Sfoglia il Catalogo feltrinelli014
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 1761-1780 di 10000 Articoli:
-
De locutione-De brutorum loquela
In questo libro sono riediti e tradotti in italiano due fondamentali scritti linguistici dell'anatomista e chirurgo Girolamo Fabrici d'Acquapendente (1533-1619), professore nell'Università di Padova e figura chiave della storia della medicina moderna: il De locutione (1601) e il De brutorum loquela (1603). Nel solco della tradizione aristotelica, integrata da personali contributi, Fabrici propone qui sia una compatta descrizione delle basi anatomiche del linguaggio verbale umano, sia la prima trattazione sistematica della comunicazione animale, dialogando coi classici della medicina (Ippocrate, Galeno), della tradizione grammaticale (soprattutto Prisciano), dell'animalismo tardo-antico (Plutarco, Porfirio). I testi originali, emendati in molti punti e fedelmente tradotti, sono corredati da un ampio commento critico e interpretativo, apparati informativi, tavole illustrate e indici. L'introduzione, oltre a proporre una chiave di lettura per i testi, offre un profilo complessivo degli interessi di Fabrici per il mondo dei linguaggi. -
L'«Esopo» napoletano di Francesco del Tuppo
Alla nutrita serie quattrocentesca dei volgarizzamenti di materia favolistica appartiene anche L'""Esopo"""" di Francesco del Tuppo. L'opera, tramandata dalla """"princeps"""" curata dallo stesso autore-editore, contiene il volgarizzamento della """"Vita"""" in prosa di Rinuccio e delle """"Favole"""" in versi di Walterius, con l'aggiunta di due componimenti forse di diverso autore. A farne uno dei prodotti più interessanti della tradizione incunabolistica quattrocentesca, contribuiscono: la sua complessa architettura tipografica, in cui si alternano testo e immagine, latino e volgare, prosa e poesia; la curiosa scelta delle fonti latine operata dall'autore, che da un lato giustappone alla """"Vita"""" di Rinuccio la silloge favolistica walteriana anziché quella rinucciana e, dall'altro, nel volgarizzare la biografia di Esopo, sembra valersi di un testo-base più breve; il cospicuo apparato di moralizzazioni ed exempla che tien dietro alle """"Favole"""", in cui la lingua dell'autore, non più vincolata dal dichiarato intento di realizzare una """"traducio materno sermone fidelissima"""", acquista disinvoltura e si colora di più genuine tinte dialettali."" -
Architetture Grosseto. Vol. 20: Mostra tesi di architettura. Operare il territorio
Architetture Grosseto è lo nuova rivista quadrimestrale di architettura che fa parte di un programma editoriale riguardante le Province, nato con lo scopo di documentare le realtà locali. Architetture Grosseto si prefigge l'obiettivo di illustrare e divulgare le architetture meno conosciute e più rappresentative, realizzate negli ultimi anni nel territorio di Grosseto e provincia. La rivista pubblicherà inoltre articoli riguardanti argomenti di attualità e saranno presenti rubriche per segnalare le opinioni che i lettori invieranno, libri, eventi, mostre, siti web, ecc. inerenti l'architettura e l'urbanistica della Provincia di Pisa. Oltre ai numeri ordinari della rivista si prevede lo realizzazione di numeri speciali dedicati ad eventi di particolare importanza e le collane Quaderni di Architetture e Biblioteca di Architetture delle Province Toscane che illustrano argomenti monotematici. -
Introduzione alla filosofia della storia di Hegel
La genealogia Kant Fichte Schelling Hegel è una genealogia seducente, ma non è vera. A partire dai cosiddetti ""Scritti teologici giovanili"""" Hegel costruisce in autonomia una sua propria filosofia, che è fondamentalmente una filosofia della storicità. L'esperienza delle totalità storiche è senza dubbio l'istanza fondamentale di Hegel, quella che egli cercherà di in-tegrare nell'idealismo tedesco, fino a concludere la """"Filosofia del diritto"""" con la Storia Mondiale. Questa preziosa lettura di Jean Hyppolite è qui restituita in edizione critica, completata con le fonti nell'originale in tedesco e nelle classiche versioni in italiano."" -
La scuola rovesciata
