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Scrivere bene. Un percorso educativo fra tradizione e innovazione
Gli interventi raccolti nel presente volume, dedicato allo “scrivere bene”, convergono nella comune e sentita necessità di affrontare una riflessione pedagogico-educativa su diversi piani, coinvolgendo più saperi nell’intento di costruire le basi di un dibattito dal carattere interdisciplinare, ponendovi al centro l’interrogativo sul ruolo e il significato che il gesto scrittorio, nella sua qualità di scrittura prodotta a mano, può assumere nelle espressioni individuali e collettive dell’agire sociale e comunicativo contemporaneo. La sua “buona” educazione diviene centrale a qualsiasi riflessione disciplinare. Scrivere a mano e, soprattutto, scrivere bene si possono configurare come l’espressione delle diverse facce di un unico solido, un prisma simboleggiante la complessità della condizione umana bisognosa di stabilire una continuità con il passato, mentre è impegnata a riflettere sul presente e a progettare il futuro. -
Tra autobiografia e teologia. (carm. II,1,68. II,1,30)
Nel 381, minato nel fisico e nello spirito, Gregorio Nazianzeno fa ritorno nella natia Cappadocia, lasciando la cattedra episcopale di Costantinopoli. Qualche tempo dopo affida l’acre risentimento per la sconfitta patita ai versi rivolti A se stesso qui raccolti, tradotti e commentati. La sua scrittura, modernissima per alcuni tratti, si frange di continuo, giustapponendo i piani temporali del passato, del presente e del destino ultimo dell’uomo, e alterna nostalgici flashback autobiografici, aspre invettive contro il clero contemporaneo, bollato come ignorante e corrotto, e grida di supplica a Cristo. Traspare da queste poesie l’inquietum cor del personaggio, sempre sospeso tra l’amaro pessimismo della ragione e le certezze luminose della fede, tra le esigenze di una vita sobriamente contemplativa e le urgenze di una Chiesa militante e impegnata. Un messaggio remoto, ma di singolare attualità. -
Un grande santuario interetnico: Lucus Feroniae. Scavi 2000-2010. Vol. 1-2
Vengono qui presentati i risultati delle ricerche condotte tra il 2000 e il 2010 nel celebre Lucus Feroniae, santuario che ricordato dalle fonti antiche come sede di mercati e luogo di incontro tra genti di diversa etnia, nel 211 a.C. fu saccheggiato da Annibale. Gli scavi hanno interessato i livelli di fondazione di un imponente impianto templare eretto sullo scorcio del III-inizi del II sec. a.C. ed hanno riportato in luce i complessi apprestamenti sacri che hanno scandito i momenti legati alla consacrazione dello spazio prescelto e alle fasi iniziali della costruzione dell’edificio. Straordinariamente numerosa e articolata è la messe dei materiali recuperati attraverso la quale è stato possibile ripercorrere la lunga storia del santuario e precisare alcuni degli aspetti legati ai complessi rituali e alle pratiche di culto messe in atto durante la sua costruzione. È grazie all'analisi del ricco quadro proposto dal regime delle offerte che è ora possibile delineare i molteplici aspetti e le complesse “funzioni” assolte da Feronia, antica divinità che nel territorio capenate, presso la sponda destra del Tevere, ebbe il suo più importante santuario. 2 volumi indivisibili. -
Attraversamenti di Marx
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno 10, 100, 1000 Marx tenutosi a Massa nel novembre 2018. Esso ha visto alternarsi giovani studiosi e personalità più affermate nel campo della ricerca intorno al filosofo di Treviri e al marxismo. La strada scelta era stata quella di favorire un'occasione di confronto spregiudicata in grado di affrontare tanto lo specifico della lezione marxiana quanto il carattere esemplare di alcune sue diramazioni. Di qui la struttura bipartita degli Atti, con una prima sezione dedicata al problema di Leggere e discutere Marx; ed un'altra intesa, invece, a fare i conti con gli sviluppi della sua lezione, titolata Con Marx, oltre Marx. -
La protezione civile nella società del rischio. Il sistema di protezione civile: profili organizzativi, poteri e ipotesi di responsabilità penale degli operatori
