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Noi lazzaroni
«Un libro che racconta dal di dentro il mondo dell’emigrazione, i motivi che costringono i giovani a partire, i conflitti tra chi resta e chi parte, le difficoltà di integrazione nelle città di arrivo, il razzismo ma anche la conquista della dignità del lavoro. Il tutto senza nostalgia lacrimosa, con una lingua priva di fronzoli, concreta come la storia che narra, mai stonata, esibita, consolatoria. Non a caso il protagonista, mastro Turi, ci racconta la sua storia, simile a quella di milioni di emigranti, con una premessa che sgombra subito il campo da ogni ombra di retorica sull’emigrazione: “Non parlo con l’intenzione di fare poesia o di commuovere. La facciano gli altri, la poesia: quelli che hanno avuto da sempre il ventre pieno e case e soldi e si dilettano a scrivere libri per i loro eguali e che noi non capiamo, che non ci toccano, che non ci insegnano nulla di nulla”» (dalla prefazione di Carmine Abate) -
Perché le fabbriche fanno bene all'Italia
L’Italia può fare a meno della sua industria? Senza la sua storia industriale e un’esperienza manifatturiera radicata nel territorio e nella società l’Italia avrebbe la stessa posizione che occupa oggi nel mondo? No, sostiene Rachele Sessa nel saggio Perché le fabbriche fanno bene all’Italia. Se ci raccontiamo come il Paese più bello del mondo non è solo per i monumenti, l’arte o il paesaggio, ma anche per la nostra capacità di produrre oggetti e macchinari apprezzati ovunque per efficienza ed eleganza, un valore aggiunto industriale tipicamente italiano. Quanta consapevolezza c’è oggi di questo patrimonio e del valore dell’industria? Per far fronte alle due grandi sfide del futuro prossimo: la transizione digitale e quella ambientale è fondamentale smettere di pensare alla fabbrica con gli stereotipi del ’900. Invece le fabbriche, per loro natura e se ben guidate, sono templi di modernizzazione sparsi sul territorio. E dunque è tempo che l’opinione pubblica conosca meglio le opportunità offerte dal mondo dell’industria, non solo in campo tecnologico ma anche sul piano della generazione di innovazioni e di sperimentazioni utili all’intera società. Per questo l’industria deve ritornare al centro delle politiche di una nazione come l’Italia. Schierarsi per “il partito dell’industria” rappresenta una scelta civile, prima che politica in senso stretto. -
La Magna Grecia. Paesaggi e storie. Vol. 2
La Grande-Grèce di François Lenormant, con le sue ricchissime e variegate narrazioni diaristiche, è dedicata sì principalmente all'antichità magnogreca, ma si estende anche all'età bizantina e all'età moderna, fino all'Ottocento calabrese e meridionale, manifestando pure una sensibile e acuta attenzione allo spazio antropico e alle bellezze paesaggistiche, alle questioni economiche e sociali. L'opera è articolata in tre volumi. Dopo l'attraversamento della Calabria magnogreca e bizantina, da Sibari a Rossano e alla Valle del Neto, che occupa il primo volume, in questa seconda parte troviamo il seguito del viaggio lungo la costa jonica. Le pagine di questo secondo volume, infatti, sono dedicate a Crotone, Catanzaro e Squillace. L'intelligente curiosità dell'autore, sorretta dalla fluidità e dal fascino di una scrittura esuberante e rigogliosa, ha fatto sì che l'opera divenisse in breve un classico, adoperato come guida dai più importanti viaggiatori stranieri che visitarono la Calabria tra Otto e Novecento, come George Gissing e Norman Douglas. -
Brescia. Resilienza e ripresa. Una città che cambia
Brescia sta vivendo profonde trasformazioni sotto diversi punti di vista, e nonostante - o grazie a - tali trasformazioni, mostra di sapere rispondere alle crisi. È una città che cambia, che evolve, si apre, guarda oltre, ma di fronte alle difficoltà manifesta sempre il coraggio e la forza della Leonessa d'Italia. Il testo è strutturato in due parti: nella prima si descrivono i mutamenti ""strutturali"""" della città, dal territorio all'ambiente, alle dinamiche demografiche, ai settori occupazionali. Nella seconda parte il focus è su alcune peculiarità del contesto socio-territoriale bresciano, che lo rendono unico e innovativo: la solidarietà sociale, l'apertura all'altro, la capacità di fare rete, l'esperienza della giustizia riparativa. Lo sguardo è sempre quello della sociologia del territorio che sa analizzare e mettere in relazione i complessi fenomeni dei luoghi."" -
