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Il ritorno alla ragione
Il ""Ritorno alla ragione"""" di Guido de Ruggiero del 1946 racchiude buona parte degli articoli che il grande storico del liberalismo europeo pubblicò nel settimanale «La Nuova Europa», diretto da Luigi Salvatorelli. È suddiviso in tre parti: nella prima, de Ruggiero analizza le premesse speculative dello storicismo crociano; nella seconda, denuncia in particolar modo, e con toni illuministi, le derive irrazionalistiche del pensiero tedesco; nella terza parte sono presenti alcuni studi sul liberalismo, sulla democrazia, sul nazionalismo, sul pensiero socialista e sul rapporto dialettico fra destra e sinistra: in breve, verte sugli orientamenti politici maturati dalla Rivoluzione francese fino al secondo immediato dopoguerra."" -
La scuola italiana del cinema. Il Centro Sperimentale di Cinematografia dalla storia alla cronaca (1930-2017)
«Il Centro Sperimentale di Cinematografia ha una storia lunga e complessa, che si intreccia in modo inestricabile alla storia del cinema italiano e alla storia d'Italia. Nato per volontà del fascismo negli anni '30, è stato svaligiato dai nazisti durante la guerra, ha vissuto gli anni del dopoguerra e del boom, è stato protagonista della stagione fervente e caotica del '68, ha condiviso tutte le crisi e tutte le rinascite del nostro cinema e della nostra società. E in questo XXI secolo, nel quale il cinema è ""circondato"""" da nuovi media e nuove tecniche ma continua eroicamente a voler essere protagonista, accompagna la trasformazione del cinema stesso in qualche cosa che ancora non conosciamo, ma che sarà entusiasmante conoscere»."" -
Le fantasticherie del camminatore errante
Elogio dell'erranza e dello smarrimento: è il senso di questo libro, in cui l'autore afferma che, per trovare la via, bisogna necessariamente perderla. ""Le fantasticherie del camminatore errante"""" è un'affascinante narrazione di viaggi, che ci conduce per mano in terre favolose, ma anche nell'intimità più riposta di ciascuno di noi. Nella prima parte, """"Per una archeologia del cammino"""", l'autore declina la sua personale idea del camminare come scavo, scoperta, preghiera, ascesi. In commossa consonanza con Rousseau, Hesse, Thoreau, von Humboldt, Wordsworth. La seconda parte, """"Le erranze e le fantasticherie"""", è un alternarsi di brevi racconti di viaggio e di riflessioni sulla vita, sui luoghi, sul creato, sull'uomo. Il risultato è un magma fluido, onirico, di paesaggi, avventure, emozioni, raccolti come nel diario di un pellegrino del Medioevo. Un po' monaco errante, un po' sciamano, un po' eremita, che anela ad una clausura nel tempio immaginifico delle montagne, delle valli, delle foreste. Tanto lontano dal mondo, eppure sempre nel cuore del mondo."" -
Slovak studies. Rivista dell'Istituto Storico Slovacco di Roma (2017). Vol. 1-2
Rivista dell'Istituto Storico Slovacco di Roma, numeri 1-2 2017. -
La Cina e la nuova via della seta. Progetto per un'invasione globale
La Cina in pochi anni da semplice e umile ""fabbrica del mondo"""" diventerà la protagonista globale. La sfida strategica, economica, militare e ideologica è in corso, ma sia l'Europa che l'Italia, non hanno ancora capito il gigantesco sforzo che sta compiendo la Cina per diventare un insostituibile attore. Una concreta alternativa, anche militare, all'Occidente, un partner globale a cui rivolgersi, un solido punto di riferimento in grado di offrire protezione e vantaggi economici, monetari e politici. Il grande """"sogno cinese"""" passa anche attraverso la politica condivisa delle infrastrutture: """"la via della seta"""" è uno degli strumenti utilizzati per affermarsi. Il più grande progetto di espansione e di conquista globale si divide in due rami: uno terrestre e l'altro marittimo. Un'incredibile rete formata dal controllo di rotte oceaniche, canali strategici, ferrovie, autostrade e strade, cavi, comunicazioni. Un insieme anche di approvvigionamento energetico e di espansione militare. Introduzione di Mario Caligiuri."" -
