Sfoglia il Catalogo feltrinelli014
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2501-2520 di 10000 Articoli:
-
I fiscali del diavolo. Muratori, Fontanini e Castelvetro. Con un’edizione del Primo esame dell’«Eloquenza italiana»
Con la pubblicazione della Vita e delle Opere varie critiche (1727), Lodovico Antonio Muratori intendeva riabilitare la figura di Lodovico Castelvetro (1505-1571), difendendola dalle infamanti tacce di eresia. Come di consueto, contro l’«Avvocato del Castelvetro» si scagliò Giusto Fontanini nell’ultima redazione della sua Eloquenza italiana (1736). Attorno alla biografia del grande traduttore della Poetica si consumava, dunque, l’ultimo atto di una delle più famose polemiche del primo Settecento italiano. A scontrarsi erano due visioni inconciliabili del rapporto tra cattolicesimo e mondo protestante, due opposte valutazioni del significato storico della Riforma; ma ad essere attaccata da Fontanini era anche la grande tradizione iniziata da Castelvetro, quella del razionalismo modenese, nel solco della quale Muratori consapevolmente si inseriva. Questo libro ricostruisce la storia editoriale della Vita e delle Opere varie critiche, e l’acceso dibattito che conseguì alla loro pubblicazione. Nella sua seconda parte, il volume offre l’edizione critica del Primo esame del libro intitolato «Dell’Eloquenza italiana», replica muratoriana alle accuse di Fontanini. -
Diritto amministrativo e clausole generali: un dialogo
Il volume contiene un dialogo tra i due Autori sul tema delle clausole generali o, per utilizzare il lessico del diritto pubblico, dei concetti giuridici indeterminati. Il tema costituisce un nodo centrale nella teoria e nella pratica del diritto amministrativo, che non si presta a ricostruzioni semplificate, perché ad esso si ricollegano questioni fondamentali, anche di rango costituzionale, come quella dei rapporti tra amministrazione e giurisdizione in applicazione del principio di separazione dei poteri. Nei due saggi l'universo variegato delle clausole generali è analizzato nella sua problematicità e nelle sue implicazioni anche in termini di tutela degli interessati. -
Dante's Inferno
Tom Phillips (Londra, 1937), è oggi tra gli artisti più importanti a livello internazionale, in grado di spaziare dalla scultura alla pittura, dalla grafica all'illustrazione, mostrando i segni di un talento versatile e acuto, pronto a dialogare con la storia contemporanea e la grande arte del passato e del presente. Formatosi come studioso di letteratura anglosassone, durante l'università a Oxford Phillips diviene presto assiduo frequentatore dei circoli culturali rivolti al teatro, alla musica e ai film. Nello stesso periodo studia disegno alla Ruskin School of Art e prende parte alle lezioni di Edgar Wind dedicate all'iconografia dell'arte rinascimentale. Altro snodo decisivo sono certamente le 'evening classes' tenute da Frank Auerbach alla Camberwell School of Art, una delle ultime scuole in cui è preminente il disegno dal vero. Autore anche di brani musicali presentati in numerosi festival internazionali, le sue opere sono conservate nei maggiori musei di tutto il mondo, tra cui la Tate Gallery, il British Museum e il Victoria and Albert Museum di Londra, il Museum of Modern Art di New York, il Philadelphia Museum. Nel corso degli anni gli sono state dedicate mostre personali a Londra, Parigi, New York, Rotterdam, Milano (solo per citarne alcune). Gli interventi di Phillips nel campo della letteratura hanno riguardato spesso un lavoro di ri-strutturazione e revisione critica di testi originali, come è accaduto nell'opera di autentica re-invenzione del romanzo vittoriano di W.H. Mallock, A Human Document, che nel risultato di A Humument offre una vertiginosa proiezione all'infinito di tutti i sensi possibili che un libro può acquisire attraverso la collaborazione fra codici visuali e codici letterari. Il lavoro dedicato all'Inferno, iniziato nel 1976, si pone l'obiettivo di sviluppare, attraverso 139 illustrazioni, un 'commento visivo' alle terzine dantesche, creando un ponte tra passato e presente, particolare e universale. Le immagini riprodotte in catalogo, tratte dalla sontuosa edizione del 1983, sono eccezionalmente