Sfoglia il Catalogo feltrinelli013
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6441-6460 di 10000 Articoli:
-
Lettere da Londra
A Londra, negli anni Cinquanta, non c’erano ancora mode giovani o minigonne o icone pop. Erano però disponibili, in città o in campagna, T.S. Eliot, E.M. Forster, Ivy Compton-Burnett, Harold Nicolson, i Sitwell, W.H. Auden, Angus Wilson, William Golding, Christopher Isherwood, Stephen Spender, Kingsley Martin, Kingsley Amis, il terribile Dr Leavis... E a teatro, ogni sera, c’era una bella scelta fra John Gielgud e Edith Evans e Ralph Richardson e Peggy Ashcroft e Laurence Olivier e Margaret Rutherford e Alec Guinness e Bea Lillie o Vivien Leigh... Settecento, o anni Trenta? Avanguardie di protesta, o ribalderie vittoriane? Forte impegno, o vaudeville di travestiti? Beethoven diretto da Klemperer, Galina Ulanova coi balletti del Bolshoi, o novità di Benjamin Britten e Samuel Beckett? Il giovane Arbasino schedava le politiche del dopoguerra al Royal Institute of International Affairs. E intanto osservava il funzionamento delle tipiche istituzioni, poi definite anche «prestigiose» o «mitiche»: il «Times», il «New Statesman», il Labour Party, le Corti di Giustizia, le bande dei teddy boys, la destra liberale e la sinistra accademica, l’underground alto e basso, il sense of humour e l’understatement elegante di critici esemplari come Cyril Connolly e Kenneth Tynan, Peter Heyworth e John Pope-Hennessy. A Londra si potevano fare diverse scoperte, e parecchi mostri sacri aprivano indulgenti le loro tane. Da Roma, Mario Pannunzio chiedeva delle «Lettere inglesi» da pubblicare sul «Mondo». Nacquero così queste corrispondenze confidenziali, che il tempo ha trasformato in manualetto ‘live’ di grandi autori del Novecento. -
L' essenza della verità. Sul mito della caverna e sul «Teeteto» di Platone
Vi sono, nella storia del pensiero, concetti fondamentali che illuminano o adombrano, con il loro profilo, tutti gli altri. Uno di questi è la verità. Le definizioni che ne vengono date, le connotazioni che riceve, le trasformazioni cui è sottoposto rivelano gli atteggiamenti delle diverse epoche storiche nei confronti del mondo e di tutto ciò che è. Attraverso una minuziosa interpretazione del mito della caverna Heidegger mostra che con Platone l'idea di verità subisce un mutamento essenziale, e che tale mutamento segna l'inizio di un destino dal quale l'umanità è condotta, volente o nolente, fino alla tecnica moderna. -
Pagine esoteriche
Poeta-alchimista, appassionato di cabbala e conoscitore della tradizione teosofica ed ermetica, fin da giovane Pessoa si inoltra per le segrete vie dell'occulto, spinto dalla volontà di penetrare quel mistero iniziatico di cui la creazione letteraria gli appare manifestazione e sintesi. La ricerca del Graal si identifica così per lui con la ricerca di quella Parola Perduta, di quella scrittura magica che dovevano servire ""all'elaborazione di una lingua nuova in grado di esprimere e spiegare la natura di tutte le cose simultaneamente"""", la lingua della quale avevano parlato i testi dei Rosacroce. Di tale """"quete"""" sussistono testimonianze emerse fra i documenti che compongono lo spoglio Pessoa alla Biblioteca Nazionale di Lisbona."" -
L' isola dei senza colore-L'isola delle cicadine
"Le isole mi hanno sempre affascinato, e forse affascinano tutti noi"""" scrive Sacks all'inizio di questo libro. Nell'arco di una """"storia d'amore con le isole che dura da una vita"""", una serie di strani casi lo ha portato a intraprendere due viaggi in Micronesia, paralleli ma indipendenti, che si sono poi cristallizzati nell'Isola dei senza colore. Per uno scienziato le isole non sono soltanto mondi a parte, sempre collegati a immagini paradisiache e infernali, ma laboratori dove studiare in condizioni ideali, come accade a Darwin, gli esperimenti della natura. Sacks racconta i suoi viaggi passo per passo, o meglio salto per salto dei minuscoli aerei che lo trasportano come cavallette da un'isola all'altra." -
Il mar delle Blatte e altre storie
