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Il commento di Pomponio Leto all'Appendix Vergiliana. Ediz. critica
Pomponio Leto, il celebre umanista che fu professore di latino nello Studium Vrbis nella seconda metà del Quattrocento, dedicò un'intensa attività didattica ed esegetica alle opere di Virgilio, non solo a Bucoliche, Georgiche ed Eneide, ma anche ai componimenti (oggi ritenuti generalmente spurii) che furono poi raccolti sotto il titolo di Appendix Vergiliana. Proprio il commento del Leto a questi poemetti viene qui pubblicato per la prima volta in una edizione critica, che, per una parte non piccola di tali annotazioni, costituisce anche l'editio princeps. Si tratta di una testimonianza significativa dello studio dei classici nel XV secolo e di un passaggio importante della plurisecolare esegesi virgiliana, che lascerà un'ampia traccia nei successivi commenti a Virgilio e allo Pseudo-Virgilio. -
Eroi ironici. La trilogia romanzesca di Michel Tournier
Dietro le sue apparenze realistiche l'opera narrativa di Michel Tournier (1924-2016) rivela una struttura ironica estremamente pervasiva. Ma a differenza dell'ironia che presiede alla produzione letteraria ""post-moderna"""" degli ultimi decenni, caratterizzata dal disincanto e dall'impossibilità di una costruttiva fissazione del senso, l'ironia di Tournier allude a promesse e possibilità alternative nel momento stesso in cui rovescia il mondo e ne ridisegna i contorni secondo prospettive paradossali e ludiche. Così, i marginali che popolano i tre grandi romanzi qui analizzati (""""Vendredi ou les Limbes du Pacifique"""", """"Le Roi des Aulnes"""", """"Les Météores"""") non si accontentano di mettere in ridicolo le gerarchie sociali, di criticare i valori morali, di demistificare le istituzioni politiche e ideologiche, ma indicano vie di fuga utopiche, elaborano teorie filosofiche alla ricerca di un significato dell'esistenza, evocano universi virtuali contrapposti a quelli reali, e le loro avventure, dotate di uno spessore mitico, sfociano immancabilmente su un'apoteosi finale. Partendo da nozioni tratte dall'analisi stilistica e retorico-linguistica del discorso, questo studio indaga i meccanismi di un'ironia che è indistinguibile dalle dinamiche della forma narrativa, un'ironia che si realizza attraverso il gioco calibrato delle giustapposizioni assiologiche, della moltiplicazione dei bersagli e delle voci narranti, della sovrapposizione metamorfica dei punti di vista."" -
La Firenze di Winckelmann
Gli otto mesi che dal settembre 1758 all’aprile dell’anno successivo Johann Joachim Winckelmann trascorse a Firenze costituiscono un momento felice della sua biografia. Giunto in città su invito di Heinrich Wilhelm Muzell Stosch per stendere il catalogo della raccolta di gemme che il barone Philipp von Stosch, morto il 22 marzo 1757, conservava nel suo appartamento al piano nobile del Palazzo Ramirez de Montalvo in Borgo degli Albizzi, Winckelmann trovava altre cogenti motivazioni per il suo tour fiorentino nel desiderio di conoscere le raccolte granducali e i materiali delle altre collezioni fiorentine e, soprattutto, nella volontà di approfondire lo studio del mondo etrusco e delle sue anticaglie, un tema che, in quegli anni, occupava un posto non secondario nell’officina della Geschichte der Kunst des Alterthums. Attorno a questo tema si sono concentrate le manifestazioni fiorentine che hanno aperto i festeggiamenti internazionali per celebrare il doppio anniversario dei duecentocinquanta anni della nascita a Stendal in Sassonia il 9 dicembre 1717 e dei trecento anni della morte, avvenuta a Trieste il giorno 8 giugno 1768, di Johann Joachim Winckelmann. Le celebrazioni fiorentine hanno visto dapprima la mostra, ""Winckelmann, Firenze e gli Etruschi. Il padre dell’archeologia in Toscana"""", che dal 26 maggio 2016 al 30 