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Viaggiatori americani in Campania. Atti del convegno (Salerno, 10-11 maggio 2006)
Assente dagli itinerari canonici del Grand Tour, a partire dalla ""scoperta"""" di Pompei e Paestum e grazie alla politica illuminata di Carlo III di Borbone Napoli diventa testa di ponte per ulteriori sconfinamenti verso sud, dovendo sempre combattere contro topoi negativi, a volte reali, altre solamente preconcettuali e acritici, dipendenti spesso più dalla condizione e le aspettative del viaggiatore, che dalle reali condizioni dei luoghi. Per questo ha mantenuto, fino ai giorni nostri, un'aura """"esotica"""", in positivo, o più spesso """"barbara"""", in negativo, comunque di """"diversità"""" rispetto a luoghi e itinerari consacrati nel secolo dei Lumi. Anche l'emigrazione di massa, principalmente dopo l'Unità, ha consolidato all'estero un'immagine di arretratezza e povertà dell'intero meridione, che, nella distanza geografica e temporale della memoria degli emigrati, si è spesso capovolta nella nostalgia di un mitico """"Paradiso Perduto"""". Il ricordo poi della passata grandezza greco-latina ha imposto confronti diacronici a tutto discapito del presente. Dal desiderio di scandagliare le caratteristiche di tale """"diversità"""" e di analizzare le motivazioni storico-antropologiche che spingevano e spingono a intraprendere un viaggio oltre la frontiera del Grand Tour, è nato il Convegno Internazionale """"Viaggiatori americani in Campania""""."" -
Ernesto Rossi. Un democratico europeo
Ernesto Rossi (1897-1967) è una delle più interessanti figure che l'Italia contemporanea annovera nella tradizione antifascista, liberal-democratica, laica e federalista europea. Il contributo di autori di diversa generazione e provenienza (storici, economisti, critici letterari, giornalisti, politici, rappresentanti delle istituzioni) offre un'ampia panoramica sui diversi aspetti del suo percorso biografico, intellettuale e politico (dall'antifascismo alla battaglia per gli Stati Uniti d'Europa; dalle proposte di ""abolire la miseria"""" all'impegno per un'Italia più civile attraverso l'attività di militante politico, manager pubblico, economista, pubblicista, scrittore e promotore culturale), approfondendo aspetti poco noti e aprendo nuove prospettive di ricerca su un pensiero ancora vivo e attuale."" -
Contro gli asili nido. Politiche di conciliazione e libertà di educazione
Oggi, nel nostro Paese, le donne (e gli uomini) che lavorano sono costrette ad allontanarsi dai figli sin dalla prima infanzia; oppure, se non ne hanno intenzione, a dimettersi. Se dichiarano qualche insoddisfazione, è piuttosto verso la mancanza di un sistema capillare di strutture di assistenza alla prima infanzia realizzate e gestite dallo Stato. Ma è giusta una simile soluzione, che antepone esigenze diverse - la produttività, l'eguaglianza tra i sessi, l'emancipazione femminile - al bisogno conclamato dei figli di trascorrere i primi anni il più possibile accanto ai genitori; che scoraggia l'assunzione della responsabilità educativa in prima persona; che, proponendo lo Stato come sollecito tutore, genera la convinzione che un compito fondamentale come l'allevamento dei figli, in particolare nella prima infanzia, possa essere delegato ad altri? Davvero il principale desiderio di madri e padri è quello di lavorare, sempre e comunque, anche mentre i figli sono ancora in fasce? Che riflessi avrà questa lontananza sul futuro dell'attuale generazione infantile, abituata a crescere sin da piccolissima senza famiglia? Con uno stile brillante e di alta divulgazione, l'autrice passa in rassegna significativi casi storici e analisi finanziarie, fornendo infine una proposta di policy economicamente sostenibile e realisticamente fondata sui dati strutturali, congiunturali e antropologici del ""modello italiano""""."" -