"La scuola rovesciata"""" nasce da una preoccupazione profonda per ciò che sta succedendo - politicamente, pedagogicamente e culturalmente - alla scuola italiana. Il titolo vuole evocare sia le profonde trasformazioni operate da tutte le riforme succedutesi negli anni, sia l'intenzione dell'autore, che """"rovescia come un calzino"""" quei luoghi comuni, idee, teorie e pedagogie che hanno costituito il supporto per queste riforme e che sembrano travolgere il dibattito attorno a questa istituzione. La difesa della scuola è la difesa di un fondamentale """"patrimonio dell'umanità"""": nello stesso tempo, è premessa per il suo sviluppo, per il suo progresso e costituisce il principale baluardo per opporsi a inciviltà e barbarie. Per l'autore difendere davvero la scuola, e quella pubblica in particolare, è impossibile se non si torna alla radice dei suoi valori e dei suoi principi, primo fra tutti quello di istruire, concentrandosi sull'unica domanda che conta: le leggi e le pedagogie di oggi rispondono a quei principi o vanno frontalmente contro di essi, rovesciandoli? È su questa domanda che l'autore costruisce l'argomentazione alla base di questo libro." -
La ragioni della nonviolenza. Antologia degli scritti
Questa edizione è concepita con una struttura del tutto nuova e aggiornata, con un nuovo indice che rende più chiari e consultabili i contenuti. Inoltre, viene pubblicato uno scritto introvabile di Aldo Capitini, che fa il punto proprio sulle ""ragioni della nonviolenza"""". Un altro elemento di novità è l'inserimento di una bibliografia: limitata all'ambito di interesse e di pubblico di un'antologia, essa contiene i testi essenziali di e su Capitini che attestano la sua presenza nella cultura attuale e nel dibattito sulla nonviolenza. Infine, una nuova introduzione. Presenta in primo luogo informazioni sulla vicenda biografica dell'autore, poi si confronta con il panorama geopolitico di oggi, molto diverso da quello di appena dieci fa. Il mondo di oggi è sensibilmente cambiato nella percezione delle cose, nell'informazione, negli orientamenti etico-politici; e l'enorme tasso di violenza in esso ancora presente - e per certi versi crescente - rende """"le ragioni della nonviolenza"""" più che mai attuali."" -
Il partigiano lampo. Ediz. a colori
Carlo e Teresa sono due giovani che vivono in campagna, non sono ricchi ma si amano e prendono la vita con spensieratezza. Un giorno una squadracela fascista fa irruzione nel loro paesino, compiendo violenze e ruberie. I due non si scoraggiano e, uniti dalle idee di giustizia e pace, lotteranno per riconquistare la libertà. Questo racconto illustrato è tratto dallo spettacolo di burattini ""Il Partigiano Lampo"""", messo in scena dalla Compagnia Le Calze Braghe e prodotto dagli Archivi della Resistenza - Circolo Edoardo Bassignani. Età di lettura: da 6 anni."" -
Le immagini raccontano. L'iconografia nella formazione dell'immaginario infantile
L'immagine ha un ruolo fondamentale nella formazione dell'immaginario di ogni età; ciò particolarmente oggi, quando gli studi pedagogici ed anche psicologici sull' età evolutiva hanno posto in luce la centralità dell'immagine nella formazione del soggetto. Nell'ambito dell'iconografia, diacronicamente intesa, un ruolo assai rilevante, a livello storico, ha ricoperto quella che si suole definire l'imagérie populaire, sacra ed anche profana, ossia quella vastissima produzione di ex voto e santini, giochi cartacei della tradizione, figurine, bestiari e immagini del mondo rovesciato che hanno nutrito l'immaginario popolare narrando e costruendo mondi fantastici, scenari alternativi, vere e proprie vie di fuga dal quotidiano in una dimensione altra e felicemente gratificante. Diffusa nella piazza al di fuori dell'ufficialità pittorica, l'iconografia popolare segue dunque un destino che è simile a quello della fiaba orale: narra credenze e proiezioni, inscena timori, desideri e aspettative e coinvolge sguardi adulti e bambini insieme per il fascino e la potente carica ludico-utopica che esperisce. Dalla testualità e dalla narratività delle immagini popolari - archetipi tematici e stilistici degli odierni albi illustrati, graphic novel e silent book - il volume intende ricostruire l'evoluzione e la continuità/contiguità soprattutto per gli obiettivi formativi dell'immaginario e del pensiero fantastico così come emerge nell'attuale produzione letteraria per l'infanzia. -
Identità e conflitti tra Daunia e Lucania preromane
I due saggi raccolti nel presente volume prendono in esame in modo sistematico i risultati conseguiti dalla ricerca archeologica svolta nel corso degli ultimi decenni da numerosi studiosi italiani e stranieri in alcuni territori della Magna Grecia abitati da popolazioni indigene. Il primo, curato da Angelo Bottini, a distanza di mezzo secolo dall'istituzione dell'allora Soprintendenza alle Antichità della Basilicata, propone un bilancio complessivo sia delle attuali conoscenze che dei temi ancora da approfondire a proposito dell'organizzazione territoriale, delle modalità insediative, delle produzioni e delle interazioni con Greci ed Etruschi delle compagini insediare nei vari distretti oggi ricadenti entro i confini della regione, in particolare per quanto riguarda i secoli fra VII e IV a. C. Maria Luisa Marchi, nel secondo, si concentra invece sui diversi tipi di relazioni instauratesi in un arco cronologico analogo fra le popolazioni italiche dell'area appenninica, identificabili con i Sanniti della tradizione storica, ed i Dauni, insediati più a sud e più ad oriente, fra Puglia settentrionale e valle dell'Ofanto; dai semplici scambi di prodotti alla transumanza stagionale, fino a veri e propri spostamenti, gravidi di conseguenze storiche, di nuclei dei primi nella terra dei secondi. -
