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Donne custodi donne combattenti. La signoria della 'ndrangheta su territori e persone
Nella 'ndrangheta la famiglia di sangue è sacra e inviolabile. Malgrado la sua ormai acclarata organizzazione di tipo verticistico e il suo apparentamento con la massoneria, la sua forza risiede, principalmente, nei vincoli di sangue, che conferiscono alla 'ndrangheta la indissolubilità che ne fa una forma di criminalità di cultura. La 'ndrangheta, prima di essere organizzazione mafiosa, ? cultura. Una forma di cultura distorta e deteriore che deve essere combattuta attraverso la coltivazione di una cultura sana che origina dalla conoscenza. La 'ndrangheta si insinua, in modo silente, all'interno dell'economia; controlla il territorio su cui opera ed esercita la ""signoria"""" su cose e persone. Lo studio delle relazioni interne alle famiglie 'ndranghetiste consente di affermare che la prepotente signoria esercitata dalla mafia calabrese si estende anche alla vita delle donne di famiglia, quelle donne che troppo spesso divengono strumento dell' organizzazione. Il cambiamento, allora, potrà avvenire solo se, dall'interno della famiglia, la componente femminile, che tramanda i sub valori mafiosi, rifiuterà tale compito e se le donne strumento si trasformeranno in donne combattenti."" -
Guida liturgica Calabria 2021/2022
«Il santo padre Francesco il dieci ottobre 2021 ha iniziato universalmente il Sinodo sulla sinodalità estendendolo a tutte le Chiese particolari e perciò anche alle nostre Chiese di Calabria, che già da molti anni hanno vissuto e celebrato eventi sinodali. Anche oggi le nostre chiese cattedrali e le parrocchie delle nostre diocesi camminano insieme sul solco della Tradizione ecclesiale e della vivace spiritualità della nostra terra calabra. Dai Primi Vespri della Prima Domenica d'Avvento alla Trentaquattresima Domenica del Tempo Ordinario ci è concesso, dalla condiscendenza di Dio Padre, di poterci incontrare ancora con il Cristo Risorto e camminare insieme con lui sulle strade del nostro mondo. Anche oggi, come discepoli di Gesù, le mamme e i papà, le donne, i giovani, i fanciulli e gli anziani e i pastori delle nostre comunità vivono e celebrano l'adesione al Risorto annunciandolo nel quotidiano dell'esistenza umana con gioiosa e grata dedizione, nel silenzio e nell'impegno ammirevole, specialmente nelle situazioni sociali più dure e difficili...» (Dalla Presentazione di Fortunato Morrone) -
L' arte come ordalia. Quattro lezioni sull'affresco all'Accademia di Brera
Il libro raccoglie in quattro capitoli le lezioni fondamentali del corso ventennale di Teoria e tecnica dell'affresco tenute dall'autore presso l'Accademia di Brera. In una sorta di rammemorazione, attraverso lo studio dei trattati dell'arte che ne descrivono la pratica, Sorrentino ha inteso avviare uno studio filologico di una tecnica antica, in auge fino alla metà?del XIX secolo. Si tratta, dunque, di un approfondimento che studia la praxis nel periodo storico che va dalla fine del 1300 alla metà del 1500, allorquando si passa dalla tecnica medievale a quella moderna. Esemplare in questo senso è l'arte di Michelangelo. Gli affreschi del Maestro, infatti, rappresentano l'acme di questo tragitto, del quale viene descritta la tensione mistico-religiosa in cui il Buonarroti spinge la sua arte fino ad entrare in una sorta di percorso ordalico. -
Expo Londra 1851. Il racconto in un giornale dell'epoca
Il terzo volume della collana ""I giornali di Minerva"""" è dedicato ad un giornale insolito perché stampato per un'occasione particolare. L'occasione è la grande Esposizione universale di Londra, che è anche il titolo del settimanale durato dal 24 maggio al 2 dicembre 1851. L'Inghilterra è nel pieno dell'epoca vittoriana e della rivoluzione industriale. È probabilmente la prima potenza in Europa e intende mostrare al mondo intero la sua forza. L'esposizione è la prima ad essere universale ed è una grande vetrina che può illustrare il successo raggiunto non solo sul piano economico ma anche su quello sociale. Nel regno di Sardegna Cavour segue con interesse quest'avvenimento e decide di partecipare; ma questo non gli basta. Vuole anche un organo di informazione che segua quasi