presentate nella serie completa con commento, e sono state redatte con le più svariate tecniche (serigrafia, incisione, litografia, mezzatinta, ecc.), testimoniando la fervida vena creativa dell'artista. Fra i tratti distintivi dell'elaborazione di Phillips è facile notare quelli che sono stati considerati caratteri eminentemente postmodernisti, come il riuso citazionistico di opere celebri, oggetti di culto, icone della società di massa: l'artista elabora una sorta di affascinante atlante visivo del XX secolo, in cui ritagli di giornale e cartoline stanno accanto a celebri opere d'arte, dando vita a un affresco polifonico attraverso cui la Divina commedia, ancora una volta, assume significati nuovi e inaspettati. -
Naturalmente scienza (2021). Vol. 1
In questo numero: In primo piano: Emergenza ambientale e pandemia di Elena Gagliasso; Roba dell'altro mondo di Vincenzo Terreni; Valutazione di fine anno pandemico: bocciati in governance di Fabrizio Bianchi; Ritratto di famiglia: Sepiolinae di Giambattista Bello; Focus: Discendenza (e... discesa) dell'uomo di Maria Turchetto; Etologia e filosofia: una possibile intersezione euristica di Silvana Borgognini; Mente umana e menti non umane di Marirosa Di Stefano; La guerra di Gombe di Fabio Fantini; Uno scatto alla natura: Sventagliata estiva di Piero Sagnibene; Contributi: Il polpo a sette braccia tra Archeologia e Zoologia di Giambattista Bello; La regolazione del microclima nell'alveare di Piero Sagnibene; Le dispute sul tonno di Aldo Corriero; Fare scuola: Insegnare scienze di Paolo Guidoni; Conchiglie per iniziare di Lucia Stelli e Maria Castelli. -
Parole dal carcere
Il Generale degli Incursori Simone Baschiera, classe 1940, profugo dall'Istria, terminati gli studi superiori a Trieste, inizia la sua carriera militare a Spoleto nel 1960. Alla fine della carriera si è dedicato agli studi di politica militare. ""Parole dal carcere"""" è un rivivere momenti di prigionia e sofferenza di personaggi illustri del tempo e attuali, paragonando questo periodo pandemico che sta coinvolgendo tutto il genere umano."" -
In principio era il «Logos» e il «Logos» si fece carne. Hegel commenta il «Prologo» giovanneo
Il Prologo del Quarto Vangelo, che la tradizione della Chiesa attribuisce all’apostolo Giovanni, è da sempre un luogo privilegiato per l’interpretazione esegetica, teologica e filosofica. Nelle intenzioni dell’evangelista il Prologo è un inno a Gesù Cristo. Quando Giovanni parla del Logos non intende fare una speculazione né sull’origine del mondo né su Dio. Egli vuole risalire alle origini di ciò che è stato visto: la storia di Gesù. Riflettendo sulla persona e la storia di Gesù, l’evangelista ha compreso che egli è da sempre, dal principio, presso Dio. Anzi Gesù non è solo in principio presso Dio, ma è il Logos che è Dio. Hegel conosce molto bene la profondità spirituale del testo giovanneo, ma va oltre. Come per i suoi contemporanei (Fichte, Schleiermacher e Schelling), anche per il filosofo di Stoccarda il Prologo diventa la fonte per “riscoprire” la verità, la rivelazione e la manifestazione speculativa della vita e della natura divina, un movimento logico-eterno che il velo della rappresentazione religiosa tiene nascosto. Questo lavoro viene così a completare il discorso iniziato con la Logica della Rivelazione. Trinità, Incarnazione e Comunità nel pensiero di Hegel (2020). -
Scultura lignea e policroma in Lombardia tra Sei e Settecento. Maestri, botteghe, percorsi e tipologie
Gli studi sulla scultura tra Sei e Settecento in anni recenti hanno affinato una certa sensibilità verso i manufatti in legno policromo, superando gli apriorismi che utilizzavano come termine di valore artistico il materiale con il quale le opere erano realizzate, dal ""prezioso"""" marmo al """"vile"""" legno. In questa prospettiva la Lombardia barocca si è rivelata, più di quanto sinora si pensasse, un territorio di straordinaria ricchezza, al crocevia di percorsi storici sul confine tra Piemonte sabaudo, entroterra ligure, ducato di Milano e baliaggi svizzeri. Ma soprattutto emerge l'impossibilità di separare la produzione del Seicento lombardo esclusivamente sulla base del materiale. La scultura lignea e quella in terracotta