La politica come mestiere. Non-manuale per carriere, militanze e cittadinanza
Una volta c'erano i partiti, ormai persi nella notte della memoria collettiva, che risultavano rassicuranti per la loro continuità. Oggi chiamiamo partiti dei ""brand"""" effimeri, concepiti con gli stessi criteri di un prodotto commerciale destinato a durare una stagione o poco più. La loro scomparsa – per l'estinzione di ciò che li faceva vivere, come la democrazia interna, la militanza, l'insediamento territoriale – ha trascinato in un buco nero la politica. Si è parlato e scritto spesso di incompetenza e di de-merito al potere. La verità è che ogni attività umana, ancorché concepita in modo non professionale, ha le sue regole ed esige competenza: insomma, va svolta con professionalità. Una volta ci pensavano i partiti a formare la classe politica, perché non si arrivava al vertice dello Stato ignari dei rudimenti della cultura politica. Oggi si arriva in politica nudi e digiuni. Questo libro cerca di mettere una piccola pezza al vuoto di conoscenza della politica così com'è."" -
La chiesa di San Benedetto a Lamezia Terme. Ediz. illustrata
«Rendere fruibile il processo di progettazione e di realizzazione di un'opera architettonica, qual è la nostra Chiesa inter-parrocchiale, la cui prima pietra venne benedetta da Papa Benedetto XVI nel corso della sua Visita Pastorale a Lamezia il 9 ottobre 2011, aiuta i fedeli, considerando le realtà sacre, a introdursi in modo esperienziale e sapienziale nei segni e nei luoghi liturgici, per cogliere la presenza viva di Cristo e della sua azione salvifica, secondo lo stile che caratterizzava la catechesi dei Padri nei primi secoli della Chiesa. Attraverso lo studio e la comprensione degli spazi che costituiscono gli edifici di culto, infatti, è possibile entrare dentro al mistero pasquale di Cristo per poter dare viva testimonianza della propria fede nella vita di ogni giorno. L'edificio di culto rimanda allegoricamente alla sala del banchetto di nozze a cui il Padre ci invita per lo sposalizio di Cristo, suo Figlio, con l'intera umanità. Lo stesso Pontefice emerito, commentando, nell'omelia pronunciata durante la Santa Messa nella zona Ex Sir, la Liturgia della Parola di quella domenica, esortava la comunità diocesana ""ad essere commensali del Signore, ad entrare con la fede al suo banchetto, ma dobbiamo indossare e custodire l'abito nuziale, la carità, vivere un profondo amore a Dio e al prossimo""""». (dalla prefazione di mons. Giuseppe Schillaci)"" -
Il patrimonio culturale di interesse religioso in Italia. Religioni, diritto ed economia
Il patrimonio culturale di interesse religioso è oggi più che mai strumento di sviluppo economico e di promozione del territorio. Il volume, a partire dall'analisi del regime giuridico, propone idee e riflessioni su nuove strategie e azioni per la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali di interesse religioso occupandosi tra l'altro: della costruzione di modelli di governance efficienti per la gestione del patrimonio culturale; delle forme di collaborazione con la Chiesa cattolica; dell'offerta di arte per lo sviluppo economico del territorio; di nuove strategie di marketing digitale; di sostenibilità e fruizione del patrimonio culturale religioso; dei parchi culturali ecclesiali; della fruizione degli edifici di culto per finalità culturali; di organizzazione e gestione dei musei ecclesiastici. -
Formiche (2021). Vol. 174
"Formiche"""" è un progetto culturale ed editoriale fondato da Paolo Messa nel 2004 ed animato da un gruppo di trentenni con passione civile e curiosità per tutto ciò che è politica, economia, geografia, ambiente e cultura. Nato come rivista cartacea, oggi l'iniziativa Formiche è articolata attraverso il mensile (disponibile anche in versione elettronica), la testata quotidiana on-line formiche.net, un sito di informazione europea in lingua inglese anthill.eu, una collana di libri, un programma di seminari a porte chiuse Landscapes ed una Fondazione onlus." -
