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Rimedi e limiti di tutela dell'acquirente
La vendita, oltre ad essere lo schema più diffuso nella pratica degli affari e l’atto paradigmatico dei rapporti di scambio, si colloca oggi al crocevia di una pluralità di statuti e fonti normative (domestiche, europee, internazionali), dando luogo a problemi interpretativi di coordinamento. La complessità della dinamica traslativa, accentuata da una marcata differenziazione dei protagonisti coinvolti nello scambio, nonché dalla sempre più massiccia distribuzione sul mercato di beni tecnologicamente sofisticati, rende opportuna un’indagine diretta a vagliare criticamente il sistema giuridico della patologia degli scambi. L’ottica prescelta nel libro è quella della effettività della tutela, che consente di verificare i presupposti, le modalità e soprattutto i limiti di funzionamento dei rimedi predisposti dall’ordinamento giuridico in favore dell’acquirente. Ne esce un quadro complessivo, in cui il diritto comune delle obbligazioni e dei contratti, l’impianto delle garanzie di stampo edilizio espresso dal Codice civile del 1942 e gli statuti normativi speciali imperniati sulle qualità soggettive dei contraenti sono destinati ad interagire ed integrarsi, affinché possa essere raggiunto l’equilibrio fra l’esigenza connessa alla stabilità delle operazioni economiche e quella di assicurare una tutela effettiva all’acquirente insoddisfatto. -
Carteggi del tardo Rinascimento. Lettere di Giovan Battista Strozzi il Giovane e Girolamo Preti
Nei decenni fra Cinque e Seicento due poeti, Giovan Battista Strozzi il Giovane e Girolamo Preti, indirizzarono le loro lettere a Federico Borromeo. Con il primo, fiorentino, noto soprattutto come madrigalista, il cardinale strinse una lunga amicizia epistolare, apprezzandolo per il suo stile poetico moderato e per la competenza linguistica. Il secondo, il bolognese sodale di Marino, destinato a divenire poeta di punta della Roma barberiniana, mosse i primi passi da lirico a Pavia, ospite del Collegio Borromeo, e, in seguito, mantenne quel legame operando per la Biblioteca Ambrosiana. Le lettere qui edite, ristrette nel triennio 1611-1613, lo colgono, come in un'istantanea, mentre si trova a Roma, segretario degli Umoristi. In questo punto le due biografie si incontrano, perché Strozzi venne assoldato da quegli accademici come revisore lirico. L'incontro non è segnalato dai carteggi, eppure non sorprende, non solo considerando il circuito delle rispettive relazioni, ma anche, in questo frangente, visto il comune interlocutore dei due poeti. Si è di recente valorizzato il progetto culturale di Federico Borromeo, edificato a Milano all'incrocio tra cultura umanistica, scientifica e artistica: le lettere pubblicate in questo volume, sinora inedite e qui accompagnate da puntuale commento e ampie introduzioni, ne documentano la presenza anche nel campo della letteratura italiana. Sull'altro fronte, nel suo doppio registro, il libro illustra nuovi aspetti sulla vita e sull'opera di due tra i principali protagonisti della scena letteraria del tardo Rinascimento. -
Lutero e la Riforma. Lo spirito del germanesimo nel rigetto del Rinascimento
Pur nell'estraneità alle creazioni dell'Umanesimo sul terreno delle humanae litterae, sul piano delle arti l'avvicinarsi del Rinascimento al suo apogeo coincise anche in Germania con un periodo di grandissima effervescenza e di incontri diretti con gli artisti dell'Italia umanistica e rinascimentale. A cominciare da Dürer, maestri del livello di Leonardo, Raffaello, Tiziano, Michelangelo, divennero gli indispensabili interlocutori di arte e di dottrine estetiche nelle floridissime città tedesche, ricche di arte e di storia, che da sempre il Reno aveva unito, facendo di Basilea il principale centro di influenza culturale e civile. E fu a Basilea che Dürer si nutrì dei nuovi ideali estetici del Rinascimento italiano, da lui espressi