Storia economica e politica dell'integrazione europea
Cicerone sosteneva che chiunque non fosse a conoscenza del proprio passato non avesse alcun futuro davanti a sé. È impossibile, infatti, capire i problemi contemporanei senza una buona consapevolezza delle difficoltà affrontate e delle soluzioni adottate nel passato. Questo capitolo si propone, quindi, di offrire una presentazione accessibile dei principali eventi dell'integrazione, secondo un ordine cronologico e funzionale, sottolineando, dove possibile, la logica economica e politica sottostante. Il nostro approccio è sostanzialmente fondato sui principi economici poiché l'intero processo è iniziato con l'integrazione economica, sin da quando, nel 1948, è stata costituita l'Organizzatone Europea per la Cooperazione Economica e si è sviluppato lungo la stessa direttrice, con la Comunità Economica Europea prima e con l'unione economica e monetaria poi. Dal momento però che per comprendere l'integrazione europea è necessario non limitarsi alla sola economia, il testo copre anche gli aspetti essenziali della storia europea. La trattazione partirà da una breve analisi delle condizioni economiche, politiche e sociali di alcuni Paesi europei che, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, presero in considerazione l'idea di unire le loro forze per procedere verso l'integrazione, attraverso l'adozione di successive, parziali e graduali cessioni di sovranità a ""nuove istituzioni"""" indipendenti dagli Stati stessi. (dall'introduzione)"" -
Il concetto del politico. «Contra» Schmitt
Qual è la natura e il fondamento del ""politico""""? È la domanda che attraversa gli scritti del giovane Morgenthau, che in questo libro vengono presentati in prima mondiale. Si tratta di testi rimasti sino ad oggi inediti, provenienti dal suo archivio privato, nei quali il futuro maestro del """"realismo politico"""" prende di petto - criticandola in modo rigoroso, sviluppandola in modo originale - la celebre teoria di Carl Schmitt sul concetto del """"politico"""". La raccolta dimostra l'indubbia influenza che quest'ultimo, all'epoca già uno studioso affermato e celebrato, ha esercitato sul suo più giovane interlocutore. Ma dimostra anche l'influsso che Morgenthau ha a sua volta avuto sull'autore di """"Der Begriffdes Politischen"""", talmente forte da spingere Schmitt a modificare, in modo sostanziale, la sua concezione iniziale. Curato da Alessandro Campi e Luigi Cimmino, il volume approfondisce da una prospettiva originale un capitolo tra i più interessanti della storia culturale del Novecento, la discussione sull'origine e il significato del """"politico"""", che probabilmente, alla luce di quanto emerge dai testi tradotti, merita di essere riscritto in una luce nuova. Ma da esso emerge, altresì, l'originalità e la forza speculativa di uno studioso che ha segnato in modo profondo il pensiero politico contemporaneo, considerato un """"classico"""" a livello internazionale, ma che in Italia non è stato ancora apprezzato e riconosciuto in tutto il suo valore."" -
La giurisdizione in Calabria. Materiali per una riflessione: B.