Winckelmann, Florenz und die Etrusker. Der Vater der Archaologie in der Toskana. Ediz. illustrata
La mostra inaugura i festeggiamenti internazionali dedicati a Johann Joachim Winckelmann, a trecento anni dalla nascita (Stendal, 9 dicembre 1717) e a duecentocinquanta dalla morte (Trieste, 8 giugno 1768). Winckelmann inserì nel suo vasto progetto di ricerca sull'arte antica anche l'arte etrusca, dedicandole nella Geschichte der Kunst der Alterthums (1764) un intero capitolo e ritornando poi sull'argomento in alcune delle opere successive. Le conoscenze del grande Sassone in questo campo erano limitate tanto quanto lacunosa e scarsa era la documentazione dell'epoca, proveniente in massima parte dall'Etruria settentrionale, ovvero dal territorio compreso nel Settecento entro i confini del Granducato di Toscana. Durante il suo soggiorno a Firenze, dove tra il settembre 1758 e l'aprile del 1759 fu impegnato nella stesura del catalogo della raccolta di gemme del barone Philipp von Stosch, Winckelmann poté, grazie anche ai rapporti con l'ambiente degli eruditi e degli antiquari fiorentini, ampliare ed approfondire la conoscenza dei monumenti etruschi. -
Adolfo Natalini dipintore. Disegni, costruzioni, dipinti. Ediz. illustrata
"Ho raccolto una serie di disegni dal 1959 al 2015, confrontandoli con le immagini degli edifici e pezzi di città che hanno generato. Non tutti i disegni sono disegni di architettura, ma per vie più a meno misteriose vi si avvicinano. Nell'ultima serie di immagini a colori riaffiora la nostalgia per la pittura e forse si chiude il cerchio aperto quasi sessant'anni prima.""""" -
La commedia di Tono Zancanaro. Ediz. illustrata
Mostra realizzata a Pisa, al Museo della Grafica - Palazzo Lanfranchi (25 maggio-10 settembre 2016). -
Guido Scarabottolo. Smarrimenti. Ediz. illustrata
In mostra un nucleo di disegni realizzato nel 2016 da Guido Scarabottolo (1947, Sesto San Giovanni ), uno dei più grandi grafici e illustratori italiani, che ha scelto di concentrare la propria interpretazione figurativa sulla prima terzina del Poema dantesco. Ed è appunto al tema della terzina che fa riferimento il titolo della mostra, ""Smarrimenti"""". L'esposizione fa parte del programma dell'iniziativa """"Dante posticipato"""", incontri, mostre ed eventi per i 751 anni dalla nascita di Dante Alighieri."" -
Dialoghi delle cortigiane
Medico umanista, Biagio Conte ha amato i classici latini e greci fin dagli anni liceali. Un sentimento forte. Non se ne è più separato, nonostante la sua professione lo portasse a investigare in ben altri campi della conoscenza: quelli della malattia e del dolore, a cui applicava tutto se stesso con intelligenza e dedizione. Trovando sempre, però, nei capolavori della letteratura greco-latina e nella musica - è stato, infatti, anche appassionato e competente musicofilo - più di un motivo di consolazione e gratificazione. Dotto traduttore della tragedia pseudosenechiana Ottavia aveva iniziato a cimentarsi con i vivaci squarci bozzettistici di Luciano di Samosata. I Dialoghi delle cortigiane rappresentano l'unico frammento compiuto di questa sua ultima fatica letteraria, rivolta a personaggi femminili relegati in fondo alla scala sociale e lontani dai valori"" positivi"""". Biagio Conte, medico umanista, accoglie le protagoniste dei Dialoghi di Luciano """"nel consesso di un'umanità debole"""" e guarda loro con più di un sorriso di simpatia."" -
Forme del tragico nel teatro italiano del Novecento. Modelli della tradizione e riscritture originali
