, da sempre esclusiva degli uomini. Gesù, invece, accetta le donne nel suo gruppo di discepoli, le inserisce nella sua sequela rendendole protagoniste a tutti gli effetti della sua missione. Nei Vangeli queste figure femminili toccate dall’incontro con Gesù emergono con grande nitidezza. Alla loro storia, all’intensità della loro fede e all’intelligenza del loro cuore sono dedicati i testi contenuti in questo volume, firmati da studiose di diversa provenienza geografica e confessione religiosa. Ecco allora, prima fra tutte, Maria, la madre di Gesù, protagonista dell’opera divina di ricreazione dell’umanità, e poi Elisabetta, che con la sua benedizione provoca un’esplosione di gioia e di Spirito in Maria stessa; l’anziana profetessa Anna, che riconosce Gesù come dono di salvezza; l’emorroissa e la sua fede che lascia sbalorditi; la sirofenicia, assennata e decisa pur nella disperazione; la peccatrice anonima che diventa esempio da imitare; la samaritana al pozzo, con cui Gesù stabilisce un rapporto vitale e liberatorio. E infine, le discepole di Gesù: le sorelle Marta e Maria, e Maria di Magdala, prima testimone del risorto, apostola tra gli apostoli. Una galleria di ritratti a tutto tondo, vivaci e autentici, per scoprire più da vicino la relazione di Gesù con le donne del suo tempo, il suo atteggiamento positivo, che supera gli stereotipi culturali dell’epoca senza mai limitare l’identità della donna al suo aspetto fisico o sessuale e assegna ai gesti consapevoli e accoglienti delle mani femminili la capacità di far lievitare, insieme al pane, il Regno di Dio in terra. -
Praerogativa. Storia e suggestioni di una parola latina nel mondo antico
I concetti teologici, o in senso lato religiosi, sono spesso diventati nel corso del tempo categorie politiche, costituendo l'ossatura di quella ""teologia politica"""" che Carl Schmitt aveva delineato, dentro la quale categorie politiche non sono altro che categorie religiose secolarizzate. In età antica poteva peraltro succedere che i fatti religiosi fossero interpretati e declinati secondo categorie politiche, come Erik Peterson ha esemplarmente mostrato nel suo Monoteismo come problema politico. I due procedimenti non sono però in contrapposizione: la società antica era nelle sue basi religiosa e quindi ogni idea o istituzione fondamentali nascevano dalla religione o venivano filtrate attraverso essa, anche la categoria o le istituzioni politiche che a noi sembrano ad essa estranee. Di queste interferenze è un esempio particolarmente significativo il termine latino praerogativa, di cui il volume ripercorre la storia tra le prime manifestazioni scritte e i secoli del tardoantico."" -
Una storia che va oltre. Brescia e l'Università Cattolica nelle lectio del Dies Academicus 2013-2017
Quali furono le ragioni che portarono alla nascita dell'Università Cattolica a Brescia? Quali sfide si profilano oggi volgendo lo sguardo al futuro? Come intensificare e qualificare il dialogo con il territorio bresciano nella dialettica tra 'locale' e 'globale'? I cinque interventi che compongono questo volume, presentati a Brescia in occasione del Dies Academicus tra il 2013 e il 2017, interpretano retrospettivamente il cammino percorso in questi primi cinquant'anni, ma soprattutto offrono significative sollecitazioni per delineare il prossimo futuro. La grande impresa, avviata nel novembre del 1965, ha conseguito importanti risultati proprio perché saldamente innestata nella robusta e innovativa tradizione culturale di Brescia, il cui valore trascende la dimensione locale. Anche oggi come allora, l'Università Cattolica è pronta ad accogliere le sfide del presente e a rinnovare la passione per un qualificato servizio educativo teso alla formazione delle giovani generazioni. -
Spiritualità e politica
Oggi più che mai occorre riprendere, e a volte anche ricostruire, quell’intreccio tra spiritualità e politica che dà senso e forma alla nostra esistenza singolare e plurale. Perché se l’uomo è, per definizione aristotelica, un animale politico, cioè un essere che vive nella pluralità della polis, è anche vero che ciascun uomo di fronte al progetto dell’esistenza si pone da solo, con la sua originalità unica. Ecco allora la necessità di riflettere sulle questioni essenziali che accompagnano la costruzione del senso dell’esistenza (oggetto della spiritualità) per arrivare a disegnare l’orizzonte del proprio camminare nel tempo e nella comunità umana (che è essenza della politica). È