néll'""Autoritratto con pelliccia"""" del 1500, riprodotto in copertina. L'apparire in esso come un Cristo benedicente non era blasfema empietà, ma celebrazione della magnificentia hominis, quale dono fatto da Dio all'uomo di quella bellezza che Dürer inseguì per tutta la vita e che, nel celebrarla in sé, intese come rinascimentale e universale omaggio all'humanitas qua talis, poco prima che essa fosse tanto contestata dalla Riforma. Era il grande ideale dell'""""umanità una"""". Nascere con l'uomo, tramontare con l'uomo: questa fu la parabola del Rinascimento a Basilea e in Germania. E a spegnere la sua luce fu l'implacabile contestazione della dignitas dell'uomo e dei segni dell'arte e della bellezza, a cominciare proprio dai persecutori tumulti iconoclastici del Bidersturm, dei quali il simbolo più cupo fu la profanatoria distruzione dello """"Heilsspiegelaltar"""", la grandiosa opera di Konrad Witz, il sommo artista gloriosamente operante già da quasi un secolo prima di Holbein."""""" -
Lezioni sulla logica 1831
Nel semestre estivo del 1831, pochi mesi prima di morire, Hegel tiene il proprio ultimo corso sulla Logica. Commentando e ampliando i passi dell’Enciclopedia delle scienze filosofiche, pubblicata in terza edizione l’anno precedente, Hegel fornisce un’introduzione agile e chiarificatrice alla parte logica del sistema – la più difficile e tuttavia la più importante. Di questo corso fu uditore e trascrittore l’appena diciottenne figlio Karl; la traduzione italiana qui presentata è condotta sull’edizione critica tedesca del manoscritto di Karl Hegel, apparsa nel 2001 a cura di Udo Rameil e Hans-Christian Lucas. I passaggi di queste lezioni, dallo svolgimento disteso ma rigoroso, rivelano un filosofo che, fino all’ultimo, non cessa di rielaborare le nozioni fondamentali della propria filosofia, a partire dalla stessa idea di pensiero; e molto materiale sviluppato da Hegel in questo corso confluirà nella seconda edizione della Logica dell’Essere, pubblicata postuma nel 1832. -
Il «libro del governamento dei re e dei principi» secondo il codice BNCF II.IV.129. Ediz. critica. Vol. 2
Composto da Egidio Romano intorno al 1280, e dedicato al giovane erede al trono di Francia (il futuro Filippo IV il Bello), il ""De regimine principum"""" è una delle opere più fortunate del basso medioevo. Il trattato, suddiviso in tre libri rispettivamente dedicati alla disciplina dell'individuo (l'etica), della casa (l'economica) e dello stato (la politica), fu tra i primi specula principis occidentali a essere esplicitamente basato sulle opere di Aristotele. A partire dagli anni immediatamente successivi alla sua composizione, si moltiplicarono traduzioni del """"De regimine principum"""" in tutta Europa (sono note versioni in francese, in volgare italiano, castigliano, catalano, portoghese, tedesco, fiammingo, inglese, svedese ed ebraico). È del 1282 la traduzione francese più fortunata, opera di Henri de Gauchy (il """"Livre dou gouvernement des rois et des princes""""), da cui discende il """"Livro del governamento dei re e dei principi"""" qui edito, composto verosimilmente a Siena entro il 1288 e testimoniato da nove manoscritti (cinque completi e quattro parziali): tra questi, il codice BNCF II.IV.129 si distingue all'interno della tradizione per l'altezza cronologica (è datato 1288 nell'explicit) e per la veste linguistica, prevalentemente senese, che lo caratterizza."" -
Tra «miseria» e «dignitas». Immagini della follia da Alberti a Voltaire
Uno degli aspetti più significativi della riflessione sul tema della follia nella tradizione occidentale è costituito dal suo intreccio costante coni tentativi di definizione dei limiti e delle prerogative della natura umana. In molti casi, in particolare, la follia è stata collocata in modo piuttosto esplicito o sul versante dei caratteri negativi della condizione dell'uomo o sul versante di quelli positivi, dalla parte della sua miseria o dalla parte della sua dignitas. Ed è attraverso questa chiave di lettura privilegiata che, nel volume, vengono prese in esame alcune delle più importanti immagini della follia tra quelle elaborate dagli autori che — da Leon Battista Alberti a Giordano Bruno, da Descartes a Voltaire — hanno affrontato questo tema tra età dell'Umanesimo ed età dell'Illuminismo. -
