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Il mio paese adesso sono due. Storie di badanti
Venti donne, venti storie. Hanno un'età compresa tra i 26 e i 71 anni, provengono da 13 paesi e 4 continenti. Alcune sono partite da giovani lasciando figli piccoli, altre in età matura, con famiglie consolidate alle spalle o matrimoni fallimentari, e tutte con un vago progetto migratorio: restare il tempo necessario a mettere da parte dei soldi per assicurare ai figli un avvenire migliore, aiutare i genitori, farsi una casa. Ma il ""fenomeno badanti"""" è anche e soprattutto una storia di donne: straniere che, con il proprio lavoro di cura, vengono a sostituire italiane, che quegli stessi compiti svolgevano non per denaro ma in nome dei legami di sangue. Una storia che si svolge tutta all'interno delle nostre mura domestiche e fa risaltare, per contrasto, tutta l'insensatezza e l'inutilità di quegli altri muri che spuntano ogni giorno in Europa e nel mondo."" -
Una delle ultime sere di cCarnovale di Goldoni per Luigi Squarzina
“Una delle ultime sere di Carnovale” di Goldoni con la regia di Luigi Squarzina debutta il 27 settembre 1968, collocandosi al centro della carriera artistica del regista, all'epoca direttore del Teatro Stabile di Genova, e all'inizio di una stagione tormentata per il teatro italiano e per l'intero paese, scosso dai movimenti di contestazione politica, sociale e culturale. Muovendo dall'attività teatrale di Squarzina, il volume ricostruisce il processo di creazione dello spettacolo, a partire dai documenti di archivio e dallo studio delle fonti dirette, e analizza la versione teatrale comparandola con l'allestimento televisivo, realizzato per la Rai nel 1970. Ampio spazio è lasciato al commento dell'accoglienza della critica italiana e straniera al lungo ciclo di recite del Carnovale, che rimase in scena in Italia fino al 1973 e fu inserito in molte tournée europee, riscuotendo ovunque grandi consensi e guadagnandosi una posizione di spicco anche nella storia delle regie goldoniane del Novecento. -
Il giorno del diluvio. 4 novembre 1966. L'alluvione a Pisa e provincia. Ediz. a colori
Un libro scritto per ricordare a chi c'era l'evento più drammatico subito da Pisa dopo la fine della guerra. E anche per far sapere ai più giovani che cosa è davvero successo il 4 novembre 1966 e nei giorni successivi. Dal mancato allarme, alle opere di difesa lasciate colpevolmente incompiute. Dalla difficile ripresa dell'economia nelle zone della provincia più danneggiate — Pontedera, Santa Croce, Castelfranco — fino alla cicatrice mai rimarginata dei Lungarni pisani privati del ponte Solferino, il più bello della città. Un libro arricchito da una documentazione fotografica in gran parte inedita, oggi riproposto in una terza edizione aggiornata fino alle piene dell'Arno del 2014 e con nuove interessanti foto. In appendice, un testo dell'ingegner Isabella Bonamini, dirigente tecnico dell'Autorità di Bacino del fiume Arno, sulle opere compiute e da compiere, e un intervento di Paolo Ghezzi, vicesindaco di Pisa con delega alla Protezione Civile. -
Anglistica pisana (2017). Vol. 1-2
Rivista di anglistica dell'Università di Pisa. -
Il tempo non esiste
Orfeo è stato prigioniero di guerra. Affascinato dal cielo fin da piccolo, grazie a un incontro fortuito s'innamora di Nadia, la sposa e si trasferiscono a Pisa. Aldo, pisano da generazioni, per tutti in paese è “il maestro”. La sua storia d’amore con Maria inizia prima dell’ultima guerra, fra i campi di vite e il grano. Con le vicende del secolo scorso sullo sfondo, dalla quotidianità di quattro bambini nasceranno storie di adolescenti e scelte di adulti cresciuti forse troppo in fretta. Le stagioni e le età di allora sono oggi i ricordi di quattro novantenni raccontati da uno dei nipoti: crescite parallele, destini incrociati e una galleria di personaggi che accompagnano, se li sommiamo tutti, 373 anni di vita. -
Un uomo inutile