Max Stirner. La sua vita e la sua opera
La biografia di Max Stirner, redatta da John Mackay in tre diverse stesure, resta l'unica compiuta descrizione della vita del filosofo che ha pure la pretesa, come si legge nel titolo, di trattare del suo libro. Mackay, come lui stesso ci informa, scoprì per caso l'opera di Stirner nel 1887, leggendo la ""Storia del materialismo"""" di Lange, un'opera del 1866 nella quale c'è un breve rinvio a Stirner e al nucleo del suo pensiero. La lettura del libro di Stirner fu per Mackay una vera folgorazione: lui, militante anarchico, di quella tendenza dell'anarchismo che si richiamava esplicitamente all'individualismo, pensò di aver trovato in Stirner e nella sua opera il teorico dell'anarchismo individualista e la più compiuta espressione della filosofia e della visione del mondo di questa corrente di pensiero. Dal momento in cui legge """"L'unico"""", Mackay si sente investito di una missione: divulgare il verbo stirneriano e ricostruire la vita del filosofo di Bayreuth. La biografia appare come un tentativo di conciliare i due aspetti: ricostruire la vita del filosofo dalla nascita alla tomba e dedicare un intero capitolo del suo libro, il quinto, all'opera di Stirner."" -
Banditi a Orgosolo. Il film di Vittorio De Seta
"Banditi a Orgosolo"""" è un film girato in Barbagia, nel cuore della Sardegna agli inizi degli anni Sessanta. Un lavoro lontano dai moduli produttivi tradizionali, realizzato da una troupe ridottissima e interpretato da attori non professionisti. Premiato come miglior esordio al festival di Venezia nel 1961, da subito ottiene riconoscimenti in tutto il mondo: a New York (1962) viene premiato perché è «un'opera creativa di eccezionale valore nel campo della cinematografia documentaria» e a Boston il premio per la miglior regia gli viene attribuito «per la qualità del risultato nella ricerca creativa col mezzo cinematografico». Martin Scorsese molti anni dopo l'uscita lo definirà un capolavoro indiscusso, ma ancora nel 1963 il critico di una rivista della Cuba di Castro e Che Guevara, recensendo il film scrive: «Se mi chiedessero quale regista sarebbe più utile per Cuba io direi Vittorio De Seta perché dimostra che il cinema è un'arma importante nella lotta per il futuro dell'umanità». Questo libro, progettato con lo stesso Vittorio De Seta quando era vivo, raccoglie i materiali che documentano la realizzazione di Banditi a Orgosolo - appunti, fotografie, la sceneggiatura desunta - introdotti da un saggio che analizza la pellicola e ripercorre la genesi del film e la sua ricezione." -
L' arte borghese della guerra proletaria
Uno spaccato della storia d'Italia che va dagli anni di piombo ai Duemila, con sullo sfondo una Milano spettrale e vorace, quella del disfacimento politico-giudiziario e del tracollo economico. Carlo Donini, in gioventù contiguo al terrorismo rosso prima e all'attività golpistica di destra dopo, è un manager spregiudicato, ingranaggio funzionale dell'opaca classe dirigente che domina il Paese. Il suo agire è guidato dalla constatazione che se la guerra proletaria è stata persa, conviene ora esercitarsi nell'arte borghese dell'affarismo sfrenato, oltre ogni limite tra lecito e illecito: se tutto era consentito un tempo, in epoca rivoluzionaria, lo è altrettanto adesso in epoca di capitalismo estremo. Solo fino a quando il meccanismo non si incrina e anche il suo passato, che sembrava definitivamente sepolto, non si riaffaccia obbligandolo a fare i conti con i propri deliri di onnipotenza. Una partitura ben orchestrata che sa intrecciare gli avvenimenti e i protagonisti della vita pubblica alle vicende particolari di una singola e tormentata esistenza. E che indaga, in definitiva, sull'essenza del Potere e sull'uomo come ostaggio del proprio destino e della Storia. Un noir, che è anche l'autobiografia collettiva dell'Italia repubblicana il cui atto di nascita, nefasto, reca il timbro insanguinato di piazza Fontana. -
La narrativa di Corrado Alvaro. Tra sperimentalismo, denuncia e profezia
