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Distìno
Dall'ultimo romanzo del 2018, La domenica vestivi di rosso, la scrittrice torna con un nuovo racconto che ha come protagonista occulto il destino. Nella sua imprevedibile ragnatela di morte, che nessuno può contrastare né contenere, si troveranno invischiati diversi personaggi, gente umile e dalle aspettative ordinarie a cui l'autrice dona una inattesa vita letteraria. Centrale è la prometeica figura di Nanà, l'ostetrica veterinaria, che organizza un improbabile matrimonio, estraneo ad ogni intento amoroso-riproduttivo. Nel silenzio della solitudine e della perifericità sociale, ella sfiderà la natura e il destino: sarà impossibile per il lettore non essere coinvolto nelle sue disperate e vane macchinazioni. Il ritorno ad un'ambientazione popolare consente all'autrice di recuperare la cifra linguistica peculiare, ossia quel plurilinguismo che l'ha fatta conoscere e amare alla critica e al pubblico. Prefazione di Marina Castiglione. -
L'elemento immaginario
Quando introduce ""L'istituzione immaginaria della società"""", Castoriadis annuncia un libro parallelo a cui sta lavorando, dal titolo """"L'elemento immaginario"""", che però non riuscirà mai a terminare. Tuttavia, Castoriadis ci ha lasciato negli anni successivi diversi frammenti di quello che avrebbe dovuto diventare quel libro in saggi usciti in sedi diverse. La selezione che presentiamo al lettore italiano non pretende di surrogare quello che Castoriadis non riuscì a compiere. Cionondimeno, è un tentativo di raccogliere contributi pertinenti a quel suo progetto in un volume unico che non ha precedenti né equivalenti in francese o in altre lingue. I temi di questo volume sono la scoperta dell'immaginazione in Aristotele, il concetto magmatico di essere come «aver da essere» in Merleau-Ponty, la creazione nel mondo sociale e storico, l'immaginario istituente politico greco e moderno, l'immaginario in Freud. Insieme ci restituiscono il concetto di immaginario sociale come è stato introdotto in filosofia da Castoriadis."" -
Il filo di Arianna. Genitorialità e adozione: dubbi e possibili risposte
Il libro nasce dall’incontro tra gli interrogativi e i ragionamenti di una madre e le considerazioni di uno psicologo e si offre come uno dei possibili fili di Arianna a cui un genitore, nell’esercizio della propria funzione educativa, può aggrapparsi per trarre spunto, energia, forza e chiarezza nel proprio intento parentale.Chi è genitore, e in modo particolare quando si adotta, si interroga continuamente sulle proprie scelte educative, sulle parole e i gesti che utilizza nel rapportarsi al figlio. A volte misura gli eventi attraverso la lente di ingrandimento dell’adozione stessa, cercando di mettere a fuoco se i propri atteggiamenti siano stati o meno pertinenti o adeguati al compito pedagogico. Lo psicologo costruisce il suo sapere in parte affidandosi al sapere dei colleghi che, nella pratica terapeutica, lo hanno preceduto, in parte agli incontri, nel tempo, con tante, differenti storie. Propone una propria visione professionale che si è resa spesso utile, ma che non è certo l’unica ed imprescindibile maniera per leggere le criticità tipiche del viaggio famigliare. -
L'uomo dei ratti. Il romanzo clinico freudiano detto «L'Uomo dei topi»
Il giovane Ernst Lanzer, reduce dalle manovre militari, si è presentato nello studio di Freud per chiedergli un certificato che attestasse la necessità per lui ineludibile di realizzare una fantasia ossessiva nella quale ha incluso due ufficiali suoi colleghi: a loro deve coattivamente chiedere di recarsi insieme all’ufficio postale di Z per eseguire, con la signorina dello sportello, quella bizzarra scenetta di restituzione di una somma di denaro. Gli stessi tratti ossessivi di ciò che Freud non ha esitato a chiamare “delirio”, presenta il progetto di matrimonio con la cugina Gisela, una donna