Il settore della responsabilità penale per colpa si è arricchito di un nuovo filone, relativo alla responsabilità degli operatori di protezione civile. Tale attività, sostanzialmente assente dai repertori di giurisprudenza fino alla metà degli anni Duemila, è stata oggetto nell’ultimo decennio di numerosi procedimenti penali, alcuni dei quali hanno avuto un’importante eco nazionale e internazionale. Rilevanti sono state anche le ripercussioni che ciò ha comportato sul modus operandi degli operatori: il rischio della diffusione di comportamenti difensivi – e delle ricadute negative che questi comportano – non può infatti essere trascurato, essendo un fenomeno di cui già si intravedono i contorni. Assume quindi importanza fondamentale un uso corretto dello strumentario processual-penalistico, che contemperi le esigenze della giustizia e delle vittime con i diritti degli indagati. Sono questi i presupposti che – all’esito di un articolato percorso di studi, confluito nei precedenti volumi di questa collana – hanno condotto il Dipartimento della Protezione Civile, Fondazione CIMA e la Scuola Superiore della Magistratura a organizzare un corso, dedicato a magistrati e a esponenti del sistema di protezione civile, volto a consentire una migliore comprensione reciproca fra i due mondi e i cui contenuti costituiscono l’oggetto della presente pubblicazione. -
Love-sickness from Plato to Alice Munro
Love is a complex and mysterious experience that continues to generate questions because it has the capacity to enchant and to destroy, to uplift and to devastate. It can be envisaged as a spiritual force or a disease directly affecting the individual and causing him harm. This volume investigates love-sickness from antiquity to contemporaneity. It begins with Alcibiades’s comparison of Socrates with an agalma, proceeds with Dante’s conception of spiritual love and Burton’s anatomy of melancholy, before contemplating literary and real-life cases of love-sickness in the 20th century, such as Ted Hughes and Sylvia Plath’s. It concludes on the analysis of Alice Munro’s story “The Bear Came Over the Mountain” and its filmic adaptation by Sarah Polley. Thus, it straddles time and space, articulating aesthetics, ethics and therapeutics, to propose a diachronic panorama of love-sickness as deployed in poetry, fiction and film, through emblematic examples. It aims to cast a simultaneous empathetic and analytical gaze on our common vulnerability and it is underpinned by the tenet that human creativity and imagination are the ultimate remedies, because they carry unique cathartic and sublimatory powers. -
Toscanini, l'Italia, il mondo. Formazione, carriera, eredità musicale e civile
Il volume contiene gli atti del Convegno internazionale che si è svolto a Parma e Milano il 29 e 30 settembre 2017, nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dalla nascita di Arturo Toscanini. La ricorrenza ha stimolato molteplici iniziative, volte a tracciare un nuovo profilo del grande direttore. La formazione presso la Regia Scuola di Musica di Parma, la carriera italiana, l’eredità musicale e civile sono state indagate nel convegno, divulgate con due mostre documentarie, a Parma e a Milano, illustrate con due serie di concerti (Al pianoforte con Toscanini e Toscanini ascolta la radio) e un concerto sinfonico con le sue composizioni orchestrali. Il volume rende disponibili i risultati delle ricerche svolte dagli studiosi coinvolti; essi saranno integrati in futuro da altri materiali pubblicati online. Toscanini si dimostra protagonista del suo tempo: egli è il primo artista mediatico, capace di sfruttare le nuove tecnologie per propagare la propria arte. Il suo impegno civile nasce da un coinvolgimento diretto negli eventi politici italiani e internazionali. Egli propone un modello nuovo di musicista, che non si estranea dalla società, ma agisce per modificarla. -
Efestia Lemno, una città tra Anatolia NO Tracia e Grecia. Riflessioni sui risultati delle indagini 1929-2010 nell’area santuariale
Lemno, isola dell’Egeo settentrionale, a metà strada tra la penisola Calcidica a NO e lo Stretto dei Dardanelli a NE, fu abitatata da genti anelleniche (Pelasgi/Tirreni) fino al momento della sua conquista da parte di Milziade verso la fine del VI secolo a.C., in seguito alla quale divenne colonia e poi cleruchia ateniese. Delle due città ricordate dalle fonti per l’età storica, Myrina ed Efestia, quest’ultima ha cominciato ad essere archeologicamente nota negli anni Venti del secolo scorso, grazie agli scavi condotti dalla Scuola Archeologica Italiana di Atene. Le indagini, riprese in maniera abbastanza sistematica a partire dal 1978, hanno restituito una documentazione che, sebbene ancora lacunosa, ha portato ad una migliore conoscenza della città e ad un ampio numero di contributi scientifici. Ciò nonostante, sulla sua storia di età pregreca permangono molte incertezze, per essere mancata in larga parte una visione d’insieme o per avere anteposto ai dati reali i modelli interpretativi. -
Ti serve una guida di Pisa per riscoprire la tua città
Questo libro è raccomandato a esploratori urbani, appassionati di editoria, viaggiatori immuni alla Torre di Pisa o che, persino sulla Torre, esigono insolite notizie, pisani annoiati da Pisa, matricole universitarie, ricercatori e futuri paracadutisti in procinto di trasferirsi a Pisa, giornalisti in cerca di un modello per raccontare la propria città, pisani emigrati, protagonisti di una relazione a distanza che raggiungono nei fine settimana la dolce mèta pisana, fan delle mostre di palazzo Blu, mutuati d'Italia che beneficeranno della celebre sanità pisana e anonimi curiosi. -