I romanzi di Corrado Alvaro, riletti oggi, alla luce delle più recenti acquisizioni della critica (psicanalitica, semiologica, ermeneutica) e della filologia, appaiono estremamente convincenti sia sotto il profilo tematico (per la vocazione a trascendere il puro dato autobiografico in un'ottica storico-sociale), sia a livello strutturale e stilistico (per il superamento dei canoni ottocenteschi del racconto). Il grande calabrese si autentica come il narratore italiano che ha esaltato, più d'altri, la funzione conoscitiva del romanzo e come il più formidabile inventore di macchine narrative del ventesimo secolo. Tappa fondamentale, invero, la sua narrativa, nell'accidentato percorso che ha fatto del romanzo il luogo privilegiato per l'interpretazione e la rappresentazione del mondo nel tempo. -
Perché è nata la dottrina sociale della Chiesa? Tra magistero e pensiero
Dopo ben oltre un secolo, e con tutti i nuovi elementi che sono emersi, si può sicuramente affermare che la dottrina sociale della Chiesa non è nata solo per motivi di ordine sociale ed economico. Questi furono sicuramente importanti, ma, accanto a questi, non vanno trascurati quelli di natura teologica, politica e pedagogica. In un secolo, come l'Ottocento, segnato da quelle che, poi, verranno chiamate ideologie o ""religioni terrene e secolarizzate"""", Leone XIII intendeva ribadire che il cristianesimo è l'unica possibilità di un'autentica salvezza mentre tutte le altre opportunità sono solo contraffazioni. Dopo l'evento epocale della """"presa di Roma"""", che fu vissuto nel mondo intero con profonde riflessioni e interrogativi, anche e soprattutto da parte di intellettuali non cattolici, mons. Gioacchino Pecci, con il nome di Leone, succede a Pio IX al soglio pontificio, dopo essere stato nel 1843 nunzio apostolico a Bruxelles, città per tanti versi in fermento e dove erano confluiti intellettuali e rivoluzionari di varie estrazioni, dai liberali ai socialisti. Da qui prende le mosse l'insegnamento sociale cristiano del nuovo Pontefice. Questo insegnamento consente di affrontare con serenità ed efficacia le problematiche terrene senza generare frustrazioni e degenerazioni già insite nelle ideologie. Il loro fallimento - sembra già preannunciarci Leone XIII - avrebbe comportato le aberrazioni che tutti vediamo: da una parte un individualismo sfrenato ed egoistico tipico di un liberalismo che approda al libertarismo, dall'altra una rassegnazione priva di speranza che approda al nichilismo. È da tutto ciò che la Dottrina sociale della Chiesa intende metterci in guardia."" -
L' altra storia del sindacato. Dal secondo dopoguerra agli anni di Industry 4.0
«Un libro anticonformista, un contributo serio per una discussione aperta sul movimento sindacale in cui non prevale la retorica e non domina il patriottismo di organizzazione. La globalizzazione, la finanziarizzazione dell'economia e il mercato hanno messo fuori gioco il sindacato. È un declino inarrestabile? Non ci sarà futuro? Giuliano Cazzola e Giuseppe Sabella non ne sono convinti, vedono delle opportunità. Sono molto interessanti gli stimoli, a volte le provocazioni, le proposte, i cambiamenti che propongono». Così scrive nella sua introduzione Giorgio Benvenuto, tra i più importanti protagonisti dell'Italia repubblicana, nel presentare ""L'altra storia del sindacato"""", una storia mai raccontata prima, lontana dai teoremi della """"vecchia sinistra"""" e utile a capire presente e futuro. Ciò soprattutto in una fase di grande sconvolgimento economico e politico, sia a livello nazionale che internazionale. L'industria e il lavoro sono oggi al centro della grande trasformazione: laddove c'è innovazione ci sono accordi sindacali. La contrattazione di secondo livello, il welfare aziendale, la conciliazione vita-lavoro e, più in generale, il piano industria 4.0 sono sempre più al centro della vita delle imprese: ecco perché il sindacato ha davanti a sé una strada aperta e non scomparirà. Se cambierà pelle. Introduzione di Giorgio Benvenuto e postfazione di Alberto Brambilla."" -