quanto fanno gli autori di questo libro, che declinano il tema in modi diversi e peculiari: rintracciando le intime connessioni tra politica e anima nella filosofia greca; dialogando con le riflessioni della modernità, da Hannah Arendt a Simone Weil, da Heidegger a Lévinas, a Weber e tanti altri; ricostruendo le sembianze dello ‘spazio interiore’ come primo spazio di libertà e di resistenza; puntando l’attenzione sulle forme etiche del prendersi cura e dello sguardo accogliente nei confronti del diverso e della fragilità così facilmente ostaggio della violenza; ripercorrendo la metamorfosi dello spirituale e la sua resilienza nella società dell’imperio economico e secolare... Questa è la strada da percorrere se si vuol togliere la spiritualità dal recinto chiuso della vita unicamente privata e restituire alla politica il senso di pratica al servizio della comunità, orientata a costruire una polis dove vivere una vita giusta, bella e buona. -
Il senso dell'altro. Muri, dialoghi, paure, ponti
Il senso dell’altro ha una duplice accezione: il significato che diamo all’altro e alla sua presenza, ma anche il sentire dell’altro, il modo in cui questi percepisce e ci percepisce. Ogni persona si presenta sempre come un territorio non pienamente disponibile al nostro sguardo: occorre che si riveli per conoscerla. Inoltre, qualunque relazione richiede di mantenere l’alterità, di non assorbire l’altro, di non appropriarsene, di attestare e rispettare la sua peculiarità. L’altro è però anche un’incognita e nella storia, mondiale e personale, ponti e muri si alternano per incontrarsi e per difendersi, per far accedere e per arginare. In un periodo complesso come quello presente, è particolarmente necessario trovare spazi condivisi per interrogare la contemporaneità in alcuni dei suoi dinamismi e orizzonti di senso. Questo volume nasce da un lavoro iniziato in una giornata di studi della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica nella sede di Piacenza, il cui titolo offre la cornice dell’itinerario di riflessione che qui proponiamo al lettore. A partire da alcune parole chiave – muri, dialoghi, paure, ponti – diverse prospettive disciplinari si confrontano su temi che toccano l’alterità nella sua identità corporea, culturale, storica, biografica. Le diverse analisi che compongono il volume non ignorano, ma anzi assumono, un paradosso di partenza: il fatto che ciascuno è, per l’altro, altro, e che quindi parlare dell’alterità significa parlare di sé. Un paradosso che è messo a tema in modo esplicito nella riflessione filosofica sull’umano, che attraversa l’analisi storica che indaga sulle identità nazionali e sui meccanismi di inclusione od esclusione, che affiora con forza nella sfida pedagogica di un’educazione in un contesto interculturale, che interroga le arti performative che si propongono come strumento e ambiente formativo. Il tema dell’alterità è in fondo il tema dell’umano e del suo essere costitutivamente in relazione. -
Rembrandt a Emmaus
Rembrandt aveva appena 22 anni quando dipinse, su un piccolo pannello di legno di una quarantina di centimetri di lato, l'incontro di Gesù con i due discepoli a Emmaus. Era il 1628 e da allora egli tornerà più volte a illustrare quella scena, in disegni, incisioni e altri dipinti: una vera ossessione, in parte condivisa dai più grandi artisti dell'età rinascimentale e barocca (da Caravaggio a Rubens, Tiziano, Tintoretto, Veronese...). Proprio quel piccolo dipinto giovanile, oggi al Museo Jacquemart-André di Parigi, smuove la curiosità di Max Milner verso la sfida lanciata all'immaginario pittorico dal brano evangelico. Come può un'immagine 'fissa' dar conto di un'atmosfera che è allo stesso tempo familiare (una cena condivisa) e folgorante (la rivelazione del Cristo risorto)? Come tenere insieme la luce malinconica del «giorno che volge al declino» e l'accecante sparizione divina? Come fissare quel fremito di instabilità che riflette le reazioni dei discepoli nel passare dall'incredulità alla fede? E non si tratta solo di una sfida 'tecnica', di virtuosismo nel tradurre un racconto verbale in racconto visuale. L'incontro di Emmaus interroga i pittori circa la rappresentazione di un mistero che svela una vicinanza laddove si pensava un'assenza, e fa capire che bisogna rinunciare a ciò che si crede di vedere per accedere a una verità che salva. Milner ci mostra qui le diverse scelte dei grandi artisti, giocate nei cambi di luce e di postura, perfino nei dettagli più minuti (la sedia rovesciata, il tovagliolo che cade, il coltello in equilibrio...). Per tornare, infine, alla geniale soluzione del giovane Rembrandt, con l'impatto mozzafiato del controluce, che rende il Cristo a un tempo potente e labile, definito ed enigmatico. Presenza e, insieme, promessa: il che è, precisamente, la sfida dell'arte. -