Mille libri di avventure ci hanno narrato del giovane eroe che arditamente parte, forte soltanto della propria fede in un alto destino, alla conquista di terre e mari impervi e lontani. Ma immaginiamo che l'eroe sia un qualunque ragazzo freudianamente turbato da vendicative insicurezze, guardiamolo trascinare verso un mare nero perché interamente coperto di blatte un padre reso imbelle e una fanciulla sadicamente abbandonata a un fantasioso quanto riprovevole oltraggio, ed eccoci penetrati, attraverso il racconto che dà titolo al volume, nell'universo ironico e surreale, crudelissimo e blasfemo di cui Landolfi regge con accanita destrezza le fila, sino alla descrizione dettagliata degli amori fra un minuscolo verme e l'eroina Lucrezia. -
Autobiografia di mia madre
Jamaica Kincaid appartiene alla schiera degli autori che, nati alla ""periferia dell'impero"""" (nel suo caso ad Antigua nei Caraibi), hanno immesso nuova linfa nella letteratura di lingua inglese. Questa è una storia di solitudine e risentimento, di insofferenza per la """"stanza nera del mondo"""", che assume il profilo di paesaggi lussureggianti. Le vicende di Xuela, figlia di una madre caraibica e di un padre per metà scozzese e per metà africano, abbandonata insieme a un mucchio di panni sporchi mentre la madre moriva di parto, aprono un variegato itinerario nell'infelicità dove le durezze del mondo si scontrano con un carattere torvo e visionario. E a ogni passo di questo itinerario la vita di Xuela si intreccia con quella della madre non conosciuta."" -
Considerazioni di un impolitico
Mai totalmente accettate dal Mann equilibrato e savio degli anni tardi, le ""Considerazioni di un impolitico"""" rimarranno come l'opera dove egli getta luce sulla parte più torbida e ribollente non solo di se stesso, ma dell'intera sua epoca. E non v'è dubbio che esse rappresentino oggi un """"memento"""" indispensabile: pochi altri libri sono capaci di offrirci in tutta la loro crudezza gli elementi di cui si componeva il paesaggio europeo nel momento in cui veniva scosso dal sisma definitivo della guerra. Pur nell'ambivalenza del suo rapporto con questo testo, Thomas Mann seppe sempre giudicarlo con lucidità. Ancora nel 1950, pochi anni prima di morire, scriveva: """"Non me la sono mai sentito di rompere con le Considerazioni""""."" -
Traffici con l'aldilà
In una piccola città della provincia inglese, durante la seconda guerra mondiale, si indaga su un inspiegabile delitto, l'omicidio del birraio van Steen, rinvenuto con la testa fracassata. Un circolo di spiritisti ritiene di poter utilizzare un medium, tal Wiscott, reduce da una clinica per malati di nervi, per entrare in contatto (nell'aldilà) con l'assassino. La principale indiziata è la non irreprensibile soubrette Eveline Dutort, che si dice abbia conosciuto da vicino il defunto van Steen. Indaga la polizia, indagano gli spiritisti. Anzi, l'inchiesta finisce ben presto per concentrarsi su una serie di sedute spiritiche quanto mai bizzarre e animate da paradossali sorprese, nel corso delle quali sembrano prendere il sopravvento le forze dell'aldilà. -
Taccuini. Gli anni «Jules e Jim»
"Uno dei più bei romanzi moderni che io conosca è Jules et Jim di Henri-Pierre Roché"""": così scriveva nel 1954 il giovane Francois Truffaut, che quasi dieci anni dopo avrebbe portato sullo schermo la vicenda inaudita e folgorante dell'armonioso triangolo che, nei primi anni Venti, aveva avuto come protagonisti lo stesso Roché, lo scrittore austriaco Franz Hessel e la moglie di quest'ultimo, Helen. E fu ancora il regista francese a tentare di promuovere la stampa almeno parziale dell'infinita serie di taccuini (330 in tutto) su cui Roché aveva annotato, dal 1901 alla morte, ogni dettaglio della propria vita e dei propri incontri. Un catalogo in cui sfilano Picasso e Gertrude Stein, Duchamp e Cocteau, Picabia, Satie e Georges Braque." -
Liberty Bar
Qualcuno ha ucciso brutalmente William Brown, un australiano che durante la guerra ha lavorato per i servizi segreti, e Maigret viene caldamente pregato di risolvere il caso con rapidità e discrezione. Giunto ad Antibes, tuttavia, il commissario si trova d'improvviso catapultato in un mondo che pare avere su di lui l'effetto di un narcotico. Un mondo traboccante ""di sole, di mimose e di fiori dal profumo dolciastro, di mosche ubriache, di auto che scivolano sull'asfalto molle..."""". Un mondo più che mai lontano da Parigi e dalla realtà conosciuta."" -
Arte e anarchia