policroma condividono istanze estetiche, impiego devozionale e ambizioni di naturalismo. In quest'ultimo settore, quello della terracotta, si trovano attivi scultori quali Dionigi Bussola e Giuseppe Rusnati, due maestri accomunati dall'attività presso la fabbrica del Duomo di Milano ed i sacri molti prealpini, ma anche dalla loro esperienza nell'Urbe, profilando questioni comuni come la circolazione dei modelli del barocco romano, sulla scia della lezione di Gian Lorenzo Bernini ed Alessandro Algardi. Le opere e gli artisti qui indagati appaiono solo ad uno sguardo superficiale eterogenei per modelli, riferimenti culturali, ambiti operativi, quando invece si segnalano per elementi che si possono ritenere collanti di un'esperienza della scultura policroma in legno, in terracotta o in altri materiali, che attraversa quasi per intero due secoli di storia delle arti in Lombardia."" -
Manca sempre una cosa
Il libro articola temi di clinica psicoanalitica con temi di critica sociale e politica. Gli argomenti nascono all’interno di quell’ampio movimento chiamato Movida Zadig che nel 2017 si è sviluppato nell’ambito del Campo freudiano e dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi su iniziativa di Jacques-Alain Miller. La tesi di fondo è che in una fase in cui la vita sociale viene misurata dagli algoritmi e i comportamenti soggettivi vengono trattati come calcolabili, in un’epoca in cui tutto deve essere reso possibile e raggiungibile, la mancanza implicita nell’inconscio, il punto d’impossibile che fa incontrare, disautomatizzano la gestione della vita mantenendo aperti gli spazi del desiderio. Dove tutto dovrebbe essere ricondotto alla misura, manca sempre una cosa, o ce n’è una di troppo, e questa è la definizione di salute mentale più sensata. -
Scritti sulla guerra e sul problema della pace
Eugenio Rignano (1870-1930), ingegnere, filosofo della biologia, della psicologia e della sociologia, e politico socialista, fu tra le figure intellettuali più influenti nel primo Novecento, anche grazie alla rivista Scientia, tra le più rilevanti nel dibattito scientifico e filosofico europeo, che fondò nel 1907 e diresse fino alla morte. Su Scientia Rignano promosse nel 1915 l'Enquéte sur la guerre che ebbe larga risonanza internazionale. I dieci scritti sulle cause della guerra e sui problemi connessi alla pace, pubblicati tra il 1915 e il 1925 e ora presentati in volume, comprensivi di interventi, qui tradotti per la prima volta, di Adolphe Landry, Ramsay Muir, Ludo M. Hartmann e Otto Jespersen, testimoniano di una riflessione, nel fuoco della guerra, mossa dalla critica all'imperialismo, dagli ideali di solidarietà culturale e scientifica nel quadro di una comunità pacificata e dall'adesione a valori democratici e socialisti, nel segno di un ""socialismo liberale""""."" -
La voix humaine
"La voix humaine"""" è una delle opere più note e longeve di Jean Cocteau, e ha pieno titolo per rientrare nel canone del Teatro europeo, soprattutto in virtù della sua forza espansiva: il testo ha mostrato sin dalla sua prima rappresentazione una ininterrotta capacità di fornire spunti di rilettura, rielaborazione e citazione che non accenna a diminuire. Il testo, la sua simbologia, il significato che veicola - diretto, ma profondissimo - hanno reso """"La voix humaine"""" un’icona del nostro tempo. Al suo apparire, nel 1930, """"La voix humaine"""" fu un lavoro rivoluzionario, sia per la sua struttura (un dialogo-monologo), sia per la centralità che il mezzo di comunicazione, e dunque la tecnologia, rivestono nel contesto della narrazione. Il testo di Cocteau continua a parlarci ancora oggi, trasformandosi e influenzando fonti diverse: dall’opera, alla musica pop, al rock, al cinema." -
Il sindaco
Nel grande affresco della storia d’Italia nel secondo dopoguerra si sviluppa la vicenda umana e politica di Emanuele Vittori, sindaco di una città di provincia. I grandi eventi della cronaca e del costume di quasi mezzo secolo si intrecciano con i sentimenti e con le vicende familiari di un uomo qualunque che si avvicina alla politica con genuino entusiasmo toccandone ben presto anche limiti e distorsioni. -
I beni comuni per tutti. Una scuola, una città, un vulcano...