L'economia, la misericordia, le sue opere. Contributi della Facoltà di Economia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano per l'Anno giubilare 2016
Il volume raccoglie una parte significativa di riflessioni e testimonianze presentate da studiosi e da operatori in un ciclo di workshops organizzati da docenti della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in occasione dell’Anno Giubilare della Misericordia. Scopo di tali seminari è stato indagare le varie declinazioni del concetto di Misericordia nella prospettiva dell’economia e illustrare vari progetti, già in atto o in corso di preparazione, che coniugano rilevanza eticosociale e sostenibilità economica. Nell'ambito degli incontri sono stati discussi diversi temi, nell'ottica sia internazionale sia domestica e locale, tra cui: la globalizzazione dei commerci, della finanza, del lavoro e i suoi effetti; immigrazione, gestione dei flussi e accoglienza; povertà di persone, comunità, paesi e risposte efficienti; responsabilità sociale dell’impresa; nuovi strumenti di finanziamento di progetti sociali; economia della condivisione e mutuo aiuto. Ogni workshop è stato introdotto da riflessioni di tenore teologico-morale (con particolare attenzione per la dottrina sociale della Chiesa) sugli argomenti affrontati. Prefazione di Evandro Botto. Introduzione di Domenico Bodega. -
«Bellezza cangiante». Cattolici di lingua inglese e letteratura: esercizi critici ed elzeviri
Questo volume raccoglie tre decenni di indagini critiche sulle differenti manifestazioni del rapporto tra cattolici di lingua inglese e letteratura, ispirate dalla consapevolezza della rilevanza ermeneutica della ""Catholic literacy"""". Gli esiti di tali indagini sono disposti in una struttura bipartita che affianca una prima sezione di esercizi critici di ampie dimensioni testuali e una seconda di elzeviri di alcune pagine. Gli esercizi critici, apparsi originariamente in pubblicazioni scientifiche, indagano diffusamente e analiticamente tre fasi emblematiche della presenza degli scrittori cattolici di lingua inglese per quanto attiene alla loro esperienza storica, formazione culturale, riflessione teorica e produzione testuale: le """"radici medievali"""" attualizzate in un testo trecentesco della cosiddetta """"Alliterative Tradition"""", l'Ottocento vittoriano e il Novecento irlandese. Gli elzeviri, proposti su quotidiani e periodici a diffusione nazionale (e in alcuni casi pubblicati anche in altre lingue in Italia e all'estero), esaminano più sinteticamente gli esiti della matrice cattolica - sia essa coltivata, dimenticata, (ri)scoperta - in una nutrita serie di protagonisti letterari disseminati lungo un esteso arco temporale compreso tra il persistente enigma shakespeariano e il genio contemporaneo di John Banville e di Seamus Heaney."" -
Sport e inclusione
Da sempre lo sport ha valorizzato e premiato l'atleta, visto come quell'uomo dotato di fisicità e di talento: le due condizioni indispensabili per esprimere grandi prestazioni e per vincere le gare. Lo sport 'prestativo' oggi è anche sport spettacolo, praticato da pochi fortunati e nel contempo fruibile dai più ma solo in qualità di spettatori. Questo sport, seppur utile per certi versi, non è quello che intendiamo valorizzare con questo libro. Ci interessa uno sport che può essere praticato dalla gran parte delle persone nell'arco di vita, e in particolar modo da coloro che dallo sport prestativo sono stati abbandonati. Per noi, cultori dello sport educativo, inclusivo e dunque adattato a tutti, il successo è rappresentato dalle persone abili, disabili, uomini o donne, bambini o anziani che attraverso la pratica motorio-sportiva possono migliorare le proprie condizioni di vita e di salute. I contributi che seguono, opera di professionisti che credono in tutto ciò, sintetizzano quanto è stato illustrato all'interno di un Evento sullo sport educativo e inclusivo organizzato in Università Cattolica e patrocinato dal MIUR e dall'USR Regione Lombardia. -
Ordinare il mondo. Diagrammi e simboli nelle pergamene di Vercelli