Musica è emozione. Crescita educativa e culturale nella scuola secondaria di primo grado
Il volume è il risultato di una ricerca interdisciplinare svolta nell'ambito del progetto MIUR Musica è Emozione, in collaborazione con l'istituto comprensivo ""Angelo Maria Ricci"""" di Rieti, e realizzata da un'équipe internazionale coordinata da Carlo Cappa e da Giuseppe Sellari. La ricerca si è proposta di sperimentare e valutare, attraverso le attività scolastiche di 'musica d'insieme', la crescita culturale ed educativa, nonché il senso dell'armonizzazione delle varie soggettività, con particolare riferimento agli studenti delle scuole secondarie inferiori. Ponendo in dialogo metodologie differenti, l'équipe ha indagato un caso di studio con caratteristiche peculiari, ma che si presenta come assai indicativo per comprendere le potenzialità della musica in una delicata età dello sviluppo. Prefazione di Luigi Berlinguer."" -
Incontri intergenerazionali. Riflessioni sul tema e dati empirici
Le sfide in questi primi anni del millennio appaiono numerose, una su tutte: quali politiche promuovere in una società dove a fronte di una corposa presenza di anziani si registra un numero sempre minore di giovani, spesso “tecnologici” e profondamente diversi dai loro progenitori? Le stesse istituzioni, anche se con un certo ritardo, hanno riconosciuto la necessità di creare nuovi spazi di dialogo, nuove proposte educative, formative e sociali e soprattutto hanno compreso quanto sia importante estenderle lungo il corso di tutta la vita, attente ad una prospettiva di reciprocità e interdipendenza positiva tra generazioni. Nel presente volume vengono elaborate alcune risposte e riflessioni analizzando e problematizzando gli attuali orientamenti formativi nei confronti dei rapporti intergenerazionali. I primi capitoli del volume tracciano un quadro aggiornato della situazione socio-demografica degli anziani e dei giovani oggi nel nostro Paese; viene poi presentata una riflessione pedagogica sui concetti di genitorialità ed anzianità, sull’impegno europeo per le politiche di lifelong learning e sugli orientamenti formativi all’educazione intergenerazionale. Nella seconda parte del volume vengono presentati i risultati di una ricerca empirica, condotta nella città di Taranto, sulla reciproca percezione tra generazioni e sulla predisposizione al dialogo intergenerazionale. I risultati ottenuti in questa ricerca confortano e, nello stesso tempo, stimolano ad un impegno sistematico per rafforzare il patto intergenerazionale nella società. -
The economics of globalization. An introduction
This book is an introduction to the Economics of Globalization , which may well be considered as a novel discipline. As a matter of fact, it looks at the global economy not only through the eyes of developed countries – which is what International Economics , through its two components of International Trade and International Monetary Economics , can be depicted as doing – but also through the eyes of developing countries – which is what Development Economics does. It also takes inspiration from Economic History , trying to learn as much as possible from it, but considering also the issues of international power and strategies addressed by International Political Economy and the role of multinational companies and FDIs through the lenses of International Business . Pompeo Della Posta (PhD, MA) is associate professor of Political Economy at the University of Pisa (Italy). He has published many scientific articles and chapters in books. He has edited seven volumes and is the author of a book on the European Economic and Monetary Union. He has been visiting and teaching in many Universities and research centers worldwide, including Canada, China, India, Japan, Russia, UK and the US. He is the president-elect for 2019 of the International Trade and Finance Association and the director of the scientific journal « Scienza e Pace /Science and Peace». -