gennaio 2017 ha coinvolto presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze un grande concorso di pubblico, e poi il convegno internazionale """"Winckelmann, Firenze e gli Etruschi"""", promosso dall’Università di Firenze, dalla Winckelmann-Gesellschaft Stendal e dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze, che, apertosi la mattina del 26 gennaio 2017 nel Salone dei Cinquecento del Palazzo Vecchio, ha visto nei giorni 26 e 27 gennaio un folto gruppo di studiosi italiani, tedeschi, francesi discutere, nell’Auditorium del Consiglio Regionale della Toscana in Palazzo Panciatichi di via Cavour, su Winckelmann e il suo interesse per il mondo etrusco e il suo rapporto con il milieu intellettuale fiorentino, nonché sul riverbero che il pensiero e le opere del sassone conobbero a Firenze e, più in generale, nel Granducato nella seconda metà del XVIII secolo e nel corso delle prime decadi dell’Ottocento. Integrandosi armonicamente con i saggi pubblicati nel catalogo della mostra, vengono ora pubblicate le relazioni presentate nelle varie sedute del convegno."" -
La sfida della convivenza. Per un'etica interculturale
La sfida della convivenza è la sfida della condivisione dello stesso tempo e dello stesso spazio da parte di più individui e gruppi che si percepiscono come radicalmente differenti da ogni altro. La comprensione di tale sfida richiede di dare nuovi significati a dialettiche profonde e irrisolte, quali quelle tra identità e alterità, riconoscimento e misconoscimento, comunità e differenza, spazi e luoghi, religione e sfera pubblica, in una parola: contesti di interazione e loro possibili superamenti. Nell’affrontare direttamente tali temi e tenendo presenti i profili tanto consensuali quanto conflittuali di quella sfida, il volume intende proporsi come un contributo all’elaborazione di un vocabolario minimo, una sorta di “grammatica generativa” di un’etica interculturale del presente e per il futuro del nostro vivere insieme. -
Luigi Telara. Un percorso fra arte, poesia e tecnica. Ediz. a colori
La ricerca nasce dalla volontà di rendere omaggio a Luigi Telara (Carrara, 25 giugno 1932), artista conosciuto e apprezzato, ma non ancora oggetto di una puntuale contestualizzazione storica né di un approccio critico. A causa di tale lacuna non risultava chiarito il suo spessore artistico e rischiava di perdersi pure la possibilità di ricostruire un percorso significativo nella scultura interessante non solo in relazione alla persona in oggetto, ma anche a tratti significativi della storia di Carrara come capitale mondiale del marmo. Il lavoro è stato organizzato come un catalogo ragionato che consta di un primo segmento propriamente autobiografico, costruito grazie alla trascrizione di ricordi stimolati dall'approccio dialogico sotto forma di intervista. Sullo sfondo emergono inoltre personaggi, atmosfere dell'emigrazione carrarese in Vermont, situazioni esistenziali e pratiche di un passato recente sul quale insiste una bibliografia ampia, ma che meritava arricchire per non rischiare l'oblio di alcuni segmenti o una ricostruzione priva dell'afflato umano tipico dei ricordi diretti. Molti aspetti delle memorie trovano poi, con un taglio più documentario, un puntuale riscontro con lettere, immagini, testi critici, uniti ai resoconti giornalistici necessari per la ricostruzione del percorso artistico. Sono presenti altresì i riferimenti alle interpretazioni critiche in corrispondenza di attività espositive anche nei loro riscontri divulgativi sulla stampa. Essi danno la misura della recezione dell'autore a un grande pubblico, dell'evoluzione della sua proposta e in qualche misura dei richiami alla storia della scultura dei nostri tempi alla quale l'autore si è ispirato per trovare la propria poetica. In sintesi il catalogo contiene apparati documentari volti a testimoniare lo sviluppo complessivo dell'itinerario di ricerca dell'autore; infine troviamo un'antologia delle opere in ordine cronologico e divise fra le sculture monumentali, di piccolo formato e decorative. -