La giurisdizione evoca sempre e ovunque accesi dibattiti e aspri confronti. È la materia sempre ribollente dei diritti che in essa trova quotidiana declinazione a catturare l'attenzione dei cittadini e dell'opinione pubblica. In una terra come la Calabria, martoriata da una delle mafie più invasive e sanguinarie del mondo, dove le stesse ragioni del vivere insieme paiono spesso travolte dal degrado delle connessioni sociali, dall'inefficienza e, a volte, dall'inesistenza dei servizi e delle funzioni pubbliche, da una politica che conta record in ogni graduatoria sui livelli di illegalità nella gestione della cosa pubblica, la magistratura non vive certo in un'isola felice. In uffici spesso privi dei supporti materiali minimi per rendere un servizio adeguato, i magistrati si misurano ogni giorno con le domanda di giustizia e anche il sacrificio quotidiano di molti di loro, a volte accompagnato dall'esposizione a rischi per la propria incolumità personale, deve fare i conti, oltre che con leggi e regole processuali fonti esse stesse di inefficienza, con le incapacità organizzative di molti dirigenti, con aree di opacità e anche di collusione, con deficit di professionalità e casi di neghittosità. -
Identità, cultura, intercultura
Identità, cultura, intercultura è il titolo del 1° Primo Seminario di Dialogo Interculturale della Facoltà di Scienze della Formazione, Università di Bergamo. Esso avvia un confronto, aperto al territorio, sulla complessità dell'ormai strutturale evento migratorio e lo legge in una prospettiva rovesciata rispetto ai consueti parametri: non la cultura anteposta alla persona, bensì la persona anteposta alla cultura, contro i pericoli della dissoluzione e dell'assolutizzazione delle identità. Così, il dialogo si svela come rischio esistenziale e come responsabilità intellettuale e chi emigra e chi ospita diventano il soggetto duale dell'incontro, non più riducibile al solo fatto linguistico e culturale. Anche in armonia con gli orientamenti del Consiglio d'Europa. -
La Comunità Europea di Difesa (CED)
La vicenda della Comunità Europea di Difesa ritorna periodicamente nel dibattito politico e storiografico. Il progetto di formare un esercito comune europeo ha costituito un interessante capitolo del rapporto fra i paesi dell'Europa occidentale e gli Stati Uniti, una tappa significativa del processo di integrazione europea; l'obiettivo era la trasformazione di un progetto di integrazione settoriale nella fondazione di uno Stato federale. Il negoziato per la CED ebbe inizio a Parigi il 15 febbraio 1951; il 27 maggio 1952 venne siglato il trattato istitutivo della Comunità Europea di Difesa. La mancata ratifica da parte dell.Assemblea Nazionale francese - risultato di una convergenza di forze eterogenee - risultò allora decisiva per il fallimento non soltanto della CED, ma anche dell'unità politica dell'Europa. Una storia di grande attualità ricostruita con contributi di Pier Luigi Ballini, Antonio Carioti, Andrea Ciampani, Laurent Ducerf, Guido Formigoni, Andrea Guiso, Ariane Landuyt, Wilfried Loth, Giampaolo Malgeri, Leopoldo Nuti, Francesco Petrini, Daniela Preda, Antonio Varsori. -
Le democristiane. Le donne cattoliche nella costruzione della democrazia repubblicana
A sessant'anni dalla concessione del voto alle donne, il volume curato da Tiziana Di Maio si propone di contribuire a colmare una lacuna nella storiografia italiana, sia attraverso la pubblicazione dei risultati di ricerche recentemente condotte su alcuni aspetti della partecipazione politica delle cattoliche, sia attraverso la pubblicazione di testimonianze e di interviste rilasciate dalle dirette protagoniste di quegli eventi. Il volume ricostruisce l'iter della partecipazione delle donne cattoliche alla vita politica italiana nel corso del Novecento. Esso vuole essere soprattutto uno strumento che stimoli l'approfondimento del tema attraverso nuove ricerche; a tal fine, è arricchito da un'appendice documentaria, raccolta nell'Archivio storico dell'Istituto Luigi Sturzo, una bibliografia orientativa relativa alla storia delle donne cattoliche e del Movimento femminile della Democrazia Cristiana e da una selezione di foto d'epoca e manifesti. -
