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Insegnare e apprendere. Itinerari pedagogici e didattici nella scuola dell’infanzia e primaria
La pedagogia e la didattica devono mantenere un legame costante se si vuole che l’obiettivo della scuola non sia soltanto quello di istruire, di fornire conoscenze disciplinari, né solo quello di educare, favorendo lo sviluppo del saper fare tramite l’applicazione di quanto imparato; alla scuola compete la formazione, ovvero lo sviluppo delle competenze trasversali che si scatenano dall’intreccio del sapere e del saper fare generando il saper essere. Questa deve essere la prospettiva dei docenti, in particolare dei professionisti del primo segmento scolastico che hanno il compito di avviare e sviluppare in maniera sistematica la costruzione del curricolo, del progetto di vita di ciascun bambino e bambina, cercando con insistenza tutte le possibili traiettorie interdisciplinari affinché nessun tentativo sia stato vano, nessuna possibilità sia stata sottratta, per permettere che ogni giovane studente possa apprendere nel vero senso etimologico, pedagogico e didattico del termine; che possa quindi apprendere modificando il proprio comportamento, i propri punti di vista, le proprie prospettive e le proprie possibilità verso un’elaborazione continua che, come una spirale, mantiene con sé il già fatto e si protende verso il voler fare. Affinché si verifichi realmente il rapporto tra pedagogia e didattica e si esalti tale inscindibile legame, servono strategie valide, che tengano conto delle variabili personali e ambientali e che siano proiettate verso una formazione adeguata e spendibile non solo sui banchi di scuola; una formazione in grado di rispondere alle richieste della nostra epoca. Il testo suggerisce dispositivi pedagogico-didattici in grado di favorire e incoraggiare la possibilità di imparare nei bambini, ma anche di sollecitare l’enorme professionalità dei docenti che hanno il dovere di non prescindere mai, se vogliono garantire un corretto approccio pedagogico alle loro metodologie, dal contesto in cui operano e dai bambini che siedono davanti a loro. -
Il lettore a ore. Testo spagnolo a fronte
Siamo nell'ampio salone-biblioteca di una casa benestante. In questo spazio cupo e silenzioso si muovono i tre protagonisti dell'opera: Celso, un maturo imprenditore, dispotico e incline al bere, sua figlia Lorena, una giovane ipersensibile e introversa, divenuta cieca anni prima in circostanze misteriose, e Ismael, lo sconosciuto che Celso ingaggia affinché ogni giorno, a ore fisse, legga a Lorena, a voce alta ma con tono asettico, romanzi e racconti che il padre ha scelto per lei. Però Ismael interpreta con slancio emotivo sempre maggiore i testi che propone a Lorena, suscitando in lei (e in se stesso) un groviglio di ricordi che induce entrambi a scavare nel proprio passato traumatico e inconfessabile. Le radici recondite del disagio di Lorena e di Ismael affiorano drammaticamente nell'epilogo, indicando a ciascuno una via possibile da seguire, per quanto ardua e incerta possa profilarsi. Una delle pièces più magnetiche e inquietanti di Sanchis Sinisterra, ""Il lettore a ore"""" parla delle zone d'ombra di ognuno di noi, ma scommette anche sul valore che la lettura e la letteratura hanno nella nostra vita, costituendo un personale tributo dell'autore alle opere più intriganti della narrativa mondiale,dal """"Gattopardo"""" a """"Cuore di tenebra""""."" -
Palinsesto e paradigma. La metamorfosi monumentale nella Salerno di Roberto il Guiscardo