Pescia nella Grande Guerra
"La celebrazione del centenario della Grande Guerra a Pescia fu pensata e realizzata in due momenti tra loro complementari: ci fu una mostra rievocativa degli aspetti militari e logistici della guerra, con specifica attenzione alle diverse figure dei soldati pesciatini; e ci fu poi, ben organizzata con scadenze settimanali, una serie di conferenza di storia locale, per vedere la guerra come era stata vissuta a Pescia. Cioè si volle considerare il conflitto armato della grande guerra non solo nella sua realtà militare, ma anche nelle sue conseguenze sconvolgenti della vita civile e famigliare. Ambedue questi aspetti furono veramente sorprendenti, non tanto quasi fossero una novità documentaria e storiografica, ma piuttosto come riesumazione di una realtà già intuita dal pubblico, numeroso e attento, che visitava e ascoltava. O almeno questa fu l’impressione mia e dei miei coetanei, anzi direi di tutti i numerosi nipoti di quei soldati. Gli uomini e le donne cioè della terza generazione, di coloro insomma la cui famiglia era passata dalla grande guerra alla successiva guerra mondiale"""" (dalle parole del curatore)." -
Su mamma, prendimi in braccio. Diario di un'adozione e molto altro
Questo libro racconta un desiderio, un amore, una trasformazione, narra dei ""lavori in corso"""" di una giovane famiglia che sceglie di amare un figlio sconosciuto ma già tanto vivo e forte, forse, sin da prima di essere immaginato. Giorno dopo giorno, pagina dopo pagina, ci porta alla scoperta di quali siano le """"stelle assenti"""", le direzioni nascoste da seguire, cui abbandonarsi per lasciare spazio alla vita senza pretendere di poterla controllare."" -
Mutilati e invalidi di guerra a Siena e provincia. A cent'anni dalla fondazione della sezione dell'A.N.M.I.G. Una celebrazione e basta?
A Siena è una delle più antiche sezioni dell’Associazione Nazionale tra Mutilati e Invalidi di Guerra, costituita nel 1917 per attendere “allo studio dei particolari problemi che riguardano i mutilati ed invalidi di guerra, in relazione alle loro peculiari esigenze, promuovendo e svolgendo ogni possibile azione di difesa dei loro interessi morali e materiali”. Il sacrificio di chi si vide invalidato permanentemente per via di una delle due guerre mondiali ha ancora un senso oggi? Questo il significato profondo dell’incontro di studio organizzato ad ottobre 2017 in occasione del centenario della nascita della sezione senese. -
Traiettorie migranti. Minori stranieri non accompagnati. Racconti e storie di vita
Alla base della pedagogia interculturale devono essere necessariamente collocati la difesa dell'uomo e il riconoscimento del valore della persona umana, indipendentemente dai sistemi culturali di cui essa fa parte. Tale forma educativa si propone di riconoscere il valore delle culture che vengono in contatto tra di loro e di favorirne lo scambio in grado di produrre arricchimento reciproco. Il libro documenta la situazione dei minori migranti non accompagnati che costituiscono, a partire da questo secolo, i nuovi protagonisti dei processi migratori e sono oggetto di studio in Italia e in Europa. Molto spesso i minori che emigrano vengono da territori martoriati dalla guerra, da terre povere e senza alcuna risorsa, per la sopravvivenza o alla ricerca di nuove opportunità lavorative, con un'inquietudine generazionale che spinge verso la sperimentazione di nuovi modelli di vita. In quest'ottica il volume, attraverso la raccolta delle storie di vita, intende offrire nuove opportunità di riflessione pedagogica sulla significatività e sul valore che rivestono gli interventi educativi attuabili nelle circostanze dell'accoglienza dei minori soli. I destinatari naturali del volume sono, pertanto, gli insegnanti, i dirigenti, gli educatori, gli studenti e tutti coloro che si occupano dei temi dell'accoglienza in contesti multiculturali. -