verso la quale egli tuttavia sostiene di non nutrire alcun appetito sessuale. L’idea s’impone dopo che il padre gli ha manifestato la sua disapprovazione a frequentarne la casa e che si configura come sintomo, dopo che la debole interdizione paterna ha trovato riscontro nell’iterato e netto rifiuto di lei. Ciò che egli, pur sempre tentato, non ha portato mai a compimento con la perdurante fantasia ossessiva di restituzione, ha trovato invece fatale attuazione, dopo la prematura fine dell’analisi, nelle nozze celebrate con la cugina; sponsali che, in coppia con quelli più ambiziosi progettati dalla madre, erano stati la stoffa del suo sintomo durante la cura, ma che ora aprivano la strada per incontrare finalmente, andato alla guerra, il vero unico creditore. Prefazione Johanna Vennemann. -
Il godimento dell'isterica. Seminario 1974
Non so cosa Lucien Israël potrebbe dire oggi dei calchi, dei calcatori o dei ricalcanti di Lacan, insomma del lacanismo nostrano, già molto avanti – anzi ormai all’approdo delle dispute da basso impero bizantino – rispetto al tempo di Israël, sulla via della sistematizzazione, della liofilizzazione e quindi della totale psicologizzazione della scintillante meteora lacaniana. Al momento, so solo quello che Lacan ha detto della canaglieria e che Charles Melman infila con un’elegante nuance velenosa, di sfuggita: «C’è, in Lacan, una definizione della canaglieria, che si distingue dal lacanismo». D’altronde, Lacan stesso, a proposito delle obiezioni alla difficoltà del suo testo, rassicurava ironicamente e profeticamente che, dieci anni dopo la sua morte, sarebbe apparso assolutamente comprensibile, facile, accessibile a tutti profezia puntualmente realizzatasi. Specie oggi, con la trasparenza mediatica, con i blog, con i siti, col chiacchiericcio televisivo, con la traduzione sociologica dei concetti psicanalitici alla portata di tutti mediante editoriali sui giornali dell’establishment progressista sui più svariati temi di attualità, sempre rigorosamente orientati al bene, cioè sia al mercato (il luogo per definizione dei beni, in particolare dei beni psi-) sia all’edificazione del colto e dell’inclita. -
Modernità e trans modernità. Percorsi di lettura nel pensiero decoloniale
Questo libro presenta al lettore italiano un possibile itinerario nel pensiero decoloniale, attraverso la traduzione di alcuni importanti lavori, accomunati da una critica radicale alla categoria occidentale di ""modernità"""" e al suo universalismo, e di un contributo finale nel quale viene presentato un confronto fra pensiero post-coloniale e pensiero de-coloniale. Nel lungo saggio introduttivo, il curatore offre invece alcune riflessioni, in una prospettiva a un tempo epistemologica e politica, tese a mostrare la connessione fra il pensiero deco-loniale e l'attualissimo tema delle migrazioni, che dal punto di vista teorico pone problemi tanto difficili quanto urgenti alla filosofia e alle scienze sociali, ancora profondamente moderne."" -
Il baffo e la bestia. Quando la signora in nero mi ha fatto l’occhiolino
Ogni tanto un clic metallico che annuncia lo scorrere dei numeri sui display posti in alto fa alzare in simultanea gli occhi di tutti. Poi il prescelto si alza e tutti di nuovo chinano il capo sui cellulari o su qualche rivista. Sembriamo tanti automi che ricordano vagamente i proletari del film Metropolis di Fritz Lang. (…) Oggi sono alla quinta infusione della chemio, me ne mancano ancora tre. L'infermiera che mi prepara per la somministrazione mi dice sorridendo che si comincia a intravedere la luce in fondo al tunnel. – E se fossero i fari di un Tir che ha invaso la mia corsia? – replico tetro. -
Tra ragione e pazzia. Saggi di esegesi, storiografia e drammaturgia musicale in onore di Fabrizio Della Seta