Strutture signorili a confronto. Gli Aleramici e gli Avenel Maccabeo nella Sicilia normanna (XI-XII secolo)
Il volume propone una riflessione sull'esistenza di ""strutture signorili"""" nella Sicilia normanna. La ricerca si concentra su due signorie laiche, facenti capo ai potenti casati degli Aleramici e degli Avenel Maccabeo in auge nell'isola dall'ultimo decennio dell'XI secolo agli anni Ottanta del XII. L'autore indaga in chiave comparativa le modalità di controllo del territorio da parte delle due consorterie; le forme adottate per la promozione di monasteri; la nascita di ceti dirigenti; la formazione di uno stretto seguito all'interno delle corti; e, infine, i diritti, anche redditizi, che i signori potevano esercitare in vario modo. La scelta di mettere a confronto le strutture e i sussidi che permettevano agli Aleramici e agli Avenel Maccabeo la gestione del potere, intende presentare una nuova visione del fenomeno della """"signoria"""" nella Sicilia normanna."" -
Mondo nuovo
Le storie che intessono questo romanzo autobiografico esplorano ed elaborano l'esperienza migratoria della seconda metà del secolo scorso, dalla prospettiva adolescenziale e di donna, che si rapporta a una migrazione non scelta ma subita. L'esperienza pre-migratoria è il laboratorio in cui la narratrice bambina e poi adolescente sperimenta gli effetti dell'emigrazione nella propria casa e nella comunità e ne percepisce e subisce la precarietà, la perdita, la paura e la vergogna. Sono storie autentiche d'innocenza spezzata, di crescita, di presa di coscienza e di tenacia: il percorso del faticoso e costoso American Dream che evolve caparbiamente in un ibrido Italian Dream, costruito con sogni italiani, il lavoro in fabbrica, gli studi e la carriera accademica in America. Prefazione di Alfonso Campisi. -
Rogerius. Bollettino dell'Istituto della Biblioteca Calabrese (2021). Vol. 1-2
Rogerius è ""Bollettino dell'Istituto della Biblioteca Calabrese onlus. Periodico di cultura e bibliografia"""", con cadenza semestrale e diretto da Giacinto Namia."" -
Filosofia salvavita. Eterno tempo e diari dell'anima
«Tendo a pensare che una ""filosofia salvifica"""" passi largamente da un et et conciliativo degli opposti in una sorta di """"rimedio al centro"""", rispetto a un Due dell'aut aut il quale segnala in sé stesso l'imperfezione e il limite del nostro vivere nel tempo... Un et et che ci tiene in qualche misura ancora accosto a quell'eterno che il tempo del Due, del prima e del dopo, del """"così oppure cosà"""" dell'aut aut, ci renderà incomprensibile... Un et et salvifico perché, se non altro, dà l'illusione di mirare a quel punto centrale delle cose in cui si compendia il vero e che può essere pur solo traguardo inconseguibile nel tempo, forse nell'eterno.» Queste parole citate da quest'ultimo libro di Giorgio Girard (Cap. 3, parte II), da lui considerato un testamento spirituale, evocano la tensione di tutta una vita verso la riflessione e la conoscenza. La filosofia e la psicologia sono qui intese come antidoto al """"ludibrio del vivere"""" e all'incertezza del tempo in cui viviamo."" -
Donne e guerra. Problemi, biografie, sguardi
Frutto di ricerche inedite, i saggi raccolti nel volume affrontano da differenti ottiche disciplinari le guerre del Novecento nella prospettiva della storia di genere. Fin dagli anni Settanta un'ampia messe di ricerche e nuove categorie di indagine hanno introdotto inedite prospettive interpretative, e anche la Grande guerra ha catalizzato l'attenzione su soggetti e ambiti trascurati, dalla mobilitazione del fronte interno alla presenza delle donne negli spazi pubblici, agli effetti sui processi di emancipazione. Sulla base di un quadro aggiornato degli studi e delle fonti, i saggi raccolti nel volume privilegiano tre prospettive di analisi: quella di genere; quella comparativa, con il confronto fra studiosi spagnoli e italiani; e quella interdisciplinare, mettendo in relazione storia, lingua e letteratura. L'antologia che chiude il volume presenta stralci di memorie conservate presso l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, mirando a restituire l'«intima dimensione della guerra» attraverso le testimonianze femminili. Introduzione di Patrizia Gabrielli, Rocío Luque, Paolo Ferrari. Scritti di Mercedes Arriaga Flórez, Marina Cardozo, Daniele Cerrato, Giulia Cioci, Caterina Duraccio, Matteo Ermacora, Paolo Ferrari, Patrizia Gabrielli, Rocío Luque, Alessandro Massignani, Francesca Rubini, Carlo Stiaccini, Eugenia Tognotti e Anna Tonelli. -