L'ombra del nulla, ossimoro leopardiano che rappresenta il tragico sospetto di esistere inutilmente', accompagna la vita del protagonista di questo romanzo. Nel marasma dei rapporti sociali e affettivi, storie e persone scorrono per decenni sul suo palcoscenico, muovendosi fra i grandi eventi della cronaca e le piccole beghe del quotidiano. Si disegna così col tempo il perimetro di un'esistenza in apparenza normale, ma non per questo sensata e comprensibile. -
Descrizione delle chiese, monasteri, et oratori della città di Pisa
"In occasione del novecentesimo anno della consacrazione del Duomo di Pisa e della chiusura dell'anno giubilare in settembre, le Edizioni ETS hanno lavorato alla realizzazione della ristampa anastatica di uno dei più importanti documenti storico-artistici della città di Pisa, il cosiddetto “Manoscritto Tronci”. Il manoscritto oggi è custodito nell’Archivio Capitolare presso l’Archivio Storico Diocesano di Pisa con la segnatura Ms. C 152/153. L’opera, in bella e chiara grafia, è verosimilmente una copia di dono, composta da 284 fogli e contenente 115 illustrazioni ad acquerello. Si tratta di una straordinaria raccolta, che è stata giudicata come uno dei migliori e più maturi frutti della letteratura periegetica italiana intorno alla metà del Seicento. La pubblicazione mantiene dimensioni simili all’originale, ridotte necessariamente per venire incontro alle esigenze logistiche e distributive. Si presenta, quindi, un robusto volume di 630 pagine in formato 23x33 cm, stampato su carta uso mano di pregio e rilegatura in cartonato. Corredato da una serie di saggi di Francesca Barsotti, Elisa Carrara, Stefano Sodi, Daniela Stiaffini e da un indice analitico che ne faciliterà la consultazione, è stato il sogno nel cassetto, adesso divenuto realtà, del fondatore della casa editrice, Gianfranco Borghini, e a lui lo dedichiamo.""""" -
Colpo di sole. Una storia d'amore
Colpo di sole o «colpo di fulmine»? Che cosa spinge una giovane vedova galiziana dell'alta società a infrangere l'etichetta, partecipando alla chiassosa e popolana festa di San Isidro, sotto il sole cocente del maggio madrileno, tra vino, zingare e zuffe di strada, in compagnia di uno scapestrato giovane andaluso? Un romanzo femminista che mette in campo le disparità tra i due sessi e l'assurdità di certi clichés maschilisti; ma anche un'opera che riscopre i costumi popolari e tradizionali spagnoli in modo ironico e divertente. -
Francesco Tommasi. Sacre terre dei fuochi. 28 opere (2013-2016). Ediz. a colori
Sotto il titolo Sacre Terre dei Fuochi sono riuniti i ventotto quadri che Francesco Tornassi ha dipinto negli ultimi tre anni (2013-2016). Con l'espressione ""terra dei fuochi"""" sono in Italia chiamate alcune aree della Campania - la regione di Napoli - dove la criminalità organizzata ha sotterrato centinaia di metri cubi di rifiuti tossici, inquinando le falde acquifere e i prodotti agricoli e alimentari di quelle zone. Di notte, cento, mille fuochi sparsi in quelle aree avvelenate segnalano la combustione dei mefitici vapori che i rifiuti interrati emanano. Le Terre dei Fuochi sono tutte le terre """"meridionali"""" del mondo devastate dalla dissennata sete di denaro dell'uomo."" -
Il mio circondario
“La descrizione paesaggistica - segmentata in un versificare complesso ed allusivo - non è mai fine a se stessa ma induce ad una riflessione più attenta, ad un'attività di scavo nei propri sentimenti e nelle proprie aspirazioni, pronta a mostrare che il senso più profondo della vita sta nelle piccole cose, nei luoghi consueti, negli affetti quotidiani. Anche solo scorrendo alcuni dei titoli delle sue pubblicazioni (Dalla periferia, Appunti per un diario in tono minore, Sono un passante solitario, Riflessioni minime) si percepisce subito che la cifra della poetica di Bottaro sta nel rifiuto dell'esteriorità, dell'apparenza, della banalità e nella valorizzazione di quelle 'periferie' appunto non solo urbane ma dell'esistenza che stanno così tanto a cuore - oggi - a papa Francesco e che Giovanni ha eletto da molti anni a luogo privilegiato d'osservazione di sé e dell'umanità.” (Stefano Sodi) -