quotidianamente ciò che succede a Londra e informi l'opinione pubblica. Nasce così il giornale che si potrà avvalere in gran parte di giornalisti francesi, ma anche di studiosi o letterati piemontesi. E il successo sarà enorme. Il giornale oltre tutto è arricchito di tante e belle illustrazioni che ancora adesso ci comunicano l'idea di un grande progetto. Già a partire dal luogo in cui l'Esposizione si svolge, un palazzo interamente di cristallo all'interno di Hyde Park, si vive un'atmosfera fatta di creativa operosità e di abbondanza. Gli articoli non sono soltanto descrittivi, anche se i prodotti innovativi sono veramente tanti; trovano posto anche approfondimenti sia in materia economica che di organizzazione sociale scritti da importanti intellettuali dell'epoca. È significativa anche la presenza di una rubrica dedicata interamente alle donne, che dimostra quanto il giornale voglia presentarsi come un foglio di informazione per tutta la famiglia. Un'ultima annotazione: la pubblicità. Siamo proprio agli inizi della pubblicità sulla stampa periodica. Gli annunci non hanno una posizione definita e spesso sono contigui e quasi confusi con gli articoli. La storia del giornalismo moderno è solo agli inizi."" -
Uscirne fuori
Allontanato dal tetto coniugale un giovane padre di famiglia si rifugia nella sua vecchia baita, a un'ora dalla città. Un lavoro precario, debiti, avvocati, alcol e psicofarmaci, pericolose corse in auto e donne transitorie. Un turbine a cui deve resistere se vuole tener saldo il legame con il figlio. E mentre la vita cittadina è teatro di dispute e nevrosi, su in montagna torna via via il sereno grazie a un'umanità semplice e accogliente. Una narrazione impetuosa, a tratti allucinata, visceralmente sincera e commovente. Un vero e proprio inno all'istinto di sopravvivenza. -
Il garbuglio di Garlasco. Un perfetto colpevole e l'ostinata ricerca della verità
Ci sono casi che più di altri scatenano forti sentimenti. L’omicidio di Chiara Poggi, a Garlasco, da anni tiene vive le tifoserie di colpevolisti e innocentisti. Ed ora inizia un nuovo iter giudiziario, perché la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha messo in dubbio la correttezza del processo. Questo libro porta per la prima volta allo scoperto protagonisti della vicenda sconosciuti al pubblico, come una giovanissima e caparbia avvocata e un consulente legale molto sui generis, che decidono di lavorare insieme per scoprire la verità. Ne nascono risvolti e contesti inediti destinati a riaccendere un gran baccano mediatico. Personaggi, sentimenti, momenti di vita narrati come un romanzo, in una scrittura fluida e cinematografica, “in presa diretta”. Una ricostruzione basata su migliaia di pagine processuali, interrogatori, intercettazioni e la conoscenza diretta dei protagonisti. Una documentazione inoppugnabile che smonta dalle basi una condanna infondata. -
La privacy degli ultimi
I dati personali, l'identità personale o, come spesso si dice alla ricerca di una formula sintetica, la privacy, hanno acquistato un rilievo centrale nella vita dei singoli e della società. Un rilievo spesso sottovalutato, frainteso, non compreso compiutamente. Questo è vero per ciascuno ma, è ancora più vero, per alcune persone ""gli ultimi"""", ai quali, sotto profili diversi, incluso quello della protezione dei dati personali, pensiamo di meno e dei cui diritti troppo spesso e troppo facilmente ci dimentichiamo: i bambini, i detenuti, i malati, gli anziani, gli LGBT, i non vedenti, i diversamente abili i senza tetto, gli extra-comunitari, i lavoratori della gig economy. Questo libro è dedicato a loro, agli ultimi, all'importanza per loro del diritto alla privacy e a quanto sia importante, per un Paese con ambizioni democratiche, riconoscere loro in maniera effettiva questo diritto. Non è, però, un libro di diritto, non è una pubblicazione scientifica, non è un testo per addetti ai lavori (che pure potrebbero trovarvi dentro taluni riferimenti utili). È, invece, una sequenza di racconti di fatti, episodi, vicende, intervallati da poche considerazioni di diritto che tentano di guidare il lettore in un mondo poco conosciuto."" -
Lineamenti di una bioetica della cura. Ripensando l’esperienza della pandemia