Anche se Allah non vuole
Un'abitazione signorile, interno, notte. La tranquillità di una famiglia ""normale"""" viene travolta dall'irrompere delle forze dell'ordine e dall'arresto del figlio diciannovenne, accusato di collaborare con gruppi terroristici islamici. Una realtà che credevano fosse lontana. Nella quale precipitano le loro vite, il non detto fra genitori e figli, i furori giovanili, le idealità immaginate e quelle travisate, un passato che ancora brucia. Una miscela che vede esplodere diverse visioni del mondo e diversi modi di viverlo. Sarà del padre il tentativo di riaprire un dialogo con il figlio, accettando di rimettersi in discussione. Il solo modo di dipanare la matassa. Una storia che riguarda tanti, forse tutti, da vicino. Più di quel che riusciamo a immaginare. Un apologo sul nostro mondo, scritto da chi alla sua osservazione critica ha dedicato tanta attenzione."" -
Trasformazioni della politica
"Trasformazioni della democrazia"""" è il titolo di un celebre saggio di Vilfredo Pareto del 1921. """"Trasformazioni della politica"""" si richiama a quel lontano e illustre precedente per proporre una visione panoramica dei profondi cambiamenti - sociali, culturali, istituzionali, tecnologici - che hanno investito i sistemi politici democratici contemporanei. Cambiamenti che con lo scoppio della pandemia su scala globale potrebbero, se non governati in modo razionale, mettere seriamente a rischio il loro funzionamento." -
Israele e Palestina. Schede sintetiche per una visita culturale o religiosa
Il viaggiatore, per soddisfare il suo desiderio di conoscenza, vuole essere informato su storia, geografia, tradizioni, usanze, curiosità, ""spiritus loci"""" delle sue mete. In quest'ottica, la pubblicazione intende fornire notizie essenziali per la visita dei luoghi di maggiore interesse storico, culturale e religioso di Israele e Palestina. La """"Terra Santa"""" di tre religioni (Ebraismo, Cristianesimo e Islam), racchiude le radici religiose dell'Occidente con conseguenti riflessi in campo sociale e politico. 4000 anni di storia sono raccontati con informazioni sintetiche, ma basilari, riportate in schede di facile consultazione e lettura."" -
Un quadrifoglio verde tra le spine. Traduzioni da poeti italoalbanesi
La più diffusa minoranza etnolinguistica del nostro Meridione è quella degli Arbëreshë (Albanesi d'Italia). Qui si tenta di darne plastica e chiara notizia limitando i cenni storici al minimo necessario. Scopo finale del presente lavoro è definire l'albanità d'Italia indagando lo stato attuale della lingua arbëreshe in bocca al parlante e interrogando, col tradurne una scelta di testi, i maggiori poeti che in detta lingua cantarono, e cioè De Rada, Santori, Serembe, Schirò - il quadrifoglio del titolo. Quanto alle spine dello stesso, lo sfarsi della lingua e la buffa retorica che l'accompagna sono le più puntute e aspre. -
Pulcherrima civitas Castriboni. Castelbuono 700 anni
Frutto di mezzo secolo di ricerche in archivi italiani e stranieri, il volume ripercorre le vicende sino ai nostri giorni non solo dei castelbuonesi dalla fondazione nel 1317 del castello ""buono"""" da cui il loro paese ha preso il nome, ma anche dei loro antenati che vissero a Ypsigro, come si chiamava il borgo di origine bizantina anteriormente agli anni Venti del Trecento, quando prevalse il toponimo Castelbuono. Nella carenza di fonti sui primi due secoli di vita del paese risaltano nel Trecento le figure del conte Francesco I Ventimiglia e nel Quattrocento del pronipote Giovanni I Ventimiglia, dal 1436 marchese di Geraci, il personaggio più prestigioso della lunga storia della famiglia e della storia castelbuonese. Con la seconda metà del Quattrocento il quadro si allarga