Nella Repubblica di Platone l’arte e gli artisti sono considerati un pericolo, una minaccia per l’ordine, e vengono sottoposti a censura. Al contrario, nei tempi in cui viviamo, la diffusione dell’arte cresce ogni giorno, la censura non può che sembrarci segno di arretratezza o di barbarie; dei pericoli dell’arte non si usa parlare, e certo di fronte a essa non si prova più quel «sacro timore» di cui scriveva Platone. Il rapporto fra queste due opposte concezioni è molto ambiguo: Edgar Wind – illustre studioso d’arte e anche sottile decifratore della storia del pensiero occidentale – lo ha scelto come tema di una serie di conferenze, arricchite da un prezioso apparato di note, che ormai sono da considerare come un testo classico del pensiero sull’arte. Fin dall’inizio del libro l’autore ci fa intendere con ironia e discrezione che forse Platone sapeva meglio di noi che cos’è l’arte, e giustamente la temeva, perché i poteri dell’immaginazione sono quanto di più vicino, nell’uomo, a un fuoco trasformatore o distruttivo. L’estrema leggerezza e tranquillità con cui oggi si guarda alle opere d’arte sarebbe piuttosto una conferma di quella «morte dell’arte» annunciata da Hegel. Per un destino beffardo, che Wind ci fa ripercorrere nelle sue tappe più importanti, l’arte occidentale è diventata autonoma e sovrana proprio nel momento in cui le è stato sottratto il suo vero potere. L’arte autonoma, coperta di inutili onori, si è venuta così a trovare in una zona ornamentale, marginale, della realtà, non essendole ormai riconosciuto di occuparne il temibile e fiammeggiante centro. Questa situazione paradossale, doppia, dove ogni soluzione si rivela essere una trappola, viene indagata da Wind con precisione filologica e lucidità di argomentazione, facendo perno su alcuni passaggi decisivi nella riflessione sull’arte, dai Greci ai Romantici e alle teorie dell’avanguardia. Ma anche molti problemi della pratica artistica vengono toccati: la tecnica del restauro, il declino dell’arte didascalica, i vari metodi di attribuzione, il rapporto tra arte e scienza, tutti questi temi appaiono di volta in volta abilmente inseriti nel tessuto speculativo del libro, che mantiene peraltro con eleganza il tono della conversazione, senza mai soccombere di fronte alla gravità dei problemi. Alla fine di questa laboriosa ricerca controcorrente, il rapporto fra arte e anarchia ci apparirà in termini nuovi e piuttosto amari: l’arte, cacciata un tempo dalla Repubblica di Platone perché sovvertitrice dell’ordine, viene oggi allevata alla anarchia, ma, forse, accetterebbe di nuovo tutte le costrizioni pur di ritrovare la forza folle che è alla sua origine. -
Un altro tempo. Testo inglese a fronte
Tra le raccolte di poesie di Auden un posto molto particolare spetta senza dubbio a Un altro tempo: e per più ragioni, a cominciare dalla sua collocazione cronologica, che ne fa in un certo senso un libro di storia. Il periodo della composizione abbraccia la vigilia e gli inizi della seconda guerra mondiale, e comprende i giorni di una svolta drammatica nella vita del poeta: la decisione di lasciare l’Inghilterra e di stabilirsi negli Stati Uniti. Abituato a vivere intensamente e da vicino gli eventi pubblici, dalla guerra di Spagna alla crisi europea, Auden interpreta da poeta non solo l’invasione tedesca della Polonia, ma anche la scomparsa di figure come Yeats e Freud. Intanto entra in un «altro tempo» con un esilio che lo accomuna a schiere innumerevoli di profughi (ai quali dedica Refugee Blues e altri versi) e lo avvia alla cittadinanza americana, senza mai attenuare i ricordi dell’Inghilterra e dell’Europa (Oxford, il Vallo Romano, il Musée des Beaux-Arts di Bruxelles). Un altro tempo è tipicamente audeniano anche perché alterna liriche metafisiche ad altre cosiddette light (come Funeral Blues e Calypso), che sono tra le sue più famose o addirittura popolari; e perché l’omaggio ai grandi del passato (Melville, Rimbaud, Voltaire) non esclude un’attenzione commossa o sarcastica per piccole creature del presente (la povera Miss Gee o il chimico che con la sua passione per gli esplosivi contribuirà a distruggere la propria casa). Mai pubblicato in Italia nella sua integrità, Un altro tempo è infine una testimonianza delle esperienze americane di Auden già dalla poesia d’apertura, con la dedica a Chester Kallman – dedica che è quasi l’annuncio pubblico di un sodalizio destinato a durare una vita. -
Corpo celeste