L'induismo dalle rive del Gange
Domande e risposte sull’India di ieri e di oggi, sull’induismo vissuto e da vivere. Due madri amiche sulle rive del Gange, a Varanasi, città sacra dell’eternità e del mistero; l’italiana interroga l’indiana e insieme costruiscono le storie, più che la storia, dell’India e dell’induismo. L’epica imponente, i grandi guru, i testi sacri antichi, le feste colorate, i cibi speziati, la tecnologia e la tradizione, le caste e le classi, le donne e la società, ma soprattutto l’induismo raccontato, non scritto, e il percorso spirituale hindu nella pratica, il saadhana, un sentiero per tutti, purché si segua il proprio dharma, dovere morale di ognuno, indipendentemente dall’appartenenza o meno a una qualsiasi religione. Chiunque, credente, agnostico o ateo, può essere considerato dagli hindu elevato spiritualmente, a patto che si faccia portatore di non-violenza verso tutti gli esseri viventi. Così torniamo alla madre, l’ipostasi dell’amore universale, qui rappresentata dalla Ganga, il vero nome del Gange. La dea madre, dispensatrice di vita, ci accoglie nel suo grembo per purificarci e dissetarci con le sue acque sacre che placidamente scorrono lungo i ghat di Varanasi. -
La logica della libertà. Perché la filosofia del diritto di Hegel è ancora attuale
Il tentativo di una esegesi innovativa dei “Lineamenti di Filosofia del diritto” di Hegel mirante a considerarne l'attualità viene qui intrapreso nel rispetto di quella esigenza, esplicitamente indicata da Hegel a chi si appresta a giudicare la sua trattazione, per cui il ragionamento deve venir compreso come ""fondantesi sullo spirito logico"""", ove la logica è concepita come sapere del pensiero. Il XXI secolo dovrebbe lasciarsi alle spalle le tediose leggende e i noiosi clichés sui “Lineamenti di Hegel” per rivolgersi alla filosofia hegeliana, squisitamente moderna, del volere libero e della giustizia, e per ritornare al suo idealismo della libertà, ridestando con ciò i concetti di autodeterminazione e libertà."" -
Montale anglista. Il critico, il traduttore e la «fine del mondo»
Partendo da una formazione fortemente legata ai modelli francesi, Montale si avvicina gradualmente alla cultura anglosassone, complice la sua forzata e non sempre gradita attività di traduttore. Anche in veste di corrispondente giornalistico le sue osservazioni di cronista e interprete della società contemporanea si soffermano spesso sui paesi d'oltremanica e d'oltreoceano per indagarne il ruolo nel sistema culturale d'Occidente. Viste da una prospettiva d'insieme, opere apparentemente slegate come traduzioni, prose critiche, prose narrative e poesie in qualche modo di ambientazione angloamericana fanno straordinariamente corpo e rivelano molteplici interconnessioni. Di particolare interesse i lavori dedicati ad Eliot, a Shakespeare, a Dickinson, a Pound e molti altri. Un suggestivo percorso critico porta Montale a riscoprire, «fuori di casa», frammenti della propria tradizione letteraria (a rileggere, ad esempio, Dante attraverso Eliot e Pound). Visti come «acme indiscusso» della civiltà occidentale, Inghilterra e Stati Uniti mostrano più chiaramente i pericoli della tecnocrazia e della disumanizzazione configurate come vera e propria Apocalisse, tematica fondamentale per comprendere l'ultima produzione in versi e in prosa di Montale. Per questo motivo le lucide analisi dei modelli letterari inglesi, accompagnate spesso da traduzioni elettive di straordinario spessore poetico, diventano sede di una riflessione quanto mai serrata e attuale sul ruolo della cultura in Europa, sulla circolazione di idee e opere letterarie e forse sul destino stesso dell'arte in un mondo sempre più governato dalla pervasiva sovranità tecnologica. -
Sulle sponde dello Ionio: Grecia Occidentale e greci d’Occidente