La visione politica di Irving Kristol
Esponenti della galassia neoconservatrice (Michael Novak, Norman Podhoretz, Robert H. Bork e altri) delineano l'eredità umana e intellettuale di Irving Kristol. Nato a New York nel 1920, egli ha attraversato con raro acume e preveggenza la cultura del suo tempo e la stessa storia degli Stati Uniti, trattando temi che spaziano dalla politica alla letteratura, dall'economia alla religione, in qualità di direttore e animatore di varie riviste culturali, nonché di insostituibile consigliere per centinaia di giornalisti, intellettuali e accademici. Il volume contiene anche una antologia tematica tratta dai saggi di Kristol e la bibliografia completa dei suoi scritti a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso. -
La politica ne la «Primauté du spirituel» di Jacques Maritain
Questo volume vuole ricordare gli ottant'anni dell'opera ""Primauté du spiritual"""" di Jacques Maritain. Un'opera, scritta in giovane età in cui il filosofo francese non si era ancora occupato di politica. Nella prima parte, attraverso alcuni studiosi: Martirano, Campanella, Grandi e Curcio si vuole porre il fondamento per la formazione politica. Nella seconda parte, invece, attraverso le riflessioni di Nepi, Viotto, Campanini e Possenti, si pone l'accento sull'impegno politico e i valori che possono far crescere una società in modo più libero e responsabile. Da questa sintesi emerge un'azione politica per ritornare a uno stato più autentico e giusto soffermandosi nel tempo e nello spazio e prendendo coscienza del nostro status e della nostra condizione umana. Una ricerca che vivifica la bellezza del nostro essere che, nonostante gli stravolgimenti del mondo e della politica, rimane un mistero straordinario e una meraviglia sempre da riscoprire."" -
Le sfide del diritto
Il volume che si presenta è l'omaggio che la comunità accademica romana - una realtà unica al mondo nella sua ricca articolazione di Università statali, Università non statali e Università Pontificie - offre a Sua Eminenza il Cardinale Agostino Vallini, Vicario generale del Santo Padre per la Diocesi di Roma, in occasione delle celebrazioni per il ventesimo anniversario della sua ordinazione episcopale. Non deve sorprendere se la miscellanea di studi qui raccolti non rifletta, seppure limitatamente, la pluralità dei saperi coltivati in una comunità accademica tanto ampia e articolata, ma esprima solo tematiche proprie del sapere giuridico. Il fatto è che l'intera comunità accademica romana ha inteso esprimere i sentimenti augurali, e al tempo stesso di gratitudine per l'attenzione rivolta alla realtà universitaria, proprio servendosi della voce di alcuni suoi componenti, cultori della scienza giuridica. Ciò nella consapevolezza degli studi compiuti dal Cardinale nel campo del diritto, della sua qualificata esperienza di docente di materie giuridiche in sede universitaria, così come della esperienza più tardi maturata, come giudice, al più alto vertice della organizzazione della giustizia canonica. -
Cucina creativa calabrese
Antonio Abbruzzino è un autentico rappresentante della cucina calabrese nel mondo. Con gusto interpreta la tradizione gastronomica locale, rivisitandola in chiave contemporanea. È componente titolare del ""Team Italia"""", la Nazionale Italiana Cuochi, con la quale ha vinto sette medaglie d'oro."" -
Il prezzo della libertà. Gaetano Salvemini in esilio (1925-1949)
L'esilio di Gaetano Salvemini, iniziato nel 1925 e durato oltre vent'anni, da lui stesso descritto in modo volutamente antieroico nelle Memorie di un fuoruscito, viene per la prima volta ricostruito dai più autorevoli storici dell'antifascismo e del pensiero politico del Novecento. Il risultato è assai innovativo: l'esperienza di esule vissuta da Salvemini è analizzata in relazione ai percorsi e alle destinazioni scelte da un intellettuale che si trovò ad attraversare le precarietà esistenziali degli emigranti comuni. Ne viene illuminato il suo rapporto con il mondo dell'antifascismo, con quello degli intellettuali americani e inglesi, e con quello dell'emigrazione italiana. Aspetti del tutto inediti riguardano il peso e il significato del patrimonio di idee e di convinzioni maturato durante gli anni di soggiorno negli Stati Uniti nei progetti, nelle proposte e nei giudizi relativi alla sconfitta del fascismo e alla nuova Italia repubblicana: in definitiva l'influenza del lungo esilio negli Stati Uniti nell'evoluzione del pensiero di Salvemini sulla democrazia. -
