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La pazzia di re Giorgio
Prendendo spunto dalla apparente follia di Giorgio III, Bennett ha dato voce agli intrighi comici e sinistri che in quegli anni si svilupparono rigogliosamente attorno al re. Non vi è traccia, in queste pagine, della penosa cartapesta che di solito contrassegna il teatro di ricostruzione storica. Da Pitt a Fox, da Giorgio III al suo malevolo primogenito, il Principe di Galles, tutti parlano e agiscono con una vivezza che lascia stupefatti. La vicenda finisce per disegnare un perfetto apologo sul delirio non solo dei potenti, ma innanzitutto di coloro che gli vivono accanto. -
Haarmann. Storia di un lupo mannaro
Fra il 1918 e il 1924 Haarmann massacrò 27 giovani, con i quali aveva avuto rapporti sessuali, azzannandoli alla gola e bevendone il sangue. I resti mutilati delle vittime venivano da lui venduti e gettati nel fiume. A lungo nessuno se ne accorse e quando ebbe inizio il processo, tra il pubblico, c'era anche Theodor Lessing, uno dei più radicali critici della cultura della Germania di allora. Lessing fu l'unico a capire Haarmann, mostro predestinato. Dietro il caso criminale, volle scandagliare una di quelle oscure ""anomalie della natura"""" in cui si intrecciano """"la vita amorosa e il desiderio di morte, la volontà di annientare l'altro e la volontà di essere annientati"""". Ma seppe anche cogliere ciò che faceva di Haarmann una creatura dei suoi tempi."" -
Sulla realtà dei quanti. Un dialogo galileiano
Che cosa succederebbe se Simplicio, Salviati e Sagredo, i tre protagonisti del ""Dialogo"""" di Galileo, si incontrassero oggi e parlassero di fisica? Come reagirebbero all'ancora insuperato scandalo del comportamento quantistico della materia? Un grande fisico contemporaneo, Jauch, ha avuto l'idea di mettere in scena questo gioco, sulle rive del lago di Ginevra. E così ha scritto una guida illuminante e leggibile ai temi cruciali della fisica contemporanea."" -
Diario notturno
Nessun libro come il ""Diario notturno"""" (1956) riesce a contenere in sé finemente distillata nella sostanza e nella forma - l'intera opera di Ennio Flaiano. Vi ritroviamo infatti tutti i costituenti primari del suo modo di essere, psicologico e letterario: il pessimismo lucido e dolente; la coscienza del nulla vissuta attraverso la quotidiana consunzione dei volti, dei luoghi, dei ricordi; la percettività del moralista di scuola francese, perso in un Paese che si preoccupa di tutt'altro. E vi ritroviamo tutte le forme che Flaiano prediligeva: il racconto ingegnoso e fulminante, l'apologo ora amaro ora grottesco, il taccuino di viaggio che intaglia immagini icastiche, il dialogo corrosivo e sarcastico, l'aforisma che non si lascia dimenticare."" -
Geni, popoli e lingue
Il volume si basa su due serie di lezioni tenute al Collège de France. ""Un'analisi esauriente dei dati di genetica umana raccolti negli ultimi cinquant'anni e dei nuovi dati ottenuti con tecniche messe a punto di recente ha permesso ai miei colleghi e a me di cartografare la distribuzione di centinaia di geni su scala mondiale. Da questa mappa abbiamo potuto dedurre le linee filogenetiche delle popolazioni del mondo. Il nostro albero genealogico concorda con un altro albero che comprende un numero minore di popolazioni, costruito a partire da dati genetici fondamentalmente diversi. Inoltre la nostra ricostruzione trova parallelismi sorprendenti in una recente classificazione delle lingue"""".(Luigi Luca Cavalli-Sforza)"" -
Gli stati molteplici dell'essere
Guénon in quest'opera ha esposto la sua visione dei vari livelli di realtà che si giustappongono nella totalità dell'esistenza. A ciascuno di questi livelli corrisponde uno ""stato"""" e lo """"stato"""" umano vi apparirà come """"uno stato della manifestazione"""" accanto a tanti altri. La visione tradizionale, propria di Guénon, rivela in queste pagine l'impalcatura metafisica che la sorregge: un'impalcatura ancora una volta in piena consonanza con la dottrina vedantica, che fra tutte le forme della tradizione sembra essere stata per Guénon la più capace di esporre discorsivamente tale ordine di verità."" -
La morte del sole
Il libro con cui si rivelò Sgalambro, filosofo solitario e saturnino. Un'indagine speculativa dove sembra risorgere lo spirito di Schopenhauer, in un paesaggio di cosmiche rovine. -
Un delitto in Olanda