La rivista ""Il Politico"""" si pubblica dal 1950 (fondatore Bruno Leoni) quale continuazione degli """"Annali di Scienze Politiche"""" fondati nel 1928. Ogni fascicolo, di circa 180 pagine, contiene articoli, note e rassegne di scienza politica, di diritto, di politica economica, di sociologia, di storia e di politica internazionale. Alla rivista si affianca la collana dei """"Quaderni della rivista Il Politico"""". Vi collaborano, oltre ai docenti dell'Università di Pavia, studiosi delle principali università italiane e straniere."" -
La filosofia del cannone e altri scritti di «psicologia del soldato»
Agostino Gemelli (1878-1959) prese parte alla Prima guerra mondiale nella triplice veste di cappellano militare, medico e direttore del Laboratorio psicofisiologico del Comando supremo dell'esercito. Nei suoi scritti la guerra diviene complessa metafora di una modernità sospesa fra scienza e religione. I saggi di Gemelli qui pubblicati illustrano la nascita e lo sviluppo della psicologia del soldato e la rilevanza che questa ebbe nel progressivo rafforzamento istituzionale e scientifico della psicologia, ma contengono anche le linee guida di quel rinnovamento neotomista della dottrina cattolica, il cui fine ultimo consisteva nel ridefinire la sfera esistenziale dell'uomo moderno attraverso un nuovo percorso pedagogico e culturale. -
Morte dell’arte, libertà del soggetto. Attualità di Hegel
I sette saggi contenuti in questo volume intendono ricostruire, da prospettive diverse, l’idea di modernità in chiave hegeliana attraverso l’indagine del rapporto tra morte dell’arte e libertà del soggetto. Per Hegel, infatti, tanto la morte dell’arte quanto il riconoscimento del valore fondante del diritto della libertà del soggetto sono contrassegni essenziali dell’epoca moderna. Il volume vuole quindi da un lato sottolineare l’importanza della riflessione sulla modernità nel pensiero hegeliano e contribuire così alla riattualizzazione del pensiero hegeliano, mostrando come il tema della modernità sia in esso tanto centrale quanto complesso, stimolante e aperto. Dall’altro lato, intende sottolineare l’importanza del pensiero hegeliano nella riflessione sulla modernità, e contribuire così a un pensiero della modernità che si riappropri consapevolmente e convintamente della eredità hegeliana, fornendo un paradigma alternativo (anche se non necessariamente esclusivo) rispetto ad altri, come quello kantiano-cosmopolitico, quello heideggeriano, e quello che, generalizzando, potremmo chiamare “postmoderno”. -
Senso e misura. La valutazione nelle organizzazioni
Nelle istituzioni pubbliche e nelle imprese si è ripreso recentemente a parlare di valutazione: più si avverte la crisi dei modelli tradizionali di gestione, più scarseggiano le risorse, più si riducono i margini economici e più la valutazione acquisisce centralità sulla scena. La valutazione è stata caricata di crescenti aspettative ed è spesso proclamata come soluzione di tutti i problemi legati al funzionamento delle organizzazioni. Da qui il rischio di essere trasformata in un mito sostenuto da un'ideologia non manifesta. Di volta in volta la valutazione è stata presentata come opportunità per migliorare la gestione, per sollecitare il cambiamento, per premiare il merito, per garantire equità. Tante di queste promesse però non sono state mantenute, o forse si è trattato solo di false promesse che non era possibile mantenere. In questo libro si propone un'idea di valutazione come processo relazionale, che non si esaurisce nella trasmissione di misurazioni certe dai valutatori ai valutati, ma si qualifica in termini di partecipazione alla costruzione di senso e significato mentre si lavora. Partendo dalla critica alle fallimentari retoriche del management, che sembrano non riconoscere il lavoro come esperienza fondamentale della vita delle persone e delle comunità, la valutazione può diventare occasione per orientare le decisioni, riflettere sull'esperienza organizzativa, progettare il futuro: un momento di riconoscimento reciproco, uno spazio di scoperta e di invenzione. -
Apogeo e fine di Babele. Linguaggi e lingue nella prima modernità