«Ci sono tanti modi per raccontare una città medievale» e per Salerno la prospettiva della storia dell’arte è imprescindibile per ricostruirne il panorama monumentale e vivacissimo che, dalla cappella palatina di Arechi II a dopo la costruzione della magnificente cattedrale normanna, si arricchisce e si trasforma facendo della materia e della memoria le sue due componenti nodali. Questo libro ruota attorno a uno snodo essenziale ovvero la conquista della opulenta Salernum nel 1076 da parte di Roberto il Guiscardo, che porta con sé nuove modalità di espressione e di affermazione all'interno dello spazio urbano. La ricostruzione dei processi di committenza artistica e architettonica tra età longobarda e normanna permette di riconoscere una vera e propria città palinsesto, in cui la persistenza del riuso di materiali antichi, quali segni di prestigio e di legittimazione, e le pratiche devozionali, che giustificano la configurazione e la funzionalità di opere ed edifici, sono i veri segni dell’appropriazione e della caratterizzazione degli spazi privati e pubblici da parte dei committenti. Salerno, divenendo “di Roberto il Guiscardo”, si trasforma, assume un aspetto monumentale e si proietta verso il futuro: laboratorio collaudato di convivenza sociale ed etnica, di sperimentazione architettonica e di produzione artistica, è centro esemplare - e per alcuni aspetti paradigmatico - per le successive imprese normanne in tutto il Meridione, prima e irrinunciabile tappa nel percorso che porterà al Regno di Sicilia. -
Pedagogia delle differenze. Intersezioni tra genere ed etnia
Genere ed etnia rappresentano oggi una sfida educativa, perché simboleggiano due gravi emergenze, le cui origini si possono rinvenire nell’esasperato individualismo che caratterizza la contemporaneità e che nega l’alterità, anche quella che alberga in ciascuno di noi. Emergenze certamente non nuove ma che hanno assunto dimensioni macroscopiche e significati differenti rispetto al passato e che possono essere consapevolmente affrontate se inserite in un rinnovato assetto concettuale della pedagogia, definita nel testo delle differenze. Una pedagogia contraddistinta dal radicalismo e dall’utopia a partire dai quali immaginare un progetto di civiltà fondato sul riconoscimento della comune vulnerabilità umana e sull’etica dei legami e che vede le donne e gli uomini capaci di rendersi autonomi da ogni forma di manipolazione, identificando come bene più autentico l’incontro con l’altro. -
Novy Mir. Storia psicovegetale
Ogni romanzo (efficacia, bellezza, raffinatezza nascono dalla scrittura, dalla fantasia e dalla complessità di chi lo scrive) somiglia a un labirinto. L'intreccio è fatto di strade che portano a perdersi o a trovarsi, dipende dalla guida, dall'Arianna che certamente è il risultato della fusione tra chi scrive e chi legge. I romanzi e i racconti di Enzo Guidi da questo punto di vista sono esemplari: si viaggia in un mondo che può sembrare frutto di una delirante immaginazione dove tensione onirica, veggenza e incubo potrebbero essere l'autobiografia di un'anima alla ricerca di una via di fuga dall'esistente. Ma ben presto il lettore si accorge, da alcuni segnali, da certi riferimenti che ciò di cui si parla è drammaticamente il nostro mondo o, meglio, quello che è diventato o potrebbe diventare: una dimensione in cui è davvero difficile distinguere i diversi ruoli della vita e dove apparenza e vero, virtuale e reale convivono senza alcuna linea di demarcazione. Un universo kafkiano dove gli oggetti, le cose, le forme dell'esistenza continuano a mantenere i loro caratteri di sempre ma risultano inquietanti perché è venuta meno la loro sistemazione logica. Come accade nella pittura metafisica dove lo spostamento dal suo luogo naturale di un oggetto produce inquietudine e tensione. Dove un insieme di bottiglie nella loro perdita di funzione possono, se contemplate da lontano, assumere una connotazione di paesaggio urbano. Ecco non ho detto niente sulla trama del romanzo (altrimenti che enigma sarebbe e che facile labirinto...). Solo un accenno: Novy Mir, mondo nuovo, non allude alla rivista fondata nel 1925 da Anatolij Lunacarskij e da Jurij Steklov, poi negli anni Sessanta vicina alla dissidenza. È un romanzo che, con precise tecniche cinematografiche, ci porta verso una nuova realtà, dove l'uomo cede la sua centralità sapendo di essere vita nella vita. Non a caso si parla di coscienza vegetale. Mi sono invece voluto soffermare sulla intenzione, sulla vocazione scritturale di Guidi. Una scrittura che nasce dalla articolazione speculativa, da un continuo interrogarsi e ragionare sull'uomo e il suo divenire ma che si affina, si essenzializza fino al punto di raggiungere una gradevolezza musicale, uno snello e armonioso passo di danza. Ed è grazie a questa apparente contraddizione tra poliedricità della trama e linearità espressiva che davvero nasce un rapporto di complicità tra i due lembi dell'immane ferita: lo scrittore e il suo pubblico. -