In molti avvertiamo l’esigenza di ripensare la bioetica a partire da alcune verità sulla condizione umana che l’esperienza della pandemia ha reso tangibili: la vulnerabilità, la consapevolezza di dipendere gli uni dagli altri, l’incertezza. Tra tutte è la vulnerabilità l’idea trainante, che reca in sé un’istanza di rinnovamento. Il testo propone un’analisi critica della sua presenza in bioetica; esamina la possibilità di una teoria che ne distingua le forme; ricerca, infine, la connessione tra vulnerabilità e cura, attraverso una rilettura dei saggi che Warren Reich ha dedicato, tra la fine degli anni ’80 e gli inizi del 2000, all’intreccio dei due temi e alla proposta di un “nuovo” paradigma di cura. La parte centrale del testo rilancia la proposta, chiarendone l’impianto teorico. Traccia i lineamenti di “una bioetica della cura”, insistendo sulla sua doppia origine: l’etica della cura e una riflessione sulla condizione umana che muove dal concetto heideggeriano di Cura e dalle filosofie di Lévinas e Jonas. Da tali premesse teoriche derivano i fondamenti e il metodo di questa bioetica, che esamina i problemi a partire dalle relazioni, senza rinunziare a proporre principi che orientino le relazioni di cura, e virtù che ne consentano una buona pratica. L’intento è promuovere una bioetica che, nelle diverse sedi in cui opera, sia sempre di più una “bioetica della prossimità”. -
Noodles acqua bollente e lacrime
«Noodles, acqua bollente e lacrime significa sacrificio, lavoro, studio e tanta fatica. Non esistono ricette per riuscire nella vita, però alcuni validi consigli possono segnare la strada di chi vuole crescere, realizzarsi pienamente (o comunque provarci) e quindi vivere meglio. In questo libro colmo di aneddoti e fulminanti citazioni, Alberto Albertini prende spunto dalla metafora del cibo istantaneo - il ramen liofilizzato che consumano i lavoratori che viaggiano - per raccontare una storia di successi umani in una forma concisa come quella di un breviario. Campioni sportivi, filosofi, scrittori, filantropi, scienziati e altre eccellenze, appaiono con i loro esempi e le loro parole, narrati in una prosa chiara ed efficace. Inoltre è anche la testimonianza di un uomo che fa tesoro dell'esperienza di imprenditore, professore e studioso. Dopo l'esordio narrativo de La Classe Avversa, Albertini torna con un racconto intimo, che spazia tra i generi, saggio, racconto e pamphlet. Un testo rivolto non solo ai giovani studenti, ma anche a chi cerca una strada diversa da intraprendere nel proprio futuro. Nell'epoca dell'uno vale uno e delle lacrime di coccodrillo, Noodles, acqua bollente e lacrime rappresenta il solido ragionamento sull'importanza di valorizzare la conoscenza, l'esperienza e l'insegnamento dei maestri.» (Dalla Prefazione di Mario Desiati) -
Il poeta e il combattente. La lotta segreta degli ebrei lituani
Braccio destro e intimo amico per tutta la vita di Abba Kovner (capo della Resistenza in Lituania e, in seguito, il più importante tra i ooeti d’Israele), Julek ci racconta della sua lotta al fianco dell’intellettuale e combattente che, con il suo famosissimo proclama, più di ogni altro ha contribuito all’organizzazione della resistenza dei ghetti europei e delle bande partigiane ebraiche e a forgiare la nuova immagine del popolo ebraico nella diaspora e in Israele. Ci racconta poi del dopoguerra, dell’attività illegale in Europa del gruppo dei Vendicatori, una vicenda ancora poco conosciuta. Infine dell’impegno del Mossad, negli anni ’50, nel soccorso e nella salvezza delle comunità ebraiche ancora in pericolo di vita, in particolare nell’Europa dell’Est e in Nord Africa. Il testo si conclude con un’intervista al protagonista. -
Il Mediterraneo e l' Italia. Dal mare nostrum alla centralità comprimaria