Questa opera segreta, che la narrazione al tempo stesso occulta e svela, si dichiara apertamente in alcuni scritti insieme di meditazione e di memoria, solo in parte editi e qui per la prima volta raccolti in volume. Queste prose convergono verso il punto da cui per la Ortese tutti gli altri dipendono: ""Restituire al reale, nostro paese compreso, il significato di appartenenza a un'altra realtà, più vasta e inconoscibile, con la quale sembrerebbe necessario, per rinnovarsi, confrontarsi ogni tanto""""."" -
Perros de Espana
Ma perché, perché corriamo per la Spagna cercando cani bastardi? Perché li fotografiamo? Lo vuole la Duchessa? E va bene! Ma chi è la Duchessa? E perché lo vuole? E' inteso che ci paga. E meno male! Ma quanto paga (quando paga)? E fino a quando continuerà a pagare? Le duchesse, si sa, sono imprevedibili, si permettono tutto. Questa, poi! Coinvolto da un amico di gioventù in un'impresa che gli appare insensata, un giornalista fallito si sfoga a raccontarla, più di vent'anni dopo, così come la visse sul Camino de Santiago e oltre, viaggiando in una Citroen verde, altrimenti detta ""Cocholone"""" ovvero """"pescecane"""", con l'insopportabile Orfeo, l'infedele Sabina, l'incantevole Beatrice, l'abietto ex collega Maravedis e il mozo Ramon."" -
La teologia politica di san Paolo. Lezioni tenute dal 23 al 27 febbraio 1987 alla Forschungsstätte della Evangelische Studiengemeinschaft di Heidelberg
Discendente di una famiglia di rabbini, Taubes esordisce govanissimo con un importante libro sulle concezioni apocalittiche ed escatologiche della storia, da Giovanni a Gioacchino da Fiore fino a Marx e Kierkegaard, cui seguono lunghi anni di silenzio durante i quali egli si impone come un autorevole ""maestro orale"""": è intorno al suo istituto a Berlino che, sul finire degli anni Sessanta, si raccolgono i leader della rivolta studentesca. E a lui fanno capo numerose iniziative di grande rilievo."" -
Romanza parigina. Carte di un disperso
Per le strade di Parigi, ""la città più carnale che ci sia"""", passeggiano instancabilmente un mite """"flaneur"""" (ma la sua mitezza è un'insidiosa forma di seduzione) e una bionda diciannovenne tedesca, che dovrebbe migliorare il suo francese. Lotte vuole scoprire la """"vera vita"""" della città, e il suo accompagnatore non chiede di meglio che iniziarla. Parigi sta vivendo un ultimo momento di inconsapevole felicità, poco prima che scoppi la Grande Guerra. E il """"flaneur"""" la osserva come se già stesse per inabissarsi. Così comincia una storia su cui paradossalmente sappiamo oggi più di quanto sapesse il suo autore nel 1920. Il """"flaneur"""" è Franz Hessel, che sarà Jules in """"Jules et Jim"""" di Roché e Lotte sarà Kate."" -
Le lettere di Groucho Marx
Groucho Marx a T.S. Eliot, che gli aveva appena donato una sua fotografia: ""Caro T.S., la sua fotografia è arrivata in ottimo stato e spero che questa lettera la trovi nelle stesse condizioni. Non credevo che lei fosse così bello. Se non le hanno ancora offerto il ruolo di protagonista in qualche film sexy, ciò è da attribuire solo alla stupidità dei responsabili del casting."""""" -
Le interviste impossibili
Da un luogo che somiglia a un Averno di desolazione beckettiana, a un ""inferno tiepido"""" posto tra la vita e la morte, un intervistatore timido, testardo e colpevolmente curioso invia dodici colloquio impossibili con altrettanti illustri defunti. Ciascuno di loro palesa tutte le proprie paure, ossessioni, frustrazioni, manie. Parlando a Tutankhamon: """"Lei mi scuserà: io non so davvero come rivolgerle la parola..."""". Tutankhamon: """"Lei ritiene di dovermi rivolgere la parola?"""""" -
Vita di Henry Brulard. Ricordi d'egotismo
Le memorie di cui Stendhal disse che erano per lui ""come le Confessioni di Rousseau, ma scritte in altro stile e con maggior franchezza""""."" -
Il valzer degli addii
In una cittadina termale dal fascino démodé, otto personaggi si stringono sull’onda di un valzer sempre più vorticoso: una graziosa infermiera; un ginecologo dai molti talenti; un ricco americano (insieme santo e dongiovanni); un trombettista famoso; un ex prigioniero politico, vittima delle purghe, e prossimo a lasciare il suo paese... Un «sogno di una notte di mezza estate». Un «vaudeville nero». Le domande più serie vengono poste con una leggerezza blasfema che ci fa capire come il mondo moderno ci abbia sottratto anche il diritto alla tragedia.