L'età dello schermo panoramico. Il cinema italiano e la rivoluzione windscreen
Il cinema moderno ha sposato l'orizzontalità come cifra distintiva di formalizzazione del visibile. Nel corso degli anni Cinquanta, nel tentativo di differenziare l'offerta spettacolare hollywoodiana da quella della neonata televisione, il sobrio formato semiquadrato dello schermo classico viene rimpiazzato da un'immagine grandiosa, dalla base assai più estesa dell'altezza. E dagli Stati Uniti, centro propagatore dell'innovazione, i formati panoramici si diffondono di cinematografia in cinematografia, cambiando sensibilmente pratiche, mestieri, estetiche. Questo libro ricostruisce per la prima volta il processo culturale di adozione dello schermo largo (widescreen) da parte dell'industria cinematografica italiana, nella convinzione che si tratti della terza grande rivoluzione tecnologica del mezzo dopo sonoro e colore. Prefazione di John Belton. -
El tiempo parado. Palinsesti narrativi e strategie linguistiche in Franciso Umbral (1965-1975)
Questo volume contribuisce a restituire a Francisco Umbral (1932-2007) un posto di rilievo all'interno del canone della narrativa spagnola del Novecento già a partire dai suoi esordi letterari, risalenti all'anno 1965. A causa di un approccio critico spesso sommario si è piuttosto privilegiato, soprattutto nella fase iniziale della sua produzione, l’importanza del suo lavoro giornalistico come critico del costume e rinnovatore della lingua e della prosa castigliana. Far risalire la nascita della vera stagione narrativa di Umbral al 1975 – anno della pubblicazione di ""Mortal y rosa"""", da molti riconosciuto come il suo capolavoro – equivale a ignorare il fatto che lo scrittore avesse pubblicato, prima di questo testo, ben ventitré opere, che si dividono fra raccolte di racconti, monografie biografiche, romanzi brevi, saggi di costume, memorie, romanzi propriamente detti e solo due raccolte di articoli giornalistici. Siamo in presenza, pertanto, di un decennio creativo dall'evidente e predominante vocazione narrativa: partendo da questo dato, """"El tiempo parado"""" analizza quindi i lavori di Francisco Umbral che più si ascrivono alla forma del romanzo limitatamente al decennio che va dal 1965 al 1975. L’obiettivo è quello di dimostrare il ruolo e l’importanza ricoperti da Umbral nello sviluppo del moderno romanzo spagnolo e di collocarne l’opera in un contesto di più ampio respiro internazionale che rimandi alla cultura europea e statunitense dalle quali, pur nell'isolamento culturale iberico dell’ultima stagione franchista, Umbral, lettore assiduo e onnivoro, riceve e assimila più d’una sollecitazione."" -
Soffiano. Luogo della memoria e degli affetti. Ediz. illustrata
Il Cimitero della Misericordia di Soffiano, posto tra le colline di Marignolle, di Bellosguardo e di Scandicci Alto, è luogo di memorie pubbliche e private. All’interno del suo perimetro il visitatore può perdersi nell’ammirare opere d’arte o vecchie fotografie in bianco e nero, fantasticare sulle storie scolpite nelle epigrafi delle persone sepolte, che, spesso, svelano tanti piccoli e grandi frammenti di storia fiorentina ed, in alcuni casi, dell’Italia intera. Qui, a due passi da Firenze, in questo luogo lontano dalla frenesia della città ci si può interrogare sul senso della vita, respirare ancor oggi quella cultura che ha reso, nei secoli, Firenze unica al mondo. Il fascino di questo luogo di memorie si unisce, inscindibilmente, alla suggestione “romantica” del paesaggio toscano, in un intreccio strettissimo fra monumenti, architetture e memorie storiche. -