I Carabinieri e l'identità italiana
E se a unificare l’Italia (culturalmente, linguisticamente, antropologicamente) fosse stata – anche – l’Arma dei Carabinieri? Se ancor prima della scuola dell’obbligo, della nascita dei partiti politici, della radio, della televisione, fosse stato il paziente e quotidiano lavoro di truppe, sottufficiali e ufficiali dell’Arma a garantire un tessuto di relazione e scambio tra territori altrimenti non comunicanti ed enormemente distanti? Il presente lavoro nasce da un’intuizione originale e stimolante: allargare la conta degli attori protagonisti nella formazione del (ancorché eterogeneo e debordante) “comune sentimento italiano”; un modo per approfondire il ruolo educativo e pedagogico di un corpo militare fortemente ramificato nel territorio e nell’immaginario nazionale, con una visione speciale del senso dello Stato: improntata dalla ricerca di una “maggior felicità dello Stato”, ma con disciplina ed onore. La presente ricerca, sociologica e pedagogica, difende l’idea che, in aggiunta alla scuola, alla Chiesa, alla politica, ai mezzi di comunicazione di massa, nella costruzione dell’unità culturale italiana un motore significativo sia stata anche l’Arma dei Carabinieri. Sono stati questi ultimi (ancor prima dell’unità d’Italia) a offrire un lavoro quotidiano di coesione identitaria; creando e riempiendo di volti-azioni-parole un immaginario preciso: con specifiche valenze educative, comportamentali, ideali. Un’eredità che non appartiene soltanto al passato: è ancora viva e vitale- Con una nota di Nando Dalla Chiesa. -
Il pianoforte di Leonard Bernstein
Leonard Bernstein è stato uno dei massimi direttori d'orchestra del Novecento. Il suo talento, la sua prodigiosa comunicativa e la vastità dei suoi interessi hanno pochi confronti. Bernstein è stato anche un grande compositore e — al di là del successo planetario di ""West Side Story"""" — il suo catalogo è ricco di pagine di grande complessità. Ma ci sono altri aspetti della sua personalità senza i quali non potremmo definirne compiutamente il profilo artistico. In particolare la passione per il pianoforte, nata sin da ragazzino, e rimasta costante per l'intera sua vita. Questo libro racconta, appunto, il rapporto, complesso, di Bernstein col pianoforte. Partendo dagli esordi e spingendosi agli anni della maturità. Nella prima parte del volume si prende in esame la produzione di Bernstein per pianoforte solo e per pianoforte e orchestra, con alcuni accenni alle sue registrazioni come pianista, non trascurando preziose informazioni di carattere biografico. Nella seconda parte, invece, trovano spazio otto conversazioni con pianisti, compositori, direttori d'orchestra, musicologi di assoluto prestigio, tutti in qualche modo legati a Bernstein, per averne eseguito le musiche, per averlo conosciuto personalmente, o per aver studiato la sua figura di musicista. Nel centenario della nascita di Leonard Bernstein, questo libro fa luce, insomma, su un aspetto meno conosciuto ma assai interessante e significativo della sua figura artistica."" -
La facoltà di giurisprudenza dell'Università di Cagliari. Vol. 1: Dai progetti cinquecenteschi all'unità di Italia