Franco Nobili. Il profilo della coerenza
"Questo libro era nelle previsioni di essere pubblicato con Franco Nobili in vita. Purtroppo non è così. Il ritardo, dalla ideazione condivisa e iniziata nell'agosto del 2007, è dovuto alle remore che il carattere schivo gli imponeva ogni volta che doveva parlare di se stesso. Non è strano a dirsi e non è una sorpresa per chi lo conosceva bene. Oggi, con la sua scomparsa, questa pubblicazione è un doveroso omaggio alla sua figura di uomo e di cristiano esemplare che ha contribuito a fare storia. Era stato per l'intero percorso della sua vita, dalla gioventù alla maturità, al centro di importanti eventi, vissuti intensamente di persona. E continuava ad essere un protagonista degli avvenimenti di oggi: nel campo della cultura, della ricerca e divulgazione storica, dell'associazionismo democratico cattolico, della diffusione degli ideali di credente, senza un ancorché minimo cedimento ai """"vezzi"""" della modernità, specialmente a quello di """"apparire"""". E faceva bene tutte queste cose. Con l'identico innato ottimismo, specialmente per l'amicizia, e con un rispettoso intatto amore per gli uomini """"grandi"""" che aveva incontrato nella vita, che lo avevano formato e dei quali tenacemente contribuiva a perpetuare esempio, pensiero ed opere di cui è permeata indelebilmente l'Italia libera e democratica."""" (Amos Ciabattoni)" -
Notai e notariato in Calabria in età moderna
Il libro, grazie ad una ricerca condotta su fonti documentarie per lo più inedite, mette in luce il ruolo dei notai e del notariato nella Calabria di Età Moderna (secoli XVI-XVIII). Emergono così la figura ed i compiti del tutto singolari ed estesi che questi pubblici ufficiali hanno esercitato per secoli nella regione e nell'intero Mezzogiorno. La loro mediazione sul piano dei rapporti fra i privati, e fra questi e le istituzioni, rappresentò un fondamentale supporto e un sicuro punto di riferimento all'interno della società meridionale di antico regime. I calabresi hanno ritrovato nel notaio una delle poche figure su cui poter fare affidamento nel difficile cammino verso il progresso. Pur con taluni limiti, il notariato del Regno di Napoli ha offerto un contributo di indubbio valore all'intera collettività, colmando quei vuoti istituzionali che l'organizzazione politico-amministrativa dello Stato napoletano talvolta palesava. La vita privata, le relazioni sociali, la mentalità ricevono nuova luce dall'operato di questa figura professionale, presente anche nei centri minori; senza contare che alcuni dei documenti notarili pubblicati nel libro mostrano straordinariamente dal vivo uno spaccato della vita quotidiana e della cultura materiale calabrese. -
La civiltà dell'amore e il senso della storia. Liberazione cristiana fraternità-utopia
"Lo scopo del saggio è di fornire delle chiavi di lettura per orientarsi tra i sommovimenti epocali che stiamo vivendo. Esiste una """"stella polare"""" cui riferirsi per interpretare la nostra storia collettiva? Don Lorenzo Rossetti, accogliendo l'espressione di Paolo VI """"Civiltà dell'amore"""", individua proprio in questa """"proposta"""" sociale della Chiesa il criterio normativo che consente un discernimento cristiano sulle vicende storiche. L'autore vede nella fratellanza/fraternità il fondamento ontologico della solidarietà come determinazione personale e sentimento di condivisione, ma sottolinea pure che in chiave teologica bisogna distinguere tra fraternitas naturale e soprannaturale. Tale distinzione ci riporta al linguaggio classico: essa giova a cogliere il punto di continuità e quello di novità tra società umana e comunità ecclesiale: questa è il """"fermento"""" di quella. E proprio in forza dell'esistenza di tale principio soprannaturale può vedersi illuminata e appunto vitalizzata quella realtà creaturale che, ahimè, sembra spesso giacere nelle tenebre. Si capisce allora il motivo per cui la Civiltà dell'amore possa definirsi con l'ossimoro """"utopia concreta"""": una meta, un traguardo possibile, arduo, ma non assurdo o velleitario da perseguire."""" (dalla presentazione del cardinale Ruini)" -