La Città degli esclusi
Nel corso della sua lunga storia, la città come luogo di scambi ha rappresentato una forma di vita associata, basata sulla promessa di inclusione, integrazione ed emancipazione. Al contrario, con la globalizzazione, che tende a fare del mondo un unico mercato competitivo, la città è diventata il luogo in cui si consuma e si esalta l'esclusione come forma prevalente di socializzazione. In conseguenza di ciò, la città globale appare reclusa nel suo presente, del tutto sprovvista delle risorse che le sarebbero necessarie per affrontare l'avvenire che in ogni caso le viene incontro. L'immaginario dell'esclusione che la domina sfocia in una forma di miopia autodistruttiva, che il libro si propone di denunciare e, nei limiti del possibile, contrastare. -
Il romanzo d'un maestro
Edito per la prima volta nel 1890, ""Il Romanzo d'un Maestro"""" di Edmondo De Amicis costituisce un unicum nel panorama letterario del secondo Ottocento italiano: un convincente affresco della condizione magistrale e della vita della scuola popolare nell'Italia post unitaria, capace di rappresentare ancora oggi, a distanza di oltre un secolo, una testimonianza di rara efficacia. Questa nuova edizione, curata da due tra i maggiori specialisti italiani di storia della scuola, è introdotta da un ampio e documentato saggio critico che ricostruisce la genesi e le caratteristiche di fondo del capolavoro deamicisiano."" -
Pixel
Storie che si intrecciano nel tempo e nello spazio, indipendenti eppure combacianti come tessere di un unico mosaico. Un essere umano il cui corpo sembra frammentarsi in microracconti che fluttuano sulla superficie di un lago mosso da sentimenti, ricordi, fotografie di vite quotidiane e parallele. Testa, cuore e mani: a ogni parte si lega una storia narrata con uno humour sottile e proposta con ammiccante disincanto. Queste immagini di vita reale scomposta in pixel, come suggerisce anche il titolo, che si susseguono brevi e veloci, vengono inquadrate talvolta con la precisione dolorosa del primo piano talvolta con l’ironia di uno zoom irriverente, e nell’alternarsi continuo del punto di vista, nella prospettiva di uno sguardo attento a cogliere le evanescenti sfumature dell’animo umano si compone e prende vita, quasi staccandosi dalla pagina, un sofisticato corpo di anima e lettere. -
Il leone con gli occhiali. Ediz. a colori
Il leone con gli occhiali è un racconto illustrato incentrato sui valori della gratitudine e dell'ottimismo. Piccola metafora sulla diversità per bambini che si trovano a dover portare gli occhiali, questa storia vuole contribuire con leggerezza e allegria a fare vedere apparenti debolezze come tratti di forza e originalità. Il protagonista è per l'appunto un simpatico leone, scelto dai direttori di un circo per far parte del loro spettacolo. Un giorno, però, durante un'esibizione, il leone ha un piccolo incidente e l'indomani un altro. Così, si inizia a sospettare che non veda più bene e viene portato da un oculista, uscendone con un bel paio di occhiali! Ritornato abilissimo nelle sue evoluzioni, il leone — anche grazie ai suoi ""occhi nuovi"""" — diventa una vera celebrità. Si ritrova, così, a fare un numero in coppia con una leonessa, innamorandosene subito, pur temendo di non piacerle per via dei suoi occhiali, ma lei lo sorprenderà... come sorprenderà anche noi lettori. Età di lettura: da 4 anni."" -
Lo schermo e l'acquario. Scienza, finzione e immersività nel cinema degli abissi
In che modo gli acquari ci parlano del cinema come macchina di visione? È possibile che queste miniature della vita acquatica ci rivelino la natura delle immagini in movimento? Lo schermo e l’acquario si interroga sulla sfida estetica che il mare ha da sempre lanciato alla settima arte: molti film hanno infatti esplorato uno dei più misteriosi territori del pianeta facendoci sprofondare in una dimensione onirica e spiazzante, un’esperienza lontana dalle abituali sensazioni provate in superficie. Per fare questo, l’acquario ha funzionato da costante modello di riferimento. Con un percorso attraverso l’archeologia dei media, ricco di documenti originali, il libro riflette sull’esperienza cinematografica a partire dall’universo subacqueo e mostra come due mondi apparentemente lontani si siano più volte sovrapposti generando incontri inattesi. Coi suoi cristalli trasparenti l’acquario ha funzionato per il cinema come una perfetta metafora dei limiti della visione. -
Il romanzo distopico alla scuola primaria: utopia o realtà?