Mefisto. Rivista di medicina, filosofia, storia (2017). Vol. 1-2
In questo numero contributi di: Alessandro Pagnini, Alain Touwaide, Luca Chiapperino, Francesco Panese, Natalia Magliocchetti, Cesare Bondioli, Mario Colucci, Raffaella Campaner, Gian Paolo Guelfi, Umberto Curi, Donatella Puliga. -
Anglistica pisana (2016). Vol. 1-2
Rivista di anglistica dell'università di Pisa. -
Ricchezza fittizia povertà artificiosa. Paradigmi economici
Quale natura ha la crisi che attraversiamo? Non è certo il pane che manca, né l'offerta di qualsivoglia prodotto o servizio. Non abbiamo subito una guerra, né siamo stati colpiti da calamità naturali; eppure la povertà avanza in un mondo che appare più ricco e dotato di strumenti sempre più potenti, ma che ci ha resi tutti debitori, vittime del dominio di una piccola minoranza di creditori in un sistema di usura globale, a cui fanno sfondo le paurose doglie della transizione verso un nuovo ordine mondiale. Che significa l'imperante affermazione che ""mancano i soldi per fare le cose"""" quando abbiamo competenze, tecnologie, disponibilità a lavorare e risorse fisiche in abbondanza? È proprio vero che siamo poveri e il lavoro manca? Intorno a noi da una parte lo spreco di risorse umane frustrate perché non valorizzate, dall'altra l'enorme necessità di cura delle persone e del territorio che rimane incompiuta. A quale genere di ricchezza mirare, dunque, e come realizzarla? L'autore, lungo un percorso che attraversa e connette in modo accessibile e al tempo stesso rigoroso la successione dei modelli economici e le scelte politiche che hanno portato all'attuale sistema, ci aiuta a vedere la """"grande menzogna"""" che si cela dietro il velo steso dalla reazione neoliberista che ha ripreso il sopravvento a partire dagli anni '80, conducendoci all'attuale approdo della finanziarizzazione speculativa dell'economia che ci rende ciechi e perciò impotenti di fronte alla ricchezza e alle potenzialità infinite del mondo in cui viviamo. Prefazione di Antonino Galloni."" -
Architetture pisane. Ediz. illustrata. Vol. 32-33: Scuole
Il sistema tradizionale di scolarizzazione è stato ampiamente superato da sistemi di apprendimento personalizzati, che prevedono il coinvolgimento attivo dello studente. Da ciò la necessità di ridefinire anche le caratteristiche morfologiche degli edifici scolastici, con particolare riferimento al rapporto tra spazi e studenti e tra ambienti di apprendimento e didattica. La nuova scuola è concepita come luogo dell'apprendere e dello stare insieme, come uno spazio “da abitare” e pertanto da progettare, in base ai più moderni parametri di eco-sostenibilità, risparmio energetico, acustica, illuminazione ed uso del colore. Il complesso scolastico si pone come un civic-center in cui si realizza un'integrazione avanzata tra scuola, comunità e territorio e con la nuova concezione si offrono nuovi servizi al cittadino; popolazione scolastica e cittadinanza convivono negli spazi della struttura in base ad un'offerta che va ben oltre il tradizionale servizio scolastico. In questa pubblicazione, attraverso una breve descrizione e una documentazione fotografica, vengono illustrati esempi recenti di scuole secondarie realizzate in Italia e nel mondo; in ultimo viene preso in esame il complesso scolastico “Concetto Marchesi” di Pisa, pregevole esempio di architettura datato anni Settanta, dell'architetto romano Luigi Pellegrin. Il complesso, non più adeguato alle normative vigenti, versa in condizioni di notevole degrado e, come molte altre scuole italiane, necessita di una pesante ristrutturazione. Nel caso specifico si è optato per un progetto di “fedele ricostruzione”, innescando così una vivace querelle sul tema della tutela delle costruzioni contemporanee ritenute di valore. -