La ricerca storica degli ultimi decenni ha scorto in modo sempre più nitido l'importanza e la diffusione, durante il Medioevo, di schemi simbolici e di rappresentazioni diagrammatiche. Un caso emblematico è costituito dalla raccolta di diagrammi conservati nei rotuli di pergamena dell'Archivio Capitolare di Vercelli. Questo volume li rende oggetto di studio, ampliando lo sguardo dalla semplice spiegazione di essi alla ricerca dei modelli, degli autori e delle circostanze storiche della produzione. Ben oltre la loro funzione di schemi utili alla memorizzazione di dati, queste figurae rivelano finalità più elevate. Secondo le modalità simboliche proprie di quel tempo, le rappresentazioni diagrammatico-figurative mirano a illustrare l'ordine della creazione, del mondo e della storia: per comprenderlo, meditarlo e delineare alla luce di esso percorsi possibili di crescita spirituale e morale e disegni ecclesiastici, sociali e politici volti al futuro. -
«Sono io il custode di mio fratello» Emozioni e affetti nella scuola vissuta come comunità educativa
La scuola vissuta come comunità educativa ha un grande valore poiché ci ricorda come la crescita e l'apprendimento avvengano sempre all'interno di particolari legami interpersonali. Questi ultimi sono sempre intrecciati ad affetti che vanno a dischiudere fecondi orizzonti di sviluppo e di maturazione. Ecco perché le differenti tematiche affrontate nel volume - la leadership educativa del docente, la corporeità e il mondo emozionale, l'educazione affettiva e sessuale nella scuola - vengono pensate proprio in una scuola così strutturata: ossia finalizzata alla promozione, valorizzazione e cura dei legami e affetti che la costituiscono. -
Voci del verbo Avvenire. I temi e le idee di un quotidiano cattolico. 1968-2018
Nato nel 1968 su iniziativa di Paolo VI e nello spirito del Concilio Vaticano II, da mezzo secolo il quotidiano Avvenire è una presenza forte e riconoscibile nel dibattito pubblico del nostro Paese. Una presenza che, come sottolinea il cardinale Gualtiero Bassetti nella prefazione a questo volume, viene a coincidere con la vocazione stessa del cristiano nel mondo. I contributi raccolti in ""Voci del verbo Avvenire"""" non intendono celebrare il passato, ma si presentano come occasioni di riflessione e di approfondimento sui temi che, fin dall’inizio, hanno caratterizzato l’impegno del quotidiano cattolico. Dall’analisi degli avvenimenti internazionali al racconto della società italiana, dall’esigenza di giustizia alla necessità di confrontarsi con i progressi della scienza, dal ruolo che la Chiesa è chiamata ad assumere nell’attuale «cambiamento d’epoca» agli sviluppi del confronto culturale, Avvenire si pone e intende continuare a porsi come strumento di dialogo tra posizioni differenti e, nello stesso tempo, come punto di riferimento per una comprensione consapevole e informata dei “segni dei tempi”. L’obiettivo è fornire «una testimonianza corale», come la definisce il direttore Marco Tarquinio, che renda conto della bellezza di dire e fare «il futuro ogni giorno»."" -
La Chiesa generatrice di legami. Una risposta ecclesiologica ai limiti dell'individualismo liberale. In dialogo con S. Hauerwas, J. Milbank e W.T. Cavanaugh
L'iperindividualismo contemporaneo costituisce una sfida per la Chiesa e per la società, soprattutto a motivo della dissoluzione dei legami sociali ch'esso comporta. La ricerca qui presentata verte sulla messa a punto di una risposta a questo fenomeno culturale che sorga dalla presenza stessa della Chiesa nella società. Alla descrizione del decorso del pensiero individualistico, condotta attraverso un'analisi genealogica che procede da Guglielmo di Ockham fino a Friedrich A. von Hayek, passando per Thomas Hobbes, John Locke e Adam Smith, segue il confronto critico con alcuni dei più incisivi esponenti della contemporanea teologia post-liberale (Stanley Hauerwas, John Milbank e William T. Cavanaugh). Attingendo al pensiero di san Tommaso d'Aquino e al contributo dell'attuale ricerca sociologica, il volume intende mostrare come la deriva individualistica occidentale possa essere arginata attraverso la generatività che 'ridonda' dalla vita di grazia della Chiesa, in vista di una feconda cultura della fraternità. «Concretamente» scrive Mauro Magatti nella Postfazione «ciò significa che, di fronte ai difficili passaggi d'epoca in cui siamo immersi, la Chiesa è chiamata a recuperare il suo volto originario, materno e accogliente, capace di tessere unità a partire dalle differenze».