La piazza delle Vettovaglie
La piazza delle Vettovaglie ha una storia secolare. Il volume ripercorre le tappe che l'hanno caratterizzata dal Medioevo sino ai recenti restauri e ne delinea il futuro teso non solo a salvaguardarne il patrimonio architettonico e monumentale ma anche a valorizzare il suo insieme come luogo di vita collettiva. -
Nuova rivista di letteratura italiana (2018). Vol. 2
Questo fascicolo, curato interamente da Vinicio Pacca, indicizza i contenuti della rivista in occasione del suo ventennale. Vi sono raccolti: gli indici dei fascicoli pubblicati, già reperibili in questo sito e nelle iniziative di spoglio; un indice dei nomi di persona presenti in tutti gli articoli pubblicati; un indice ragionato di tutti i manoscritti e documenti d’archivio, organizzato per città, sede e fondo. L'indice dei fascicoli è scaricabile liberamente. Gli altri documenti sono consultabili insieme acquistando il fascicolo completo in formato PDF. -
Ricette indù vegetariane e vegane. Ediz. illustrata
Con questo libro possiamo viaggiare dai colori delle spezie, ai profumi dei cibi preparati nel tempio della cucina, passando per i millenni, i popoli, gli dèi. Più di cento ricette della cucina indù condite con cenni sulla tradizione e le feste religiose. Per gli induisti il cibo è sacro, la loro cucina non contempla l'uccisione degli altri animali ed è un concentrato di sapori sopraffini che non teme confronti con le migliori cucine del mondo. Dopo il successo della prima edizione, abbiamo deliziato i lettori della seconda con le merende e le colazioni più gustose del pantheon culinario induista. Giunte a questa terza edizione, ci siamo orientate verso la contemporaneità: alla cena del ricevimento del moderno matrimonio indù abbiamo fatto seguire le ricette vegane fusion e della tradizione bengalese, nonché una riflessione sulla visione occidentale del cibo, materiale ed edonistica, che non tiene conto delle violenze inflitte agli ""animali da reddito"""" di cui fa ampio uso. Le ricette della Madre India si riscoprono, si rinnovano, si mescolano, si arricchiscono, si evolvono, fra tradizione e modernizzazione, verso una cucina senza muri, senza confini, senza violenza."" -
La relazione uomo-natura nell'ontologia di Nicolai Hartmann. Per un possibile dialogo con l’etica ambientale
Sebbene la filosofia di Nicolai Hartmann (1882-1950) preceda di decenni il sorgere dell’etica ambientale, essa si presta al dialogo con diverse posizioni maturate al suo interno, con cui condivide un’ontologia non antropocentrica e una corrispondente visione dell’uomo e della sua apertura valutativa al mondo. Il volume attraversa i testi dell’autore con l’obiettivo di ricostruire la sua concezione del rapporto fra essere umano e universo naturale (da un punto di vista tanto ontologico quanto pratico), al fine di attualizzarne il pensiero e di cogliere in esso una via originale che porta a difendere il valore della natura in considerazione della sua totalità: una via che certo si distingue dagli olismi più diffusi dell’etica dell’ambiente, ma che non per questo si rivela inadatta a essere confrontata coi loro assunti. -
I modi del conoscere. Intelletto, metodo e rappresentazione in Hegel
Raramente la gnoseologia hegeliana è stata oggetto di trattazione autonoma: in una filosofia che muove dalla coincidenza di soggetto e oggetto, pensiero e mondo, il conoscere dell’io sembra svolgere un ruolo marginale. Eppure le interpretazioni analitiche e neopragmatiste del pensiero hegeliano propongono oggi uno “Hegel epistemologo”, interessato ai temi dell’esperienza e del linguaggio. Attraverso una lettura del Conoscere della Scienza della logica e dello Spirito teoretico dell’Enciclopedia, questo libro propone un’interpretazione alternativa della teoria della conoscenza hegeliana. Qual è il ruolo dell’io all’interno del sistema? Che rapporto c’è tra il soggetto finito e lo sviluppo categoriale, tra un pensiero che sembra svilupparsi in modo inconscio e l’autoconsapevolezza dell’io? Nel rispondere a questi interrogativi, il volume approfondisce temi solitamente trascurati dalla critica come il ruolo dell’intelletto nelle scienze particolari, la struttura dell’esperienza e della rappresentazione e il rapporto tra metodo analitico e sintetico. -