I beni comuni danno utilità particolari ai componenti di una comunità, migliorandone la qualità della vita. Intorno ad essi si creano nuove forme di socialità, impegno e occupazione. Ciascuno di noi ha interesse a difenderli e a occuparsi del loro governo, secondo forme di amministrazione condivisa fondate sulla fiducia reciproca tra cittadini e istituzioni. Costruite le basi teoriche con un linguaggio semplice e accessibile a tutti, traendo spunto dalle domande di alcuni amici curiosi, questo libro racconta esperienze nelle quali l'Autore si è fatto coinvolgere e che riguardano beni comuni urbani quali giardini, piazze, isole pedonali e immobili pubblici, intorno ai quali i cittadini si sono organizzati in associazioni e comitati. Tra le esperienze raccontate, vi è quella delle Scuole aperte e partecipate, che nasce dalla cooperazione tra genitori, maestri, politici e dirigenti amministrativi intorno al bene comune scuola. Questa iniziativa, che riguarda le scuole pubbliche del centro storico di Roma, sta coinvolgendo un numero sempre crescente di cittadini attivi e ha dato risultati sorprendenti anche nell'attuale periodo di pandemia. Le esperienze raccontate sono replicabili in tutte le realtà geografiche e sociali, persino in un paesino sotto un vulcano e in mezzo al mare. -
Maternità e alterità. Per una bioetica della cura
La riflessione sulla cura nelle sue molteplici dimensioni si rivela sempre più diffusa e sempre più necessaria, per contrastare quelle forme di impersonalità e individualismo che connotano la nostra epoca presente. Tuttavia, tale riferimento alla cura risulta spesso vago o carente da un punto di vista della sua fondazione filosofica. Questo testo si propone di affrontare la nozione di cura in modo sistematico, unificando tre differenti dimensioni: una etica, una metaetica e una bioetica, facendo dialogare differenti autori e tradizioni nel tentativo di elaborare un paradigma etico basato sull'idea di maternità. L'incontro delle pensatrici dell'ethics of care con il pensiero di Emmanuel Levinas permetterà quindi di sviluppare questa proposta filosofica basata sulla cura che mostrerà i suoi più proficui risultati nell'ambito bioetico. -
Montesquieu tra stoicismo e federalismo
Montesquieu è stato il primo scrittore politico a studiare scientificamente tutte le istituzioni umane, antiche e moderne, asiatiche ed europee, africane e americane; il primo a formulare i princìpi della separazione dei poteri e dell'autonomia della giustizia; il primo a teorizzare la repubblica federativa e il primo a rintracciare sistematicamente le cause profonde degli eventi umani in fattori sia ambientali che culturali, sia geografici che storici. Oltre a questi indubbi 'primati', non sempre adeguatamente ed esplicitamente riconosciutigli, il volume mette costantemente in luce lo stoicismo, il realismo e l'antidispotismo di Montesquieu, nonché la sua strenua difesa della dignità umana. -
Letteratura e antropologia. Generi, forme e immaginari
Fin dalla sua strutturazione in senso scientifico, l'antropologia intreccia un dialogo proficuo con la letteratura, dai primi episodi ottocenteschi fino al Novecento e oltre, quando le strade delle due discipline convergono in una collaborazione pienamente consapevole. Il dato antropologico, infatti, si presta al coinvolgimento letterario in più di una direzione: dal racconto odeporico, documentaristico o narrativo, al reportage coloniale o post-coloniale; dalla scoperta degli archivi etnografici allo sviluppo addirittura di un fantafolk, che rimanda nel nome all'uso di suggestioni folkloriche nella costruzione di trame fantastiche. Vi sono poi il racconto