Nel periodo che corre fra la scoperta dell'America e i primi decenni del Settecento, gli orizzonti linguistici della cultura occidentale si ampliano in maniera inaudita. La scoperta di nuovi mondi, etnie e lingue, le conquiste della scienza, l'attenzione alle forme della vita animale mettono in crisi le categorie conoscitive della tradizione, ivi comprese le idee relative ai tempi della storia e alla posizione degli esseri umani nella Natura. Questo libro illustra il formarsi di nuove idee e filosofie linguistiche imperniate su una visione decentrata e plurale delle nazioni e dei tipi umani, e sulla intuizione che molte specie animali (il mute et turpe pecus degli antichi) godano di proprie forme di conoscenza, comunicazione e perfino di una propria morale. Al mito di Babele come confusione delle lingue e punizione della Superbia umana subentra gradatamente una concezione aperta e problematica delle differenze linguistiche e semiotiche. Due grandi pensatori, Gottfried Wilhelm Leibniz e Giambattista Vico, variamente esprimono nelle rispettive teorie il formidabile potenziale innovativo di quest'epoca storica, imprimendo così una svolta alla filosofia del linguaggio dell'Occidente europeo. -
«Raio pratica» e «raio civilis». Studi di etica e politica medievali per Giancarlo Garfagnini
Il presente volume raccoglie una serie di saggi scritti per Giancarlo Garfagnini da colleghi, amici e allievi, an occasione dei suoi settanta anni. Professore ordinario di Storia della filosofia medievale dal 2002 presso l'Università di Firenze dove si è laureato nel 1971 con una tesi dedicata a Giovanni di Salisbury, Garfagnini ha preso parte attiva alla vita accademica e istituzionale del suo Ateneo come direttore del corso di laurea in Filosofia, vice preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, membro di importanti commissioni dell'area umanistica. Il suo contributo si è espresso anche fuori dal contesto universitario, nel quadro di progetti scientifici promossi da prestigiosi enti di ricerca. Le tematiche privilegiate dai singoli saggi a lui qui dedicati intrecciano alcuni dei principali interessi che ha coltivato all'interno della sua attività di ricerca, l'ambito della riflessione etica e quello del pensiero politico medievali. Attorno a questo comune denominatore tematico, il volume si presenta anche come uno strumento per chi voglia approfondire, sulla scorta delle ricerche di Giancarlo Garfagnini, temi, nozioni e autori del pensiero filosofico dal Medioevo alla prima età moderna. Con scritti di: Luca Bianchi, Giulio d'Onofrio, Gianfranco Fioravanti, Roberto Lambertini, Lidia Lanza, Serena Masolini, Diego Quaglioni, Michela Pereira, Vittoria Perrone Compagni, Anna Rodolfi, Pietro B. Rossi, Stefano Simonetta, Lorenza Tromboni e Silvana Vecchio. -
Winckelmann, Firenze e gli Etruschi. Il padre dell'archeologia in Toscana. Catalogo della mostra (Firenze, 26 maggio 2016-30 gennaio 2017). Ediz. illustrata
La mostra inaugura i festeggiamenti internazionali dedicati a Johann Joachim Winckelmann, a trecento anni dalla nascita (Stendal, 9 dicembre 1717) e a duecentocinquanta dalla morte (Trieste, 8 giugno 1768). Winckelmann inserì nel suo vasto progetto di ricerca sull'arte antica anche l'arte etrusca, dedicandole nella Geschichte der Kunst der Alterthums (1764) un intero capitolo e ritornando poi sull'argomento in alcune delle opere successive. Le conoscenze del grande Sassone in questo campo erano limitate tanto quanto lacunosa e scarsa era la documentazione dell'epoca, proveniente in massima parte dall'Etruria settentrionale, ovvero dal territorio compreso nel Settecento entro i confini del Granducato di Toscana. Durante il suo soggiorno a Firenze, dove tra il settembre 1758 e l'aprile del 1759 fu impegnato nella stesura del catalogo della raccolta di gemme del barone Philipp von Stosch, Winckelmann potè, grazie anche ai rapporti con l'ambiente degli eruditi e degli antiquari fiorentini, ampliare ed approfondire la conoscenza dei monumenti etruschi.