In un paesino olandese da cartolina ""dove tutti sono felici, o quasi, e soprattutto dove tutti controllano i propri istinti perché questa è la regola se si vuole vivere nella società"""", Maigret scopre subito una rete di sofferenze e insofferenze, di passioni e di risentimenti, e provvede a spiegare un delitto mettendolo in scena e facendo recitare a ciascuno dei protagonisti la parte che gli spettava nella realtà."" -
Diario 1941-1943
Un ""cuore pensante"""" testimonia la propria fine in un campo di concentramento. Accanto al Diario di Anna Frank, uno dei documenti indispensabili sulla persecuzione degli ebrei. """"Se Etty insiste a ripeterci che tutto è bello, è perché un'ebraica volontà di vivere fino in fondo vuole questo in lei. Un rivestimento ideale, poetico, ricopre in lei la solida, l'irriducibile, l'intima forza ebraica"""" (Sergio Quinzio)."" -
Le virtù di Sparta
Tutta la storia moderna ha subito il fascino della ""leggenda di Sparta"""". Ma se si guarda più indietro, ci si accorge che quella """"leggenda"""" ebbe un'influenza enorme già su Roma antica e che, prima ancora, il suo invincibile potere di attrazione non risparmiò il campo dei nemici tradizionali, vale a dire quella Atene dove sempre fu attivo il movimento dei """"laconizzanti"""". Qual era il segreto di quella città severa, crudele, costretta in una disciplina senza uguali? E come mai Sparta ispira ugualmente le virtù più austere e le persecuzioni più feroci? Una fonte decisiva per capirlo si trova negli opuscoli che Plutarco dedicò a Sparta. Si ritrovano detti memorabili che si sarebbero ripercossi nei secoli e osservazioni antropologiche preziose."" -
Lettera a un religioso
«Quando leggo il catechismo del Concilio di Trento, mi sembra di non aver nulla in comune con la religione che vi è esposta. Quando leggo il Nuovo Testamento, i mistici, la liturgia, quando vedo celebrare la messa, sento con una specie di certezza che questa fede è la mia, o più precisamente lo sarebbe senza la distanza che la mia imperfezione pone tra essa e me». Giunta agli ultimi anni della sua vita, Simone Weil volle esporre in una lunga lettera al padre Marie-Alain Couturier i propri convincimenti, per verificarne la compatibilità «con l’appartenenza alla Chiesa». La risposta non arrivò mai, e la Weil rimase fino all’ultimo fedele alla sua «vocazione di essere cristiana al di fuori della Chiesa». Ciò non deve meravigliare: le tesi qui proposte, nella loro cristallina, categorica chiarezza, sono in realtà una sfida alla Chiesa – forse la più alta fra le molte che ha conosciuto in questo secolo. E innanzitutto una sfida alla pretesa ecclesiale di offrire la verità ultima, rispetto alla quale ogni altra è una rudimentale prefigurazione. Non così per la Weil, che trovava in Platone, nella Bhagavad Gita o nel Tao tê ching le stesse verità, compiutamente espresse, che incontrava nei Vangeli. «Ogniqualvolta un uomo ha invocato con cuore puro Osiride, Dioniso, Krsna, Buddha, il Tao, ecc., il figlio di Dio ha risposto inviandogli lo Spirito Santo. E lo Spirito ha agito sulla sua anima, non inducendolo ad abbandonare la sua tradizione religiosa, ma dandogli la luce – e nel migliore dei casi la pienezza della luce – all’interno di tale tradizione». -
L' antidoto della malinconia
Siamo alla fine del Seicento, secolo avventuroso e abbagliante, nonché intriso di umor nero quella «malinconia» che nutre sia i geni sia i suicidi. Gioseffo, erudito eccentrico, persegue il fantasma di unopera intitolata Lantidoto della malinconia e stila lunghe lettere a un cardinale (immagine di ogni potente) che dovrebbe benevolmente proteggerlo. La sua figlioccia, laristocratica Matilde, si incapriccia di un giovane sgradito alla sua famiglia e precipita nel mal damore. I destini di questi due malinconici sono intrecciati e accomunati dallindifferenza con cui il mondo li guarda, al pari dei potenti che «non vedono e non sentono». Intorno, una realtà fosca, intessuta di presagi. A Carnevale, in un tetro palazzo, ha luogo una compunta e grottesca seduta dellAccademia dei Pennuti. Un mostro bicefalo viene esibito nella bottega di un barbiere. Un immane sciame di farfalle compare sulla facciata della cattedrale, lasciando dietro di sé una pozza di sangue. Con il suo tocco sicuro e preciso, Meldini è riuscito a fare della malinconia sostanza di romanzo. Ed è una specifica malinconia da «fine secolo». Che si tratti del Seicento o del nostro non fa grande differenza. -
Tolstoj