del periferico, diventato necessità di fronte al livellamento iden-titario causato dalla globalizzazione; il romanzo globalista, che proietta storie locali sullo sfondo di uno scenario mondiale; il noir, il thriller e il romanzo di investigazione, con gli spunti umbratili offerti loro da una criminologia ispiratrice di narrazioni avvincenti. Si giunge infine ai territori del po-stumano, dove anche la fantascienza e le distopie si innervano di richiami antropologici, declinati in sottogeneri tanto inquietanti quanto suggestivi. ""Letteratura e antropologia. Generi, forme e immaginari"""" raccoglie gli Atti del XXI Convegno Internazionale della MOD, che si è svolto all'Università degli Studi del Molise dal 13 al 15 giugno 2019."" -
Diaspore. Storia degli ebrei nel mondo attraverso una collezione di cartoline
I libri sull'ebraismo non sono mai mancati ma questo libro, piccolo per dimensioni ma non per ambizioni, riesce a presentare due novità. Da una parte è il primo libro scritto da autore italiano che tratti di cartoline di tema ebraico. Dall'altra tratta non solo di ebrei rabbaniti, che costituiscono la maggioranza dell'ebraismo mondiale, ma anche di ebrei samaritani che vivono da sempre in Palestina sul monte Gerizim, e di ebrei caraiti che, nati in Mesopotamia nell'VIII sec. d. C., si diffusero poi in territori russo-lituani e turco-egiziani. Si tratta di sette tuttora esistenti che regolano la vita quotidiana sulla Torah ma rifiutano la rivelazione orale che Mosè avrebbe ricevuto sul Sinai su cui si fonda il rabbinismo. Questa storia mondiale dell'ebraismo viene delineata commentando un centinaio di cartoline che presentano due tipi di immagini: l'abbigliamento che caratterizza la diversità di figure ebraiche e le sinagoghe. Si tratta di una storia solo in parte nota che ha il suo centro fra Vicino Oriente e Mediterraneo, ma che vede anche fin dall'antichità una diaspora di colonie ebrai- che insediarsi sul Caucaso, in Asia centrale, in India e in Cina. È dunque degli ebrei come popolo multietnico e multiculturale che viene qui proposta una breve storia illustrata. -
In punta di piedi
«Qui c'è la vita con tutte le sue vicissitudini; i suoi incantamenti davanti ad una natura che coinvolge e trascina; che si fa misura e riflesso di un sentire profondo e generoso. D'altronde che cosa è la poesia se non che rivisitazione di paesaggi e intime riflessioni sul vissuto? È così che la realtà si traduce in immagine; è così che perde il suo reale impatto per trasformarsi in visioni coccolate da un sentire pregno di nostalgia, di nòstoi. Di questo ha bisogno il canto; di fatti sedimentati in animo e tornati a vivere in sintagmi e fonemi che fluiscano con melodia; che con ritmo eufonico concretizzino la morbidezza del poièin; e l'animo fecondo della Puccinelli affida il suo sentire a foglie fragili e bizzarre atte a concretizzare l'idea di un'esistenza fuggitiva e precaria; un verde che attende quell'immane sciagura che tutto sottrae e porta via.» (Dalla Prefazione di Nazario Pardini) «Come la «foglia, verde lucente con le nervature» che per Dostoevskij nei Demoni diventa emblematica di una bellezza metafisica, così, dal magma di pensieri, sentimenti, tensioni emotive, sogni vicini e lontani, talora infranti, e ricordi che popolano questi versi, emergono ""piccole foglie fragili e bizzarre, scomposte dalla brezza"""". Sono le «idee peregrine», intimamente connesse a sogni e ideali mai dimenticati, che scompaginano l'ordinarietà dell'esistenza e imprimono uno slancio che eleva verso altro.» (Dalla Postfazione di Giulia Gigante)"" -
Sociologia del cinema. Dalla guerra dei sogni al «delitto perfetto»