Dalla periferia all'Europa. I partiti etnoregionalisti e l'Unione Europea
Il processo di integrazione europea ha portato alla creazione di nuove interazioni tra gli attori politici locali, nazionali ed europei che non sempre sono state lineari, più spesso si sono modificate nel corso degli anni. Il volume si interroga su una questione che ha maggiormente interessato la scienza politica odierna: l'euroscetticismo e l'europeismo dei partiti. Questi ultimi rappresentano un punto di collegamento fondamentale tra le istituzioni europee ed i singoli Stati membri, ancor di più lo sono se si intende analizzare la realtà politica degli enti sub-nazionali. Partendo quindi da studi già affermati, l'analisi si concentra sui partiti etnoregionalisti che, ad oggi, hanno avuto poca attenzione dagli studiosi nonostante la loro rilevanza in termini di rappresentanza politica, sia nazionale che locale e la creazione di una rappresentanza regionale a livello europeo. Dato che questi partiti nascono all'interno della frattura centro-periferia come difensori della periferia, come reagiscono alla creazione di un nuovo centro? Se in un primo momento i partiti etnoregionalisti hanno manifestato una certa perplessità verso il processo di integrazione europea, in seguito hanno assunto una posizione favorevole. Per cogliere le regolarità e i cambiamenti nella posizione prò o anti-europea dei partiti etnoregionalisti, la ricerca ha adottato una prospettiva diacronica, partendo dalle prime elezioni per il Parlamento europeo del 1979. -
La rivoluzione conservatrice nella Germania della Repubblica di Weimar
In questo agile saggio, Ernst Nolte traccia un quadro delle figure rilevanti della rivoluzione conservatrice nella Germania di Weimar: da Mann a Spengler, da Klages a Schmitt fino a Moeller van den Bruck, Jiinger, Winnig, Niekisch, Woltmann, Scheler, Stadtler, Otto e Gregor Strasser. Un movimento che poggiò la sua architettura filosofica sul rifiuto della concezione lineare della storia, sulla connessione dell'idea di popolo e nazione, sulla critica alla decadenza dell'Occidente. Tutte questioni contaminate dalla presa di potere rivoluzionaria dell'ottobre del '17 in Russia. Per Nolte, i rivoluzionar-conservatori, pur se stimolati dal tentativo di far riconquistare alla Germania una dignitosa collocazione nel mondo, non furono però né anticipatori, né un'alternativa, né vittime del nazismo perché al loro interno si agitavano una serie impressionante di atteggiamenti culturali. Questi intellettuali non spianarono la strada al nazismo anche se molti di loro, su singoli aspetti, ebbero posizioni più radicali di Hitler. -
Socialisti democratici. Giuseppe Saragat e il PSLI (1945-1952)
La storia del socialismo democratico italiano è parte di quella del socialismo europeo. La figura di Giuseppe Saragat risulta centrale nella maturazione in Italia delle idee socialdemocratiche, ispirate all'insegnamento di Filippo Turati e dei socialisti riformisti italiani. In questo processo, decisiva fu nel 1947 la costituzione del Partito socialista dei lavoratori italiani, nato dalla scissione di Palazzo Barberini e divenuto portatore di quelle idee, proprie del socialismo democratico europeo, che, partendo dal ceppo antico del marxismo, interpretavano, nella moderna società capitalistica, la lotta per la giustizia e il progresso sociale, attraverso la realizzazione costante di istituti e di una legislazione a vantaggio non solo dei ceti proletari, ma anche del vasto settore dei ceti medi, trovando spesso l'incontro con i principi della cultura liberale. Nella difficile temperie culturale della sinistra italiana nel dopoguerra, i socialisti democratici italiani furono impegnati in una dura battaglia, fatta anche di grande respiro e resistenza morale. Saragat ne fu il portabandiera, promuovendo l'incontro con Alcide De Gasperi e il mondo cattolico per salvaguardare le istituzioni della rinata democrazia liberale.