«Egregio Signore». Essere padri nella fragrante semplicità del gesto
«Perché ricordare, se non per un tal quale esame di coscienza e per non disperdere dei valori?»: così Massimo Ermini, indimenticabile mentore, ricordando suo padre Giuseppe il 16 dicembre 1991. Nell’esperienza quotidiana, di cui l’autore propone alcuni semplici episodi dai molteplici livelli di lettura, di “Egregio Signore” si ha l’occasione di rivivere dei valori, condividendoli e declinandoli, anche nell’intimità delle nostre relazioni famigliari. Ne origina un racconto, mai autoreferenziale nel ricordo, ma che ben si sofferma sul clima affettivo entro il quale prendono forma i gesti, la presenza e, perché no?, l’assenza, entrambe proprie della figura del protagonista. Postfazione di Valerio Martinelli. -
La fede che guarisce
Destinato a comparire nella celebre «Bibliothèque Diabolique», ideata e diretta dal neurologo Désiré Bourneville, nonché espressamente dedicata al tema dei rapporti tra stregoneria, isteria e trattamento clinico dei cosiddetti ""indemoniati"""", questo breve scritto di Charcot propone un'analisi puramente scientifica e psicopatologica di credenze, ritualità e pratiche religiose connesse al fenomeno delle guarigioni miracolose, per la prima volta sottoposte ad uno sguardo così esplicitamente disincantato e demistificante da rappresentare un'autentica novità nel panorama della storia della psichiatria tardo-ottocentesca. Impossibile non rilevare le evidenti affinità tra le riflessioni metodologiche e cliniche qui contenute e alcune delle pagine più note dell'opera freudiana """"L'avvenire di un'illusione"""" (1927)."" -
L'io dei greci. Corpo e mente nel pensiero antico
Il corpo dell’atleta olimpico era solo “bello”? Come si difendevano i greci dalle emozioni? Era possibile, nell’antichità, provare un amore postumo? Che genere di “pazzia” rappresentavano le tragedie greche? E Narciso, era un narcisista? Non c’è dubbio che la psicologia, l’arte e la letteratura moderne abbiano attinto ai miti greci come depositari di caratteri e di narrative che possano illuminare gli angoli più oscuri dell’animo umano. E non c’è dubbio che tra i miti greci e le moderne concezioni dell’io vi sia una relazione intima, che non si limita alla mera suggestione. Ma la psyché non è la psiche. Il modo in cui psicologi, poeti, drammaturghi, artisti hanno attinto non solo ai miti, ma anche alle trattazioni psicologiche tecniche del pensiero classico, è un complesso intrigo di significazione oggettiva e di immaginazione creativa. Un classicista ci aiuta a sciogliere l’intrigo. I cinque studi qui raccolti, filosoficamente affascinanti e filologicamente rigorosi, sono esemplari di un approccio dialettico ed ermeneutico all’io antico e a quello moderno. -
Studi di patristica e di storia dei concetti
Il volume raccoglie i principali saggi dedicati da Pierre Hadot alla patristica latina, per la prima volta qui tradotti in italiano, e offre un'ampia panoramica sull'importante lavoro storico e filologico svolto da Hadot, sin dagli anni Cinquanta, sui testi di Mario Vittorino, Agostino e Ambrogio. L'insieme dei saggi restituisce i principali tratti della metodologia storico-filosofica di Hadot che, sulla scorta delle ricerche di Paul Henry e Pierre Courcelle, riesce nell'intento di delineare le influenze filosofiche di cui sono intessute le opere della patristica latina; esso mostra inoltre il modo in cui Hadot studia e chiarisce alcuni concetti teologico-filosofici di grande importanza per la patristica latina, come ad esempio quello di persona. Il libro contiene anche i resoconti dei corsi tenuti da Hadot all'École Pratique de Haute Étude dal 1964 al 1980, documento