Che cosa è la sociologia visuale? È possibile utilizzare il cinema per fare ricerca sociale? Quando nasce la sociologia del cinema? Qual è stato l’impatto della rivoluzione digitale globale sul nostro modello di società? Il testo cerca di fornire alcune risposte a questi grandi temi collegando in modo interdisciplinare alcuni contributi di grandi autori come Marc Augé, Noam Chomsky, Jean Baudrillard, Pierre Sorlin, André Bazin, Francesco Casetti, Byung-Chul Han. Un percorso storico, sociale e politico analizzato attraverso una serie di opere cinematografiche italiane che vanno dal 1932 ai giorni nostri (da Gli uomini che mascalzoni di Mario Camerini a Troppa grazia di Gianni Zanasi), utilizzando il cinema come “specchio della società”, una finestra sulla realtà, un “artefatto” il cui potere rivelatore sta nella distanza che crea tra il dato sociale e la sua rappresentazione. Immagine globale della realtà, il film non se ne distacca mai completamente: “come gli specchi che incorniciano, delimitano e a volte distorcono, ma in fondo riflettono ciò che riproducono, i film illustrano con efficacia vari aspetti della società contemporanea, con la capacità di far conoscere i tratti di un’identità culturale non accessibile attraverso altre forme” (Pierre Sorlin). -
Le Dolomiti. Patrimonio mondiale UNESCO. Fenomeni geologici e paesaggi umani. Ediz. illustrata
Il riconoscimento delle Dolomiti quale Bene del Patrimonio Mondiale UNESCO costituisce una grande sfida, che assegna agli abitanti e ai visitatori il compito di tutelare e promuovere valori riconosciuti di interesse globale. Siamo tutti chiamati a divenire ""cittadini delle Dolomiti"""", assumendo l'impegno alla conoscenza, alla conservazione e alla valorizzazione di un Bene complesso, composto da formazioni geologiche, ecosistemi fragili, importanti patrimoni floristici e faunistici, luoghi vissuti da secoli da comunità che parlano lingue diverse e conservano culture e identità radicate. Nei paesaggi delle Dolomiti, che oggi attraggono significativi flussi turistici, si rispecchiano una molteplicità di imprese alpinistiche, indagini scientifiche, elaborazioni culturali, produzioni letterarie, artistiche e cinematografiche che le rendono uniche. Il volume, nato in occasione della mostra """"Dolomiti UNESCO. Fenomeni geologici e paesaggi umani"""", propone un'originale introduzione alla conoscenza delle Dolomiti e, al tempo stesso, è parte di un più ampio progetto culturale che coniuga l'educazione al paesaggio, all'ambiente e al territorio con l'educazione alla cittadinanza, intesa come senso di appartenenza, responsabilità, partecipazione."" -
A novel that didn't sell. An introduction to literary OSINT
“Who’d invent a job like that?” Condor asks aloud halfway through his via crucis. This book traces a history of OSINT in its literary dimension, i.e. of the practice of Open Source Intelligence as applied to literary and fictional products. As Condor admits, his job seems the product of a lunatic imagination. Indeed, it was a current practice of “reading” in the Cold War era, long before the advent of the internet transformed OSINT readers from a very peculiar kind of humanists, as Condor was, into typeapproved data collectors. Paolo Caponi teaches English Literature at the Università degli Studi di Milano. His studies have been centred prevailingly on the Elizabethan and contemporary theatre. He has recently published Otello in camicia nera. Shakespeare, la censura e la regia nel ventennio fascista (Roma, Bulzoni, 2018). He has collaborated with the Piccolo Teatro and with Teatro Franco Parenti, Teatro Arsenale and Teatro Elfo-Puccini in Milan.