Il volume raccoglie ventisette contributi di argomento musicologico raggruppati in ambiti tematici quali la storiografia della musica, l'esegesi e l'analisi testuale, la drammaturgia, il teatro musicale e la sua diffusione, le relazioni fra musica e culture letterarie, e include due sezioni dedicate rispettivamente a Beethoven e a Verdi. Le questioni affrontate, con l'ampio spettro metodologico che occupano, rispecchiano i vasti interessi e ambiti di indagine di Fabrizio Della Seta, al quale la raccolta di studi è dedicata in occasione del ritiro dall'insegnamento accademico. Durante tutta la sua lunga attività di studio, Fabrizio Della Seta ha contribuito con saggi fondamentali ai temi di indagine qui riuniti, rendendone fecondo il dialogo. Questi intrecci evidenziano l'inscindibile legame fra 'ragione' storico-filologica e 'pazzia' artistico-performativa che nutre da sempre la complessità dell'arte musicale occidentale, del suo linguaggio, delle sue trasformazioni, del suo uso e della sua interpretazione. Scavando nella profondità di tale legame, emerge quanto il contributo intellettuale e il magistero del festeggiato abbiano concorso alla formazione e alla crescita di una comunità di studiosi ampia, internazionale e transgenerazionale. -
Documentare l'arte con l'arte. Le pitture delle tombe etrusche di Tarquinia nell'opera di Adolfo Ajelli
Prefazione «Particolare della parte destra della Tomba dell'Orco I (Velia). Tavola a tecnica mista di Adolfo Ajelli. Nel 2015, Mariolina Cataldi, già funzionaria archeologa della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria meridionale e Presidente dell'Associazione ""Amici delle Tombe Dipinte di Tarquinia"""", riportò a chi scrive, all'epoca Soprintendente archeologo del Lazio e dell'Etruria meridionale, la notizia della disponibilità della famiglia Ajelli a cedere allo Stato le 113 tavole in tecnica mista riproducenti le tombe visibili, tra il 1930 e 1940, nella necropoli dei Monterozzi e realizzate da Adolfo Ajelli in quegli stessi anni. Nel 2009 Romeo Ajelli, nipote ed unico erede di Adolfo, manifestò per la prima volta, all'allora Soprintendenza dell'Etruria meridionale la volontà di vendere l'intera collezione """"...è mio interesse, affinché questa opera storico culturale, non venga nel tempo smembrata, ad addivenire alla vendita della medesima. Chiedo pertanto a codesta spett. Soprintendenza, una proposta di acquisizione dell'opera medesima..."""" rendendosi così ufficialmente disponibile ad accogliere una proposta di acquisizione da parte dello Stato che mai arrivò'. Dopo la morte di Romeo Ajelli, avvenuta nel 2014, i figli unici eredi della collezione, nella consapevolezza del volere del padre, rispettarono l'impegno preso e così la collezione fortunatamente non venne smembrata. Di conseguenza, nel 2015, su richiesta della Soprintendenza, la Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale, ora Direzione Generale Musei, mise tempestivamente a disposizione la somma necessaria all'acquisizione delle opere2. L'acquisizione avvenne di fatto 1'11 marzo con l'accettazione della proposta di acquisto, avanzata dalla Soprintendenza, da parte dei tre eredi. Questo atto conclude felicemente una vicenda che ebbe inizio negli anni '80 del 1900, quando Mariolina Cataldi venne a conoscenza, per il tramite di Bruno Blasi, dell'esistenza degli acquerelli di Ajelli, e avviò fin da subito un tentativo di organizzare, insieme a Claudio Bettini, un'esposizione nelle sale del Museo di Palazzo Vitelleschi, ma il progetto purtroppo non andò in porto. L'importanza degli acquerelli fu subito compresa dagli studiosi dell'epoca ed infatti tra il 1931 e il 1934 il museo di Firenze, nella persona dell'allora Soprintendente Antonio Minto supportato dagli autorevoli pareri del Prof. Pericle Ducati...» (Dalla Prefazione)"" -
Confini, identità e cittadinanza. Uno sguardo multidisciplinare