di notevole importanza per la ricostruzione del percorso attraverso il quale Hadot ha gradualmente spostato il punto focale del suo interesse dalla patristica latina alla filosofia antica, dai Padri della Chiesa a Plotino e Marco Aurelio, e ha iniziato a intravedere il rilievo sia del tema degli esercizi spirituali, che sarà poi centrale per la sua ricerca successiva, sia di altri importanti motivi che egli svilupperà in seguito, come quello dell'idea di natura nel mondo antico e della struttura tripartita della filosofia antica. Prefazione di Arnold I. Davidson e di Laura Cremonesi. -
Il giallo del teorema dei quattro colori
Un quesito che si formula con estrema semplicità e che comprende anche un bambino: per colorare una carta geografica in modo che regioni confinanti abbiano colore diverso bastano quattro colori? Per rispondere i matematici si sono spremute le meningi per oltre centovent'anni. Dopo ricerche ossessionanti e qualche clamoroso fallimento, come in un caso poliziesco, la soluzione è stata ottenuta esaminando, con l'aiuto indispensabile e intenso dei computer, migliaia di indiziati alla ricerca del colpevole. Anche se il caso è stato risolto affermativamente nel 1976, la comunità scientifica non appare del tutto soddisfatta e ancora cerca una dimostrazione che possa ottenersi con metodi più ""tradizionali"""". In queste pagine si ripercorre la storia del """"giallo dei quattro colori"""" e si forniscono elementi per capire la natura del problema e le tecniche risolutive adottate, nella speranza che, finalmente, qualcuno trovi una dimostrazione senza l'aiuto, oggi imprescindibile, di un computer."" -
Predella (2016). Vol. 13-14: Le arti a Pisa nel primo rinascimento
Contributi di: Diane Cole Ahl, Gail E. Solberg, Gabriele Fattorini, Marco M. Mascolo, Clario Di Fabio, Anthony M. Cummings, Marco Frati, Linda Pisani, Christa Gardner von Teuffel, Gabriele Donati, Claudio Casini, Jean K. Cadogan, Luigi Lazzerini, Sarah M. Cadagin, Caterina Bay, Pierluigi Nieri, Gerardo de Simone. -
Je vous écris de Pise. Pise à travers les dessins et la correspondance d'une famille française du XIXéme siecle (1833-1845)
[…] Maman et moi allons régulièrement à la messe chaque dimanche à l’église San Francesco, et souvent nous nous promenons et nous recueillons dans le cloître […]Petite Adèle à Zélia - Laure de la Morinière, Pise 15 mai 1838Parmi les Français qui ont vécu ou simplement traversé la Toscane au XIXe siècle, certains ‘anonymes’ ont laissé des témoignages particulièrement intéressants de leur découverte de cette région et de son histoire, des villes et de leur patrimoine et de leurs contacts avec les Toscans. Grâce au patient travail de recherche historique effectué par Alessandro Panajia une exposition au Palazzo Blu de Pise a ainsi pu rendre hommage à l’une de nos compatriotes Adèle Poussielgue, encore inconnue en France.Le Grand Tour a amené de très nombreux Français, artistes ou pas, en Toscane et, à travers des documents personnels, écrits souvent très détaillés (lettres, journaux ou autres) ou carnets de dessins, ils nous ont permis de nous en construire une image séduisante toujours actuelle qui fait que la Toscane reste une destination très prisée de nos concitoyens, à juste titre me permettrais-je d’ajouter. En ouvrant ses archives la famille Poussielgue a contribué à enrichir un corpus si utile pour l’histoire de l’art comme pour l’histoire des relations franco-italiennes autres que politiques ou diplomatiques. En arrière-plan, et pour mieux cadrer cette documentation, il peut être utile de rappeler sa coïncidence chronologique avec le diplomate-écrivain Beyle-Stendhal qui fut Consul de France pour l’ensemble des États pontificaux de 1831 à 1842.(de la présentation écrite par Isabelle Mallez, Consul honraire de France à Florence et Directrice de l'Institut Français)