Sotto una duplice angolazione il libro racconta la storia della Facoltà di Giurisprudenza di Cagliari dai progetti cinquecenteschi di fondazione dell'ateneo fino all'Unità: come luogo di formazione del giurista e, in stretta correlazione, come momento di snodo per l'accesso alle cariche, alle professioni e per una collocazione privilegiata entro la polis. Da qui le domande che riguardano, da un lato, gli aspetti dell'insegnamento (il numero degli studenti, i corsi, la frequenza alle lezioni, i manuali, le biblioteche, gli esami, dal punto di vista dei discenti; il reclutamento, gli impegni accademici, gli strumenti didattici, gli orizzonti scientifici e di metodo, nell'ottica dei docenti); dall'altro gli impatti nel tessuto sociale, secondo indirizzi culturali di cui la Facoltà era espressione e che a sua volta contribuiva a implementare. Anche nei momenti di crisi, essa operava come deposito di conoscenza giuridica, dialogava con il mondo delle professioni e delle istituzioni, formava le élites. Primo volume di una storia che arriverà fino ai giorni nostri e frutto della collaborazione di studiosi dalle competenze diverse, il libro affronta con nuove ricerche archivistiche e con sguardo comparatistico i principali problemi storiografici: il fervore dopo la fondazione, la reductio della sua funzione nei decenni successivi, la faticosa rifondazione boginiana, i giuristi ""giacobini"""", la Facoltà di massa negli anni a ridosso della """"fusione perfetta"""". E, mentre ricostruisce un itinerario in cui il tema dominante appare quello della formazione del giurista del diritto patrio, propone anche questioni nuove."" -
A' be' c’è Dario. Ediz. illustrata
"A' be' c’è Dario"""" è un classico abbecedario ma, allo stesso tempo, è tante altre cose. Il libro è composto da ventuno tavole disegnate da Filippo Giansanti e, come gli esercizi di stile di Queneau, è costruito sulle costanti e sulle varianti. L'ordine dei ventuno """"animali"""", compreso Dario, l'umano, segue l'elenco alfabetico e trova nello sguardo il tratto che rende tutti i soggetti partecipi della stessa dignità. Il volume è corredato da un testo di Mauro Pompei che gioca con la medesima idea progettuale. L'intero lavoro è aperto a molteplici livelli di lettura e fruizione. L'immediatezza dei disegni e la semplicità dei testi lo rendono adatto ai """"piccoli"""" per il naturale e intuitivo rapporto tra l'immagine e il suono della parola ma, allo stesso tempo, il tessuto di rimandi interni ai disegni e al testo, così come la relazione che si instaura tra i due registri espressivi, avvicina alla lettura anche un pubblico di adulti." -
Sfogliare tramonti. Esperienze di filosofia in carcere. Saggi, documenti, testimonianze
Questo volume, attraverso saggi, documenti e testimonianze, delinea il senso e il percorso svolto durante il progetto ""Parole nomadi in un tempo sospeso. Pratiche filosofiche tra riflessione, narrazione e scrittura"""" che si è tenuto presso la casa circondariale di Arezzo dall’estate 2016 alla primavera del 2017. La raccolta di interventi e studi, le riflessioni dei partecipanti (studenti, professionisti, cittadini) e gli scritti dei detenuti offrono al lettore un quadro dinamico e vivo di come e a quali condizioni la filosofia può intervenire in una realtà critica e marginalizzata come quella carceraria. Mostra inoltre come la pratica filosofica riesca a supportare e favorire processi di crescita personale e di integrazione. Lascia infine rivivere le voci di coloro che per molti mesi si sono ritrovati a “far filosofia” all’ora del tramonto."" -
In questo mare, in questa pietra
Eppure sornla tua vita quirne il battito,rndove tutto diventarnsolo voce di mare. -
Luce-Licht. Zeit los brennt dieses licht hier. Ediz. bilingue
Dieter Schlesak, è uno dei più importanti scrittori e poeti di lingua tedesca. Membro del PEN, ha ricevuto numerosi premi letterari e la laurea ad honorem dall’Università di Bucarest. Tra gli ultimi libri pubblicati in Italia: Il farmacista di Auschwitz (2009), Uomo senza radici (2011). Vivetta Valacca, saggista e poetessa ha inaugurato la poetica del “mitoesistenzialismo” con la trilogia di tema omerico: Il mare dai mille occhi, Lo specchio del mondo, La danza delle onde (2006-2007). Sue poesie e saggi sono apparsi su riviste, tra cui la tedesca «Matrix». -