Pleasure of imitation. Naturalismo e filogenesi del linguaggio nelle teorie di Hensleigh Wedgwood e di Charles Darwin
Il libro prende in considerazione l’influenza delle teorie imitative del linguaggio sulla genesi e lo sviluppo del pensiero linguistico darwiniano. Si analizza, in particolare, il contributo del filologo inglese Hensleigh Wedgwood (1803-1891), promotore di una visione naturalistica dell’origine del linguaggio improntata a meccanismi onomatopeici, interiezionali e analogici. La prima parte del testo è dedicata all’analisi della teoria wedgwoodiana e al suo inquadramento all’interno del panorama britannico, con particolare riferimento alla tradizione filologica dell’epoca, al modello uniformista proposto dalla geologia e al dibattito accesosi con il sanscritista tedesco Friedrich Max Müller. La seconda parte esamina la presenza del pensiero di Wedgwood nell’opera di Darwin e l’importanza che ha rivestito, in particolare in ""The descent of man"""", per fornire una spiegazione dell’origine del linguaggio che fosse coerente con la teoria della trasmutazione delle specie."" -
L'abisso negli occhi. Spettro autistico e violenza di genere nel mito e nell’arte
Cosa si celi dietro allo sguardo di una donna è un mistero che ha ispirato scrittori, artisti, filosofi e scienziati di ogni epoca. Tra attrazione e repulsione, bellezza e orrore, seduzione e avversione, sin dagli albori della civiltà lo sguardo femminile è stato al centro di miti e leggende. Iniziando da Medusa, che pietrificava chiunque guardasse, e passando dallo sguardo malefico delle streghe medievali, si giunge alle femme fatale ottocentesche, eroine di un secolo di trasformazione sociale che già conteneva il germe dell’emancipazione femminile, sino alle moderne icone di femminilità dello star system. In una contaminazione tra antropologia, letteratura, arte, psichiatria e psicoanalisi, le autrici propongono una rivisitazione, rispetto agli stereotipi vigenti, di alcune delle più note figure dallo sguardo terribile: antiche e moderne Gorgoni che nessuno sino a ora ha osato guardare per timore di mutarsi in pietra. Attraverso la lente di un innovativo modello interpretativo della malattia mentale come risultante dell’impatto di eventi traumatici su un terreno di vulnerabilità cerebrale rappresentato da un disturbo del neurosviluppo, si analizzano i fattori socioculturali e le implicazioni psicopatologiche dell’emarginazione della figura femminile nel corso della storia. Questa seconda edizione amplia ulteriormente la prospettiva, aggiornando i contenuti alla luce degli studi più recenti e includendo una sezione aggiuntiva dedicata all’analisi del binomio genio e follia declinato al maschile e del ruolo giocato dalle rappresentazioni iconiche delle relazioni amorose nella promozione della violenza di genere. -
Carissimo don Alessandro. Lettere di Scipione Vannutelli e Laura von Kanzler ad Alessandro Trotti Bentivoglio
In questo volume, si pubblica sia il carteggio intercorso tra il noto pittore romano Scipione Vannutelli (1834-1894), sia quello di sua sorella Laura (1839-1906), moglie di Hermann von Kanzler, generale comandante le truppe dell’ultimo Papa Re, con il garibaldino-pittore Alessandro Trotti Bentivoglio (1841-1914), nipote dell’autore dei Promessi Sposi. Dallo straordinario epistolario di Scipione emerge un quadro esaustivo della personalità, delle occupazioni e degli affanni del pittore, ma in particolare i riferimenti espliciti ai suoi lavori, alle messe a punto di quadri ed ai motivi d’ispirazione. Dalla corrispondenza di Laura, invece, si delinea una figura femminile colta, affascinante, intelligente