Questo libro riflette sulla possibilità di presentare un testo di narrativa distopica in un contesto di Scuola Primaria. Il lavoro di ricerca parte da una definizione di “distopia” e indaga su come questa abbia influenzato l’ambito della letteratura e come sia riuscita, in un secondo momento, a coinvolgere canali multimediali, quali film, cartoni animati, siti web, app, blog e videogiochi. Gli approfondimenti di opere fondamentali come 1984 e Il mondo nuovo, che hanno contraddistinto la distopia del secolo scorso, e Hunger Games, Divergent, Bambini nel bosco e Berlin, che fanno invece parte dell’editoria contemporanea, sono i fulcri che spingono l’autrice a indagare e delineare le caratteristiche peculiari del genere, evidenziandone le potenzialità e gli aspetti positivi. Nonostante, nell’ottica corrente, il tema della distopia difficilmente si affianchi al mondo dell’infanzia, vengono analizzate le motivazioni che hanno portato l’autrice a presentare un romanzo considerato “inadeguato” agli utenti della fascia di Scuola Primaria. La descrizione della progettazione inerente le attività svolte in classe e le esperienze didattiche, condivise con i bambini, hanno fatto emergere concretamente come la proposta di un romanzo distopico in un contesto “inusuale” non sia “un’utopia”, ma un’esperienza realizzabile, interessante, stimolante e coinvolgente, da poter proporre nella “realtà”. -
Memorie di una inedita corrispondenza. Lettere di Giuseppe Lombardo Radice ad Adolphe Ferrière
Frutto di un sistematico scavo investigativo e di un attento studio di fonti documentarie finora inesplorate, rinvenute presso il Fonds Adolphe Ferrière della Fondation Archives Institut J. J. Rousseau dell'Università di Ginevra, il volume consegna alle stampe le lettere inedite di Giuseppe Lombardo Radice inviate ad Adolphe Ferrière tra il 1924 e il 1931 e permette di far luce sul dialogo personale, intellettuale, editoriale intercorso tra i due indiscussi protagonisti del movimento pedagogico internazionale dell'Educazione nuova e della Scuola attiva. Oltre ad offrire testimonianza di un incontro umano e di una vivace corrispondenza di aspirazioni, idealità, intenti in tema di riforma educativa, le lettere costituiscono una documentazione di rilievo culturale per arricchire la conoscenza su una felice stagione di rinnovamento educativo e scolastico che possiamo definire la koinè pedagogica del Novecento e della contemporaneità. La sua eredità può essere ancora un riferimento essenziale per la riflessione pedagogica e per la pratica educativa attuale, al fine di cogliere più ampiamente il senso della genesi di una “nuova” cultura dell'educazione. -
L'origine e la storia. Il «Discorso sull'ineguaglianza» di Rousseau
Il ""Discorso sull'ineguaglianza"""" sembra scandito, come una via crucis, in una serie di tappe che dall'aurora dell'umanità condurrebbero direttamente alle tenebre del dispotismo: l'assoggettamento alle comodità della vita domestica, il trionfo della vanità, la strutturazione dei rapporti di dominio, la trappola di un patto iniquo, la concentrazione del potere nelle mani di una casta privilegiata e infine del solo tiranno. Come mostra questo libro, la linearità apparente di questa traiettoria è tuttavia contestata dal contrappunto di una serie di sentieri interrotti, da una temporalità plurale nella quale i tempi si accavallano, si intrecciano, collidono. È la storia dell'affetto e della libertà che cementano la famiglia; la storia del desiderio di stima e rispetto che fissa i primi doveri della civiltà; la storia dell'eroe che in nome