Che l'Italia sia il centro del Mediterraneo è scontato. Non tanto scontato è invece il rapporto che l'Italia, nella sua storia, ha avuto con il mare che la circonda. Un mare spesso assente nella letteratura e nella storiografia. Eppure il medioevo mediterraneo, ma anche i secoli moderni, se si pensa a Venezia, è stato segnato dalle repubbliche marinare, secondo la fortunata formula risorgimentale. Più che nord e sud, ci fu un'Italia adriatica e una tirrenica. La decadenza geopolitica di essa va posticipata al periodo 1797-1860. Solo con l'Italia unita si torna al mare come dimensione vitale. Un percorso difficile, segnato da Lissa (1866), velleitario e retorico nella fase fascista, fino al crollo del 1943. Come reazione, la Repubblica italiana ha sviluppato un atteggiamento di distacco dal Mediterraneo, invocando l'Europa. Ne deriva una centralità comprimaria, questa la posizione dell'Italia nel Mediterraneo, che permane e che deve affrontare nuove sfide. -
Vi sono molte strade per l'Italia. Ricercatori e fotografi americani nel Mezzogiorno degli anni Cinquanta
Per tre decenni e oltre, a partire dall'immediato secondo dopoguerra, il Mezzogiorno è stato percorso da cultori di scienze sociali e da fotografi impegnati, italiani e stranieri, dediti alla documentazione delle realtà locali, con una produzione letteraria e iconografica vastissima. Tra essi si distinsero, per la quantità degli interventi e la complessità delle ipotesi interpretative, quelli provenienti dagli Stati Uniti. Negli anni Cinquanta, in particolare, gli studiosi George T. Peck e Frank Cancian e il grande reporter David 'Chim' Seymour, tra i fondatori dell'agenzia 'Magnum', si rendono protagonisti delle storie americane qui raccontate. Storie di impegno intellettuale e di partecipazione umana e civile, sullo sfondo di una vivace dialettica scientifica, culturale, sociale e politica, che contribuiscono a riscrivere il profilo della ricerca nel Mezzogiorno, in un periodo chiave per il Paese. Gli eventi narrati, a partire dall'esplorazione di cospicue fonti documentali, dimostrano che un'altra idea del Mezzogiorno e dei suoi mondi popolari, al di là di quella sostenuta da Ernesto de Martino, vi era, pur se non ebbe, nella vicenda nazionale, la considerazione che meritava. Il volume è arricchito da scritti di Marta Petrusewicz e Michael Herzfeld. -
La trappola delle culle. Perché non fare figli è un problema per l'Italia e come uscirne
Nel 2021 in Italia sono nati 399.000 bambini contro i 740.000 nati in Francia. Gli italiani fanno meno figli, ma soprattutto - a causa del crollo delle nascite nei decenni scorsi - sono pochi i genitori potenziali. Siamo finiti nella ""trappola demografica"""", una spirale distruttiva che porta con sé un'economia più debole, imprese poco innovative, pensioni insostenibili, scuole chiuse e territori desertificati. In una parola, il declino. Questo libro prova a spiegare cosa è successo al nostro Paese e propone nove azioni per invertire la tendenza e tornare a investire sul futuro."" -
La lezione del realismo. Scritti brevi sulla politica internazionale, l'Europa, la storia (1945-2000)
Il nome di Gianfranco Miglio è legato principalmente agli studi di storia delle istituzioni moderne, alla sua «teoria pura» della politica, alle proposte di revisione della Costituzione e all'impegno per una riforma federale. Miglio fu però anche «uno studioso dei problemi internazionali». Aveva in effetti iniziato la propria carriera accademica indagando le origini e le trasformazioni del sistema interstatale europeo. Anche in seguito continuò inoltre a osservare quanto avveniva sulla scena internazionale e a interrogarsi sulle prospettive future dell'unificazione europea. E negli anni Ottanta tornò infine a dare una sistemazione relativamente organica alle ipotesi sulla guerra e le limitazioni della sovranità. Il volume punta a ricostruire questo aspetto della riflessione dello studioso italiano, raccogliendo in modo sistematico gli scritti brevi dedicati, nell'arco di quasi sessant'anni (dal 1945 al 2000) alle questioni di politica internazionale e al possibile ruolo dell'Europa nella trasformazione del sistema globale. Leggendo questi interventi - alcuni dei quali sono rimasti finora inediti, mentre altri, dopo essere stati totalmente dimenticati per decenni, vengono riproposti qui per la prima volta dopo la loro pubblicazione - si possono innanzitutto fissare le sequenze delle esplorazioni compiute da Miglio nei territori della politica internazionale. Ma, soprattutto, diventa possibile identificare gli elementi distintivi della visione che Miglio aveva delle dinamiche internazionali e delle «""regolarità"""" della guerra»."" -
Traiettorie di sguardi. E se gli altri foste voi?