Inni d'amore
"Nel mio sguardo c'è un'ombra / e io cerco sempre una luce per guardarvi dentro. / E là dentro vedo te e vedo la tua ombra."""" Abderrahman (Abramo) Zarra, nato in Marocco nel 1977, vive a Firenze da più di quindici anni. Lureato in sociologia e ricerca sociale alla Scuola di scienze politiche “Cesare Alfieri” dell’Università di Firenze. Ha frequentato il master in Immigrazione e politiche sociali all’Università Ca’ Foscari di Venezia. È stato lettore di lingua araba presso il Centro Linguistico Fiorentino e da dieci anni circa è consulente presso Poste Italiane. Nel suo tempo libero ama pescare e occuparsi di volontariato." -
Nathan Parsec
“Per un attimo ebbi come l’impressione che la scena si fermasse, che tutto rimanesse perfettamente immobile, come con il fiato sospeso. Nello stesso momento, il campanello suonò due volte. Guardai l’orologio appeso alla parete e mi resi conto che era ancora troppo presto perché fossero i nostri invitati. Automaticamente, andai alla porta e quello che vidi appena aprii fu stupefacente: laggiù, all’orizzonte, acqua e cielo erano una cosa sola, non più separati da quella linea perfetta che tanto fascino esercitava su Emily. I pesci nuotavano pigramente nell’aria, mentre specie coloratissime di uccelli spiegavano le loro ali nell’acqua. Non riuscii a capire che cosa stesse succedendo e, soprattutto, come potesse accadere.” -
La responsabilità del nuovo. Saggio sulla poesia di Victor Hugo prima dell'esilio
Victor Hugo fu un poeta? Decenni di diffidenza verso la poesia romantica hanno fatto dimenticare che non solo Hugo fu un poeta, ma fu soprattutto poeta, reputato a lungo il primo fra tutti, colui che ha condizionato tutta la poesia dell'Ottocento. Questo libro esamina una parte consistente della sua abbondante poesia: il cosiddetto periodo «prima dell'esilio» (1815-1840). La prima ambizione del libro è infatti di storia letteraria. Non s'intende solo ricordare l'importanza della poesia di Hugo, ma lo si fa studiandone una fase meno valorizzata perfino dagli specialisti. Rileggere il «primo» Hugo significa infatti riaprire la questione della modernità poetica, che da decenni è posta sotto il segno di Baudelaire, e viene qui riportata alla svolta romantica. L'ulteriore ambizione del saggio è interpretativa. Esso propone una chiave di lettura utile a interpretare una serie di temi e immagini ricorrenti, ma anche i principi del linguaggio che Hugo inaugura. Tutto viene così ricondotto a una sola, multiforme e reversibile opposizione fra l'Alto e il Basso, la quale rimanda alle grandi questioni che muovono il mondo uscito dall'89, quali la legittimità di individui e istituzioni, l'esercizio dell'autorità, il diritto alla rivoluzione. -
Per una teoria della vergogna
È esperienza comune vergognarsi di fronte a uno sguardo critico: ci sentiamo rimpiccioliti, insignificanti, e vorremmo nasconderci o addirittura scomparire. Ma può accadere anche di vergognarsi quando le persone sbagliate ci ammirano, o quando siamo soli. Qual è allora il ruolo degli altri nella vergogna? Riflettendo sulle posizioni di diversi filosofi (da Aristotele a Sartre, da Kant a Scheler, fino ai contemporanei, a partire da John Rawls, Bernard Williams e Gabriele Taylor), il libro chiarisce il ruolo dell’intersoggettività e rivede modelli teorici e storiografici che hanno interpretato la vergogna basandosi sulla presunta superiorità della colpa come emozione morale. La teoria di cui qui si pongono le basi illumina il rapporto fra vergogna e valori rilevanti per la propria identità, e spiega come confluiscano in questa emozione sia un atteggiamento critico verso se stessi, sia l’impulso a proteggere aspetti di sé che si vogliono mantenere privati. Progressivamente si delinea la differenza fra la vergogna e altre emozioni, come la delusione di sé, l’imbarazzo, il sentirsi umiliati, ed emerge la rilevanza etica di fenomeni come l’invadenza, il tatto, l’esibizionismo, la fiducia.