e dotata di un carattere forte. Particolarità di questo secondo carteggio è il credo politico della nobildonna che, da “papalina” intransigente e rappresentante a pieno titolo dell’antica nobiltà romana, ormai al tramonto, si erge a “eroina risorgimentale” dalla parte opposta del fronte e ne difende le istanze con veemenza di fronte alle liberali posizioni dell’ex garibaldino Trotti. Questi due straordinari carteggi, infine, dimostrano quanto siano ricchi i giacimenti archivistici privati italiani e, cosa rara, la liberalità e sensibilità dei depositari nel concederne la pubblicazione. -
La scienza a giudizio. Questioni aperte dal «casus belli» Stamina
Se la vicenda Stamina sembra essere un caso chiuso, altrettanto non si può dire delle questioni che essa ha fatto emergere. Quando si intrecciano le competenze di scienziati, medici e giudici, riguardo a un valore primario quale la salute dei cittadini, si verificano ciclicamente controversie che mandano in cortocircuito il dialogo tra scienza, diritto ed opinione pubblica. Ridurre il clamore suscitato dai casi di pseudomedicina a un problema di analfabetizzazione scientifica è semplicistico e non rende giustizia ai pazienti coinvolti. Questo libro, muovendo da un’articolata analisi delle posizioni emerse sul caso Stamina, esamina tematiche trasversali come la definizione di scientificità, la valutazione processuale di fatti medico-scientifici, nonché il problema della comunicazione ai cittadini della malattia, dei trattamenti e, in generale, della scienza. -
Possenti 1953. Un taccuino inedito
Il volume si propone di cogliere una fase estremamente precoce dell’attività artistica del pittore lucchese Antonio Possenti. L’analisi formale del corpus di disegni contenuti in un taccuino finora inedito permette infatti di riconoscere un ampio repertorio di temi e soggetti che l’artista svilupperà progressivamente nei successivi sei decenni di produzione grafica e pittorica. I disegni vengono contestualizzati ponendoli a confronto con le altre opere grafiche realizzate da Possenti in questi anni di esordio e sperimentazione, sia tecnica che formale. L’analisi è arricchita dall’ultima intervista concessa dall’autore, il quale di fronte al quaderno, rivisto per la prima volta a distanza di lunghissimo tempo, ripercorre un periodo della propria carriera fino a ora mai investigato dalla critica. -
L'intercultura come emergenza pedagogica. Modelli e strategie educative
Partendo da una disamina delle radici storico-economiche alla base delle grandi migrazioni da e verso l’Europa, il volume affronta il tema dell’educazione interculturale come emergenza a cui la pedagogia può – e deve – rispondere sia attraverso la dimensione politica sia mettendo in campo strategie formative in grado di rispondere ai bisogni dei minori e degli adulti. Vengono, perciò, individuate, come metodologie privilegiate per favorire la relazione educativa con le culture altre, l’approccio autobiografico e quello delle storie di vita. Nell’ambito di una idea pedagogica di ampio respiro si auspica, quindi, il passaggio dall’attuale società multiculturale a una società interculturale, in cui la differenza sia considerata fattore di arricchimento e di crescita per tutti. -
Nietzsche: filosofo della libertà
Tra il 1883 e il 1885 Nietzsche compone ""Così parlò Zarathustra"""", un’opera da lui stesso definita «per tutti e per nessuno», difficile da decifrare. Questo libro svela l’enigma di Zarathustra: la formula della suprema affermazione della libertà umana. A tal fine, Zarathustra indica un sentiero da percorrere che condurrà ad una radicale trasformazione del sé. Benché si tratti di un sentiero irto di ostacoli, l’uomo che avrà il coraggio di attraversarlo – provando a «vivere pericolosamente» – potrà ottenere una profonda consapevolezza di se stesso. Pur conscio della provvisorietà di tale percorso, l’io potrà dare piena espressione alla propria personalità, traendo il massimo di ricchezza dalla complessità dell’esperienza.""