Questo libro vuole dimostrare che la tragedia come genere teatrale non si è mai veramente dissolta poiché la definizione di dramma moderno non riesce ad includere tutte le anime del ricco patrimonio offerto dal teatro tragico antico e dalla sua rinascita cinquecentesca. Vengono dunque rimessi al centro dell'analisi alcuni testi del nostro Novecento debitori di una riflessione sul tragico di matrice classica, ma destinati a tenere conto anche delle successi ve proposte forni te da Shakespeare, per approdare poi a risultati originali. Carattere comune alle varie opere qui prese in esame è costituito dalla presenza, dichiarata esplicitamente, del rimando al modello. I titoli, le citazioni, i personaggi e le storie spingono a cogliere subito il punto di partenza, per aprire così una sorta di dialogo a distanza. Negli esempi forniti la riconversione risulta come un arricchimento del modello in virtù della sua capacità di rigenerarsi e acquisire insieme nuovi, molteplici significati nello scenario della modernità. -
Libia, «bel suol d'amore»
Il libro si apre con alcune pagine dedicate all'impresa libica del 1911, quando l'Italietta, così veniva definita nel contesto europeo del tempo, seppe trovare una particolare consonanza tra Governo e popolo comune, tra storici di fama e poeti di grande voce lirica. Non era poi così modesto il nostro Paese allora se, dopo breve tempo, seppe affrontare con immensa prova di coscienza nazionale la Grande Guerra 1915-1918, resistendo alla Strofe Expedition del 1916 e superando il disastro di Caporetto del 1917. La memoria di tali tempi ed eventi dovrebbe aver suggerito da mesi all'Italia odierna, un più marcato senso patrio, un impegno di strumenti diplomatici, politici e militari più rispondenti alla centralità geostrategica dell'Italia nel Mediterraneo, alle vitali esigenze energetiche ed economiche di sessanta milioni di persone che hanno il diritto di difendere la loro vita, le loro case, la loro civiltà da ogni minaccia o imbastardimento di razza e/o religione. L'ISIS mediterraneo si può combattere; l'emigrazione clandestina di massa si può controllare. Non occorre invadere colonialmente la Libia odierna per trarla dal caos. Saranno sufficienti, come sembra ci stiamo accingendo a fare con strumenti adeguati, interventi mirati di Forze Speciali, alleanze diplomatiche e militari dettate da un sano realismo politico, dal Cairo a Tunisi, per ridare al Mediterraneo Centrale tranquillità e lavoro, alla costa libica segnali costruttivi di fratellanza e cooperazione. -
Tra toga e politica. Un avvocato racconta
Paola Pámpana, avvocato penalista, è stata Assessore all'Ambiente e Consigliere al Comune di Roma dal 1985 al 1989. Negli ultimi anni si è occupata di importanti processi per reati finanziari e ha scritto un libro sullo stesso argomento intitolato ""I signori della truffa"""" pubblicato a cura degli Editori Riuniti nel 2002. L'atmosfera dci processi e delle aule di giustizia viene ricostruita in maniera appassionante e rende viva e comprensibile una materia difficile."" -
La donna visibile. Il cinema di Stefania Sandrelli
È in un senso duplice che Stefania Sandrelli può essere definita e considerata come ""la donna visibile"""": anzitutto per guardare alle qualità attoriali della sua interpretazione; al tempo stesso, l'espressione può essere usata per continuare a raccogliere la sfida di una """"visibilità"""" spesso anche così ostentata, con pose """"spregiudicate"""". Sandrelli ci ha fatto vedere il suo corpo, lo ha performato, riempito di ombre e contrasti, lo ha usato in senso drammaturgico, trasformandolo così in una sorta di Gran Teatro della storia della donna italiana del secondo Novecento. Il corpo esibito, magari attraverso la maschera della ragazza di provincia, della moglie ignara, o della madre distratta che viene fraintesa, allestisce anche un'illusione di fragilità, o di mancanza di volontà, oltre la quale potrebbe diventare visibile, invece, attraverso una mimica del distacco, la cifra simbolica di una diversa vita, o almeno di un'estraniazione dell'anima dal proprio destino."" -
Daniel Spoerri. Una dura scelta. Catalogo della mostra (Carrara, 17 giugno-11 settembre 2016). Ediz. illustrata
Catalogo della mostra di Daniel Spoerri ""Una dura scelta""""."" -
La politica delle cose. Breve trattato politico. Vol. 1
Dal diciannovesimo secolo si è stati d'accordo: il governo degli esseri parlanti è decisamente un affare troppo serio perché lo si affidi agli esseri parlanti. Meglio affidarlo alle cose. Si governano da sole: perché dovrebbero essere governate dagli uomini? La politica più saggia sarebbe quella che spiega cosa vogliono le cose: l'esperto più serio cercherebbe di fare capire cosa le cose dicono in modo silenzioso; la strategia più promettente si darebbe come programma la trasformazione accettata degli uomini in cose. Una parola solo riassume questa credenza: valutazione. Per lungo tempo poco importante, designa al giorno d'oggi un insieme di nuove e minacciose pratiche. Ad ogni stadio la valutazione mette in atto le procedure adatte a instaurare l'assoluto governo delle cose.