Vincitore Premio Strega 1984La vita intrecciata all’opera – l’una e l’altra smisurate come il cielo – di Tolstoj.rn«La sensazione più seducente, leggendo il libro, è quella di assistere al lavoro di un orafo, di un maestro orologiaio, che nel suo laboratorio silenzioso smonta e rimonta, per la nostra gioia, meccanismi complicati, ingranaggi delicatissimi, senza mai smarrirsi fra le mille rotelle e senza mai disperdere l’incanto immenso che da quelle macchine promana. Un miracolo» (Federico Fellini). -
Storie varie
Scrisse Nietzsche che un pettegolezzo di Diogene Laerzio gli serviva di più, per capire uno dei sommi filosofi greci, che non vaste trattazioni speculative. E questa sensazione si cela in ciascuno di noi quando ci avviciniamo alle testimonianze del mondo antico: vorremmo conoscere, di quel mondo, tanti aspetti estranei a ogni monumentalità ma al tempo stesso capaci di farci cogliere l'episodio, l'aneddoto, la credenza, il caso nella loro immediatezza. Allora Eliano può venirci in soccorso: questo eccentrico raccoglitore di schegge di realtà, vissuto a Roma fra il II e il III secolo d.C., optò per il greco come lingua letteraria e mise insieme le ""Storie varie"""" senza altro criterio avvertibile se non quello della """"collezione di singolarità""""."" -
Alonso e i visionari
Alonso è un piccolo puma dell'Arizona. I ""visionari"""" sono gli esseri che, via via, hanno la ventura di incontrarlo: un illustre professore italiano, ispiratore di terroristi e di altri """"uomini del lutto""""; i suoi figli, uno dei quali votato a una leggendaria clandestinità; un professore americano, che ha la terribile debolezza di voler capire e compatire. Tutti accomunati, nella loro funesta lucidità, da una sorta di pazzia che è come un """"buco nell'azzurro, dal quale entrano il freddo e la cecità degli spazi stellari""""."" -
Sulla collina nera
La lunga vita di due gemelli identici, chiusa in un cerchio magico con un raggio di poche miglia, intorno a una fattoria del Galles (""sulla collina nera"""")."" -
Käthchen di Heilbronn, ovvero La prova del fuoco. Grande dramma storico-cavalleresco
La nostalgia per un Medioevo carico di incanti, di vita bruta e arcana; un clima di storia che partecipa ancora del mito, dove incontriamo cavalieri, castelli, intrighi, malie, e possenti istituzioni quali il tribunale della Santa Vema: tutte le inclinazioni dell'epoca si riconoscono chiaramente in quest'opera, che è uno dei grandi testi del teatro romantico. -
Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo. Ricerche con Jean-Michel Oughourlian e Guy Lefort
"Perché la credenza nel sacro? Perché ovunque riti e divieti, perché non vi è stato un ordine sociale, prima del nostro, che non appaia dominato da un'entità soprannaturale?"""". Con questo libro, apparso per la prima volta nel 1978, l'autore si è spinto sino alle """"cose ultime"""", quelle che, secondo la parola del Vangelo di Matteo, """"sono nascoste sin dalla fondazione del mondo"""". E queste cose, come la """"lettera rubata"""" di Poe, sono così nascoste proprio perché stanno dinanzi ai nostri occhi: nella Bibbia e nel Vangelo. Girard vuole mostrare che la radice unica della cultura sta proprio nel """"religioso"""", e che quell'ambigua parola è la pietra che l'Occidente tenta, da secoli, di gettare via." -
Alternatim
"Alternatim"""" è un termine impiegato nella musica medioevale per designare l'alternarsi di voce e organo nel canto dei Salmi: come titolo di questo libro, allude all'avvicendarsi di analisi verbali e tematiche che incontreremo nelle sue pagine. Da un lato, infatti, Pozzi scandaglia i moduli testuali più significativi nell'opera di singoli autori, dall'altro affronta la complicata elaborazione di motivi letterari e collettivi (il passero solitario, l'occhio basso, la rosa) e di forme metriche e retoriche (l'ottava, l'ossimoro mistico)." -
L'anonimo lombardo
A una ""prima"""" della Scala che sarebbe poi diventata storica e mitica (""""Medea"""" con la Callas, nei profondi anni Cinquanta) un giovane studente neoclassico e romantico (come Bellini e Leopardi) incontra di sorpresa l'Amore. E decide subito di viverlo e scriverlo sotto forma di Romanzo. Ma dietro le riverite ombre dell'ingegner Gadda e dell'abate Parini sono in agguato molteplici tentazioni narrative: racconto epistolare, romanzo-saggio, romanzo """"del"""" o """"nel"""" romanzo, melodramma, confessione, opera buffa, un po' di poesia? Grande tradizione europea o avanguardia sperimentale? Iper-letteratura sofisticatissima, o libretto """"Kitsch"""" per cantanti """"cult"""" di scapestrati adolescenti?""