Traiettorie di sguardi denuncia il razzismo nell'Italia contemporanea, sottolineando il modo in cui diverse forme di disuguaglianza - razza, colore, genere, classe - si intersecano e si rafforzano a vicenda. Facendo riferimento alle proprie esperienze personali, Geneviève Makaping rovescia lo sguardo abituale dell'antropologia - quello che nell'etnografia coloniale è rivolto dai colonizzatori alle popolazioni indigene - e osserva la maggioranza bianca dalla propria posizione di donna nera: «Guardo me stessa che guardo loro che da sempre mi guardano». Tale ribaltamento di prospettiva invita le persone bianche in Italia a non identificare sé stesse con la ""normalità"""" e a osservare che cosa voglia dire sentirsi costantemente """"altri"""". Traiettorie di sguardi è un libro originale e incisivo, che stimola una riflessione individuale e collettiva sulla questione del razzismo strutturale attraverso il racconto di accadimenti quotidiani. Ma soprattutto interroga i lettori sui meccanismi di inclusione ed esclusione presenti nella società italiana."" -
Buon Appennino. La cultura del cibo nell'Italia interna
Esiste un rapporto assai stretto tra la geografia dell’Appennino e la tradizione del cibo, i suoi significati culturali, la multiforme profondità della tradizione a cui attinge per essere non soltanto un aspetto concreto della vita quotidiana, ma anche un elemento identitario e di forte impatto culturale. Sulla base di queste considerazioni, la Fondazione Appennino promuove la pubblicazione di un’opera in cui alcuni scrittori, nati lungo la dorsale che va dalle Langhe all’Aspromonte, raccontano il loro rapporto con i piatti e le pietanze dei territori di origine, nel tentativo di comporre non tanto un elenco di ricette, quanto un’incursione a più voci sul cibo come memoria e antropologia. Un percorso dalle pianure di Guido Conti alla memoria dei cibi di montagna offerti da Mimmo Sammartino, dalle antropologie silane di Vito Teti, dai piatti lucani di Giuseppe Lupo e Raffaele Nigro, dalle riflessioni di Benedetta Centovalli e di Mario Baudino sui cibi del Mugello e delle Langhe, dalle ricette dell’entroterra parmigiano di Antonio Riccardi fino alle pietanze del Lazio settentrionale di Romana Petri e Giorgio Nisini e all’odore dei frantoi di Onofrio Pagone. -
Homeland. Sulle strade di casa del mio paese di là
In Homeland Vito Teti aggiunge un nuovo capitolo all'indagine antropologica sul proprio paese, San Nicola da Crissa, scelto come metonimia per comprendere le comunità del Mezzogiorno e delle aree interne meditarranee, accomunate, nel passaggio alla modernità, da una storia di mobilità, di emigrazioni e di radicali trasformazioni dei luoghi, dei riti e dei legami. Le strade del paese, questa volta, sono quelle della Little Italy di Toronto, tra College e Dundas, in cui nel '900 una grande parte di San Nicola si trasferisce, ricreando altrove la comunità. Nella relazione tra il paese la Homeland d'oltreoceano, Teti registra il progressivo esaurimento del proprio mondo, in una vicenda che nei mesi della pandemia sembra segnare le sue battute finali. Il libro ci mostra, così, le immagini dei sannicolesi di Toronto - amici e paesani partiti bambini, negli anni '50 e '60, e diventati quasi doppi dell'autore; Teti, insieme a Salvatore Piermarini, ha continuato a fotografarli e raccontarli in viaggi ricorrenti, alla ricerca dei volti e dei corpi che proiettavano la loro ombra nel paese d'origine, sulle soglie delle case rimaste chiuse. -
Campi immaginabili. Vol. 64-65