Il volume raccoglie le riflessioni emerse dai lavori del Seminario Nazionale dei Dottorandi in Scienze Politiche dal titolo ""Confini, identità e cittadinanza"""". La volontà di interrogarsi su queste tre categorie nasce dalla consapevolezza che, pur nelle loro mutevoli declinazioni e interpretazioni, esse rivestono ancora oggi una centralità tutt’altro che trascurabile. La compresenza di diverse pratiche e saperi, cifra caratterizzante delle scienze politiche, si riverbera nelle sette sezioni del volume, ove contributi di taglio storico, politologico, sociologico, giuridico, filosofico e geopolitico affrontano alcune questioni trasversali ai tre concetti che stanno a fondamento del lavoro."" -
La rivoluzione non è che un sentimento. Venti interviste a vent'anni dal G8 di Genova
Venti interviste a vent’anni dalle manifestazioni al G8 di Genova, attraverso le quali raccontare la cronaca di quei giorni, le istanze politiche, le violenze di piazza, la repressione contro il movimento e la lunga ed estenuante ricerca di giustizia. Ma si vuole, soprattutto, provare a capire le ragioni ideali, l’entusiasmo e le storie di vita che portarono a manifestare una moltitudine di uomini e donne, di diverse generazioni e provenienze, accomunati dalla convinzione che «un altro mondo è possibile». Venti testimoni che sono anche rappresentativi delle diverse tipologie di manifestante e delle culture politiche in campo: portavoce e militanti di base, giornalisti e scrittori, mediattivisti e video-operatori, legali e infermieri, studenti e giovani dei centri sociali, processati e religiosi, vittime dei pestaggi e delle torture. Questo lavoro vuole essere sia un atto di denuncia nei confronti di quanto accaduto, sia un libro di progetto, rivolto al futuro e alle nuove generazioni, perché tra le righe di questi racconti si può leggere la storia sentimentale e politica dei nostri ultimi vent’anni. Occorre comprendere quello che siamo stati (riscoprire le idealità e interrogarci sugli errori), se vogliamo tornare a pensare quello che potremmo essere domani, perché, al netto di tutti i bilanci, «la rivoluzione non è che un sentimento». -
Indennizzo e proprietà. Prospettive nel nuovo millennio
Il rapporto fra indennizzo e proprietà è oggetto da lungo tempo di un'articolata discussione, perché presuppone questioni di grande rilevanza e interesse. Infatti, si tratta di comprendere se e come limitaré la proprietà privata per motivi d'interesse pubblico, mentre una volta stabilito che ciò è possibile e legittimo, si tratta di definire se e in che misura debba essere riconosciuto un equo indennizzo al proprietario. Questo volume intende proporre una riflessione critica, ponendosi in una prospettiva non solo nazionale, ma anche europea, a vent'anni dall'inizio del nuovo millennio. -
2030. Il Mille e non più Mille?
L’avidità, il nostro “difetto” originale: fattore di sopravvivenza in tempi lontani, molla che oggi spinge l’umanità verso il disastro. Una storia di guerre sanguinose, di conquiste coloniali per togliere ricchezze a chi, debole, non riusciva a difendersi, di promesse a vuoto, ha portato a godere di più del consentito. Oggi siamo giunti dove oltre non si può più andare, ma per porre rimedio ai disastri che abbiamo creato contraiamo debiti immensi, che faremo pagare ai nostri figli. Bisogna cambiare, ma come? Non resta che ispirarsi a ciò che c’è di più perfetto sul nostro pianeta, la vita, e adattarsi a seguire le sue regole “economiche”, collaudate con successo per miliardi di anni. -
Da Montaigne a Vico. Posizioni dell'uomo in età moderna
Nel lento esaurirsi dell'età rinascimentale a imporsi è la complessa questione delle posizioni dell'uomo che, in piena svolta antisostanzialistica, avverte la caduta di ogni punto di riferimento unidirezionale, di ogni ordine cosmologico o teologico. La sua natura, fatta di anina e corpo, di ragione e passioni, si rivela condizione di esistenza nel tempo, tra il nulla e l'infinito, il senso comune e i vincoli civili e religiosi. In tale consapevolezza questo volume esamina alcuni motivi di fondo delle posizioni di Montaigne e Pascal, di Descartes e Vico nell'ovvia autonomia delle rispettive tesi teoriche provocatoriamente non sempre disposte a proporsi come filosofiche in senso tradizionale. -