e cominciano a scorrere via via in rapida successione i momenti cruciali del paese, i potenti signori feudali, le loro imprese e le continue crisi finanziarie, la loro plurisecolare munificenza alla quale Castelbuono deve non poche opere d'arte, l'aspro contenzioso con la popolazione prolungatosi da metà Settecento per quasi tutto l'Ottocento. E ancora i castelbuonesi con le loro attività economiche, religiose e artistiche e con i loro momenti di follia sfociati in violenti atti di sangue e saccheggi: ricchi e poveri, pastori, contadini, artigiani e commercianti forestieri spesso naturalizzati, religiosi, uomini di cultura, scienziati, amministratori pubblici e più tardi anche prestigiosi uomini politici. All'ombra del potere feudale sorgono tra Sei e Settecento i primi baroni e poi altri ancora nell'Ottocento. E si affermano nuove famiglie che dominano la scena sino a fine Ottocento. Né sono trascurate le donne: religiose, mogli, vedove, figlie di buona famiglia ribelli alla volontà dei padri. La crescita demografica del Cinque-Seicento favorisce uno sviluppo urbanistico impressionante, con la nascita di nuovi quartieri e la costruzione di parecchi conventi e chiese, tra cui la Nuova Matrice. In aggiunta alle attività tradizionali della pastorizia e dell'olivicoltura, si sviluppano nuove produzioni, quella della seta e poi quella della manna, un prodotto che ha dato ai castelbuonesi grandi gioie e grandi amarezze e di cui il volume ricostruisce l'intera vicenda. Sorgono di tanto in tanto diverse attività proto-industriali (lanifici, fonderie, vetrerie, cartiere e ancora fonderie) dalla vita breve e tormentata. Molto spazio infine è dedicato agli ultimi due secoli, sia perché la documentazione è assai più ampia, sia perché meno trattati dalla storiografia e quindi nel complesso scarsamente conosciuti: una conoscenza spesso affidata alla memoria familiare che il tempo scolora e talora stravolge."" -
Che figure! Il Belpaese raccontato con nomi e cognomi
Un italiano spiega l'Italia agli svizzeri. Ma un Paese così complicato può essere spiegato? E soprattutto: noi italiani siamo sicuri di averlo capito fino in fondo? Il volume raccoglie ritratti e commenti apparsi sul mensile «la Rivista di Locarno». Ne viene fuori un racconto caustico e pungente che non risparmia i protagonisti di questi ultimi anni: da Luigi Di Maio a Giorgia Meloni, da Flavio Briatore a Giuseppe Conte, da Michele Santoro a Massimo Giletti. È una satira che prende di mira il teatrino della politica e quello dell'antipolitica, il giornalismo urlato e la tv spazzatura. E che descrive con amara ironia una società dello spettacolo - anzi dell'avanspettacolo - che tratta i pettegolezzi come se fossero questioni di Stato e le questioni di Stato come se fossero pettegolezzi. -
Quadrante Occidentale
Il libro individua una crisi di legittimità e di legalità dell'Occidente come crisi di valori causata dall'abbandono dell'identità; teorizza la necessità dell'unione fra liberalismo e conservatorismo per invertire il declino causato dal politicamente corretto. Valorizza i concetti di libertà e verità come cardini della rinascita dello spirito occidentale e mostra elementi di liberalismo in alcuni pensatori classici; interpreta la crisi sociale prodotta dalla pandemia come arbitraria limitazione della libertà e della dignità della persona, e come crisi di legittimità dello Stato causata dalla burocrazia e dallo scientismo positivistico. Vede l'orientamento dominante nella leadership occidentale come nihilismo del XXI secolo; individua nello Stato di Israele un modello di nazione per l'intero Occidente; sostiene la necessità di affrontare questo caos con il recupero della tradizione ebraico-cristiana, dei valori morali e dei princìpi filosofici occidentali, proponendo un ritorno a Platone inteso come punto originario della nostra civiltà. Per superare questa profonda crisi di senso, che è connessa anche alla tecnificazione del pensiero e della cultura, e alla burocratizzazione della politica e della scienza, occorre riarmonizzare il nome Occidente con la cosa Occidente, oggi scissi da un pragmatismo nihilista che ha stravolto la cosa sequestrandone il nome.