Fondata ne 1990 e diretta da Rocco Mario Morano, la rivista «Campi Immaginabili» si è distinta per aver creato e consolidato proficue occasioni di confronto di idee e metodologie tra i nostri italianisti più qualificati operanti anche all'estero e quelli stranieri. Inclusa nei più importanti repertori bibliografici internazionali delle riviste di studi umanistici, si rivolge al pubblico degli specialisti di letteratura italiana e comparata, offrendo, allo stesso tempo, strumenti utili di consultazione e di aggiornamento ai docenti delle scuole secondarie e spunti e suggerimenti di lettura ai cultori più esigenti e raffinati delle lettere. Per l'apertura a tematiche vaste e complesse, l'indipendenza critica, la dimensione e il valore qualitativo dei contributi, è stata definita «lo spaccato migliore dell'Italia letteraria». Giorgio Bárberi Squarotti ha dichiarato: «La rivista ""Campi Immaginabili"""", con i suoi saggi di carattere filologico e critico e il suo rigore scientifico - abbastanza raro oggi - è diretta in modo eccellente ed estremamente originale anche per scelta di argomenti e di autori di assoluto valore, talora addirittura mai studiati e ricondotti a una visione nuova e del tutto indipendente da qualsiasi scuola o moda o tendenza dominanti»."" -
Formiche (2021). Vol. 175
"Formiche"""" è un progetto culturale ed editoriale fondato da Paolo Messa nel 2004 ed animato da un gruppo di trentenni con passione civile e curiosità per tutto ciò che è politica, economia, geografia, ambiente e cultura. Nato come rivista cartacea, oggi l'iniziativa Formiche è articolata attraverso il mensile (disponibile anche in versione elettronica), la testata quotidiana on-line formiche.net, un sito di informazione europea in lingua inglese anthill.eu, una collana di libri, un programma di seminari a porte chiuse Landscapes ed una Fondazione onlus." -
Quale futuro per l'Italia nel progetto per una nuova Europa? Riflessioni aperte in una fase di transizione
«Il ""Centro Studi di Politica Economica e Monetari (CeSPEM) Mario Arcelli"""" opera dal 2005 presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Sociali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Piacenza). Il CeSPEM ha svolto in questi anni un ruolo essenzialmente orientato alla promozione del dibattito intorno ai temi contingenti della politica economica e monetaria tra esperti accademici e professionisti impegnati nei mercati finanziari e nelle imprese del nostro Paese. Un percorso realizzato nella memoria del prof. Mario Arcelli, economista di origini piacentine, che ha dedicato la sua vita accademica ed il suo impegno civile alla promozione di politiche adeguate allo sviluppo del nostro Paese. In molti casi sono stati i suoi colleghi ed allievi a proporci riflessioni all'interno dell'attività seminariale e convegnistica del CeSPEM, nonché nelle pubblicazioni come quella annuale della collana degli Atti delle Lezioni Mario Arcelli, che si tengono annualmente a Piacenza e che sono giunte nel settembre del 2021 alla diciassettesima edizione, sia in una collana di Quaderni del CeSPEM, che in altri contributi di riflessione sui temi del dibattito di politica economica nazionale ed europeo. Più di recente, il Centro contribuisce alla realizzazione della Rivista """"Economia Italiana"""" fondata da Mario Arcelli, in collaborazione con il CASMEF Mario Arcelli della LUISS e la cui edizione è da qualche anno curata dalla Editrice Minerva Bancaria con la direzione del prof. Giorgio Di Giorgio ed il coordinamento editoriale di Giovanni Parrillo.» (dall'introduzione di Francesco Timpano)""