Danubiana. Percorsi storico-letterari fra Italia e Ungheria. Vol. 1
"Danubiana 1"""" raccoglie una serie di saggi, frutto di anni di studio e di ricerca del loro autore, volti a far conoscere al lettore italiano non solo la cultura magiara nei suoi aspetti storico-letterari, ma l'intenso e duraturo rapporto dell'Ungheria con la cultura italiana. I saggi sono stati scritti """"sotto l'ombra di scuri rosmarini"""", ovvero l'Italia nella surreale rappresentazione fantastica del poeta nazionale magiaro Sándor Petofi, con lo sguardo rivolto al Paese dove, come canta l'inno ungherese di Ferenc Kölcsey, """"mormorano le onde del Tibisco e del Danubio"""", la """"beata Ungheria"""" della famosa definizione dantesca del Paese dei Magiari seguita dalla altrettanto nota raccomandazione del Sommo Poeta che invitava gli ungheresi a non lasciarsi fuorviare da una cattiva conduzione politica, problema con cui l'Ungheria si è in seguito incontrata e scontrata nel corso della sua storia millenaria. Con il presente lavoro l'autore ha inteso rendere omaggio al Paese della cui cultura si è occupato con dedizione, ammirazione e affetto in oltre quarant'anni di attività. A questo volume di saggi italo-ungheresi l'autore intende far seguire un'antologia della poesia ungherese dalle origini ai nostri giorni: si intitolerà """"Danubiana 2"""" per sottolineare la continuità del progetto." -
Emarginazione della storia e nuove storie
"Una certa crisi della storia - nel senso corrente della parola - è reale. Se ne è più volte parlato anche a livello giornalistico. Ma in che cosa consiste questa dichiarata, e spesso deprecata, crisi odierna della storia? Innanzitutto - si può dire - in una certa insicurezza circa l'identità e le funzioni della storia nel contesto culturale e civile in cui gli storici si muovono. Una seconda ragione è che questa crisi non è affatto immaginaria o poco evidente: basta pensare, per rilevarla, alla continua emarginazione della storia nei programmi scolastici."""" (Giuseppe Galasso)" -
Immagine e interpretazione
Il volume racchiude dei saggi che riprendono la prospettiva ermeneutica inaugurata da Gaston Bachelard e da diversi altri teorici, focalizzando l’attenzione sullo statuto ontologico dell’immagine. Nello specifico, coniuga un approccio di tipo retorico con la mito-analisi, intesa come esplorazione dei simboli e delle strutture antropologiche dell’immaginario. La maggior parte degli studi è dedicata alla letteratura romena (Mihai Eminescu, Fundoianu, Mircea Eliade, Angela Marinescu) e alla letteratura romena migrante, in particolare francofona (Gherasim Luca, Lorand Gaspar, Benjamin Fondane), mentre i restanti altri prendono in considerazione – in un’ottica imagologica – la tematica della donna e quella del balcanismo e fanno emergere i valori e le funzioni comuni alla configurazione dell’immagine, principalmente della metafora, e al simbolo, promuovendo nuove e affascinanti possibilità interpretative. -
Devianza e adolescenza. Atti del Convegno (Cariati, 9 giungo 2017)
Le manifestazioni di devianza tipiche del periodo di transizione per eccellenza, quello adolescenziale, come ad esempio le radici dell'illegalità e il fenomeno del bullismo scolastico ed extrascolastico, vengono qui analizzate proponendo innovative strategie di prevenzione e di intervento. Il testo si rivolge sia a chi intenda formarsi come professionista dell'educazione e della formazione nell'ambito della pedagogia della devianza, sia a genitori e ragazzi. -
Suocera e nuora. Istruzioni e avvertenze
Guardato con un certo distacco quanto viene narrato in questo libro, attraverso i racconti di molte donne - suocere e nuore -, succede in tutte le famiglie, da sempre e ovunque. La commedia familiare impone di volta in volta di interpretare diversi personaggi, il conflitto che può scaturirne non va sottovalutato né irriso, il giuoco dei ruoli è una questione serissima tanto che non c'è modo di far parte di una famiglia rifiutandone le regole bisogna, invece, imparare a fronteggiare le situazioni più pericolose. -