Itinerari di formazione: spunti di riflessione per i docenti di lingue secondarie
Il volume vuole offrire alcuni spunti di riflessione per gli insegnanti di lingue seconde, siano essi in formazione o in aggiornamento, all'interno di un percorso ideale di formazione che va dai temi dell'acquisizione/apprendimento di una lingua a quelli della valutazione delle competenze linguistiche, passando tramite l'insegnamento, anche in ambienti plurilingui. Assumendo tale prospettiva, il lavoro si colloca all'interno dell'ampio dibattito sulle necessità formative degli insegnanti di lingue seconde, identificando tra tali necessità una solida preparazione su un ampio spettro di questioni linguistiche, e più ampiamente semiotiche, acquisizionali, didattiche, valutatorie. Il volume non ha pretesa di esaustività, ma vuole piuttosto offrire alcuni scorci che consentano ai docenti di riflettere su questioni di educazione linguistica, fornendo anche degli esempi virtuosi di applicazione del quadro teorico. -
La peste. Colpa, peccato e destino nella letteratura italiana
Cos'è la peste? Malattia, inganno, punizione divina o necessità alla quale l'umanità non può sottrarsi? Qual è la spiegazione della ciclica presenza di un morbo che nei secoli ha sterminato molti popoli? Qual è il mistero che essa racchiude? Ogni volta, apparentemente annientata, la peste torna poi a rigenerarsi nel tempo, più forte e prolifica. Ma questa metafora del male che si nasconde nel cuore degli uomini e che mai si può cancellare definitivamente, che senso ha? Molti scrittori, nei secoli, si sono interrogati sulla peste come metafora patogena e hanno cercato, appiattiti da una falsa coscienza generata da un credo comune, di trovare una valida motivazione ad essa. Oggi l'interrogativo rimane. Forse la peste non ha un senso, o forse è la speranza di ricominciare, la rinascita dell'uomo salvato, il niente e il tutto. Questo studio accompagna il lettore a percorrere i famosi scritti di alcuni importanti letterati italiani come Boccaccio, Petrarca, Manzoni, Leopardi, ora in versi ora in prosa, che hanno trovato nella tragica vicenda della peste lo spunto di creazione delle grandi opere che tutti noi conosciamo e che sono patrimonio della nostra cultura italiana. -
Eulero, un genio matematico a bordo. 1778, le sue lunghe notti a San Pietroburgo
Quasi tutti noi, anche inconsapevolmente, usiamo ogni giorno prodotti tecnologici basati sulle applicazioni matematiche di Eulero o, nella formazione scolastica, abbiamo incontrato le sue formule e dimostrazioni. Pochi sanno tuttavia che gran parte delle sue ispirazioni iniziali vennero dalle inaspettate quanto illuminanti esperienze navali, spinto dal monarca prussiano Federico II prima e dalla zarina Caterina II poi, per migliorare le loro flotte. Nell'autunno del 1778, a settantun' anni, ormai quasi cieco, Eulero, stimatissimo e conosciuto ovunque in Europa, sta riordinando ed annotando, nello studio della sua casa a S. Pietroburgo, i propri appunti di circa sessant'anni di lavoro; aiutato dal figlio Karl Johan e dal giovane nipote Nikolai Fuss, entrambi matematici, intende lasciarne una memoria ordinata, un “regalo non ingrato”, per usare le sue parole. Nello stesso autunno un giovane pittore tedesco poco più che trentenne, J.F. Auguste Darbès, ha da poco completato il suo ritratto, l'ultimo, dopo averne tratteggiato un studio a matita. Di questi suoi studi ci parla in prima persona il grande matematico in questo breve scritto che intende condensare, in modo aderente ai suoi lavori ed all'autobiografia, alcune delle sue intuizioni e contributi alla scienza ed alla tecnologia, ancora del tutto attuali, ed in particolare alla progettazione navale e nautica del secolo dei Lumi, avviati e consolidati dalle esperienze vissute sui vascelli settecenteschi. -