della comunione delle terre contrasta la loro recinzione o del brigante che si sottrae alla servitù del lavoro salariato. È la storia dell'uguaglianza che salva chi sa custodirla dal reciproco asservimento di proprietari e nullatenenti e, soprattutto, la storia della democrazia, dei popoli soggetti unicamente alle leggi che loro stessi si sono dati, risollevati dall'avvilimento della tirannide al costo del sacrificio delle comodità e della vita. È la storia delle eccezioni che infrangono la linearità della caduta e rendono visibili le possibilità sepolte ma mai annientate dall'avanzata dell'ineguaglianza."" -
«Santo Genet» da Genet per la compagnia della fortezza
Nel contesto del Teatro in carcere, il focus analitico relativo al repertorio della Compagnia della Fortezza – esperienza pioniera nel settore, fondata e diretta da Armando Punzo nel 1988, presso la Casa Circondariale di Volterra – si concentra sullo spettacolo Santo Genet. Quest’ultimo va in scena per la prima volta nel luglio 2013 sotto forma di studio preparatorio (Santo Genet Commediante e Martire), per festeggiare il venticinquesimo anno di attività della pluripremiata Compagnia e poi, in forma definitiva, l’anno seguente, nel 2014 (Santo Genet). Il ciclo di rappresentazioni legate all’opera e alla figura controversa del drammaturgo francese (dopo un primo lavoro di avvicinamento a I Negri, nel 1996) rappresenta un decisivo turning point nell’elaborazione del linguaggio scenico di Armando Punzo con i suoi attori-detenuti, inserendone il lavoro costante su spazio scenico e corporeità reclusa nel panorama più ampio del teatro contemporaneo europeo ed extraeuropeo. -
Hegel & Sons. Filosofie del riconoscimento
Il presente volume, che intende rendere omaggio alle ricerche filosofiche di Paolo Vinci, raccoglie ventiquattro contributi di studiosi e studiose che negli anni hanno avuto l'occasione di discutere e collaborare con lui. Il titolo, ""Hegel & Sons"""", richiama volutamente il """"Marx & Sons"""" di Jacques Derrida, rinviando tanto a Hegel quanto alla posterità hegeliana, costellata di filiazioni di ogni sorta e per lo più ribelli (da Marx ad Adorno a Benjamin passando per Heidegger, Kojève, Lacan), ovvero rinviando ai due ambiti principali nel solco dei quali Vinci ha sviluppato le sue riflessioni. Il sottotitolo, """"Filosofie del riconoscimento"""", fornisce, invece, un'indicazione tematica più precisa, valorizzando l'elemento concettuale che è stato a lungo l'oggetto prediletto degli studi hegeliani di Paolo Vinci, in modo indipendente e per certi versi dissonante rispetto all'emergenza del dibattito sull'Anerkennung inaugurato da Ludwig Siep e consacrato più recentemente dai lavori di Axel Honneth."" -
Il Novecento e il prisma della modernità. Contributi sull’eredità inevasa del moderno
"Precisazione, complicazione, ibridazione, completamento, revisione, ecc. – del quadro pratico-teorico ereditato della modernità – sono altrettanti modi con cui buona parte del Novecento ha cercato di non recidere una connessione di pensiero che l’evento storico andava viceversa esaurendo (nel duplice e antitetico senso di una sua dissoluzione non meno che di un suo tentato compimento). La situazione attuale pare allora quella di uno stallo per cui tale nesso di pensiero non si presta a essere dissolto né, in prima battuta almeno, a essere compiuto. La paradossalità del frangente è tale che ci è sembrato doveroso tornare a riflettere su una simile connessione, a complicare e a transitare daccapo lo spazio logico delle sue possibili risoluzioni."""" (dall’Introduzione)"