Prima Repubblica, una storia di frontiere
È una storia politica, non una biografia. A volte la storia politica di un personaggio, nel nostro caso Rino Formica, dirigente politico e ministro della Repubblica, va oltre il racconto biografico, è piuttosto lo svolgersi di un movimento di uomini e di idee. Il movimento e le idee sono quelle del socialismo italiano e, per dir meglio, del socialismo che si ricostruisce nell'immediato dopoguerra e di quel gruppo dirigente che si raccoglie in quegli stessi anni attorno alla Federazione giovanile socialista. Una storia che da quella esperienza di gioventù e di entusiasmo antifascista, antitotalitario e libertario si snoda fino ai giorni nostri. ""Sbloccare"""" la nostra democrazia, liberarla dalle maglie rigide del """"patto di Yalta"""", portare il revisionismo fin dentro l'area inviolabile del compromesso costituzionale, raccontare l'altra storia della democrazia italiana, la storia di un Paese di frontiera, con troppi confini """"caldi"""" al cui interno sopravvive un sistema che può darsi un avvenire di modernizzazione solo attraverso l'uso forte e consapevole di quella semplice e primordiale categoria, l'""""autonomia"""", da applicarsi in primo luogo alla sinistra. Introduzione di Marco Gervasoni e con un'intervista di Marco Damilano."" -
Una vita per i diritti. La cultura e lo sviluppo locale
In questo volume sono raccolte e raccontate le storie e le memorie più significative di una vita spesa per i diritti e per la coesione sociale in una terra difficile. A partire dai ricordi di giovane militante comunista e corrispondente de L’Unità e di Paese Sera. Si passa poi per gli anni di fine secolo scorso, caratterizzati da una lunga stagione di militanza e di lavoro nella CGIL provinciale e in quella regionale. Di questi anni, nel volume, si ricordano non solo le fasi salienti, ma anche piccole vicende, veri e propri aneddoti che ci possono aiutare a capire il contesto politico, sociale e culturale in cui l’autore è vissuto e si è formato. Infine, viene raccontata la fase più recente del percorso di Pasquale Iorio: la ricca esperienza delle Piazze del Sapere e l’impegno sociale a sostegno di vere e proprie battaglie di civiltà per i beni comuni e culturali, a partire dal progetto di Aislo per un “Distretto culturale evoluto” in Terra di Lavoro. -
La terra dei due fiumi allo specchio. Visioni alternative di Iraq dalla tarda epoca ottomana all'avvento dello «Stato islamico»
Spazio liminale e crocevia di popoli e culture differenti, la terra dei due fiumi ha da sempre avuto nella diversità una delle sue principali cifre costitutive. A partire dai primi anni del ventesimo secolo questa complessità di fondo si è tradotta in una serie di progetti di articolazione del potere spesso apertamente divergenti rispetto all'assetto prevalso nel 1921. Pur con forme, intensità e modalità differenti, queste ""visioni alternative di Iraq"""" hanno continuato a esercitare un'influenza profonda nei decenni successivi, non solo nel nord a maggioranza curda, ma anche nelle province centro-meridionali. Oggi, con la liberazione di Mosul dalla presa del sedicente """"Stato islamico"""", esse sono tornate a giocare un ruolo di primo piano e a influenzare in profondità gli equilibri di un Paese che, ancora una volta, appare in bilico tra promesse di rinascita e rischi di dissoluzione."" -
L'ape furibonda. Undici donne di carattere in Calabria
Il temperamento di undici donne coraggiose che con le loro azioni si sono distinte per audacia e intraprendenza, a volte pagando con la vita le loro scelte. Donne emancipate, donne di carattere dentro nove storie ambientate in Calabria. Il coraggio, la passione e la tenacia di ciascuna di loro, come l’ape furibonda di Alda Merini. Maria Oliverio, Maria Teresa De Filippis, Anna Maria Peduzzi, Ada Pace, Giuditta Levato, Giuseppina Russo, Serafina Battaglia, Rita Pisano, Caterina Tuferalli Palumbo, Rosa Graziano, Maria Elia De Seta Pignatelli. Prefazione di Susanna Camusso.