Lessico di frequenza dell'arabo parlato in Egitto (LAPE)
Il volume si propone di contribuire allo studio statistico dell’universo lessicale dell’arabo parlato in Egitto, o almeno di un suo prototipo esemplare, tramite l’individuazione della lista dei vocaboli più frequenti nell’uso dei parlanti. Il LAPE è stato costruito a partire dal primo corpus di arabo egiziano parlato, raccolto, trascritto e lemmatizzato secondo criteri espliciti. In questa prospettiva, il volume intende fornire alla ricerca futura, sull’arabo in generale e sulle varietà “neoarabe” in particolare, un solido impianto teoretico e metodologico di riferimento che si fonda sui principi della linguistica moderna (in ottica semiologico-strutturalista). Inoltre, dopo aver posto l’accento su alcuni modelli sociolinguistici dell’arabo, il volume presenta una rielaborazione di tali modelli, prendendo in esame i dati empirici emersi dal LAPE, per proporre un nuovo modello più aderente alla reale situazione dello spazio linguistico egiziano. -
Nuova rivista di letteratura italiana (2021). Vol. 1
La Nuova Rivista di Letteratura Italiana, fondata nel 1998 da Pietro G. Beltrami, Umberto Carpi, Luca Curti, Piero Floriani, Marco Santagata e Mirko Tavoni - già direttori della Rivista di Letteratura Italiana, attiva dal 1983 - è un punto di riferimento per l'italianistica internazionale. La rivista ospita saggi dedicati alla letteratura, filologia e storia della lingua italiana dalle origini a oggi. Il valore scientifico dei lavori pubblicati è garantito dalla selezione operata dalla Direzione, che è affiancata da un Comitato Scientifico internazionale e si avvale dell'attività di revisori anonimi. Oltre alla sezione 'Saggi', è presente una sezione 'Testi e documenti', che pubblica edizioni e commenti di testi e documenti inediti o rari, e una sezione 'Discussioni', che dà spazio al confronto metodologico e storiografico su ogni aspetto della disciplina. La rivista accetta saggi scritti in italiano, francese, inglese e spagnolo. -
Blityri. Studi di storia delle idee sui segni e le lingue (2021). Vol. 1
«Con questo numero si apre la decima annata di Blityri. L'annata 2021 — come è ormai tradizione — offre un numero miscellaneo, il primo, e uno monografico, il secondo, che sarà dedicato alle ""scuole"""" della linguistica italiana dal secondo dopoguerra fino alla fine del Novecento. In questo fascicolo il lettore ha a disposizione incursioni in una quantità non disprezzabile di autori e epoche storiche differenti. Anzitutto la sezione antica. Un articolo di Patrizia Laspia (Università di Palermo) torna con nuove ipotesi sulla vexata quaestio di come leggere e intendere le prime righe del De interpretatione di Aristotele: forse il passaggio più citato dell'intera storia della filosofia; in particolare per la nozione di pragma viene offerta una lettura innovativa. Sandro Nannini (già professore nell'Università di Siena) e Sibylle Mahrdt-Hehmann si soffermano su un altro puzzle dello Stagirita: la sua discussione dei paradossi di Zenone sulla impossibilità del movimento. Rossella Amendolara (una giovanissima studiosa della Sapienza) ci porta invece nei meandri del De lingua latina di Varrone, ipotizzando che la ben nota tematica dell'etimologia vada proiettata sullo sfondo della disputa fra opinione e scienza sviluppatasi fra il III e il II secolo a.C. La sezione moderna viene inaugurata da una rilettura del Saggio sulla filosofia delle lingue di Melchiorre Cesarotti, proposta da Stefano Gensini (Sapienza); e ad essa fa da controcanto la recensione da parte di Leonardo Bellomo (Università di Padova) degli Atti di un importante convegno cesarottiano tenutosi a Ginevra nel 2019 per le cure di un """"cesarottiano"""" di vaglia, Carlo Emilio Roggia...» (Dalla Premessa)""